Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: PrimbloodyBlack    03/02/2021    0 recensioni
(la pubblicazione continuerà su Wattpad) Eloyn fa parte di una famiglia di cacciatori di vampiri. Durante la sua prima battuta di caccia viene separata dal gruppo e catturata. Viene portata nella grande dimora di uno dei 5 Signori Vampiri. Viene resa schiava dalla potente Lux che la renderà una Bloodgiver, il cui compito è quello di donare il suo sangue al suo padrone.
Lux riuscirà mai a sottomettere uno spirito ribelle come quello di Eloyn? Sarà una sfida che lei non vorrà di certo perdere.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lux

Era mattina presto. Il sole era appena sorto ed io ero rimasta sveglia tutta la notte. La macchina correva veloce sulla strada terrosa, facendomi a volte sobbalzare. Le auto sono ancora un qualcosa di raro che solo i più ricchi hanno il piacere di avere, e queste strade non sono ancora adatte e macchinari così innovativi. "Stai attento!" gridavo a Jason per l'ennesima buca. Lui ridacchiava ogni volta, senza capire quanto in realtà fosse stressante. Non solo non ero riuscita a dormire per il viaggio ma anche la preoccupazione mi aveva assalita. Era la prima volta che lasciavo Eloyn da sola, e pensai che non appena sarei arrivata dai Manor le avrei mandato una lettera, tanto per sentirmi più vicina a lei. Sapevo che era in buone mani, Amelie e quel ragazzo umano avrebbero pensato a lei in mia assenza, e poi non sarei stata via a lungo.

Arrivammo nel territorio dei Manor dopo poco più di un'ora, tra i miei urli e le risate di Jason, e poi passando tra una città e l'altra, arrivai finalmente alla magione di Adrienne. La servitù mi riconobbe subito, del resto avevo passato metà della mia infanzia in quella lussuosa casa.

Jason si fermò davanti al cancello ed io scesi dall'auto. C'erano due umani ad aspettarmi, un giovane ragazzo e un uomo anziano. Erano entrambi posti oltre il cancello, il più vecchio mi sorrise ed io seguii i suoi movimenti. Si avvicinò al cancelletto, e lo aprì per me con una profonda riverenza. Anche il ragazzino si inchinò quando lo guardai, agitato e assoggettato dalla mia presenza. 

"Buongiorno, mia signora."

Salutai entrambi gli umani con un sorriso amichevole e poi mi voltai verso Jason, già pronto a ripartire e a tornare a casa. Ma ero più che sicura che si sarebbe fermato prima in qualche città, del resto gli avevo detto di fare quel che gli pareva dopo avermi accompagnata. Lo salutai con la mano e lui con un ghigno si rimise su strada, con la testa già da tutt'altra parte. Non cambierà mai.

"Da questa parte," disse il servo, con i suoi occhi verdi oscurati dal mal tempo e le labbra inumidite, "La padrona la sta aspettando." 

Il servo, dall'aspetto di un uomo di quasi settant'anni, cominciò a farmi strada verso la magione. Era da molto che non venivo qui, decenni, ma sapevo riconoscere un volto, anche se invecchiato.

"Ti chiami Marlon, o mi sbaglio?"

"E' un onore," disse voltandosi con il suo sorriso segnato dalla vecchiaia, "che lei si ricorda di un umano come me."

Io risi, "Sentivo sempre qualcuno urlare il tuo nome ogni volta che venivo qui."

"Ero un po' vispo da giovane." 

Eccome se lo era. Ho letteralmente visto quest'uomo crescere, da un ragazzino esuberante ad un uomo così pacato e devoto. A volte quando mi fermo a pensarci, mi fa quasi male vedere così tanta vitalità spegnersi con gli anni, e non parlo di vecchiaia, ma della morte stessa, un fenomeno così naturale ma che mi fa enormemente paura. La morte. Lo spegnimento assoluto di una persona. Come una candela, basta un soffio ed è spenta. Il tempo è il soffio che uccide ogni cosa. Uccide i sentimenti, le speranze, i sogni... ed io da essere immortale lo so molto bene. Ma non tutto muore, non sempre. Il tormento mi accompagna e lo porterò accanto a me per sempre, a meno che qualcuno non lo trasformi in amore. Ma l'unica persona che può farlo si rifiuta, ed io posso solo che accettarlo. Se solo me lo permettesse, io l'amerei per l'eternità. 

