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Autore: Khailea    18/02/2021    0 recensioni
La fiction si basa sul gioco Pokémon Ranger Tracce di Luce, riguarderà una mia partita nel gioco ed io descriverò ogni battuta, ogni passaggio e descriverò tutto ciò che vedrò. Potranno venir aggiunte alcune battute o addirittura alcune scene e tutta la serie racconterà anche delle sensazioni dei personaggi.
E' già presente anche la fiction del gioco Pokémon Ranger: Ombre su Almia
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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La spiaggia sulla quale era approdata era molto piacevole alla vista, con una sabbia fine e con la vegetazione che cresceva rigogliosa, anche se incontrollata, a pochi metri dall’acqua.
Sembrava una sorta di piccolo paradiso, e le venne da chiedersi se tutte le isole di Oblivia fossero così. Mentre proseguiva a camminare lungo la spiaggia, in cerca di un punto dove le piante fossero meno fitte per poter passare, la ragazza notò un apparecchio che non credeva di poter trovare lì.
-“C’è un Punto di salvataggio. Usando questo Punto di salvataggio, i Ranger possono salvare i propri progressi. Quando incontri un Punto di salvataggio, ricordati di salvare i tuoi progressi.”-
Già, anche all’accademia lo ripetevano di continuo, quelle macchine servivano a registrare tutti i dati raccolti nello Styler, navigatori e livelli inclusi, in modo che se si fosse rotto non sarebbe andato tutto perduto.
-Vediamo se funziona.- disse la ragazza avvicinandosi e tentando la fortuna. La macchina era una sorta di computer azzurro dallo schermo arancione che fluttuava tramite una piccola elica, e sembrava in perfette condizioni. Come lo sfiorò comparve la sua immagine con la scritta “Vuoi salvare i tuoi progressi?” e due pulsanti, uno con Sì e l’altro con No. Premendo il primo bastarono pochi secondi prima che il salvataggio avvenisse, dandole una sicurezza in più.
Andando avanti a camminare nella spiaggia trovò presto un grosso spiazzo dove questa si ingrandiva, e con un piccolo sentierino che si diramava nella vegetazione. Senza pensarci due volte lo seguì inoltrandosi nel cuore dell’isola,  trovando una serie di sentieri; visto davanti a sé c’era solo un vicolo cieco procedette verso la sua sinistra, passando accanto ad un grosso tronco cavo.
-Com’è silenzioso qui…uh?-
Cominciò a sentire un debole suono non molto lontano da lei, e notò un piccolo Pichu tutto solo, con un ukulele in spalla. Era la prima volta che vedeva un Pokémon tenere un’oggetto, e gli diede un’aria ancor più adorabile, ma le bastò avvicinarsi per notare un’espressione triste sul suo musetto.
-Pichuuu…pichuuu.-
Sembrava stare cercando qualcosa, e mentre parlava si spostò verso il tronco vicino al quale Alessandra si trovava. Come la notò scattò subito sul posto, assumendo un tono molto più aggressivo di prima.
-Pichu!!!-
-Ehi piccolino, scusa non volevo invadere la tua casa.- tentò di dire la ragazza per calmarlo, ma sembrava tutto inutile.
-“Attenzione. Pichu è diventato aggressivo. Vuoi avviare l’introduzione alla cattura per Ranger alle prime armi?”-
La voce robotica dello Styler fu accompagnata dai due soliti pulsanti Sì e No sullo schermo. Normalmente avrebbe subito rifiutato, ma visto il malfunzionamento che aveva rilevato prima temeva che facendolo le avrebbe fatto quella domanda all’infinito, quindi fu costretta ad accettare.
-“Istruzioni per la cattura. Tocca con l’antenna dello Styler un punto davanti a te. Appare così il Disco di cattura. Fai scorrere l’antenna e il Disco di cattura disegnerà una linea.”-
Il Pichu sembrava confuso dalla voce robotica, ma almeno si era momentaneamente fermato.
