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Autore: BlueFlame    10/02/2021    0 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Padre_Brown]
Tratto dal prologo:
Davanti alla St. Mary si era fermato un taxi dal quale scese una giovane donna che non avrà avuto più di 25 anni. Aveva la carnagione chiara, capelli lunghi castano scuro, quasi nero, ricci, legati in una coda di cavallo alta, occhi verdi, ma segnati da profonde occhiaie, che però apparivano comunque molto svegli e attenti, come se fosse un’ottima osservatrice alla quale nulla gli sfuggiva.
Padre Brown la osservò con curiosità per qualche minuto, cercando di capire che tipo di persona fosse.
-Buongiorno, ha bisogno di qualcosa? -alla fine le si avvicinò.
-Lei deve essere Padre Brown, io sono Chris, la persona che le hanno mandato i genitori credendo che cambiando aria le avrebbe fatto bene… comunque, i miei bagagli sono arrivati? -Chris parlò con tono leggermente infastidivo, il quale non era rivolto al prete.
-Siete una scrittrice, vero?
-In realtà scrivo e disegno fumetti-rispose lei-l ’avete supposto da questo, non è vero? -mostrò l’inchiostro sulle dita-mi avevano parlato della sua dote di detective.
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo uno
 
- “Dopo aver proferito la sua profezia, fu condotta verso una morte orribile, bruciata viva sul rogo, rendendo gli eredi maschi dei Pryde maledetti per sempre.” - concluse così il primo capitolo del suo racconto la signorina Diggle.
-Affascinante! -disse Padre Brown.
-Brava! -disse invece la signora McCarthy.
-Interessante! -disse Chris poco convinta.
-Uno straordinario uso della parola-continuò il prete.
-Capitolo due…-iniziò miss Diggle.
-Gli affari della parrocchia chiamano, ma ne acquisterò una copia questo pomeriggio, alla cerimonia inaugurale-la interruppe Padre Brown alzandosi assieme alla signora M. mentre Chris aveva ascoltato la lettura stando in piedi, in un angolo, vicino alla finestra.
-Oh, grazie!
-E io accompagnerò in ufficio la signorina Diggle, così potrà proseguire le sue ricerche-disse la signora M.
-Grazie di cuore! Sono così felice che vi sia piaciuto-ringraziò ancora lei.
-Invece io credo che me ne andrò a casa…ho intenzione di porre alcuni cambiamenti prima di spedire i disegni-disse invece Chris.
-E spero anche sia tua intenzione cambiarti prima di venire alla cerimonia di oggi pomeriggio, non puoi di certo venire vestita in quel modo! -la rimproverò la signora McCarthy.
-Perché? Cos’hanno i miei vestiti che non va?
-I pantaloni sono strappati alle ginocchia, sembra tu li abbia rotti cadendo e che non te ne puoi permettere un altro paio, e quella maglietta poi, è troppo corta, senza contare il pipistrello disegnato su di essa-precisò la segretaria della chiesa-spero almeno tu abbia qualche vestito.
-Questo è il simbolo di Batman…e in verità non credo che verrò-precisò la fumettista.
-Invece sì che verrai, i tuoi genitori non ti hanno mandata qui perché tu rimanessi rinchiusa tra quattro mura!
Chris alzò solamente gli occhi, poi uscì dalla casa, pensando a quello che aveva portato, e se tra ciò c’era qualche vestito o gonna.
 
Miss Diggle era nell’ufficio ad ispezionare alcuni documenti, trovando qualcosa di interessante.
Era assorta nei suoi pensieri e non si accorse dell’arrivo della signora McCarthy.
-Chiedo scusa del disturbo, signorina Diggle, mi chiedevo se gradisse una tazza di tè-le domandò, facendo sussultare l’altra donna per lo spavento.
-No, grazie-rispose quasi senza fiato.
La signora McCarthy la guardò in modo strano, ma poi si allontanò dalla stanza, così che miss Diggle riaprì il registro per controllare ancora una volta ciò che aveva scoperto.
Nel frattempo, Chris era scesa al piano di sotto portando con sé tre vestiti, gli unici che si era portata dietro.
-Signora M., secondo lei, per oggi pomeriggio, qual è meglio? -e nel mentre le mostrò i tre abiti.
Erano tutti e tre in stile anni ’50. Il primo che le mostrò era bianco, con bordi neri, e un motivo floreale colorato su tutta la parte bianca. Questo modello era il più corto dei tre, leggermente sopra le ginocchia. Il secondo che le mostrò era tutto nero, con anch’esso motivi floreali sul bianco panna e un cinturino nero di plastica attorno alla vita. Questo modello era il più lungo dei tre. Il terzo ed ultimo vestito che le mostrò era blu, con dei pois bianchi e un finto cinturino rosso legato alla vita.
La signora M. lì guardò un attimo prima di decretare quale andava meglio.
-Credo che questo tutto colorato vada meglio per te-le sorrise-e sono felice che tu mi abbia resa partecipe della scelta.
-Ma no, grazie a lei per avermi aiutata-sorrise Chris, anche se dentro di sé stava pensando ad altro Ho dovuto, altrimenti non ti sarebbe andato bene nulla, perché se fosse per me, avrei indossato un paio di pantaloni e una maglietta, così sarei stata molto più comoda.
 
