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Autore: Padfootblack    31/01/2021    1 recensioni
James Sirius Potter è tutto il contrario di suo padre: spavaldo, egocentrico e con un'autostima alle stelle.
Elladora Nott è totalmente diversa dai suoi genitori: buona, paziente e con una passione sfrenata per il Quidditch.
Cosa succede quando un Grifondoro impettito incontra una Serpeverde combinaguai?
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lysander Scamandro, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 22La mappa del malandrino

 

Ecco perché non riuscivo più ad uscire con nessun’altra. Ecco perché il mio sguardo finiva sempre sulla tavolata dei Serpeverde e perché il mio cervello continuava a cercare motivi per restare con lei. Mi piaceva Elle. Oh Merlino, in che pasticcio mi ero cacciato! Lys mi sorrideva, sembrava felice che finalmente mi struggessi anche io per una ragazza.

“E ora che faccio?”chiesi impaurito: “Non mi è mai successo!”

“Diglielo e vedi come ti risponde”

“Mi riderà in faccia! Non posso piacerle, ho passato anni a bullizzarla”

“Non sei certo uno che riesce a tenersi le cose dentro, giusto?”mi chiese il mio amico: “Confessale il tuo amore e poi lascia che sia lei a scegliere”

“Amore mi sembra una parola grossa”lo interruppi: “Mi piace, ecco”

“Passi ogni giorno con lei e trovi le scuse più strampalate per incontrarla nei corridoi, se questo non è amore”

“È che … è bellissima”

“Lo so”. Lo osservai truce: “In che senso?”

“Mi sembra ovvio, tutti vedono che è molto bella”. Sbuffai e scossi la testa: “Lys, sono nei guai”

“So anche questo, ma non pensi che dovresti cercare di uscirne?”

“E se lei mi dicesse di no?”

“Davvero un egocentrico come te pensa di non poter riuscire a conquistare una ragazza?”

“Non l’ho mai pensato, ma con lei ...”

“Stai diventando noioso”disse con la sua solita onestà. Mi alzai: “Okay, allora la invito fuori. Usciamo e glielo dico”

“Bravo”

“Non adesso, però”commentai sedendomi di nuovo: “Ho bisogno di riflettere”. Scoppiò a ridere e fu lui ad alzarsi e allontanarsi, uscendo dalla mia camera e lasciandomi solo. Perché tutte le sfortune dovevano capitare a me? Elladora Nott, mi hai rovinato!

 

Ci nascondemmo sotto il Mantello dell’invisibilità e la portai al Platano Picchiatore. Puntai la bacchetta contro il nodo speciale del tronco e l’albero si fermò all’improvviso. Scendemmo attraverso la cavità, che d’inverno era ancora più umida e piena di fango, per atterrare nella Stamberga Strillante. Buttai il Mantello su una vecchia poltrona e le mostrai quel bellissimo posto pieno di polvere e muffa.

“So che tu hai ricordi vaghi del tuo compleanno”mi disse: “Ma l’abbiamo organizzato qui”

“Lo so, ma guarda meglio”

“Ci vengo da sei anni, James, conosco perfettamente ogni graffio di questa stanza”

“E sai anche perché ci sono così tanti graffi?”. Mi osservò indagatrice, avevo attirato la sua attenzione. Mi sedetti sul materasso di un letto ormai caduto a pezzi e le feci segno di accomodarsi accanto a me.

“Tanti anni fa, in questa magica stanza, si riunivano quattro studenti Grifondoro. Ramoso, Felpato, Lunastorta e Codaliscia. Si ritrovavano qui ogni volta che la luna era piena perché il loro amico licantropo potesse trasformarsi in un ambiente pacifico. È per questo che fu costruita questa casa, per tenere tutti all’oscuro. All’inizio, i tre studenti non potevano immaginare che il loro amico fosse un licantropo e non si capacitavano di come lui scappasse ogni mese e tornasse sempre più emaciato di prima. Poi iniziarono a seguirlo e scoprirono il segreto. E così, entrarono nel reparto proibito della Biblioteca e presero il miglior libro di Trasfigurazione. Studiarono per mesi, anni, fino a diventare degli Animagi. Vedi quell’angolo dietro la porta? Sono incise le loro iniziali”

“Mi stai prendendo in giro”. Tirai fuori la Mappa del Malandrino e gliela porsi. Non appena la prese nelle mani, spuntò la scritta:

 

I Signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso

Consiglieri e Alleati dei Magici Malfattori

sono fieri di presentarvi

La Mappa del Malandrino

 

La bocca di Elle ormai era spalancata dallo stupore. Posai la bacchetta sulla vecchia pergamena e decantai: “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni”. La scritta andò via per lasciare posto alla mappa di Hogwarts.

“Non ci credo”ripeté Elle per l’ennesima volta: “Ci sono tutti ...”

“Esatto”

“Non può essere vero”

“È vecchia, risale ai tempi di mio nonno, infatti ci sono ancora alcuni passaggi distrutti dalla guerra”

“Come l’hai avuta?”domandò guardandomi negli occhi. Feci spallucce: “È un segreto”

“Potter”intimò.

“Ma come, non ci chiamavamo per nome?”

“L’hai rubata dall’ufficio di Gazza?”

“Non io, i miei zii Fred e George”. Tornò a fissare la mappa, accarezzandola dolcemente, come se potesse farle male. “Avrei adorato andare a scuola con loro”

“Penso che avresti adorato di più andarci con i Malandrini”

“Sai chi sono?”chiese rigirandosi verso di me.

