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Autore: Joy2000    15/02/2021    1 recensioni
Thomas Shelby si avvicina verso di me, a passo lento. Sono di nuovo agitata. Non so cosa vuole da me, non so neppure come posso sdebitarmi. Non so se mi vuole far del male... È a una dozzina di piedi di distanza, si toglie il cappello, I capelli sono schiacciati e Thomas cerca di aggiustarseli alla meno peggio. Mi guarda. Ha degli occhi chiari, azzurri, perfetti, ma così freddi ed enigmatici che ne rimango quasi ipnotizzata...
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Shelby, Nuovo personaggio, Thomas Shelby
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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TOM’S POV
È tutto buio intorno a me, tutto nero. Sono seduto o sto fluttuando nel vuoto? Una luce mi illumina dall’alto e alzo con cautela la testa, ma sono costretto a riabbassarla subito perché ne rimango accecato. Non si sentono rumori, al di fuori del mio respiro. Ho freddo, devo andarmene via di qui. Provo ad alzarmi in piedi e capisco che mi trovo su una superficie stabile. Cammino, ma man mano che vado avanti mi rendo conto di allontanarmi dalla luce e ho paura. Ho paura che i miei demoni spuntino all’improvviso dalle tenebre e mi prendano con loro. E non potrò più rivedere la mia piccola Lily. Poco fa ero poggiato sulle sue gambe, e lei piangeva, soffriva. Mi ha detto che mi ama e io non ho avuto neppure la forza di ricambiare le sue parole. Devo tornare da lei. Sento delle parole, e riconosco la sua voce, mi dice “Tom, risvegliati” “Scusa!”. È lei, è proprio lei. Come faccio a tornare, forse devo andare verso la luce. Torno indietro, ma la voce di Lily si allontana. Capisco che non devo andare indietro, ma immergermi nell’oscurità. Nervoso mi accendo una sigaretta. Aspiro, ma non produce fumo. Dove diamine sarò finito? Ricordo solo che gli uomini di Campbell mi hanno pestato. Ricordo il nome di Churcill. Poi più niente e mi sono trovato qui. Forse sono morto. Ma come faccio a sentire la voce di Lily allora? “Tom, apri gli occhi” continua a dirmi lei. Quanto vorrei accontentarti mia dolce Lily. Finisco di fumare, anche se non mi sento molto soddisfatto e non ho visto neanche una lieve scia di fumo propagarsi dalla sigaretta. Prendo un respiro e inizio ad allontanarmi dalla luce per seguire le parole di Olivia. Ora è buio pesto e cammino a tentoni, sperando di non trovare ostacoli. A un certo punto sento delle esplosioni. Sono bombe. Cazzo, la guerra. Corro perso nelle tenebre cercando di allontanarmi da quel suono, ma al contrario mi avvicino sempre più. Urlo, in preda al panico, sentendo il fracasso sempre più vicino a me. Mi tappo le orecchie premendoci sopra le mani, ma niente può impedirmi di sentire, di ricordare tutte le urla di quei soldati che adesso non ci sono più. Nonostante il rumore assordante, continuo a sentire la voce di Lily “Tom, vieni da me”. Cerco di concentrarmi su di essa, mettendo da parte le bombe, il cui suono per un istante sembra acquietarsi, fino a scomparire del tutto. Mi fermo. Non sento più niente. Provo a gridare il nome di Olivia “Dove sei?” chiedo a voce alta. “Sono qui” mi risponde e questa volta sento una voce chiara alle mie spalle. Mi volto in fretta e lei è di fronte a me, con il vestito rosa antico che ha indossato a casa mia la sera dell’agguato di Campbell. È bellissima, mi sorride e si avvicina a me. Io non dico niente, esterrefatto ma sollevato di condividere con lei l’oscurità. Siamo a un paio di passi di distanza, ora ad uno. Sento il suo profumo di lavanda, poi il suo tocco delicato sul mio volto. Le nostre labbra si avvicinano e…mi spinge all’improvviso sparandomi alla fronte. Sento di perdere sangue, mi tocco il punto nevralgico, ma le mie mani non si sporcano, e non sento neanche il buco del proiettile. Mi alzo in fretta in piedi ma Olivia non c’è più. Provo a richiamarla “Lily, dove sei!?” e grido arrabbiato, infuriato con me stesso per averla fatta avvicinare troppo a me. Forse ho sbagliato con lei, forse non devo neppure seguire la sua voce. E allora che devo fare? Continuo a vagare nel buio, sperduto, ormai stanco. Voglio tornare verso la luce, ne ho abbastanza. Ma proprio mentre sto per tornare indietro sento un’altra voce, sempre delicata, sempre femminile, ma non è quella di Olivia. Mi chiama “Thomas, amore mio” la riconosco e le vado incontro, è  mia mamma. “mamma dove sei?” chiedo, guardandomi intorno spaesato non vedendola. “Non puoi vedermi, ascolta ciò che ti devo dire, ti prego è importante” Ho il cuore in gola, ma rimango zitto, con le orecchie aperte e attente “Metti da parte i tuoi ricordi e ragiona. Allontanati da chi ti ha tradito e rimani accanto alla tua famiglia. Sarà la tua forza quando gli affari si espanderanno!”
