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Autore: bloodred_rose    25/08/2009    1 recensioni
"Avvicinandosi cominciò a scorgere le linee confuse di una figura, la sagoma di quella che sembrava essere una persona. Una persona con qualcosa di indefinitamente poco umano." Ci sono sogni che, nonostante la loro natura, a volte ci sembrano pura realtà.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EVER DREAM

EVER DREAM

 La sala enorme era nella più completa oscurità. Non riusciva a vedere né a percepire la presenza di nessuno oltre a lei. Una luce fioca e debole comparve a quello che sembrava essere il fondo della sala. Lentamente vi si diresse, mormorando una soffice melodia per scacciare il principio di ansia a cui di solito segue la paura. La sala era immensa, lunghissima, ma la luce, sebbene rimanesse fioca, sembrava crescere, espandersi in quella vastità oscura. Avvicinandosi cominciò a scorgere le linee confuse di una figura, la sagoma di quella che sembrava essere una persona. Una persona con qualcosa di indefinitamente poco umano. Copriva la fonte di quella luce irreale, rendendo impossibile distinguere chiaramente i propri tratti. Lei proseguì, arrivando alle spalle della creatura, come attratta dall’aura minacciosa e mistica che emanava. Si rese conto che era un uomo, completamente in nero, ritto, con innata eleganza, di fronte alla luce. Socchiuse le labbra in un vago stupore quando si rese conto di cosa possedesse quell’essere di così poco umano. Quello che inizialmente le era sembrato un mantello si rivelò un enorme paio di ali, le piume lucide come quelle di un corvo, di quella sfumatura così intensa di nero da risplendere di cupi riflessi bluastri. Senza paura avanzò ancora di un passo e alla luce, ora più intensa ma sempre soffusa, poté distinguere tracce di sangue rosso scuro macchiare la bellezza inquietante di quelle ali nere.
«Chi sei?» gli chiese allora in un sussurro. Lui si voltò e solo allora lei poté vedere che non esisteva un viso al di sotto dei suoi sfrangiati capelli neri. C’erano solo i suoi occhi, inumani, del viola più puro che avesse mai visto. Una sorta di spietatezza brillava nel suo sguardo, accanto a quella che lei poteva descrivere solo come la più profonda disperazione mai provata. La luce che l’aveva guidata fin lì iniziò all’improvviso a farsi più fioca. Diede una rapida occhiata alle sue spalle poi spalancò le ali. Lei indietreggiò di un passo. La luce si affievolì ancora di più, lasciando solo un vago bagliore. Si sentì avvolgere da qualcosa di soffice, qualcosa che la spinse di nuovo in avanti, di nuovo verso la creatura. Percepì un profumo tenue e allo stesso tempo intossicante, il profumo dell’eternità. Sollevando lo sguardo riuscì a distinguere i suoi occhi viola e si rese improvvisamente conto di essere avvolta nelle sue ali. Come percependo i suoi pensieri, quelle si strinsero di più attorno a lei, non minacciosamente, ma in maniera quasi protettiva, come in un abbraccio.
«Sei…un Angelo?» gli domandò. Lui non rispose, limitandosi a fissarla, come se si accorgesse per la prima volta della sua presenza. Le ali si strinsero ancora, avvicinandola di più a lui. Delicatamente gli posò le mani sul petto, nel gesto intimo proprio di un’amante. Sotto le sue dita la camicia di seta nera era squarciata, la pelle gelida ricoperta di ferite da cui il sangue fluiva debolmente. Ritirò immediatamente le mani, mentre lui non sembrava essersi accorto di nulla.
«Sei ferito…» mormorò, guardandolo preoccupata, senza ricevere in cambio un segno che lui l’avesse sentita. Poi, all’improvviso, prima che lei potesse fare un qualsiasi movimento, parlò.
«Non svegliarti…» in un sussurro, quasi un sibilo, la sua voce profonda ed eterea si propagò per la sala. «Continua a sognare…» In uno stato simile alla trance si sentì trascinare da qualcosa di incorporeo, mentre la voce di lui ancora echeggiava tutto attorno. In un gesto quasi disperato provò ad aggrapparsi alle sue spalle, ma le sue mani lo attraversarono come se fosse fatto di fumo. Sprofondò nel buio immobile che divide il sonno dalla veglia e un secondo prima di aprire gli occhi riuscì a distinguere un fruscio simile a quello del vento, che portava delle parole.
«…the Angel of Doom…»

xXx

NdA: Sì, so che sono mortalmente in ritardo con JaMoT, ma cosa volete che vi dica, quando l'ispirazione chiama io rispondo! XD Scherzi a parte, mi dispiace davvero. Comunque, piccola informazione riguardo a questo delirio... ebbene sì, l'ho sognato davvero. Sono pazza, lo so. E per chi non masticasse l'inglese "doom" ha vari significati tra i quali disastro, destino, rovina e giudizio. L'interpretazione in questo caso è abbastanza libera. Spero che non vi faccia completamente schifo... e in caso fatemelo sapere, perché le recensioni, anche quelle negative, fanno sempre felice chi scrive ^^.

Always your obedient servant,

bloodred_rose
  
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