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Autore: kanejvibes    22/02/2021    0 recensioni
In un mondo post apocalittico, dove il controllo è stato preso con la forza da una grande corporazione, Nina si ritrova a dover lottare per sopravvivere e proteggere i suoi fratelli minori, mentre il suo gemello è scomparso. E proprio quando pensa di essere al sicuro, un misterioso sconosciuto entra nelle loro vite, scombussolandole.
Tratto dal testo:
La verità era che era stato e sarebbe sempre stato un egoista.
Nel suo cuore, James lo sapeva.
Accettò quella verità e le sorrise appena per cercare di farla tranquillizzare.
"Non posso perderti, Nina".
Moriranno tutti al bunker? Sì.
Tuo fratello diventerà una cavia da laboratorio? Sì.
Ma tu sarai viva.
Chiuse per un attimo gli occhi e quando tornò a guardarla lei aveva quell'espressione di rabbia che spesso gli rivolgeva. Rabbia e odio. Ma un odio temporaneo, un odio che nascondeva tutt'altro.
Genere: Commedia, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 2

Nina si era stancata di urlare e battere sulle sbarre della loro cella già da un po', senza risultati. Si era seduta, pensando e ripensando a quanto stupida fosse stata a fidarsi di quel criminale.
Annabelle e Richard si erano scambiati qualche sguardo colpevole, ma non avevano osato dire nulla per tutta la notte.
La bionda era riuscita addirittura ad addormentarsi per qualche ora.
Richard aveva passato il tempo in dormiveglia.
Ma Nina era rimasta con gli occhi vigili e attenti a guardarsi intorno.
Finalmente, non molto tempo dopo l'alba, vide la ragazza mora avvicinarsi.
Le due guardie alla cella, la fecero passare senza dire una parola.
Quella puntò gli occhi scuri verso Nina, che si era tirata in piedi, e le si piantò davanti.
La fissò in cagnesco, poi le porse una borraccia d'acqua fresca.
"Devi avere sete", disse, atona.
Nina la guardò, poi abbassò gli occhi sulla bottiglia, poi li riportò sulla ragazza.
Non si fidava, per niente, ma aveva davvero sete, perciò allungò il braccio.
La mora ghignò, indietreggiando, e rovesciò tutto il contenuto a terra.
Nina assottigliò gli occhi con odio.
"Perchè?", chiese, appoggiandosi alle sbarre.
"Non avresti dovuto ferirlo".
"Oh, sei venuta per difendere l'onore del tuo padrone, quindi?", sbottò Nina, acida.
Quella digrignò i denti e buttò a terra la borraccia, afferrando la ragazza per la gola.
"Pensi di essere tanto furba, vero? Se dipendesse da me, saresti già morta".
"Ma non dipende da te, Aline", intervenne una voce, dura.
Entrambe si voltarono per vedere Jaime arrivare.
Si era cambiato e aveva indossato abiti nuovi e puliti. I capelli erano in ordine e brillavano alla luce del sole, assieme al ciondolo che portava al collo.
Si era anche fatto la barba, e non ne rimaneva che un lieve contorno sul viso.
Aline lasciò andare immediatamente Nina e indietreggiò, seppure senza smettere di guardarla con odio. Richard aprì gli occhi e svegliò anche Anna.
"Mi scuso per il suo comportamento, non accadrà più", riprese il lupo, sorridendo, poi si rivolse alle guardie e le invitò ad aprire la cella.
"Vorrei scambiare una parola con te, Annabelle, se non ti dispiace", disse, aspettandola sulla soglia.
Anna, come ipnotizzata, fece un passo verso di lui, ma Nina le si parò davanti.
"Non viene da nessuna parte con te".
"Sfortunatamente, non ho chiesto il tuo permesso", ribatté Jaime, lanciandole un'occhiata infuocata.
"Belle?", riprese, poi, sorridendo.
Anna schiuse le labbra, completamente rapita e annuì, avvicinandosi, ma ancora Nina le bloccava la strada.
"Ti suggerisco di spostarti", la minacciò Aline, portando la mano alla lancia.
Jaime sbuffò.
"Potete uscire tutti e tre dalla cella. Forza", disse.
Nessuno si mosse.
"A meno che non vogliate passarci un'altra notte", aggiunse lui.
Nina strinse i pugni, ma poi li rilassò, rassegnata, e uscì, comunque sempre davanti ad Annabelle.
"Avevamo un accordo".
"Sì e siete liberi di andarvene. Vorrei solo scambiare qualche parola con Belle".
"Il suo nome è Annabelle".
"Come vuoi. Posso per favore parlare con tua sorella?".
"Va bene, Nina. Non preoccuparti", sussurrò Anna, stringendole la mano.
Poi la sorpassò e questa volta Nina non cercò di fermarla.
"Bene, seguimi, per favore", mormorò James, indicandole la via.
La condusse fino alla sua tenda e la invitò ad entrare.
Dentro li aspettavano cibi e bevande: vari tipi di carne arrostita, bacche colorate, funghi e due tipi di spremute di frutta che emanavano un profumo invitante.
Annabelle sentì lo stomaco contorcersi per la fame e si sarebbe volentieri fiondata su quel banchetto, ma evitò di muoversi fino a che Jaime non le dette il permesso.
"Non fare complimenti, sono sicuro che tu sia affamata", disse, sorridendole, mettendo le mani dietro la schiena mentre la guardava.
Anna si sedette per terra, sulla coperta che vi era stata adagiata, e iniziò a mangiare con gusto.
"Andrò dritto al punto: ho visto quello di cui sei capace, perciò cosa ne diresti di unirti alle Ombre?".
Annabelle si fermò e lo fissò con stupore.
"Restare...qua?", chiese, sbalordita.
"Sì, unirti al nostro gruppo di curatori. Potreste imparare molto gli uni dall'altra e viceversa", continuò Jaime, lanciandole un altro dei suoi sguardi magnetici.
Lei deglutì. Non le sembrava possibile rifiutare. 
"Ma...che...che ne sarà dei miei fratelli?".
"Possono restare anche loro, ovviamente".
James non si era mosso: adesso era serio ed ancora più bello e affascinante. Anna avrebbe rinunciato volentieri al suo pasto per passare le dita tra quei capelli così particolari e sfiorare la sua pelle.
Dopo una breve pausa di assoluto silenzio, lei abbassò gli occhi, non riuscendo più a reggere il suo sguardo e arrossì di brutto.
"Non lo so...non credo che Nina accetterebbe e Richard lo nega, ma la ascolta sempre alla fine...", mormorò, indecisa, sperando che il rossore sparisse presto, ma, al contrario, si sentiva sempre più andare a fuoco.
James le prese una mano, accarezzandola, e lei fu costretta a guardarlo di nuovo, cosa che la fece sussultare. Il ragazzo ignorò la sua reazione e si avvicinò ancora di più, sedendosi.
"Sei libera di andartene se è quello che vuoi, ma pensa all'opportunità che sprecheresti. Inoltre, non dovrai più aver paura. Con noi sarai al sicuro".
Probabilmente, era una bugia, anzi, ne aveva l'assoluta certezza, ma ad ogni parola che usciva dalle labbra del ragazzo, Annabelle si sentiva sempre più indecisa.
"Non...non voglio perderli", disse solamente, costringendosi ad incontrare gli smeraldi nei suoi occhi.
"Allora convincili a restare con te".