“Mamma, che stai dicendo? Io amo Olivia, la amo profondamente, ne sono certo!”
“La famiglia, non allontanarti dalla tua famiglia!” ripete lei a mo’ di cantilena. Grido “Mamma! Torna qui” ma lei non torna e io sono sempre più confuso. Allora Scappo, decido di andare incontro alla luce, e quel che sarà. La vedo, lontana ma la vedo. Corro, corro, mi avvicino sempre di più sempre di più, e quando sono a un passo da lei sento mancare la superficie sotto ai miei piedi. Precipito non so dove, grido nel panico più totale ma la mia voce non esce, non mi sento, urlo, ma spreco solo fiato. Adesso mi schianterò, qualcuno mi aiuti. “Mamma!” “Olivia” “John” “Arthur” “Zia Polly”, ma nessuno mi risponde e quando dirigo lo sguardo verso il basso, sperando di non precipitare e di non sfracellarmi contro il suolo, vedo un pavimento a scacchiera. Sento di nuovo la voce di Olivia. “Thomas! Sei vivo!” esclama mentre mi giro di scatto verso la mia sinistra e la trovo proprio seduta accanto a me. Mi bacia. Il tocco delle sue labbra morbide e sottili sulle mie è una boccata di ossigeno a pieni polmoni. Mi è mancata così tanto, e adesso l’avrò per sempre con me.
 
“Thomas, sei vivo!” esclamo a gran voce, assaltando le sue labbra in preda all’euforia. Thomas ricambia il mio bacio ed è così inebriante il sapore delle sue labbra che vorrei non staccarmi più da lui. Lo  stringo in un abbraccio rassicurante per entrambi e risentire la sua muscolatura, seppur bendata, mi provoca un brivido d’eccitazione. “Come ti senti?” gli chiedo lasciandogli finalmente il tempo di respirare.
“Alquanto bene, anche se ho dolori sparsi in tutto il corpo” mi risponde tranquillizzandomi
“Mi prenderò io cura di te adesso, non preoccuparti!” gli dico sorridendogli e accarezzandogli il volto, ma vedo un lampo passare di sfuggita nei suoi occhi. Sto per chiedergli spiegazioni, quando dalla porta entrano Polly, John e Arthur, che non appena vedono Tom sveglio, corrono verso di lui felici e sorridenti. Anche Tom sorride in risposta e torna a sembrarmi quel bambino libero e spensierato di quella sera, quando abbiamo fatto l’amore. La sua famiglia prende a parlargli di affari, di Churchill, di Campbell.
“Tom, nostra zia è davvero un genio!” esclama Arthur poggiando un braccio sulla spalla di Polly
“Ah, si? Perché?” chiede Tom, ormai arzillo e pimpante per la sua famiglia
“Ho chiamato Winston Churchill per spiegargli che uno dei soldati più valorosi della prima guerra mondiale, è stato minacciato e sequestrato da un ispettore irlandese di nome Campbell” racconta la zia Polly, mentre i tre fratelli ridono divertiti
“hai detto proprio così?” chiede Tom incredulo
“Sì, diciamo di sì…” risponde sorridendo ma lanciandomi un’occhiata fugace ma fulminante che non riesco a interpretare.
