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Autore: Schmetterlinge    08/02/2021    2 recensioni
Il Master le si affianca, fissandola [dritta] in quei profondi occhi color cobalto.
“Non voglio che tu ti faccia male, Juvia.”
La ragazza lo guarda, in attesa che finisca.
“Ma ti autorizzo a scatenarti come poche volte nella tua vita, siamo intesi?”
Lo scruta, incerta di aver afferrato pienamente il significato di quelle parole.
“Ti do dieci secondi per terminare l’incontro, d’accordo?”
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lluvia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inspirai profondamente, serrando le labbra; Porla mi fissava incuriosito, in attesa.

 

Da una parte avrei voluto correre lontano, scappare da quell’inferno di cui io stessa - seppur nolente - ero stata artefice mentre dall’altra fremevo di impazienza tanta era la voglia di chiudere quel capitolo del mio passato.

 

“Juvia!”

 

“…”

 

Mi rivolsi a Lucy, sorridendole; mi guardava spaventata, piagata da tagli e solchi che poco si addicevano al suo bellissimo incarnato.

 

“Non farlo, Juvia!”

 

Nonostante le urla dei ragazzi, nonostante le suppliche di Gray e le preghiere di Gajeel, mi avvicinai al mio mentore, carezzandomi il polso.

 

“Juvia!”

 

Silenzio.

 

“Diamine, Juvia!”

 

Inspirai, lasciando che la rabbia prendesse il sopravvento, decisa a risvegliare il mostro che ero sempre stata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lucy chiuse gli occhi, portando una mano alla bocca non appena si sentì afferrare per la vita e scaraventare poco distante, soffocando un rantolo alla vista di Natsu accanto a lei, ansimante e sofferente.

 

“Natsu!”

 

“Stai bene?”

 

“Stai sanguinando…”

 

“Non è nulla…”

 

Gli carezzò il volto pallido e sciupato, incastonando la mano sotto l’attaccatura dei capelli mentre andava a specchiarsi in quelle iridi che avevano sempre avuto la capacità di farle palpitare il cuore.

 

“Devi smetterla di farmi da scudo.”

 

“Parli tu?”

 

“Gray e Gajeel?”

 

Sollevò lo sguardo, sentendosi morire quando li vide ancora a terra; se solo Wendy fosse stata lì con loro…

 

“Juvia …”

 

Tentò di mettersi in ginocchio, andando alla ricerca di colei che, negli ultimi tempi, era stata l’oggetto principe dei suoi pensieri quando strinse i pugni, mordicchiandosi le labbra.

 

“Non …”

 

Scrutò la desolazione attorno a sé, soffermandosi su quella che era stata una delle strade principali di Magnolia.

 

 

 

La stessa dove ora regnava il nulla

 

 

 

“Juvia …”

 

Finalmente la vide; aveva il mento abbassato, respirava a fatica e Porla non faceva eccezione.

 

“Dio mio….”

 

Le era capitato di rado di assistere a uno scontro di una simile portata e - a pensarci bene - Juvia non le aveva mai fatto tanta paura; sorrise - sul punto di precipitare in una crisi di isteria - nel ripensare allo scontro con Minerva che, in confronto, non era stato niente.

 

“Juvia …”

 

Pensò alle volte in cui l’amica si era confidata, confessandole di come fosse stata spesso bistrattata e rifiutata perché ritenuta un mostro; lei, d’altro canto, non aveva mai voluto crederle, le sembrava impossibile che quella ragazza dai profondi occhi azzurri potesse essere davvero tanto spaventosa.

 

 

 

Fino a quel momento

 

 

 

 

Portò una mano al ventre, trattenendosi dal dare di stomaco, quando quello che vide ebbe la capacità di ghiacciarle il sangue nelle vene.

 

“Juvia!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Avevo i polsi lungo i fianchi, il respiro corto e irregolare, le membra doloranti e un’emicrania galoppante; nonostante potessi ancora combattere, iniziavo a sentirmi spossata e Porla sembrava non fare eccezione.

 

“Stai male, vero Juvia?”

 

Assottigliai lo sguardo, lasciandolo proseguire.

 

“Non ti sei chiesta da dove venga tutto quel dolore?”

 

“Che intendi dire?”

 

Mostrò il polso, soffermandosi su un piccolo sigillo.

 

“Credo tu ne abbia uno uguale.”

 

Rilassai le spalle quando i miei occhi incontrarono lo stesso marchio poco sopra la caviglia, inducendomi a scuotere il volto e a dare sfogo a una risata liberatoria.

 

 

 

 

Isterica 

 

 

 

 

“Come ci si sente a perire per mano di se stessi?”

 

“Sarei legata a te?”

 

“Proprio così."

 

“E credi sia un problema?”

 

Feci per avvicinarmi quando dovetti inginocchiarmi dal dolore; portai una mano allo stomaco - iniziando a tossire  - quando vidi le mani tingersi di rosso.

 

“Juvia!”