Padre Brown, Chris, e la signora McCarthy erano arrivati al castello e il maggiordomo li stava facendo accomodare, così finirono per sentire la discussione che era in atto.
-Ragazzino arrogante! -iniziò miss Diggle-Pensi di essere migliore di me, lo pensate tutti, ma io ho le prove che nessuno di voi ha il motivo di sentirsi superiore-concluse guardando i membri della famiglia.
-Che cosa stai farneticando? -domandò Lady Pryde.
-Sto dicendo, e preparatevi ad una sorpresa…che non siete chi credete di essere!
A Chris quelle parole parvero quasi una minaccia, e vedendo le facce dei famigliari, non era la sola a pensarlo.
-Padre Brown, la signora McCarthy e…-il maggiordomo si girò a guardare la fumettista.
-Chris, mi chiami solo Chris-disse semplicemente lei.
-Miss Diggle. Posso dirle quanto ho apprezzato i brani della sua guida? Ed essere lasciati con una tale suspance! Scopriremo mai qual è la maledizione dei Pryde? -Padre Brown le si avvicinò e le strinse la mano.
-Non lo sa nessuno-rispose la donna.
-È solo una leggenda-aggiunse St. John che era entrato in quel momento accompagnato da Lady Felicia.
-Salve a tutti. Non è emozionante? -aggiunse salutando tutti la donna appena arrivata.
 
-Il bastione esterno è stato ricostruito nel tredicesimo secolo dal terzo barone, Udolf, che aveva emesso condanna per Branwen, la strega, che fu portata fuori attraverso queste porte, diretta al rogo preparato per lei fuori dalle mura del castello-raccontò miss Diggle ai visitatori, facendo fermare poi tutti e facendoli spostare davanti a lei per poter continuare-Mentre la trascinavano al luogo dell’esecuzione, suo figlio, un arciere dell’esercito di Udolf, scoccò una freccia dagli spalti e trafisse sua madre al cuore, in un estremo e pietoso gesto d’amore!-concluse mettendosi una mano sul cuore prima che qualcuno scoccasse una freccia facendola cadere a terra con un piccolo grido.
Tutti batterono le mani credendo si trattasse solo di uno spettacolo, anche se Chris e Padre Brown ebbero dei dubbi.
-Quella da dove è venuta? E lei come ha fatto ad inscenarlo? -domandò la signora M.
Padre Brown invece si tolse il cappello e si abbassò per pregare, mentre Chris guardò in alto, nella direzione da cui era arrivata la freccia, nella speranza che potesse scorgere chi fosse stato, ma nulla, l’assassino era già sparito.
Nel capire che si era trattato veramente di un omicidio, alcuni si misero ad urlare, mentre il prete si mise anche lui a guardare se notasse qualcuno nella direzione da cui era arrivata la freccia.
Quasi tutti erano spaventati, ma qualcuno riuscì comunque a chiamare la polizia che arrivò di lì a breve.
-Delimitate la scena e radunate la famiglia. La vittima è stata uccisa con una freccia tirata da un arco lungo, oggigiorno non possono essercene molti in giro. Basta che troviamo l’arma, dovrebbe essere facile da identificare-l ’ispettore Sullivan si bloccò non appena vide alcuni membri della rievocazione con arco e frecce.
-Forse più difficile del previsto, ispettore, visto l’evento in corso! -commentò una voce sconosciuta all’ispettore, il quale non fece in tempo a dargli un volto che St. John gli si avvicinò per stringergli la mano per poi accompagnarlo nel soggiorno, stanza in cui era radunato il resto della famiglia Pryde.
-Mia madre, Lady Pryde, mia figlia Bunty, e mio nipote e pupillo, Jago-li presentò il capofamiglia.
-Le mie condoglianze per la morte di sua cugina-l ’ispettore si tolse il cappello prima di parlare.
-Molto alla lontana-Gli disse Lady Pryde.
-Cos’altro potete dirmi di lei? -domandò l’ispettore estraendo dalla tasca interna della giacca il suo taccuino per prendere appunti.
-Beh, era una ficcanaso tremenda-iniziò Bunty.
-Basta così, Bunty! Non si parla così di un morto-la rimproverò il padre.
-Però è vero-prese quindi parola Jago-e poi, dato che questa è un’indagine per omicidio, suppongo che per la polizia nessun dettaglio è insignificante.
-Infatti- confermò l’ispettore-
-In questo caso-iniziò Lady Pryde-era una donna estremamente irritante, che avrei voluto strozzare, ma trapassarla con una freccia sarebbe stato veramente troppo-confessò infine.
-Qualcuno di voi sa come usare un arco? -domandò quindi il poliziotto.
-Pryde è una tenuta feudale, ispettore. Molta gente qua attorno ha degli antenati che hanno combattuto ad Agincourt e oltre-spiegò St. John.
-Posso chiedere dove eravate al momento dell’omicidio? -chiese quindi l’ispettore.
-Ero andata a letto-disse Lady Pryde.
-Ed io ero nella serra ad ascoltare musica alla radio-disse invece Bunty.
-Anche io-disse Jago, ricevendo una strana, ma quasi inesistente occhiata dalle due donne.
-E lei? -domandò al maggiordomo entrato da poco.
-Sono Arthur Damby, signore. Ero nell’ufficio del maggiordomo.
-Qualcuno l’ha vista?
-Non saprei…ma non ho visto nessuno.
-Io ero dieci metri davanti ad Audrey, quindi penso di essere al sicuro-si intromise il signor Pryde.
-Capisco-disse solamente l’ispettore.
-Io no-iniziò Jago-Diggle era un bersaglio in movimento e stava parlando. O l’assassino era un tiratore molto bravo…oppure uno veramente scarso.
-Intende che miss Diggle non era la vittima predestinata? -domandò quindi l’ispettore ricevendo solo un gesto con la testa dal ragazzo.
-Stamattina c’è stato un po’ di tumulto. Affari della tenuta-spiegò il capofamiglia.
-Vada avanti-l ’ispettore si rivolse al ragazzo.
-Mio zio era a pochi passi da Audrey. Dico solo che forse l’arciere ha mancato il bersaglio.
 
