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Autore: storiedellasera    03/02/2021    1 recensioni
Alcuni desideri sono fatti per cercare la felicità. Altri desideri invece sono espressi per infliggere sofferenze.
Lo sanno bene Milla e Kyleen, proprietarie di una locanda molto particolare.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Un uomo senza desideri


Era una mattinata insolitamente silenziosa.
Il sole si era posato da poco sulla locanda dei desideri, cospargendola di una tenue luce dorata. Non si udiva alcun canto di cicala o il cinguettio degli uccelli. Persino il vento taceva.

Milla si trovava nella sua stanza da letto, seduta di fronte a uno specchio antico. Era concentrata ad accorciare i suoi capelli con delle grandi paia di forbici.
Ogni volta che tagliava, sentiva il sommesso scatto delle lame metalliche recidere una delle sue ciocche di fuoco. Quei fili rossi cadevano a terra o sulle spalle nude della strega. Milla, per quanto fosse impegnata, non poteva far altro che ripensare al suo spiacevole incontro con il re avvenuto il giorno prima.
Il sovrano le aveva ordinato di distruggere la locanda o avrebbe subito delle amare conseguenze. Milla rammentò anche il tocco dell'uomo sui suoi capelli e il suo viscido atteggiamento nella sala del consiglio.
Una smorfia di disgusto si palesò sul volto della strega. Iniziò ad accorciare ancora di più i suoi capelli, armeggiando le forbici con movimenti sempre più frenetici.
Quando finì l'operazione, si diede un'ultima sistemata con le mani e studiò a fondo la sua immagine riflessa nello specchio per giudicare la sua nuova acconciatura.
I capelli di Milla assomigliavano a una sinuosa onda di fuoco. Pareva incresparsi in direzione della sua fronte. Le scopriva il collo e questo le piacque.
Stava ancora scrutando la sua nuova immagine quando colse un movimento alle sue spalle... un movimento catturato dallo specchio.
Milla sobbalzò violentemente e si voltò di scatto. Due grandi occhi neri la stavano fissando sul suo letto.
La strega levò un urlo così forte da far vibrare la sua cassa toracica.
In pochi istanti, Flio, allarmata da quel grido, percorse il corridoio del primo piano e irruppe nella stanza di Milla: "che succede?" Chiese tutto d'un fiato.
Milla si trovava in un angolo della stanza, in punta di piedi e con la schiena premuta contro la parete. Con sguardo atterrito si voltò verso Flio e dedusse che il suo urlo aveva svegliato di soprassalto la maga.
Flio infatti era scalza, indossava un largo e candido abito da notte e i suoi verdi capelli erano arruffati e scompigliati.

Flio ispezionò con lo sguardo la stanza di Milla, alla ricerca di ciò che stava terrorizzando la strega.
Notò quasi subito la cosa che si trovava sul letto. Sulle prime pensò che si trattasse di un gatto nero, poichè quella creatura era raggomitolata su se stessa e sembrava fosse ricoperta da un folto pelo scuro. Ma dopo un attenta osservazione, Flio comprese di non esser di fronte a un felino.
L'animaletto che tanto aveva spaventato Milla, era un esserino di forma sferica, non più grande di una testa umana. Aveva orecchie simili e quelli dei gatti e grandi occhi vispi. Non era ricoperto da pelo... bensì da fuliggine. A dire il vero, la creatura era composta quasi del tutto da scura fuliggine. Se ne stava ferma, sul materasso, a fissare Flio e Milla.
"C-Che cos'è?" Chiese quest'ultima, con la schiena ancora premuta contro la parete.
Flio, ormai certa che quella creatura non era affatto pericolosa, si avvicinò al letto, sospirando. Accarezzò l'essere di fuliggine e lui prese subito confidenza con i modi gentili della maga.
"Si può sapere cos'hai fatto?" Chiese Flio indicando la nuova acconciatura di Milla.
"Lascia stare i miei capelli..." rispose lei, avanzando verso la maga "...che cos'è quella cosa?" La indicò con un gesto nervoso della mano.
Flio si sedette ai piedi del letto, senza smettere di coccolare l'animaletto, e si rivolse alla strega: "rammenti l'uovo che ti donai tempo fa? Il mio piccolo pegno per te per aver accettato Anders nella tua locanda?"
Milla rispose: "l'uovo?! Certo che rammento l'uovo."
"Ecco... si è appena schiuso."
Milla spalancò gli occhi nell'udire quella risposta: "vuoi dire...?"
Ma Flio la interruppe: "...voglio dire che quest'esserino è appena venuto al mondo. Nessuno può sapere in anticipo cosa può uscir fuori da un uovo fatato. Ma tu te ne sei presa cura e quindi hai creato un legame tra te e questa palla di fuliggine. Congratulazioni, Milla, hai appena ottenuto un famiglio."

