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Autore: didone82    31/01/2021    2 recensioni
«Chi sarebbe la serpe infida??»
«Sua maestà l’imperatrice dei mari Boa Hancock» sospirò infastidita sentendo la risata dall’altro lato della linea.
«Ma lo sai che quella è spocchiosa e arrogante, devi solo ignorarla»
«Appunto! È ingestibile! Mi verrà un esaurimento nervoso!...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Boa Hancock, Nefertari Bibi
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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      Buonasera, non mi sono ancora stancata dei personaggi di One Piece, mi diverto a scrivere di loro. spero di non annoiarvi troppo. Ho deciso di pubblicare stasera perchè da domani la mia vita cambierà: cambio regione, cambio lavoro, cambio tutto. Insomma, sto per voltare pagina. Questa è l'ultima storia che ho scritto in questa casa, quindi per me è importante. Magari vi frega poco, ma spero in un po' di empatia! a presto!
***
«Ciao Nami!»
«Ciao Bibi! Ti disturbo? »
«No, figurati, sono contenta di sentirti, almeno mi distraggo un attimo!» sospirò
«Che succede?»
«Vogliono assolutamente che presieda ad un congresso per il libero commercio tra le varie nazioni»
«Sai che non ho capito nulla?»
Sorrise
«È veramente una gran rottura. Poi se penso che sarà presente quella serpe infida mi viene un nervoso!!»
«Chi sarebbe la serpe infida??»
«Sua maestà l’imperatrice dei mari Boa Hancock» sospirò infastidita sentendo la risata dall’altro lato della linea.
«Ma lo sai che quella è spocchiosa e arrogante, devi solo ignorarla»
«Appunto! È ingestibile! Mi verrà un esaurimento nervoso! Ufff scusa, so di essere sfibrante. Dimmi di te, come stai?»
«Non preoccuparti, sai che puoi sfogarti con me quando vuoi! Io sto bene, ti chiamavo per sapere se ti va di venire con noi alle terme! Un week end di puro relax! Che dici?»
«Nami verrei con voi immediatamente! Ma saremo proprio nel pieno del congresso»
«Quando ti libererai da tutti i tuoi impegni reali per venirci a trovarci?»
«Hai ragione, hai ragione, sono imperdonabile, ma ti prometto che finito il congresso mi libererò per qualche giorno e verrò da voi. Mi manchi tanto! E anche quella spilungona della tua fidanzata…ma non dirglielo!»
«Potrei diventare gelosa!!»
«Tranquilla, è decisamente troppo alta per me!»
Risero terminando la loro conversazione.
Bibi si stiracchiò sulla sua sedia e con un sospiro tornò a lavorare; la data del congresso si avvicinava e sapeva benissimo che non sarebbe stata una passeggiata, non solo per la presenza dell’imperatrice, ma anche di tutti gli altri sovrani che non avrebbero arretrato facilmente sulle loro decisioni.
In tarda serata lasciò fogli e appunti e ripensò alla proposta di Nami di andare alle terme, avrebbe dato metà del suo regno in cambio di una bella vacanza con la sua amica, le mancava davvero tanto. Si concesse un bagno caldo, non era come andare alle terme, ma non era nemmeno tanto diverso: il bello di vivere in un palazzo!
La prima giornata del congresso era andata benissimo, merito anche del fatto che l’imperatrice non si fosse presentata. Bibi era di buon umore e lo trasmetteva a tutti gli ospiti del congresso. La rendeva felice il fatto che ci fosse tanta buona volontà di rendere il mondo un luogo di pace e amicizia. Il secondo giorno di congresso era iniziato nel migliore dei modi: tante idee, tanti sorrisi, tante strette di mano.
All’improvviso si spalancò la porta della sala e fece il suo ingresso austero e tracotante proprio lei, l’imperatrice Boa Hancock accompagnata dalle sue sorelle e da una coppia di giganteschi boa. La sala piombò nel silenzio, si sentiva solo lo strisciare dei serpenti e il rumore dei tacchi a spillo della regina dei mari.
Bibi si sentì sopraffatta dall’aura magnetica di quella donna e una sensazione di profonda rabbia le tinse di rosso le gote.
L’imperatrice si accomodò al posto che le era stato riservato, accavallò le lunghissime gambe mettendole bene in mostra e poggiando svogliatamente il viso sulla mano sinistra, invitò gli astanti a continuare la riunione.
Tra qualche colpo di tosse e l’imbarazzo generale, qualcuno trovò il coraggio di continuare ad esporre i propri piani commerciali. Nessuno aveva l’ardire di far notare alla donna che il suo ritardo era fuori luogo. Alla fine della presentazione, in mezzo al mormorio di soddisfazione generale, si levò limpida e cristallina la voce di Boa Hancock: «Il mio voto è contrario!»
Il brusio generale si fece più forte. Successe la stessa cosa con tutte le altre proposte, non ci fu mai l’unanimità perché l’imperatrice non aderì mai a nessuna delle proposte avanzate. Alla fine della seduta venne messo a verbale che Amazon Lily, impero di Boa Hancock, non avrebbe sottoscritto nessuno dei trattati commerciali proposti e approvati da tutte le altre nazioni, ma avrebbe mantenuto lo status di impero chiuso e autosufficiente, mantenendo in vigore tutte le regole di commercio e comunicazione vigenti fino a quel momento. La seduta fu sciolta e l’imperatrice, annoiata e stanca di tutte quelle chiacchiere, si diresse verso l’uscita scortata dalle sue guardie del corpo. Bibi la inseguì e arrivata nei corridoi del grande palazzo urlò con tutta la forza che aveva in petto
«BOA HANCOCK SEI SOLO UN’EGOISTA!»