-“Usa quella linea per disegnare degli anelli intorno al Pokémon da catturare! Man mano che gli anelli vengono disegnati, i sentimenti di amicizia del Ranger si trasmettono al Pokémon. Così facendo, la barra dell’amicizia sotto al Pokémon si riempie gradualmente.”-
Al momento della cattura infatti nello Styler appariva l’immagine del Pokémon con accanto una barra da riempire.
-“Quando è piena, la cattura è completata! Il Pokémon non trattiene a lungo i sentimenti di amicizia del Ranger. Se la cattura non viene completata, la barra col tempo si svuota. Quando la barra è piena, la cattura ha avuto successo. Ora passiamo a spiegare come funziona l’energia dello Styler di cattura. Nella parte inferiore dello schermo c’è la barra dell’energia dello Styler. Se il disco o la linea subiscono l’attacco di un Pokémon, l’energia dello Styler diminuisce.”-
Già, l’aveva imparato poco dopo l’ottenimento dello Styler cosa significava, come tutti infondo.
-“Guarda la barra di energia. Se finisce l’energia, finisce anche la cattura. Se temi di essere a rischio, tocca l’icona fuga in basso a sinistra per ritirarti dallo scontro. Fine delle istruzioni per la cattura. Per ulteriori informazioni consulta il glossario nel menu dello Styler.”-
Finalmente la spiegazione era finita, ma il Pichu era ancora lì.
-Pichuuuu!-
Confuso ma ancora arrabbiato il piccolo Pokémon saltò addosso ad Alessandra, dando il via alla cattura.
Immediatamente per intimidirla il Pichu generò attorno a sé una scarica di elettricità, usata anche per tenere lontani i nemici, ma la sua durata fu breve e la ragazza poté subito disegnare dei cerchi con il Disco di cattura attorno a lui; ne bastarono undici con una linea unica per trasmettere i suoi sentimenti di amicizia, e concludere rapidamente la cattura.
Come ogni altra volta, dopo l’ottenimento dei Punti Esperienza che, di livello in livello, potenziavano lo Styler comparve l’immagine del Pokémon con accanto le scritte “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Ricarica- Mossa: Elettricità 1”, “Ricarica un po’ l’energia dello Styler”.




Pichu si era calmato, e si allontanò da lei guardandola stavolta con più calma.
-“Grazie alla cattura, Pichu ha recepito i tuoi sentimenti di amicizia. Ora non è più pericoloso.”-
Definire quell’adorabile palletta di pelo un pericolo poteva sembrare esagerato, ma le era stato insegnato a non sottovalutare mai alcun Pokémon, in quanto il loro potenziale era infinito. Pichu nel frattempo, forse dispiaciuto per l’aggressione, aveva preso il proprio ukulele, cominciando a suonarlo mentre veniva percorso da una piccola scia di elettricità. La musica però era bellissima, e molto piacevole all’orecchio.
-Sei bravissimo, complimenti!- disse la ragazza applaudendo, ma una voce comparve non molto distante dai due.
-Ma guarda un po’ chi c’è! Pichu! Per fortuna stai bene!-
A parlare era stato un uomo anziano, vestito con una camicia blu a fiori rosa e dei pantaloni marroni, con dei corti capelli bianchi e dei sottili occhi neri. Pichu sembrò molto felice di vederlo.
-Pichu!-
-Eh? Ma cos’è successo a tutti gli altri Pichu amici tuoi?-
-Pichu…-
-Non ne hai idea? Vorrei proprio sapere chi sono quei tipi arrivati su quelle specie di UFO…-
Ufo? Questo fece scattare un campanello nella mente della ragazza, che quasi surclassò la sorpresa di vedere che l’uomo lo capiva.
Non era una cosa rara però, capitava spesso che quando Pokémon ed umani vivevano insieme a lungo si creava un legame che andava oltre le parole, lei però ancora non lo aveva sperimentato, visto nelle sue missioni gli incontri con i Pokémon duravano solo il tempo dell’incarico.