“Beh, diciamo di sì. Lunastorta è Remus Lupin, un caro amico di nonno”

“La sua tomba è vicino a quella dei tuoi ...”si interruppe, era arrivata l’epifania.

“Felpato è ...”

“Sirius Black”terminai.

“E Ramoso ...”

“James Potter Senior”

“Quindi Codaliscia ...”

“No, non è mia nonna”

“Oh”disse delusa.

“Era Peter Minus”. Sgranò gli occhi: “Quel Peter Minus?”. Annuì, ogni volta che pensavo a questa storia purtroppo non riuscivo a tagliare via quel traditore di Codaliscia. Ma come faceva lei a sapere chi era Peter Minus?

“Tu come fai a saperlo?”le chiesi.

“James, è scritto su Storia della Magia, capitolo 85: La seconda guerra magica. Peter Minus è colui che ha fatto risorgere Voldemort”

“Davvero lo hai letto tutto?”

“Lo avresti dovuto fare anche tu”

“Nah, non è il mio genere”

“Quindi Lunastorta era un licantropo!”esclamò: “E i suoi amici sono diventati Animagi per lui!”

“Per fargli compagnia”annuii.

“Ma è un pensiero bellissimo!”. Era davvero confortante vederla così felice per storie che appartenevano al passato. Sapevo che le sarebbe piaciuto il racconto dei Malandrini e soprattutto la Mappa.

“Sai con che incantesimo l’hanno creata?”mi domandò.

“No, papà era un po’ una schiappa in Incantesimi”

“Perché potremmo modificarla”continuò elettrizzata: “E scrivere i giusti passaggi segreti! Renderla … contemporanea”. Sì, forse era quello che avrebbe voluto nonno. Una Mappa da tramandare ai miei figli, così anche loro avrebbero potuto sovvertire le regole.

“Se vuoi te la regalo”dissi all’improvviso, senza neanche rendermene conto. Scosse la testa: “No, assolutamente, è tua, appartiene alla tua famiglia. Però se vuoi puoi donarmela per qualche settimana e tenterò di modificarla”

“Va benissimo. Ormai so la pianta della scuola a memoria, posso farne a meno”

“Mi chiedo ancora come tu sia finito in punizione quando hai questa e il mantello dell’invisibilità”

“Lo faccio apposta, almeno Gazza ha qualcosa da fare!”borbottai, la realtà era ben diversa: ero troppo sicuro di me stesso, tanto da non rendermi conto del pericolo.

“Grazie, James”mormorò: “Per avermi raccontato questa storia”

“E non hai sentito nulla! Lo sai di quando zio Ron e papà sono stati inseguiti da dei ragni giganti?”. Passammo tutta la serata a ridere come matti alle malefatte dei miei genitori e non ci rendemmo neanche conto di quanto tempo passò fin quando non uscimmo. Il cielo era chiaro, a breve il sole avrebbe fatto capolino. Avevamo passato più di sei ore fuori dal castello!

“Ti accompagno al dormitorio”dissi tirando fuori il mantello.

“Fai prima ad accompagnarmi in Sala Grande”ammise: “Fra mezzora iniziano le lezioni”

“Ah, pensi sempre a studiare”

“Guarda che devi venire anche tu, abbiamo Pozioni”

“Sei matta? Non ho dormito, torno in camera mia a poltrire”

“Beh, non ti presterò i compiti allora”disse con un sorriso, ma sapevo che non diceva la verità. Aprii il mantello e coprii entrambi.

“Quando ero piccolo era fin troppo grande”le spiegai mentre salivamo verso il castello: “Tanto che inciampavo sempre. Una volta ci ho portato dentro Lys, lui è sempre stato più alto di me, eppure dovevamo tenere le estremità per paura di impigliarci e cadere come scemi”

“E ora è troppo piccolo”disse Elle ritirando i piedi per coprirli: “E bisogna stare piegati per non farsi vedere. Hai qualche altro segreto?”

“No, penso che tu li conosca tutti. Ed è preoccupante”. Scoppiò a ridere: “Tranquillo, non li rivelo a nessuno”. La vidi tremare e d’istinto allungai un braccio sulle sue spalle, per riscaldarla. Sorrise mesta: “Perché queste brillanti idee ci vengono d’inverno?”

“Perché sotto sotto siamo dei geni”scherzai. Entrammo nel castello da uno dei nostri nascondigli e una volta arrivati in Sala Grande, tolsi il mantello. Eravamo soli.

“Sei sicura che sia ora di colazione?”le domandai guardandomi in giro.

“A breve arriveranno tutti”mi confermò: “Scappa finché sei in tempo”. La osservai mordicchiandomi il labbro: “Mi dispiace. Non volevo fare tardi”

“Sta tranquillo, andrò a letto presto stasera”disse nel suo solito tono gentile. Portai una mano sul suo viso e lo accarezzai, era sempre così gentile. E provai l’impulso di baciarla.

“Elle ...”sussurrai, indeciso se dirle che forse mi piaceva o provare subito a baciarla senza parlare. Ma un suono mi fece allontanare da lei e degli studenti Corvonero entrarono in Sala. Mi passai una mano fra i capelli e le sorrisi imbarazzato: “Buona lezione, eh!”. Mi osservò stranita e scappai prima che potesse dire altro. Ero stupido. Ero proprio uno stupido.

   
 
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