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Autore: Vickk36_    15/02/2021    1 recensioni
Gemma è una ragazza alle prese con l’ultimo anno di medicina, determinata e intraprendente come poche. La giovane è impaziente di ottenere la sua laurea al più presto difatti, da quando il suo ragazzo, Andrea, l’ha tradita, facendole smettere di credere all’amore, ed i suoi genitori sono disinteressati alla sua vita, ella non si è concentrata in altro se non allo studio al fine di poter diventare ciò che ha sempre desiderato: Un medico. Ma i suoi obiettivi vengono messi a dura prova da un professore tanto irascibile e misterioso quanto importante, colto e dedito al lavoro: Riccardo Esposito.
I due ben presto, da un odio iniziale, si ritroveranno a far parte di qualcosa di può grande di loro e…di proibito.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Il giorno dell'esame era arrivato e Gemma non era mai stata ansiosa come quella volta. Si era svegliata presto e aveva fatto colazione con il libro accanto, ripassando ogni minimo particolare che il professore poteva chiederle. Era così agitata che le mani le tremavano ed erano assai sudate tanto che pensava che da lì a poco poteva avere un esaurimento nervoso per colpa di un uomo che le aveva reso la vita un inferno. Ne aveva avuti professore come lui ma mai quanto lui: Riccardo Esposito era il peggiore e allo stesso tempo il migliore che avesse mai avuto.

Di certo non si poteva negare che era un ottimo professore e sicuramente un medico molto competente ma il suo carattere lo rovinava e lo faceva odiare davanti agli occhi di Gemma. Due settimane prima era stato molto cortese e sembrava pure preoccupato per Gemma ma poi, il giorno successivo, ogni piccole ed insulse tracce di gentilezza erano scomparse ed il giovane professore era ritornato più gelido del ghiaccio. Dopo aver finito di fare colazione, ella decise di indossare una camicia bianca e dei semplici pantaloni neri. L'ultima cosa che voleva, rispetto alle altre sue compagne, era attirare l'attenzione soprattuto di un suo professore. Gemma voleva essere professionale in tutto, teneva alla sua etica e non avrebbe mai permesso che qualcosa o qualcuno la rovinasse anche perché poi ne sarebbe andata la sua dignità.

 

il cuore a momenti le stava esplodendo non solo per l'ansia, ma sopratutto per una volta stava ammettendo a se stessa, dentro di se, che temeva di vedere il suo professore. Lui in qualche modo riusciva ad intimidirla ma lei non doveva dargliela mai per vinta e cercava di avere autocontrollo anche se era tutto ciò che in realtà non aveva quando si trattava di Riccardo Esposito.

Era da un mese e mezzo che stava preparando l'esame di ortopedia e si sentiva abbastanza preparata, anche perché quella era, con molta probabilità, la materia in cui le sarebbe piaciuto specializzarsi. Dopo la laurea in medicina infatti, mancava il tassello più importante: decidere quale percorso intraprendere per il resto della vita.  E siccome medicina offriva tante possibilità, Gemma si era ritrovata davanti a due porte dalle quali poi  ne aveva tratto delle conclusioni: era sicura che avrebbe fatto ortopedia. Le affascinava il mondo delle ossa, delle articolazioni e di tutto ciò che modellava l'apparato locomotore. 

 

Mentre si metteva l'ultimo accessorio attorno al collo, si guardò un'ultima volta e sospirò rumorosamente:

"C'è la farai Gemma!" Si disse ad alta voce, accennando un piccolo sorriso per incoraggiare se stessa in quanto era l'unica che l'avrebbe fatto oltre a Chiara e Luca.

Gemma non voleva incrociare i suoi genitori neanche nella sua stessa casa perché prima di un'esame non voleva rovinarsi l'umore per colpa di qualcuno che non meritava niente.

Scosse la testa per non pensare a Valeria e Michele, i quali fortunatamente erano già usciti di casa. Era da molto che Gemma non li vedeva in realtà, ed era anche meglio,  ma le sembrava più che strano che quei due non le rivolgessero più la parola visto che avevano sempre da ridire su ogni cosa.

Gemma prese la borsa e si infilò in macchina facendo un ulteriore sospiro: avrebbe dato il meglio di lei in quell'aula da interrogatorio. Avrebbe fatto vedere a Riccardo Esposito di che pasta era fatta.

 

***

Gemma, appena arrivò in università, la prima cosa che fece fu chiamare Luca per ottenere informazioni riguardanti lo svolgimento dell'esame in quanto quest'ultimo sapeva ogni minimo particolare di questo tanto atteso e temuto esame.

"Gemma non puoi capire! Esposito ha praticamente bocciato metà alunni, pochi ne stanno uscendo e per altro con un voto più che basso!" 