L’imperatrice arrestò il suo incedere e con uno scatto fulmineo le si parò davanti guardandola dall’alto della sua giunonica statura
«Come osi rivolgerti a me in questi toni?»
Bibi rimase esterrefatta dalla velocità con cui se la ritrovò di fronte e non potè fare a meno di provare timore. Quella donna era davvero spaventosa.
§§§
 
«Pronto?»
«Nami?»
«No, sono Robin, mi spiace Nami non c’è, ma le dirò che hai chiamato!»
Sospiro
«Certo, grazie Robin»
«Bibi, tutto bene? Nami mi ha detto che si sta tenendo un congresso con tutte le nazioni ad Alabasta, sarai in fermento!»
«Si, sono passati solo due giorni e io già mi sento uno straccio»
«Colpa dell’imperatrice pirata?»
«Ma ti racconta proprio tutto??» soffiò quasi irritata riferendosi a Nami
Robin sorrise «Direi di no, ma non è stato difficile capirlo, Hancock non è una persona facile, anzi è quasi impossibile anche solo avvicinarla. Mi sorprende che si sia addirittura degnata di presenziare al congresso»
«Scusami, sono un po’ frustrata. È stata una sorpresa per tutti vederla arrivare, andava così bene senza lei!»
«Immagino non abbia smentito il suo caratteraccio»
«Mi fa imbestialire quella donna! Arrogante, acida, superba… grrr la odio!»
«Eheheh ho capito perfettamente»
«Poi non ascolta! Dice NO e basta, non le interessa niente. Sono state fatte proposte belle, intelligenti e lei che fa? Dice no, si alza e va via come se nulla fosse!»
«Avete provato a chiederle il perché?»
«Come si fa a parlare con una così? Solo la sua vicinanza fa tremare di paura. Per non parlare di alcuni fanfaroni che cadono ai suoi piedi vittime della sua proverbiale bellezza. Tzè, stupidi!»
«Bibi tu sei una persona colta, intelligente e soprattutto coraggiosa. Sai come parlare alla gente, sai come farti ascoltare, perché non ci provi anche con lei? Approfitta di questi giorni, sarà più facile parlarle giocando in casa. Ascoltala e poi deciderai. Stai governando il tuo paese in maniera eccellente ed Hancock lo sa, altrimenti non si sarebbe mai scomodata a lasciare la sua terra per venire fino ad Alabasta»
«Forse hai ragione»
«Aspetta, è appena rientrata Nami, te la passo»
«No Robin, lascia stare, devo andare. Dille che la richiamerò presto. Grazie per la chiacchierata, mi è servita. A presto!»
Click
«Ha riagganciato!»
«Chi?»
«Era Bibi!»
«Ah, e perché ha chiuso?»
«Cercava te ma tu non eri ancora rientrata. Abbiamo parlato un po’, poi le ho detto che eri arrivata, ma mi ha detto che ti avrebbe richiamata»
«Di cosa avete parlato?»
«Del congresso. Sta avendo qualche difficoltà con l’imperatrice pirata. Credo che dovrebbe provare a parlare con lei, in fondo Bibi è un’ottima comunicatrice»
«Dovrebbe ricacciarla indietro a calci quella là!»
«Vedi, io ti amo perché sei sempre così irascibile e impetuosa!»
§§§
 
«Buonasera Sandersonia, vorrei parlare con l’imperatrice»
«Impossibile, non ha intenzione di ricevere nessuno»
«Ma io… solo un attimo, per favore»
La porta si aprì di colpo mostrando la pirata in tutto il suo glaciale splendore
«Nefertari Bibi, non ti hanno insegnato che una principessa non deve pregare nessuno»
«Imperatrice, b-buonasera»
«Se sei venuta per convincermi a ritrattare le mie decisioni sprechi solo il tuo tempo e anche il mio»
«N-no, io ecco…» fece un profondo respiro, raddrizzò la schiena e la guardò negli occhi con un sorriso gentile «Abbiamo iniziato con il piede sbagliato! Volevo solo darvi il benvenuto nel mio regno e accertarmi che tutto fosse di vostro gradimento»
L’espressione dura e arrogante sul viso di Hancock mostrò un cenno di incertezza e alzando un sopracciglio, le disse tracotante
«Una sistemazione mediocre in un regno mediocre non è certo adeguata alla mia persona, posso solo accontentarmi sperando che rimangano pochi giorni alla fine di questa farsa che avete organizzato»
Bibi serrò la mascella e ingoiò il prepotente istinto di prendere a sberle quella donna così assurdamente snervante e indisponente. Respirò ancora a fondo e facendo fondo a tutta la sua pazienza e buona volontà, poi continuò
«Se vostra grazia vorrà onorarmi, sarò lieta di fare personalmente da guida per una visita al mio umile palazzo. Non appena le vostre grazie si saranno rifocillate dal lungo viaggio. Per qualsiasi necessità, non esitate a chiedere, i miei collaboratori saranno lieti di rendere meno sgradevole la vostra permanenza. Con permesso»
Con un lieve inchino Bibi si voltò per andare via da quella serpe, dentro di sé la rabbia divampava. Ma proprio mentre si allontanava l’imperatrice la fermò
«Va bene»
Bibi si voltò a guardarla
«Farò un giro turistico del palazzo, adesso» disse quasi infastidita
