Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: mmi    21/02/2021    0 recensioni
Lui le diceva che era pazzo di lei
e che lei era un po’ troppo ragionevole per lui
Mai e poi mai, sempre e poi sempre
a giorno fatto e notte fonda.
Certo, se dico che t’amo
T’amo da morire
è un po’ anche per viverne.
E non voglio dire che non amo che te
Che non mi piace andarmene
andarmene per tornare
che non mi piace ridere
e che alle tue tenere lacrime
non preferisco il tuo sorriso.
Genere: Malinconico, Poesia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La one-shot è stata fortemente ispirata dalla poesia "Mai e poi mai" di Jacques Prévert. 

Il sole rischiarava i loro corpi abbracciati nel freddo della notte, marchio del sorgere dell'alba su un nuovo giorno. Fred la strinse a sé, mormorandole con tono di sfida
" Non ti amerò mai e poi mai"
Hermione mugugnò con gli occhi chiusi con tono lamentoso e lui la baciò ammettendo
"ti amerò sempre e poi sempre, hai vinto tu ".
Hermione unì di nuovo teneramente le loro labbra, accarezzandogli i capelli socchiudendo gli occhi
" Io però vorrei che amassi solo me".
Lo disse come un segreto, come un desiderio viziato, come se fosse la cosa più semplice e più difficile del mondo.
Fred sorrideva e non sapeva come dirle che non c'erano mai state altre, dopo di lei, che tutto nel suo corpo da dea, nella sua voce, nella sua risata, nella sua testa, lo rendevano pazzo di lei.
Non sapeva ammetterlo di fronte ai suoi occhi sinceri, grandi e luminosi avrebbe voluto tenere la sua pelle nuda contro il proprio petto in ogni risveglio della sua vita, nel silenzio della vita che si risveglia – e nei mormorii delle anime che non sono mai andate a dormire.
Non sapeva come una che ad un appuntamento segreto si porta una coperta per proteggerli dal freddo avendo la magia che poteva fare apparire sotto i loro corpi pure il baldacchino di un re, fosse finita con uno come lui, che non sapeva più allacciarsi le scarpe senza bacchetta.
Hermione era troppo ragionevole per lui, pensava Fred, mentre strofinava il naso contro la pelle morbida e profumata del suo collo.
Mai e poi mai, si ripeteva, facendo scendere le proprie labbra dal collo ai suoi seni.
Sempre e poi sempre, gli rispondeva la sua anima, stanca di sentirlo mentire.
“ Se ti dico che ti amo, che ti amo da morire, è un po’ anche per viverne”, la stuzzicava Fred.
Ma tra i leggeri sospiri, Hermione sussurrava " Ama me soltanto, sennò non conta niente".
Dalle labbra di Fred uscì solo un "cerca di capire” timido e imbarazzato.
" Di capire non mi importa", e si alzò seduta, il corpo nudo illuminato dall'alba che li scopriva amanti.
" Hai ragione" ammise lui" non si tratta di capire, si tratta di sapere".
E mentre lei si copriva con le proprie braccia, quasi pentita di quell’amore che gli aveva donato, di quei sogni sottesi, che nessuno dei due aveva il coraggio di confessare ad alta voce, Fred voleva solo urlare:
Non voglio dirti che amo solo te, che non mi piace andarmene - perché poi voglio tornare.
Non voglio dirti che alle tue lacrime preferisco il tuo sorriso, anche se questo non mi fa ridere.
Ma lui era Fred, e Fred non appartiene a nessuno, Fred esiste solo per se stesso – e per George.
"Non voglio sapere niente", gli rispose con amarezza.
"Hai ragione di nuovo" le disse, stringendola contro la propria pelle, nuda e indifesa quanto la sua, senza difese, senza barriere.
" Non si tratta di sapere, si tratta di vivere, di essere, di esistere",
Ma questo non le bastava, e immerso nei suoi capelli, la sentì pretendere
" Guarda che non esiste, io voglio che tu mi ami e che ami me soltanto",
le sue dita sottili gli spostarono lentamente il volto contro il suo, baciandolo, quasi fondendosi con lui senza più alcun rossore.
Uno sguardo con mille sottointesi, famelico e pericoloso, lo accolse appena ripresero fiato.
"Voglio che le altre ti amino e che tu ti neghi a loro a causa mia".
Ecco la sua dea della guerra, della saggezza e della seduzione. Ecco il suo sguardo profondo, torbido e lascivo che lo teneva sveglio la notte per le fantasie che ne scaturivano.
Guardò fisso quegli ocelli di cui avrebbe voluto nuotare e di cui avrebbe voluto sorseggiare ogni goccia, soffiandole sulle gote un "Terribilmente avida".
Lei si irrigidì, alzando a dismisura un sopracciglio
"È colpa mia se sono fatta così?"
" Vabbè" dice lui, alzandosi e rivestendosi, come ogni volta che lei lo costringeva a scegliere.
La libertà o il sapore delle sue labbra? L’indeterminatezza o la serena consapevolezza che i suoi nei sarebbero stati al solito posto ogni notte?
La mancanza di una direzione o i loro litigi infuocati?
Perché quello che al sorgere del sale è un "mai e poi mai", la notte è un "sempre e poi sempre" in cui Fred vorrebbe sparire.
Non vale la pena di tornare domani notte, si illude, sotto lo sguardo deluso di Hermione.
Ma ora lei gli ha buttato le valigie dalla finestra, lo sa, vedendola baciare sulla guancia Ron, che cambia tonalità.
"Hai scelto il fratello sbagliato" pensa Fred più tardi, passeggiando con le mani ficcate in tasca, dopo avere scacciato il gemello senza troppe cerimonie, che più tardi gliel’avrebbe fatta pagare, ne era certo.
È solo come un cane sotto la pioggia - ma non piove.
"Peccato", pensa, "è meno bello".
In fin dei conti però sa che non si può avere ogni sera una tempesta di neve e che lo scenario non è mai drammatico come si vorrebbe.
Lascia cadere le valigie, maledicendola per non averlo capito, maledicendosi per non averglielo fatto capire. Passeggia con astio senza una meta, e quei brividi di freddo non possono nulla al ricordo del piacere dato dal suo grande amore, nascosto in quel corpo così esile, in quello sguardo così regale.
Escono abbracciati gli innamorati; e lui li spia mentre calcia i sassi, mentre mormora "in fin dei conti, cosa può importarmi?".
Cosa può importargli del fatto che la sua pelle possa essere graffiata dalle unghie di un altro?
Cosa può importargli che le sue labbra non cerchino le sue, che i suoi occhi non gli parlino più in silenzio, in mezzo al rumore?
Cosa gliene importa che i suoi sospiri non vedano in lui il colpevole?
"Mai e poi mai", ripeteva come una litania.
Lei era una dea.
"Sempre e poi sempre", non gli dava stregua il cuore.
E lui era solo un uomo.
Si mise a correre, cercando di sfuggire al ricordo del suo grande amore.


 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: mmi