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Autore: Keyra    25/08/2009    1 recensioni
Lo scambio di lettere tra due sconosciute, vittime dell'anoressia. L'aiuto disperato e silenzioso di una. Le parole sussurrate dell'altra. Non recensite, non importa. L'unica cosa importante, è che la leggiate. Per voi, davvero.
"E' vero, scrissi così, Margaret, però sai, ti posso assicurare che lo strumento con cui suoniamo è molto, molto fragile. Le corde di un violino sembrano forti e resistenti, come se potessero non spezzarsi mai, ma quando meno te lo aspetti una fugge dal tuo controllo e si staccano. Si sgretolano. Come le nostre ossa. Non è questo il modo per perfezionarci. Distruggere la propria vita non è mai stato per nessuno il modo con cui raggiungere la perfezione."
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rhapsody. Il titolo mi piace, ha un significato, lo capirete poi.
Ho in programma tre capitoli, a dire il vero ho già scritto tutto, e quindi non è niente di troppo lungo, insomma. Per questo vi chiedo di leggerla, se volete non recensite, non me ne importa niente. Ma leggetela, vi prego. Magari vi potrebbe servire, magari no. Cosa vi costa dedicarci 10 minuti del vostro tempo?
Dedicata a tutte voi.

Liberamente ispirata a due persone che ho conosciuto sul web e a cui in qualche strano modo, per qualche strana coincidenza, mi sento legata da una vita, nonostante la nostra conoscenza non sia andata oltre qualche lettera e qualche scambio di riflessioni.
Una di loro è qui con noi, con voi, e scusami se ho letteralmente ripreso alcune frasi dal nostro scambio di lettere, ma sto facendo tutto questo non per ricevere recensioni o più successo possibile, ma per far capire alla gente quello che avevi capito tu, e che, spero, stia ancora mettendo in pratica...lo sai, ci tengo che chi è stato come noi, si salvi.

 

L’altra è scomparsa. L'ultima volta che ho letto delle sue parole, diceva di volersi uccidere. Non la sento più dal 21 luglio.

 

 

 

 

 


RHAPSODY.

“My body is a cage
That keeps me from dancing with the one I love
But my mind holds the key.”

 

 

