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Autore: Juls18    23/02/2021    5 recensioni
Il richiamo ad un'antica tradizione sconvolge il pianeta di Wonder. La regina del regno della Luna ha deciso, infatti, che a occuparsi dell'istruzione della sua giovane figlia Milky sarà una principessa reale, scelta appositamente per l'occasione, una "Principessa Istitutrice" appositamente scelta da un gruppo di sette saggi. Questa scelta porterà con se lo stravolgimento della vita di due principesse, di due regni, e di due famiglie reali. Chi otterrà il compito, poi, dovrà vivere per tre anni nel regno della Luna, a stretto contatto con la giovane principessa e anche con il principe Shade, erede al trono. Un posto ambito da molte principesse. Ma chi otterrà il compito, sarà preparato alle conseguenze che ciò comporterà? E soprattutto, alla fine dei tre anni, sarà solo la giovane principessa Milky ad avere imparato, o anche la sua istitutrice?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Milky, Nuovo Personaggio, Regina Maria, Rein, Shade
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13

 

Trudy era seduta nella poltrona di Rein, con in mano una tazza di the fumante e un vassoio di pasticcini davanti a lei. La principessa si era tolta il cappello e i guanti e aveva sciolto i suoi capelli e in quel momento stava camminando avanti e indietro per la stanza. Da quando erano arrivate, non si erano dette assolutamente niente. Avevano guardato in silenzio Dreamy portare il the e i biscotti, e poi sparire. Era solo loro due e Trudy non aveva nessuna intenzione di iniziare il discorso per prima. Se voleva sarebbe stata la principessa ad iniziare, dato che era stata lei a trascinarla nella sua stanza. Rein, al contrario, in quel momento sembrava in preda ad una lotta interna. Trudy poteva vedere quasi i pensieri che attraversavano la mente della donna, ma non si azzardava affatto a fiatare. Avrebbe aspettato e nel frattempo si sarebbe goduta il suo the. Appena Trudy portò la tazza vicino alla bocca, Rein si fermò e la guardò, le braccia appoggiate sui fianchi, in un modo ovvio di cercare di intimidire la donna, o di darsi coraggio

-Ora voi mi dovete spiegare cosa è appena successo?-

-Vi ho semplicemente presentato…-

-No no no, non ci provate. So cosa è successo, quello che voglio sapere è cosa vi è successo? Se aveste potuto l’avreste uccisa con lo sguardo. Avete rischiato di creare uno scandalo se aveste continuato a parlarvi in quel modo. Ve ne rendete conto?-

Trudy annuì. La principessa aveva ragione, aveva dato spettacolo nell’atrio, ma aveva visto una possibilità e l’aveva colta.

-So che vi può sembrare strano ma…-

-Contessa, avete quasi rischiato di offendere una marchesa. Ve ne rendete conto? Nella scala gerarchica lei è sopra di voi-

-Certo, la nuova marchesa, come potrei dimenticarlo-

Disse Trudy, a metà tra l’amarezza e il disprezzo. Rein la guardò con uno sguardo confuso negli occhi

-Cosa è successo?-

-Niente di strano, altezza. Conosco Fanny da sempre si può dire, mia madre e la sua sono legate da una qualche parentela, e spesso venivano da noi durante l’estate. Quando Fanny ha raggiunto l’età per il debutto in società mia madre si è offerta di accoglierla in casa nostra per darle una… visibilità maggiore. Il visconte Du Navalen non navigava in buone acque e sperava che facendo fare un buon matrimonio alla figlia i suoi problemi venissero risolti e…-

-Il marchese era certamente l’uomo giusto e immagino senza di voi non avrebbe mai avuto modo di incontrarlo-

Trudy annuì

-Si, lo ammetto, sono stata io a presentarli ma… niente faceva pensare che il marchese fosse interessato a lei o viceversa. Poi un giorno, all’improvviso, hanno annunciato il loro fidanzamento. È stato tutto molto… veloce-

Rein si sedette sulla poltrona, davanti alla contessa. Le due si guardarono negli occhi, Trudy non sapeva cosa stesse pensando di preciso la principessa.

-Mi state dicendo che la marchesa è una arrampicatrice sociale?-

Trudy scosse la testa

-Non credo sia la definizione esatta, altezza. Dopotutto non è un crimine sposare un marchese e al suo posto chi avrebbe osato rifiutare una simile proposta di matrimonio?-

-Allora non…-

-Fanny è scaltra. Si cela dietro al suo sorriso innocente, al suo bel faccino, ma in lei… non credo ci sia niente di buono dentro la sua anima-

Rein prese la tazza di the e si appoggiò contro lo schienale della poltrona

-È lei la donna che vi ha pugnalato alle spalle? Il motivo per cui non vi fidate di me?-

Trudy la fissò e si ritrovò ad annuire

-Siete fin troppo perspicace, altezza-

-Non ci voleva molto a fare il collegamento, contessa-

Trudy le sorrise

-Iniziate veramente a conoscermi fin troppo bene, altezza. Mi sono confidata fin troppo con voi-

-Io direi troppo poco, invece. Non riesco a capire una cosa. Per caso voi e il marchese eravate…-

-Tra me e il marchese non vi era e non vi sarà mai niente-

Trudy rispose in modo secco alla principessa e la turchina le restituì uno sguardo poco convinto, ma non le disse niente.

-Io…-

Trudy fu fermata dall’improvviso bussare alla porta. Le due donne si voltarono verso di essa, stupite da quel suono.

Dreamy, la cameriera personale della principessa, apparve all’improvviso e si avviò verso la porta. Dopo qualche secondo ritornò, perplessa

-Principessa, il principe Shade chiede di essere ricevuto-

Rein e Trudy si alzarono di scatto. Trudy guardò verso la principessa e vide tutto lo stupore della donna. Nemmeno lei si aspettava quella visita. Shade entrò nella stanza poco dopo e quando vide che la principessa non era sola si fermò sulla porta.

-Rein, contessa, buongiorno-

Trudy si inchinò. Quello era certo un incontro alquanto inaspettato.

-Shade, non mi aspettavo una visita-

Disse Rein, in difficoltà. Il principe stava per ribattere, quando la voce di Thomas si fece sentire. Nessuno lo aveva visto entrare

-Era semplicemente preoccupato, credo volesse assicurarsi che tu fossi tornata a casa sana e salva. Qualcuno evidentemente non si fida dei suoi uomini-

Shade fulminò Thomas con lo sguardo, ma il conte gli rispose con un semplice sorriso da sornione.

-Come puoi vedere, sto bene e…-

-Non sono venuto qui per vedere se stavi bene, lo sapevo che stavi bene. Cioè, ovvio che sono contento di vederti sana e salva qui però… non era questo il motivo della mia visita-

Trudy guardò perplessa il suo principe. Quella era la prima volta che lo vedeva quasi in imbarazzo. Trudy spostò lo sguardo su Thomas, e il conte le rispose facendole l’occhiolino. Lui era l’unico in quel momento che si stava divertendo. Rein si avvicinò ai due

-Dato che siete qui, gradite una tazza di the?-

-Il caffè sarebbe meglio ma non rifiuto la tua offerta. Trudy, sei incantevole questa mattina-

Trudy fissò Thomas, totalmente presa in contropiede

-Stai dicendo che le altre mattine non lo sono?-

-Non lo so, certi giorni sei solo…passabile direi-

-Passabile? Senti chi parla-

Thomas scoppiò a ridere e anche Trudy si lasciò andare ad una piccola risata

-Contessa, ve lo volete portare via? Sarei disposto pure a ricompensarvi-

Trudy si voltò vero Shade

-Perdonatemi altezza, ma preferirei evitare questo ingrato compito-

-Almeno ci ho provato-

-Ehi, smettetela voi due. Se non capite la mia immensa bellezza e intelligenza e il vantaggio di avermi nelle vostre vite è un problema vostro, non date la colpa a me-

Shade sorrise a Trudy poi si voltò verso Rein che fissava i tre in silenzio

-Non volevo disturbarti. Se avessi saputo che eri impegnata non sarei passato-

-Nessun problema. La contessa e io stavamo solo facendo una pausa, non è vero?-

Trudy annuì.

-Allora accetto volentieri la tazza di the-

Rein si voltò verso la sua cameriera, ma la donna aveva già provveduto. Erano spuntati altre due tazze e dei piatti pieni di biscotti e pasticcini. I quattro rimasero a chiacchierare per una mezz’ora buona, prima che Shade venisse all’argomento che lo aveva portato lì

-Ho saputo che avete avuto dei problemi al ritorno dal villaggio-

-Problemi? Non direi-

Shade guardò sia la principessa che Trudy.

-Mi è stato riferito che una folla si era formata davanti alla carrozza e…-

-Si, ma non è successo niente. Hanno rallentato un po’ il nostro passaggio ma non abbiamo mai avuto problemi o siamo stati sotto attacco, giusto contessa?-

Shade si voltò verso la contessa, in cerca della conferma delle parole della turchina

-È come dice la principessa. Non abbiamo subito nessun attacco-

-Però non capisco, come mai erano quasi tutti riuniti lì per vedervi?-

Rein guardò Trudy non sapendo cosa rispondere. Vedendo quello sguardo, Shade si preoccupò

-È successo qualcosa, lo immaginavo. Cosa non mi state dicendo? Qualcuno per caso vi ha fatto qualcosa o vi ha mancato di rispetto?-

Le guance di Rein si fecero rosse e non rispose. Fu Trudy a farlo

-Altezza, credo che giri una voce molto particolare per il villaggio e temo ormai, per tutto il regno, che spiega in modo preciso quello che è accaduto oggi-

-Di che voce state parlando?-

Rein guardò Thomas, ma sembrava che anche lui non avesse idea di cosa stesse parlando. Trudy si meravigliò di come una voce del genere non fosse arrivata alle orecchie di Thomas almeno. Perciò si trovò di nuovo a spiegare la situazione quel giorno

-Altezza, come sapete l’arrivo della principessa qui a palazzo ha prodotto molte chiacchere-

-Ne sono consapevole-

-Alcune di esse sono uscite da palazzo e si sa, quando vi è un passaparola costante, alcune cose vengono alterate o distorte e…-

-Cosa volete dire contessa?-

Trudy guardò il principe e arrossì involontariamente. Alla fine, tuttavia, parlò, anche se con un filo di voce

-Altezza, si è diffusa la voce che la principessa Rein diventerà vostra moglie. Quindi oggi erano tutti venuti al villaggio per vedere la loro futura regina, o almeno, è quello che in molti credono-

Trudy alzò lo sguardo e vide il principe totalmente rosso in volto. Spostò lo sguardo verso la principessa, ma la turchina aveva il volto abbassato. A quel punto fissò Thomas che la guardava, con un sorriso enorme stampato sul volto. Trudy gli fece un cenno con le mani per aiutarla ad uscire in quella tremenda situazione, e Thomas, decise di comportarsi come era solito fare. Diede una gran manata sulla spalla del principe

-E bravi i tuoi sudditi. Per la prima volta, una voce che mi piace-

Shade fulminò Thomas con lo sguardo

-Andiamo, non esagerare. Dopotutto non sarebbe male come idea. È da quando Rein è arrivata che ti dico che faresti bene a sposartela prima che qualcun altro arrivi e te la porti via-

-Thomas!-

Intimò quasi Shade all’amico, che per tutta risposta, scoppiò a ridere. Il problema con Thomas, era che la sua risata era contagiosa, e alla fine, uno a uno, tutti gli altri tre scoppiarono a ridere. Una volta che le risate furono placate, Shade guardò Rein, e tirò un visibile sospiro di sollievo

-Sono lieto che sia andato tutto bene e che non ci siano stati problemi-

Rein gli sorrise

-Ammetto che non ero preparata a tutta quella folla, e avrei preferito passare anche dal libraio ma… sarà per la prossima volta credo-

-Volevi passare dal libraio?-

Rein annuì

-Si, sto cercando alcuni volumi rari e so che qui ci sono le persone giuste a cui rivolgersi-

Shade la guardò perplesso

-Posso mandare qualcuno per questo. Dimmi di cosa hai bisogno e farò in modo che te li cerchino. Non c’è bisogno che debba andare tu in prima persona-

Rein scosse violentemente la testa

-Assolutamente no. Non ti permetterei mai di fare una cosa simile quando si tratta di una cosa che amo fare-

Shade sgranò gli occhi per la sorpresa sentendo la voce quasi rabbiosa della turchina. Era la prima volta che le parlava in quel modo e la cosa lo lasciò profondamente scosso. Rein vedendolo si agitò un attimo

-Oddio scusa Shade io non volevo essere così dura è che… amo fare questo tipo di ricerche. Mi piace andare in giro per polverosi depositi di libri e frugare alla ricerca di tomi che si credono perduti. Ho una discreta collezione a casa e…-

Rein si bloccò a metà sentenza e smise di parlare. Trudy, che le era seduta vicino, si sporse leggermente verso di lei, preoccupata

-Principessa?-

Rein si voltò verso di lei sconvolta

-I miei libri! Come ho potuto non pensarci prima…-

Rein si alzò e iniziò a camminare avanti e indietro.

-Ho lasciato i miei libri a casa. Mio padre mi rimproverava spesso per questa mia strana passione, come la definiva lui, e non perdeva mai occasione per cercare di sottrarmeli e aggiungere i volumi alla biblioteca di palazzo e ora… saranno stati aggiunti lì o peggio, dati via-

-Quale sovrano darebbe via dei libri?-

Chiese Trudy leggermente stupita.

-Sono libri che lui non ritiene degni. Colleziono libri sulle antiche leggende o storie e fiabe, mi piace vedere come nel corso del tempo certe tradizioni sono cambiate o sono svanite o hanno perso totalmente il loro valore. Mio padre lo considera stupido ma per me… sono importanti. Oltre alla pittura, la lettura è ciò che mi ha aiutata durante…-

Rein si fermò e guardò Shade. Non c’era bisogno di continuare il discorso, il principe aveva capito perfettamente a cosa si stava riferendo Rein.

-Rein, ti assicuro, li andremo a prendere e te li porteremo-

Rein scosse la testa

-Shade non posso chiederti anche questo dopo tutto quello che hai già fatto e alla fine parliamo di libri. Non sarebbe corretto da parte mia-

Shade scosse la testa

-N principessa. Non lo faccio per te, lo faccio solo spinto dalla curiosità. Sentirti parlare così mi ha fatto venire voglia di leggere quei libri. Quindi non lo faccio per te o per i tuoi libri, ma lo faccio spinto da una egoistica pretesa personale di pura curiosità. Thomas, pensi di potere organizzare il recupero di questo tesoro letterario?-

Shade si voltò sorridendo e vide Thomas sorridergli di rimando.

-Principe, credo si possa fare. E se permetti, ho intenzione di occuparmene personalmente-

-Va bene-

Rein guardò i due, commossa

-Grazie-

Disse solo. Thomas fece un piccolo inchino mentre Shade si limitò a sorriderle.

-Bene, dato che anche questo è risolto, direi che sia il caso di andare. Thomas, andiamo, abbiamo delle cose da fare-

-Ma non ho finito il the e i biscotti e i pasticcini. Sarebbe un peccato lasciarli qui tutti soli-

-Thomas, andiamo-

Thomas alzò gli occhi al cielo, ma si alzò dalla poltrona e si avviò verso la porta. Prima di uscire, si voltò verso le due donne

-Principessa, grazie per il the, Trudy è sempre un piacere vederti-

-Rein, contessa, alla prossima-

Detto questo i due uscirono, senza aspettare una risposta dalle due donne. Quando la porta fu chiusa, Trudy si lasciò andare contro lo schienale del divano e guardò la principessa

-Non sapevo amaste leggere-

Rein la guardò

-Credo che siano tante le cose di me che non conoscete. Come io non so molto di voi-

Trudy annuì

-Continuo a non fidarmi di voi, principessa-

Rein si limitò a scrollare le spalle

-E io continuo a farmene una ragione, contessa-

Trudy si lasciò andare ad un piccolo sorriso

-Sapete principessa, credo che se ci fossimo incontrare in altre circostanze, forse saremmo anche potute essere buone amiche-

Rein la guardò meravigliata ma poi si lasciò andare anche lei ad un sorriso

-Credo anche io-

Le due finirono il loro the in silenzio, poi fu il turno di Trudy di alzarsi

-Perdonatemi altezza, ma ora dovrei andare-

Rein si trovò ad annuire

-Grazie per avermi concesso di accompagnarvi oggi-

Rein guardò Trudy perplessa, poi si trovò a sorriderle

-Nonostante tutto è stata uan compagnia piacevole la vostra, quindi grazie a voi-

Trudy si inchinò, poi si avviò verso la porta. Tuttavia, prima che potesse uscire la voce di Rein la bloccò

-Contessa?-

Trudy si voltò

-Non crediate che solo perché il principe è arrivato e ha interrotto la nostra conversazione, per la questione sia finita. È solo rimandata, ma mi dovete ancora una spiegazione-

Trudy scosse la testa e le rivolse uno sguardo quasi rassegnato

-Siete terribilmente testarda, noto-

-Uno dei miei tanti pregi, contessa-

Trudy ridacchiò per la risposta, poi si fece seria

-A tempo debito altezza, forse, saprete tutto-

-Aspetterò allora-

 

 

 

Charlotte guardava suo cugino a bocca aperta, letteralmente sconvolta. I due stavano facendo colazione quando Philip aveva sganciato la notizia del secolo.

-Charlotte se tieni la bocca aperta ancora per molto ti entreranno le mosche dentro-

Charlotte la chiuse ma continuò a guardare suo cugino sconvolta.

-Andiamo, non è poi chissà cosa e…-

-Sei il nuovo ministro del tesoro!-

-Si, lo so, ma non è poi chissà-

-Sei un ministro del regno. Sai cosa vuol dire?-

-Di sicuro ne so più di te-

-Sei consapevole che dovrai vivere qui, a palazzo?-

-Ne sono consapevole-

-E la tenuta?-

-Berriton può occuparsene e se ci fosse bisogno di me, sono solo tre giorni di viaggio da palazzo, due con un cavallo veloce. La cosa è decisamente fattibile. Non sarà un problema-

-Ma dovrai vivere a palazzo, giusto?-

Philip annuì

-Si, vivrò a palazzo-

-E ti daranno un appartamento più grande o resterai qui?-

-Uno nuovo presumo, anche perché questo è piccolo per le nuove esigenze e…-

-Dopo che io sarò tornata a casa potrai usare la mia stanza come studio se è di questo che stai parlando. Dopotutto non sei mai stato uno con tante esigenze di spazio-

-Quando tornerai a casa?-

Chiese Philip perplesso. Charlotte lo guardò

-Si, so che devo tornare a casa e…-

-Vuoi tornare a casa?-

-Cosa? No certo, vorrei restare qui ma so che tu non vuoi che io resti a palazzo perciò immagino che dovrò tornare a casa-

Philip appoggiò la tazza sul tavolo e guardò sua cugina.

-Charlotte, credi veramente che ti farei tornare a casa, da sola?-

La giovane si illuminò e iniziò a sperare in qualcosa che non avrebbe mai creduto possibile

-Vuoi dire che posso restare?-

Philip annuì

-È la condizione che ho posto. Se accettavo anche tu eri compresa-

Charlotte lanciò un grido di gioia e si alzò dalla sedia fiondandosi tra le braccia del cugino

-Charlotte! Le buone maniere-              

Ma la ragazza non lo ascoltava. Gli diede un sacco di baci sulla guancia, estremamente felice

-Grazie, grazie, grazie, grazie-

Ripeté in continuazione, presa dalla gioia e dall’entusiasmo. Philip sorrise e si ritrovò a stringerla in un abbraccio. Sapeva che tenere Charlotte a palazzo, comunque sotto la sua supervisione, era la cosa migliore, ma il fatto era che se c’era qualcuno che riusciva a farlo sorridere e a risollevargli l’animo quello era lei.

-Va bene, ma ora ricomponiti. Sei comunque una nobildonna-

Charlotte si staccò dal cugino e tornò a sedersi sulla sua sedia.

-Puoi restare, ma ci saranno delle condizioni-

-Tutto quello che vuoi-

-Dovrai comportarti sempre in modo impeccabile-

-Certamente-

-Non metterti in situazioni discutibili-

-Non lo farò, non l’ho mai fatto-

-Non mettere in imbarazzo te stessa o me-

-Non lo farei mai!-

-Bene. Stabilito questo, ho un compito per te-

Charlotte annuì

-Dimmi tutto-

-Dovrai tornare a casa per qualche tempo. Ti darò una lista di cose da far portare qui. Ti aiuterà Berriton ad organizzare tutto. Ti lascerò anche alcune cambiali, ci sono cose da comprare e alcuni conti da saldare, lo farai tu a nome mio-

Charlotte annuì

-Puoi contare su di me-

-Bene. E infine, ti darò una cambiale personale-

Charlotte lo guardò perplessa

-Cosa ci dovrei fare?-

-Non posso mica permetterti di stare a palazzo senza un guardaroba adeguato. Compra tutto ciò che serve-

Charlotte rimase in silenzio alcuni minuti, esterrefatta. Suo cugino detestava in modo assoluto che lei spendesse soldi non necessari e il guardaroba non rientrava certamente nelle spese che lui riteneva necessarie, perciò sentirlo dire quella frase l’aveva sconvolta oltre ogni limite. Ma non appena si riprese dallo choc, si ritrovò a sorridere e a lanciare un grido di felicità

-Charlotte-

-Scusa, scusa. Solo che… ti adoro Philip-

Philip le sorrise. Come avrebbe mai potuto fare senza di lei? i due continuarono la loro colazione in silenzio, e appena finito, Charlotte si alzò

-Io andrei a fare una passeggiata-

-Da sola?-

Charlotte annuì

-Si, solo una piccola passeggiata nel giardino. È una bella giornata-

-Non credo sia una buona idea. Se vuoi ti accompagno-

-No, avrai già da fare altre cose più importanti che non occuparti di me adesso. E poi ci sono alcune cose a cui voglio pensare, da sola, e lo sai che passeggiare mi aiuta, proprio come te-

-Tuttavia non credo che…-

-Philip, siamo a palazzo, di giorno. Non mi succederà niente-

Philip guardò sua cugina, poi sospirò

-Va bene, vai. Ma non cacciarti nei guai-

-Non lo farò-

Prima che suo cugino potesse aggiungere altro, Charlotte afferrò lo scialle che aveva abbandonato sullo schienale della sedia e uscì. Era decisamente di buon umore e allegra e con quello stato d’animo non sarebbe potuta affatto restare chiusa nella sua stanza. Dopotutto Charlotte adorava camminare, alla tenuta degli Hoteval passava anche intere mattinate a camminare nei boschi, tranquilla. Adorava stare all’aperto e godersi l’aria fresca. Perciò si avviò veloce verso i giardini. Alcuni nobili passeggiavano già all’aperto, chi in gruppi numerosi, chi invece da soli. Charlotte rispose al saluto di alcuni nobili ma non si fermò con nessuno di loro. Voleva stare da sola, non in compagnia. Si avviò in uno dei vialetti, persa nei suoi pensieri. Poteva avere un nuovo guardaroba! Sarebbe stato meraviglioso, avrebbe finalmente potuto farsi fare dei vestiti degni del palazzo. Non che non fosse grata per tutto ciò che aveva avuto fino a quel momento, ma la vita di campagna non richiedeva abiti sfarzosi o troppo eleganti, dato anche che le occasioni mondane non erano frequenti o delle più ricercate. Invece la corte, con le sue feste, i balli e gli avvenimenti mondani, avrebbe richiesto decisamente molto di più rispetto a ciò a cui lei era abituata. Era intenta a pensare a pizzi, merletti e stoffe, che non si rese conto della persona che veniva verso di lei e senza accorgersene, gli andò a sbattere contro.

-Mi perdoni, non stavo proprio vedendo e….-

-Vi siete fatta male?-

Una voce maschile la scosse e Charlotte si trovò a guardare due occhi azzurri, visibilmente preoccupati. Charlotte arrossi, e balbettò

-No, grazie. Perdonatemi, sono stata io a venirvi addosso, non prestavo attenzione e…-

L’uomo la fermò

-Come gentiluomo avrei dovuto accorgermi e spostarmi in tempo. Sono io quello che deve scusarsi con voi-

Charlotte lo guardò meravigliata e stupita. Era la prima volta che un uomo le parlava in quel modo e guardando quegli occhi si trovò ad arrossire e sentì il cuore accelerare. L’uomo che le stava di fronte era giovane, doveva avere al massimo ventisei anni. Era moro, alto e decisamente bello. Gli occhi azzurri erano penetranti e ammalianti e lo rendevano, almeno per lei, decisamente irresistibile. L’uomo le fece un inchino e le prese la mano, facendole un perfetto baciamano

-Sono il marchese Ethan Eldelberry, al vostro servizio-

Charlotte si mosse come in un sogno

-Baronessa Charlotte di Amoundgnac-

L’uomo le sorrise

-Onorato, baronessa. Mi meraviglio che una creatura meravigliosa come voi mi sia rimasta nascosta fino ad oggi. Come è possibile che una donna bella come voi sia rimasta nascosta anche agli occhi più attenti? Non venite a corte molto spesso, vero?-

Charlotte arrossì per il complimento e si ritrovò a balbettare

-No io… è la mia prima volta a corte-

-Spero avremmo altre occasioni di incontro allora e…-

-Ethan!-

Una voce femminile chiamò l’uomo e lui, istintivamente, si irrigidì. Il suo sorriso sparì e si voltò verso la donna che lo aveva chiamato. Una bellissima ragazza, si avvicinò ai due

-Ethan, ti stavo cercando. Non credevo il giardino fosse così grande, devo avere sbagliato sentiero più di una volta-

La donna fece un piccolo sorriso all’uomo, poi si voltò verso Charlotte

-Tesoro non mi presenti?-

Il marchese, che aveva perso totalmente il suo animo allegro si ritrovò ad eseguire ciò che la donna aveva appena detto

-Cara, ti presento la baronessa di Amoundgnac. Baronessa, mia moglie, Fanny Eldelberry-

-Moglie?-

Disse meravigliata Charlotte. Quell’uomo era sposato? Charlotte si trovò a fissare meravigliata la donna e si ritrovò a fare un piccolo inchino

-Marchesa, perdonatemi. Io non sapevo…-

-Oh non vi preoccupate. Il nostro è stato un matrimonio recente, sono certa che ci siano ancora molti a corte a non saperlo. Sono molto lieta di conoscervi, cara baronessa, non conosco molte persone qui a corte, spero diventeremo amiche-

Charlotte si ritrovò a parlare prima ancora del tempo

-Certo, sarebbe un onore, per me, marchesa-

-Vi prego, chiamatemi Fanny. Marchesa mi sembra troppo… distaccato. Non trovi tesoro?-

L’uomo annuì distrattamente. Charlotte fissò quella strana coppia, ma si trovò a pensare che i due, insieme, erano veramente belli. Tuttavia, c’era qualcosa di strano in quel quadro di apparente perfezione, infatti, nonostante il sorriso della donna e il calore delle sue parole, tutto quello che era arrivato a Charlotte era solo una sensazione bruciante di freddo gelido. Si disse che doveva allontanarsi il prima possibile da quei due, e non perse tempo

-Perdonatemi io… dovrei andare. È stato un onore-

Senza aspettare, Charlotte scavalcò la coppia e si avviò verso il vialetto. Tuttavia, non riuscì a non pensare agli occhi azzurri del marchese, e il suo cuore, ancora una volta, prese a battere più velocemente. Sarebbe rimasta molto volentieri a guardarli ancora.

 

 

 

Il pomeriggio era ormai giunto al termine. Shade si lasciò andare contro lo schienale della sua poltrona e, in modo molto poco principesco, portò in aria le braccia e si stiracchiò, lasciando andare anche un verso di sollievo.

-Stanco principe?-

-Decisamente. Questi rapporto sono… interminabili-

-Potresti fare come faccio io-

Shade si voltò verso Thomas. Il capitano era seduto per terra, sotto la finestra

-Da quanto sei lì per terra?-

-Più o meno da due ore. Ho anche dormito-

-Hai fatto cosa?-

Thomas roterò gli occhi, spazientito

-Non è mica che sei sotto pericolo di attacco. Posso concedermi una pausa-

-Non quando sei in servizio-

Thomas si alzò ma non lo calcolò minimamente. Quando Shade entrava in modalità ramanzina la cosa migliore era ignorarlo, funzionava sempre. Thomas si avvicinò alla teiera posta sulla scrivania e la tocco

-Accidenti è fredda. Avrei gradito volentieri una tazza di the ora-

-Vorresti anche dei pasticcini, già che ci siamo?-

-Non male come idea. Li vado a chiedere-

-Thomas aspetta cosa pensi di fare-

Ma Thomas era già uscito dalla porta. Shade si trovò a scuotere la testa. Cosa doveva fare con quel pazzo di capitano che non faceva mai quello che gli diceva? Decise che era meglio tornare ai suoi rapporti e lasciarlo fare. Sotto sotto non avrebbe disdegnato neanche lui una tazza di the caldo quindi tutto sommato poteva perdonargli quella grave mancanza di rispetto nei suoi confronti. Dopo dieci minuti Thomas tornò, un vassoio in mano, con sopra una teiera fumante e una spropositata dose di dolci

-Hai svaligiato la cucina, per caso?-

Thomas sorrise, sornione

-È bastato dire che il principe aveva fame e desiderava qualcosa di dolce che subito tutti sono scattati in azione. Sai ci sono delle cameriere decisamente carine di sotto e non ti farebbe male scaricare un po’ di tensione con loro, ogni tanto, sai? Ne sarebbero più che entusiaste-

Shade guardò allibito Thomas.

-Andiamo, come se non lo sapessi che certe volte….-

-Non sono affari tuoi-

-Si che lo sono! Riguardano la tua sicurezza-

-Thomas!-

-So ogni volta che qualcuna sgattaiola fuori dalla tua stanza, di notte. Anche se ammetto che è da decisamente un bel po’ che non capita. Come mai principe? Facciamo cilecca o…-

Thomas non finì la frase perché una penna gli volò contro il petto. Thomas ridacchiò e si mise seduto, servendosi il the e prendendo un bel po’ di biscotti

-Andiamo, siamo io e te qui. Con me ne puoi parlare, lo sai-

-Non credo proprio-

-Non dirai che ti ho messo in imbarazzo. Dai, so perfettamente quando è stata la tua prima volta e con chi. Peggio non può mai essere-

-Era diverso allora-

-E perché? Perchè eravamo piccoli e senza doveri?-

-Esatto-

-Shade andiamo. Siamo umani, è normale avere certe… pulsioni. Non è che sia un qualcosa di sbagliato-

-Sono un principe, Thomas-

-E allora? Aspetterai di sposarti per farlo di nuovo?-

-Si-

Thomas guardò allibito Shade.

-Stai scherzando, vero?-

-No, sono serio-

-Non mi dirai che è per quello che è successo con…-

-Non parlare di quello-

Thomas si zittì e non rispose. Shade tornò a leggere il suo rapporto, ma non riusciva a concentrarsi. Soprattutto sentiva su di se lo sguardo preoccupato di Thomas

-Sto bene-

-Non direi se scatti ancora così-

Shade alzò lo sguardo

-È storia passata, Thomas. Solo non voglio rivangarla-

Thomas fissò l’amico

-Come vuoi, sei tu il capo qui dentro dopotutto. Ma sappi che non va bene, come cosa. Prima o poi potrebbe tornare a galla almeno questo devi saperlo-

-Perché dovrebbe? Sono passati anni ormai-

-Tre anni, si, me lo ricordo bene. Ma sai meglio di me che certe cose difficilmente muoiono-

-Se lo decido io lo fanno-

Thomas ridacchiò

-Non ti credere così tanto potente, Shade. Ora hai un mezzo di ricatto molto potente-

-E quale sarebbe?-

-Rein-

Shade fissò Thomas ma non disse niente.

-Andiamo Shade, ti conosco meglio di chiunque altro, so come la guardi. Ti piace, ammettilo-

-Io non so di cosa stai parlando. Ci conosciamo da sempre non puoi pensare che…-

-Non rifilare queste stronzate a me. Non è solo amicizia e se non te ne sei reso conto hai un problema bello serio e qualcuno se ne può approfittare. È una bellissima donna, Shade, intelligente, arguta, riesce a tenerti testa, te ne rendi conto? È spontanea e quando sorride… hai mai visto qualcuna di più bella quando sorride?-

-No…-

Shade rispose prima ancora di rendersene conto

-Visto? Ti piace ammettilo-

-Non posso ammettere qualcosa che non è-

-Allora vuol dire che ci posso provare io, vero?-

Shade guardò Thomas. Il conte lo guardava, terribilmente serio in volto

-Non dirai sul serio-

-Perché no? Dopotutto se tu non sei interessato non vedo perchè dovrei tirarmi indietro o non provarci. Andiamo molto d’accordo io e lei. Saremmo una bella coppia non trovi?-

-Fai come ti pare-

Shade tornò a guardare il suo foglio. Sentì su di se lo sguardo di Thomas, ancora, ma questa volta non alzò lo sguardo. Sentì solo ad un certo punto Thomas sospirare

-Shade, sei proprio un idiota-

-Non vedo come possa essere così-

-Sei un idiota. Perché prima o poi qualcuno veramente vorrà provare a conquistare Rein e se tu non farai niente, te la potrebbero portare via. E la colpa sarebbe solo la tua-

-Lei non mi appartiene. Non è mia o cosa o…-

-Non ho mai detto questo. Ho solo detto che potrebbe essere la donna perfetta per te. Ma non lo capisci? Lei è forse l’unica che ti possa comprendere per davvero perché sa cosa stai passando-

-Thomas ora basta o-

-No Shade, ora mi ascolti. Non sto dicendo che domani le devi chiedere di sposarti, ti sto solo dicendo che potresti avere un’occasione di avere al fianco qualcuno che ti apprezza per ciò che sei realmente. Ma se non ci provi, se per qualche tua strana fissazione tu ti precludi questa possibilità, potrebbe arrivare qualcun altro, conquistarla e portartela via. E tu non avresti nemmeno provato e ti maledirai da solo per la tua stupidità. Questo ti sto dicendo e te lo dico da amico-

Shade guardò Thomas. Sapeva che aveva ragione, sapeva che il suo ragionamento aveva un senso. Ma lui, semplicemente, non poteva

-Thomas, lascia stare, ti prego-

Thomas sospirò ancora

-Shade, ti voglio bene amico ma… sei veramente un idiota-

Shade sorrise, ma un sorriso per niente allegro, quello era un sorriso triste

-Credo tu possa avere ragione, almeno questa volta-

Thomas non rispose, ma scosse la testa. Era veramente preoccupato per lui e Shade gliene fu immediatamente grato. Era raro avere amici così sinceri, ma Thomas era veramente l’eccezione alla regola. Senza dirsi niente altro, Shade tornò al suo lavoro. Passò un’altra ora senza che all’interno dello studio qualcuno fiatasse. Quando l’orologio prese a battere i setti rintocchi, Shade alzò lo sguardo, meravigliato che un’altra ora fosse passata. Thomas era ancora seduto sulla sedia, perso nei suoi pensieri. Shade appoggiò il fascicolo che aveva in mano e si alzò dalla sedia. Lo spostamento improvviso riscosse Thomas, che lo guardò perplesso

-Successo qualcosa?-

-Sono le sette-

-Le sette? Veramente?-

Thomas si voltò verso l’orologio e guardò meravigliato le lancette. Poi si voltò verso Shade

-Vuol dire che abbiamo finito per oggi?-

Shade annuì e si preparò ad uscire dal suo studio, Thomas sempre alle sue spalle

-Non vedo l’ora di andare a cena. Cosa pensi ci aspetterà questa sera?-

-A te non so, io cenerò nella mia stanza-

-Diserti la cena con tua madre? Sei impazzito?-

Shade scosse la testa e si voltò verso Thomas

-Non ti ricordi che cosa c’è stasera?-

-Stasera?-

Thomas fissò un attimo spaesato Shade, poi si ricordò

-La cena di lady Vivian! È vero, è questa sera-

Shade annuì e continuò a camminare

-Quindi serata libera, sul serio? Non è che salterà fuori qualcosa all’ultimo momento, vero?-

Shade scosse la testa

-Niente di niente. Siamo liberi e io ho tutta l’intenzione di godermi questa serata in santa pace e di…-

Thomas mise il proprio braccio attorno al collo del principe

-Thomas ma che fai!-

-Mi dispiace, caro il mio principino, ma stasera faremo una serata di soli uomini!-

-Che cosa?-

-Esatto: cibo, alcool e qualche buon sigaro-

-Io non fumo…-

-Ma non disdegnerai una bottiglia di buon vino invecchiato delle mie vigne, dico bene?-

Su questo Shade non ebbe nulla da ribattere. Thomas sfoderò il suo più bel sorriso

-Allora è deciso! Stasera solo uomini e chiacchere da uomini!-

-E quali sarebbero queste chiacchere da uomini?-

Thomas fissò Shade un attimo preso in contropiede

-Non lo so, ma qualcosa ci inventeremo. Vado ad avvisare gli altri!-

Thomas lasciò andare Shade e si avviò quasi di corsa per le scale. Shade rimase fermo immobile per alcuni attimi prima di affrettarsi dietro all’amico

-Quali altri? Thomas?-

Ma il castano era già sparito dalla vista. Shade si trovò a maledirsi mentalmente ma alla fine lasciò perdere. Dopotutto una serata senza pretese poteva essere decisamente piacevole, in più la prospettiva di lasciare senza alcune buone bottiglie di vino il buon capitano era una prospettiva che non gli dispiaceva affatto.

 

 

 

Rein si guardò allo specchio per la quarta volta. Si sentiva terribilmente agitata e nervosa. Aveva pensato venti volte di cambiarsi d’abito, altre sei ci aveva provato veramente, aveva cambiato pettinatura dieci volte prima di tornare alla prima che aveva scelto e ora si domandava se non dovesse riiniziare da capo.

-Principessa, siete bellissima. Vi prego, non guardate più quello specchio-

Disse Dreamy, disperata alla sola idea di dovere risistemare i capelli della turchina. Rein si voltò e la guardò

-Sto veramente bene?-

Rein indossava un abito di seta blu scuro. La gonna scendeva semplice fino a terra ed era priva di qualsiasi decorazione, in netto contrasto con il corpetto del vestito. Il corpetto, senza maniche, era interamente ricamato in oro, che con sotto il blu scuro della seta, risplendeva. I decori formavano dei movimenti circolari e catturavano lo sguardo per la maestria indiscussa della sarta che lo aveva realizzato. Ogni tanto, nel ricamo, erano incastonate delle pietre trasparenti, che riflettevano la luce e illuminavano il corpetto in modo incredibile. I capelli erano stati raccolti in uno chignon e fermati con un fermaglio a forma di farfalla, anch’esso d’oro. Al collo la principessa indossava una semplice collana d’oro con un ciondolo a forma di goccia al cui interno era incastonato uno zaffiro. A completare il tutto, uno scialle di seta azzurro, uguale alla gonna e bordato d’oro cingeva le spalle della principessa.

-Siete bellissima principessa, veramente-

Rein si guardò un ultima volta, ma alla fine si trovò ad annuire

-Va bene, grazie Dreamy, come sempre. Senza di te non so cosa avrei fatto-

La cameriera si trovò ad arrossire

-Ho fatto solo il mio dovere, principessa-

-E per me vuol dire tanto, lo sai-

Rein afferrò la mano della cameriera e gliela strinse, grata. Dreamy le sorrise, e si inchinò, grata di quella fiducia. La cameriera aveva provato a tenere il broncio alla principessa per lo scherzo dell’altro giorno, ma alla fine, dopo che la turchina si era scusata con lei, ogni suo tentativo di fare la dura era fallito. Voleva già molto bene alla sua principessa per poterle tenere il broncio ancora a lungo.

-Bene, Dreamy che ore sono?-

-Le otto altezza. Avete ancora mezz’ora prima di recarvi a cena-

Rein fece qualche passo per la stanza poi si voltò verso di lei

-Non posso stare qui da sola senza fare niente. Fai chiedere se la contessa Trudy è pronta e se può raggiungermi-

Dreamy la guardò perplessa

-La contessa Trudy?-

-Si, la contessa di Goumont. Ha la stanza di fianco alla mia-

Dreamy annuì e si avviò veloce verso la porta. Dopo qualche minuto la cameriera tornò nella camera, in compagnia della contessa

-La contessa di Gaumont, altezza-

Trudy si inchinò.

-Contessa, grazie di essere venuta-

-Non pensavo di potere avere molta scelta, principessa. Non sono così pazza da ignorare un invito reale-

Rein le sorrise

-Temo di no, ma qualcosa mi diceva che sareste già stata pronta, come me. Meglio essere in due ad aspettare piuttosto che essere da sole, ne convenite?-

Trudy annuì

-Certo, principessa, solo che non pensavo voleste passare del tempo con me-

Rein si avvicinò alla donna

-Contessa, siete voi ad avere un problema con me, non io. Quindi non vedo perché avrei dovuto evitarvi. E poi conosco solo voi abbastanza bene da potere invitare qui e tenermi compagnia-

Trudy le lanciò uno sguardo abbastanza sconvolto, ma alla fine si trovò a sospirare

-Principessa, dovreste ampliare il vostro giro di amicizie-

-Lo so e temo che l’invito di stasera riguardi proprio questo. Da quello che ho saputo, sono state invitate solo donne tra i diciotto e i venticinque anni. Direi non proprio la compagnia adatta a lady Vivian-

-Sono d’accordo. Direi che qualcuno vuole spingervi proprio ad incontrare giovani nobildonne-

Rein annuì.

-Certo una serata solo con giovani donne, senza nemmeno un uomo… sarà terribilmente tediosa-

-Credo dipenderà molto dalle donne presenti… alcuni uomini sanno essere tediosi tanto quanto certe dame-

Trudy le sorrise

-Concordo. Certi sono così…-

Trudy agitò una mano cercando l’espressione migliore. Arrivò in suo soccorso Rein

-Arroganti? Pomposi? Terribilmente petulanti?-

-Esatto-

Le due si fecero una piccola risata.

-Non dovrei dire certe cose, soprattutto davanti a voi-

Disse Rein, quando si fu calmata dalla risata. Trudy scosse la testa

-Non oserei mai ricattarvi per una verità. Non sono meschina-

Rein non rispose, ma si fermò a guardarla. Trudy era veramente una donna particolare ma terribilmente affascinante. Quella sera era splendida. Indossava un semplice abito grigio perla. La gonna, di morbido chiffon, creava un effetto impalpabile e fluttuante, molto leggero ma allo stesso tempo molto elegante. Il corpetto, invece, era interamente ricoperto di pizzo, anch’esso grigio perla. Il pizzo del corpetto e lo chiffon della gonna rendevano l’insieme assolutamente perfetto, creando un abito elegante e raffinato, perfettamente bilanciato. I capelli biondi erano stato raccolti in una treccia che poi era stata fatta scendere da un lato, sulla spalla, e ad ogni incrocio della treccia era stato fissato un fermaglio, un piccolo fiorellino d’oro. Ai lobi, la contessa portava dei semplici orecchini d’oro, dei fiori uguali a quelli che erano stati fissati ai capelli, in modo da creare un insieme omogeneo. La cosa, tuttavia, che rendeva la donna irresistibile, non era l’insieme del vestito e della acconciatura, ma il portamento della donna. Aveva una eleganza innata, che si percepiva ad un solo sguardo. Era quel qualcosa che molte nobildonne non riuscivano ad ottenere in una vita, mentre lei ne era infusa. Rein si trovò ammaliata

-Siete veramente incantevole stasera, contessa-

Trudy sbatté le palpebre un paio di secondi, prima di arrossire e fare un inchino

-Grazie altezza. Anche voi siete incantevole-

-Veramente? Perché io non so se il vestito sia adatto. Non è troppo sfarzoso? Forse dovrei indossare qualcosa di più semplice o cambiare colore o…-

Trudy si avvicinò alla principessa e le prese le mani.

-Principessa, siete incantevole e assolutamente perfetta. Non dovete cambiare niente, ve lo assicuro-

Rein guardò Trudy e si trovò ad annuire

-Grazie. Scusate, è che sono terribilmente nervosa. Non capisco perché ma non riesco a calmarmi. Non è la mia prima serata in una corte, e ormai sono abituata ad essere sotto l’attenzione di tutti tuttavia… temo la portata di tutto quanto-

-Credete che ci sia un motivo preciso per cui siamo state tutte invitate?-

Rein annuì. Si allontanò dalla contessa e si sedette sulla poltrona. Trudy fece altrettanto, sedendosi nello stesso posto dove si era seduta quella stessa mattina. Rimase a fissare la principessa, aspettando

-Sapete cosa sono le dame di compagnia?-

Trudy la guardò un attimo contrariata

-Ovvio che lo so-

Rein si scusò con gli occhi

-Si, certo che lo sapete. Ma quello che vi volevo chiedere è sapete perché sono importanti le dame di compagnia?-

Trudy annuì

-Sono le persone più fidate di una altezza reale. Sono amiche, confidenti, gli occhi e le orecchie di una altezza reale-

-Esatto. E credo che la regina voglia farmi scegliere delle dame di compagnie tra giovani donne selezionate della corte. Credo che siate in lista contessa, complimenti-

Trudy sgranò gli occhi perplessa. Non aveva minimamente pensato a quella possibilità.

-È una fortuna allora che io non vi abbia in simpatia e la cosa sia reciproca, credo-

Rein la guardò

-Io non vi avrei avuta in antipatia se voi non pensaste che sono qui solo per ottenere una corona-

-Non ho ancora avuto modo di potere smentire la mia supposizione, altezza, e raramente sbaglio-

-Temo che io sarò l’eccezione, contessa, ma so che qualsiasi cosa io possa fare o dire voi non mi crederete. Però posso dirvi che se dovessi scegliere veramente, preferirei avermi al mio fianco che non avervi lontana-

Trudy granò gli occhi meravigliata

-Mi volete come vostra dama? Siete seria?-

Rein annuì

-Almeno so che potrei contare sulla vostra estrema sincerità, contessa-

Trudy la guardò, ma non commentò. Rein poteva vedere la perplessità della donna e qualcos’altro nello sguardo, ma non riuscì a capire cosa fosse. Forse poteva quasi essere ammirazione, ma non ne era certa, quindi preferì lasciare perdere. Ad un tratto Dreamy si avvicinò alla turchina

-Altezza, è ora-

Rein si alzò e annuì

-Contessa, pensa di poter sopportare l’idea di andare insieme a me da lady Vivian o preferirete arrivare da sola?-

Trudy si inchinò

-Sarà un onore arrivare insieme a voi altezza-

Rein si trovò a sorridere. Era un vero peccato che la contessa fosse così tanto ostile a Rein, perché la turchina ne era convinta, sarebbero state veramente buone amiche. La turchina decise di non pensarci e si avviò, con Trudy dietro. Dreamy si affrettò ad aprire la porta e a farle passare. Fuori, immobile, c’era una guardia reale, che non appena la vide si affrettò ad inchinarsi. Rein lo fissò perplesso

-Altezza, sono stato mandato per scontarvi nella sala dove si terrà la cena-

Rein fece cenno all’uomo

-Vi seguo-

La guardia si inchinò di nuovo e si avviò lungo il corridoio. L’unico rumore che si sentiva era il suono dei passi della guardia e il frusciare delle gonne degli abiti delle due donne. La guardia le portò alla scalinata e si avviò lungo di essa, diretta al secondo piano. