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Autore: Yuri_san    18/02/2021    0 recensioni
Anno 2030
Il mondo negli ultimi 10 anni aveva avuto uno sviluppo tecnologico e scientifico senza precedenti, grazie alle nuove scoperte lo stile di vita ed il benessere generale dei paesi del primo mondo aveva avuto un incremento positivo notevole.
I tempi di viaggio da un paese al altro erano diminuiti del 80%, stessa cosa per gli spostamenti locali. In ambito medico la ricerca ed il costante lavoro dei medici aveva portato all’eliminazione di molte malattie un tempo considerate mortali, ancora oggi a molti scende qualche lacrima di felicità ricordando quando, tre anni prima, con grande gioia era stata annunciata una cura definitiva contro il cancro.
Nonostante ciò il settore che vantava i progressi maggiori non appartiene ai primi già citati, bensì a quello informatico ed in particolare a quello video ludico, non era neanche minimamente immaginabile quello che gli sviluppatori erano riusciti a fare in quest’ultimo decennio, ormai giocare ad un titolo sembrava quasi letteralmente entrare per qualche ora in un mondo a parte, ma con l’ulteriore passo avanti appena fatto sulla realtà virtuale, quel “quasi” era destinato a sparire.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Itachi, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
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Anno 2030

 

Il mondo negli ultimi 10 anni aveva avuto uno sviluppo tecnologico e scientifico senza precedenti, grazie alle nuove scoperte lo stile di vita ed il benessere generale dei paesi del primo mondo aveva avuto un incremento positivo notevole.

I tempi di viaggio da un paese al altro erano diminuiti del 80%, stessa cosa per gli spostamenti locali. In ambito medico la ricerca ed il costante lavoro dei medici aveva portato all’eliminazione di molte malattie un tempo considerate mortali, ancora oggi a molti scende qualche lacrima di felicità ricordando quando, tre anni prima, con grande gioia era stata annunciata una cura definitiva contro il cancro.

Nonostante ciò il settore che vantava i progressi maggiori non appartiene ai primi già citati, bensì a quello informatico ed in particolare a quello video ludico, non era neanche minimamente immaginabile quello che gli sviluppatori erano riusciti a fare in quest’ultimo decennio, ormai giocare ad un titolo sembrava quasi letteralmente entrare per qualche ora in un mondo a parte, ma con l’ulteriore passo avanti appena fatto sulla realtà virtuale, quel “quasi” era destinato a sparire.

 

 

 

 

 

Mi svegliai alle sette in punto come al solito, ero parecchio emozionata quindi non ci misi i miei soliti dieci minuti ad alzarmi dal letto. Mi fiondai fuori dalla stanza con i vestiti in mano, volevo essere pronta nel minor tempo possibile, neanche pensai a fare colazione, tanto i miei genitori erano assenti come al solito, quindi nessuno mi avrebbe detto niente.

Misi in spalla in mio solito zainetto nero con dentro il minimo indispensabile e subito varcai la porta d’uscita correndo verso la metà stabilita.

Probabilmente sarei arrivata con più di un ora di anticipo ma mi importava poco di ciò, ero troppo emozionata per poter stare a casa ad aspettare l’ora indicata.

Non riuscivo ancora a credere a quello che mi stava accadendo, fra centinaia di migliaia di persone ero riuscita a vincere il Pass per poter testare in anteprima la nuova macchina per la realtà virtuale appena creata in casa Microsoft e da come l’avevano annunciata sembrava essere qualcosa di davvero rivoluzionario, in grado di catapultarti non solo all’interno di un videogioco.

 

Dopo una ventina di minuti di camminata arrivai davanti l’edificio della Microsoft, vista l’ora ero da sola, ma non mi dispiaceva sedermi ad aspettare mentre mi fumavo una sigaretta, almeno mi sarei rilassata prima del grande “evento”.

Guardandomi intorno notai un bar con dei tavolini fuori, non potevo chiedere nulla di meglio.

Entrai nel locale chiedendo cortesemente se poteva portarmi un caffè da consumare fuori, il barista mi sorrise cordiale chiedendomi se volevo anche qualcosa da mangiare, non avevo fame al momento, l’emozione mi aveva completamente chiuso lo stomaco, quindi con la testa feci cenno di no e mi diressi subito verso il primo tavolino.

Il caffè non ci mise molto ad arrivare, giusto il tempo per rollarmi una sigaretta.

Cominciai a bere molto lentamente, ogni sorso di caffè equivaleva ad un tiro di sigaretta, solo questo “rituale” era in grado di distendermi i nervi.

Presi il portafoglio prelevando da esso i soldi ed il famoso Pass.

 

Nome: Alacrad

Cognome: Apocrifit

Data di nascita: 24/08/2000

 

Rigirai più e più volte il Pass tra le mani, pensando alle parole dei porta voce della Microsoft.

Se quello che avevano annunciato era vero, il dispositivo sarebbe stato in grado di farci letteralmente vivere all’interno non solo di videogiochi, ma anche di film, telefilm e cartoni, riuscendo a creare delle interazioni reali con i personaggi all’interno.

Nessun credeva che la cosa fosse realmente possibile, per questo la Microsoft aveva estratto a caso, tramite una specie di lotteria, delle persone disposte a testare il nuovo dispositivo, documentando il tutto ovviamente.

Molti si preoccupavano dei possibili effetti collaterali, io non ero fra quelle persone, onestamente non me ne fregava nulla, non vedevo l’ora di testare il dispositivo, inoltre avevo già scelto su quale “mondo” testarlo, quindi ovviamente non stavo più nella pelle.

 

Persa com’ero nei miei pensieri quasi non mi accorsi delle persone che si stavano avvicinando all’edificio, guardai l’ora sul cellulare, mancavano poco più di dieci minuti.

Mi alzai dal tavolo lasciando i soldi del caffè e della mancia al barista e con le gambe tramanti mi diressi davanti alle enormi porte in procinto di aprirsi proprio in quel momento.

Accanto a me si erano radunati, oltre ai giornalisti, anche una decina di ragazzi di tutte le età.

L’emozione era palpabile e quando chi di servizio ci fece cenno di seguirlo un piccolo urlo di eccitazione fuoriuscì dalla bocca di ogni singolo presente.

 

Dire che l’edificio era enorme era un eufemismo, impiegammo quasi dieci minuti per raggiungere la sala, percorrendo enormi corridoi e rampe di scale che sembravano non finire mai.

 

Arrivata all’interno della sala spalancai gli occhi.

Al suo interno erano disposti in senso circolare delle specie di capsule semi aperte con all’interno quelli che sembravano essere dei caschi e dei sedili, mentre andando oltre con lo sguardo, verso la fine della sala, non si poteva non ammirare quella fila di computer dove già si era posizionato il personale.

Un uomo vestito elegantemente si avvicinò con un enorme sorriso stampato in volto, probabilmente era colui che avrebbe dato tutte le direttive.

 

-Buon giorno signori! Sono davvero felice di avervi qui in un giorno così importante, oggi verrà scritta una parte di storia e voi signori sarete i primi a testarla sulla vostra pelle.

 

Fece un passo indietro facendo cenno di avvicinarsi e quasi inciampai a causa della moltitudine di fili presenti sul pavimento, si girarono verso di me chiedendomi con gli occhi se fosse tutto apposto, rossa in volto feci cenno di ok, come al solito dovevo farmi riconoscere in tutta la mia goffaggine.

Per i restanti venti minuti il tipo spiego tutte le caratteriste ed il funzionamento dei dispositivi, causando uno stato di noia generale fra i partecipanti, mentre i giornalisti ascoltavano quasi in estasi.

Va bene tutto, ma eravamo venuti per testare il prodotto ed ancora non l’avevamo neanche sfiorato.

Dopo un altra decina di minuti finalmente smise di parlare cominciando a guardare nella nostra direzione, aveva ancora il sorriso stampato in volto, anzi se possibile sembrava essere ancora più smagliante.

 

-Va bene ragazzi, so che siete annoiati dalle mie spiegazioni, quindi direi di non farvi attendere ulteriormente.

 

Chiamò gli operatori per farli avvicinare ai dispositivi, nel frattempo il mio cuore aveva cominciato ad accelerare in maniera preoccupante, sembrava che dovessi avere un attacco di cuore da un momento all’altro.

 

-La migliore spiegazione possibile è la dimostrazione pratica, quindi ragazzi scegliete un dispositivo a testa ed entrate seguendo le istruzioni che vi verranno fornite mano a mano, al resto penseremo noi.

 

Senza indugiare neanche un secondo quasi mi fiondai sul dispositivo più vicino, la lunga attesa mi aveva resa impaziente, non avrei aspettato un secondo in più.

Entrai in quella specie di capsula aiutata da uno degli operatori.

 

-Sente che è comoda signorina? Sa dovrà restare qui dentro per molto tempo.

 

Annui in senso positivo, ero visibilmente emozionata, in quel momento avrei potuto avere delle spine conficcate nelle schiena ed avrei comunque detto che ero comoda.

Il ragazzo cominciò a smanettare con il dispositivo che finalmente si stava accendendo, sistemò le ultime cose per poi avvicinarsi al mio volto con il casco in mano.

 

-Prima di infilarle il dispositivo audio visivo ho bisogno di sapere il mondo che ha scelto di giocare.

 

Sorrisi, felice come non mai per la prima volta dopo tanto tempo, non avevo bisogno di pensarci su, già dal primo istante in cui avevo deciso di partecipare a quella lotteria impossibile sapevo dove sarei andata in caso di vittoria.

 

-Naruto.

 

-Come scusi?

 

Il ragazzo mi guardò perplesso, probabilmente pensava che avrei scelto un un videogioco, massimo un film.

 

-Voglio entrare nel mondo di Naruto.

 

Il ragazzo mi sorrise, non avrebbe fatto ulteriori domande, in fondo la scelta era mia.

 

Mi aiutò ad inserire correttamente il casco, intorno a me era tutto buio e silenzioso, non sentivo letteralmente nulla, probabilmente il casco era stato progettato per evitare qualsiasi tipo di distrazione proveniente dall’esterno.

Non so quanto tempo passò, i minuti sembravano ore.

Ad un certo punto percepì un cambiamento d’aria sopra di me, pensai che magari stessero chiudendo la capsula sopra di me, non so per quale motivo, ma avevo quasi la sensazione di galleggiare.

Qualche istante dopo venni accecata dal flusso di luce improvviso, tutto intorno a me era bianco, una distesa infinita di quelli che probabilmente erano dati si stagliava di fronte a me, dava una sensazione di pace mai provata prima.

Improvvisamente cominciai ad avere la sensazione di essere in caduta libera, chiusi gli occhi spaventata, non avevo minimamente idea di quello che stava accadendo.

Dopo qualche secondo percepii un cambiamento di luce da sotto le palpebre e un istante dopo impattai con qualcosa di duro.

 

-Piccola stai bene?

 

Qualcuno si era avvicinato a me tirandomi per un braccio nel tentativo di farmi alzare.

Finalmente mi decisi ad aprire gli occhi, quasi non credevo a quello che mi si parava di fronte, l’uomo che mi aveva aiutata non poteva non essere riconosciuto, con i suoi capelli mori e gli occhi castani, l’abbigliamento da ninja ed il coprifronte del villaggio della foglia in testa, ma più di tutto a renderlo riconoscibile era quella particolare cicatrice sul volto.

Davanti a me c’era Iruka.

La simulazione era finalmente iniziata.

  
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