La strega dei desideri aveva smesso di aver paura, ma doveva ancora calmarsi del tutto. Si avvicinò un altro poco a Flio: "ho un famiglio!?" Disse con un filo di voce.
La maga annuì: "eh già. Questa creaturina è piuttosto rara da trovare. Si tratta di un fuoco fatuo notturno... più comunemente noto come spirito della notte."
"Spirito della notte" ripeté incredula Milla.
Flio smise di accarezzare l'animaletto e si avvicinò alla strega: "peccato che non puoi usare la tua magia. Maghi e stregoni diventano molto più potenti quando si legano a un famiglio."
Milla fece per replicare, ma un suono dall'esterno della locanda bloccò le parole nella sua gola. Anche Flio aveva udito quel rumore: fuori dal locale, qualcuno stava gridando aiuto.

Flio infilò il primo paio di scarponi e i primi vestiti che trovò nella stanza di Milla e si preparò a uscire.
La strega invece appariva confusa e agitata.
"Datti una mossa!" La incitò Flio.
"E' il famiglio?"
"Lascialo qui, gli spiriti della notte non fanno quasi nulla durante il giorno."
Le urla fuori dalla locanda si facevano sempre più vicine.
Milla si vestì in fretta e, insieme a Flio, corse fuori dal locale.



⁓•⁓•⁓•⁓•⁓•⁓



Sette soldati spuntarono fuori dal bosco e iniziarono a dirigersi verso la locanda.
Erano stremati e feriti.
Le loro armature erano sporche di terra e sangue. Milla e Flio si diressero rapidamente verso di loro. Accelerarono il passo quando videro Kyleen emergere dal bosco subito dopo i sette soldati.
La ragazza del nord stava aiutando una donna a reggersi in piedi e ad avanzare. Quest'ultima aveva il volto completamente coperto di sangue e indossava un'armatura adornata di simboli appartenenti a un regno lontano. Aveva un braccio attorno al collo di Kyleen e respirava a fatica.
Infine, a chiudere la fila di quegli uomini mezzi morti, apparve sir Yarnan.
L'alfiere aveva l'aspetto di un cadavere appena rianimato da chissà quale maledizione. Era pallido in volto, perdeva sangue e la sua armatura era piena di graffi e ammaccature.

Milla gridò il nome della sua amata. Superò i soldati e raggiunse subito Kyleen. Era la prima volta che si rincontravano dopo il loro litigio avvenuto nei sotterranei della locanda.
Kyleen prese immediatamente la parola: "sta morendo!" Disse riferendosi alla donna ferita. La sospinse verso Milla in modo che potesse aiutarla a sorreggerla.
Solo in quel momento la strega poté notare un orrendo squarcio sul volto di quella guerriera: "ma cosa...?" La sua domanda si spense nella sua bocca, tale era l'orrore e la confusione che si dimenavano nella sua mente.
Kyleen continuò: "siamo stati attaccati dall'ombra."
"L'ombra?!" Esclamò Milla.
La ragazza del nord tuonò con fare esasperato: "non c'è tempo per le domande! Portaci nella locanda!"
Milla serrò le labbra e aiutò Kyleen a portare i feriti nel locale.
Flio si unì a loro. Con sguardo esterrefatto seguì il movimento di quegli uomini entrare nella sala da pranzo. I suoi occhi si posarono poi su Yarnan. Non l'aveva mai visto in uno stato così pietoso. Un freddo brivido le attraversò la schiena quando l'alfiere la superò senza neanche accorgersi della sua presenza.


⁓•⁓•⁓•⁓•⁓•⁓



Milla e Flio condussero i soldati nelle stanze da letto della locanda.
Si occuparono di ognuno di loro portandogli acqua, spogliandoli delle loro armature e curando le loro ferite. Dovettero lavare e ricucire molti tagli.
Usarono delle lenzuola per fasciare le ferite poichè nella locanda non vi erano abbastanza bende per tutti quegli uomini.
In alcuni casi dovettero persino cauterizzare gli squarci più profondi, stordendo prima i soldati dando loro del vino.
Uno di loro aveva riportato una ferita così grave sul volto che perse il suo occhio destro. A un altro, Milla e Flio dovettero amputargli una mano.
Kyleen aveva riportato tagli e perforazioni su tutto il corpo, ma la sua natura da rediviva le impediva di morire. Per tanto, la ragazza del nord non aveva alcun bisogno di cure immediate.

