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Autore: Claudieren_    04/02/2021    0 recensioni
Quando tutto ciò che ti circonda, ti riporta in mente dei ricordi.
Alla fine non ci conosceremo mai abbastanza.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Soli



Mi specchiai un’ultima volta, assicurandomi di non avere il rossetto sbavato.
«Ti aspetto in macchina» dichiarò con voce dura. Chiuse con forza la porta dietro le sue spalle. Sospirai.
 

La prima volta che ci incontrammo, credo che per lui fu amore a prima vista. O almeno così mi disse.
Quando si presentò, sforzando una voce profonda, mi fece ridere. Ti starai chiedendo cosa c’è di così strano. Nulla. Assolutamente nulla, ma credo sia importante anche sottolineare i momenti belli, i lati positivi, per non etichettare una storia unicamente dalla sua fine.
Ci siamo amati. Ci siamo amati così profondamente. Ricordo di una delle prime volte che organizzò una cena romantica ed elegante. Mi preparai alla perfezione e tutto valse il primo sguardo che mi rivolse. L’amore strabordava dai suoi occhi e mi riempì di calore. Ho un’istantanea nella testa, proprio di quella sera.
 

Tuonò all’improvviso e sentii il clacson bussare mentre cercavo distrattamente la borsa. Odiava aspettare.
 

Una volta tardai di trenta minuti. Lui rimase ad aspettarmi in macchina senza dire nulla mentre piangevo per una piega sbagliata del vestito. Che stupida, solo in seguito mi resi conto che non aveva alcuna importanza cosa indossavo, perché gli sarei piaciuta a prescindere. Scesi le scale di fretta e mi scusai ancora con gli occhi gonfi.
«Se devo aspettare per avere questa meraviglia, è tutto tempo ben speso»
Tirai un sospiro di sollievo, lo baciai e dimenticai il mondo al di fuori di quella macchina.
 

Squillò il telefono e un brivido percorse la mia schiena.
«Non trovo la borsa» gli dissi, «aspetta un attimo»
«Sono già dieci minuti, faremo tardi»
 

«Ecco, abbiamo fatto di nuovo tardi. Ma perché dobbiamo sempre essere gli ultimi ad arrivare?» gli chiesi sbuffando mentre lo guardavo abbottonarsi i jeans.
«Se è questo il motivo, non credi che sia più che lecito?» mi domandò baciandomi delicatamente. Respirai il suo odore che aveva un effetto tranquillante su di me.
«Si» sussurrai arrossendo mentre cercavo di rendermi presentabile.
Eravamo il bersaglio di tutte le frecciatine, di tutti i commenti e battute. Eravamo il fuoco, bruciavamo intensamente.
 

«Non che sia un problema, dobbiamo solo andare a casa dei miei che è una mezz’oretta da qui» gli spiegai mentre mi stendevo sul pavimento per cercare sotto il letto.
«Avevo detto a tuo padre che saremmo arrivati per le otto, non ce la faremo mai». Guardai l’orologio. Erano le sette.
 

Eravamo sull’autostrada a 80 km/h.
«Così è certo che faremo tardi» risi mentre abbassavo il finestrino con i trenta gradi percepibili che mi bruciavano sulla pelle.
«Hai fatto cambiare il liquido dell’aria condizionata?» domandai mentre provavo ad azionare le ventole.
Sbuffò.
«Cosa c’è?»
«Come devo sentirmi se continui a criticarmi? Sembra che qualsiasi cosa io faccia sia sbagliata» iniziò ad urlare «Guido troppo piano, non ho fatto questo, non ho fatto quello, la scelta di dove andare è sbagliata, i miei vestiti non ti vanno bene, ma cosa ti va bene precisamente?»
Rimasi in silenzio.
«Scusa» gli dico piano. «Non era mia intenzione»
«Alcune volte sembri solo tu quella sensibile».
 

«L’ho trovata» esultai mentre mi rialzavo. «Metto le scarpe e arrivo» dissi e lui attaccò.
 

«Non mi attaccare mai più il telefono in faccia» gli urlai con forza.
«Ma sei pazza? Hai fatto tutto da sola»
Mi sedetti al tavolo, in silenzio. Tornò poco dopo con una caramella.
«Non mi piace litigare con te, lo odio. Tu sei tutto, sei la mia compagna di vita, sei una parte di me, mi spezza il cuore vederti così. Ti prego.»
Alzai gli occhi verso di lui e vidi il dolore attraverso le iridi nere. Mi baciò con forza e mi abbracciò.
«Non devi mai stare male per me. Mai. Ricordalo sempre» mi sussurrò all’orecchio mentre mi scendeva una lacrima dagli occhi. Era entrato così profondamente nel mio cuore che bastava un suo piccolo movimento per farmi sanguinare.
«Domani prendiamoci una giornata solo per noi. Voglio amare ogni angolo di te e ho bisogno di tutto il tempo possibile, anche se non sarà mai abbastanza» mi disse sorridendo.
 

Presi le chiavi dal mobiletto e mi infilai le scarpe rosse. Rischiai di scivolare su un fazzoletto caduto per sbaglio e mi chiusi la porta alle spalle.
 

«Guarda come sono belle le mie scarpe!» gli urlai correndogli incontro.
«Scarpe stupende per una ragazza stupenda» mi disse prendendomi per la mano e facendomi girare. Sorrisi estasiata.
«Ogni giorno più ruffiano»
Scoppiò a ridere. «Nessuna parola può paragonarsi alla tua bellezza, solo che ci provo il più possibile»
«Quando andremo a vivere insieme avrai così tanto tempo che finirai tutte le avances del mondo»
 

Arrivata al cancello era già iniziato il diluvio. Lo chiamai al telefono proponendogli di portarmi l’ombrello.
«Ti conviene andare direttamente a prendere un altro»
Sbuffai chiudendo la chiamata.
 

«Aspetta!» urlò.
Scese dalla macchina, si avvicinò e mi portò il suo ombrello, mi aprì la portiera e mi fece entrare nella vettura. Aspettai che lui facesse lo stesso.
«Non ce n’era bisogno, mi facevo una corsetta»
«L’amore della mia vita non deve assolutamente bagnarsi, soprattutto se rischia di prendere freddo» mi disse agitando un dito in aria.
Sorrisi. «Non ne avrò mai abbastanza di te. È come se ti conoscessi da una vita»
«Ma io e te non ci conosciamo affatto»
Lo fissai, serio come non mai, mi spezzò il cuore e non ebbi nemmeno il coraggio di replicare.
 

Entrai in auto con le scarpe gocciolanti.
«Ne dovrò comprare un altro paio» sospirai.
«Ne hai così tante, quella è solo un po’ d’acqua»
«In realtà è da tantissimo tempo che non vado a fare shopping»
Mise in moto facendo spallucce.
Così vicini.
Eppure, così lontani.
Così vicini.
Eppure, così soli.


 
Note:
Ciao! Sono tornata con una brevissima one shot.
Fammi sapere se ti è piaciuta.
Un bacio
Claudieren_♥
  
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