 

Gray e Lucy mi fissarono spaventati, gli occhi sbarrati e i muscoli del volto contratti in una smorfia, al pari di Gajeel; in quel momento - non che vi fosse altro da fare - mi decisi a rischiare, confidando nella mia forza fisica e nella mia resistenza, pregando fossero abbastanza.

 

 

 

 

Ancora una volta

 

 

 

“Cos- …?”

 

Afferrai Porla per le spalle, piantandogli un pugno nello stomaco fino a frantumargli il bacino, desiderosa di trascinarlo a fondo come con Minerva.

 

“Juvia, no!”

 

Sentii Gray urlare.

 

“Sei …”

 

Quello di Porla fu un rantolo.

 

“Sei una stupida!”

 

Sorrisi - costretta a terra e schiava del dolore - quando venni incuriosita da una voce familiare.

 

“Che tristezza…”

 

 

 

Che fosse?

 

“Keith, mio…”

 

 

 

 

Tutto accadde veloce 

 

 

 

 

Porla allungò la mano, bisognoso di aiuto, quando si vide trafiggere da chi chiamava mentore senza alcuna pietà.

 

“Non ho più bisogno di te.”

 

“…”

 

Abbassai il mento, iniziando a sentirmi meno; sapevo che avremmo rivisto Tartaros, sapevo che quella battaglia altro non era che il preludio di qualcosa di infinitamente più grande e spaventoso.

 

Tuttavia, non volevo che quell’essere informe se ne andasse indisturbato.

 

“Aspetta …”

 

“Non penserai di potermi fare del male, non in quelle condizioni?”

 

“Dici?”

 

Mi alzai di scatto, piantandogli un pugno sul mento tanto da frantumargli il volto.

 

 

 

 

 Fu un urlo spaventoso

 

 

 

“Piccola …?!”

 

Fece per ribattere ma non ne ebbe il tempo, scaraventato dai ragazzi a metri di distanza per poi scomparire, dissolvendosi nel nulla.

 

“…”

 

“Juvia!”

 

Sentivo la ferita aprirsi incontrollata, tingendomi la maglia di rosso.

 

“Sto bene …”

 

Mi lasciai scivolare verso il basso quando sentii Gray afferrarmi per la vita, facendomi poggiare contro la sua spalla.

 

“Guardami.”

 

Lo fissai triste.

 

“Sono stanca.”

 

“Non dormire, guarda me.”

 

Gli sorrisi, la vista sempre più annebbiata.

 

“Andrà bene.”

 

Gray mi fissò impotente, le lacrime agli occhi, quando scorsi Lucy capitolare al mio fianco, Gajeel dietro di lei, Natsu accanto.

 

“Juvia …”

 

“State bene?”

 

“Sei la solita impulsiva!”

 

La sentii nascondersi contro la mia spalla.

 

“Mi dispiace, Lucy.”

 

“Dobbiamo chiamare Wendy.”

 

“Non c’è tempo..”

 

Presi un respiro profondo, sbalordendo tutti.

 

“Lasciate stare…”

 

“…”

 

“Juvia…”

 

Sorrisi.

 

“Va bene così…”

 

 

Ero stanca

 

 

“Resta sveglia!”

 

 

 

Ero tanto stanca

 

 

 

 

Mi guardarono allibiti quando mi decisi a lasciarmi andare, schiudendo le labbra.

 

“Juvia!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lucy fissava la water maker con il volto paonazzo, gli occhi arrossati e inondati di lacrime; mise la mano su quella di Juvia, volgendo uno sguardo spaventato a Gray.

 

“Resta sveglia!”

 

Se solo Wendy fosse stata con loro.

 

“Non dormire!”

 

“…"

 

Lucy la guardò terrorizzata.

 

“Va tutto bene …”

 

 

 

 

In realtà non andava bene per niente

 

 

 

 

“Non ti azzardare, Juvia!”

 

 

 

 

 

C’era troppo rosso

 

 

 

 

 

Iniziò a piangere quando scorse l’amica schiudere le labbra e addormentarsi.

 

 

 

 

Troppo 

 

 

 

“Juvia!”

 

Persino Gajeel aveva sbarrato gli occhi, troppo pietrificato per fare qualcosa.

 

“Non può essere…”

 

“…”

 

Quello che seguì ebbe la capacità di mozzare il fiato a chiunque; Gray dovette trattenere un gemito nel scorgere Juvia venire loro incontro con una mano sul fianco, piena di tagli e sorridente.

 

“Cosa …?”

 

Lucy ebbe appena il tempo di abbassare lo sguardo per osservare quella che avevano ritenuto essere la loro migliora amica tramutarsi in acqua e dissolversi nel nulla.

 

“…”

 

“Non …"

 

“Era un clone.”

 

Cos-…?”

 

La Water si fermò poco distante, scrutando gli sguardi impietriti dei ragazzi.

 

“Come si dice …”

 

Abbassò il mento, stanca.

 

“Per ingannare i nemici bisogna ingannare gli amici, giusto?”

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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