Le guardie stavano per seguirla ma lei con un solo sguardo le fece desistere e tornarono a custodire l’ingresso dell’appartamento che era stato riservato alla loro regina. Hancock raggiunse Bibi e insieme sparirono nei corridoi del grande palazzo. Bibi si sentiva nervosa, sapeva di avere al suo fianco una persona pericolosa, velenosa e infida. La guardava con la coda dell’occhio, era più alta di lei di almeno tre spanne ma lei si sarebbe sentita piccola in confronto anche se fosse stata più alta. Le raccontava della storia del palazzo, con qualche aneddoto e si stupì del fatto che nonostante non fosse per niente interessata a quei racconti non disse nulla di offensivo, anzi non disse proprio nulla. Ciò aumentò la sua ansia, ma ormai era in ballo. Il castello di Alabasta era semplice, lontano dalle ampollosità delle regge degli altri regni, per questo il giro fu abbastanza breve. Si riservò per la fine la parte che più le piaceva, sperando che anche il cuore di pietra dell’imperatrice potesse scaldarsi quel tanto da farle apprezzare la meravigliosa vista che si godeva dalla torre più alta. Lassù lo sguardo si perdeva nella meravigliosa distesa di sabbia che caratterizzava il regno; arrivate in cima pensò che avrebbe potuto buttarla giù, ma subito dopo sorrise tra sé e sé pensando che era più probabile il contrario. Guardò giù ingoiando a vuoto, era davvero alto. Si voltò a guardare Hancock sicura di trovare nella sua espressione la volontà di spingerla oltre la balaustra, invece si stupì di scorgere sul suo viso un leggero sorriso e lo sguardo perso nell’immensità del panorama che si estendeva a perdita d’occhio in tutte le direzioni. Era quasi il tramonto e la luce rossa del sole morente tingeva d’oro e di porpora le dune del deserto che si accavallavano e rincorrevano a perdita d’occhio
«Il tuo regno è circondato da un mare splendido e spietato, come Amazon Lily»
«Deve essere molto bella la vostra terra»
«Lo è. Non immaginavo di trovare una bellezza così diversa eppure altrettanto intensa qui»
Continuava a guardare ammirata quello spettacolo
«Sono lieta che la vista sia di vostro gradimento.
Sono costernata che il vostro arrivo improvviso non mi abbia dato modo di accogliervi come si conviene»
«Purtroppo una tempesta particolarmente violenta ci ha costretti ad approdare su un’isola a due giorni di viaggio da qui, il mio equipaggio ha lavorato senza sosta per sistemare in tempi brevi l’albero di trinchetto che si era spezzato. Inoltre attraversare il deserto che protegge la città non è proprio facile»
Bibi finse di non accorgersi della polemica nelle ultime parole «Io… non sapevo. Avreste dovuto mandare un messaggero, vi avremmo inviato aiuti senz’altro!»
«Non essere sciocca, io sono l’imperatrice pirata»
Sospirò sconsolata, quella donna era impossibile, ma lei non si arrese e con coraggio le chiese perché aveva accettato di venire ad Alabasta
«Per impedirvi di includere il mio regno nelle vostre stupide leggi commerciali e di navigazione»
«Ma perché? Noi vogliamo solo che i nostri regni collaborino e cooperino per il benessere comune»
«Piccola principessa, tu non hai proprio idea del mondo lì fuori»
«E allora dimmelo tu!» Le urlò con impeto guardandola con rabbia, dimenticandosi delle maniere che convengono ad una principessa e dell’uso degli onorifici che l’etichetta impone per rivolgersi a persone di rango più elevato.
La regina la guardò con un sorriso che non voleva essere di scherno, ma era semplicemente sorpresa che una ragazzina così minuta potesse nascondere in sé tanta forza da opporsi a lei che non aveva degni avversari. I capelli di un colore così particolare che si agitavano al vento e lo sguardo profondo, capiva perché era diventata una principessa tanto amata e tanto temuta, non per il suo esercito, ma per la sua personalità. Tornò a guardare l’orizzonte sorprendendosi anche della sua reazione: invece di scaraventarla giù dalla torre voleva raccontarle e spiegarle il motivo delle sue decisioni.
«La globalizzazione a cui aspirate, l’abbattimento delle barriere che state rincorrendo con tanta foga, la velocità di comunicazione, di scambio, di comunione non pensi che possa essere controproducente per alcuni popoli che non sono pronti a stare al passo con tutto questo?
Il mio popolo, per la geografia del luogo in cui vive, è stato sempre precluso da qualsiasi scambio culturale, economico o sociale. La mia gente si è evoluta più lentamente rispetto agli altri popoli della terra, ha imparato ad essere autosufficiente. Sa benissimo che esiste un mondo completamente diverso dal loro al di là della fascia di bonaccia che la protegge e la isola. Io stessa al ritorno da ogni mio viaggio mi isolo in un periodo di quarantena molto rigido per evitare che il mio popolo possa ammalarsi di qualcosa che non conoscono e che non possono combattere. Per questo l’ingresso al regno è severamente regolato da leggi e regole che io per prima rispetto. Aprire così improvvisamente le porte al resto del mondo potrebbe essere tossico e pericoloso. Io da imperatrice, farò tutto quello che è in mio potere affinché questa apertura avvenga nei tempi e nei modi che sono più adatti al mio popolo» fece una pausa per guardare l’altra, poi tornò a rivolgersi all’orizzonte alzando il mento «E inoltre, credete davvero che io conceda qualcosa di mio a chicchessia?»