Ripensando ad Eloyn, trovai quasi buffo quanto la nostra relazione sia cambiata nel corso del tempo. Siamo passate da un relazione basata sulla violenza e la sottomissione a qualcosa che non riuscirei a descrivere a parole. E in un certo senso, devo ringraziarla per avermi fatta tornare, anche solo un po', a quella che ero un tempo. Ripensando a quello che ho fatto, che le ho fatto, me ne vergogno. So che sarà difficile rimediare, ma almeno avrò avuto la consapevolezza di averci provato, e non avrò alcun rimpianto. 

"E' bello vederla sorridere, mia signora." disse Marlon, girandosi e sorridendomi con entrambe le labbra e gli occhi. Un sorriso quasi paterno, che un genitore dal al proprio figlio. "L'ultima volta che era qui era molto malinconica."

Io rimasi enormemente sorpresa, e per poco non mi bloccai. "Sono passati quarant'anni," dissi stupita, cercando di nascondere del compiacimento, "ancora ricordi?"

"La Lord di Styria ricorda il nome di un umile servitore, è quindi dovere del servitore ricordare la propria sovrana." 

Ultimamente mi chiedo spesso se tutto questo sia giusto, se questo mondo lo sia. Persone come Marlon, non dovrebbero vivere il resto della loro vita a completo servizio di qualcuno. Marlon non lo merita, Eloyn non lo merita, ed io non lo meritavo. A volte si diventa il mostro che un tempo ci tormentava. Io non voglio diventare il mostro di Eloyn e di nessun altro. Ero solita credere che avere qualcuno sottomesso a te era la cosa più eccitante. Mi chiedo come io abbia fatto a dimenticarmi che un tempo ci sono stata io dall'altra parte, e quanto ha fatto male. Perché non solo gli umani finiscono in delle gabbie. Di tanto in tanto anche noi vampiri rimaniamo intrappolati in qualcosa che pensiamo sia puro e candido, ma che poi si dimostra essere la nostra rovina. Io voglio essere diversa. 

"Da questa parte mia signora," 

Una volta dentro la mastodontica casa, notai qualche viso familiare, sia di servi che di vampiri. Ma come Adrienne mi aveva fatto promettere, appena arrivata mi sarei dovuto dirigere subito da lei senza perdere tempo, e così feci. Evitai i saluti e le strette di mano e lasciai che Marlon mi portasse dalla sua padrona.

Il servo bussò fortemente alla porta dello studio di Adrinne con estrema familiarità, del resto ha servito in quella casa per tutta la sua vita. Quando la sua padrona ci invitò ad entrare, Marlon si fece da parte e con un inchino si congedò. E quando Andrienne mi vide, non mi accolse con un sorriso come era suo solito fare.

"Accomodati pure," disse con uno sguardo assonato e la voce bassa.

Io mi sedetti difronte a lei, pronta a sentire tutto quello che aveva da dire. Fremevo dalla curiosità e dalla paura.

"Come è stato il viaggio?"

"Non ho dormito, ma vedo che anche tu non hai toccato il cuscino," dissi notando le occhiaie sul suo viso.

"Quando te lo farò vedere capirai perché. Tutto questa situazione mi agita. Dovrebbe agitare tutti."

"Dov'è?" domandai senza giri di parole. La cosa che gli uomini di Adrienne erano riusciti ad uccidere e poi a portare da lei. La cosa né umana né vampira.

