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Autore: katyjolinar    16/05/2005    3 recensioni
Ragazzi questa ff affronta un argomento molto delicato, anche se dal titolo non sembra... si parla di pedofilia... Un nuovo incarico per CH: una bambina deve essere protetta perchè è il testimone chiave di un processo per pedofilia. Cosa succederà? Riuscirà Ryo a proteggerla?S: – Avete mai sentito parlare del processo a Erik Nakura? R: – Quello incriminato per sfruttamento della prostituzione? S: – Sì. Ma sono venute fuori nuove prove per incriminarlo anche per pedofilia…
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Famiglia Saeba'
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Famiglia Saeba

Famiglia Saeba

Siamo in vena di buone notizie! Vi ricordate che Ryo, un paio di capitoli fa, aveva voluto parlare in privato con Saeko? Cosa le avrà chiesto? Lo saprete fra poco!

 

Capitolo 8

S=Saeko K=Kaori R=Ryo U=Umi M=Miki Y=Yoko

 

Il giorno successivo si svegliarono presto, perché si erano dati appuntamento, con i loro amici, per le otto, e non volevano arrivare in ritardo.

Mentre Ryo caricava la macchina, Kaori andò a svegliare Yoko, e la aiutò a prepararsi.

K: – Su, Yoko! Umi e Miki ci aspettano!

Yoko si alzò, senza farselo ripetere due volte, e in un batter d’occhio era lavata e vestita.

Y: – Dove si va a fare il picnic?

K: – Non lo so. È un posto che conosce Ryo. Però ha detto che è un bel posto!

Y: – E mi direte quello di cui stavate parlando ieri?

K: – Certo! Ma aspetta ancora un po’. Te lo diremo quando arriviamo, ok?

Y: – Ok!

Intanto erano scese al piano inferiore, dove c’era Ryo.

R: – Siete già pronte? Avete fatto in fretta…

K: – Non vedevamo l’ora di partire, tesoro!

R: – Allora salite in macchina, ragazze, che andiamo al Cat’s Eye.

Umi e Miki erano già pronti, e avevano già caricato la loro macchina. Avevano deciso di usare due auto, perché in una sola non ci stavano tutti.

R: – Già pronti?

U: – Sì, Saeba. Da almeno dieci minuti!

R: – Bene! Salite in macchina e statemi dietro: vi porto in un bel posto.

Due ore dopo imboccarono un sentiero all’interno di un bosco di ciliegi.

R: – Siamo quasi arrivati, ragazze.

K: – Ryo… è meraviglioso!

Infatti i ciliegi erano tutti fioriti e i petali, mossi dal vento, cadevano leggeri sulla Mini, che si muoveva in mezzo agli alberi.

R: – Questo è solo l’inizio. Aspetta a vedere quando arriveremo!

Dieci minuti dopo arrivarono a un prato di denti di leone (avete presente quei fiori gialli che a volte sono insieme ai “soffioni”? NdA), che era tutto giallo per la grande quantità di fiori. Sul fondo del prato c’era un laghetto.

Parcheggiarono a poca distanza da quest’ultimo e scesero dalle auto.

R: – Allora? Che ve ne pare?

Le tre ragazze erano senza parole.

K: – Tesoro, è semplicemente fantastico! Non ci sono parole per descriverlo…

M: – Concordo con KaoriRyo, come fai a conoscere un posto così… così… meraviglioso?

R: – Me l’aveva fatto conoscere Makimura. Veniva ogni tanto qui per pensare.

K: – Mio fratello non me ne ha mai parlato…

R: – Era il suo posto segreto. Io l’ho scoperto per caso, una volta che lo stavo seguendo di nascosto.

K: – E perché avresti dovuto seguire Maki?

R: – Perché tutte le volte che veniva qua faceva il misterioso, e volevo saperne il motivo.

K: – La tua solita curiosità morbosa…

U: – Bando alle chiacchiere! Che ne dite di scaricare le macchine e preparare?

K: – Umi ha ragione! Siamo venuti qua per un picnic!

La ragazza si avviò alla macchina, per prendere la roba, ma venne bloccata da Ryo.

R: – Eh, no, piccola! Tu non devi fare niente, nelle tue condizioni. Siediti con Yoko, che faccio tutto io.

