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Autore: crazy lion    07/02/2021    1 recensioni
Taylor porta a casa il suo nuovo gatto, Benjamin Button. Come reagiranno le micie Meredith e Olivia?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare veritiera rappresentazione del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Taylor Swift
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL NUOVO ARRIVATO

 
Era stato un pomeriggio speciale per Taylor. Nello studio di registrazione, mentre cantava Me, aveva sentito un gattino e trovato così Benjamin Button, un Ragdoll. Un membro del suo team le aveva procurato un trasportino e ora la ragazza stava portando il micio a casa.
"Grazie Signore per questo regalo" disse, con le mani giunte in preghiera, prima di prendere il trasportino.
Lo mise in macchina e si infilò al posto di guida. Il viaggio fu tranquillo, Benjamin Button non si lamentò né pianse, anzi, si addormentò.
Una volta a casa, Taylor lasciò il gatto nella gabbietta per un po'. Il piccolo, che aveva solo pochi mesi, si guardava intorno con curiosità.
"Ciao Olivia.” Accarezzò il pelo bianco della Scottish Fold, la stessa razza della sua gatta Meredith, che però ce l'aveva bianco e grigio. "Dov'è tua sorella?"
L'altra arrivò subito dopo e, quando si accorsero del gatto, le due micie gli miagolarono contro. Non sembravano felici di averlo intorno. Lui soffiò e si ritirò nell'angolo più lontano del trasportino. Taylor aprì la gabbia, dicendosi che avrebbe dovuto osservare la situazione nel caso i gatti avessero iniziato a lottare, ma non accadde.
“Questo è Benjamin Button, vostro fratello” annunciò. “Ditegli ciao.”
Ci furono miagolii poco rassicuranti, qualche soffio quando il gattino andò a mangiare dalla ciotola delle altre due e nella lettiera ma nulla di più.
La ragazza si sedette sul divano e accese la televisione, felice che il gatto sapesse già usare la sabbietta. A proposito, dov'era finito? Lo cercò, sperando che non si fosse chiuso da qualche parte, e lo trovò in camera da letto. Aveva cantato vittoria troppo presto, visto che il materasso era sporco.
"Accidenti, Benjamin!" esclamò, la voce priva di rabbia.
Mise le lenzuola a lavare e le cambiò, poi prese in braccio il gatto e gli accarezzò il pelo morbido e di tre colori: marrone chiaro sul corpo, scuro sulle orecchie, la coda, e gli occhi, bianco su petto e zampe.
"Venite qui." Chiamò le due gatte, facendo in modo che salissero sul divano.
Ma loro non si avvicinavano se lei aveva Benjamin in braccio, così dovette metterlo giù. "È un gattino, non vi fa niente" mormorò alle sue piccole, le accarezzò e diede loro tanti baci.
Grattò Meredith dietro le orecchie, una cosa che amava molto e Olivia miagolò con il suo solito verso strano.
"Sembri uno scoiattolo" la canzonò Taylor.
Quella sera, Benjamin Button venne a trovare la sua nuova padrona, o mamma, come lei amava definirsi, sul letto, mentre Olivia e Meredith erano distese accanto a lei. Le gatte saltarono giù subito e Benjamin le salì sul corpo, raggiunse il suo petto e si accoccolò lì. Le leccò il viso e la bocca.
"Ben, no!" esclamò la ragazza, usando un diminutivo anche se farlo non le piaceva. "Che schifo. Solo gli umani, innamorati, si baciano così. Io ti amo, ma non in quel senso."
Ridacchiò al solo pensiero. Cercò di far tornare le gatte sul letto, ma non ci fu nulla da fare, le due si addormentarono ai piedi di quest'ultimo.
Il giorno seguente Taylor decise di rimanere a casa per dedicare tutto il suo tempo ai gatti. Dopo colazione e aver aggiunto croccantini alla ciotola, riempì anche quella dell'acqua e mise Benjamin Button nel trasportino. Il gatto miagolò più volte, ma lei lo rassicurò.
"Andiamo solo dal veterinario, devo sapere se stai bene."
Durante il tragitto in macchina gli cantò una canzone.
I walked through the door with you
The air was cold
But something 'bout it felt like home somehow, and I
Left my scarf there at your sister's house
And you've still got it
In your drawer, even now
Oh, your sweet disposition
And my wide-eyed gaze
We're singing in the car getting lost upstate
Autumn leaves falling down like pieces into place
And I can picture it after all these days
And I know it's long gone and
That magic's not here no more
And I might be okay, but I'm not fine at all
Oh, oh, oh
 
