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Autore: Davide Albertazzi    04/02/2021    0 recensioni
Una misteriosa bestia accerchiata da torme di gatti insanguina le periferie di Tredgor, gloriosa capitale della Redania, e solo il celebre witcher Geralt di Rivia , giunto in città a corto di denaro potrebbe essere in grado di fermarla! Tra vicoli mefitici , boschi infestati dagli Scoi'atel e cupe rovine molti pericoli ed inaspettati alleati lo attendono lungo la via pronti ad assalirlo con violenza o ad offrirgli pasti dalla dubbia commestibilità! (UN NUOVO EPISODIO OGNI DUE SETTIMANE)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Geralt di Rivia, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Visto dall’interno il distretto minerario era ancora peggiore di qualunque cosa potesse apparire dal difuori.
Gli edifici in legno sbilenchi addossati gli uni agli altri davano una sensazione di costante precarietà ed abbandono mentre uno strato di polvere ricopriva i tetti e le strade, quasi fosse una grottesca parodia della neve.
Il witcher, lasciata Rutilia a rifocillarsi in una delle stalle all’ingresso dell’abitato, procedeva infastidito lungo la via affollata, emettendo sottili colpi di tosse ad intervalli regolari mentre con gli occhi ricercava la tabella degli annunci.
Finalmente, tra il brulicare di gente che lo circondava, riuscì a scorgerne il profilo sgangherato appoggiato alla parete di un edificio e imprecando sommessamente si mosse per raggiungerlo, districandosi tra una compagnia di minatori nanici che avanzava compatta con i picconi in spalla cantando una canzonaccia e un gruppo di lavandaie che frettolose procedevano nella direzione opposta.
Quando finalmente guadagnò il marciapiede, raddrizzò con un rapido gesto il fodero della spada d’argento, spostatosi dopo lo scontro con il piccone di un nano (o con la testa di una lavandaia, ma di questo non era sicuro) poi sospirò sconsolato constatando lo stato pietoso in cui versava la bacheca, letteralmente ricoperta da annunci di ogni tipo, molti dei quali palesemente vecchi di anni mentre incurante di tutto ciò un ragazzo con un martello in mano ed una decina di chiodi tra i denti era intento ad affiggerne altri sopra i precedenti.
Mentre si piegava in avanti nel tentativo di trovare qualcosa in quel caos di carta ingiallita il ragazzo si voltò per prendere l’ennesimo foglio dalla borsa di tela che portava a tracolla ed incrociò il suo sguardo.
Come i suoi occhi squadrarono il medaglione che pendeva dal collo del witcher il viso dell’attaccamanifesti si illuminò.
“Per Melitele!” esclamò spalancando la bocca e lasciando cadere a terra tutti i chiodi “Un witcher! Era ora che uno di voi venisse ad ammazzare la Bestia di Tredgor!”
“La… Bestia di Tredgor?” domandò Geralt alzando un sopracciglio.
“AH, vedo che vi suona nuovo!” esclamò il ragazzo, poi si voltò e fece scorrere le dita sui fogli della bacheca finché non ne afferrò uno e lo strappò “Ecco qua, Bestia di Tredgor blablabla, cercasi witcher, blabla bla cinquecento corone di ricompensa” disse porgendoglielo “Questo bastardo ci sta flagellando! Prima ammazzava solo in campagna, ma ora si è fatto coraggioso! Stanotte si è persino avventurato nel distretto e ha sbranato una guardia… a proposito se vi sbrigate dovreste riuscire ad arrivare in tempo per vederlo, ho visto il medico recarsi li pochi minuti fa!”
“Grazie…” rispose Geralt leggermente stordito dal flusso di informazioni “Dove trovo il cadavere?”
“Vai alla taverna del Gatto Nero, poi quarto vicolo a destra, non puoi sbagliare!”
Il witcher fece un segno di ringraziamento e si allontanò.
Pochi minuti e raggiunse l’imboccatura del quarto vicolo a destra oltre la locanda trovandovi una discreta folla accalcata che allungava il collo per vedere cosa fosse successo tra le mura fatiscenti mentre un paio di guardie robuste ne impedivano l’ingresso.
Rapido il witcher si fece strada tra i passanti e raggiunse i due soldati i quali, come videro la testa di lupo d’argento che gli pendeva dal collo si fecero da parte con un vago sospiro di sollievo lasciandolo passare.
Poche decine di metri più avanti, sul luogo dell’attacco, due uomini discutevano animatamente.
Il primo, con indosso una corazza di buona fattura e corti capelli ordinati in netto contrasto con la barba arruffata era in piedi con le braccia conserte e sembrava incalzare l’altro uomo, un ciccione coperto da un grembiule cerato chinato accanto al cadavere mutilato.
Un fastidioso miagolio costante proveniente dai tetti tutt’intorno grattava l’udito del witcher.
“Su dottore, non è possibile che mi sai dire solo questo!” esclamò il capitano delle guardie grattandosi la folta barba castana “Cosa dirò ai miei uomini? Che un non-si-sa-cosa con gli artigli retrattili ha ucciso uno dei nostri? Mi serve una risposta concreta… soprattutto se vogliamo fermarlo!”
