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Autore: E_AsiuL    19/02/2021    1 recensioni
Il rapporto tra il medico legale Tessa Beale e il detective Gabriel Giuliani non è mai stato idilliaco. Ma le cose potrebbero cambiare per via di un serial killer, il cui operato toccherà Tessa un po' troppo da vicino.
Genere: Introspettivo, Noir, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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A/N: Rieccoci. Grazie a chi ha letto il primo capitolo e a Old Fashioned e bullseye1 (mi scuso in anticipo per le parolacce a questo giro) per essersi presi un po' di tempo per lasciarmi la loro opinione.
Buona lettura!


2
 
«Quindi, com’è morta?»

«Detective, spero sappia leggere», sbuffò Tessa, indicando il rapporto che aveva appena consegnato a Giuliani e che, ora, era fra le mani del detective.

«Mi faccia un riassunto», ribatté lui, sfogliando col pollice gli angoli del voluminoso rapporto d’autopsia.

«Ammazzata», fu la laconica risposta del medico legale. «Ma, a quello, credo ci fosse arrivato da solo», disse, togliendo polvere immaginaria dalla scrivania. «D’altronde, è un detective, no?»

Giuliani si morse la lingua per non darle una rispostaccia. «Un indizio?»

«È tutto scritto lì», ribatté Tessa, con un cenno. «È stata torturata. Le hanno strappato le unghie con delle pinze. L’hanno usata come posacenere. Come affilacoltelli. Ho perso il conto delle fratture. Delle sostanze che le hanno iniettato e fatto ingerire. L’hanno aperta come una noce di cocco e hanno fatto più danni delle fattucchiere del villaggio coi ferri da calza», si accalorò. «Cazzo, se avessero usato un ferro da calza arrugginito sarebbe stato meglio!», alzò la voce, battendo un pugno sulla scrivania. «E poi, visto che, tanto, era tutta spazzatura, hanno buttato tutto in un angolo a marcire», continuò, incurante dell’espressione esterrefatta di Giuliani. «Quel fagotto era lì da qualche giorno, a giudicare dagli insetti. E lei era viva, nel frattempo». Tessa inspirò lentamente, trattenne il fiato, poi espirò, riguadagnando contegno.

«Che pezzo di merda…», borbottò il detective. Quella doveva essere solo una parte, e nemmeno la peggiore, se la Beale si scongelava in quel modo.

«Per una volta, sono d’accordo», annuì lei. «Il resto, è nel rapporto». Tessa allontanò la sedia dalla scrivania.

Giuliani si alzò, il rapporto stretto in mano, trattenendosi dal commentare che avrebbe aspettato il film tratto da quel romanzo. Con il medico legale con le balle girate in quel modo, meglio non rischiare.

«Qualche altro spoiler?», chiese, invece.

Tessa scosse la testa. «Lo stronzo sembra essere ambidestro. Non c’è una fibra, un pelo, un capello, un’impronta, una goccia di sudore… niente. Pulito, sterile, disinfettato. Houdini».

Giuliani si passò una mano fra i capelli. I tecnici avevano detto la stessa cosa della scena. Le utenze della casa risultavano intestate alla vittima, che di certo non si era fatta tutto quello da sola. In tutto il resto della casa, niente di estraneo.

«Lo stesso vale per lo scantinato e la casa. Pare che il bastardo vivesse nel cellophane, o roba del genere», commentò, sulla porta. «Ma lo troveremo», aggiunse, quasi volesse rassicurare Tessa.

Lei annuì, in piedi davanti alla scrivania. «Arrivederci», disse, di nuovo fredda. Giuliani si voltò, ricambiando il saluto con un cenno della mano.

Non ci avrebbe giurato, ma, dopo un paio di passi, gli sembrò di sentire la Beale dire “Trova lo stronzo, Gabriel”.

 
Arrivato nel parcheggio dell’istituto di medicina legale, il detective trovò il suo collega appoggiato allo sportello chiuso dell’auto, armato di un sacchetto del bar e di un bicchiere d’asporto di caffè.

«Ciambella ripiena. Caffè iperzuccherato. Diabete in arrivo per il detective Gabriel Giuliani», gli disse, allungandogli la colazione.

«Hai preso lezioni di simpatia dalla Beale, Alex?» rispose Gabriel, infilandosi il rapporto sotto l’ascella e attaccando il caffè.

Alex lo guardò, sollevando un sopracciglio, gli occhi castani che lanciavano stilettate. «Tessa è una persona molto cortese e simpatica», ribatté. «Almeno, lo è con me», aggiunse.

«Attento, Hasler. Da come la difendi, sembra quasi che ci sia qualcosa sotto», lo punzecchiò, facendo il giro dell’auto per andare a sedersi dal lato passeggero.

Alex avvampò. «Non c’è niente sotto. Io e Tessa siamo amici», borbottò, sedendosi al posto di guida.

«E tu stai arrossendo come una scolaretta. Hai una cotta per la Beale?» rimarcò Giuliani, iniziando a sfogliare il rapporto. «Merda, non è un rapporto, questo. È più grosso di un’enciclopedia!»

Alex abbozzò uno sguardo alle dimensioni del plico. «Ci sarà stato parecchio da segnalare», commentò, immettendosi nel traffico. Dopo un paio di minuti di silenzio, riprese. «E comunque, continuo a non capire perché lei ti stia tanto sulle balle».

Mettendo il segno con l’indice fra le pagine, Gabriel guardò oltre il parabrezza. Perché la Beale gli stava sul cazzo? Era una questione di stereotipi? L’idea che una donna passasse il tempo fra i cadaveri? No, non era quello. Cercò di pensare ad un episodio in particolare, ma non gli veniva in mente nulla. Probabilmente, gli era stata antipatica da quando l’aveva vista la prima volta. Gli era risultata antipatica a pelle, proprio.

«Non lo so», rispose, con un’alzata di spalle. «A istinto. Mi è stata antipatica subito, e non ha mai fatto niente per farmi cambiare idea».

«Mh», fu l’unica risposta che ebbe da Alex.

«Tutto qui?»

«C’hai mai parlato, almeno? Fuori dal lavoro, intendo».

Gabriel ci pensò. «No. Mai vista fuori da un camice. Mai sentita parlare d’altro se non di morti», abbassò di nuovo gli occhi sul rapporto. Era una lettura orrendamente macabra.

«Appunto. Ci lavori da tre anni e nemmeno la conosci», commentò Alex, svoltando nella rampa che immetteva nei loro garage.

«Su di lei posso dirti che, sicuramente, se scopasse di più, sarebbe meno acida. Anzi, non di più, se scopasse e basta», sbuffò.

A quell’uscita, Alex strinse il volante con forza. «Questa è una battuta sessista e orrenda», girò la chiave e spense l’auto. «E poi, chi ti dice che non lo faccia?»

«Dai, andiamo! Ma ce la vedi? Scommetto che è pure una mezza sega, o frigida», uscì dall’auto, sbattendo la portiera.

«Fa bene a darti del coglione, allora», sbottò Hasler, uscendo dall’auto a sua volta. «Solo perché non la dà a te, non significa che sia frigida. Hai considerato l’ipotesi che, forse, non sei il dono di Dio alle donne?»

«Ehi, amico, non ti scaldare. La Beale mi sta sulle balle. Io sto sulle balle a lei. Sarà sempre così. Più che altro, non capisco come facciate ad andare d’accordo, e perché la difendi sempre», disse, infierendo sul pulsante di chiamata dell’ascensore.

«Tessa ed io siamo amici. E sai perché? Perché io ci parlo, con le persone. Non le suddivido in “scopabili” e “non”, come te», sospirò Alex. «E, per la cronaca, i tuoi commenti maschilisti mi fanno schifo, amico. E sono immeritati», lo guardò torvo, entrando in ascensore.

Durante tutto il tragitto in ascensore – trenta secondi buoni – Gabriel studiò il suo partner, riflettendo su quel commento. L’espressione seria e vagamente infastidita, Alex si grattava la nuca, come se ponderasse di rasarsi di nuovo i capelli castani.

«Che c’è, m’è spuntato un terzo occhio?» gli chiese Alex, quando l’ascensore arrivò al piano. Gabriel scosse la testa, uscendo e dirigendosi alle loro scrivanie.

«Pensavo a quello che hai detto».

Alex sollevò un sopracciglio. «Ti penti di essere stato stronzo?»

Gabriel sbuffò, sedendosi e sbattendo il rapporto sulla scrivania. «È stata un’uscita infelice», disse, alzando le mani. «E irrispettosa».

Alex annuì. «Ecco».

«Ma tu… che ne sai?» disse, guardandolo fisso. «Che sono immeritati?»

Alex gli sfilò il rapporto dalla scrivania e iniziò a leggere. Sapeva che, quando ci si metteva, Gabriel era peggio di bambino. E lui aveva parlato troppo, facendosi sfuggire qualcosa, nell’ansia di proteggere un’amica.

«Non mi dire che… tu e la Beale…», bisbigliò Giuliani.

«No comment», ribatté Alex, concentrato sul rapporto.

«Ci sei andato a letto? Quando? Come? Perché?»

«No. Comment».

 
A/N2: voi che dite, Gabriel ci ha visto giusto sul suo partner e la Beale? 
Alla prossima!

 
 
  
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