'Cause there we are again on that little town street
You almost ran the red 'cause you were looking over at me
Wind in my hair, I was there, I remember it all too well
[…]
Era una canzone triste ma tranquilla che calmò il gattino, che smise di piangere all'istante e prese a guardarsi intorno.
Lo studio era ampio e luminosissimo. Prima di uscire la ragazza aveva chiamato per prendere un appuntamento e, dato che in sala d'attesa non c'era nessuno, fu la prima a essere chiamata. La dottoressa Blake era sulla cinquantina.
"Dove l'ha preso?" le chiese, dopo i saluti ed essersi accorta che non era venuta con una delle sue.
Taylor le spiegò la situazione.
"D'accordo, allora adesso lo visito per capire come sta." La donna si passò una mano fra i capelli lunghi e rossi, poi prese il gatto per la collottola e lo appoggiò sul tavolo. Gli misurò la temperatura, gli auscultò il cuore e gli controllò occhi, orecchie, naso e bocca. "Le mucose sono a posto, la temperatura è normale e sembra un gattino in ottima forma" decretò.
Taylor sorrise.
"Bene! Avevo paura che avesse qualcosa."
La veterinaria lo pesò.
"Due chili e quattro, è normale."
"Ho anche portato le feci, se volesse analizzarle."
Le passò un sacchettino.
"Grazie. Vado di là, torno tra un po'."
Taylor si avvicinò al trasportino. Benjamin soffiò.
"Che c'è? Prima ti dimostri un bravo gattino e poi mi soffi?” gli chiese, con una vocina acuta. “Non succede niente, piccolino. Fra un po' torneremo a casa."
Continuò a parlargli dicendogli che era bravissimo e coraggioso e lui la guardava. Avevano entrambi gli occhi azzurri. La veterinaria ritornò dopo qualche minuto.
"Ha gli ascaridi, è un tipo di verme. Ora le prescrivo un vermifugo. Mezza pastiglia stasera, gliela può mettere nei croccantini o nell'umido, e mezza fra tre settimane, poi me lo riporta e rifacciamo le analisi."
"D'accordo. Alle mie do croccantini per gatti adulti, posso usarli anche per lui o è meglio prendere quelli per cuccioli?"
“Questi hanno più proteine e sostanze che gli servono, ma gli altri non gli fanno male, può continuare a usarli. Magari aggiunga qualche scatoletta di umido.”
“Le mie non lo mangiano, ma le comprerò. Quanto crede che possa avere?”
“Tre mesi e mezzo o quattro. Ora gli faccio il libretto.” Prese un piccolo volumetto bianco, le chiese il nome e lo scrisse. “Stabiliamo il 30 gennaio come data indicativa di nascita? Penso sia plausibile.”
“Va bene, allora.”
La veterinaria le passò il libretto, ricordandole che dopo aver risolto il problema dei vermi il gatto andava vaccinato. Gli mise anche un antipulci che faceva effetto per tre mesi.
Dopo aver preso il farmaco in farmacia e l’umido al supermercato, Taylor tornò a casa. Meredith e Olivia la salutarono con fusa e miagolii e le si strusciarono sulle gambe.
“Vi sono mancata, piccole? Anche voi a me.”
Passò il giorno a giocare con i gatti con un bastoncino che aveva un filo attaccato.
"Prendetelo, prendetelo!" li esortava, muovendolo a destra e a sinistra.
Cercava di coinvolgerli tutti e tre, dandolo un po' all'uno e un po' agli altri, in modo che nessuno si sentisse escluso.
Olivia e Meredith continuarono a soffiare e a miagolare contro Benjamin Button. Taylor chiamò la veterinaria per sapere se fosse normale. Supponeva di sì, dato che si conoscevano da nemmeno un giorno, ma voleva essere sicura che la situazione sarebbe potuta migliorare.
"Avrebbe dovuto mettere il gatto in una stanza separata per qualche giorno e farli incontrare pian piano" le disse la donna.
“Non ci avevo pensato.”
"Comunque, con il tempo dovrebbero smettere di soffiargli. O si ignoreranno, o si accetteranno. In ogni caso, ha fatto bene a prenderlo con sé."
"Vi voglio bene, tantissimo" disse ai gatti, con tutta la dolcezza di cui era capace, accarezzandoli uno a uno. "Siete i miei bambini."
Non che li considerasse davvero tali, li trattava comunque come animali, ma li amava in modo simile a come si vuole bene a un figlio, o almeno così pensava. Le sarebbe piaciuto avere un bambino, in futuro.
Quella sera si misero tutti e quattro sul letto. Le due micie lottarono un po' con Benjamin Button sopra Taylor.
“Lasciatelo stare” le ammonì, dato che andavano sempre a tormentarlo.
Aveva deciso di lasciare che fossero loro tre a gestire quella situazione, conoscendosi e studiandosi, ma intervenire qualche volta era più forte di lei. Olivia le passò sopra correndo e le piantò le zampe nello stomaco, mentre Benjamin le saltò sopra la pancia per attaccare la sorella da dietro.
“Grazie tante, ragazzi” disse Taylor e rise.
Meredith, in quel momento, li osservava, ma poi fece un agguato a Benjamin mordendogli una zampa, al che lui rispose con un morso. Alla fine tutti si calmarono e si sdraiarono vicino alla padrona. Il gattino salì di nuovo sul petto della ragazza, che sembrava aver eletto a suo posto preferito. Taylor aveva letto in un articolo che, quando i gatti fanno così, è perché la persona con cui si comportano in quel modo ricorda loro la mamma. Si sentiva onorata di essere tanto importante per Benjamin Button. Era il nuovo arrivato e le due gatte non l'avevano ancora accettato, ma la ragazza era sicura che in futuro sarebbe andata meglio e che avrebbero avuto tutti e quattro una vita felice.
 
 
 
CREDITS:
Taylor Swift, All Too Well
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
è la prima volta che scrivo in questo fandom. Volevo farlo da un po’ e ci ho provato dando il meglio di me. Spero che la storia vi possa piacere.
   
 
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