Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: ClaudiaSwan    25/08/2009    4 recensioni
Il Saint Katrine è uno dei pochi licei misti che conta come iscritti vampiri e umani.I vampiri sono ormai una specie accettata e riconosciuta ma non ancora molto ben voluta dal genere umano e il Saint Katrine sarà teatro di uno sporco complotto che non farà altro che aumentare il divario e la diffidenza. Ma il Saint Katrine sarà anche il luogo dove Nihal, protagonista di questa ff, incontrerà i Cullen, e si innamorerà di un Edward profondamente cambiato rispetto al passato...per coloro che sono fan della storia Bella e Edward sempre e comunque, avviso già che Bella potrà non essere la buona della situazione per i primi capitoli. Se la trama vi ha intrigato non fermatevi a leggere il primo capitolo ma aspettate di andare avanti. questa è la mia prima ff e spero di aver fatto un buon lavoro!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
primo giorno di scuola Città nuova, scuola nuova, compagni nuovi, divisa nuova…tutto nuovo, tranne il primo giorno di scuola. Cambio spesso città per colpa di mia madre che è un’anima persa proprio. Come le gira la testa fa. Io ancora non riesco a capire perché ogni volta che lasciava un uomo o lui lasciava lei, dovessimo proprio trasferirci. Terribile. Stavamo poco insieme e non avevamo proprio argomenti in comune a parte “la giornata”.
Comunque, per tornare a me, oggi è il primo giorno di scuola ed è tutto uguale. Cioè proprio proprio uguale no. Si da il caso che la mia cara mammina abbia avuto la grande, grandiosissima idea di giocare al superenalotto e azzeccare la sestina vincente. Dato che i numeri li avevo sognati io, aveva deciso di dare a me la metà dei 145.700.000 di Euro che avevamo vinto e finalmente mi aveva lasciato libera di andarmene per la mia strada.
E io,diciottenne in fuga, decisi di…comprarmi un appartamento tutto mio, arredarmelo a piacimento in una cittadina americana poco distante da Seattle, rifarmi il guardaroba eeeeee iscrivermi in una scuola superiore privata. Certo, la scelta della cittadina non era stata casuale, perché una condizione, l’unica per la verità, che era stata imposta da mia madre era stata quella di trasferirmi nella stessa città di papà. Forks. Il fatto di non condividere le stesse mura era una benedizione.
Che scema! Non mi sono presentata! Mi chiamo Nihal e per favore non ridete. È un nome strano, lo so. Ma che posso farci se mia madre è una patita di libri fantasy? Nihal è un mezz’elfo, ultimo della sua razza che non si da pace per il destino del suo popolo e per questo intende diventare un cavaliere dei draghi per poterlo vendicare. Sembrerà strano ma ho molto in comune con il personaggio di questo libro, a parte il fatto che i miei capelli sono neri e non blu e i miei occhi sono verdi e non viola. Il non sentirsi mai a casa in qualsiasi posto si possa andare, il non avere una vera famiglia…(perché diciamocelo, la mia non è una famiglia!), l’esser cresciuti praticamente da soli. Sono certa che dal mio modo di parlare vi siete fatti di me l’idea di una stronzetta superficiale, ma vi assicuro che non è così. se ho comprato una casa per me è stato per trovare un po’ di stabilità. Certo che viaggiare con mia madre è stato a tratti divertente ma sicuramente stressante e alienante. Non avevo mai potuto legare davvero con nessuno perché non sapevo mai quando avrei lasciato la mia nuova scuola. Avevo un numero impressionante di amici su facebook ma nulla che andasse oltre la semplice conoscenza. Solo un’amica vera, conosciuta durante il mio soggiorno più breve in assoluto: due settimane per conoscere Lele, cioè Leonor, per me Lele e basta.
L’unica cosa buona dell’aver girato così tanto è stato l’aver imparato a parlare un sacco di lingue.
Nata in Inghilterra, tre anni passati in Francia, uno in Spagna, otto mesi in Portogallo, quattro anni in Svezia, sei in Italia e ora a tempo indefinito in America, spero.
Per la terza volta, e ora giuro che continuo, sono nella mia nuova scuola, durante il mio primo giorno di scuola, appoggiata alla mia macchina nuova (una splendida Mercedes Benz Ocean Drive grigio metallizzata, per scappare via da Forks quando si fa troppo stretta e c’è bisogno di una boccata di vera città a Seattle), con la mia divisa nuova.
L’edificio è splendido. Sembra uno di quei vecchi castelli scozzesi che si vedono nei film. Per il giardino davanti all’edificio in pietra camminano, corrono e schiamazzano centinaia di ragazzi e ragazze in divisa uguale alla mia, cioè una camicia bianca, gonna/pantalone neri, cravatta nera e golf blu notte. Le scarpe erano a libera scelta.
Vi chiederete a questo punto perché io dica che è tutto uguale. Beh, perché…scuola privata o no… la routine era sempre la stessa e cioè...io ero la nuova, quindi gli sguardi erano per me e tutti i commenti fatti a mezza voce pure.
