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Autore: theCCJ    10/02/2021    0 recensioni
Dopo un anno trascorso in Spagna, Beatrice torna a Roma. Ha desiderato così tanto rivedere gli amici, tornare dalla sua famiglia, bere uno spritz al solito bar in centro.
Il ritorno alla quotidianità, però, riporta a galla una storia che aveva cercato in tutti i modi di chiudere in un cassetto, almeno fin quando ciò fosse stato possibile. Ma, quando Alessandro, l'amico storico di Beatrice, rientra inevitabilmente nella sua vita, il cassetto si riapre e sembra essere arrivato il momento di affrontare quella vecchia faccenda, nata e apparentemente morta nella sera prima della partenza per la Spagna.
Si può continuare ad essere amici, dopo aver attraversato il limite?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Ogni  volta che si torna da un viaggio lungo, casa nostra sembra starci stretta. O almeno questa è la sensazione che sto avendo io, che sono tornata a Roma dopo un anno passato in Spagna.   
« Bea, hai già disfatto le valigie? » chiede mia madre dalla cucina.
« Ovviamente no, mamma. Ci metterò un po’, sono giganti. » rispondo, deprimendomi al solo pensiero di dover mettere in ordine tutta quella roba. Mio padre si affaccia alla porta della mia camera, chiedendomi se voglio un caffè.
« No, papà, grazie. Tra un’ora Nina passa a prendermi e andiamo al bar assieme agli altri. » rispondo, mentre lui fa un cenno di assenso e si allontana. Decido di rimandare la faccenda delle valigie a domani mattina e mi sdraio sul letto. Le lenzuola sanno di pulito, mamma deve avermele lavate apposta per il mio ritorno.
 Se penso che per un anno non ho potuto ricevere nessuna di queste piccole attenzioni, mi si scalda il cuore al pensiero di essere di nuovo a casa con la mia famiglia. Mi ero abituata alla mia coinquilina chiassosa e al nostro appartamento, quasi sempre in disordine. Mentre sono assorta nei miei pensieri, inizio a prepararmi  perché, mentre me ne stavo su letto a pensare, il tempo è passato e l’ultima cosa che voglio è far aspettare Nina sotto casa proprio oggi.
Cerco di acconciarmi al meglio, perché so benissimo chi potrei incontrare oggi ma non saprei dire se spero di vederlo o meno. Sono successe così tante cose da quando sono partita, mi sembrava perfino di averlo dimenticato mentre ero in Spagna. Ora che sono tornata, però, quasi mi tremano le gambe al pensiero di guardarlo di nuovo negli occhi.
Mentre mi sto infilando le scarpe, Nina mi manda un messaggio.
Scendi, sono arrivata!
Saluto i miei con un bacio e corro giù per le scale del palazzo. Quando apro il portone, vedo Nina che sorride e mi viene incontro.
« Finalmente! » esclama, abbracciandomi. In realtà non è passato molto dall’ultima volta che ci siamo viste, perché circa un mese fa era venuta a trovarmi in Spagna ed era rimasta per qualche giorno.
« Sei pronta a rivedere tutti? » mi chiede, felicissima.
« Sì... quasi tutti, ecco. » sospiro.
« Dai, ora non fare la melodrammatica. È passato un anno! Comportati come se niente fosse e vedrai che anche lui farà lo stesso. » mi rassicura.
Mentre io continuo a lamentarmi di quanto mi sentirò a disagio, saliamo in macchina e partiamo.
 