Il ferito più grave era la donna dall'armatura esotica.
Lei fu portata su una stanza al secondo piano della locanda, lontana dai lamenti e dalle urla degli altri soldati.
Milla si prese cura di lei per tutta la mattinata e solo a mezzogiorno finì di ricucirla e di arrestare l'emorragia.
La strega si sentì stanca e affamata. Era completamente sporca di sangue e cercò subito un pò d'acqua per lavarsi.
Uscì poi dalla stanza in cui la donna riposava e subito Kyleen si avvicinò a lei, seguita da Flio.
"Come sta?" Chiese la ragazza del nord.
"Non saprei dirlo..." rispose Milla "...ho fatto tutto il possibile per salvarla. Ora è nelle mani degli Dei."
Kyleen annuì: "si chiama Sayl."
Nel sentire quella parola, Milla stirò un sorriso amaro ma anche beffardo.
"Cosa c'è?" Chiese Kyleen, confusa.
Flio scosse la testa prima di intervenire: "oh, Kyleen. Si vede che vieni proprio da un altro mondo! Sayl non è un nome ma un titolo."
"Un titolo? Un titolo per cosa?"
"Per gli schiavi. Chi è schiavo non ha diritto a un nome. Sayl è il modo in cui vengono chiamati tutti coloro che non sono liberi."
Kyleen era sempre più confusa: "ma non ci sono schiavi in questo regno!"
Questa volta fu Milla a rispondere: "hai visto la sua armatura? Probabilmente questa Sayl viene da una terra dove esiste ancora la schiavitù."
"Ma... ma perchè non scappa?"
"E finire con l'essere braccata? Tu stessa sai che fine fanno i fuggitivi, Kyleen."
La ragazza del nord lanciò un'occhiata di fuoco nei confronti di Milla.
Lei percepì quello sguardo e si sentì oltraggiata.
Persino Flio avvertì la tensione nell'aria. Loro tre si trovavano in un angusto e buio corridoio del secondo piano, lontane da occhi e orecchie indiscrete.
Parlavano a bassa voce per non disturbare i feriti.
Milla decise di reagire provocando la ragazza del nord: "non hai fatto in tempo a scappare da questa locanda, Kyleen, che già ti trovo al fianco di un'altra donna!"
Kyleen fece schioccare la lingua in segno di disappunto: "e io cosa dovrei pensare di te, Milla? Sbaglio o te ne stavi da sola, nella locanda, con Flio che in questo momento indossa i tuoi vestiti?!"

Flio si sentì imbarazzata, ma quella sensazione durò solo un instante.
La maga sgomitò per separare le due ragazze: "ma sentitevi! Parlate come delle sciocche! Ci sono dei feriti in questa locanda e un'ombra apparentemente invicibile è sulle loro tracce... e voi ve ne state qui a bisticciare in una maniera così infantile?!"
Milla e Kyleen non riuscirono a replicare. Abbassarono in capo, vergognandosi di loro stesse.
Flio continuò: "è inutile fissare il pavimento, lì non troverete alcuna soluzione! Io penserò a sfamare i soldati. Quanto a te, Milla, pensa a ricucire Kyleen... e non vi voglio sentire ligitare. Potrete chiarirvi più tardi."
Le due ragazze annuirono, intimorite di fronte a quella Flio così autoritaria.


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Mentre Flio serviva zuppa e pane ai soldati, Milla e Kyleen si erano ritirate in una stanza da letto al primo piano.
Lì, milla stava curando le ferite della sua amata.
La ragazza del nord sedeva su un letto, con lo sguardo rivolto verso una finestra. Non aveva il coraggio di fissare il suo corpo scempiato dall'ombra. Fissava le chiome degli alberi che si intravedevano dalla finestra. Sentiva l'ago pungerla, il filo scorrergli nella carne e le sue ferite richiudersi.
Milla operava con la massima cura. Fu lei a interrompere quel silenzio così pesante: "una sola ombra ha fatto tutto questo?!"
"Dovevi vederla..." rispose Kyleen "...non siamo neanche riusciti a metterla in difficoltà! Io, Yarnan, i suoi uomini... ci ha massacrati tutti."
Milla annuì: "non riesco a immaginarmi un avversario così formidabile."
"C'è dell'altro" disse Kyleen con voce triste. Allungò una mano verso la sua spada, la estrasse dal fodero e la mostrò a Milla.
L'arma era spezzata. Vi era rimasta solo l'elsa dorata e un brandello di lama.
La strega scostò delicatamente ciò che restava dell'arma e si rivolse a Kyleen: "tu sei salva, solo questo importa." Fece per baciarla, ma la ragazza del nord si allontanò da Milla. "Ho un favore da chiederti" disse mentre si alzava dal letto. Si rivestì con degli abiti puliti, slegò la sua treccia e districò i nodi tra i suoi capelli d'oro.
Milla attendeva pazientemente la sua amata, intristita dai suoi modi così gelidi e distaccati.
"Non devi farti vedere da questi guerrieri" disse la ragazza del nord.
La strega balzò in piedi: "cosa?"
Kyleen si avvicinò a lei: "se uno di loro dovesse desiderare qualcosa?! Verrà maledetto dalla tua magia, dico bene?"
"Dovrei nascondermi nella mia stessa locanda?" Milla iniziò a sentirsi oltraggiata.
"Esattamente."
"Kyleen, ti rendi conto che sono proprio le mie maledizioni a permetterti di restare in vita?"
La ragazza del nord scosse la testa: "non ho intenzione di condannare questi uomini per il mio sostentamento. In cosa mi sono trasformata? Sono una specie di... di..." Kyleen ragionò per qualche secondo "...di parassita."
Milla si avvicinò a lei: "tu eri morta! Ti avevano colpita al cuore! Ho visto un'opportunità per riportarti da me, cosa dovevo fare? Lasciar perdere? Tu che avresti fatto al mio posto?"
Kyleen rispose: "allora perchè non mi hai mai detto nulla, Milla? Perchè hai voluto portare da sola questo fardello?"
"Non volevo che tu soffrissi."
"No, Milla. La realtà è che ti vergognavi di quello che avevi fatto."
Milla indietreggiò: "s-si può sapere cosa vuoi da me?"
"Non devi avere segreti con me, Milla. Ecco cosa voglio da te. Se mi ami, non devi nascondermi nulla."
"Anche se la cosa rischia di farti soffrire?"
"Soprattutto se la cosa rischia di farmi soffrire, Milla."

