Shouto osservava, seduto sul suo letto, il movimento ripetitivo delle gocce, che dopo essersi infrante sul vetro, scivolavano verso il basso, a volte inglobandone altre e ingrandendosi fino a sparire alla sua vista. Teneva addosso il lenzuolo e la coperta fin sopra la testa, in un atteggiamento protettivo verso se stesso e il mondo esterno; l'ampio stanzone era un continuo eco di mormorii assonnati e del russare degli altri bambini.