Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Immersi nella vita    04/02/2021    0 recensioni
Le avventure tragicomiche delle Nazioni alle prese con i loro sentimenti.
[ Pairing: Gerita, Spamano, Fruk, Rochu ]
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 8: L'invito

America guardò annoiato il telefono. Sospirò sconsolato e disse : " Ehi Tony mi annoio! ". L' alieno gli si avvicinò e disse:" vuoi giocare ai videogiochi? " . L' americano annuì, si mise davanti al televisore e passò un controller al suo amico, iniziarono una partita. Nonostante la distrazione del gioco, la sua mente era da tutt' altra parte. Era una domenica pomeriggio, e tra tutti gli impegni di una superpotenza come lui, si era ritrovato finalmente, dopo molto tempo, con del tempo libero. Lo schermo si illuminò di rosso, la scritta " Game over" troneggiava a caratteri cubitali. America imprecò, si era solo distratto un attimino e aveva già perso. Tony disse: " Ecco cosa ottieni a distrarti! Rivincita? ". Alfred aprì la bocca, la richiuse. Si alzò all' improvviso in piedi e urlò:" Eureka!", l' extra terrestre lo guardò irritato: " Che c'è America!? " . L'americano gli regalò un sorriso a trentadue denti e disse entusiasta: " Lascia perdere i videogiochi! Mi è venuta un'idea geniale!! " iniziò a camminare su e giù per il salotto e proseguì sempre più esaltato: " Stavo pensando...sai il compleanno del tedesco!? Il 3 Ottobre, ecco, lì hanno dato una festa!! È stato davvero divertente, ma mancava qualcosa! Sai cosa sarebbe ancora più divertente!? " Gli occhi color rubino dell' alieno brillarono  infastiditi, disse: " Cosa? ". America si fermò al centro della stanza, si voltò in direzione del suo amico e disse: " Dare un super mega party qui! Ci pensi, sarebbe stra cool fare una festa ad L.A.!! " aspettò impaziente il responso di Tony, ricevette come risposta un silenzio scontroso. Alfred sospirò e disse: " Andiamoo, non te la sarei mica presa per i videogiochi!? Guarda che è un' idea fighissima questa, che ne dici mi aiuti ad orgarnizzare tutto? " gli regalò gli occhi da cucciolo. L' alieno sospirò, scosse il capo e accettò a malincuore.
.
Napoli, Italia

Romano si rigirò nelle coperte, grugnì di dolore. Si toccò la pancia e imprecò. La sera prima il fratello lo aveva portato all' ospedale, dopo l'intervento aveva deciso di farsi dimettere e di passare la covalescenza a casa sua e non in quel inquietante ospedale, l' odore di disinfettante e le pareti bianche gli davano fastidio. Il fratello aveva voluto sapere cosa gli era successo, lui aveva inventato una balla: un teppista lo aveva accoltellato nel tentativo di rubargli il telefono. Sospirò, fortunatamente quel sempliciotto di  Veneziano aveva creduto a tutto e questo "spiacevole incidente" era riuscito a  distogliere l'attenzione di Feliciano da quella sciagurata cena. Aveva detto al fratello di non dire a nessuno quello che era successo, l' ultima cosa che voleva era avere lo spagnolo che gli chiocciava intorno preoccupato, già suo fratello bastava e avanzava. 

Un messaggio fece vibrare il telefono. Lovino lo prese, sbloccò lo schermo e notò che i messaggi provenivano da quell' irritante chat.  Premetté sull' icona e scorse i messaggi non letti. Storse il naso, a quanto pare era quell'idiota americano.

~ The world of Nations ~

The Hero  : « Hey Guys! Ho un' idea super cool da condividere! 😎»

The Hero  : « Ho intenzione di dare un party a casa mia!! Siete TUTTI invitati!! Più siamo meglio è!!! 😉»

Froggie : « Un party, Amerique? Perché?»

Eyebrows: « Già, come dice la rana, perché!!?»

Kimchi:« Quando fai il party??»

The hero: « Ragazzi!! Xché dovete fare tante storie >:-( ?? Siate come Kimchi man!»

The hero: « Cmq il party è domenica prossima!!👍»

Kimchi: « Io ci sto, da-ze~! » 

Sushi: « Ok »

Panda: « ... »

Tomato : « Sìì, ci sto!!😍»

German 1: « ... »

German 2: « Ci sto! Però devi cambiarmi il nome perché non rispecchia tutta la mia magnificenza prussiana >:-(!!!»

Soviet bear: « Ok :-). »

Pastaboy: « SI~ »

Molte altre Nazioni risposero affermattivanente o negativamente all' invito dell' americano.