In quel momento, Flio aprì la porta ed entrò nella loro stanza.
Milla e Kyleen si ammutolirono.
"I soldati stanno riposando..." disse la maga "...si può sapere cosa state facendo voi due?"
"Nulla" rispose Kyleen quasi con un sussurro.
Ma Milla aggiunse: "Kyleen è arrabbiata con me."
"Riguarda la maledizione della locanda?" Provò a indovinare Flio.
Nel sentire quelle parole, la ragazza del nord spalancò gli occhi: "ma come fai a saperl...? T-tu conosci il segreto di Milla?"
Flio annuì: "a dire il vero sono io che ho proposto a Milla di trasformarti in rediviva. Sempre io ho informato Milla della maledizione che sarebbe scesa sulla locanda."
Kyleen voleva urlare, riempire di domande e di insulti Flio... ma era così agitata e sconvolta che non riuscì a emette alcun suono.
La maga continuò: "Kyleen, tu non c'eri quel giorno... o meglio, eri morta. Non hai visto gli occhi di Milla, non sei stata testimone della sua sofferenza."
La ragazza del nord si voltò verso Milla.
Quest'ultima ricambiò lo sguardo per un solo istante, prima di abbassare gli occhi verso il pavimento. Milla stava ripensando ai tremendi attimi in cui piangeva sul cadavere di Kyleen e non voleva mostrarsi affranta e vulnerabile.
La sua espressione sembrò intenerire la ragazza del nord: "come avete fatto a trasformarmi in rediviva?" Chiese dopo un lungo silenzio.
A giudicare dal suo tono di voce, Kyleen sembrava essersi calmata.
Flio alzò le spalle: "c'è un vecchio libro di magia nera nello studio di Zeela. Lì si trovano incantesimi e rituali oscuri... tra cui il rito per la creazione di un redivivo."
"Voglio vederlo" disse Kyleen tutto d'un fiato.
Milla tentò di farla desistere, ma la ragazza del nord era determinata a conoscere i particolari di quel rituale.


