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Autore: melianar    07/02/2021    3 recensioni
Solo quando Augusto non sa più che farsene di sua figlia Giulia, a Scribonia è concesso di essere sua madre.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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Una buona madre ama tutti i suoi figli allo stesso modo, è così che si dice.
Ma per te io ho sempre provato un amore diverso, più intenso, come un dolore sempre pronto a bruciarmi le viscere.
Oggi ti guardo, e penso che almeno in questo hai avuto fortuna: a te nessuno ha strappato un figlio dalle braccia perché sangue di Cesare. Tu sei il sangue di Cesare, non avrebbero mai osato farti questo, non ne avevano motivo.
A me lo fecero, invece.
Tuo padre ti tolse a me senza una parola, nemmeno l’accenno di un gesto di scusa.
Non gli porto rancore per questo: è un uomo, è fatto così.
Le donne tessono la lana, gli uomini tessono alleanze. Se le donne poi restano impigliate in quella trama, non è un problema loro.
Per questo sono certa che tuo padre non abbia mai pensato al dolore che mi provocò comunicandomi il divorzio proprio nel giorno della tua nascita.
E quando ti prese con sé, nemmeno ci pensò che eri soltanto una neonata.
Non era altro che politica, stava solo facendo ciò che riteneva giusto.
Invece Livia, lei sì che la odiai.
Non per aver preso il mio posto accanto a Ottaviano, di quello non mi è mai importato. Ma perché aveva il diritto di vigilare sui tuoi primi passi, di consolare le tue notti insonni.
A volte penso che se lei e tuo padre non hanno avuto figli sia solo colpa mia, di tutte le maledizioni che le lanciai allora.
Non ne vado fiera.
Non aveva chiesto di essere al mio posto. E per i suoi figli lotta come una leonessa nel circo, come avrei lottato io per te, se solo me lo avessero concesso.
E invece l’unica concessione che mi ha fatto tuo padre è di restarti al fianco ora, in questo esilio così crudele e di cui ancora non comprendo le ragioni.
«Riprenditela» ha sentenziato quando, come l’ultima delle supplici, sono andata a implorarlo perché ti venisse risparmiata questa pena.
Riprenditela.
Come se fosse mia la colpa del tuo comportamento, come se avessi avuto il privilegio di offrirti un’educazione.
Come se non lo sapesse, lui, che nella vita non ho fatto altro che osservarti da lontano.
E quante volte, Giulia, bambina mia, quante volte avrei voluto metterti in guardia dai tuoi abiti troppo vistosi, dalle tue risate troppo squillanti, da tutti quegli uomini adoranti che avevi sempre attorno.
Perché a volte basta un gesto sbagliato per rovinare una donna, poco importa quale sangue le scorra nelle vene.
No, non mi interessa quali crimini tu abbia commesso, né se ne abbia commessi davvero.
Me ne parlerai, un giorno, se vorrai.
Se deciderai che nella solitudine di quest’isola io possa diventare una confidente, e non solo un’estranea da guardare quasi con ostilità.
È questo tuo sguardo, sai, la cosa che fa più male. Ma che altro posso pretendere, dopo un’intera vita di assenza?
Gli anni perduti non possiamo riaverli.
Ma adesso io sarò al tuo fianco, bambina mia.
Fino alla fine.



Note

Di Giulia Maggiore si parla tanto, ma troppo spesso ci si dimentica che, oltre che di Augusto, era figlia di Scribonia, a cui non è stato dato crescerla ma che, secondo alcune fonti, le sarebbe stata accanto durante gli anni dell’esilio a Pandataria, l’odierna Ventotene. Potevo forse non lasciarmi attrarre da qualcosa di tanto straziante? Ovviamente no :P Scribonia, tesoro, anche tu hai il diritto di dire la tua.
Vedo di non sproloquiare contro Augusto e il diritto romano che non è questo il posto giusto, puntualizzo soltanto che no, Scribonia con la figlia non avrà nemmeno il privilegio di restarci fino alla fine (grazie, Tiberio :P).
Ringrazio infinitamente Kan, che trova il tempo di betarmi sempre e comunque, e grazie a tutti voi per aver letto
A presto

Mel



 
  
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