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Autore: katerine89    26/08/2009    0 recensioni
Edward ha lasciato Bella senza dirle nulla. Bella è disperata. Che cosa farà? Non sarà più la stessa e proverà odio verso chi l'ha abbandonata
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Il mio destino è di stare accanto a te. Con te vicino più paura non avrò” “Edward dove sei? Perché mi hai lasciata sola? Che cosa farò senza di te? Perché te ne sei andato? Il nostro destino è quello di rimanere insieme per sempre. Io non posso vivere senza di te. Ho bisogno di te. Tu sei parte integrale di me. Senza di te io mi sento sola, sperduta e abbandonata. Ho paura. Mi manca tutto di te. Mi mancano le tue carezze. Mi mancano i tuoi dolci abbracci. Mi mancano i tuoi grandi occhi grigi e malinconici nei quali mi rispecchiavo. Mi mancano le tue labbra violacee e vellutate nelle quali io mi perdevo a furia di baci. Mi mancano le tue grandi mani bianche. Quelle mani che mi hanno sempre accarezzata, protetta da ogni pericolo, asciugato le lacrime, toccata. Mi manca il tuo viso. Quel viso scolpito e perfetto. Te ne sei andato senza dirmi nulla. Mi hai lasciato solamente un biglietto con su scritto “Ti amo”. Nulla di più. Mi sono sentita invadere dalla tristezza. Il mio cuore andato in frantumi. Non potevo crederci. Dopo tutto quello che ci eravamo detti. Dopo averci fatto mille promesse. Dopo averci giurato che non ci saremmo mai lasciati. Dopo due anni che stavamo insieme. Dopo tutto ciò che avevamo costruito insieme. Non so più cosa pensare. Mi sento un vuoto dentro. Un vuoto che nessuno potrà più colmare, tranne te. Mi sento confusa. Io ho sempre creduto in te. Ho riposto la mia gioia in te. Pensavo fossi diverso da tutti gli altri ragazzi che avevo conosciuto. Ma mi sbagliavo. Sei come tutti gli altri. Hai mollato tutto alla prima difficoltà. Non sei rimasto vicino a me. Non mi hai sostenuta. Te ne sei andato come un ladro. Solo che quella che ci ha rimesso sono stata io. Ma dopotutto, mio caro Edward, io continuo ad amarti. Anche dopo quello che mi hai fatto.” -Bella? Ehi Bella mi stai ascoltando? Bella? Isabella Swan sto parlando con te! -Che cosa c’è papà? Non vedi che sto studiando? E poi, io, voglio essere lasciata in pace! Che cosa mi stava succedendo? Perché stavo trattando così acidamente il povero Charlie? Evitai di guardarlo dritto negli occhi e continuai, invece, a fissare il libro di storia che si trovava proprio sulla scrivania della mia camera. Senza, nemmeno, dire una parola Charlie girò i tacchi e se ne andò in salotto a guardare una partita di baseball. Perché ero diventata così intrattabile? Tutta colpa di Edward. Mi aveva lasciata e di conseguenza ero diventata così. Mi ero completamente chiusa in me stessa. Non parlavo mai con nessuno. A scuola preferivo rimanere sola ed evitare tutti quelli che cercavano, cortesemente, di avvicinarmi. Molte volte, soprattutto a pranzo, il mio sguardo si posava sul tavolo in fondo, vuoto, dove tempo prima si sedeva Edward. Mi vennero le lacrime agli occhi pensando a lui. Non riuscivo a capire perché se ne fosse andato così improvvisamente. Perché non mi aveva detto, nemmeno, addio? Anche Alice e tutta la sua famiglia si era dissolta nel nulla senza avvertirmi. Molte volte avevo cercato di scacciare la sua immagine stampata nella mia mente, ma senza risultato. Il suo ricordo non mi voleva