In passato questo mi aveva parecchio aiutata. Tutti corrono a presentarsi, a cercare di fare amicizia e capire se io sia una di quelle tipe sfigate (da non degnare di curiosità se non per il primo giorno) o se io possa essere una che entrerà a far parte del gruppo delle più popolari della scuola. Quindi tutto ciò era utile per stringere i tempi (dato che non sapevo quanto tempo sarei rimasta, non potevo permettermi di tirarla  per le lunghe a meno che non volessi diventare un’anima solitaria).
Oggi però la cosa iniziava quasi ad innervosirmi. Volevo stare per un po’ nello stesso posto e prendermi il tempo di capire da sola quali erano le persone con cui stare e quelle da evitare.
Mentre mi dirigevo a passo svelto per i corridoi in cerca della segreteria notai quanti ragazzi e ragazze ci fossero in quella scuola. Forks era una città piccola, anzi…città è dire troppo dato che ha a malapena un supermercato, una farmacia e una pompa di benzina. Forse il fatto che la Saint Katrine High school fosse una prestigiosa scuola privata attirava studenti anche da altre parti, magari dalle cittadine vicine. Bene, mi sarei sentita meno chiusa e con più scelta a disposizione.
Trovai finalmente la segreteria e trovai seduta dietro al bancone una donna di mezza età, con capelli di un rosso-arancione decisamente innaturale e una catenina di perline colorate legate alle stecche degli occhiali. Una cosa c’era da dire sulle segretarie con le perline come catenelle per gli occhiali: era più il tempo che passavano a sistemarsi le unghie che non a fare il proprio dovere. E questa non era da meno.
“salve, sono Nihal Granger e sono nuova…” dissi esitante, interrompendo la manicure della mattina. Quella manco alza lo sguardo e mi allunga in punta di polpastrello (guai se il suo smalto fucsia di fosse rovinato!) la tabella degli orari e il familiare modulo da far firmare ai prof per riportarlo a fine giornata.
Con un “grazie” detto sotto forma di rimprovero, mi allontanai.
Trovare l’aula di spagnolo fu un’impresa. Mi sembrava di aggirarmi per Hogwarts e poco ci mancava che non fossi convinta di vedermi schizzare qualcuno a bordo di una scopa mentre cercavo l’aula sotto i portici che davano sul cortile interno. Trovai, con molta fatica, e girando e rigirando la cartina della scuola in novanta angolazioni diverse (quel posto era un labirinto) quella che mi sembrava essere l’aula di spagnolo. Spinsi la pesante porta di legno e…sbagliato. Ero finita nei bagni, come non detto. Dalla mancanza di orinatoi a vista, doveva trattarsi del bagno delle ragazze. Feci per girare sui tacchi e andarmene quando sentii una voce maschile, che decisamente non doveva esserci.
“ per favore, vestiti” diceva
“non fare lo scemo, Edward!”
“ho detto vestiti”
“e io invece non ne ho la minima intenzione”.
La voce della ragazza era calda e sensuale. Quella di lui fredda e controllata. Io non avrei dovuto essere li.
“Edward, dai…”
“Bella, hai detto che dovevi parlarmi e stai facendo tutt’altro”
“è questo il mio modo di parlarti”
Ok. Avevo beccato la zoccola della scuola che si stava per sbattere il suo ragazzo. Chiusi la porta e tornai alla mia ricerca. Vagando per corridoi, scale e giardini trovai la benedetta aula. Prima avevo messo la cartina al contrario ed ero andata esattamente dall’altra parte dell’edificio.
Entrai nell’aula e la prof mi accolse con un “hola” amichevole. Mi disse in spagnolo di accomodarmi al mio posto e, una volta che mi sedetti di fianco a un ragazzo biondo che sembrava in preda ad un attacco di panico tanto stringeva la mani attorno al bordo del tavolo ed era pallido, mi chiese se avessi già fatto spagnolo. Tanto per mettere le cose in chiaro le risposi “claro profesora. Lo aprendì en Espana pero algunas palabras la olvidè porquè son anos que no vuelvo”
“fuiste solo en Espana?”
“No, tambien algunos meses en Argentina”
E con questo fu abbastanza certa che le sue lezioni non mi sarebbero servite a molto. Tuttavia tentai di non farlo pesare alla poveretta e la seguii ugualmente fingendomi interessata mentre lei stava ripassando le indicazioni stradali con gli altri. Il ragazzo di fianco a me non si rilassò neanche mezzo secondo e quando mi presentai, lui rispose con un “Jasper Cullen” appena udibile. Doveva essere un vampiro. Ok, ora non allarmatevi. Siamo nel 2050 e ormai i vampiri sono una realtà che noi umani abbiamo imparato ad affrontare e gestire, una rara realtà, ma sempre realtà era.
Doveva essere decisamente un vampiro. Non ne avevo paura perché ormai avevano imparato a convivere con gli umani grazie al sangue sintetico inventato da un francese pazzoide ma geniale. Cioè inventato…un attimo. Costui aveva rubato l’idea a una scrittrice che aveva inventato la storia del sangue sintetico per permettere ai protagonisti del suo romanzo di vivere in tempi attuali allo scoperto tra la gente. quindi..diciamo che l’avevano inventato metà per uno.