"In una struttura protetta, qui vicino. Lo sto facendo esaminare per trovare qualcosa di nuovo." Poi aprendo il cassetto della scrivania tirò fuori alcuni fogli e me li mise davanti. "Quelli sono i risultati dei primi esami."

Quando li vidi, a primo impatto non capii. Erano tutti numeri e valori che non conoscevo. "Che vuol dire?"

"Leggi in basso."

Trovai con facilità il testo a cui si riferiva in quanto l'unica cosa a parole di tutti i fogli che mi aveva dato. Lessi con estrema attenzione ogni parola, ancora e ancora, cercando di assimilarne il significato. Per poi rielaborare nella mia testa le scottanti notizie che avevo appreso. Il soggetto è un uomo bianco di alta statura e grande massa muscolare. Presenta delle cicatrici circolari non naturali di piccola grandezza sulla superfice del corpo: gambe, cosce, addome, collo, spalle e braccia. Il soggetto è risultato positivo ai test che lo definiscono di razza umana ma le sue abilità e il suo bisogno di sangue per sostenersi dimostrano il contrario. Il soggetto è stato classificato di specie sconosciuta.

"Che cosa significa?" domandai sconcertata. Non era mai capitato di trovare un essere del genere. Per un vampiro e un umano non è possibile fare figli, è geneticamente impossibile. Non saprei quindi se considerarlo un ibrido, un caso unico di riuscita unione tra due specie diverse, o una creatura del tutto nuova mai scoperta prima. Però non capisco perché dovrebbero dirigersi verso di me? Non stanno agendo privi di ragione.

"Quello che hai letto, non sappiamo cos'è," disse nervosa. "Sto facendo fare test su test ma l'unica cosa che ho ricavato è quello," esclamò indicando il foglio spazientita. 

"Adrienne," la richiamai per farla concentrare su di me e sulle miei parole. Lei mi guardò esausta, ce la stava veramente mettendo tutta, ma privarsi del sonno non la sta aiutando. "Non ti ho chiesto cos'è, ma cosa significa. Devo preoccuparmi di un attacco in massa?"

"Forse," disse tornando a concentrarsi. "Tutti gli attacchi sono avvenuti vicino o entro il confine della Zona Neutrale. E' evidente che vogliono arrivare a te. Ma la cosa che non capisco è perché preparare attacchi rivolti solo alle guardie poste al confine."

"E' una minaccia," dissi convinta. Non so chi potrebbe fare una cosa simile. Avrei pensato fosse la solita congiura che ogni qual volta accade, ma questa volta è diverso. Non è una semplice rivolta di piccoli nobili e ceto medio. E' qualcosa di organizzato e sicuramente pericoloso. Devo tornare a casa il prima possibile e richiamare delle guardie a protezione della magione.

"O un modo per creare caos," disse Adrienne con il sorriso, come se avesse sbloccato qualcosa. 

Ma anche fosse stata una deduzione giusta, l'averlo capito non risolve nulla. Non sappiamo perché effettivamente sono qui, da dove provengono, il loro scopo, nulla. "Dobbiamo catturarne altri. E' la priorità. Ma soggetti vivi questa volta, anche a costo di perdere un ingente numero di uomini."

"A proposito di questo," si schiarì la gola, "Il soggetto era vivo quando l'abbiamo preso." 

La guardai confusa. Dalla lettera che mi aveva scritto, avevo intuito che fossero stati i suoi uomini ad ucciderlo, nel tentativo di catturarlo. "Che è successo?"

"L'abbiamo messo in isolamento, completamente legato." disse con enfasi, come se volesse giustificarsi con me. "E' riuscito ad avvicinarsi con la sedia al muro, e a forza di- Si è spaccato il cranio da solo."

Chi mai farebbe una cosa simile? mi domandai. Un soldato devoto alla patria? Un codardo suicida? Qualcuno controllato da altri? Tutti e tre insieme...?