-Io ero un po’ distante, ma li ho visti inseguire Pokémon per tutta l’isola! Perché lo stavano facendo?- non sembrava essersi accorto di lei, e parlava per lo più al Pichu, ma quando la vide si avvicinò subito sorpreso.  -Oh, ma guarda chi c’è! Un Pokémon Ranger! Non ti ho mai visto da queste parti. Come ti chiami?-
-Alessandra, signore.- rispose la ragazza presentandosi.
-Alessandra? Non male come nome. Io sono Otello. Sono un artigiano, costruisco navi e vivo a Regiobaleno, qui vicino.-
-Molto piacere di conoscerla.- rispose lei con un sorriso, a quanto pare la fortuna stava girando per il verso giusto.
-Pichu!-
-In quest’isola non ci sono luoghi molto alti. Se arrivasse uno tsunami, non ci sarebbe via di scampo. Per questo, non appena ho un ritaglio di tempo, vengo qui a costruire scialuppe. Così i Pokémon che non sanno né volare né nuotare potranno avere un mezzo per mettersi in salvo.-
-E’ un gesto encomiabile.- rispose la ragazza ammirata.
-Pichu picchuu!- Pichu continuava a guardarla nel tentativo di farsi capire, ed era un dispiacere per lei non riuscirci così facilmente come l’uomo.
-Sembra proprio che Pichu ukulele ti abbia preso in simpatia, Sara. “Pichu ukulele” è un nomignolo che ho inventato io. Quell’ukulele blu gli sta proprio bene, vero?- disse l’uomo sorridendo.
-Sì, e lo suona anche bene.-
-Quando sono stanco di lavorare, guardo il musetto sorridente di questo Pichu e mi sento subito meglio! L’ukulele gliel’ho regalato io in segno di ringraziamento. L’ho costruito con della legna che mi avanzava.-
-E’ stato veramente abile.- viste le dimensioni ridotte pure per un ukulele sembrava perfetto.
-Certo, non è un ukulele vero e proprio, ma siccome quando viene a contatto con l’elettricità emette dei suoni, credo che sia proprio un bel giocattolo per questo Pichu!-
In segno di assenso Pichu cominciò a suonare tra i due, mentre loro continuavano a parlare.
-Pichu!-
-A proposito, tu non hai visto gli UFO?- chiese ad un certo punto l’uomo, guardandola.
-Potrebbe descrivermeli, per favore?-
Non poteva essere certa fossero gli stessi dei Bricconieri di Pokémon, quindi sperava la descrizione combaciasse.
-Stavo passeggiando sulla spiaggia di Regiobaleno quando ho visto degli UFO volare nel cielo proprio sopra a quest’isola. Preoccupato per i Pokémon, sono venuto subito qui in barca e ho visto un gruppo di strani tipi che li rincorreva per tutta l’isola. Appena ho iniziato a urlare, quelli hanno preso il volo e sono spariti in cielo. Saranno stati alieni?- disse dubbioso l’uomo, sfregandosi il mento.
-Temo di no…ha fatto bene a scacciarli, signor Otello.-
-Questo Pichu sta bene, ma i suoi amici Pichu e molti altri Pokémon dell’isola sono scomparsi.- ribatté lui tristemente, accarezzando la testa del Pokémon.
-Pichuuu…-
-Non se ne faccia una colpa, il suo arrivo qui è stato comunque utile.-
-Forse si stanno nascondendo da qualche parte. Comunque non puoi certo passare la notte qui all’aperto. Se vuoi, posso portati a Regiobaleno, che ne dici?-
-La ringrazio, non vorrei però approfittarmi della sua gentilezza.-
-Non ti preoccupare, nessun disturbo. Dobbiamo andare a nord e poi a esto fino al pontile sulla spiaggia dove ho lasciato la mia barca.- spiegò l’uomo indicandole la strada. -Forza, incamminiamoci!-
-Subito!- era ben felice di poter trovare un posto dove riposare e trattare le sue ustioni, ma prima di andare l’uomo si inginocchiò accanto al Pichu.