Il viaggio verso il solito bar è piacevole, nonostante la mia ansia che cresce man mano che ci avviciniamo alla destinazione.  Nina però mette le mie canzoni preferite e le canticchiamo insieme, quindi riesco a distrarmi, anche se per poco.
Quando parcheggiamo, inizio a sentire le gambe molli e penso che vorrei tanto tornarmene a casa. Nina mi stringe la mano e mi lancia un’occhiata eloquente.
« Stai tranquilla, Bea. » mormora, mentre camminiamo verso il bar. Vedo subito il tavolo dove sono seduti i miei amici, che ci scorgono arrivare e si alzano in piedi.
« Bentornata! » gridano in coro, sorridendo e battendo le mani in una specie di applauso generale. Ci sono tutti. Veronica mi tira a sé e mi abbraccia forte, ridendo.
« Sei bellissima, Bea! La Spagna ti ha fatto proprio bene! » esclama, facendomi fare una giravolta su me stessa. Anche Luca si avvicina per stritolarmi in un abbraccio.
« Quanto mi sei mancata, Bea! » sospira, dandomi un pizzico sulla guancia
« Ahi! » esclamo « Anche voi mi siete mancati tantissimo! »
Saluto Chiara, Andrea ed Elisa e subito dopo mi viene presentato un ragazzo, che Nina mi aveva detto essere amico di Luca. Quando ormai non c’è più via d’uscita, mi volto verso l’ultima persona che non ho ancora salutato. E Alessandro è proprio lì che mi guarda. Non sembra per niente imbarazzato, anzi, è sorridente e spigliato.
« Ciao, Bea. »
« Ale! » farfuglio, senza sapere bene cosa fare. Fortunatamente è lui a prendere la situazione in mano e ad abbracciarmi, visto che probabilmente io sarei rimasta con le mani in mano. Quando mi tira a sé sento il suo solito profumo di pulito, che mi inonda le narici.
« Allora, vogliamo ordinare qualcosa? Scommetto che Bea vuole uno spritz! » esclama Luca all’improvviso. Io annuisco e prendiamo tutti posto intorno al tavolo.
« Ci devi raccontare tutto, Bea! Avrai sicuramente un sacco di novità! » esclama Elisa, entusiasta, accendendosi una sigaretta.
« Non iniziate ad assillarla di domande, dai. » sorride Nina, che mi conosce bene e sa che non amo stare al centro dell’attenzione.
« Dai, Nina, non rompere! » ride Luca « Vogliamo almeno sapere se Bea ha fatto qualche conquista in terra straniera … »
Non appena Luca termina la frase, con la coda dell’occhio vedo Alessandro distogliere lo sguardo dallo schermo del telefono per guardarmi.
« Dai, Bea, rispondi. Siamo tutti molto curiosi. » dice, con tono divertito.
Non capisco come faccia a essere così disinvolto nello scherzare con me, dopo ciò che è successo prima che partissi.
« Sì, ho fatto qualche conquista, ma non vi dirò i dettagli. » sorrido, stando al gioco.
« Che tipi sono gli spagnoli? » domanda Elisa, provocando le risate di Luca e del suo amico, di cui non ricordo più il nome nonostante mi sia stato presentato qualche minuto fa.
« Ma che domanda è? Mica sono tutti uguali! » esclamano.
Elisa arrossisce, e lancia un’occhiataccia a entrambi.
Mentre il cameriere arriva per prendere le ordinazioni, cerco il pacchetto di sigarette che dovrebbe trovarsi nella borsa ma, con mio grande disappunto, noto di averle dimenticate a casa.
« Nina, potresti ordinare tu per me? Entro un attimo per comprare le sigarette. » bisbiglio alla mia amica.
« Le devo prendere anche io. Ti accompagno. » interviene Alessandro, che deve aver sentito ciò che ho detto. Mentre mi alzo, lo sento chiedere uno spritz al cameriere e dopo qualche secondo mi raggiunge.
Davanti alla cassa c’è molta fila, il che non fa che accrescere l’angoscia che provo in questo momento. Trovarmi da sola con lui era l’ultima cosa che avrei desiderato.
« Mi sembra di capire che tu voglia fingere che non sia successo nulla tra noi. » mormora Alessandro, guardando fisso davanti a sé. Ha assunto un’espressione seria e pensierosa, che non ha nulla a che fare con la disinvoltura che prima ha ostentato davanti agli altri.
« A dire il vero, fino a poco fa, eri tu a comportarti come se nulla fosse accaduto. »
« L’ho fatto solo perché non volevo creare situazioni imbarazzanti davanti agli altri. Dopotutto, l’unica a sapere di quella sera è Nina. »
Mi volto verso di lui e incrocio il suo sguardo. Immediatamente  però sento l’impulso di distogliere lo sguardo dai suoi occhi, che invece continuano a scrutarmi, imperturbabili.
« Non ne abbiamo più parlato, Bea, e a me non sta bene. Voglio sapere cosa ha significato per te. » mormora, ma, prima che io possa aver tempo di rispondere, arriva il nostro turno alla cassa. Alessandro chiede due pacchetti di Camel e paghiamo.
« Tieni. » dice, allungandone uno verso di me e dirigendosi verso l’uscita.
« Aspetta, Ale. » esclamo, facendogli cenno di seguirmi. Usciamo velocemente dal bar e, senza farci vedere dagli altri, imbocchiamo velocemente un vicolo vicino.
« Beh? » chiede lui, quando smettiamo di camminare e ci troviamo faccia a faccia.
« Ciò che è successo quella sera ha significato molto per me. » inizio.
« Sì, Bea, ma cosa? È questo ciò che mi chiedo da mesi! Al di là di ciò che sia successo quella sera, io e te siamo stati amici per così tanto tempo che mi sarei aspettato senza dubbio un trattamento diverso! » sbotta lui, accendendosi una sigaretta.
« In realtà, è proprio per questo motivo che non sono riuscita a comportarmi diversamente. » mormoro.
« Di che parli? »
« Siamo stati migliori amici per anni e ciò che è successo l’anno scorso ha cambiato totalmente le carte in tavola tra noi, Ale. Probabilmente non ero pronta ad affrontare ciò che la realtà ci aveva messo davanti agli occhi. »
Alessandro scuote la testa, sospirando.
« Dovremmo tornare dagli altri. »