-Voglio nomi di tutti i fittavoli che stamani manifestavano, in particolare il nome del capobanda. E ottieni da quel fotografo tutte le schede SD e portale subito ai tecnici per far scaricare le foto sul computer-ordinò l’ispettore al sergente.
-Buona fortuna per l’indagine, ispettore-disse padre Brown.
-Grazie, Padre. A proposito, ha idea di chi potrebbe voler far del male a Sir St. John? -gli chiese l’ispettore.
Padre Brown alzò solo le mani come a non saperlo.
-Giusto una linea di indagine-disse l’ispettore.
-In tal caso, la signora McCarthy è famosa per essere gli occhi e le orecchie di Kembleford-si intromise Lady Felicia.
-Non ne so niente. Padre Brown può dirle che non amo i pettegolezzi. Vero Padre? -disse la signora M.
-Preferisco considerarli come l’introspezione della comunità-rispose invece il prete.
-E comunque, Sir St. John non mi sembra il tipo che possa finire nell’interesse di un assassino, se mi spiego, mentre miss Diggle sì, da quello che ho potuto vedere era una ficcanaso, e forse, ha scoperto qualcosa che non avrebbe dovuto-disse una nuova voce che all’ispettore parve di aver sentito precedentemente, così si girò per sapere da chi provenisse, notando una giovane donna che non aveva mai visto.
-Lei sarebbe? -domandò incuriosito l’ispettore.
-Mi chiami Chris, e mi scusi se mi sono intromessa, ma è più forte di me quando vedo un poliziotto e c’è stato un caso devo fare qualche osservazione-sorrise maliziosamente lei.
-Nessun problema, ma vorrei sapere a cosa ti riferisci.
-Alla discussione in corso quando siamo arrivati-gli spiegò lei.
-Anche stamattina in parrocchia è successa una cosa strana-iniziò la signora McCarthy-non so cosa abbia trovato, ma l’ha fatta diventare bianca come un lenzuolo. Sembrava avesse visto un fantasma-concluse.
-Davvero? -domandò il prete, e lei si girò verso di lui e gli fece un cenno d’assenso con la testa.
L’ispettore venne chiamato da un’agente e non appena si fu allontanato, il prete continuò con la sua domanda-Non è che per caso avete notato quale registro Audrey stesse consultando?
-Dal 1835 al 1855-rispose la signora M. -Non che volessi curiosare, sa-aggiunse dopo la strana occhiata di Lady Felicia.
-Non lo pensi nemmeno, signora M. -disse Padre Brown. Dopo di che si girarono e se ne andarono. Chris fissò ancora per un secondo la scena del crimine, poi l’ispettore, e si maledisse per le sue vecchie abitudini che sperava di non avere più, ma assistere ad un caso, vedere la polizia, aveva risvegliato in lei quella voglia di tornare a giocare con loro. Così, anche lei, si allontanò nella stessa direzione che il prete e le due donne avevano preso.
 
Quando Chris rientrò in casa, sentì Padre Brown chiamare la sua segretaria.
-Signora McCarthy?
La signora M. si avviò di corsa verso l’ufficio, e incuriosita, anche Chris fece lo stesso.
-Signora Mc…
-L’avevo già sentita! -lo interruppe lei entrando nella stanza-Ha trovato qualcosa? -domandò poi avvicinandosi a lui, mentre Chris rimase accanto all’entrata dell’ufficio.
-O non ci sono stati matrimoni, nascite e morti a Kembleford, tra febbraio e novembre del 1850, oppure…-diede una lente di ingrandimento alla segretaria e aprì meglio il registro- c’è una pagina mancante-concluse.
La signora McCarthy avvicinò la lente per osservare meglio, e anche Chris si avvicinò per vedere il registro.
-Santo cielo! -disse la signora M.
Il prete notò un liquido sul tavolo e ci mise dentro un dito, poi lo leccò per sapere cosa fosse, e nel mentre disse ancora qualcosa-Chi mai vorrebbe uccidere una ficcanaso? Temo che Chris abbia dato la risposta esatta all’ispettore!
Al che la fumettista lo guardò solamente.
 