Romano sbuffò e digitò:

Grumpypizzaboy: « ... » 

Fatto questo abbandonò la chat. Cliccò l' icona di Yout*be e cercò un video di cucina, quando venne chiamato da qualcuno.

Romano rispose infastidito: " Cosa vuoi!? " alle sue orecchie giunse la voce squillante di Spagna: " Ciao, Romanito~ Cómo estás? ", Lovino alzò gli occhi al cielo e disse a bassa voce: " Come vuoi che stia cretino... " . " Stai male? " la voce dello spagnolo si era fatta preoccupata, aggiunse: " Vuoi che venga da te? " Romano si ammutolì, deglutì a vuoto, si sentiva improvvisamente la bocca secca e il viso andò a fuoco. Balbettò : " N-no, che d-dici!! Sto benissimo, lasciami stare bastardo! " Si morse il labbro e pensò frustrato ' Perché questo bastardo deve sempre confondermi, perché è sempre così gentile con me!? " . " Roma cosa è successo? " Lovino sospirò, non era pronto per una conversazione del genere. Spense la telefonata. Sapeva che era da codardi, scappare in quel modo dai problemi, ma lui era un codardo! Nascose il viso fra le mani e si accorse con vergogna che gli occhi gli si erano inumiditi. Sentì una fitta allo stomaco e soffoccò un gemito, perché si sentiva così dannatamente in colpa?

I suoi pensieri vennero interrotti quando sentì la porta aprirsi. Boffonchiò: " Non ora Vene, non entrare. " 

 " Romanito? "

Romano sgranò gli occhi e lasciò uscire dalla bocca una serie di imprecazioni. 
Spagna si avvicinò a Lovino e gli mise una mano sui capelli, una dolce carezza gli scompigliò la capigliatura. Romano si tolse le mani dagli occhi, sottrasse la testa dal tocco dello spagnolo e lo guardò in malo modo. I brillanti occhi color verde-nocciola lo fissarono irato, le iridi fiammanti, gli occhi arrossati dal pianto e dalla vergogna. Un' ultima lacrima scese sulla guancia, la bocca si piegò all' ingiù, Antonio gli prese il volto fra le mani, si avvicinò a lui e sussurrò: " Che c'è, Lovi, perché piangi? " la sua voce era seria velata da una tangibile preoccupazione . Guardando nei profondi pozzi color smeraldo, Romano si sentì mancare il fiato, come poteva continuare a mentirgli? Continuare a mentire a se stesso!?  Disse: " L- levami le mani di dosso, b- bastardo! " ma la voce era debole, tremava. Pensò amaramente a tutto quello che avrebbe voluto dirgli, ma non aveva il coraggio di pronunciare. Che era solo uno stupido, che si pentiva per quello che aveva detto e che aveva fatto, che aveva capito di essere andato troppo oltre quando si era ritrovato la lingua di un altro in bocca. 

Si morse il labbro e diede un pugno allo stomaco di Spagna. Lo spagnolo si piegò in due sorpreso, le mani lasciarono il suo viso e si avvolsero intorno allo stomaco colpito. Romano gli regalò uno sguardo gelido, ogni segno di cedimento e di debolezza nuovamente celati profondamente nel suo cuore. Disse: " Non guardarmi così! Cosa vuoi da me? Perché sei venuto, cosa vuoi? " Gli rispose la risata forzata dello spagnolo che disse: " Lovi- volevo solo sapere come stavi, al telefono mi sembravi strano, quindi sono venuto a controllare" sollevò le mani in segno di resa " non era mia intenzione disturbarti, giuro. E poi quando sono arrivato ti ho visto così....ecco giù di morale? Quindi mi sono preoccupato" Si interruppe, si sedette sul letto accanto a Romano e gli prese la mano, concluse: " Dimmi cosa ti turba,  posso aiutarti!" gli sorrise fiducioso. 

Romano sospiro si gratto i capelli e disse: " Ieri mi sono fatto male, ecco in realtà mi hanno accoltellato, stavo piangendo dal dolore tutto qua, non farti idee strane... " Spagna si fece scuro in volto e disse: " Chi ha osato farti del male!? ". L' italiano stette in silenzio, il suo sesto senso gli diceva che non era stata affatto una buona idea confidarsi con lo spagnolo, se gli avresse detto tutta la verità, chissà cosa sarebbe successo!? Optò per la solita soluzione, mentire: " Non so chi è stato, era buio, è successo in un vicolo...volevano rapinarmi. ". Un braccio gli avvolse le spalle, una sensazione di calore gli spolverò le guance di rosso, Antonio disse: " Oh mi dispiace, querido, ma ora mi prendo cura io di te! " gli strinse dolcemente la spalla, la mano scese e gli accarezzò la schiena. Romano sentì una stretta allo stomaco, strinse una mano sopra la pancia, stava tremando, caldi brividi tempestavano la sua pelle, quel contatto fisico lo stava facendo sentire strano, le orecchie gli andavano a fuoco, calde fiamme stavano scogliendo la corazza di ghiaccio intorno al suo cuore. Per fortuna Spagna si alzò e disse: " Roma, vado a farti un gazpacho, i pomodori ti faranno tornare in forma! " detto questo scomparve dalla camera, lasciando Lovino nel suo inquieto imbarazzo. 

