Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: kanejvibes    15/02/2021    0 recensioni
In un mondo post apocalittico, dove il controllo è stato preso con la forza da una grande corporazione, Nina si ritrova a dover lottare per sopravvivere e proteggere i suoi fratelli minori, mentre il suo gemello è scomparso. E proprio quando pensa di essere al sicuro, un misterioso sconosciuto entra nelle loro vite, scombussolandole.
Tratto dal testo:
La verità era che era stato e sarebbe sempre stato un egoista.
Nel suo cuore, James lo sapeva.
Accettò quella verità e le sorrise appena per cercare di farla tranquillizzare.
"Non posso perderti, Nina".
Moriranno tutti al bunker? Sì.
Tuo fratello diventerà una cavia da laboratorio? Sì.
Ma tu sarai viva.
Chiuse per un attimo gli occhi e quando tornò a guardarla lei aveva quell'espressione di rabbia che spesso gli rivolgeva. Rabbia e odio. Ma un odio temporaneo, un odio che nascondeva tutt'altro.
Genere: Commedia, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1

Non ci misero molto ad arrivare al campo, tanto che Nina si stupì di non averlo mai trovato prima. Forse perché il luogo era strategicamente nascosto da un dedalo di alberi e rocce.
Quando furono vicini, fu certa che qualcuno li stesse osservando tra le foglie, ma nessuno li attaccò o rivelò la propria presenza.
Poi la vegetazione si fece sempre meno fitta, fino ad aprirsi in una radura, che fu un paradiso per gli occhi.
C'era un piccolo torrente che vi scorreva al centro e forse per questo l'erba era rigogliosa e di un verde brillante; la zona era piena di tende e qualche piccolo falò. E c'erano persone frenetiche ovunque. Nina non ne aveva viste così tante da quando tutto era iniziato.
Tutti e tre i fratelli si guardarono intorno, impressionati.
Poi, in un attimo, vennero circondati. Una ragazza mora avanzò più di tutti gli altri e guardò lo sconosciuto con loro come se avesse rivisto un amante che le era morto davanti. Abbassò lo sguardo sulle mani del ragazzo, che erano state legate con della corda, poi lo fissò e sembrarono conversare con gli occhi.
Nina tirò fuori l'arco e Richard la sua spada, ma quelli continuarono ad avanzare verso di loro. 
A niente servì l'avvertimento di Nina di stare alla larga.
Quando furono pericolosamente vicini, la ragazza sguainò la spada e la puntò alla gola dello sconosciuto, che sbuffò.
Non che Nina ci avesse sperato molto, ma, improvvisamente, l'avanzata si fermò.
La mora in avanguardia era a pochi passi da loro e strinse i pugni.
"Lasciatelo andare. Cosa credete di fare?", sputò, piena di una furia spaventosa.
"Vogliamo vedere il vostro capo, il lupo", ribatté lei, avvicinando così tanto la lama alla gola di lui, che un rivolo di sangue gli bagnò il collo.
Il ragazzo non mosse un muscolo.
Poi una figura emerse tra la folla, con le braccia alzate.
"Qualsiasi cosa vogliate, sarà vostra una volta che lo avrete liberato", disse un ragazzo dalla carnagione ambrata e gli occhi di un color nocciola chiaro.
"Sei tu il lupo?", mormorò Nina, scrutandolo.
Lui guardò il ragazzo dai capelli argentei, poi fece un cenno con la testa quasi impercettibile.
"Lo lascerai andare o hai intenzione di tagliargli la gola? In ogni caso, ti consiglio di far presto, non ho tutto il giorno da perdere".
"Ci ha promesso cibo e medicine. Consegnateceli e lo lasceremo andare".
Il lupo guardò il ragazzo.
"E' vero quello che dice?".
Quello annuì, tranquillamente.
"Ok, allora", disse l'altro, facendo un cenno a due uomini, che sparirono per poi tornare con due sacche stracolme di approvvigionamenti.
Le lasciarono a terra, poi indietreggiarono.
Nessuno disse altro.
Nina lanciò un rapido sguardo a Richard e Anna.