Bibi non distolse mai lo sguardo dall’imperatrice e man mano che parlava il suo cuore si liberò del rancore e della rabbia nei confronti di quella donna che agiva solo per un bene più grande. Ma non riuscì a trattenere un rumoroso sospiro sentendo l’ultima frase.
Il congresso continuò con i lavori e Boa Hancock respinse tutte le proposte che venivano fatte. Bibi la guardava e a volte le sembrò di scorgere dietro al suo atteggiamento altezzoso e superbo un briciolo di solitudine. Ma forse lo aveva solo immaginato.
 
La conclusione dei lavori qualche giorno più tardi fu accolta da tutti con sollievo e soddisfazione. Fervevano i preparativi per la partenza, il palazzo si sarebbe svuotato e questo un po’ dispiaceva alla principessa che intanto si divertiva a guardare coloro i quali avendo trovato un briciolo di coraggio in mezzo alle loro gambe, si erano avvicinati con fare lascivo all’imperatrice pirata ed erano stati pietrificati dal suo immenso potere. Si avvicinò per porgere i suoi saluti
«Che stolti, come osano solo avvicinarsi a me?»
«Un coraggio lodevole tuttavia, imperatrice serpente! Con il vostro permesso gradirei caricare sulla vostra nave scorte per il viaggio e degli omaggi per il tuo, ehm…vostro popolo»
«Se credi che il mio popolo abbia bisogno di doni, fa come ti pare»
Sorrise Bibi, sapeva che quello era quanto di più vicino ad un grazie. Poi si sporse più vicino e le sussurrò
«I miei collaboratori sono ottimi carpentieri, daranno un’occhiata alla vostra nave, così per curiosità»
Hancock finse fastidio e Bibi sorrise di nuovo
«Buon viaggio imperatrice, sarete sempre la benvenuta ad Alabasta»
Si voltò per andare via quando l’altra la fermò ancora una volta
«Principessa azzurra se mai dovessi capitare nella fascia di bonaccia attenta a non farti divorare dai mostri marini»
Principessa azzurra???? Quella serpe di un’imperatrice non perdeva occasione per schernirsi di lei. Sbuffò innervosita, poi la vide allontanarsi e sorrise, magari si sbagliava, ma quello per lei aveva tutta l’aria di essere un invito ad Amazon Lily.
§§§
 
«Pronto? Nami!!! Ciao!»
«Ciao Bibi, come stai?»
«Bene, sono sopravvissuta al congresso!»
«Sapevo che saresti stata all’altezza! Robin mi ha detto che hai avuto qualche problema con la serpe»
«Già, a proposito, Robin è con te?»
«Robin?»
«Si! Posso parlarle?»
«Chi?»
«Io!»
«Cosa?»
«Posso parlare con Robin?»
«Ma sai che sei proprio una pessima amica?? Non ci sentiamo da un sacco e adesso vuoi parlare con Robin!»
«Dai, non arrabbiarti, è stata gentile, mi ha dato un buon consiglio e volevo dirle che aveva ragione!»
«Oh, certo, dille pure che aveva ragione, così il suo ego godrà per settimane intere. Sei in vivavoce comunque! (ma tu guarda queste due)»
«Ciao Bibi!»
«Ciao Robin, ho seguito il tuo consiglio!»
«Non so, vi lascio sole??»
«Ahahah Nami non sapevo che fossi così gelosa!»
«Bibi vuoi dire che sei riuscita a parlare con Hancock?»
«Si, è stato molto difficile, ma sono riuscita a capire il perché dei suoi comportamenti. Devo dire che l’ho rivalutata molto!»
«Bah, per me rimane una stronza e basta!»
«Credo che sia solo un modo per proteggersi e per proteggere il suo popolo»
«Credo anche io, ma Nami è arrabbiata in questo momento, quindi non vede al di là del suo naso»
«Non sono arrabbiata! E comunque sono qui, non fate finta che io sia altrove.»
«Ragazze mi mancate davvero un sacco»
«Perché non vieni a trovarci?»
«Lo farò dopo aver visitato Amazon Lily»
«COSA?» «COSA?»
«Wow che coro coordinato!»
«Andrai veramente laggiù? Sai che è quasi impossibile raggiungere l’isola?»
«Si, lo so, ma prima di partire Hancock mi ha detto una cosa e credo che fosse un invito»
«Avevi detto che Robin era troppo alta per te, ma vedo che ne gradisci una ancora più alta!!
Sappi però che se solo ti torcerà un capello io le darò una lezione indimenticabile!!»
«Nami tesoro, ti adoro quando vuoi proteggermi!»
«È vero che è carina quando si arrabbia?»
«BASTA VOI DUE!!!»
«È andata via! Bibi, tienici aggiornate sui tuoi spostamenti e se dovessi avere bisogno di qualsiasi cosa, sai che puoi contare su di noi!»
«Grazie Robin, dà un bacio a Nami. Ci sentiamo presto!»
«A presto!»
Robin raggiunse la rossa che sistemava nervosamente le sue matite
«Bibi ti manda un bacio, wild cat!»