abbandonare. Perché continuavo ad amarlo anche dopo tutto il male che mi aveva arrecato? Perché continuavo a desiderarlo con tutte le mie forze? Se solo Edward fosse vicino a me… se solo mi stringesse tra le sue grandi braccia, io mi sentirei più serena… ma ciò non è più possibile. Dovevo assolutamente dimenticarlo o avrei sofferto per tutta la vita. Improvvisamente tutti i miei pensieri furono interrotti dallo squillo del mio cellulare. Mi alzai dalla sedia, mal volentieri, e andai a rispondere. Aspettai, impaziente che qualcuno dall’altro capo del cellulare, rispondesse. -Pronto? Bella sei tu? Sono Jacob. Come va? Ti sei un po’ ripresa? -Ciao Jacob. Sto bene, non preoccuparti Mentii come non mai. In verità stavo soffrendo come una dannata. Ma non volevo che Jacob se ne accorgesse, altrimenti avrebbe iniziato a farmi un sacco di domande e non l’avrebbe più finita. -Mi fa davvero piacere sentirtelo dire Bella. Così ti voglio. Questa è la Bella che conosco. Non la Bella mogia e senza sorriso. Ti va di venire a La Push stasera? Così almeno parliamo di qualcosa. Ti va? Non sapevo cosa rispondere. In realtà la voglia di uscire non era nei miei programmi. Avrei desiderato di più starmene a casa, magari a vedere un bel film horror. Ma non potevo, certamente, deludere Jacob in questo modo. Forse un po’ di svago mi sarebbe servito. Almeno mi sarei dimenticata, per qualche ora, di Edward. Gli risposi di si con voce squillante. Jacob ne fu felice. Ci demmo appuntamento a La Push alle 20:00 in punto. Riattaccai. -Papà io vado fuori! Ci vediamo quando torno! -E dove vai, si può sapere? -Da Jacob. Ha detto che vuole fare quattro chiacchiere con me -D’accordo. Mi raccomando Bella non fare tardi. A dopo tesoro Prima di andare avrei dovuto chiedere scusa a Charlie. Il modo in cui l’avevo trattato non era stato uno dei migliori. Andai in salotto. Lo vidi seduto sul divano, con i pop-corn in mano e una birra fresca. Non staccava gli occhi dal televisore. Quella partita di baseball doveva essere davvero importante per lui, visto che ne era un patito. -Papà? Posso dirti una cosa? -Dimmi pure Bella. Ti ascolto. Guardo la tv ma ho anche le orecchie per ascoltare -Ti volevo chiedere scusa per prima. Mi sono comportata davvero come un’idiota. Perdonami -Vieni qui tesoro mio Mi prese tra le braccia e mi fece sedere sulle sue gambe. Mi abbracciò e mi baciò la punta del naso. In quel momento mi sentii più serena. Mi aveva perdonata. Lo salutai e uscii di casa. Presi il furgoncino rosso, vecchio ma aveva ancora la forza per andare. Salii sopra, lo feci partire e in un battibaleno fui a La Push. Durante il tragitto ascoltai un po’ di musica. Quella musica classica che Edward mi aveva regalato al nostro primo appuntamento. Gli occhi mi si appannarono. Una lacrima furtiva scese dal mio occhio destro e andò a rigare la guancia. Me l’asciugai in fretta. Non volevo presentarmi davanti a Jacob tutta piangente. Suonai il clacson e Jacob, sentendo questo rumore, uscì di casa e mi venne incontro. Mi aiutò a scendere e poi mi schioccò un bacio sulla guancia destra. Sentì il bagnato e si allarmò. -Non mi dire che durante il tragitto ti sei messa a piangere. Stai ancora pensando a lui, vero? -No, non è vero. Te lo giuro Jacob. Piangevo perché mi era entrato qualcosa nell’occhio Jacob mi scrutò da capo a piedi. Forse non aveva creduto alle mie parole. Non disse nulla. Preferì