Gemma si fermò di colpo, sentendo la voce del suo migliore amico allarmato. Era diventata ancora più agitata di quella che prima già era.

"I-inchesenso? Non ci credo che sta bocciando più di 200 alunni! È praticamente impossibile e malsano..." disse Gemma, cercando invano di mantenere la calma. Se non avesse passato quell'esame era fottuta: sarebbe andata fuori corso e di conseguenza si sarebbe laureata più tardi è più tardi sarebbe scappata da Venezia. 

 

"Lo sai che per Esposito niente è impossibile! Ha il cuore di ghiaccio ed è restio nelle sue strane idee.." disse Luca abbassando la voce, probabilmente per non farsi sentire dagli altri. 

Gemma si sentì stupida in quel momento per il ragionamento che aveva poi condiviso con Luca: cosa si aspettava? Che il suo professore sciogliesse la sua corazza di ghiaccio di fronte a quei poveri studenti che, al contrario dei professori, i quali venivano pagati profumatamente, pagavano e passavano pomeriggi interi a studiare e a passare le notti insonne. 

"Luca rasserenati, io sto arrivando!" Cercò di tranquillizzare Luca quando in realtà lei era tutto tranne che tranquilla.

 

Arrivata nell'aula in cui si sarebbe svolto anche il suo esame, Gemma cercò Luca con lo sguardo è appena lo trovò sospirò di sollievo. Almeno aveva qualcuno con cui parlare e sfogarsi. 

"Gemma! Sei arrivata..." Luca era più sollevato proprio quanto lo era Gemma. Si sorrisero e si abbracciarono velocemente, per non dare troppo spettacolo sopratutto alla commissione d'esame dove si trovava pure Riccardo Esposito, il quale stava interrogando una giovane ragazza.

"Guarda! Li ha bocciati tutti quelli in prima e seconda fila!" Disse Luca, agitandosi sulla sedia. Gemma guardò le facce dei suoi compagni e provò compassione per loro anche se immaginava che anche lei si sarebbe aggiunta. Era arrabbiata per il comportamento che il suo professore assumeva nei confronti dei compagni e soprattutto di lei stessa, perchè una cosa era certa: Riccardo Esposito non provava grande simpatia per Gemma. 

Al solo pensiero ella rabbrividii, non sapeva come fare e si sentiva anche sconfitta da quello che era diventato il suo nemico. perchè Riccardo Esposito poteva definirsi solo da tale. Non c'erano altre parole per descriverlo.

 

"Gemma Ferrari è presente?" chiese l'assistente che accompagnava il professor.Esposito. Gemma alzò titubante la mano, che ancora la tremava

 e con gli occhi notò che il suo professore la stava guardando con un sorriso che lasciava poco all'immaginazione: era perfido e malizioso. Gemma, sebbene era tanta l'angoscia di quel momento, non si lasciò all'apparenza intimidire dallo sguardo che faceva intendere che avrebbe avuto con lui una lunga chiaccherata, dove Riccardo Esposito l'avrebbe messa non solo alla prova, ma soprattutto le avrebbe fatto abbassare la cresta che Gemma possedeva nei confronti di chi, secondo il professore, aveva un ruolo molto più importante rispetto a quello di una semplice studentessa. Gemma si alzò dalla sedia e colse velocemente un sorriso d'incoraggiamento da parte di Luca che a poco servì per scacciare via tutta la tensione. 

 

"prego si accomodi..." disse il professore, con la sua solita voce roca ed autoritaria che da una parte destabilizzava Gemma in quanto aveva sempre avuto un debole per quel tipo di voce. Ella si schiarì la voce e si concentrò soltanto sull'esame e niente più attorno a lei importava. C'erano solo Riccardo Esposito e lei. Si guardavano come se fossero due concorrenti che dovevano sfidarsi e provocarsi affinché non avevano più ossigeno in corpo. 

"Mi parli della tendinite nei minimi dettagli" 

Con un gesto della mano, il professore incitò Gemma a parlare e lei accennò un sorriso appena udì l'argomento di cui avrebbe dovuto parlare.

 

"I tendini collegano i muscoli alle ossa ed esercitando nel punto in cui si inseriscono sulle ossa la forza generata dai muscoli rendono possibile il movimento delle articolazioni. I tendini si trovano quindi, ad esempio, a livello delle caviglie, delle ginocchia, dei gomiti e delle spalle. Per quanto concerne invece la tendinite, questa è più spesso causata da movimenti improvvisi e acuti o da movimenti ripetitivi, come correre, saltare o lanciare. Alcune tendiniti sono caratteristiche di alcune attività sportive al punto che si parla di gomito del tennista, di ginocchio del saltatore, di spalla del lanciatore o di gomito del golfista" 

Sebbene Gemma avesse risposto in modo brillante, il professore non sembrava affatto colpito e la interruppe con un altro gesto della mano, che irritò notevolmente Gemma.