Nami soffiò imitando un gatto arrabbiato. Robin si avvicinò e la strinse tra le braccia, Nami fece resistenza e provò a liberarsi, ma la mora le disse qualcosa all’orecchio e la resistenza si annullò lasciando spazio ad un abbraccio, poi a un bacio, poi ad un altro e un altro ancora e poi furono sospiri e gemiti.
§§§
 
«Principessa, non possiamo proseguire oltre, la fascia di bonaccia inizia proprio laggiù, una volta varcato il limite saremo in balia dei mostri marini e non riusciremo più a governare la nave»
«Proseguiamo»
«Ma principessa…»
La fascia di bonaccia era molto più pericolosa di quel che pensava, i mostri marini non avevano tardato a farsi vedere, famelici e violenti come non mai. Si era pentita di essere stata così poco prudente e di aver messo in pericolo il suo equipaggio, per cosa poi? Per una visita di cortesia tra l’altro nemmeno richiesta, frutto della sua immaginazione. Si stava mettendo davvero male, la nave non avrebbe resistito a lungo agli attacchi di quei mostri affamati e sembrava impossibile tornare indietro.
Nella confusione della situazione non si erano accorti che una nave si era avvicinata, dei colpi di cannone e i mostri marini si dileguarono in un lampo lasciando la nave ancora dondolante.
«Principessa, non è una buona idea avventurarsi in queste acque se non si è ben equipaggiati»
«Sandersonia, Marigold…»
«Abbiamo l’ordine di scortavi fino ad Amazon Lily»
L’equipaggio si mosse subito per sistemare le cime che avrebbero trainato la loro nave fino al porto
«Non sono stata chiara: scorteremo solo la principessa con la nostra nave. Il resto dell’equipaggio potrà tornare ad Alabasta. La principessa verrà accompagnata in patria quando più lo desidera con una delle nostre navi»
«Ma questo è un oltraggio!»
«Igaram, va tutto bene. Tornate pure ad Alabasta»
Tranquillizzato l’equipaggio, Bibi salì sulla nave delle kuja e, posizionatasi sul ponte di prua, con un po’ di batticuore guardava l’orizzonte. Quelle acque erano veramente infestate da creature straordinarie che nuotavano indisturbate incuranti della nave che attraversava quella distesa immobile spinta da due enormi serpenti marini. Quando il profilo dell’isola cominciò a stagliarsi all’orizzonte si sentì emozionata e lusingata di aver avuto il permesso di entrare in quella terra fantastica, avvolta da mistero e leggende. Dopo l’attracco venne condotta all’enorme palazzo che sovrastava la città. Si guardava attorno sorpresa e affascinata da quella comunità che sembrava essersi fermata ad un lontano passato. La tribù era composta da sole donne e la cosa che la sorprese maggiormente fu che tutte quelle donne, alte o basse, magre o grasse, bionde o brune, erano tutte estremamente affascinanti. Il castello era austero con una varietà impressionante di gargoyle a decorare la facciata. Venne condotta attraverso un labirinto di corridoi direttamente alla sala del trono. Entrando nell’immensa sala guardò verso il trono, ma non c’era nessuno, poi la vide in un angolo della stanza, mollemente sdraiata su uno splendido sofà coperto da un drappo di velluto blu. Indossava un kimono rosso impreziosito da dragoni ricamati con fili d’oro, i capelli raccolti con un fermaglio di madreperla. Non avrebbe mai potuto smentire le voci sulla sua bellezza.
«Principessa azzurra, ti avevo avvisata di non farti ingoiare dai mostri marini!»
La principessa si stropicciò gli occhi scuotendo la testa, non avrebbe ceduto alla provocazione, forse. L’imperatrice lasciò la sua seduta e le andò incontro. Arrivata davanti a lei la guardò piegando di lato il viso. Senza distogliere il contatto visivo ordinò alle guardie di scortarla negli appartamenti che le erano stati riservati e a lei di aspettarla senza uscire. Bibi sostenne lo sguardo, poi piegò a sua volta il viso da una parte e non riuscì a trattenere il sarcasmo
«Sarà pieno di mostri anche il castello»
Poi si voltò e seguì le guardie che la scortarono nell’ala del palazzo che le era stata riservata mentre le labbra di Hancock si piegavano in un sorriso. L’appartamento non era molto grande, ne molto lussuoso, ma era caldo e accogliente. Si concesse un lungo bagno rilassante e poi si preparò per aspettare la sua ospite. Una sensazione di benessere e tranquillità la avvolse, tanto da farla assopire sul comodo divano. Fu allora che la porta si aprì senza preavviso facendola trasalire.
«Vieni con me!»
Come al solito quella donna non chiedeva, comandava. Bibi la seguì, doveva quasi correre per stare al passo di quella donna irritante che incedeva spruzzando arroganza e fascino ad ogni passo. Aveva il fiatone quando finalmente si fermò davanti ad una gigantesca porta di ferro. Ancora una volta l’imperatrice sorrise guardando il volto arrossato della principessa. Poi aprì il portone e uscì sul terrazzo mostrandole una vista fantastica sul villaggio e il porto dove era arrivata qualche ora prima. Bibi rimase senza fiato
«Te lo avevo detto che i nostri regni sono uguali in modo diverso»
«Imperatrice, avevate ragione!»
«Chiamami Hancock»
Le sorrise e poi si poggiò alla balaustra per ammirare ancora quella vista fantastica. Con la coda dell’occhio si accorse che anche l’imperatrice fece lo stesso. Rimasero a contemplare l’infinito per un tempo indeterminato, finché una guardia non ruppe quel momento magico per avvisare che la cena era pronta.