“Cosa vuoi che ti dica Drabord?” rispose il medico tamponandosi il sudore che gli grondava dalla testa con un fazzoletto di stoffa scura “Sono un medico, non un maledetto ammazzamostri! Per capirci qualcosa ci vorrebbe un witcher!”
“Mhmm,” borbottò il capitano con aria pensierosa “forse potresti provare a chiederlo a quello che sta alle tue spalle…”
“Molto divertente...” brontolò il medico voltandosi “Quarant’anni suonati e ancora fai scherzi come i bamb….” la vista di Geralt lo interruppe “Ma che… tu capelli bianchi!” esclamò alzando un dito grassoccio “Sei un witcher sul serio?”
“No per finta” rispose Geralt impassibile “In realtà faccio il porcaro” indicò con un gesto del pollice le else che gli spuntavano dietro le spalle “le spade mi servono per farmi rispettare dai maiali, mentre gli occhi da gatto li uso per controllare che di notte nessuno me li rubi…”
Il medico alzò un sopracciglio mentre il capitano delle guardie scoppiava a ridere.
“E poi dicono che le mutazioni vi privano delle emozioni!” esclamò l’uomo continuando a ridacchiare
“Infatti, è così” rispose Geralt ironico “Ma il senso dell’umorismo ce lo lasciano tutto.”
“Molto divertente davvero…” sospirò il medico “Hai trovato un amichetto Drabord!”
Indicò il cadavere squarciato davanti a loro “Ora che ne dite di occuparci di questo? Cosa mi sai dire maestro?”
Geralt si avvicinò chinandosi accanto a lui ed osservò il corpo della guardia.
Il cadavere, o meglio ciò che ne rimaneva, era un condensato di orrore e raccapriccio.
Al posto del volto, divorato dalla creatura rimaneva solamente un buco rossastro dai brodi slabbrati dal quale di tanto in tanto spuntava il biancheggiare di un osso, braccia e gambe spezzate in più punti erano coperte di graffi profondi e irregolari mentre il torace era stato aperto come quello di una bestia dal macellaio, con la corazza a piastre letteralmente strappata in due a ricoprire ciò che restava della cavità addominale, dalla quale tutti gli organi erano stati sbranati.
“Dai tagli sulle braccia direi artigli retrattili, come quelli dei felini… l’armatura è distrutta quindi il mostro ha una forza spaventosa” abbassò gli occhi sul ventre e sulle macchie di sangue rappreso “ha divorato le budella, ma non succhiato il sangue, il che esclude Katakan e tutti i vampiri minori…” strinse gli occhi “Questi piccoli morsi sulle mani? Sembrano…”
“Gatti” lo interruppe il capitano “Quando siamo arrivati circondavano il corpo rosicchiando ciò che la bestia aveva scartato…” fece un gesto con la mano indicando i tetti “E anche ora non vogliono sloggiare...”
“Singolare…” disse Geralt “L’odore di un qualsiasi necrofago dovrebbe invece spaventarli e spingerli ad allontanarsi…” allungò la mano ed afferrò un ciuffetto di pelo castano rimasto impigliato nel metallo seghettato.
Lo sollevò rimirandolo, poi lo annusò leggermente.
“Allora?” lo incalzò il medico tamponandosi le guance con il fazzoletto “Cos’è?”
“Io… è stano, ma penso che si tratti di un gatto mannaro!” rispose Geralt alzando le sopracciglia.
“Ma… come?” domandò il capitano stupito “I mannari non dovrebbero trasformarsi solo durante il plenilunio? Invece questa bestia ci ha attaccati durante quasi ogni fase lunare. Diciamo ogni due giorni!”
“È per questo che è strano…” rispose il witcher alzandosi in piedi “Comunque l’odore sul ciuffo di pelo è particolare… dovrei essere in grado di seguirlo senza problemi.”
“Perfetto allora!” esclamò il capitano “Trova quella bestia e vendica il nostro ragazzo! E non preoccuparti per la ricompensa, sarà la corona a sborsare i soldi per la testa! Se il panico dovesse diffondersi tra i minatori la produzione di rame collasserebbe ed è qualcosa che la città non si può permettere!”
Il witcher annuì, poi fece un respiro profondo e si avviò lungo il vicolo seguendo la labile traccia che solo i suoi sensi superiori riuscivano a cogliere.
Guidato dall’olfatto e da qualche occasionale macchia di sangue o impronta mezza cancellata il witcher procedette tra i caotici vicoli del distretto minerario fino a che non sbucò nelle campagne del contado.
Lì, dopo avere localizzato un lungo sentiero di spighe schiacciate all’interno di un campo di segale, avanzò rapido, lasciandosi presto alle spalle anche il paesaggio agreste mentre la foresta iniziava ad addensarsi attorno al lui in un trionfo primaverile di fiori profumati e cespugli di un verde delicato.