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Milla e Flio portarono Kyleen nel vecchio studio della strega Zeela.
C'era qualcosa, secondo Kyleen, di lugubre in quella stanza. Probabilmente era la luce soffusa del sole che filtrava attraverso la finestra o forse erano tutti quei tomi antichi e strani oggetti sugli scaffali a rendere inquietante quel posto.
Kyleen si avvicinò a uno degli armadi: lì vide un teschio umano, ciò che sembrava essere un feto di una qualche creatura deforme riposto in contenitore di vetro. C'era anche un pugnale dalla lama ondulata, l'intero scheletro di un serpente, una manciata di candele nere, fiale contenenti intrugli scuri e apparentemente vischiosi, un enorme ragno imbalsamato, rotoli di pergamena ingiallita dal tempo. L'aria era pesante e aveva l'odore della muffa mescolata a dell'incenso andato a male.
Per un attimo, Kyleen ebbe l'impulso di scappar via da quella stanza.
Ma la voce di Milla la fece riemergere da quell'oceano di brutte sensazioni: "eccolo qui!" Esclamò la strega mentre afferrava il libro nero.
Dal mondo in cui Milla maneggiava quell'imponente tomo, si capiva che era straordinariamente pesante.
Posò il libro su un leggio di legno, liberando nell'aria degli sbuffi di polvere.
Flio e Kyleen si misero ai lati della strega, mentre quest'ultima iniziò a sfogliare il libro. Ogni volta che girava una pagina, si poteva sentire chiaramente lo scricchiolio della carta indurita dal tempo.
Kyleen fissava le antiche rune e le immagine inquietanti scorrergli di fronte a se ogni volta che Milla voltava pagina.
La ragazza del nord non sapeva leggere quelle parole vergate chissà quanti secoli fa. Appartenevano a una lingua morta, una lingua che solo gli studiosi di magia conoscevano. I disegni erano a dir poco raccapriccianti: erano immagini di demoni o creature così contorte da sfuggire alla comprensione umana.
E poi vi erano raffigurazioni di sezioni di corpi umani, osceni ibridi tra animali, occhi mostruosi che parevano fissare Kyleen.
"Eccolo qui..." disse infine Flio e puntò il dito su una pagina.
La ragazza del nord si chinò sul libro e ne avvertì l'odore pungente della muffa. Osservò i disegni e le rune di quel lungo capitolo. Quei vocaboli, come tutte le altre rune del libro, sembravano solo delle linee affilate, come un intreccio di spine di rovi.
Milla spiegò nel dettaglio il rituale descritto in quelle pagine.
Raccontò di come fu necessario estrarre il cuore di Kyleen dal suo corpo, della litania intonata da Flio per richiamare le forze del male e tutto il resto.
Una volta terminato il racconto, Kyleen appariva perplessa e impressionata.
Milla sospirò: "ti aspettavi di star bene dopo aver saputo di questo rituale?"
La ragazza del nord non sapeva dare una risposta: "sto cercando di immaginarmi la scena. Di te e Flio che mi portate nei sotterranei, di come mi avete rimosso il cuore dal petto..."
Milla alzò una mano, ridacchiando per il nervosismo: "per carità, basta così. Non farmi rivivere quei momenti. Ti avevo avvertito che questo libro contiene solo cose raccapriccianti..." continuò a parlare e a sfogliare il libro.
Improvvisamente Kyleen notò un'immagine tra le quelle pagine. Un'immagine terribilmente familiare.
"Ferma!" Gridò e puntò una mano su quel disegno.
La sua fu un'esclamazione così inaspettata che Milla e Flio sobbalzarono per lo spavento. Ma Kyleen non badò alle loro reazioni, era concentrata a fissare quel disegno che tanto aveva attirato la sua attenzione.
"Questa... questa è l'ombra!" Disse incredula.
Non aveva alcun dubbio. Il disegno su quelle pagine raffigurava l'ombra che aveva affrontato nella foresta.
"Sei sicura?" Chiese Milla terrorizzata.
Kyleen annuì. Avrebbe riconosciuto gli occhi dell'ombra tra altri mille. Quegli occhi che tanto assomigliavano a due pozzi bui e profondi. E in fondo a quei pozzi ardeva una fioca e crudele luce rossa.
"Sicurissima" rispose infine Kyleen.

Milla e Flio alzarono lentamente lo sguardo dal libro. Si fissarono con occhi carichi di un terrore così intenso che Kyleen, nel percepirlo, fu attraversata da un gelido brivido.
"Cosa c'è?" Chiese, poichè non poteva sopportare tutto quel silenzio.
"Cosa dice il libro? Che cos'è quest'ombra?"
Ma Milla alzò una mano nella sua direzione e le chiese di far silenzio: "va oltre ogni mia paura" riuscì a sussurrare.
La strega iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza.
Flio invece crollò su una sedia vicino alla scrivania di Zeela. Anche la maga era sconvolta come Milla.
Kyleen invece iniziava a innervosirsi: "voi sapevate da tempo dell'esistenza dell'ombra, e non avete mai avuto l'idea di cercare informazioni in questo libro?" Chiese a entrambe le ragazze.
Milla rispose: "mi è stata descritta come una creatura vagamente umana che brandiva una spada... poteva essere letteralmente ogni cosa! Ma mai avrei pensato che poteva essere... essere...."
" 'essere' cosa? Milla, spiegati!"
Flio sospirò: "uno spirito del rancore. Si tratta di uno spirito del rancore."
La maga si accasciò ancora di più sulla sedia. Si toccò la fronte con una mano e si accorse che era imperlata di sudore.
Milla si avvicinò a Kyleen: "le cose stanno così: quando vengono realizzati dei desideri nel corso di moltissimi anni, c'è una remota... remotissima... possibilità che si crei uno spirito del rancore."
"Lo spirito è in qualche modo collegato alla locanda?" Chiese Kyleen.
"Propro così."
"E come è nato?"
Fu Flio a rispondere. Si sistemò meglio sulla sedia, posò i gomiti sul tavolo e intrecciò le dita sotto il suo mento: "le persone sono felici quando realizzano i propri desideri. Ma la loro felicità genera odio e invidia nell'animo degli altri uomini.
Purtroppo l'essere umano ha questo lato oscuro... irrazionale e crudele. Lo spirito del rancore è l'incarnazione di tutto questo odio."
"Assurdo" commento Kyleen.
Milla proseguì: "purtroppo è ciò che accade. Una giovane coppia di innamorati può suscitare invidia anche negli occhi di perfetti sconosciuti. Un uomo che diventa ricco e potente viene odiato da molte persone... e tutti questi sentimenti possono accumularsi e condensarsi fino a creare l'ombra."
Flio si alzò dalla sedia: "e qui arrivano le brutte notizie: lo spirito del rancore non può essere sconfitto!"
Kyleen si lasciò scappare una risatina isterica: "mi state dicendo che è imbattibile?"
Milla avanzò verso di lei: "stiamo parlando dell'incarnazione dell'invidia e del rancore umano. Come pensi di sconfiggere dei sentimenti così antichi, così atavici?!"
"Allora... come possiamo fermarlo?"