Passarono dei giorni bellissimi, Amazon Lily era un luogo veramente meraviglioso e Hancock era una guida fenomenale, era divertente e colta, conosceva la storia e tanti aneddoti, l’isola non aveva segreti. Quando poi rientravano a palazzo tornava ad essere la superba e cinica imperatrice pirata che si comportava come una ragazzina viziata facendo i capricci e trattando male chiunque, nonostante tutte fossero ossequiose nei suoi confronti. Tutte l’amavano e la veneravano e le perdonavano qualsiasi cosa. Bibi era dispiaciuta da questo, pensava che il suo popolo meritava di conoscere quel lato del suo carattere che stranamente mostrava solo a lei.
Quella mattina erano in relax in comodissimo salotto sulla spiaggia di una insenatura nascosta dalla foresta. Bibi non aveva resistito e si era tuffata in acqua, Hancock la guardava dalla spiaggia. Uscita dall’acqua andò a sedersi vicino a lei
«Sei diversa quando sei con me»
«Cosa avrei di diverso, principessa azzurra?»
«La vuoi smettere di chiamarmi così?»
«Altrimenti cosa pensa di fare la vostra altezza reale?»
Bibi scrollò i capelli umidi schizzandole l’acqua addosso, a quella provocazione Hancock la afferrò costringendola a sdraiarsi al suo fianco. La sovrastava tenendole i polsi mentre Bibi fingeva di opporre resistenza
«E la vostra altezza reale cosa pensa di fare?»
«Io sono Boa Hancock, faccio quello che mi pare»
La principessa si era persa nell’immensità di quegli occhi blu come il mare con sfumature viola che la guardavano.
«Davvero?»
Sollevò il capo e rubò un bacio alle sue labbra. Hancock non si aspettava una cosa del genere, rimase attonita e continuò a guardarla prima con l’espressione di chi sta esplodendo di rabbia, poi si chinò e la baciò a sua volta. Bibi liberò i polsi dalla presa e si aggrappò al suo collo tirandola a sé.
 
Distesa sul suo letto guardava il soffitto e ripensava a quel pomeriggio in spiaggia; non riusciva a darsi pace perché non ne avevano parlato, non si erano dette una parola, erano rientrate a palazzo e lei era tornata ad essere capricciosa e pretenziosa. Impaziente lasciò il letto e uscì dall’appartamento cercando per i corridoi bui e deserti le stanze di Hancock. Non fu difficile capire quali fossero viste le guardie armate poste a fare da sentinelle. Si avvicinò e quelle la guardarono stranite, a piedi nudi, con un pantalone troppo grande per la sua esile persona e una canottiera che invece mostrava le sue forme
«Devo vedere l’imperatrice»
«Principessa torni alle sue stanze, la accompagnerò io»
«No, fammi passare per favore!»
La porta si aprì di scatto e il ringhiare della loro signora intimorì tantissimo le guardie. La trascinò dentro sbattendo la porta
«Non hai imparato che una principessa non chiede per favore? Perché non dormi?»
«Dovevo parlare con te»
«Qualcosa di così importante da non poter aspettare che fosse giorno?»
«Si, non potevo aspettare»
«Bene, sei qui, il trambusto che hai fatto mi ha svegliata, quindi dimmi pure questa cosa importantissima così possiamo tornare tutti a dormire»
«Sei una stronza»
Non le diede il tempo di rispondere che le saltò al collo e la baciò ancora con foga. Hancock la sollevò tra le braccia e la portò sul letto. La fece sua senza chiederle il permesso, ma non ne avrebbe avuto bisogno perché Bibi la voleva con lo stesso ardore, per questo non lasciava i capelli corvini e si avvinghiava a lei come fosse un boa. Lei, Boa Hancock, l’imperatrice serpente stretta nella morsa letale di quella ragazzina dai meravigliosi capelli color del cielo. Sfogata la passione si ritrovarono ancora avvinghiate in mezzo a quel grande letto. Hancock teneva il viso affondato tra i seni dell’altra e inconsapevolmente le carezzava la schiena. Bibi la teneva stretta e le lasciava continui baci sulla fronte e tra i capelli
«Cosa vuoi da me?»
«Voglio tutto»
«Sai che non posso»
«Devi solo volerlo»
«L’imperatrice delle kuja non può distrarsi dai suoi doveri, nemmeno per una principessa azzurra»
«Anche io ho un regno da gestire, ma possiamo farlo insieme»
Si staccò da lei quasi con rabbia
«Va via! Prendi i tuoi stracci e va via immediatamente!»
«Cosa? Perché?»
«Me lo chiedi anche? Hai fatto tutto questo solo perché ci potesse essere un’alleanza tra i nostri regni»
«Sai benissimo che non è vero»
«Va via! Guardie!!!»
Entrarono le due sentinelle e senza fare troppi complimenti la trascinarono via nei suoi appartamenti dove fu costretta a restare fino all’alba, quando una nave sarebbe salpata per riportarla ad Alabasta. Si oppose con tutte le sue forze ma inutilmente, non riuscì nemmeno a scorgere Hancock che rimase confinata nelle sue stanze finché la nave che la trasportava via non scomparse all’orizzonte.