Dopo alcuni minuti che camminava tra gli alti alberi secolari il witcher iniziò a farsi nervoso.
Gli odori della primavera, così potenti in ogni direzione soffocavano la vecchia traccia olfattiva del mostro rendendo il seguirla sempre più arduo.
D’improvviso i cespugli lì accanto si mossero in modo convulso.
Geralt sguainò la spada d’argento, pronto a colpire, ma invece di un gatto mannaro dalle frasche emerse un uomo dai capelli arruffati e la camicia bianca con le maniche arrotolate intento a correre più veloce che poteva.
Spinto dallo slancio sbattè dritto contro il witcher ed entrambi rotolarono a terra.
“Presto signore dobbiamo fuggire!” esclamò il taglialegna tentando di rimettersi in piedi “O la bestia di Tredgor ci divor…”
“Non divorerà nessuno, calma” rispose Geralt afferrando la spada d’argento che era rimbalzata via ed alzandosi con uno scatto “Sono un witcher! Da che parte si trova il mostro?”
“Un… witcher?” esclamò l’uomo incredulo “Oh Melitele benedetta…” indicò convulsamente alle proprie spalle “Io tagliavo legna… una radura da quella parte… il mostro è spuntato dal sottobosco… enorme e con lunghi artigli! Sono scappato per miracolo!”
“Torna a casa” rispose Geralt “Questo è un lavoro da professionisti” e così dicendo si inoltrò tra i cespugli di corsa.
Pochi secondi dopo sbucò nella piccola radura indicatagli dal boscaiolo e lì, nel bel mezzo dello spiazzo di erba tenera, accanto ad un faggio abbattuto con ancora l’ascia conficcata nel legno la bestia sedeva.
Geralt fece una smorfia.
Alta meno di un metro ed estremamente esile la creatura aveva lunghe braccia scarne che terminavano con piccole manine artigliate, mentre una larga bocca dentata si apriva tra le orecchiette puntute sul volto senza collo.
Il nekker, un comunissimo nekker balzò in piedi allarmato non appena si accorse della presenza del witcher.
“La bestia di Tredgor… come no… dannato taglialegna!” pensò Geralt osservando l’esseretto che gli si parava davanti.
Guardandolo meglio notò qualcosa di strano.
Il nekker era vestito.
Sulla testa un cappello floscio si incastrava tra le orecchie, una tunica di ricercata fattura strappata all’altezza della vita e delle braccia per renderla più corta ne copriva grottescamente il corpo mentre sul muso deforme un paio di occhialetti a lente tonda erano incastrati alla meno peggio.
Il witcher alzò la spada ed avanzo verso di lui.
Amanti della moda o meno i nekker erano creature pericolose, quindi tanto valeva fare l’ennesimo favore gratuito a dei paesani ingrati.
Come lo vide sollevare l’arma il nekker invece di attaccare alzò le braccia sopra la testa con fare terrorizzato nel tentativo di difendersi.
Geralt fece per avvicinarsi, ma dopo un passo una fitta tremenda gli colpì il cranio facendolo piegare in due per il dolore mentre una voce spettrale gli rimbombava nella mente
No, per favore, bravo witcher! RISPARMIAMI!”
Geralt confuso sollevò la testa e fissò il mostriciattolo negli occhi “Ma cosa… Tu sai usare la telepatia? E sai… parlare?”
Oh, non ci posso credere” esclamò la vocetta mentre il nekker muoveva le braccia saltellando goffamente per la gioia “Ha funzionato! Forese dopotutto questo inutile corpo ce l’ha un po’ di magia dentro di sé!” si sistemò gli occhialetti con la punta di un artiglio “Oppure tu sei un soggetto particolarmente malleabile a questo tipo di magia! Dimmi ti leggono spesso la mente?
Una fugace immagine di Yennifer passò davanti agli occhi del witcher “Più spesso di quanto vorrei…” rispose raddrizzandosi “Quindi tu cosa saresti? Una mutaforma che ha assunto l’aspetto di un nekker?”
Io… assolutamente no” esclamò la creatura “Io sono Abernatius di Ban Ard maestro in alchimia, telepatia e trasmutazione! Questo corpo è il risultato di un piccolo incidente sul lavoro!” alzò un sopracciglio, anche se in effetti il nekker di sopracciglia non ne aveva “A proposito, scommetto che ti hanno assunto per abbattere la bestia di Tredgor…”
“Scommetti bene…”
“Ecco… la bestia e il mio piccolo incidente sono… connessi… e potremmo, diciamo aiutarci a vicenda, senza contare che uccidendola in effetti decapiteresti un povero innocente” rispose il nekker con un certo imbarazzo.
“In che senso un povero innocente? Conosci il gatto mannaro?” domandò Geralt rinfoderando la spada d’argento
“Se avrai la cortesia di accompagnarmi al mio laboratorio, potrò fornirti tutte le delucidazioni necessarie… come si dice una immagine vale mille parole…” disse Abernatius corrugando la fronticina.
“E va bene…” rispose Geralt con un sospiro “fai strada.”
   
 
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