"Io credo sia meglio entrare in contatto con gli altri regni," disse Adrienne con timore, sguardo incerto. Sperai che la mia occhiata minacciosa la facesse zittire, ma continuò speranzosa, "Magari sta succedendo anche a loro o è già successo. Forse hanno delle risposte-"

"No," risposi secca, senza neanche battere ciglia, mostrando tutto il mio dissenso. "Non ho intenzione di entrare in contatto con gli altri Lord. Non voglio avere nulla a che fare con quei quattro."

I cinque Lord. Ognuno governatore di un regno, chi di diritto, chi per nascita. Le cinque figure più potenti dell'intero mondo. Io, Lux di casa Thorns, Yronne di casa Nemni, Ava di casa Ravna, Zahira  di casa Egira e Cassandra di casa Von Gotha. Noi cinque siamo gli attuali detentori del titolo, da ora fino a quando non sceglieremo un erede.

"Lux, ti prego di ragionare e di lasciare il risentimento alle spalle."

Quello che Adrienne non capisce è che non è astio quello che provo, ma odio puro. Le cose che ho dovuto subire non possono essere perdonate, ne tanto meno dimenticate. "Ordinerò a tutti i Capo Casa di aumentare le truppe ad ogni confine, anche quelli tra loro," dissi fermamente. Lei cercò di sostenere il mio sguardo, quasi in modo accusatorio, come se io fossi nel torto. Così cercai di rendere la mia posizione ancora più ferrea, "Questo è il mio regno, io lo governo, ed io lo proteggo, intesi?"

Abbassò lo sguardo ed annuì con evidente dissenso e delusione. "Come preferisci," mormorò, gettandosi di schiena contro la sedia.

"Poi," continuai, "ogni esemplare catturato verrà esaminato nelle proprie strutture così da permettere risultati più ampi. Loro dovranno riferire a te," lei rialzò gli occhi a guardarmi, "e poi tu dirai tutto a me."

Annuì di nuovo, con più sicurezza questa volta. "Va bene, più veloce ci muoveremo più riusciremo a capirne qualcosa."

"Inoltre io contatterò i miei cari corvi neri, così da rimettere in chiaro le miei alleanze." Non c'é spazio per i traditori nel mio regno. "E a seconda di cosa mi diranno libererò il mio fidato segugio."

"In questo ti supporto," disse ricordando i vecchi tempi, e quanti traditori che mi minacciavano ho fatto uccidere. "Ma non mandare la tua bestiolina in cerca di troppe prede, o tutto il gregge si spaventerà. L'opinione pubblica è importante, se ti fai nemiche persone potenti, potresti non avere più il supporto di cui hai bisogno."

"Lo tengo sempre a mente," le sorrisi. "Mi rattrista ancora il fatto che hai rifiutato la mia proposta," le dissi riportando alla mente i primi anni come Lord di Styria. Probabilmente gli anni più difficile della mia vita. Un decennio passato a consolidare coalizioni e a sventare congiure. Adrienne come fidata amica, nonché alleata dalle mia famiglia, mi ha sempre ben consigliata. Anche mio padre la voleva come mia consigliera, ma questo l'avrebbe portata a lasciare prematuramente il titolo di capo famiglia e rappresentate dalla casa Manor al Concilio. E non era quello che lei voleva per se stessa, e in un certo senso neanche quello che io volevo per lei.

"Lo vedo," rise, "non ne hai mai nominato uno."

"Questo perché sei l'unica che merita quel posto." Ma non ho mai smesso di sperare che un giorno sarebbe diventata il mio braccio destro.

"Quante lusinghe, ma il titolo di capo famiglia già mi stressa abbastanza," disse sbuffando. "Ho sempre qualcosa da fare. Tu invece mi sembri con la testa altrove. Durante l'incontro con il concilio ci hai degnati di qualche minuto e poi sei fuggita via, come mai?" Ogni parola era uscita dalla sua bocca con abbastanza malizia da mettermi a disagio. 