In quale situazione li aveva portati? Una volta liberato lo sconosciuto chi le assicurava che li avrebbero lasciati andare? Con tutti quei rifornimenti, poi.
L'unica assicurazione che avevano erano le parole del ragazzo dai capelli argento.
"Richard, prendi il cibo e le medicine", disse, presa da una scarica di adrenalina.
Ancora, non aveva allontanato l'arma dalla gola del ragazzo.
Richard stranamente obbedì senza obiettare, forse non più tanto sicuro della decisione che lui e Anna avevano preso.
"Avete avuto quello che volevate, lasciatelo andare adesso".
La tranquillità nella voce del lupo venne spezzata da una nota di insicurezza.
La mora davanti a lui era presa sempre più da rabbia infuocante e le dita erano finite dritte alla lancia che aveva sulle spalle.
"Fammi anche solo un cenno e la uccido", disse, digrignando i denti, con lo sguardo fisso sul ragazzo con la spada alla gola.
Il lupo non rispose, l'altro invece, scosse appena la testa, poi accadde tutto così velocemente che Nina ebbe a malapena il tempo di battere le ciglia un paio di volte.
Con un movimento fulmineo, il ragazzo le tirò una gomitata e con l'altra mano la disarmò. Poi si lanciò in avanti, fece una capriola e si ritrovò ai piedi della mora.
I tre fratelli rimasero a bocca aperta ad osservare la scena.
La mora si rilassò, aprendosi in un sorriso.
Lui fece appena in tempo ad alzarsi che lei gli tirò le braccia al collo.
"Oh, Jaime!", sospirò, con gli occhi lucidi.
"Aspetta, Jaime?", balbettò Nina, confusa.
Jaime si voltò, sciogliendo l'abbraccio con la mora e guardò i tre fratelli.
"Pensavo che lui fosse il lupo", disse Nina, indicando il ragazzo moro.
"Beh, che posso dire? Non mi sembrava il caso di rivelarvi la mia identità. Non sei l'unica a non fidarsi, principessa".
"Sei un bugiardo, siete tutti dei bugiardi, degli assassini e dei ladri!".
"Vero", rispose Jaime, sorridendo appena.
"Ma soltanto quando la situazione lo richiede", aggiunse, facendo schioccare il collo.
"Sono stanco. Ed è quasi buio. Nicholas, perché non scorti i nostri nuovi amici alle loro dimore? Parleremo domattina", concluse verso il ragazzo che si era finto lui, voltandosi per sparire tra la folla.
"No! Sei un bugiardo! Sei un bugiardo!", gridò Nina, mentre alcuni uomini bloccavano lei e i suoi fratelli per trascinarli via.
Lottarono per liberarsi, ma inutilmente, e vennero disarmati quasi subito e condotti verso una prigione in legno.

Jaime avanzava a passi rapidi verso la sua tenda, sentendo lo sguardo perforante di Aline sulla sua nuca.
Scostò con forza il tendaggio sull'entrata e si fiondò dentro, sperando che lei e suo fratello Nicholas capissero che voleva essere lasciato da solo.
Ma non sapeva perché ci avesse sperato.
"Sei fuori di testa? Cos'era quel giochetto di prima? Sei forse impazzito?".
Jaime roteò gli occhi, poi sbuffò. Non aveva voglia di parlare, non aveva voglia di drammi, né, tantomeno, di ramanzine. Era proprio quello il motivo per cui aveva deciso di sparire per qualche giorno.
"Ero perfettamente in controllo", ribatté, sfiorando il bendaggio sulla sua ferita, che gli procurò un dolore lancinante; ma non lo dette a vedere e continuò a sciogliere la benda.
"Avevi una spada alla gola o forse non te ne sei accorto mentre stavi perfettamente in controllo?", sbottò lei, sull'orlo di una crisi isterica. E ne avrebbe presto fatta venire una anche a lui se avesse continuato a strillare a quel modo.
Jaime sospirò e si voltò verso Nicholas, sperando che il moro lo appoggiasse.
"Potresti far notare a tua sorella che sto bene?".
