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Autore: Nekoale99    17/02/2021    1 recensioni
Luna e Snow sono due ragazzi accumunati da un triste evento: il Team Natsu è scomparso ben 7 anni fa e di conseguenza i loro genitori.
Juvia, supportata dalla Gilda, ha cresciuto da sola sia suo figlio che la figlia di Lucy, riempiendo i due di tutto l'amore possibile pur di non farli sentire soli.
E ora che sono grandi è tempo di raccontare la loro storia.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Gajeel/Levy, Gray/Juvia, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anno x806

Era un giorno come tanti alla Gilda. C'erano le risse, Makarow, ormai prossimo a ritirarsi, stava finendo di istruire Laxus e Kana beveva. 
Snow era di nuovo a Lamia Scale da Lyon a imparare la magia del ghiaccio e Juvia era in missione con Gajeel. Entrambi però sarebbero dovuti tornare nel tardo pomeriggio.

Dov'era Luna in tutto questo? Si era appiccicata a Lisanna a elemosinare coccole e complimenti. Come faceva quasi tutte le volte che veniva lasciata alla Gilda. Adorava Lisanna tanto quanto adorava Juvia e non lo nascondeva.
E fu nel mentre era in braccio all'albina che sentì un odore familiare. Stringendosi alla ragazza si voltò verso il portone, annusando l'aria.
«Hey piccolina, che succede?» le chiese con voce dolce, accarezzandole i capelli dorati.
«...mamma?» rispose quasi con un sussurro indicando la porta.

«Lucy?!» Esclamò ad alta voce sorpresa guardando prima la bambina e poi il portone. Erano tornati tutti? Davvero?

La Gilda si ammutolì all'istante. Trattennero tutti il respiro.
E quando il portone si aprì, lo lasciarono andare, vedendo la chioma bionda sulla soglia della porta.

Luna si liberò al volo da Lisanna, correndo incontro alla figura. Era sua madre, ne era sicura. L'odore era il suo. Un po' più alta ma era lei.
«MAAAMMAAA»

Nessuno ebbe il cuore di infrangere i sogni della bambina chiamando per nome la signora appena entrata che adesso si trovava la bambina abbracciata addosso sull'orlo del pianto.
«Maaaamma!»

Anna Heartphilia, con una morsa al cuore si chinò a terra, passando una mano sui capelli biondi della bambina.
«Luna, quanto sei cresciuta... l'ultima volta che ti ho vista eri uno scricciolino di Dragon Slayer.» La salutò con tono triste mentre la bambina si staccò, incredula a quello che sta sentendo.

Non voleva crederci. Lo rifiutava con tutta se stessa. 
Presa dalla situazione non si era accorta che Lisanna l'aveva seguita e ora le aveva posato una mano sulla spalla. Seguiva la scena con lo sguardo triste, in silenzio.

«Hai sentito l'odore di tua madre su di me vero?» La piccola annuì piano con gli occhi verdi opachi e spenti. 

«Ecco vedi... io non sono Lucy. Mi chiamo Anna. Sono... una vostra antenata.»
«Antennata?»
«Una parente molto, molto alla lontana.»

La bambina si rattristì, correndo a nascondere il viso contro la maglietta di Lisanna che, in silenzio, le accarezzò i capelli biondi. L'anziana signora si sentì tremendamente in colpa.

«Forse... non è stata una buona idea venire a visitare mia nipote... mi spiace di averla fatta piangere.» Si scusò Anna, pronta ad andarsene per non peggiorare le cose quando la voce dell'albina la richiamò: «Aspetta qualche minuto, ci parlo io. È stata... una grossa batosta che non era pronta a incassare.» Le rivolge un sguardo dispiaciuto.

Si trascinò fino al bancone del bar con la bambina, facendola sedere su uno sgabello alto. Il faccino di solito sempre sorridente era solcato da lacrime e gli occhi di solito brillanti erano oscurati da una profonda sconsolazione. La sua solita parlantina sparita. Si aggrappò al il vestitino a fiori con le mani guardando in basso.