Padre Brown si sedette sul divano del salotto di casa Pryde, mentre Chris si avvicinò alla finestra. Era una sua abitudine adottata negli anni, per lei, le finestre erano quasi sempre le vie di fuga più sicure, senza contare che se erano ai piani superiori, spesso offrivano delle viste mozzafiato, soprattutto in quel paesino.
-Vi ringraziamo …per questo pranzo luculliano-si fermò un attimo per prendere la tazza di tè che gli veniva offerta.
-Non dirà così nel bel mezzo della notte. I Yorkshire pudding di Nellie tendono ad essere un po’ pesanti-disse Lady Pryde mentre St. John ridacchiò.
-Da quanto ho capito, quando è morta la povera signorina Diggle, stava facendo delle ricerche per un altro progetto-continuò il prete.
-Si era messa in testa di scrivere la storia dei Pryde. Per quanto la nostra famiglia sia affascinante, dubito che il tomo di Audrey avrebbe attratto lettori-rispose Lady Pryde.
-Aveva uno stile piuttosto colorito-disse Padre Brown.
-Anche se alcuni punti sarebbero da cambiare, non fanno scorrere il testo-constatò invece Chris che aveva in mano una copia del fascicolo che la defunta aveva iniziato a leggergli quella mattina.
Dopo ciò, tutti gli diedero strane occhiate, infine, Lady Pryde, continuò il suo discorso-Quella donna era ossessionata! Paranoica! Affermava che vi erano persone che avevano letto i suoi lavori! E ora ho avuto la conferma che almeno una persona lo ha fatto! -riguardò poi la fumettista.
-L’ho letto solo per curiosità professionale-spiegò Chris-ma se dovessi darlo in mano al mio editore, dubito che lo pubblicherebbe-spiegò lei.
-Guardate chi ho trovato alla porta! -disse Bunty entrando accompagnata dall’ispettore Sullivan.
-Vorrei parlare con Sir St. John e Lady Pryde, per favore-disse l’ispettore-in privato-aggiunse poi.
-Padre Brown è la nostra guida spirituale di fiducia! Non abbiamo nulla da nascondere! -disse chiaramente la donna anziana.
-Sembra che in questa proprietà siano tutti convinti che Sir St. John-iniziò rassegnato l’ispettore-è il vostro maggiordomo siano parenti.
-Condividiamo un bisnonno. Dunque? -rispose St. John con un’altra domanda.
-Non è un segreto che il nonno di Damby fosse un incidente giovanile del decimo barone dopo una scappatella con la cameriera-spiegò Lady Pryde.
-È paradossa vedere due cugini come padrone e domestico per un “incidente” di nascita-disse sorpreso l’ispettore.
-A dire il vero, l’aristocrazia, per tradizione, dà sempre incarichi ai suoi figli illegittimi-gli spiegò Jago.
-Vero-confermò Lady Pryde-la donna morì di parto. Cosa avremmo dovuto fare? Mandare il bambino all’orfanotrofio dei poveri?
-Il nonno di Damby fu adottato da un lacchè. Ha fatto la sua gavetta nella servitù finché non è diventato maggiordomo. Così come il figlio e Arthur dopo di lui-spiegò St. John.
-Ma non suo figlio-constatò l’ispettore.
In quel mentre Bunty fece traballare la tazza che aveva in mano, cosa che non sfuggì ai presenti.
-Alan Archer è il principale esempio della follia del barone Rab Butler nel cercare di educare le classi inferiori-iniziò Lady Pryde-Gli è stato permesso di frequentare un’università di sinistra, dalla quale è ritornato con idee al di sopra della sua condizione sociale.
-Siamo ormai entrati nel XXI secolo e ancora si parla di classi sociali? -si intromise Chris-e comunque, come ho già detto precedentemente, secondo me era miss Diggle la vittima designata.
-Chris ha ragione-confermò Padre Brown-ci stiamo dimenticando di Audrey.
-Non mi sono dimenticato nulla-affermò l’ispettore.
-Stava scrivendo la storia della famiglia Pryde-continuò il prete.
-Stupidaggini insensate, oserei dire! È libero di leggerlo, se vuole. Tanto qualcuno lo farà di sicuro-Lady Pryde diede un’occhiataccia alla fumettista, mentre scosse la testa alzando gli occhi.
-La ringrazio, ma trovo il presente più rilevante del passato, al momento-disse l’ispettore e fece per andarsene.
-Secondo me si sbaglia, ispettore, credo invece che per risolvere questo caso, bisogna dare un occhio al passato-suggerì solamente Chris.
L’ispettore la osservò per qualche istante, ma decise di non prendere sul serio quel suggerimento e se ne andò.
 
-Non riesco a capire perché siete interessato a quel noioso libro di Audrey-domandò Lady Pryde mentre consegnò il manoscritto a Padre Brown.
-Mi chiedevo, dato che eravate così legate, se fosse o meno appropriato inserirne un estratto nell’elogio funebre-spiegò il prete.
-Forse ci ripenserà quando l’avrà letto-gli disse l’anziana signora.
-Puoi prestarmi cinque sterline? -sentirono la voce di Jago provenire da una stanza.
-Perché mai dovrei prestarti dei soldi? -rispose Bunty con un’altra domanda.
-Perché diventerai la quarta donna più ricca del paese. E se non lo farai, dirò all’ispettore che eri col figlio del maggiordomo mentre hai detto di essere nella serra-rispose Jago con una velata minaccia.
-Non oseresti mai! -disse Bunty sdegnata.
Nel frattempo, il prete vide Lady Pryde sbiancare.
-Posso portarle qualcosa? -domandò sussurrandole.
-È solo un leggero colpo di calore. Mi scusi-e si allontanò.
Dalla stanza si sentì ancora qualcosa.
-Il matrimonio con Bingo verrebbe annullato e non vedresti mai un centesimo del suo denaro-Spiegò Bunty per poi andarsene.
 