Nick alzò le sopracciglia e incrociò le braccia, segno che non voleva intromettersi nella conversazione.
"Grazie, eh", rispose l'altro, sarcastico.
"Stai bene! Dici sempre di star bene! Ma guardati! Sei sparito per tre giorni e te ne torni a casa con una ferita al petto e una spada alla gola!".
Aline aveva le lacrime agli occhi e la voce le era diventata tremolante.
Jaime socchiuse gli occhi, sospirando, cercando di trattenersi dallo sbottare.
"Sono vivo, mi pare, no?".
"Sì, questa volta. Continui a scherzare con il fuoco. E ogni volta ti bruci e ogni volta ci riprovi. Prima o poi ci lascerai la pelle".
"Puoi smetterla di essere così negativa, per favore?", esclamò, alla fine, lui, irritato, voltandosi.
I suoi occhi erano molto più scuri del solito.
Aline si avvicinò e gli accarezzò una guancia, premurosa.
"Non posso perderti. Non posso. Ogni volta che sparisci mi sento morire. Sai che io ti...".
Jaime la interruppe, allontanandole la mano bruscamente.
Lo amava. 
Non era un segreto, glielo aveva confessato infinite volte, ma non riusciva a sentirselo dire. Sapeva che Aline meritava di meglio, e si era costretto a rimanere il più freddo possibile. Nessun legame, non dopo l'ultima volta.
Le lacrime inondavano il volto della ragazza, che aveva abbassato gli occhi.
Nicholas sospirò e fece per lasciarli da soli, ma Jaime lo fermò.
"Cosa è successo mentre ero via?", chiese, guardandolo, anche per cercare di ignorare Aline e i suoi singhiozzi.
Nick deglutì a fatica, rattristandosi ancora più di quanto già non fosse.
"Abbiamo fatto qualche imboscata a nord. Purtroppo abbiamo dovuto uccidere due deeta in un attacco sul fiume. Inoltre Harry, Lion e Maureen se ne sono andati".
Jaime chiuse gli occhi, con rassegnazione.
"Morti?", chiese, riaprendoli.
"Deeta. Ma è la stessa cosa, no?".
James annuì appena, poi sospirò.
"E' meglio che dorma un po' adesso. Per favore, lasciatemi".
Nick obbedì e se ne andò, ma Aline, che aveva smesso di piangere e lo fissava, non aveva intenzione di farlo.
"Che ti è successo? E' stata la ragazza a ferirti?", chiese, cercando di avere un tono distaccato, ma la voce le tremò un paio di volte.
Jaime le dette le spalle e iniziò a lavarsi le braccia da una ciotola con acqua fresca.
"No. Deeta. Sei di loro mi hanno accerchiato mentre raccoglievo informazioni su un loro campo. Sono riuscito a scappare e a nascondermi per riprendere le forze, ma devo aver perso i sensi più di una volta perché non ricordo molto. La ferita si stava infettando, avevo la febbre. Poi la ragazzina bionda mi ha trovato con il fratello e mi ha curato con qualche impacco di erbe. Ha davvero del talento. Ho recuperato vigore in poche ore".
"E poi li hai portati al campo. Perché? Avresti potuto liberarti e fuggire".
"Te l'ho detto: la ragazzina ha talento per le medicine. E quella più grande, seppure sia una gran seccatura, mi sembra un'ottima guerriera. Potremmo aver bisogno di loro", disse Jaime, continuando a lavarsi.
"E intendi convincerli facendoli imprigionare?".
Jaime ridacchiò, divertito.
"Nah, quella è la punizione per avermi tagliato. Mi resterà una cicatrice", ribatté, sfiorandosi la ferita sulla gola.
"Oh, sono certa che capiranno e domani saremo tutti migliori amici", sbottò Aline, sarcastica.
James la guardò da sopra la sua spalla.
"E dici di conoscermi. Ancora non hai capito quanto possa essere persuasivo?", concluse, facendole cenno di andarsene, prima di sdraiarsi e chiudere gli occhi.



Buonasera! Ecco un nuovo capitolo, spero vi piaccia!
-Vale



  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: kanejvibes