«Luna...»
«Mamma... non tornerà più?»
Quella domanda spezzò il cuore sia a lei che alla sorella Mira lì dietro con loro. Fu la seconda che, con dolcezza, le passò una mano su una guancia rassicurandola.
«Devi avere fiducia. Possono tornare proprio quando meno te lo aspetti. E quando lo faranno sarà il momento più felice della tua vita.» Le sorrise, appoggiando l'altra mano sulla spalla di Lisanna.

«Ma non ce la faccio più ad aspettare...» mugolò la bambina coi lacrimoni agli occhi.

«Senti, perché non provi a passare la giornata con Anna?»
«Cosa? Perché?»
«È comunque tua nonna. Circa, molto alla lontana. Lei conosceva tuo padre da piccolo e conosceva Igneel.»

Alla bambina si illuminarono gli occhi: «I-Igneel? I-il drago papà del mio papà?»

Lisanna, felice di aver stuzzicato la curiosità della piccola annuì facendola girare verso l'altra bionda.

«Secondo me può raccontarti tante storie divertenti. Conosceva anche tuo zio Zeref.»

La bambina fece per scendere ma si bloccò girandosi verso la ragazza.

«Te cosa farai zia Lis»

«Non preoccuparti, vai a divertirti. Resterò qui a dare una mano a Mira a servire.» Le rivolse un sorriso incoraggiante in cui la piccola riuscì a scorgere di sfuggita un velo di malinconia.

La bambina ci pensò su. Voleva davvero sentire le storie sui draghi. Ma zia Lis è zia Lis. Alla fine si mise in piedi sullo sgabello, sporgendosi verso l'albina per darle un bacino sulla guancia.
«Ti voglio bene zia Lis» le sussurrò prima di staccarsi e correre verso Anna Heartphilia.
Lisanna sospiro, rispondendole a bassa voce: «Divertiti piccolina...»

Le vide parlare per un po', poi uscirono fuori per chissà dove.
Una lacrima rigò il viso di Lisanna, dettaglio che non passò inosservato a sua sorella. Sarebbe andata via con lei alla fine della giornata?
«È dura lasciarla andare, ma è la cosa giusta da fare.»
«Lo so. Ma fa più male di un pugno allo stomaco.»

Il pomeriggio passò e Juvia fu di ritorno con Snow che, non vedendo da nessuna parte la sua amica si imbronciò. Messa al corrente dalla Gilda, la maga dell'acqua si fece particolarmente silenziosa. Si sedette a un tavolino ad aspettare che tornassero, con Snow accanto che, probabilmente, aveva la sua stessa preoccupazione. Sarebbe andata via con Anna?

Il pomeriggio passò e le Heartphilia furono di ritorno. La piccola era tornata a sorridere e, vedendo sia Snow che Juvia, corse loro incontro abbracciando di slancio la maga dell'acqua.
«Siete tornati! Siete tornati!» Esclamò tutta felice. Snow la guardò storta un attimo e, quando se ne accorse, Luna roteò gli occhi divertita e abbracciò anche lui. La bambina si ritrovò schiacciata in mezzo ai due.

«Chi è quella signora che ti somiglia tanto?»
«È mia nonna.»
«Ma tua madre non aveva detto che era senza genitori?»
Juvia mandò un'occhiataccia al figlio.
«È più la mia bis, bis, bis, bis, bis, bis, bis, bis nonna» rispose, contando sulla dita quanti "bis" avesse detto.

«Cosa?! Ma come è...»
«Scusatemi, lei è Juvia giusto?» Si avvicinò Anna al terzetto, rivolgendosi alla maga adulta. La nominata si congelò un attimo. Sapeva che quel giorno sarebbe arrivato. Dopotutto lei è l'unica parente in vita che ha la bambina. Ma non era pronta a lasciar andare la sua piccolina.
«Si, sono Juvia.»

E a questa frase la bambina sentì che qualcosa non andava. Guardò la maga che, seria, si era voltata verso Anna. 
«Posso scambiare due parole con lei?»
«Certo. Al bancone magari?»