Flio iniziò a consultare il libro: "qui dice che lo spirito può essere solo placato."
"In che modo?" Chiesero all'unisono Milla e Kyleen.
Un'espressione di puro terrore si materializzò sul volto di Flio: "sul libro c'è scritto: 'lo spirito brama l'albero e il suo frutto più bello. Solo dopo aver abbattuto l'albero e distrutto il suo frutto potrà finalmente acquietarsi.' "
"Cosa significa?" Chiese Kyleen.
Milla rispose: "l'albero è questa locanda. Il suo tronco è stato abbattuto per costruire questo posto ma la sua magia dei desideri è sopravvissuta, incantando la locanda. L'ombra la sta cercando per distruggerla.
Per quanto riguarda il 'frutto più bello'... credo si riferisca al desiderio più potente espresso da qualcuno in questo posto."
La ragazza del nord deglutì: "ossia il desiderio di riportarmi in vita?!"
Flio scosse il capo: "no... tu sei stata rianimata da un desiderio ma non è stato abbastanza potete da vincere sulla morte, ecco perchè è stato necessario il rituale del redivivo su di te. Dev'esserci stato un altro potentissimo desiderio e l'ombra sta cercando l'uomo che lo ha espresso."
"Il re..." disse improvvisamente, e quasi sottovoce, Milla "...re Wyorr ha desiderato la corona del regno. L'ombra non si fermerà fino a quando non avrà ucciso il re e raso al suolo questa locanda."

Calò il silenzio nella stanza.
Le tre ragazze sembravano essere precipitate nello sconforto più totale. Per molto tempo non furono in grado di parlare.
"Cosa facciamo?" Chiese infine Flio.
"Come mai l'ombra non ci ha ancora trovati?" Domandò Kyleen.
Milla alzò le spalle: "probabilmente a Vecchia foresta c'è una sorta di protezione magica. Un arcano potere dell'antico popolo che viveva tra quegli alberi. O forse l'ombra non sa ancora come orientarsi... del resto sembra essere nata da poco.
Non so cosa dire, sta di fatto che prima o poi ci troverà. Fino a questo momento siamo state tremendamente fortunate a non esser state scovate dall'ombra."
"Però dobbiamo fare qualcosa!" Ribadì Flio.
Milla annuì: "fuggiamo! Fuggiamo via da questo posto, da questo regno!"
Kyleen si sbracciò: "per andare dove?"
"Andremo a ovest, lì dove ci sono terre ancora inesplorate!" L'amore per il viaggio e l'avventura fecero brillare gli occhi di Milla.
"E la locanda? Il mio cuore?" Chiese Kyleen.

Milla sospirò a fondo: "ieri ho parlato proprio il re. Lui mi ha ordinato di dar fuoco alla locanda entro un giorno o l'avrei pagata cara!"
Flio si alzò dalla sedia: "Milla... perchè non mi hai detto nulla?"
"Ecco... ora sai tutto, Flio. Sono disposta ad abbandonare questa locanda se avrò voi due al mio fianco. Ma dobbiamo prima separare il cuore di Kyleen dalle fondamenda di questo posto. Flio, conosci una magia che possa tenere in vita il cuore di Kyleen una volta rimosso dalla locanda?"
La maga tremò per la paura: "posso controllare tra i miei libri se c'è un incantesimo che faccia al caso nostro. Ma mi stai chiedendo qualcosa che rasenta l'impossibile."
Milla si avvicinò a lei: "c'è almeno una speranza?"
"Forse..." rispose Flio "...ma devo tornare nella capitale. Ho i libri nel castello."
Kyleen si intromise: "l'ombra è sulle nostre tracce, come pensate di scendere questa montagna e tornare nella capitale?"
Milla ci ragionò per qualche secondo prima di spiegare una mappa sulla scrivania. La cartina mostrava la regione in cui si ergeva la capitale del regno.
La strega indico un sentiero che percorreva un fianco della montagna: "c'è questa strada..." disse "...non viene usata più da nessuno perchè è lunga e tortuosa. E' distante dai luoghi in cui avete combattuto contro l'ombra. Possiamo portare i feriti con noi così, in caso di avvistamento dell'ombra, sir Yarnan potrebbe aiutarci a difenderci."
Flio domandò: "allungheremo di molto il tragitto da qui alla capitale?"
Milla sospirò amaramente: "oh si!"
"Di quanto?"
"Tre giorni."
"Tre giorni?!" Esclamò Kyleen.
Milla si corresse: "forse saranno quattro giorni dato che i feriti si muoveranno lentamene. Ma quando saremo in viaggio, la magia di Flio occulterà la locanda, come sempre, proteggendola da un eventuale passaggio dell'ombra."