-Spero di non avere interrotto il suo lavoro per l’omelia di domenica prossima-disse la signora M. mentre entrò nell’ufficio di Padre Brown per pulire, il quale stava leggendo il manoscritto scritto da miss Diggle.
-La storia della famiglia Pryde. Illustre ma insanguinata. Piena di morti violente e misteriose sparizioni! -illustrò il prete-sa se Chris è di sopra?
-Oh, sì è rinchiusa in camera sua a non so fare cosa con quel dannato oggetto infernale-spiegò la segretaria mentre spostava alcuni libri.
-Credo lo chiamino computer, inoltre, le serve per il suo lavoro.
-Si beh, io credo che sia solo un oggetto inutile che rintontisce solamente i giovani che stanno davanti ad esso al posto di leggere o uscire all’aria aperta…comunque, le serve per caso qualcosa da lei?
-Vorrei che anche lei leggesse questo manoscritto, sapere cosa ne pensa…è una ragazza sveglia e attenta, in grado di cogliere molti indizi utili-confidò padre Brown.
-Eccone un’altra a cui piace indagare, non mi sorprende affatto che andiate così d’accordo!
-Potrebbe chiederle se può scendere? -domandò il prete.
-Avete bisogno di qualcosa? -Chris era scesa per andare a rubare qualcosa da sgranocchiare e aveva sentito che stavano parlando di lei.
-Vorrei che leggessi anche tu questo il libro che Audrey stava scrivendo sulla famiglia Pryde, è illuminante per certi versi-le spiegò Padre Brown-molti membri della famiglia sono scomparsi dagli annali e ricomparsi poi segnati solo con la scritta “deceduto”.
-Ho fatto qualche ricerca su internet e anch’io ho visto ciò, ho anche notato che erano tutti uomini.
-La maledizione di Branwen? -domandò confusa la signora McCarthy.
-Predestinati a non morire mai in pace nei loro letti-disse il prete.
-Questo fa luce sulla nostra pagina scomparsa? -domandò incuriosita la segretaria.
-Quando Audrey è morta stava svolgendo ricerche sul bisnonno di St. John, Ralph Pryde, 1829-1901.
-E aveva circa 21anni nel 1850-disse Chris-bisogna scoprire se in quell’anno ci sono state nascite, matrimoni o decessi nella famiglia, purtroppo su internet non ho trovato quelle informazioni-concluse poi.
-Beh, domani è lunedì, senza dubbio sarà tutto molto più chiaro-disse la signora M. tornando a pulire.
-Perché? -domandarono confusi Chris e Padre Brown.
-Perché lei, Padre Brown, andrà a consultare gli archivi della Diocesi-spiegò la segretaria.
-Dice?
-È dove custodiamo le copie dei registri parrocchiali! -spiegò lei esasperata.
Padre Brown chiuse il manoscritto, si alzò e si avvicinò alla signora M.
-Lei è un misto tra un angelo e una santa, signora M! -le disse infine per poi uscire dalla stanza lasciando la segretaria fiera di sé.
Anche Chris lasciò la stanza, ma fece un grosso sospiro quando credeva che nessuno potesse sentirla. Salì due scalini, ma poi si fermò e si appoggiò alla parete per poi accucciarsi e parlare tra sé credendo che nessuno la sentisse-ma che cosa sto facendo, mi ero ripromessa che non mi sarei mai più intromessa in un qualsiasi caso-appoggiò la fronte sulle ginocchia-non voglio che per colpa mia succede nuovamente qualcosa-poi tirò su la testa e guardò in alto sorridendo amaramente-ma in fondo che ci posso fare? È più forte di me, quando succede qualcosa davanti ai miei occhi non posso proprio ignorarlo, e vedere la polizia è stato il colpo decisivo, non posso fare a meno di voler giocare con loro!
Non sapeva però che Padre Brown aveva ascoltato quel discorso privato fatto a sé stessa.
 
La mattina seguente Padre Brown si recò alla residenza Pryde perché era successo uno spiacevole incidente. Jago era stato avvelenato, forse dalla stessa mano che aveva ucciso miss Diggle, ma per fortuna lui era sopravvissuto.
-Buongiorno Padre-lo salutò St. John non appena il prete entrò nella stanza del ragazzo-grazie per essere venuto.
-Ho saputo che è stato fortunato-disse il prete.
-Più fortunato di quanto possa immaginare. L’hanno buttato in piscina con una dose letale di barbiturici nel suo organismo. Se non li avesse rigurgitati insieme a tutta l’acqua bevuta, sarebbe morto! -Spiegò l’altro uomo.
-Come gli sono stati somministrati? -domandò il prete.
-Jago ha il vizio di rubacchiare whisky quando non ci facciamo caso. Sono state trovate tracce del farmaco nella sua fiaschetta-rispose St. John.
-Chi potrebbe voler uccidere un ragazzino? -domandò il prete, ma l’altro uomo non disse nulla, facendo intendere che non lo sapeva.
 