Anche se Adrienne è una persona a me cara, che considero parte della mia famiglia, non sa quasi niente di me, solo una parte superficiale che le faccio vedere. Conosce gli scandali che mi hanno coinvolta durate i decenni, ma come tutti gli altri, sa solo i fatti inventati. Fosse stata mia consigliera le avrei potuto rivelare tutto, il mio odio verso i Lord, il vero motivo della morte di Lailah... e in questo caso Eloyn. Ma per quanto siamo cresciute quasi nella stessa culla, il nostro modo di vedere le cose è diverso. Lei non supporterebbe mai la mia relazione ambigua con Eloyn, a meno che non sia un normale rapporto vampiro-servo. Lei non è sadica, ne tanto meno crudele verso gli umani, ma ritiene sempre che i ruoli e le gerarchie vengano rispettate, in questo è molto simile a mia sorella. Motivo per cui la nostra amicizia ha cominciato a vacillare. Amelie, Arkel, Jason, Camilla e tutti gli altri sono stati umani un tempo, e poi da me trasformati. Ad Adrienne non è mai piaciuto tutto ciò, non potrebbe mai capire il perché ho mandato in fiamme un intero villaggio o perché non mi sono mai ripresa dalla morte di Lailah, la mia adorata serva umana.

"So che hai preso una nuova umana," disse con curiosità nel volto, "Erano ormai dieci anni."

"Esatto," dissi con una risata imbarazzata, guardando in basso. Non potevo alzare lo sguardo, avevo il terrore che avrebbe capito tutto.

"Si comporta bene?"

"E' ancora in quella fase di ribellione," dissi sorridendo, ancora fissandomi su un punto vuoto, "ma quello rende il tutto più divertente." Ricordo di aver pensato una cosa simile in passato, ma con sentimenti decisamente meno puri.

 Mi sento quasi stupida ad imbarazzarmi per cose così sciocche. Parlare della mia nuova Bloodgiver dovrebbe essere normale, ma sembra tutto più complicato adesso, e ogni volta che penso a lei o mi fanno domande che me la fanno venire in mente, comincio a sudare e un sorriso si stampa sul mio volto. E' così stupido ma non posso controllarlo. E anche se le cose tra me e Eloyn non vanno ancora bene, spero di tornare presto a casa e vedere di nuovo il suo viso.

"Sì, si vede che non ti infastidisce." disse battendo un dito sulla scrivania, catturando i miei occhi. Ci guardammo un attimo. Io con la mia armatura cercando di impedirle di leggermi, lei con i suoi occhi scrutatori e accattivanti. Eloyn è riuscita a rendermi più... debole sotto certi versi, ma è in questi momenti che il Lord in me riaffiora. "Meglio così," concluse, "speriamo che questa qui duri più delle altre."

Sapevo che era una provocazione, un ultimo tentativo per cercare una risposta alla domanda che le girava in testa. "Tieni a questa umana?" si chiedeva probabilmente. "Sì" sarebbe stata la mia risposta, ma proprio per questo nessuno deve sapere. Allora cercai mantenere la calma. Non fu facile. Il ricordo di Lailah e l'immagine di lei che bruciava, una visione inventata da me, invasero la mia testa e chiusi gli occhi più del dovuto.

"Sei stanca?"

"Sì," dissi alzandomi, "potresti mostrarmi la mia camera, vorrei riposare."

"Certo."

Avrei potuto gestirla meglio, ormai è fatta.

Ma avevo davvero sonno. E dopo un bagno caldo, neanche il tempo di distendermi che mi addormentai. Con la speranza di risvegliarmi nel mio letto e con accanto qualcuno a me familiare, qualcuno il cui sangue non avrei mai più toccato, perché ormai mia pari.

Quello era un accenno alla backstory di Lux che verrà più approfondita in futuro, insieme all'aggiunta di nuovi personaggi. E finalmente avrò la possibilità di introdurre qualcuno dei Lord degli altri regniAl prossimo capitolo~

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: PrimbloodyBlack