-Ehi, Pichu! Perché non fai un giro per l’isola suonando il tuo ukulele? Così farai sapere ai tuoi amici Pokémon che i cattivi se ne sono andati e che ora possono uscire dal loro nascondiglio!-
-Pichu! Pichuu!-
Il Pokémon sembrò molto felice all’idea, e balzò subito tra i cespugli per suonare il suo strumento.
-Porta loro i miei saluti!- disse l’uomo assicurandosi di venir sentito, per poi procedere a muoversi assieme alla Ranger, ma l’effetto dell’ukulele arrivò molto prima del previsto, ed alle loro spalle comparve un Pokémon simile ad una pecora, dalla lana gialla ed il muso azzurro.
-Oh bene, almeno non è l’unico.- sospirò sollevato Otello, vedendolo.
-Signor Otello, se non le dispiace mentre ci muoviamo catturerei alcuni dei Pokémon nei dintorni. Non sono mai stata in questa regione, perciò il mio Navigatore è vuoto, e conoscere tutti i Pokémon potrebbe dare grandi vantaggi in futuro.- disse la ragazza, avvicinandosi al Pokémon.
-Ma se sono appena stati inseguiti non pensi di agitarli?- domandò giustamente l’uomo, affezionato a tutti loro.
-No anzi, potrei calmarli infondendo i sentimenti di amicizia.-
-Beh se allora le cose stanno così fai pure. Io non ho fretta.-
Annuendo la ragazza raggiunse il Pokémon, dando il via alla cattura, che si rivelò molto breve e con solo un attacco da parte del Pokémon, il quale creò delle saette per colpirla, ma ciascuna andò a vuoto visto le bastò spostarsi di lato.
Il suo nome era Mareep, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Ricarica- Mossa: Ricarica 1”, “Ricarica un po’ l’energia dello Styler.”





Effettivamente come aveva detto il Pokémon sembrava essere più sereno.
-“Hai acquisito un Pokémon amico. Possono starti vicino per tutto il tempo o rimanere nascosti, a vostro piacimento.”- spiegò per l’ennesima volta lo Styler, mentre la ragazza riprese a muoversi con l’artigiano.
L’isola era magnifica, dai verdi colori vivaci e le piante rigogliose, per non parlare del cielo, così limpido da sembrare surreale. Procedendo lungo il sentiero il terreno si rialzava di qualche metro, ed alla sua destra in un vicolo cieco la ragazza trovò un altro Pokémon, piccolo e verde con una pianta sulla schiena. Anche con lui la cattura fu molto rapida e senza danni, anche se tentò di attaccarla lanciandole contro delle foglie affilate, che lei evitò con un salto. Il suo nome era Bulbasaur, “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Taglio 1”, “Lancia una serie di semi contro l’avversario.”





-Dimmi Ranger, cosa ti porta qui? Quelle bruciature non sono certo roba da poco.- disse ad un certo punto il signor Otello. La ragazza ci pensò su un po’ prima di rispondere, non era certa dire tutte le informazioni a sua conoscenza fosse il caso, rischiava solo di creare il panico.
-Sono stata mandata per fare dei controlli. Ero in volo sul mio Staraptor quando ci sono stati alcuni problemi e sono caduta in acqua. Per questo mi ha trovata qui.- rispose infine vagamente, ma l’uomo sembrò accontentarsi.
-Capisco. Vedrai che ti rimetteremo in sesto, abbiamo delle pomate a casa che fanno meraviglie.-
-La ringrazio molto.-
Continuando a camminare, prima di raggiungere forse il punto più alto dell’isola, la ragazza incrociò un altro Pokémon, piccolo e dalla pelliccia giallognola, con le orecchie marroni e dei piccoli occhi neri. Camminando su due zampe guardava il paesaggio serenamente, e nemmeno quando la ragazza provò a catturarlo si agitò o l’attaccò. Al termine lo Styler aveva guadagnato abbastanza punti da passare al secondo livello, con un punto in più nell’energia, ora a 11/11, e uno sulla potenza.
