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Autore: BusyBird    13/02/2021    0 recensioni
Ogni volta, dopo ogni amplesso, Dabi restava nel suo letto, senza se e senza ma, e si girava sul suo lato destro. Compress non capiva: perché restare per poi ignorarlo? Sì, di ignorare qui si parlava, perché Dabi restava sveglio a lungo, senza muoversi, senza dire una parola, addormentandosi solo quando Compress era già lo era da tempo.
Una notte, però, quel silenzio non durò molto.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dabi, Mr. Compress
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Studying the map on your skin.

 

         Compress osservava, in religioso silenzio, la schiena di Dabi.

Ogni volta, dopo ogni amplesso, Dabi restava nel suo letto, senza se e senza ma, e si girava sul suo lato destro. Compress non capiva: perché restare per poi ignorarlo? Sì, di ignorare qui si parlava, perché Dabi restava sveglio a lungo, senza muoversi, senza dire una parola, addormentandosi solo quando Compress era già lo era da tempo.

Una notte, però, quel silenzio non durò molto.

Se Dabi voleva restare in quella stanza, bene, Compress non aveva alcuna intenzione di cacciarlo. Tuttavia, quella sera l’uomo aveva un particolare bisogno di effusioni. Per questo, Compress allungò una mano, di istinto, poggiando le sue dita lì, su una cicatrice.

Non ottenendo alcuna reazione, né positiva né negativa, continuò a muovere le dita su e giù, tastando quella consistenza a tratti liscia a tratti ruvida. Continuò così per qualche minuto, finché non abbandonò i confini tracciati dalla sutura per testare la pelle viva.

Dabi sussultò, “che fai?”

Compress sollevò un sopracciglio, “ciò che ho fatto sino ad ora,” nuovamente, mosse la mano sulla cicatrice.

“E ora smetti?”

Il maggiore non disse nulla, anzi, restò a bocca aperta per un attimo, cercando di capire cosa volesse dire. Non aveva smesso, anzi, stava esattamente facendo ciò con cui aveva iniziato, passando i polpastrelli sulle bruciature.

Poi, l’illuminazione.

Dabi,” riprese Compress, spostando l’indice sui pezzi di metallo che tenevano assieme quell’accozzaglia di toppe, “le cicatrici…”

L’altro si irrigidì, ma durò un attimo e sbuffando una risata, lo interruppe, “orribili, vero?”

“Perché non me lo hai detto?” Quindi, tutte quelle carezze, quei baci erano tutti andati a vuoto? Compress aveva sempre pensato che toccare quelle zone rovinate potesse far capire a Dabi che l’uomo apprezzava tutto di lui; ma ora, ora che sapeva che ogni sua premura era stata vana, si chiedeva se non avesse fallito nel suo intento…

Magari, aveva evitato di parlargli di quel dettaglio proprio perché non gli piaceva essere toccato da Compress…?

L’uomo deglutì.

“Sei l’unico a cui piace toccare questo schifo.”

Non sei uno schifo, avrebbe tanto voluto ribattere Compress, ma sapeva che sarebbe stato inutile. Le parole non servivano a molto in questo caso.

Espirando, nel tentativo di evitare una delle loro solite discussioni, Compress sposto la mano sulla pelle sana e candida. Non gli sarebbero bastati anni per far capire a Dabi quando lui lo adorasse, in ogni minimo dettaglio.

“Nessuna smanceria ‘sta sera?” Sfotté il ragazzo, “nessuna cazzata romantica?”

Nuovamente, Compress evitò, “se faccio questo, lo senti?” E, con estrema reverenza, posizionò il pollice fra le scapole, sulla colonna vertebrale, per poi scendere per tutta la lunghezza.

Di rimando, Dabi arcuò la schiena, “anche troppo,” gemette, rilasciando uno sbuffo di vapore.

Avvicinandosi ulteriormente, Compress decise di poggiare ambo le mani sulla sua schiena, facendo attenzione che i palmi coprissero solo le aree sane. Osservò con minuzia come Dabi iniziò a reagire ai suoi movimenti, avvertendo come ogni muscolo rispondeva a quel massaggio inaspettato.

“Non ho la forza per un altro round, mister,” lo avvertì Dabi, reprimendo uno sbadiglio.

“Nemmeno io.”

“Allora che stai facendo?”  chiese poi, quasi sorpreso. Diamine, quel ragazzo non sapeva proprio cosa fosse il puro e semplice affetto.

Doveva rimediare.

Compress rise e spinse, leggermente, entrambi i palmi sui fianchi per poi richiudendo le dita. Con ciò, Dabi trattenne il respiro, per poi svuotare i polmoni rumorosamente, rilassandosi e voltando il capo ciò che bastava per osservarlo.

Compress la considerò una piccola vittoria, “sto studiando. Voglio sapere cosa ti piace.”

Il più giovane brontolò qualcosa, ma, nonostante ciò, si mosse all’indietro, facendosi più vicino a Compress e, restando in silenzio, continuò a farsi coccolare in quel modo.

Compress andò avanti finché non decise di rimpiazzare le mani con la sua bocca, baciando ogni punto raggiungibile, destreggiandosi fra le bruciature. Sembrava quasi muoversi all’interno di un labirinto – labirinto che, sfortunatamente, era senza uscita.

La pelle candida e fresca era, ormai, circoscritta in aree precise, non collegate ad altre.

“Non usare più il tuo quirk, ti prego,” bisbigliò dopo un po’, trascinando baci umidi su tutta la schiena, per poi abbracciarlo e tirarlo contro di sé.

“Non fare il drammatico,” fu la risposta, seccata, di Dabi – eppure, non si distaccò. Non cercò di fuggire da quell’abbraccio come avrebbe fatto di solito dopo una richiesta simile.

Restò lì, rannicchiandosi contro Compress il più possibile e abbandonando le sue mani su quelle dell’uomo, come a volergli imporre di non lasciarlo andare.

Compress sospirò e, baciandolo sul capo, si chiese se Dabi avrebbe mai capito che lui non aveva alcuna intenzione di abbandonarlo.

 

   
 
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