"Quali sono i sintomi e cosa bisogna fare..." 

Gemma deglutì e ricambiò lo stesso sguardo di sufficienza che aveva la persona di fronte a lei.

 

"I principali sintomi della tendinite sono localizzati in corrispondenza del tendine interessato e consistono in dolore che peggiora con il movimento, nella difficoltà a effettuare il movimento che provoca dolore, in una sensazione di sfregamento o di crepitio in occasione del movimento, nella presenza di gonfiore, a volte con calore o arrossamento e nella presenza di una protuberanza lungo il tendine. Le tendiniti lievi si possono curare adottando per 2 o 3 giorni le seguenti misure:

il riposo, si deve interrompere l'esercizio o le attività che hanno causato la lesione finché non ci si sente meglio;

un impacco di ghiaccio della durata massima di 20 minuti ogni 2 o 3 ore sulla sede della lesione;

una fasciatura attorno alla lesione per contenerla;

l'elevazione della parte lesa, appoggiandola su un cuscino quando si è seduti o sdraiati.

Contemporaneamente bisogna evitare i massaggi e l'applicazione di calore, come bagni caldi e impacchi caldi, sulla parte lesa.

Quando si riesce a muovere il tendine interessato dalla lesione senza che il dolore induca ad arrestare il movimento è opportuno riprendere il movimento in modo che il tendine non diventi rigido"

 

Per quanto aveva parlato, Gemma dovette respirare profondamente. Aveva parlato a macchinetta, non si era fermata un attimo perché aveva dato la precedenza al suo esame dal quale doveva uscirne vittoriosa. Nonostante questo, il professore continuava a scrutarla in un modo che Gemma ritenne poco carino nei confronti di chi non aspettava altro che superare quell'esame. 

"Può smettere di guardarmi così per piacere?" 

Il professore, sentendo le parole amare di Gemma, aggrottò le sopracciglia anche se in realtà non aspettava altro che Gemma muovesse un passo falso per, in questo modo, attaccarla. 

"Prego? Io la guardo come voglio!" Disse lui, tra un misto di divertito e risentito.

Gemma alzò gli occhi al cielo e si morse la lingua. Doveva resistere e non insultarlo nei peggiori dei modi. 

Riccardo Esposito sospirò pesantemente per poi, riflettere per pochi minuti sull'esito dell'esame. Infondo doveva essere clemente, non poteva bocciarla soltanto perché non le stava proprio simpatica però allo stesso tempo, voleva mettere un freno alla sua presunzione. 

"19. Accetta?" 

 

Gemma si sentì male. Ebbe per un attimo un giramento di testa per la rabbia, così tanto che non riuscì a contenersi e si alzò in piedi poggiando le mani, involontariamente, vicino a quelle del suo professore. Lei sapeva perfettamente che non si meritava quel voto, il quale era dettato dall'odio reciproco che quei due provavano. Solo che a differenza del professore, Gemma non poteva fare niente di grave mentre Riccardo Esposito, poteva distruggerla in pochissimo tempo. 

"Faccio i complimenti alla sua professionalità nei miei confronti, professore!" Disse Gemma, aggressiva e poco paziente. La pazienza l'aveva già persa da quando aveva incrociato i suoi occhi azzurri profondi ed indagatori. Lo stesso sguardo stava usando in quel momento il professore, il quale era tranquillo nella sua sedia. 

 

"Sta per caso insinuando che io non so giudicare il suo esame?" Disse lui, alzandosi all'altezza di Gemma. Lui la stava sovrastando con tutta la sua altezza e Gemma, per la prima volta, si sentiva incapace di dire e di fare.

"Perché non è così?" Sbottò Gemma guardandolo in cagnesco. Il professore si avvicinò ulteriormente a lei e ciò che le sussurrò la fece congelare sul posto:

"Le ricordo, cara Gemma, che qui sono io che stabilisco quali voti si meritano i miei alunni e se lei mi manca di rispetto posso spedirla via in un sciocco di dita. Mi sembra però che già l'avevo avvertita! Quindi accetta o rifiuta?" Le disse con tono assai minaccioso, Riccardo Esposito. 

"Oppure se preferisce, potrei anche farle qualche lezione pomeridiana che comprende anche il comportamento da assumere con un professore..." 

Quella proposta mandò ancor di più in escandescenza Gemma, la quale aveva stretto i pugni con una presa salda e forte. 

"Non intendo avere lezioni con una persona che non sa neanche cosa significhi avere un carattere e per tale motivo, accetto il voto. Grazie e buona giornata!"

   
 
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