Romano si prese le guance roventi fra le mani e si diede uno schiaffo, pensò con rabbia ' è la febbre, devo avere per forza la febbre o se no non mi spiego proprio che cavolo abbia il mio corpo oggi!'  fece profondi respiri cercando di calmarsi, si coricò nel letto e si avvolse nelle coperte.  
Spagna tornò con un piatto e un bicchiere. Si sedette sul bordo del letto, tirò la coperta. Due occhi brillanti lo guardarono, Antonio sorrise e gli mostrò la zuppa fredda. Lovino prese il cucchiaio che Spagna gli porse e iniziò a mangiare silenziosamente. Arrossì, nonostante tutto era piacevole avere qualcuno che ci tiene e che si vuole prendere cura di te. Le sue labbra si piegarono all' insù.
.
Pechino, Cina.

Yao fissò in modo critico lo schermo del telefono, sospirò. Perché America doveva sempre avere idee strane? Si ricordava fin troppo bene l' ultima volta che aveva partecipato a una festa tra nazioni. Un sapore dolceamaro gli appesantì la bocca, si era ubriacato come una spugna e sopraffatto dalle emozioni aveva litigato con Giappone, però si era messo con Ivan. Quest' ultimo pensiero lo fece sorridere. Avevano passato così tanto tempo separati, ed era bastata una sola notte per rimetterli insieme. Era indeciso se andare o meno a quella festa, America non gli piaceva, ma il pensiero che Russia ci sarebbe andato senza di lui, gli faceva ribollire il sangue. Scrisse un messaggio a Ivan:

« 你好, come stai?»

Dopo qualche minuto gli arrivò la risposta:

«Привет, sto bene, tu?»

« Bene, volevo chiederti una cosa...»

« Dimmi pure »

« Mi stavo chiedendo se...vai davvero alla festa di America»

«Да »

« Capisco...»

« Perché?»

« Io non so se ci vado »

« Oh...»

« Non mi piace molto America, ma se vai tu, allora vengo anch'io»

« Davvero!? Che bello, ci divertiremo un sacco :-)»

« Già»

« Ora devo andare, poi ti chiamo io, ti amo tanto tesoro»

« Ti amo anch'io <3»

Si salutarono. Yao sorrise di fronte allo schermo, erano quelle piccole conversazioni e le chiamate che si scambiavano appena erano liberi a scaldargli il cuore. 
.
Parigi, Francia 

Francis guardò infastidito il telefono. Aveva mandato un messaggio a Spagna, ma non aveva visualizzato. Sospirò sconsolato, si sentiva terribilmente solo. Stappò una bottiglia del suo vino preferito, non quella robaccia italiana che aveva assaggiato qualche giorno prima, e se ne versò un bicchiere abbondante. Andò a sedersi sul davanzale, da lì poteva vedere una splendida vista della Tour Eiffel. Francia davvero non capiva, lui era spendido e perfetto, la Nazione dell' amore avrebbe potuto avere letteralmente chiunque eppure quel vecchio bacucco non cedeva. Francia rise amaramente fra sé, al cuore non si comanda e altre frasi cliché del genere non avrebbero dovuto descriverlo eppure ironicamente   si era ritrovato ad innamorarsi della sua antica nemesi, di colui che non avrebbe mai potuto avere. Certo avevano fatto l' amore, ma per il britannico era solo "sesso", un continuo tira e molla che li aveva legati nei secoli. Inghilerra era in grado di tirargli un pugno e con la stessa mano accarezzarlo dolcemente. Francis svuotò il bicchiere in un sorso. Ripensò ai messaggi di America, si accigliò. Non era contrario alla festa, tutt'altro, ma l' idea di avere Inghilterra e America insieme lo infastidiva. Sapeva che tra loro non c' era niente, eppure non poteva sopprimere la gelosia.  