Padre Brown si trovava in ginocchio, nella chiesetta privata della famiglia Pryde, quando entrò Chris, che lui stesso aveva chiamato.
-Ci sono novità? -domandò la ragazza, ma non ebbe il tempo di avere una risposta perché entrò Lady Felicia.
-Sono venuta ha trovare l’infermo e Damby mi ha detto che si trovava qui. Cosa state combinando Padre assieme a questa ragazza? -disse dopo aver notato anche Chris seduta ad una panca.
-Mi stavo chiedendo cosa fosse accaduto al padre di Jago.
-Su internet ho letto che è morto assieme alla moglie in un incidente d’auto in Francia-rispose la fumettista.
-Povero piccolo! Aveva solo sei settimane-continuò poi Lady Felicia.
-C’è qualcosa che non quadra, Padre? -domandò Chris.
-La Francia è abbastanza vicina per far rimpatriare il corpo, eppure brilla per la sua assenza nella cripta di famiglia-spiegò Padre Brown.
-Si, questo in effetti è strano-ragionò la fumettista.
-All’epoca lo credevo anch’io, ma giravano delle voci sul suo lavoro-spiegò lady Felicia-qualcosa nel governo di altamente top secret. È importante? -domandò quindi.
-Come Chris ha già suggerito all’ispettore Sullivan, il quale dubito che le abbia dato ascolto, credo proprio che la chiave per risolvere questo omicidio stia nel passato-rispose Padre Brown, facendo sorridere Chris.
-Allora chiamerò Monty. Prenderà posto alla camera dei Lord questa settimana. Un sacco di persone con cui scambiare qualche parola-disse Lady Felicia.
-Grazie. Ed ora, dobbiamo andare, o perderemo il treno per Gloucester. Se scopre qualcosa, chiami pure a questo numero, appartiene a Chris, così può rintracciarci più facilmente-e le porse un biglietto col numero.
-Non sapevo di dover venire anch’io-Chris era leggermente confuso.
-Si, il tuo aiuto mi è prezioso, e poi, sono sicuro che anche tu sia curiosa di sapere cosa c’è scritto nella pagina mancante-le spiegò il prete.
Chris non disse nulla, anche perché in fondo lui aveva ragione.
 
-Padre Brown è lì con te? -domandò Lady Felicia al telefono.
-Si, glielo passo-rispose solamente Chris.
-Non ce n’è bisogno, se è possibile metti pure il vivavoce così potete ascoltare entrambi-le rispose l’altra donna.
-Dica pure, Lady Felicia-ora a parlare fu Padre Brown.
-Ho appena sentito Monty al telefono. Ho scoperto cos’è accaduto a Simon Pryde. Mi auguro che siate seduti. Da adesso in poi diventa alquanto spiacevole…
Dopo aver ascoltato ciò, i due capirono tutto, e decisero quindi di tornare a Kembleford nella tenuta dei Pryde.
 