Flio annuì: "ci vorranno quattro giorni per tornare nella capitale, dopodichè voi due..." indicò Milla e Kyleen "...impiegherete altri tre giorni per ritornare nella locanda. Nel frattempo io studierò un incantesimo per separare il cuore di Kyleen da questo posto senza ucciderla."
Milla aggiunse: "e in una settimana, a partire da oggi, abbandoneremo questo posto per sempre."
Flio però aggiunse: "voi due partirete, non io. Milla, mi sembra di averti già detto che la capitale, ormai, è la mia nuova casa!"
Il piano fu stabilito.


⁓•⁓•⁓•⁓•⁓•⁓



Durante la notte, Milla non riusciva a dormire.
L'idea di fuggir via con Kyleen la riempiva di un'eccitazione assopita da tempo. Non le importava di perdere la locanda se questo voleva dire iniziare una nuova avventura con la sua amata.
La strega era seduta nella sala da pranzo, illuminata solo dalla tenue luce di qualche candela. Si trovava vicino al camino. Avrebbe voluto accenderlo ma quella notte era troppo calda per i falò.
Sul suo grembo riposava il suo famiglio.
Milla lo accarezzava mentre si domandava se era un maschio o una femmina. Non che la cosa avesse un certa rilevanza. La strega iniziava a provare affetto per quella piccola palla di fuliggine.
La creatura fissava intensamente il camino di fronte a se. I suoi occhi brillanti rivelavano una certa curiosità innata di quell'esserino.
Milla avrebbe voluto conoscere i pensieri e le emozioni che si stavano ammassando in quella piccola testa fuligginosa.
Cercò poi un nome, qualcosa che fosse appropriato per lo spirito della notte.
"Buio..." sussurrò poco dopo "....si, Buio mi sembra perfetto come nome."

Un suono di passi attirò la sua attenzione.
Milla si voltò e vide sir Yarnan apparire nella sala da pranzo. L'uomo, ancora stremato per la battaglia contro l'ombra, si avvicinò alla strega e prese posto al suo fianco.
"Lady Milla" salutò l'alfiere.
"Milord" rispose lei.
"Non ho avuto modo per ringraziarvi della vostra ospitalità."
La strega alzò le spalle: "era il minimo."
"Domani partirò con i miei uomini per la volta della capitale, ho sentito che avete intenzione di accompagnarci."
"Proprio così, milord."
"Non c'è alcun bisogno, vi abbiamo già recato abbastanza disturbo."
"Non conscete questa montagna come me, sir Yarnan. Non posso permettere che l'alfiere di sua maestà si perda a Vecchia foresta, non con un'ombra che si aggira tra quegli alberi."
L'alfiere fece per replicare ma Milla continuò: "io insisto."
Sir Yarnan non poté far altro che stirare un debole sorriso.
La strega lo scrutò a fondo: era un uomo estremamente affascinante. Flio sarebbe morta di invidia se solo avesse visto Milla intrattenere una conversazione con lui a lume di candela.
Milla scacciò subito quel pensiero dalla testa o si sarebbe messa a ridere.

Sir Yarnan, ignaro di tutti i ragionamenti della strega, si sporse verso di lei: "quanto tempo è passato dal mio desiderio, lady Milla? Un anno? Dieci mesi?"
"Qualcosa del genere" si limitò a rispondere lei. Notò poi una certa inquietudine negli occhi dell'alfiere: "cosa vi turba, mio signore?" Chiese mentre continuava ad accarezzare il suo famiglio.
"Rammentate il mio desiderio, lady Milla?"
"Ma certo! Avevate chiesto di diventare il guerriero più forte del regno."
"E da allora non ho mai perso uno scontro... che sia avvenuto sulla sabbia dell'arena o sui campi di battaglia. Ho sempre trionfato."
Milla stirò un mezzo sorriso: "non vedo cosa ci sia di male in tutto questo."
"Il cibo" rispose immediatamente l'alfiere.
"Il cibo?" Ripeté lei, confusa nel sentire quelle parole.