 
 
Durante il tragitto di ritorno per casa, spiego a Nina ciò che è successo.
« Bea, cosa ti aspettavi? Prima o poi ne avreste dovuto parlare, dopotutto. » esclama, abbassando il volume della musica per ascoltare meglio.
« Ma non ne abbiamo parlato effettivamente! Ci siamo detti cose che già sapevamo entrambi, senza però toccare l’argomento fondamentale. » replico.
« E tu avresti voluto? » chiede lei.
Questa domanda mi porta inevitabilmente ad ammutolire, perché di fatto non ne conosco la risposta.
« Nina, ho desiderato Alessandro così tanto in questi anni che poi, quando quella sera è accaduto ciò che sappiamo, mi sono sentita travolta dai miei sentimenti al punto da non riuscire a fare altro che fuggire, lasciando tutto al caso. E non so se ora sono pronta ad affrontare quegli stessi sentimenti, ma temo che sia proprio il caso di farlo. » rifletto a voce alta.
« Di preciso, cos’è che ti fa ancora desistere dal farlo? »
« Nina, credo sia ovvio. » sospiro « Se capissimo di volerci davvero e poi non dovesse funzionare, finirei col perdere il mio migliore amico. »
« Beh, potreste pur sempre rimanere in buoni rapporti. » osserva.
« No, i nostri caratteri non lo permetterebbero. D’altro canto, se decidessi di chiarire semplicemente quanto accaduto e mettessi in chiaro che tra me e lui può esserci solo un’amicizia, in me resterebbe il rimorso di non aver provato a scoprire come sarebbe stato affrontare i nostri reali sentimenti. »
« E quindi preferisci rimanere nel limbo. »
« Esatto. Ma ormai non posso più. » sbuffo, mentre Nina accosta sulla via di casa mia.
Quando sto per salutarla, sentiamo il suono di un messaggio provenire da entrambi i nostri cellulari. Nina prende il suo e dà un’occhiata veloce allo schermo.
« Luca ha scritto sulla chat di gruppo » esclama « Ci invita a casa sua stasera. »
« Tu vuoi andare? » le chiedo.
« Certo, ci andremo entrambe. Lo scrivo subito. » afferma con decisione, e inizia a digitare velocemente sullo schermo. Dopo qualche secondo, assume un’espressione compiaciuta.
« Viene anche Alessandro, l’ha appena scritto. » dice, visibilmente soddisfatta.
« Non fare quella faccia compiaciuta! » dico, scoppiando a ridere.