26 Agosto

Ciao Margaret,
Ho aperto la tua email senza sapere il perché, solitamente lascio la mia posta incontrollata per mesi, e anche se vedo che ci sono nuovi messaggi li lascio perdere, non ci faccio neanche caso. E invece, guarda un po', forse è il segno del destino, forse una mano mi ha aiutata a cliccare su "Apri" per concedermi il beneficio di un sorriso.
Sono sparita, per due anni, e mi fa senso pensare che le mie parole sono ancora là, incollate sulla pagina di un sito web che io avevo addirittura dimenticato... Sono rimaste lì per tutto questo tempo, quelle parole ingenue, cattive, cattive verso me stessa, quelle parole insicure e traballanti, che si reggevano su un tavolino di vetro, quelle parole scritte con il sangue, con la saliva alla bocca per la rabbia e la frustrazione, bagnate di lacrime di disperazione... Però forse sono servite a qualcosa.
Ho sentito la tua richiesta d'aiuto da lontano, la richiesta di aiuto di una perfetta sconosciuta, e forse è per questo che oggi, stranamente, ho dato un'occhiata alla mia posta elettronica e ho visto te. Sì, ho visto te con le tue insicurezze e le tue ansie, la paura di infiltrarti nella vita di qualcun altro, di qualcuno che non scriveva più da anni, paura di ricevere un rifiuto, forse anche quella di non ricevere nemmeno risposta. La paura che io avessi fatto una brutta fine, e che non ti avrei più potuto rispondere. Ti ho vista nelle parole traballanti, ho visto come ti nascondevi dietro una maschera di allegria, cercando di non dare a vedere quanto invece fossi preoccupata. Per te, per la tua situazione.
 Non so se provi la stessa cosa che provo io, ma a me il dolore aiuta a buttare giù le parole. Per questo sono sparita, perché appena ho spalancato le porte e ho visto che il cielo era sereno, ho capito che non avevo più bisogno di sfogarmi scrivendo. Che il mio sfogo non sarebbe stato più nemmeno il cibo, o meglio, il non-cibo. Che non avevo più bisogno di restare vuota per sentirmi realizzata. Si è affacciato sul mio corpo un suonatore di cetra che mi ha aiutata a rialzarmi e con la sua ammaliante melodia mi ha portata con sé, nel mondo in cui nessuno dipende da ciò che mangia, ma da ciò che è.
E a proposito di suonatori, mi hai ricordato una cosa che scrissi a quel tempo... “Digiuniamo perché è come se suonassimo il nostro violino. Un bravo musicista sa che suona da Dio, ma non si fermerà mai dov'è riuscito ad arrivare. Cercherà di andare avanti e avanti, di migliorare sempre di più... di affinare la precisione con cui dà vita alle sue note, di renderle sempre più vive, sempre più fini. Ecco, noi digiuniamo per questo. Per lo stesso identico motivo. Sappiamo di essere arrivate ormai a un punto che, all'inizio, neanche avremmo immaginato, ma ora che ci siamo dentro vogliamo andare avanti. Avanti e avanti, migliorare sempre di più.”
E' vero, scrissi così, Margaret, però sai, ti posso assicurare che lo strumento con cui suoniamo è molto, molto fragile. Le corde di un violino sembrano forti e resistenti, come se potessero non spezzarsi mai, ma quando meno te lo aspetti una fugge dal tuo controllo e si stacca. Si sgretola. Come le nostre ossa.
Non è questo il modo per perfezionarci. Distruggere la propria vita non è mai stato per nessuno il modo con cui raggiungere la perfezione. Sempre che poi esista concretamente, questa modello idilliaco. Chi mai può stabilire cosa è bello e cosa è brutto? Cosa è perfetto e cosa non lo è? Io ora penso fermamente che è l'imperfezione di una persona, di una cosa, che la rende così speciale. Ognuno è imperfetto a modo suo, e questo lo rende unico, diverso.
Ecco la fine che ho fatto. E' questa. Non sono scomparsa perché volessi chiudermi nel dolore, ma perché ho spalancato le ali e ho scoperto un mondo migliore. Un mondo che non sarà perfetto, ma in cui così si sta bene.
Io non so cosa tu stia passando, non so dove tu sia arrivata... Ti posso solo dire fermati. Non è impossibile. E' difficile, sì, ma tutte le cose belle sono difficili. Tutto ciò che porta a un cambiamento, è difficile. La tua perfezione è quella di riconoscerti bella, così come sei. Di accettare il tuo corpo, così com'è. Non ti nascondo che ancora oggi sono continuamente alle prese con continue diete casalinghe, tipo la domenica mi dico "Da domani dieta" e immancabilmente il giorno dopo finisco per mangiarmi un pezzo di torta. Ma va bene. Alla peggio, mi metto la tuta e vado a farmi una corsa. Non riuscirei mai più a pensare le cose che pensavo due anni fa.
Si può uscire, basta volerlo. La forza di volontà è qualcosa che ogni essere umano ha. Ho acquisito un po' di cinismo in questi due anni, e sono arrivata a sostenere che chi ne fa a meno è una persona debole. E le ragazze anoressiche sono tutt'altro che deboli. Hanno una personalità fortissima, capace di tenersi testa in una maniera impressionante, capace di controllare tutto ciò che accade intorno a loro. Perciò, non credo che tu preferisca rimanere in questo stato di disperazione e di dolore, piuttosto che spalancare le finestre e goderti il primo raggio di sole.

 


Ricordati che, in qualche modo, tutte noi ci siamo vicine, anche se non ci conosceremo mai.

 T.

 

 

  
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