07/02/2021
4 recensioniNei giorni di pioggia
Ti ricordi le giornate uggiose di febbraio? Io che cercavo i Nargilli e tu che mi seguivi – per diffidenza o curiosità io non l’ho mai saputo. C’era la nebbia e non si vedeva niente. I Nargilli però li vedevo, e vedevo te.
Ti ricordi le giornate soleggiate di settembre? Tu che cercavi un cono di luce per studiare e io che ti seguivo, per starti vicino – solo per quello – e tu non l’hai mai saputo. C’era il sole e si vedeva tutto. Avresti visto perfino i Nargilli, vedevi perfino me.
Io dico che quelle giornate le ricorderemo per sempre.
Ti ricordi le giornate soleggiate di settembre? Tu che cercavi un cono di luce per studiare e io che ti seguivo, per starti vicino – solo per quello – e tu non l’hai mai saputo. C’era il sole e si vedeva tutto. Avresti visto perfino i Nargilli, vedevi perfino me.
Io dico che quelle giornate le ricorderemo per sempre.
(Dimenticheremo solo la pioggia in cui piangevamo).
["E noi non ci ricorderemo della pioggia in cui piangevo" (G. Angi), 106 parole]
["E noi non ci ricorderemo della pioggia in cui piangevo" (G. Angi), 106 parole]
Fra le muraglia di cemento e gesso, sono una specie di fiore. Era questo che diceva di me la mia famiglia, era questo che da me si aspettavano: il fiore che si piega tra due stelle irraggiungibili.
“Non sei un fiore, sei piuttosto un animaletto dispettoso e confuso. Il tuo nome ha la stessa radice di Nargilli, lo hai notato?”
“Sei un pazzo idiota, Lovegood”. L’ho sibilato con stizza, ma poi ho riso. Ho riso talmente tanto da morire, talmente tanto da vivere.
(E che piangevamo io neanche me lo ricordo più).
["Fra le muraglia di cemento e gesso, sei una specie di fiore" (D. Buzzati), 92 parole]
Ti ho baciato io, nell’aula silenziosa mentre tu blateravi, ed è stata una cazzata – una cazzata, davvero, anche se io non avrei mai usato questi termini.
(Cazzata. Così ha detto Bellatrix.)
Ti ho lasciato andare io, prima dell’estate mentre tu stavi in silenzio, ed è stata la cosa giusta – la cosa giusta, davvero, ma non importa quante volte lo dico sembra sempre questa la cazzata.
(La cosa giusta. Così ha detto Lucius.)
Quello che dico io è che la carne è debole – per questo ti ho baciato.
Quello che dici tu è che il cuore è forte – per questo a quarantatré anni io sto ancora a pensare a te.
Quello che dici tu è che il cuore è forte – per questo a quarantatré anni io sto ancora a pensare a te.
["Siamo fatti di carne debole e cuori forti", dalla pagina facebook RossiCapelli, 109 parole]
“Tu mi disprezzi, Black, io l’ho capito”.
Non ti disprezzo, ti cerco sempre, non te ne accorgi? – ma non l’ho mai detto.
“Anche tu mi disprezzi, Lovegood, è solo l’ordine delle cose”.
“Non ti disprezzo, anzi tu mi piaci davvero” – e lo hai detto, per Salazar, lo hai detto.
E allora ti ho schiaffeggiato, e poi ti ho baciato per l’ennesima volta, e ti ho lasciato andare e…
E pioveva, Xenophilius, pioveva. Quando ho capito che ci amavamo, quando ho capito che non ti avrei mai perdonato, quando…
(Piove ancora. E piango. E all’improvviso mi ricordo tutto).
["Se mi disprezzasse lo perdonerei, perché se mi amasse alla follia non potrei mai perdonarlo", W. Shakespeare, 97 parole]
NDA: Le quattro drabbles sono nate in modo sparso nell'inziativa "Serate Drabble" che consisteva nello scrivere una drabble ogni quindici minuti a partire da un prompt diverso. I quattro prompt, segnati alla fine di ogni drabble, sono stati proposti nell'ordine da: Gaia Bessie, Lisbeth Salander, VigilanzaCostante e LadyPalma (io).
Ho tentato di creare una sorta di unità, ma non so fino a che punto ci sono riuscita; so solo che questi due – l'ipotesi di questi due – mi affascina sempre più.
Ho tentato di creare una sorta di unità, ma non so fino a che punto ci sono riuscita; so solo che questi due – l'ipotesi di questi due – mi affascina sempre più.