Il nome del Pokémon era Sentret, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Azione 1”, “Sferra un’onda d’urto contro l’avversario.”





Soddisfatta la ragazza riprese a camminare, ma notò che lungo la strada c’era qualcosa che sbarrava la via.
-“Un piccolo tronco sbarra la strada. Usa la mossa di un Pokémon per eliminare l’ostacolo. Vuoi avviare la spiegazione su come attuare l’eliminazione dell’ostacolo?”-
Anche questa volta dovette accettare, e la spiegazione partì.
-“Avvio della spiegazione sull’eliminazione dell’ostacolo. Innanzitutto, tocca l’ostacolo con lo Styler, in questo caso il piccolo tronco. Sullo schermo superiore apparirà la mossa necessaria per eliminare l’ostacolo. Nel caso del piccolo tronco la mossa necessaria è Taglio. A destra dell’icona compare un numero, in questo caso il numero 1. Tale numero indica la potenza della mossa necessaria per l’eliminazione del piccolo tronco. Sullo schermo superiore appaiono anche i tuoi Pokémon amici. Nel caso in cui sia presente un Pokémon che abbia la mossa giusta per eliminare l’ostacolo, la cornice della sua icona lampeggerà. Tocca il Pokémon per compiere l’eliminazione dell’ostacolo e traccia una linea con lo Styler fino a toccare il piccolo tronco. Una volta disegnata la linea, verrà visualizzata una schermata di conferma. Seleziona sì. Selezionando NO, l’eliminazione dell’ostacolo verrà annullata. Quando l’eliminazione dell’ostacolo è completata, il Pokémon che ti ha aiutato verrà automaticamente liberato. Ci sono molte altre mosse oltre a Taglio. La mossa utilizzata deve essere adatta al tipo di ostacolo da eliminare. Quando trovi un ostacolo, tocca e verifica quale mossa è necessaria. La spiegazione sull’eliminazione dell’ostacolo è terminata. Per saperne di più, consulta il glossario nel menu dello Styler.”-
Tutto molto semplice, e toccato il tronco effettivamente bastava una mossa Taglio 1; Bulbasaur era perfetto per questo, ma con la coda dell’occhio la ragazza notò un Pokémon giallo fluttuare in aria grazie a delle eliche verdi, e incuriosita si avvicinò per sapere di che tipo fosse.
Raggiungendolo cominciò quindi la cattura, e dopo un primo attacco dove tentò di colpirla con delle foglie riuscì a trasmettere sufficienti sentimenti di amicizia a concluderla rapidamente. Il suo nome era Sunkern, “Gruppo: Erba- Poké Tattica: Erba- Mossa: Taglio 1”, “Si circonda di rami spinosi che rendono lento il nemico.”





Ora che non c’era altro da fare la ragazza si avvicinò al tronco per distruggere l’ostacolo.
-Bulbasaur, per favore, pensaci tu.-
Il Pokémon subito annuì, e con una raffica di foglie tagliò il tronco a metà, in modo fosse semplice da spostare.
-Grazie, a presto!- disse la ragazza mentre lo guardava allontanarsi.
-E’ sempre un piacere vedere Pokémon e persone collaborare.- disse sereno Otello mentre proseguivano.
Era arrivati ad un punto dove era possibile perfino vedere il mare e, in lontananza, quella che doveva essere Regiobaleno, un’isola molto più grande di quella sulla quel si trovavano. L’acqua brillava sotto i raggi del sole e la schiuma che si formava alla spiaggia svaniva in una manciata di secondi per poi ripetersi. Era uno spettacolo tanto rilassante che Alessandra non si rese conto di incappare in un piccolo Pokémon simile ad un orso bruno, fino a quando la cattura non iniziò, ma con la sua prontezza di riflessi riuscì a terminarla prima il Pokémon potesse attaccarla.