non proferire parola. Mi prese per mano e ci avvicinammo a casa sua. Billy si trovava sulla soglia di casa. Appena mi vide, mi venne incontro con la sua sedia a rotelle. Mi salutò cortesemente e mi sorrise e io ricambiai il saluto. -Ehi bella come stai? E tuo padre? E’ da un po’ che non lo sento. Non c’è mai in casa -Tutto bene Billy, grazie. Charlie è in giro per lavoro. E’ per questo che non lo trovi mai. Non ha mai un attimo di pace. Deve sempre correre in qua e in là. La sera torna a casa più stanco del solito. Si fionda sul letto e si addormenta Billy non mi chiese più nulla e io non chiesi più nulla a lui. Io e Jacob andammo in salotto e ci sprofondammo sul divano. Per un po’ nessuno di noi due ebbe il coraggio di parlare. Su di noi era calato un silenzio di tomba. Fu Jacob a rompere il ghiaccio. Gliene fui grata. Anche perché io non sarei riuscita a dire nulla di interessante. -E’ da un po’ che non ti fai vedere da queste parti! Dove eri sparita? -Sono rimasta in casa. Non avevo voglia di uscire. E poi, ogni volta che vado in posto, tutto mi ricorda lui -Lui chi? Stai parlando di Edward? -Si, Edward… vorrei non averlo mai conosciuto… mi sta facendo soffrire e questo non lo sopporto… Jacob strinse i pugni. Non l’avevo mai visto così arrabbiato. Sapevo che mi aveva sempre amata e che continuava ad amarmi. Ma io avevo preferito rimanere accanto ad Edward e rimanere suo amico. Jacob mi prese tra le braccia e io mi accoccolai a lui. Sentivo il tepore che emanava il suo corpo. Sentivo il suo cuore battere regolarmente. Insomma, mi sentivo protetta e al sicuro. Rimanemmo così per parecchio tempo. Non so precisamente quanto. Jacob mi fece una proposta che non mi sarei mai aspetta. -Ehi Bella ti va di andare da Sam e gli altri? -Si… va bene… Ci alzammo dal divano e andammo fuori. Bisognava attraversare il bosco e lì avremmo trovato tutti gli amici di Jacob. Sapevo che nessuno era d’accordo sul fatto che io lo frequentassi e viceversa. Nessuno mi aveva mai visto di buon occhio. Pensavano che io fossi pericolosa e che avendo scoperto il loro piccolo segreto, andassi a dirlo in giro. Tutti erano contro di me. Ma almeno Jacob sapeva difendermi da loro. Jacob si trasformò in licantropo. Salii sopra la sua schiena e in pochissimo tempo fummo da loro. Jacob correva velocissimo. Sembrava un fulmine. Quando arrivammo a destinazione scesi dalla sua groppa e con un po’ di timore mi aggrappai a lui che si era ritrasformato in essere umano. Mi prese la mano e io gliela strinsi con tutta la forza che avevo. -Ho paura Jacob. Lo sai che tutti i tuoi amici licantropi sono contro di me -Chi se ne importa. Dovranno farci l’abitudine. Se si azzardano a farti del male, io sarò al tuo fianco per proteggerti Sentii ululare. Gli altri lupi dovevano aver sentito l’odore di Jacob anche parecchie miglia lontano. Avanzarono verso di lui. Il primo fu Sam. Ma quando mi vide stretta a Jacob cominciò a ringhiare e a mostrare i suoi grossi denti appuntiti. La paura cominciò a farsi sentire. Dietro di lui vidi Paul, Quil, Leah Clearwater, Embry, Jared, Seth ed Emily. Tutti ringhiarono, tranne Emily e Seth. Anzi, Seth si trasformò in essere umano e mi venne incontro. Mi sorrise. Fu felice di vedermi. Anche Emily mi venne incontro col sorriso stampato sulle labbra. Sam le ringhiò contro, ma Emily sembrò non ascoltarlo. Poi, uno ad uno, tutti tornarono esseri umani. Fu Sam a parlare per primo. -Che ci fai con questa ragazza Jacob?! Ti avevo proibito di portarla qui e tu mi hai disubbidito! -Piantala Sam. La vuoi finire una buona volta? Bella non è pericolosa come sembra. E poi non vuole farti del male. Perché devi essere sempre così maleducato con lei? Che cosa ti ha fatto di male perché tu possa trattarla in questa maniera? -Cosa Jacob?! Bravo, difendila pure! Per caso i suoi occhi ti hanno fatto andare il cervello in pappa?! E’ una nostra nemica! E poi lei non può stare assolutamente qui! O lei se ne va o noi ce ne andremo! -E’ una vostra scelta! Ma Bella non si muoverà da qui! Il viso di Sam diventò rosso dalla rabbia. Jacob aveva superato il limite. Non poteva desiderare un’umana a loro. Perse le staffe. Si trasformò in un licantropo e cominciò a ringhiare contro Jacob. Jacob accettò la sfida di Sam senza dire una parola. Le sfide erano sempre state il suo forte. Lo avevano sempre eccitato. Mi lasciò il braccio e anche lui si trasformò in licantropo. Cominciò la sfida. Jacob contro Sam. Chi avrebbe vinto? Io, naturalmente, facevo il tifo per Jacob. Ma non avrei voluto nemmeno questo scontro. Ormai era inutile farli cambiare idea. Qualcuno si sarebbe fatto davvero male. La prima mossa la fece Jacob. Saltò addosso a Sam e gli cacciò un morso così potente da farlo cadere a terra. Sam non si arrese. Si rimise in piedi. Stavolta fu il suo turno. Si buttò addosso a Jacob e cominciò a morderlo. Si morsero, si graffiarono senza sosta. Nessuno dei due aveva intenzione di mollare. Sentivo le grida di tutti gli altri. Alcuni, come Emily e Leah gli gridavano di smetterla, tutti gli altri volevano che continuassero. La lotta durò per un sacco di tempo. Poi, finalmente, tutto finì. Sam era stramazzato a terra, privo di forze. Jacob era ancora in piedi. Era ferito da tute le parti. Però si reggeva ancora. Gli altri portarono via Sam. Nessuno parlò. Che cosa si sarebbero potuti dire? Tutti consideravano Jacob soltanto un traditore. E tutto questo solo per colpa mia. Mi chinai e vidi Jacob riprendere sembianze umane. Lo aiutai a rialzarsi e a portarlo a casa da Billy. Durante il tragitto cominciai a chiedergli scusa. -Jacob mi dispiace per tutto il casino che ho combinato, davvero. Non sarei mai dovuta venire qui -Non scusarti Bella, non è colpa tua. E’ mia perché ti ho costretto a venire con me -Non dirlo neanche per scherzo! La colpa non è tua. Ho scatenato l’inferno. Sam mi odia e non può vedermi -Gli passerà… Finalmente arrivammo a casa di Jacob. Billy, vedendo il figlio conciato in quella maniera, si preoccupò non poco e gli chiese il motivo di tutte quelle ferite. -Nulla papà. Ho avuto una piccola rissa con Sam e gli altri Salutai sia Jacob che Billy. Prima di andarmene Jacob mi fece promettere che sarei tornata da lui ogni giorno. Lo promisi. In fondo Jacob era davvero divertente. Presi il furgoncino rosso e tornai a casa. Quando arrivai notai che tutte le luci erano spente. Forse Charlie stava dormendo. Aprii piano la porta dell’ingresso e mi intrufolai in camera mia in punta di piedi. Aprendo la porta della camera non avrei più visto il mio Edward seduto sul letto, aspettando che io tornassi. Non lo avrei più abbracciato, né avrei più appoggiato la testa sui suoi addominali. Non mi avrebbe più sorriso. Non mi avrebbe più stretto a sé. E non avrebbe più vegliato su di me. Non avrebbe più nemmeno bussato alla mia