Comunque sia, ora i vampiri vivevano tra noi, ma non erano molto socievoli e gli umani difficilmente scambiavano con loro più di qualche parola.
Guardai l’orario per sapere dove andare la mia prossima lezione e vidi che era poco più avanti di dove mi trovavo in quel momento. Storia vampira 1. wow! Beh dovevo aspettarmelo. Questa era una delle poche scuole miste (nel senso vampiri e umani) del paese.
Camminavo tutta tranquilla e serena per i fatti miei quando girando l’angolo andai a sbattere con un muro. Cioè non un muro, ma chiunque fosse ci assomigliava molto.
“ehi! Sta attenta a dove vai!” disse la voce profonda proveniente dal ragazzone moro contro cui ero andata a sbattere. Ok non ragazzo. Vampiro. Un armadio vampiro.
“scusami è che stavo guardando la cartina. Dovevo essere certa di andare dalla parte giusta” dissi risistemandomi la gonna e pulendola dalla polvere.
“ah ma allora sei tu la nuova!” disse il morettone dagli occhi dorati.
“shhh! Non dirlo troppo ad alta voce per piacere! Già è imbarazzante così!”
“che c’è di male scusa?”
“non voglio che tutti mi stiano addosso perché sono ‘la nuova’”
“ok. Ma non serve. Tutti sanno già chi sei”
“fantastico”
“comunque ‘nuova’, io sono Emmett Cullen, quarterback della squadra di football del Saint Katrine.”
“Nihal Granger”. La sua presa era forte ma sapevo che si tratteneva altrimenti mi avrebbe stritolato la mano.
“Emmett! Dai muoviti santo cielo, non ho voglia di farmi traduzioni in più per colpa del tuo ritardo!” disse una voce maschile alle spalle di Emmett.
La voce prese anche un volto quando il suo proprietario affiancò l’amico. Era il ragazzo… no, ancora una volta vampiro, più bello che io avessi mai visto e, diciamocelo, ne avevo visti di vampiri e tanti anche, tutti belli per natura, ma lui… lui.. ahhhh era un sogno. Occhi caldi, dorati, capelli ramati tutti spettinati, alto, fisico atletico, gambe perfette, mani perfette, naso perfetto, capelli perfetti…tutto perfetto!
“ah tu sei la nuova” disse sorridendomi. Mi dimenticai di respirare.
“shhh! Fratello, non dirlo ad alta voce! Vuole restare in anonimato” mi prese in giro Emmett.
“ahh…ho capito” disse l’angelo, sempre guardandomi fissa e sorridendo. “comunque piacere nuova in incognito, io sono Edward Cullen”. Edward…che bel nome! aspe…aspe, aspe, aspe… forse era l’Edward dei bagni! Oddio…che figura. Rossa di vergogna biascicai un “Nihal”, ma tanto lui poteva sentirmi lo stesso.
Una porta alle mie spalle si aprii e lo spostamento d’aria mi portò davanti al viso un ciuffo di capelli.
Accadde tutto in fretta. Gli occhi di Edward divennero neri e quasi mi balzò addosso. Emmett mi scansò e io caddi per terra (per la seconda volta nel giro di 5 minuti) mentre lui tratteneva il fratello che si dibatteva come un dannato non perdendomi d’occhio un istante. Dal nulla comparve il biondo che stava seduto di fianco a me a spagnolo. Non so cosa fece, so solo che guardò Edward e questo subito si calmò.
“finalmente fai qualcosa di utile Jaz” disse Emmett allentando la morsa con cui aveva circondato il fratello.
“zitto. Questa qui mi ha fatto passare un’ora infernale. Ho dovuto esercitare il mio potere su me stesso!”
“e così sei la cantante di tutti e due, piccola Nihal?” disse Emmett ridendo come un matto.
“oddio…scusatemi” dissi annotando mentalmente di cercare un posto dove seppellirmi.
Chiarimento: essere la cantante di un vampiro significa che il tuo sangue canta per lui, che lo attrae più del sangue di qualsiasi altro umano, che lo fa letteralmente impazzire.
“non scusarti” disse il biondo gioviale “non sei la mia cantante. Io sono allergico al sangue sintetico e quindi…bevo solo quello animale e per me resistere al sangue umano è difficilissimo. Per questo quello vicino a me era l’unico posto libero”
Ok. Ora ero decisamente imbarazzata. Edward continuava a guardarmi fisso e Emmett non la finiva più di ridere.
“vieni…emm come hai detto che ti chiami? Nihal giusto? Ti porto a lezione” disse Jasper spingendomi via dai suoi due fratelli. Mi lasciai spingere lontano da quegli occhi neri che restavano comunque il più bel paio d’occhi del mondo…anche se erano così neri perché il loro proprietario aveva appena cercato di uccidermi.


le divise del Saint Katrine. http://www.polyvore.com/divise_saint_katrine/set?id=11746099
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: ClaudiaSwan