Passarono giorni e poi settimane in cui tutti i suoi tentativi di comunicare con l’imperatrice fallirono miseramente. Tutti si accorsero del suo cambiamento, della sua tristezza inconsolabile, della mancanza di attenzione, suo padre, Igaram, il papero Karl, chiunque nel regno aveva intuito che qualcosa turbava la loro principessa. Lei non fece mai parola con nessuno di quello che era successo ad Amazon Lily, ma proprio non riusciva a nascondere la tristezza per quello che le era sfuggito dalle mani per una frase detta nel modo sbagliato e che quella testona aveva travisato. Alternava momenti di dispiacere a momenti di profonda rabbia: se solo Hancock non fosse così testarda, così cinica, così ottusa da non guardare oltre le sue convinzioni!
Dopo qualche settimana, sistemati alcuni affari reali che necessitavano della sua supervisione, ma di cui non si interessò minimamente, decise di partire, doveva vederla, doveva parlare con lei assolutamente. Suo padre e i consiglieri erano contrari a questo viaggio immotivato e decisamente pericoloso, ma lei si fece dare una piccola nave e partì alla volta di Amazon Lily. Rimase a ridosso della fascia di bonaccia per qualche giorno, i rifornimenti stavano per finire e l’equipaggio continuava a non capire cosa stessero facendo lì. Per una settimana non si vide nessuno all’orizzonte, allora decise di inoltrarsi nella fascia di bonaccia ma subito vennero attaccati dai mostri marini. Stavolta non venne nessuno a salvarli da quelle bestie e si ritrovarono naufraghi. Riuscirono ad uscire dalla fascia di bonaccia e a farsi trasportare dalla corrente in una piccola isola disabitata. Furono recuperati qualche giorno dopo da un peschereccio che riconoscendo la principessa, li portò di buon grado al porto più vicino dove poterono imbarcarsi per Alabasta.
Nami e Robin vennero a sapere dello strano comportamento dell’amica e si precipitarono a palazzo prima possibile.
La principessa fu felice di vedere le sue amiche e di potersi finalmente sfogare con qualcuno.
«Che è successo Bibi?»
«Mi ha cacciata via» a quelle parole un pianto disperato le esplose dal petto
«Quella maledetta arpia, io…»
«Nami» Robin poggiò una mano sul braccio della rossa e lei subito capì che non era l’approccio giusto, poi con dolcezza chiese a Bibi di raccontare cosa fosse successo. La principessa raccontò dell’arrivo sull’isola, dei bellissimi giorni passati con lei, del suo modo di essere quando erano insieme, del bacio sulla spiaggia, della notte trascorsa insieme e di come avesse travisato il suo discorso.
Nami e Robin erano davvero sorprese da quel racconto, non avrebbero mai immaginato che tra quelle due potesse nascere qualcosa.
Era chiaro che il problema era l’irremovibilità di Hancock: non avrebbe mai acconsentito ad incontrarla. Avevano bisogno di alleati. E chi meglio delle sue sorelle? Loro erano molto più empatiche, magari avrebbero acconsentito ad aiutarle. Il problema era trovarle.
Scoprirono che Hancock era stata convocata al quartier generale della Marina per una delle solite riunioni a cui era costretta in quanto membro della flotta dei Sette. Lei in genere non si scomodava ad andare, ma era costretta a inviare un delegato che era quasi sempre sua sorella Sandersonia. Quale migliore occasione?
Aspettarono per ore ed ore, con la paura che quella volta nessuna delle principesse kuja fosse stata mandata a presiedere la riunione. Alla fine ecco apparire la folta chioma colore verde! Bibi le corse incontro
«Sandersonia ti prego devo parlarti!»
«Principessa» la kuja si guardò attorno, poi a bassa voce le disse che si sarebbero viste in serata.
Le ore trascorsero molto lentamente e l’impazienza di Bibi stava diventando intollerante. Finalmente arrivò
«Principessa, se dovessero scoprire che vi ho incontrata, rischierei la pena capitale. L’imperatrice ha messo il veto sulla vostra persona. Mi dispiace»
«Sandersonia io devo vederla, devo farla ragionare. Io la…»
«Lo so, lo sappiamo tutti. Abbiamo visto come era cambiata quando voi eravate sull’isola. Era felice e serena, finalmente»
«Devi aiutarmi ad incontrarla»
«Se lo faccio mi darà in pasto ai mostri marini»
«Io non lo permetterò»
«Non posso»
«Sandersonia ti prego»
«Me ne pentirò…»
«Grazie, grazie, grazie!!!» le saltò al collo abbracciandola

L’unico modo per fare entrare Bibi ad Amazon Lily era trasportarla clandestinamente sulla nave e trasportarla a palazzo nascosta tra le casse di rifornimenti destinati al palazzo reale. Sandersonia non riusciva a nascondere la paura, sapeva che la punizione sarebbe stata esemplare, ma il desiderio di vedere ancora sua sorella felice e serena con qualcuno al fianco aveva prevalso.
Dopo aver scaricato le casse aveva augurato alla principessa Bibi buona fortuna e aveva cercato di sembrare normale. Dopo aver fatto rapporto all’imperatrice questa l’aveva guardata con sguardo torvo. Se Boa Hancock era brava in qualcosa, questa era certamente la capacità di capire quando una persona le mentiva o le nascondeva qualcosa. Non aveva molta voglia di indagare sullo strano comportamento della sorella, lo avrebbe scoperto presto comunque. Mentiva a se stessa in quei giorni, forzava e portava all’esasperazione il suo carattere acido e cinico, sfogava la sua frustrazione sulle povere donne che la circondavano. Si isolava sempre di più e si irritava fuori misura ogni volta che un sospiro sfuggiva alle sue labbra.