Digitò il numero di Inghilterra, tirò fuori dalla tasca il suo porta sigarette, ne estrasse una, se la mise in bocca. Dopo qualche squillo gli rispose la voce scontrosa del britannico: " Cosa vuoi, frog? ". Francis alzò gli occhi al cielo e disse " Bonsoir cher, come stai? "  cercò nelle tasce nei pantaloni l' accendino, lo prese e si accese la sigaretta, la nicotina riuscì a rilassarlo. Inghilterra all' altro capo del telefono disse freddo: " Arriva al punto, non ho tempo da perdere". Le  labbra del francese si piegarono all' ingiù, si tolse la sigaretta dalle labbra, espirò lentamente, sospirò e disse in tono fintamente  melodrammatico: " Guarda che così mi ferisci!~" . Il britannico boffonchiò qualcosa a bassa voce e disse arrabbiato: " Senti, giuro che ti attacco il telefono in faccia, allora qual è il problema? " . Francis lasciò vagare lo sguardo sulla sua capitale, una vista conosciuta, famigliare, ma che ogni volta gli toglieva il fiato da quanto era bella, disse con voce profonda: " Dovresti venire a Parigi, è davvero bella in questo momento, quand' è stata l' ultima volta che sei venuto? " . Dopo qualche minuto di silenzio, Inghilterra disse: " Cosa? non chiamarmi per queste stronzate, sei ubriaco!? ". Francis rise, e disse:" E anche se fosse? " la sua voce però non rideva. Guardò con stanchezza e melanconia il bicchiere di vino mezzo vuoto e la sigaretta che si stava consumando tra le sue mani, la cenere sporcò il pavimento. Arthur sospirò e chiese cauto: " È successo per caso qualcosa? ". Francis spense la sigaretta e alzò scettico il sopracciglio e disse sorpreso: " Ti proccupi per me? Be' se lo chiedi , sì è successo qualcosa! ". L' inglese non disse niente, il suo silenzio lo esortò a continuare. " Si dà il caso che un 'cafone' mi ha spezzato il cuore. È andato a letto con me, poi mi ha orribilmente piantato in asso subito dopo! " dopo un silenzio drammatico concluse: " Secondo te di chi sto parlando? ". Inghilterra disse:" Hai davvero bevuto troppo, smettila di sparare stronzate! Io!? Ti avrei 'spezzato il cuore' ma non farmi ridere, imbecille. Sono passate due settimane e tu sei ancora qui a rimuginarci? Te l' ho già detto è stato un errore, ero ubriaco, che cosa ti credevi? " Si interruppe, riprese fiato e terminò implacabile: " Che razza di aspettative ti eri fatto? Che tornassimo insieme come una volta!? " L' ultima frase gli era sfuggita involontariamente dalle labbra, quando se ne accorse ormai era troppo tardi. 

Francis rimase paralizzato, sentì gelarsi il sangue nelle vene, strinse la presa sul telefono che gli stava scivolando dalle dita. Sapeva che Angleterre la pensava in quel modo, ma sentirselo dire da lui l' aveva comunque ferito, un antico dolore bruciò all' altezza del cuore. Stette zitto, si morse le labbra fino a sentire il retrogusto ferroso del sangue, spense il telefono con mani tremanti, non aveva il coraggio di continuare quella telefonata, non trovava le parole adatte con cui avrebbe potuto controbattere senza crollare. Rimise il cellulare nella tasca dei pantaloni e strinse con le mani la ringhiera del balcone. Non percepiva il freddo del metallo che pungeva la carne, i rumori intorno a lui cessarono  completamente di esistere, nelle sue orecchie continuavano a risuonare quelle parole taglienti. Chiuse gli occhi, sentì il peso delle lacrime accumularsi dietro le palpebre, dalle labbra martoriate scappò un primo singhiozzo, si tappò con un mano la bocca; aprì gli occhi e le lacrime iniziarono a scorrere sulle sue pallide guancie. Alzò gli occhi bagnati di dolore al cielo stellato, lo sguardo ceruleo venne attratto dalla Luna che fredda e silenziosa osservava i suoi tormenti. Sorrise malinconico a quella falce argentata, perché nonostante tutto si era reso conto con una chiarezza lucida e dolorosa che il suo amore e i suoi sentimenti per Inghilterra erano veri. Così veri e schiaccianti che sapere di non essere ricambiato lo uccideva dentro.

Note dell' Autrice:

Salve a tutti! Sì lo so il capitolo è terminato in modo un po' dramatico, ma non vi preoccupate la FrUk avrà il suo happy ending, anche se la strada sarà lunga e in salita :). Mi dispiace se il capitolo è leggermente più breve degli altri e può sembrare un po' d'intermezzo, ma fortunatamente nei prossimi ci sarà molta azione ;-)!
Ringrazio tutti i lettori che hanno letto la storia fino a questo punto, i commenti e le recensioni sono sempre ben accetti, mi renderebbe davvero felice sapere cosa ne pensate~ <3








   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Immersi nella vita