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Autore: Soly_D    20/02/2021    1 recensioni
#01. «Perché era solo e indifeso. E poi mi ricordava te».
#02. «Posso baciarti?».
#03. «Mi concedi questo ballo?».
#04. «Il tuo sguardo parla per te, Laxus, ed è evidente che ora tu mi guardi come ti guardo io».
#05. «Dovessero volerci giorni, mesi o anni, io aspetterò».
#06. «Avresti dovuto prendere la taglia più grande».
#07. «Ieri notte ti ho sognato».
#08. «Fai il bagno con me. C’è abbastanza spazio per tutti e due».
#09. «Voglio solo che tu sia felice».
#10. ?
[Raccolta di flashfics] [Fraxus + accenni Bixanna & Elfever]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Fried Justine, Fried/Laxus, Il Raijinshuu, Luxus Dreher
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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100 ways to say ‘I Love You’

#06. It looks good on you

Non capitava spesso che andassero a fare shopping insieme, men che meno senza Bickslow ed Evergreen, ma ora che i due si erano rispettivamente accasati con Lisanna ed Elfman, a Laxus e Freed toccava fare molte più cose da soli.
Non che a Laxus piacesse fare shopping, comunque, ma Freed aveva insistito dicendo di voler rinnovare il suo guardaroba. Il Dragon Slayer aveva provato a fargli capire che quelle cose non facevano per lui, che non avrebbe comprato nulla e che si sarebbe annoiato a morte, ma alla fine Freed – ben sapendo che la soluzione fosse prenderlo per la gola – era riuscito a convincerlo promettendo che quella sera sarebbero andati a mangiare in un locale fantastico, magari invitando anche Bickslow, Evergreen e i loro rispettivi compagni.
Come previsto, però, Laxus si era ritrovato seduto su un divanetto del negozio di abbigliamento ad aspettare che Freed finisse di provare i vestiti che aveva scelto e a rimpiangere il momento in cui aveva accettato di accompagnarlo. Proprio come uno stupido fidanzatino innamorato.
«Che te ne pare?», esordì Freed ad un certo punto uscendo dal camerino con addosso una camicia azzurra decisamente aderente che metteva in risalto il suo petto non troppo muscoloso, ma asciutto e ben definito. «Forse dovrei prendere la taglia più grande», soppesò il mago guardandosi incerto il busto.
«Invece ti sta bene», commentò sinceramente Laxus, cercando invano di staccare gli occhi dalle linee dei pettorali di Freed che si intravedevano da sotto la camicia. «Dovresti prenderla».
«D-davvero?!», disse il mago arrossendo un po’ sulle guance.
Laxus annuì e Freed sparì in camerino visibilmente entusiasta. 
Fortunatamente, quella sessione di shopping non durò ancora per molto e, come promesso, quella sera i due andarono a cena con i loro amici nel locale di cui gli aveva parlato Freed.
Ciò che Laxus non immaginava era che Freed, sfoggiando la sua nuova e fin troppo attillata camicia azzurra, avrebbe attirato più di uno sguardo da parte di entrambi i sessi. Le donne non erano un problema, dal momento che Freed era dichiaratamente gay. Il vero problema erano gli uomini, e nello specifico il cameriere di quel dannato locale che, ad ogni nuova portata, fissava i bottoni della camicia di Freed come se potessero aprirsi da un momento all’altro. In effetti, quando Freed abbandonava il lungo vestito elegante con cui era solito andarsene in giro ed esibiva maggiormente il suo fisico slanciato, faceva tante stragi di cuori quanto Laxus stesso, ma quello era decisamente troppo per i suoi gusti.
«Avresti dovuto prendere la taglia più grande», fece notare Laxus all’amico ficcandosi in bocca un pezzo di carne nella speranza di scacciare il fastidio che avvertiva allo stomaco.
«Ma tu avevi detto che–».
«Ti si vede tutto», borbottò Laxus. «E il cameriere ti sta mangiando con gli occhi, che cazzo».
Freed, dopo qualche attimo di esitazione, gli sorrise in maniera così dolce che Laxus avvertì il cuore fare una capriola e pensò che non sarebbe riuscito a nascondere la sua cotta per il mago ancora per molto.
«Non mi importa del cameriere. Ho comprato questa camicia perché piaceva a te».
Il fastidio che Laxus avvertiva allo stomaco sparì di colpo, sostituito da una piacevole sensazione di sollievo e dalla voglia di tornare a casa quanto prima per sbottonare personalmente quella camicia maledetta e benedetta al tempo stesso e godere di ciò che si celava sotto la stoffa.
«Cameriere 0, Laxus 1», sussurrò il Dragon Slayer con uno ghigno rivolto a se stesso.
«Hai detto qualcosa, Laxus?».
«No, nulla».





  
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