Il suo nome era Teddiursa, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Distruzione 1”, “Sferra un’onda d’urto contro l’avversario.”





-Ecco la nostra meta, Regiobaleno. Io vivo lì, in un villaggio chiamato Cocona.- disse l’uomo indicando l’isola. -Siamo gente semplice e l’isola ha una natura rigogliosa popolata da Pokémon. E quel che si vede lì sulla montagna è una modernissima Base radio. L’orgoglio di Regiobaleno!-
Non l’aveva notata prima, viste anche le nuvole, ma c’era una grande struttura nel punto più alto dell’isola. Forse grazie a quello avrebbe potuto contattare Martino.
Immediatamente la ragazza fece per proseguire, notando però una lastra piantata nel terreno con tre buchi sulla facciata. C’era un messaggio di Amun, da quanto recitava, che diceva “Questo testo nell’antica lingua di Oblivia significa: trapassa”. Forse si trattava semplicemente di qualche reperto locale, quindi la ragazza preferì non indagare, continuando a muoversi incrociando stavolta sulla strada un Pokémon molto più grande degli altri, simile ad un orso con un cerchio sullo stomaco.
La stazza però non la intimidì, ed anche con lui diede inizio ad una cattura, che terminò senza ci fosse bisogno di attaccarla. Il nome del Pokémon era Ursaring, “Gruppo: Normale- Poké Tattica: Normale- Mossa: Azione 2”, “Sferra un’onda d’urto contro l’avversario.”.





La vegetazione cominciò nuovamente a farsi fitta nel punto in cui erano arrivati, ma poterono comunque procedere verso destra per raggiungere la spiaggia. Ormai erano molto vicini, ed una scalinata permetteva di raggiungerla scendendo dalla montagnetta senza troppe difficoltà, ma ad un certo punto Otello la scese di corsa, come se avesse visto qualcosa di importante.
-Cosa?! Dov’è andata a finire la mia barca?!-
Sulla spiaggia c’era un pontile, ma effettivamente nessuna barca vi era attraccata. Sconsolato l’uomo tornò subito dalla Ranger, senza guardarla negli occhi.
-Ero così di fretta che mi devo essere dimenticato di legare la barca al pontile. Quando si tratta di costruire navi me la cavo davvero bene, ma sono così frettoloso che ogni tanto mi capitano di  queste cose…accidenti, non ci voleva proprio! Come facciamo ora a raggiungere Regiobaleno?-
-Non si preoccupi, sono sicura troveremo un modo.- rispose la ragazza calma, anche se purtroppo non aveva alcuna idea, non aveva visto Pokémon che potessero aiutarli a volare fino all’isola, ma l’espressione di Otello cambiò in una più serena.
-Ah! Ma certo! La barca che ho iniziato a costruire! Basta solo metterla in mare!- urlò l’uomo felice, raggiungendo una barca sistemata a qualche metro da loro. Erano talmente presi dalla cattiva notizia che non l’avevano nemmeno notata.
-Certo, non è ancora finita, ma essendo progettata da me sarà sempre meglio di quelle barchette commerciali che si trovano in giro! Ma bando alle ciance. Alessandra, potresti farmi il favore di mettere in mare quella barca?-
-Certo, ci penso io.-
-Di solito ci vogliono almeno cinque persone ben forzute per questi lavori, ma oggi ci sei solo tu. Per un Pokémon Ranger come te non dovrebbe essere un problema, vero?-
-In qualche modo farò.- rispose lei sorridendo, aveva imparato era sempre meglio far così per infondere fiducia nelle persone. Anche se era un Pokémon Ranger addestrato non era capace di sollevare una barca da sola, ma sicuramente qualche Pokémon ne sarebbe stato in grado.