Bibi nel frattempo era ancora nascosta tra le casse che erano state depositate nel magazzino delle cucine. Aspettò di non sentire più voci e movimenti prima di uscire e cominciare a cercare per i corridoi la sala del trono dove sapeva di trovarla. Finalmente riuscì a scorgere le sentinelle quasi assopite nella noia della guardia; si avvicinò felina approfittando della loro distrazione, infatti non riuscirono a bloccarla quando si fece avanti con uno scatto, aprendo la porta ed entrando nella sala.
Sollevò il viso tediato pronta ad esplodere di rabbia per l’irruzione molesta che l’aveva distolta dai suoi pensieri. Quando la vide all’espressione di rabbia si aggiunse la sorpresa. Si sollevò di scatto dalla seduta urlando di portare via quella ragazzina clandestina e di farla sparire dalla sua vista. Bibi riuscì ad evitare le guardie e si avvicinò ancora di più
«Dobbiamo parlare!» Hancock fu sorpresa dal tono autoritario con cui le si era rivolta
«Io non devo fare proprio un bel niente. Portatela subito via»
Riuscì a finire la frase, ma non riuscì a vedere lo schiaffo che la colpì alla guancia sinistra. Sgranò gli occhi in preda ad un’ira che raramente aveva provato, come osava quella ragazzina colpire il suo meraviglioso viso? L’aula si riempì dello stupore dei presenti e un gelido silenzio sembrava aver avvolto il mondo intero. Le presenti immaginarono i peggiori scenari di morte e distruzione per quella povera e avventata principessa dai capelli turchini e che tutto questo sarebbe inevitabilmente ricaduto anche su di loro e la loro incapacità di fermare l’avanzata di una ragazzina. Il silenzio fu spezzato dalla voce tagliente di Hancock
«Uscite. Tutte. SUBITO!»
Le donne dopo un attimo di paralizzante terrore uscirono velocemente dalla stanza lasciando le due donne fronteggiarsi immobili.
Immerse nel silenzio della sala del trono Bibi recuperava il fiato mentre guardava l’altra con sguardo penetrante
«Come hai osato colpirmi?»
Bibi caricò la mano sinistra per colpirla ancora all’altra guancia. Stavolta però la mora intercettò il colpo e con semplicità le bloccò il polso con una stretta fortissima
«Stronza» fu l’unica cosa che disse continuando a guardarla mentre una lacrima involontariamente le solcò il viso. Hancock si chinò e finalmente fece sue quelle labbra rosa e sottili che le erano mancate da morire. Bibi si strinse a lei forte terrorizzata che potesse ancora respingerla, ma l’imperatrice non ne aveva la minima intenzione
«Sei tornata» le soffiò nell’orecchio tra un bacio e l’altro
«Tornerò sempre da te perché io ti amo»
Si sentì stringere più forte e si fece amare. Sorrise sui suoi baci perché Hancock fu dolce e passionale come pensava non potesse essere. I primi raggi dell’alba la destarono dal sonno, scostando i fili azzurri che nella foga dell’amore le erano caduti sul viso, si guardò attorno, poi finalmente si accorse di essere prigioniera tra le braccia della sua amata. Le scostò i capelli dalla fronte e ancora una volta si sorprese di quanto fosse bella la terribile imperatrice dei mari. Le mancò il fiato quando cominciò a destarsi e le sorrise con i bellissimi occhi viola ancora carichi di sonno. Le riempì il viso di baci approfittando di quel raro momento in cui la donna era indifesa.
«Devo dirti una cosa» le soffiò tra un bacio e l’altro
«Oddio ma perché devi sempre rovinare tutto?» Finito il momento di vulnerabilità
«Stavolta devi ascoltarmi fino alla fine»
«Che fastidio» disse esasperata sollevandosi a sedere sul letto «Dai sbrigati che ho fame»
«Inutile che fai l’acida, non funziona»
«Non provocarmi ragazzina, io sono Boa Ha..»
«Lo so chi sei» la interruppe dandole un bacio sulle labbra
Si persero ancora l’una nell’altra, Hancock la spinse con il suo peso contro il materasso e la guardava tra un bacio e l’altro nella calda luce dell’alba che entrava dalla finestra. Bibi era persa nei suoi occhi e finalmente le disse quello che doveva:
«Non mi importa nulla del tuo regno o del mio o di unificarli o allearli. So che abbiamo delle responsabilità, ma io voglio stare con te. Posso governare un regno e amarti senza limiti, anzi, con te al mio fianco so di poterlo fare meglio, tu mi rendi migliore. Permettimi di amarti, lo so che anche tu mi ami»
L’imperatrice stavolta la ascoltò continuando a guardarla negli occhi
«Non ho mai detto nulla del genere»
«Si, lo hai fatto»
«No»
«Lo stai facendo adesso»
«Taci, principessa azzurra!»
«Baciami!»
Le ordinò chiudendole la bocca con la sua. Hancock non poté fare a meno di sorridere a quell’ordine maldestro, poi si perse nella sua bocca staccandosi subito dopo
«Devo sapere una cosa»
«Cosa, mia regina?»
«Proverai sempre ad avere l’ultima parola?»
«Non sempre» rispose maliziosa la principessa ribaltando le posizioni.
   
 
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