Sir Yarnan si sistemò meglio sulla sedia prima di dare una spiegazione: "il cibo non ha più sapore per me. E' iniziato tutto diversi mesi fa. Prima si trattava solo di qualche evento sporadico. Ma ora non riesco più ad avvertire il gusto di quello che mangio... o di quello che bevo. Non sento più gli odori e non ho più alcuna forma di passione... se capite quello che intendo."
"C'è dell'altro?" Chiese Milla, particolarmente interessata.
Sir Yarnan annuì: "in effetti, non riesco più a provare emozioni. I medici di corte dicono che non sono malato e non sono stato toccato da alcun maleficio. Ma questi strani effetti sono iniziati poco dopo aver espresso il mio desiderio.
Allora mi sono chiesto se esite un qualche collegamento tra la vostra magia e la mia insolita condizione."
Milla si ammutolì. Fissò il vuoto tra lei e il camino per diversi minuti. Il suo sguardo, pensieroso e concentrato, imponeva il silenzio più assoluto da parte di sir Yarnan.

Dopo molto tempo, la strega tornò a guardare l'alfiere: "da quanto tempo vi allenante nell'arte della scherma?"
"Il mio addestramento è iniziato quando avevo due anni."
Milla annuì: "avete sempre voluto diventare un cavaliere?"
"Certamente! E vi dirò di più: fin da quando ho memoria ho cercato di diventare un guerriero imbattibile."
"E cos'altro?"
Quella domanda sembrò confondere Yarnan: "temo... temo di non capirvi."
"Oltre a essere un combattente eccezionale, cos'altro volete? Ci saranno altri desideri che volete esaudire?!"
Ma l'alfiere non diede alcuna risposta.
Gli occhi di Milla erano fissi su Yarnan: "come pensavo..." disse lei "...voi non avete altri desideri. Volete solo trionfare in combattimento."
L'alfiere iniziò a sentirsi irrequieto. Cercò di sdrammatizzare dicendo: "sono un tipo così noioso?
Milla non diede peso a quella battuta: "sapete cosa ci rende vivi, milord? Cosa rende viva la nostra anima?"
"La capacità di ragionare?" Provò a indovinare Yarnan.
La strega scosse il capo: "i desideri..." rispose con un solenne tono della voce "...noi esistiamo per desiderare fino alla fine dei nostri giorni.
La vita non ha alcuno scopo... la vita è un mezzo per raggiungere il vero scopo dell'esistenza, ossia desiderare.
E un uomo senza desideri è un uomo senza più un'anima."
Yarnan ridacchiò per il nervosismo: "state dicendo che la mia anima è morta?"
"Sta morendo, mio signore. Riuscite ancora a provare qualche sentimento. Avete provato rabbia e paura durante lo scontro con l'ombra?! Questa è la prova che siete ancora capace di provare delle emozioni."
"Cosa posso fare?" Chiese Yarnan sporgendosi di nuovo in avanti, rapito completamente dalla spiegazione di Milla.
La strega rispose con estrema semplicità: "desiderate! Cercate nuovi desideri e rincorreteli. Siete sicuro di non desiderare altro dalla vita?"
"No" rispose lui. Ma Milla notò un'espressione terrorizzata sul volto dell'uomo. Fu un'espressione che durò appena un battito di ciglia.
"Milord..." continuò lei "...avete sempre voluto servire il vostro sovrano."
"Ovvio" disse Yarnan e involontariamente si toccò il ciondolo che portava al collo, quello con l'emblema della casata reale.
Quello fu un segno rivelatorio per Milla: "mio signore, non credo che vogliate continuare a servire il vostro re."
Sir Yarnan rimase in silenzio per diversi secondi.
Si alzò poi dalla sedia: "milady..." disse sussurrando "...avete offerto la vostra locanda a me e ai miei uomini, salvando la nostra vita. Per la vostra gentilezza, farò finta di non aver udito quello che avete appena detto."
Milla annuì senza più dir nulla. Sapeva che poteva essere incriminata per tradimento e la pena per i traditori era la decapitazione.
Sir Yarnan scrutò la strega per altri secondi. Chinò poi il capo per salutarla e si ritirò nelle sue stanze.

Rimasta sola, Milla scacciò via dal corpo le sue paure sottoforma di un lungo sospiro.
Il suo famiglio si voltò verso di lei, sembrava avesse percepito il timore che provava la strega. Lei tornò ad accarezzarlo un altro pò, prima di andar a dormire anche lei.






fiore

   
 
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