-Vi ringraziamo per esservi riuniti tutti quanti-disse Padre Brown nel salotto di casa Pryde.
-Siamo tutti curiosi di saperne il motivo-disse St. John.
-Per conoscere la verità, ovviamente-rispose la ragazza al fianco del prete, che per una volta si era trattenuta dal suo impulso di avvicinarsi ad una finestra-verità che vi vede tutti coinvolti.
-Suo figlio Simon non c’è nella cripta di famiglia-proseguì il prete.
-È morto all’estero-dichiarò il capofamiglia.
-Si, ma non in un incidente d’auto-gli ricordò la fumettista-abbiamo saputo che il cadavere di Simon non è stato rimpatriato perché un dipartimento ministeriale lo ha requisito.
-Questo cosa c’entra con Audrey? -domandò sempre perplesso l’uomo.
-Jago conosce la verità? -domandò invece Padre Brown a Lady Pryde.
-Questi non sono affari sui! -disse arrabbiato St. John alzandosi in piedi.
-Ora basta, St. John! È troppo tardi, ormai-lo fermò Lady Pryde-Jago è un ragazzino. Lei crede che vorremo opprimerlo con la consapevolezza-si fermò un attimo-che suo padre…tagliò la gola di sua madre…prima di farsi esplodere il cervello? -faticò a pronunciare quelle parole.
-Papà? -Bunty si girò a guardare il padre.
-Simon era una spia. Tutto venne gestito con molta discrezione. Non abbiamo mai saputo cosa accadde hai corpi-le spiegò suo padre.
-La maledizione dei Pryde-accennò Padre Brown.
-È solo una leggenda-disse Lady Pryde.
-Tutte le leggende hanno un fondo di verità! -constatò Chris.
-Inoltre, la vostra famiglia ha passato secoli a mascherare la maledizione di un insanità mentale ereditaria-proseguì il prete.
-Tutti sanno che i Pryde sono matti da legare-osservò Bunty.
-Veramente state ipotizzando che Audrey sia stata uccisa perché aveva scoperto che questa maledizione era immaginaria? -domandò St. John.
-Certo che no, anche se è il motivo che ha spinto Lady Pryde ha tentare di uccidere suo nipote-rivelò Chris.
L’anziana signora la guardò solamente, riepilogando mentalmente la discussione ascoltata tra Bunty e Jago.
-Non è stato lo shock della relazione sentimentale di Bunty. Ma venire a sapere che Jago non aveva un alibi-proseguì padre Brown.
-Come osate insultare mammina in questo modo? -iniziò St. John inorridito-vi esorto a lasciare il castello immediatamente! -concluse.
-Chi vorrebbe uccidere un ragazzino? -domandò il prete rivolto all’altro uomo-qualcuno che lo ama moltissimo-si girò poi verso Lady Pryde-come l’arciere di Udolf, che uccise sua madre per risparmiarle il supplizio-concluse poi, accennando un sorriso.
-La sofferenza di Branwen sarebbe durata relativamente poco. Ma quella di Jago sarebbe durata tutta la vita-spiegò l’anziana signora-confinato con dei pazzi.
-Assurdità! -dichiarò St. John.
-Fa silenzio, St, John! Che alternativa avevo dopo quello che ha fatto il ragazzo? -domandò Lady Pryde mentre il figlio si sedette sconvolto sul bracciolo del divano.
-Qualcuno può spiegarmi di cosa state parlando, per favore? -domandò Bunty confusa.
-È stato Jago ad uccidere Audrey Diggle-le rispose Chris-per questo sapeva che ti trovavi col figlio del maggiordomo, vi ha visti prima di scoccare la freccia-spiegò infine.
-Per quale motivo? -domandò St. John.
-Era il figlio di tuo fratello! -gli disse la madre-proprio tu, fra tutti, dovresti sapere che non aveva bisogno di un movente!
-Ma un movente l’aveva! -disse semplicemente Chris.
-Quale? -domandò quindi la donna anziana.
-Perché non glielo chiedete voi? Jago è rimasto qua fuori per quasi tutto il tempo-le disse Chris.
Dalla porta alla destra del camino entrò Jago con arco e frecce.
-No, fate pure, non voglio rovinare il vostro momento di gloria-disse il ragazzo.
-Audrey ha trovato dei documenti di un matrimonio segreto tra Ralph Pryde e Violet Archer, datato tre mesi prima che lei morisse di parto-iniziò Padre Brown con le spiegazioni per poi rivolgersi al maggiordomo-suo nonno non era figlio illegittimo. Era il legittimo erede dei Pryde.
-È ridicolo! -iniziò scandalizzato St. John-il prete che li ha sposati avrebbe detto qualcosa.
-Si, beh, purtroppo è morto dieci giorni dopo averli sposati-spiegò la fumettista.
-Povera vecchia Diggle! La stavo facendo impazzire, spaventandola mettendo disordine fra le sue cose-iniziò a parlare Jago iniziando a fare il giro della stanza-e poi ha trovato una lettera indirizzata al mio trisnonno da parte di qualche cameriera ed è andata a frugare tra i registri. Non è stata molto prudente.
-Nemmeno tu-disse Padre Brown-hai lasciato del whisky sul tavolo quando hai strappato la pagina dal registro della parrocchia-gli spiegò.
-È stata una mancanza di attenzione-disse solamente Jago.
-Non l’hai uccisa tu, vero Jago? -domandò Bunty.
-Che cosa ti aspettassi che facessi? L’ho fatto anche per te, cuginetta. Quel pezzo di carta ci rende tutti dei signori nessuno—spiegò il ragazzo-ora che è stato tutto chiarito, per favore, vi mettereste tutti in riga, faccia al muro? -continuò mettendosi dietro i divani mentre iniziava a tendere l’arco.
-Figliolo, ti ordino di posare quell’arco! -tentò di farlo ragionare lo zio mentre iniziò ad esserci confusione generale di persone che tentavano di farlo desistere dai suoi propositi.
-Silenzio! -urlò a questo punto il ragazzo-faccia al muro! Giratevi!
Alla fine fecero tutti quello che era stato detto loro. Chris, però, lo vide tirare fuori dalla tasca dei pantaloni una bomba a mano, estrarre con la bocca la linguetta di essa e lanciarla dal divano per poi correre fuori dalla stanza dalla parte opposta dalla quale era entrato.
-A terra! -gridò Padre Brown non appena la vide.
-No, no, no! Niente paura, è a salve-li tranquillizzò Bunty.
Chris si avvicinò quindi alla bomba e la lanciò fuori dalla finestra-Per precauzione-dichiarò poi.
La bomba esplose non appena toccò terra. Dopo di che, Padre Brown e Chris corsero a vedere dove fosse Jago, arrivando sul tetto.
Padre Brown gli arrivò di fronte, e il ragazzo lo bloccò tendendo l’arco, mentre Chris gli arrivò da dietro le spalle camminando con agilità e senza paura sul cornicione del tetto. Era passato più di un anno da quando aveva fatto ciò, ma le veniva del tutto naturale, come se non avesse mai smesso, e capì che le era mancato tutto ciò.
-Sapevo che eri qui-disse il prete, mentre il suo sguardo andava dal ragazzo alla giovane donna che senza alcun problema stava saltando da una parte all’altra del tetto come fosse un gatto.
-L’assassino torna sempre sulla scena del crimine? -domandò Jago.
-Il grande stratega si ritira ad un’altezza più facile da difendere-continuò poi il prete.
-Li eliminerò uno ad uno-disse invece il ragazzo.
-Non penso proprio-gli disse Chris arrivando da dietro e riuscendo a rubargli arco e freccia grazie al fatto di averlo preso alla sprovvista, ricevendo poi uno sguardo omicida dal ragazzo, che tentò di riprendersi la sua arma, ma lei saltò invece su un punto più alto, così che il ragazzo non potesse raggiungerla.
-Arrenditi Jago-disse quindi Padre Brown-la polizia sta arrivando.
-È stata colpa di Diggle-iniziò dunque a dire il ragazzo-non avrebbe dovuto essere così impicciona. E adesso eccomi qua, in attesa. Incarcerazione o pena di morte. A conti fatti, il suicidio sarebbe l’uscita di scena più onorevole-concluse salendo sul cornicione, ciò fece allarmare gli altri due che si trovavano sul tetto con lui.
-Non agli occhi di Dio-gli disse Padre Brown.
-È solo la via più semplice-disse invece Chris.
-Mi dispiace, ma non credo in un essere supremo. L’unico Dio che la mia famiglia adora è il Dio dell’orgoglio…inoltre, forse è meglio scegliere la via più facile, anche mia nonna ha pensato così, anche se ero certo fosse stata Bunty-spiegò-fate un altro passo e salto-aggiunse quando vide che i due si stavano avvicinando per fermarlo.
-Mi dispiace che tu abbia saputo dei tuoi genitori in questo modo-iniziò Padre Brown.
-Non so. Preferisco che mio padre sia stato una spia, piuttosto che un’autista distratto, anche se ha ucciso mia madre-confessò Jago per poi dare un’occhiata sotto di lui-mi rammenti una cosa, Padre, quali sono le regole per i pazzi e l’inferno? -domandò, ma poi scivolò giù riuscendo ad aggrapparsi al cornicione. Il prete fu il primo ad avvicinarsi per afferrarlo prima che potesse scivolare di nuovo, e dopo poco arrivò anche Chris ad aiutarlo, correndo per il cornicione.
-Forse la decisione per me è già stata presa-disse staccando una mano che lo teneva aggrappato.
-Non mollare-gli disse il prete afferrando l’altra mano, e lo stesso fece Chris.
-Ci sono già state abbastanza morti in questa famiglia, non c’è bisogno anche della tua! -gli disse lei.
-Come sapete che non vi tirerò giù con me?
-Correremo il rischio, inoltre non siamo soli-disse il prete.
-Buddha dice che il segreto dell’esistenza è non avere paura. Mai avere paura di quel che ne sarà di te. Solo quando avrai rifiutato ogni aiuto sarai libero-disse Jago sorridendo, tentando di liberarsi dalla stretta dei due.
-È sbagliato non avere paura, perché è da essa che puoi trovare la forza di andare avanti…e chiedere aiuto non ti rende più debole, ma solo più forte, perché significa che sei consapevole che da solo, in quel momento, non ce la fai ad andare avanti-disse invece Chris.
Ma Jago non ascoltò quelle parole e riuscì a sfilare la mano dalla stretta dei due e lasciarsi cadere nel vuoto.
I due corsero di sotto, dove il povero ragazzo stava avendo i suoi ultimi attimi di vita.
-Presto saprò se c’è un inferno o no-sussurrò al prete con difficoltà, il quale si era messo in ginocchio accanto a lui.
-L’inferno non è altro che l’assenza di Dio-gli spiegò Padre Brown-se ti penti e Lo accetti, ci sarà solo beatitudine in eterno.
-Sembra bello-rispose quindi il ragazzo.
-Non hai che da chiederlo.
Ma prima che il ragazzo potesse dire altro, esalò il suo ultimo respiro.
E mentre il prete stava dicendo una preghiera per lui, arrivò il resto della famiglia, trovandolo morto.
 