 
« Bea, la cena è pronta! »
Quando entro in sala da pranzo, mio padre e Giovanni sono già seduti a tavola.
« Gio, quello è il mio posto! » esclamo, mentre mio fratello alza gli occhi al cielo.
« Ma smettila! » replica lui, versandosi del vino nel bicchiere.
Mia madre, che poco fa era in cucina, entra in sala e prende posto accanto a me.
« Mi mancavano i vostri bisticci, ragazzi. » sorride, guardando mio padre con aria rassegnata.
« Bea, com’è andata oggi? » interviene lui.
« Bene, è stato bello rivedere i miei amici dopo tutti questi mesi. » bofonchio.
« Chi c’era, oltre a Nina? »
« I soliti, papà. Luca, Elisa …»
« C’era anche Alessandro? » chiede mia madre, come immaginavo.
Dovevo aspettarmi che mi facesse questa domanda, dato che i miei genitori lo conoscono da quando aveva ancora i denti da latte.
« Sì, c’era anche lui, mamma. »
« E come sta? È molto che non vedo né lui né sua madre! » osserva.
« Alessandro sta bene, mamma, ma non ci ho parlato molto oggi. » rispondo, sperando che il discorso si sposti su un argomento diverso.  « Papà, mi passeresti l’acqua? »
« Non avete parlato? Non ci credo! » ride mia madre, insistendo « È  il tuo migliore amico! »
 Mentre cerco di mostrarmi serena, incrocio lo sguardo di Giovanni, che mi sta scrutando con insistenza.
La cena procede tra le domande dei miei genitori e i miei racconti sull’anno trascorso lontano da casa e, quando terminiamo di mangiare, io e Giovanni sparecchiamo e ci avviamo verso le nostre camere.
« Bea, forse è stata una mia impressione, ma sembravi scocciata quando a cena abbiamo parlato di Alessandro. È successo qualcosa? » mi domanda, prima di entrare in camera sua.
Io e mio fratello abbiamo appena due anni di differenza e molti dei nostri amici sono comuni a entrambi: è il caso di Alessandro e Luca, con cui spesso e volentieri Giovanni organizza uscite, partite di calcetto o serate in discoteca. E, proprio perché so bene quanto mio fratello sia legato ad Alessandro, ho preferito non dirgli nulla dell’attuale situazione tra me e lui e di ciò che è accaduto l’anno scorso, per evitare di creare situazioni imbarazzanti anche tra loro.
« No, Gio. È tutto ok. » sorrido, con noncuranza.
« Sei sicura? » insiste.
« Cosa dovrebbe essere successo? » replico, fingendomi perplessa.
Giovanni fa spallucce e, dopo avermi lanciato un’ultima occhiata incerta, entra in camera sua. 
Sfinita da tutte quelle domande, mi dirigo nella mia e mi accascio sul letto. Ho appena il tempo di appisolarmi per qualche minuto, che subito sento squillare il cellulare. È Nina.
« Bea? Ci sei? »
« Dimmi, Nina. Stavo per iniziare a prepararmi. » rispondo, rimpiangendo il mio sonnellino interrotto così bruscamente.
« Bene, ti passo a prendere tra un’ora. Ad ogni modo, ti ho chiamato per avvisarti del fatto che stasera c’è la concorrenza, amica mia. » esclama, con tono serio.
« Non capisco, cosa intendi? » rido, mentre do un’occhiata ai vestiti nell’armadio.
« Da qualche mese a questa parte, Luca ha iniziato ad invitare una sua compagna dell’università alle nostre uscite di gruppo e si dà il caso che questa ragazza abbia un evidente interesse verso Alessandro. »
Quando Nina termina la frase, sento una stretta allo stomaco.
« Che tipa è? » chiedo, cercando di non sembrare eccessivamente interessata alla questione.
« Non male, ma non so se sia il tipo di ragazza che piace ad Alessandro. E, in ogni caso, penso che non si sia neanche accorto di essere oggetto del suo interesse. » afferma, ridacchiando.
« Questo è molto probabile! » osservo.
La chiamata termina dopo qualche minuto, lasciandomi una fastidiosa sensazione addosso. Durante l’anno trascorso in Spagna, in effetti, non riesco a ricordare di aver mai pensato seriamente alle eventuali relazioni che Alessandro avrebbe potuto intrecciare con altre ragazze in quei mesi, perché, ogni volta che mi balenava in mente un pensiero simile, subito lo scacciavo. Piuttosto, preferivo pensare a quante esperienze con altre persone avrei potuto fare io, forzando me stessa a sminuire quanto era accaduto quella sera con lui e ripetendomi che non avrei dovuto darci troppa importanza.
Ma ora non sono più in Spagna, sono di nuovo a casa e, qui, riuscire ad essere così distaccata da quei pensieri non mi risulta più così facile.
 
 
 
 

 
  
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