finestra e io non gli avrei più aperto. Ciò mi rendeva ancora più triste. Mi svestii, mi misi il pigiama e andai in bagno a lavarmi i denti. Tornai in camera. Mi misi sotto le coperte, spensi la luce dell’abatjour che si trovava sul comodino ma feci una gran fatica ad addormentarmi. Mi girai e rigirai nel letto cercando una posizione più comoda. Niente. Chissà se Edward mi stava pensando almeno un pochino. Chissà se stava soffrendo quanto soffrivo io. Chissà se un giorno lo avrei rivisto. Quel giorno sarebbe stato il giorno più felice della mia vita. Ma era ancora lontano. Adesso bisognava pensare solamente al futuro. Alle 2:00 di notte riuscii ad addormentarmi facendo, però, un incubo spaventoso. Un incubo che mi fece tremare il cuore. Ero sotto casa di Edward. Suono il campanello. Qualcuno scende le scale rumorosamente e apre la porta. E’ Edward. Mi vede, ma non dice nulla. I suoi occhi sono velati di lacrime. Ha una valigia in mano, piena di cose. Gli chiedo dove sta andando, ma non mi risponde. Insisto. Alla fine mi dice che sta partendo per un lungo viaggio e che non tornerà più. Mi sento invadere dalla paura. Come non tornerà più? Cerco di farlo ragionare, ma inutilmente. Dietro sento un rumore di clacson. E’ Carlise. Edward si mette la giacca ed esce. Lo afferro per la giacca, ma lui si libera della mia stretta. Cado in ginocchio e con le lacrime agli occhi gli chiedo di non partire, di rimanere accanto a me. Non vuole sentirmi. Urlo il suo nome. Ma lui continua ad avanzare, fino a quando non sale in macchina e se ne va. Allora comincio a piangere e ad urlare. Mi svegliai di soprassalto, con il cuore in gola. Avevo veramente le lacrime agli occhi. Me le asciugai. Tornai a dormire, sperando che la mattina potesse cancellare definitivamente questo sogno spaventoso. Finalmente arrivò la mattina e il sole inondò la stanza con i suoi raggi caldi. Pian piano aprii gli occhi. Avevo la testa che mi doleva. Non avevo voglia di andare a scuola. Ma dovevo andarci perché mi aspettava una verifica di chimica proprio alla prima ora. Mi alzai, mi lavai e andai giù per preparare la colazione a me e a mio padre. Mi attese una sorpresa inaspettata. Mio padre aveva già preparato la colazione per tutti. Incredibile. Non potevo ancora crederci. E quando mai Charlie si alzava così presto la mattina? Lo salutai ancora assonnata. -Buongiorno papà -Ciao Bella. A che ora sei rientrata stanotte? Perché non ti ho sentita arrivare -Verso le 23:30 Mangiai i miei cornflakes velocemente. Presi la cartella e uscii correndo per non arrivare tardi a scuola. Successe qualcosa che non mi sarei maia spettata. Davanti a me trovai un uomo alto e alquanto sinistro. Cercai di scansarlo, ma notai che mi stava seguendo. Corsi e anche lui cominciò a correre. Che voleva da me? Perché mi stava importunando? Avrei chiamato la polizia. Presi il cellulare in mano. Composi il numero della polizia. Ma quell’uomo fu accanto a me in un batter d’occhio. Mi prese il cellulare e lo frantumò con la sola forza della mano destra. Aveva due occhi spiritati e rossi di sangue. Mi spaventai. -Sei tu Bella Swan? -Si, sono io… e lei chi è? -Sono venuto a proporti un patto Un patto? Di quale patto stava parlando? Che cosa voleva farmi? Ero nei guai seri Questa è la mia prima ff su Twilight! Spero piaccia! Leggetela e ditemi cosa ne pensate!
  
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