L’ispettore Sullivan era nel salotto per interrogare nuovamente la famiglia Pryde per poter concludere tutta la faccenda.
-Se Jago a ucciso miss Diggle, allora chi ha attentato alla sua vita? -domandò quindi.
Tutti i presenti, i quali erano St. John, Bunty, il maggiordomo e suo figlio, si guardarono un attimo, poi Damby prese parola.
-Forse lì ha presi da solo per sviare i sospetti.
-È possibile? -domandò quindi l’ispettore.
-Non lo escluderei-dichiarò St. John.
-Sì, è il genere di cosa che Jago avrebbe fatto-confermò Bunty.
Al che l’ispettore chiuse il taccuino e se ne andò.
 
Chris stava osservando gli agenti che stavano portando via il corpo di Jago, ma la scena che le apparve davanti agli occhi era differente. Era notte, e si trovava su un tetto, disperata e con le mani sporche di sangue mentre una donna stava tentando di farla calmare. Dei poliziotti stavano portando via un altro corpo, appartenente ad un adulto, un loro collega. Rammentò anche la promessa che si era fatta a sé stessa, che non avrebbe fatto più quella vita.
-Deve essere difficile per te tutto ciò-Padre Brown la risvegliò dai suoi pensieri-sicuramente porterà alla mente ricordi spiacevoli.
Chris lo osservò per un breve secondo, poi riposò nuovamente lo sguardo sulla scena davanti a sé e sospirò.
-Lui era un poliziotto, è morto per proteggermi…anche la persona che ha fatto ciò è morta, uccisa in uno scontro a fuoco poche settimane dopo ciò che aveva fatto, non ha potuto pagare così per i suoi crimini-spiegò lei.
-Le parole dette sul tetto erano rivolte a te o Jago? -domandò quindi il prete.
-Per entrambi, credo.
-Quelle che hai fatto sul tetto, come ci sei riuscita?
-Era un’altra vita…come quella di aiutare le persone intromettendomi negli affari della polizia-rispose solamente lei-quella notte mi ero ripromessa che non l’avrei più fatto, ed è forse per quello che non uscivo più dalla mia camera.
-Ma è qualcosa di cui non puoi farne a meno, vero?
-Si, ma glielo devo, lui è morto a causa mia-rispose solamente Chris.
-Non credo che sia ciò che lui vuole per te, se ti ha protetta lo ha fatto perché ti amava, e se voleva sposarti è perché ti ha accettata per quella che eri, ed è per questo che ora vuole che tu trovi qualcun altro che ti accetti per come sei…da lassù, lui vuole che perdoni te stessa e vada avanti con la tua vita, ma essendo chi tu sia veramente-terminò sorridendole.
-Credo proprio che lei abbia ragione, Padre, infondo, io sono un’artista, e nella mia vita c’è bisogno di un critico-sorrise lei osservando l’ispettore Sullivan che stava uscendo dal castello, e questa, volta il suo sorriso non era né triste, né amaro, ma malizioso, quasi accattivante e giocoso.
In quel momento, lì per lì, Padre Brown non capì a cosa si riferisse, ma lo avrebbe sicuramente scoperto più avanti.
  
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