Decise quindi di avvicinarsi alla barca, ma prima di farlo vide che lì vicino c’era un piccolo Pokémon, rotondo e quasi completamente azzurro, che passeggiava guardando il mare, e raggiungendolo diede il via all’ennesima cattura.
L’ukulele di Pichu doveva essere veramente stato in grado di calmarli, perché anche lui non provò ad attaccarla. Il suo nome era Marill, “Gruppo: Acqua- Poké Tattica: Acqua- Mossa: Spruzzo 1”, “Soffia bolle contro l’avversario, rendendolo lento.”.




Ora che non c’era più nulla a distrarla la ragazza toccò la barca con lo Styler, vedendo che poteva essere spostata con una Mossa Azione 2, proprio quella di Ursaring.
-Per favore Ursaring, potresti aiutarmi a spostarla?- chiese gentilmente la ragazza, ed il Pokémon subito annuì, caricando l’imbarcazione e facendola scivolare lungo la distesa, a quel punto era già praticamente in acqua.
-Grazie mille!-
-Sapevo di non sbagliarmi, Pokémon Ranger! Ora possiamo partire alla volta di Regiobaleno!- disse felice l’uomo raggiungendo per primo la barca. La piccola spiaggia nella quale erano arrivati sembrava bella tanto quella dove Alessandra era approdata, anche se più piccola, e c’era anche un Pokémon molto simile ad un gabbiano che volava basso.
Vista la stazza non poteva trasportarla, ma lei si avvicinò comunque per tentare una cattura e conoscerlo. Senza fatica ci riuscì, scoprendo che il suo nome era Wingull, “Gruppo: Volante- Poké Tattica: Volante- Mossa: Taglio 1”, “Si circonda di numerose trombe d’aria.”.





Ora che aveva scoperto tutti i Pokémon dell’isola, era pronta ad andare.
-A Regiobaleno, allora! Pronti a salpare?- chiese l’uomo una volta vista avvicinarsi.
-Sì!-
-Leviamo le ancore! Ci aspetta un lungo viaggio attraverso i mari!-
L’isola però era molto vicina, e questo confuse la ragazza per una manciata di secondi, prima che l’uomo la guardasse ridendo.
-Scherzetto! Saremo lì in un battibaleno. Volevo solo rendere la cosa un po’ più emozionante!-
-Pichu!!!-
La voce del piccolo Pokémon fu chiara anche da lontano, e Pichu ukulele corse verso di loro a perdifiato.
-Pichu?!-
Alla sorpresa dell’uomo il Pokémon saltò con un balzo sulla barca, prendendo posto.
-Ehi, Pichu! Non sei riuscito a trovare nessuno dei tuoi amici?- chiese Otello, mentre Pichu ukulele annuiva tristemente. -Il che significa che non sono più su quest’isola, immagino.-
-Pichu!-
-Mmmh. Pare proprio che Pichu voglia lasciare Dolcegoccia per partire alla ricerca dei suoi amici. Va bene allora. Sali a bordo. Andremo tutti insieme a Regiobaleno!-
Così dicendo anche loro salirono sull’imbarcazione, partendo alla volta dell’isola.
Il mare era calmo e permise loro di muoversi senza alcuna preoccupazione, mentre Otello dirigeva la barca ed il sole scaldava piacevolmente i loro corpi.
Pichu ukulele continuava a fissare l’orizzonte assorto, nell’attesa di poter arrivare, Alessandra dal canto suo invece stava riposando appoggiata al bordo della barca, guardando il piccolo ma coraggioso Pokémon. Sperava di poterlo aiutare a trovare i suoi amici in qualche modo, e di fermare gli uomini che li avevano rapiti.
-Andrà tutto bene Pichu, vedrai.- disse accarezzandogli la testa, ricevendo un sorriso carico di grinta.
-Pichu!-
   
 
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