I due bambini guardarono le due allontanarsi e Luna non poté evitate di sentirsi a disagio. A loro si unì Makarow. Tese l'orecchio ma riuscì a cogliere solo alcune parole: "Blue Pegasus" e "Daisy Village". Guardò con una leggera ansia Snow, il quale condivideva il suo stesso stato d'animo. Si lasciò andare sulla sedia, dondolando nervosamente le gambe. Al ritorno delle due Anna le si avvicinò chinandosi a terra per parlarle faccia a faccia.
«Luna senti... adesso devo tornare a casa.»
«Di già?»
«Si. Ma, ho una proposta da farti. Ne ho parlato sia col Master che con Juvia e abbiamo pensato che magari potessi voler venire con me?»
«Venire con te...?»
«Si, a casa con me. Posso raccontarti delle tante cose che ha fatto tuo padre da piccolo, oppure di come tua madre ha vinto il premio per il miglior romanzo dell'anno e badare a te. Come una famiglia.»
Gli occhi della bambina si illuminarono: «Posso davvero?»

«Solo se lo vuoi piccolina. Posso anche insegnarti qualcosa sulla tua magia. Ne ho cresciuti 5 come te.»

Stava per rispondere d'impeto quando sentì due occhietti puntati addosso. Era Snow. Aveva un'espressione indecifrabile, non sembrava né triste né felice. La piccola si guardò attorno. Vide tanti volti... malinconici. Quando era cominciata la pioggia?
Si mise a riflettere guardando i suoi sandalini.

«Sarebbe bello ma... ho già una famiglia.» disse alla fine, con un sorriso, la bionda.
«Fairy Tail è la mia famiglia, non voglio lasciarla. E poi... ho promesso a papà che avrei custodito la sua sciarpa fino al suo ritorno. Se torna e non mi trova non potrà riprendersela.»

Prese sotto braccio Snow abbracciandolo a se, guardando la maga dell'acqua. «Sono felice con zia Juvia e fiocchetto di neve!»

La maga dell'acqua si commosse a tal punto che cominciò a sciogliersi sul pavimento.

«Z-zia Juvia!»«Mamma!» esclamarono in coro i due vedendola accasciarsi a terra in una massa informe d'acqua. Nella sala centrale si levò un coro di sospiri di sollievo.

Anna, per niente stupita, le sorrise.
«Me lo aspettavo. Sei davvero una Heartphilia.» Le scombinò i capelli affettuosamente.
«Se mai volessi venire a farmi visita mandami una lettera. Verrò a prenderti col treno.» Si alzò e dopo un ultimo sorriso si avviò verso il portone principale.
«A presto Fairy Tail.»

Quando se ne fu andata Kana tirò fuori dal nulla un barile di un alcolico non meglio specificato.
«LUNA RESTA CON NOI! »Esclamò festeggiando nel modo che meglio conosceva: bere.
Cominciarono i festeggiamenti e nel casino generale riuscì a scoppiare una rissa. Di nuovo. 

Snow, dopo una scazzottata con Yajee finita male, si avvicinò a Luna che, tutta felice, se ne stava a sedere al tavolino di prima.

«Sei sicura di quello che hai scelto?»
«Non uscirei da questa gabbia di matti neanche per tutti i Jewel di Fiore.»
«È comunque la tua bis, bis, bis... bis nonna.»
«Lo so. Ma non mi importa. Te l'ho detto, questa è la mia famiglia, testa di ghiaccio.» Rispose dandogli una lieve botta sulla testa.

«Hey giù le mani, testa calda.»

«Ghiacciolo»

«Fiammifero.»

«Spogliarellista»

Finirono a scazzottarsi come al solito, ma nessuno se ne preoccupava. Non sarebbero di certo state quelle azzuffate a rovinare quel loro rapporto costruito su basi e sentimenti che solo loro comprendevano a pieno.

 

 

 

***Angolo Autrice***

Eeeee ecco il primo dei capitoli flashback di questa storia. Dovevo farmi perdonare per il capitolo corto no?

Non ho nulla in particolare da dire quindi credo saluterò e basta.

Bye bye farfalline~

 

  
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