"Non so cosa creda di fare quel bugiardo, ma non avvelenerà nostra sorella con le sue menzogne", sbottò Nina, facendo avanti e indietro fuori dalla tenda del lupo.
Richard la sentì appena, intento com'era a divorarsi una coscia di cervo.
Era stato offerto del cibo ad entrambi, ma Nina si era rifiutata di mangiare o bere.
"Non mi importa cosa dirà lei, le starà facendo il lavaggio del cervello. Hai visto come lo guardava? E lui se ne sta approfittando!", sbottò, smanaccando, incontrollabilmente.
"Dobbiamo andarcene il prima possibile. Oh, se solo avessi il mio arco! Dove pensi che possano aver messo le nostre armi?".
Richard non rispose, si limitò a continuare a mangiare.
"Richard! Mi stai ascoltando?".
Il ragazzo trasalì e la guardò.
"Scusa, ero affamato", mormorò, scostando dalla bocca quello che restava del cosciotto, ormai ridotto ad un misero brandello di carne intorno ad un osso e aggiustandosi gli occhiali sul naso.
"Dobbiamo andarcene", sbottò lei, acida.
"Rilassati e mangia. E per favore smettila di fare avanti e indietro mi sta venendo mal di testa".
"Pensi solo a mangiare tu? E a nostra sorella che è lì dentro con quel bastardo?".
"Rilassati, se ci avesse voluto fare del male, l'avrebbe già fatto".
"Non potrei essere più d'accordo", si intromise Jaime, uscendo dalla tenda, seguito da Annabelle.
"Oh, Anna! Stai bene?", chiese Nina, abbracciandola.
"Sto benissimo".
"Ok. Meno male. Richard, forza, alzati, ce ne andiamo".
"Io resto", disse Anna, facendo congelare Nina. Gli occhi grigi della ragazzina si chiusero a due fessure e la fissarono con decisione.
"Cosa stai dicendo?".
"Potete restare anche voi. Staremo al sicuro, finalmente".
Richard lasciò andare l'osso del cervo e si alzò.
"Possiamo restare?", chiese, come se fosse la cosa più bella che si sentisse dire da molto, troppo, tempo.
"Ragazzi, non restiamo", sbottò Nina, scandendo bene le parole, come se i due fratelli fossero stati sordi.
"Io sì, non decidi tu per me", rispose Anna, con una risolutezza che non le aveva mai visto avere.
I capelli lunghi e biondi le ricadevano sulle spalle e aveva le braccia sui fianchi.
L'espressione sul suo viso sembrava quasi minacciosa, ma risultava buffa data la sua statura minuta.
"Beh, anch'io resto, è fantastico", commentò Richard molto più rilassato, come se non ci fosse nemmeno il bisogno di discuterne.
Nina spostò lo sguardo alle spalle dei due ragazzi e guardò Jaime con un'espressione di puro odio che non aveva mai rivolto a nessuno.
"Non restiamo qui, mi senti?", gridò verso di lui.
Il ragazzo le rivolse un tranquillo sguardo di vittoria.
"Se volete seguirmi, vi mostro il campo".
Richard si avvicinò e anche Anna, ma Nina la bloccò per un braccio.
"Fermi! Cosa fate? Oh, andiamo!".
Annabelle si divincolò dalla presa e seguì il fratello.
"Ragazzi, dobbiamo andarcene. Non andate con lui. Per favore!".
"Puoi restare anche tu, se vuoi", disse Anna, senza guardarla.
"Non resterò qui. Mai. Voi restate? Perfetto, restate!".
"Molto bene. Kyle, fai fare un giro del campo ai nostri nuovi ospiti. Io accompagnerò Nina al suo campo".
"Non ho bisogno che mi accompagni, anzi, non voglio. Datemi le mie armi e andrò da sola, so badare a me stessa", disse, amara, lanciando un ultimo sguardo ai suoi fratelli, sperando che cambiassero idea, ma, seppure rattristati, non si mossero.
Nina si voltò stringendo le labbra e quando fu certa che nessuno potesse vederla, scoppiò a piangere.
 
  
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