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Autore: liberaurora    13/02/2021    1 recensioni
Questa storia nasce dall'urgenza di sapere cosa sarebbe accaduto con l'inizio del daily 4, in particolare riguardo il personaggio di Luciano e soprattutto riguardo il rientro di Clelia. Ho immaginato come lei potesse essersi sentita in quei mesi di distanza dall'uomo che ama e in che modo si sarebbero finalmente reincontrati. Ho lasciato che fosse ancora una volta il destino il loro più grande alleato.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dal giorno del suo addio a Luciano erano passati dei mesi ormai, ma Clelia ogni volta che poteva passava davanti al Paradiso. Infatti, se per le altre donne in fondo si trattava semplicemente di un grande magazzino, per lei invece quel luogo continuava ad essere la sua dimora preferita. È tra quegli abiti, in quello spogliatoio e in quell'ufficio in cui era entrata tante volte che era sempre rimasta la sua felicità. Certo, poter finalmente recuperare il tempo perduto con suo figlio Carlo la riempiva di gioia, ma nonostante ciò i giorni scorrevano lenti e lei continuava a sentirsi come una barca in mezzo al mare a cui mancava il timone.
Luciano era stato “un battito di ali nel silenzio della vita”, ma adesso quel silenzio era tornato, persino più assordante di prima, a fare da sottofondo alle sue giornate. Di notte poi il caos silente era più forte delle tenebre dopo il tramonto.
Era certa che più il tempo passasse e più le gocce di memoria anziché prosciugarsi avrebbero creato un oceano immenso.
Si nutriva lentamente del ricordo del suo amore, frammentando i singoli momenti vissuti nelle tessere di un mosaico mai usurato dal tempo. Così aveva l'impressione che ogni istante allora vissuto potesse costantemente accompagnarla nella sua nuova vita.

 
* * *

Sembrava una giornata come tante, eppure l'anomalo caldo con cui era iniziato quel giovedì autunnale era destinato a renderla speciale.
Fu una telefonata imprevista ad allarmare Clelia: suo figlio, correndo durante la ricreazione, si era fatto male, ma soprattutto si era spaventato parecchio. Nonostante non fosse accaduto nulla di grave al bambino, lei scelse comunque di andare a prenderlo a scuola. Carlo appena vide la mamma le corse subito incontro, facendo sì che le lacrime sul suo viso si asciugassero, e l'abbracciò forte forte.
Clelia allora, prendendolo in braccio, gli domandò: «Amore come stai? Ti fa tanto male?»
Il piccolo fece di sì con la testa, ma non riuscì a nascondere il sorriso dato dalla felicità di essere uscito prima da scuola e soprattutto di poter stare qualche ora in più con la sua mamma.
«Allora cosa vogliamo fare? Andiamo a vedere se c'è l'uomo dei palloncini?»
Carlo le rispose in un modo del tutto inaspettato: «Mamma ti ricordi il bignè che cura le ferite? Me ne compri uno?»
Lei sorrise e i suoi occhi brillarono al pensiero che anche suo figlio, a modo suo, si ricordasse ancora di Luciano: «Certo che mi ricordo, mi sembra un'ottima idea! Qua vicino c'è una pasticceria dove i bignè sono ottimi».
Proprio a pochi passi dall'ingresso del locale, tuttavia, Carlo si fermò: «Però io vorrei mangiarne uno in quel posto vicino al Paradiso. Lì i bignè al cioccolato sono speciali!».
Clelia annuì sorridendogli, contenta in cuor suo di entrare di nuovo dopo tanto tempo in quel luogo che tutt'ora era certa profumasse di caffè e di dolci ricordi. Ancora una volta lasciava che fosse il destino a scegliere per lei, anche perché altrimenti non era sicura che avrebbe trovato la forza per tornare fra quei tavolini dove tutto ebbe inizio quel giorno di settembre di un anno prima.

Entrati in caffetteria Clelia ebbe l'impressione di essere tornata indietro nel tempo come se nulla fosse cambiato. Ricordava tutto di quelle colazioni che sapevano di cappuccini e carezze, e di quei pranzi dove la fame per i panini lasciava il posto ai sorrisi sinceri.
Presto però il suo sguardo s'incupì pensando a quanto le mancasse «quel caffè, la mattina». Fu il cioccolato sul nasino di suo figlio a farle tornare il buon umore. Vedere Carletto così spensierato era per lei un trampolino di lancio per guardare al futuro con fiducia e serenità.
La donna, col tono amorevole e scherzoso che la contraddistingue, esclamò: «Signorino, vedo che ti è piaciuto il bignè». Carlo non mancò di rispondere: «Tantissimo mamma, e la gamba non mi fa più male! Lo sapevo che era speciale!».

Salutato Salvatore, proprio nel momento in cui lei e suo figlio stavano varcando l'uscita, qualcun altro stava entrando di corsa in caffetteria: era proprio lui, Luciano. Clelia incrociò subito i suoi occhi e questo bastò per fermare il tempo, anche se solo per pochi eterni attimi. Immobili e naufragati nelle loro verdi pupille così profonde e luminose dopo tanto buio, entrambi furono attraversati da una scossa nel cuore più potente di un fulmine d'agosto. Carlo rimase lì, ad osservarli col naso all'insù, incantato dai loro sguardi così carichi di amore.
Nel frattempo gli altri clienti cercavano di destarli da quel sogno protestando di voler varcare la soglia della caffetteria. Solo la voce di Vittorio, dal tono quasi di rimprovero, ma allo stesso tempo incredulo, fece tornare il ragioniere alla realtà: si era completamente dimenticato che avrebbe dovuto portare di corsa un bicchiere d'acqua e zucchero al Paradiso per una cliente che aveva avuto un mancamento.

A Clelia e a Luciano bastò un secondo per capire con quanta cura avessero nutrito quel loro amore durante tutti quei mesi in cui avevano vissuto lontani e quanto adesso quel seme così a lungo innaffiato fosse solo all'inizio di una bellissima fioritura. Luciano avvolse Clelia con le sue braccia, lei vi si abbandonò chiudendo gli occhi e appoggiando una mano sul cuore di lui. Poco dopo anche Carletto si aggiunse a quell'abbraccio così potente che nessuno avrebbe potuto sciogliere.
   
 
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