“E quindi? Ora che faranno a Campbell?” domanda John, mentre offre una sigaretta a suo fratello allettato.
“Campbell ritornerà nella sua amata Irlanda, e se si avvicinerà di nuovo a Thomas o a uno di noi, finirà subito in galera, anche se prima ha un conto da saldare”  Uno di noi…chissà se anche io sono ormai entrata a far parte di questa strana ma affiatata famiglia Shelby. Mi piacerebbe così tanto essere accolta da loro tutti, soprattutto da Polly, la cui benedizione significherebbe tanto per me ma soprattutto per Thomas, anche se a giudicare dall’occhiataccia che mi ha indirizzato, non credo sarà facile farmi accettare da lei.
Thomas ringrazia sua zia con uno sguardo sincero. E lei ricambia baciandolo sulla fronte, una scena tutto sommato tenera, nonostante Arthur e John che scimmiottano alle loro spalle come due bambini birichini.
“Bene famiglia, adesso ho bisogno di un paio di minuto per parlare con la signorina Stone, potete lasciarci soli?” chiede cortesemente il soldato ferito, mentre ultima la sua sigaretta. È ironico, quasi difficile da credere, come Thomas si preoccupi di fumare anche in un momento del genere, dopo che le guardie di Campbell si sono divertite a rompergli le varie ossa del corpo.
“Vai Tom, dacci dentro!” incoraggia John, beccandosi uno schiaffo alla nuca da Arthur, mentre io trattengo a stento una risata divertita. I famigliari escono in fretta, lasciando me e Thomas in un iniziale silenzio imbarazzante.
“Olivia io ti amo” mi dice all’improvviso, senza esitare o balbettare. Una scia di parole diretta al cuore e per quanto banale possa essere il paragone, è ciò che ho sentito. Il battito accelera repentinamente, ma questa volta devo rispondergli. Mi sta guardando come in attesa e io non voglio più farlo aspettare.
“Anche io Thomas” rispondo semplicemente, dandogli un bacio a stampo veloce ma dolce. Una lacrima mi scappa dall’occhio destro e scorre veloce giù per la guancia fino a toccarmi le labbra. Poi ne scende un’altra e un’altra ancora. Thomas mi guarda con lo sguardo interrogativo. “Mi dispiace così tanto, è stata tutta colpa mia!” dico annaspando nel pianto e coprendomi istintivamente il viso con le mani, cercando di nascondere invano i miei singhiozzi. Thomas allunga una mano e mi accarezza la testa, poi cerca di scoprirmi il volto.
“è colpa di entrambi, l’importante è che sono vivo no?!” mi dice in tono docile, ma non basta per farmi sentire meno in colpa.
“Tom, non te lo meritavi, se solo avessi…”
“Lily, non c’è posto per i se, la storia è andata così, dobbiamo andare avanti, e lo faremo insieme!”
“Me lo prometti, Tom?” lo prego con gli occhi, prego che sia di parola, che non mi abbandoni mai, perché ormai ho capito che lontana da lui non so stare.
“Te lo prometto” mi dice con lo sguardo serio, gli occhi azzurri carichi di impegno e determinazione. Mi sento subito sollevata.  “Vieni qui” mi esorta, facendomi spazio nel piccolo lettino. Mi sdrai accanto a lui emi  poggio, sul suo petto. Sento il suo cuore che batte regolarmente e così il suo respiro. Il mio Tommy è salvo e fuori pericolo e adesso ci aspettano tante avventure da vivere insieme. Gli do un bacio sul collo, morbido, bianco e al profumo di tabacco. Mi rannicchio accanto a lui e chiudo gli occhi, dolcemente cullata dal pensiero che da ora in poi la nostra vita sarà per sempre rosa e fiori.
  
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