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Autore: magicalhusbandsau    17/02/2021    0 recensioni
Albus crede di sapere perché il nipote della signora Bagshot lo indisponga tanto...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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One-shot facente parte del Magical Husbands AU (vedi descrizione della serie e Masterlist per info)

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“Gellert è nella sua stanza, caro.” Dice la signora Bagshot, indicandogli le scale. “Si sta esercitando al piano.”

Albus la ringrazia con un sorriso educato e un cenno del capo e si dirige verso le scale. Grindelwald non gli sembrava il tipo da suonare il pianoforte. Ma d’altro canto, appartiene a una famiglia di nobili purosangue e imparare a suonare uno strumento è una consuetudine per l’aristocrazia, tanto magica quanto babbana.

Ha promesso alla sua vicina di casa che avrebbe fatto compagnia a suo nipote per tutta l’estate, ma… Grindelwald lo irrita. Molto. E sta già pensando a una scusa per tirarsi indietro. In realtà, ne ha a bizzeffe di scuse. E non lo sarebbero nemmeno, delle scuse. Deve badare ai suoi fratelli. Il denaro che gli hanno lasciato il loro genitori non durerà per sempre. E lui dovrebbe trovarsi un lavoro. Meglio se lì a Godric’s Hollow. Serra le labbra. Perché Aberforth ha ancora due anni di scuola davanti a sé. E Ariana… Ariana ha bisogno di assistenza costante.

L’idea di restare a Godric’s Hollow per tutta la vita a causa di quello che è successo a sua madre, lo…

Lo disgusta. Lo riempie di disperazione. E anche di risentimento. Deglutisce e si ferma sui gradini per un lungo istante, per stringere le palpebre e inspirare. Nel profondo lo sa che è questo che prova. Anche se tutti lo lodano per la sua maturità. Anche se lui si sforza di essere diligente, come gli altri si aspettano. Come si sono sempre aspettati da lui. Per nascondere le sue origini babbane. Per permettere alla famiglia Dumbledore di tenere la testa alta, nonostante suo padre sia finito in prigione. E sua sorella sia una povera pazza. E continua a chiedersi: perché è dovuto succedere proprio a lui? Perché, maledizione? Disprezza quella rabbia che prova. Vorrebbe non essere tanto egoista, ma… contemporaneamente, non capisce nemmeno perché dovrebbe pentirsi di quei sentimenti. Né per quale motivo dovrebbe soffocarli. Quello che lui prova non conta niente? Non può disperarsi, arrabbiarsi perché pensa di stare sprecando la propria vita?

… Crede di sapere perché il nipote della signora Bagshot lo indisponga tanto. Perché, al contrario di lui, Gellert è completamente libero. Sì, è stato espulso dalla scuola… ma sta viaggiando per l’Europa, da solo. Studia ciò che preferisce. Ha un futuro di infinite possibilità di fronte a sé. Mentre lui…

Espira e riprende a salire i gradini. E poi si ferma. Dalla porta socchiusa della stanza di Grindelwald fuoriescono delle… piccole note evanescenti, di un polveroso color carta da zucchero. Danzano all’altezza del pavimento, disegnando tenui scie, e subito sembrano disfarsi nell’impiantito. Gellert dev’essersi portato un pianoforte magico.

Albus sale gli ultimi gradini e si ferma sulla soglia, inclinando la testa di lato.

Grindelwald non l’ha nemmeno sentito. Suona un piano verticale nero lucido a fregi dorati, con le zampe scolpite in foggia di due grifoni. Le note evanescenti che balzano fuori dal coperchio superiore sono brillanti e multicolori, a seconda della tonalità con cui vengono suonate, ma perdono consistenza man mano che raggiungono il pavimento e scivolano verso di lui, giusto un attimo prima di dissolversi.

E il modo in cui il ragazzo biondo tocca i tasti... In cui raddrizza la schiena quando porta le mani allo strumento, come se venisse percorso da un’onda e la riversasse sul pianoforte. Sembra quasi – Albus avverte un leggero calore alle guance mentre lo pensa – quasi innamorato. Del piano, della musica stessa, dei tasti. Li sfiora, li accarezza delicatamente. E poi li percuote con rapida decisione – come uno scroscio di grandine - costringendoli a produrre tutti i suoni giusti. Non ha nemmeno uno spartito. Fissa la tastiera con espressione intenta e concentrata. Avvicina il profilo perfetto e affilato al piano e poi raddrizza la testa, facendo ondeggiare la cascata di capelli biondi. Leggero, preciso, vigoroso, intenso. Incredibile. Appassionato come la musica che suona. Che assomiglia vagamente – pensa – a un pezzo di Liszt. Albus trova che  gli si addica. Nervoso, brillante, raffinato. Mai uguale a se stesso.

E all’improvviso, in un angolo della sua mente, Albus si chiede come sarebbe farsi toccare da quelle mani inanellate. In quel modo. Con tanto delicato e zelante ardore. E rispondere, reagire di conseguenza.

Per Merlino. È un pensiero talmente improvviso e spiazzante, che Albus sente la necessità di tossire forte per annunciare la propria presenza. E spezzare… tutto quanto. Quella musica, quello spettacolo, il filo stesso dei suoi pensieri.

Grindelwald si interrompe di botto e si volta verso la porta con aria interrogativa, inchiodandolo con il suo occhio d’argento. Poi rilassa il viso e gli rivolge un minuscolo sorriso.

Da quando Stiffrump gli sorride a quel modo? E da quando lui ha iniziato a pensare quelle cose del suo scomodo compagno di “giochi”?

Deve deglutire di nuovo, prima di chiedere: “Usciamo per una passeggiata?”

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* Stiffrump- Slang antiquato per “tipo altezzoso e ostinato”, ma letteralmente significa “chiappe rigide”. Un po’ come dire che Gellert ha la scopa su per il sedere.

Kudos a TJill per essersi innamorata tanto della nostra storia, da farci da revisore <3 <3 <3

   
 
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