K: – Ma, Ryo… mi sentirei inutile…

R: – Va bene, tesoro. Ma non devi affaticarti. Ricordati che c’è nostro figlio qui dentro… – le aveva posato una mano sulla pancia, poi le aveva dato un bacio.

Yoko, Miki e Umi avevano assistito alla tenera scena.

Y: – Allora era questa la sorpresa: Kaori aspetta un bambino!

K: – Sì, piccola, era questa la sorpresa!

M: – Quindi alla fine il test era positivo!

U: – Ryo Saeba con un bebè in braccio? Non riesco a immaginarlo…

K: – Abituati all’idea, Umi, perché fra sette mesi lo vedrai!

A Miki era venuta un’idea: voleva lasciare sola la coppia.

M: – Sentite, perché non vi fate un giro? Tanto qui bastiamo io Yoko e Umi! Vi chiamiamo poi quando è pronto!

R: – Ottima idea! Anche perché ho una cosa da far vedere a Kaori

K: – Che cosa? – chiese, curiosa.

R: – Lo saprai tra poco. Un po’ di pazienza!

Prese una cartellina dalla tasca della portiera del guidatore, sulla macchina poi, tenendo per mano la ragazza, si allontanarono lungo la riva del laghetto.

Arrivati a una certa distanza dalle auto, fece sedere Kaori per terra, poi lui sedette dietro di lei, tenendo le gambe ai due fianchi della donna, e le fece poggiare la schiena sul suo petto.

R: – cucciolotta, ti ricordi che due mesi fa, dopo la condanna di Nakura, ho parlato in privato con Saeko?

K: – Sì, quando aveva detto che Yoko doveva cambiare nome…

R: – Esatto. Le ho chiesto un favore, ed è anche il motivo per cui ultimamente ero sempre fuori di casa.

K: – Dimmi tutto… non farmi stare sulle spine.

Ryo prese la cartellina e la porse a Kaori.

R: – Leggi qua.

La ragazza aprì la cartellina. Sulla prima pagina c’era un certificato di adozione, sicuramente falsificato, con un nome: Mary Saeba.

R: – Ho chiesto a Saeko di cambiarle il nome, ma di metterle il mio cognome. Naturalmente ha dovuto falsificare un po’ di documenti, dato che io legalmente non esisto, ma alla fine è riuscita ad esaudire il mio desiderio, che spero sia anche il tuo…

K: – Hai chiesto che Yoko, o meglio, Mary risulti nostra figlia adottiva, vero?

R: – Esatto. Naturalmente, per motivi di sicurezza, le ha dovuto cambiare il nome. Ma ora è, legalmente, nostra figlia!

K: – Ryo, non potevi avere un’idea più bella!

Ryo la abbracciò, da dietro, poi le diede un lungo bacio.

Rimasero ancora un po’ lì, abbracciati, poi sentirono la vociona di Umi che li chiamava, e decisero di raggiungerli.

K: – Andiamo a dare la bella notizia agli altri!

Tornarono dai loro amici. Si sedettero sulla coperta, vicino a Yoko, mentre Miki distribuiva il pranzo.

Arrivati al caffè, Ryo prese di nuovo la cartellina poi, guardando Yoko, le disse:

R: – Yoko, ho un’altra sorpresa per te!

Y: – Che cosa? Dimmi, dai!

R: – Ti ricordi che due mesi fa Saeko aveva detto che dovevi cambiare nome? Ieri mi ha dato i tuoi nuovi documenti.

Y: – Qual è il mio nuovo nome?

R: – Leggilo tu stessa!

Le diede il fascicolo, che lei aprì sulla prima pagina. Appena vide il suo nuovo nome, i suoi occhi blu si illuminarono.

R: – Ti piace il tuo nuovo nome, MARY?

Y(Mary): – Sì, Ryo. È bellissimo!

K: – E la tua nuova famiglia?

Y(Mary): – Sei la mamma migliore del mondo, MAMY!

R: – E del tuo nuovo papà che ne pensi?

Y(Mary): – Sei grande, PAPY!

Miki e Umi li stavano guardando in modo strano, e Falco era pure diventato tutto rosso.

U: – Scusate, potete spiegare qualcosa pure a noi?

K: – Semplice: la nuova identità di Yoko è Mary Saeba, figlia adottiva di Ryo Saeba e della sottoscritta!

M: – Quindi d’ora in poi dovremo chiamarti Mary, vero piccola?

Y(Mary): – Sì. Mi piace anche di più il mio nuovo nome! Chiamatemi sempre così, per favore…

R: – Bene! Allora benvenuta nella nostra famiglia, Mary Saeba!

U: – La Famiglia Saeba si è allargata prima ancora della nascita del bambino, vedo!

R: – Credo che si stesse già allargando prima del suo concepimento, quando abbiamo accolto Yoko… pardon, Mary, in casa nostra!

M: – È vero. A volte sembravate una famiglia vera…

Ryo abbracciò Kaori e prese in braccio la figlia, poi disse, fiero:

R: – Noi siamo una famiglia vera!

U: – Ma ora come la metterai con il lavoro? Con una figlia di 8 anni e un altro in arrivo non credo che potresti continuare a fare lo sweeper

K: – Io invece credo che possa farlo. È vero che io sono incinta, ma ormai conosco l’ambiente e non corro alcun pericolo.

R: – … Mentre per quanto riguarda Mary, le insegnerò tutto quello che so, per potersela cavare nel nostro mondo. Cercherò di darle una vita che sia il più normale possibile, ma sono fermamente convinto a continuare il mio lavoro…

K: – L’importante è che tu, d’ora in poi, accetterai anche clienti uomini, e che non chiederai alle clienti donne il pagamento in natura… – disse, con un enorme kompeito in mano, pronta a scagliarglielo in testa.

R: – Perché dovrei cercare altre donne, se quella che voglio è già con me? A proposito… stasera che ne dici di coccolarci un po’, quando andiamo a dormire?

SDONK!

Si ritrovò piantato nel terreno, fino al collo, colpito da un martello da 50 t, scagliato dalla figlia.

R: – Ma, Mary… ora non posso neanche più passare un po’ di tempo con la mamma?

Y(Mary): – Non è perché vuoi passare del tempo con la mamma, ma per cosa vuoi fare con la mamma!

R: – Ma cos’è? Mi leggi nel pensiero?

U: – No, è che quando pensi a certe cose, ti si legge in faccia a un km di distanza.

K: – Umi ha ragione: quella faccia da pervertito non la perdi mai…

R: – Beh… mica per niente sono soprannominato la Stallone di Shinjuku

M: – Hey, modera i termini! Stai parlando di fronte a tua figlia! E, comunque è tutto da dimostrare, che tu sia uno stallone… – lo volle provocare.

R: – Tanto per cominciare: Kaori è incinta, e il padre sono io! Ti basta come prova? Oppure… – prima di continuare, prese la bambina e le mise le mani sulle orecchie, per non farle sentire – … ti devo raccontare, nei minimi particolari, tutte le notti che io e la mia ragazza abbiamo passato senza dormire…

K: – Se solo provi a dir loro una parola, andrai in bianco per i prossimi due anni, senza possibilità di appello.

Ryo si bloccò di colpo: la minaccia aveva fatto effetto.

R: – Ma no, Kaori cara… stavo scherzando… non racconterei mai a nessuno le nostre favolose notti d’amore… lo sai…

K: – Va bene. L’importante è che ora non ci provi con le altre donne, Ryo.

R: – Ti ho già detto che l’unica donna che voglio sei tu: la donna più bella del Giappone.

Kaori si calmò.

K: – Ti amo, Ryo!

R: – Ti amo, cucciolotta!

Restarono ancora un po’ al laghetto, poi decisero che era ora di andare.

Yoko(Mary) era molto stanca, e si addormentò in macchina. Quando arrivarono a casa non la vollero svegliare; Ryo la prese delicatamente in braccio e la portò in camera sua. La pose sul letto e, dopo averle rimboccato le coperte, le mise il suo coniglietto vicino. Lei, nel sonno, lo abbracciò, mugugnando un “’notte papà. Ti voglio bene”.

R: – Buonanotte bella bambina. Ti prometto che cercherò di essere un buon padre, d’ora in poi.

 

CONTINUA…

 

Che dolci, vero? D’ora in poi Yoko non verrà chiamata più con questo nome, anche dalla sottoscritta, ma, tranne in certi casi particolari, verrà sempre chiamata Mary.

Anticipazione: nel prossimo capitolo faremo la conoscenza di chi c’è nel pancino di Kaori! Altra sorpresa!

Ciao ciao!

katyjolinar

   
 
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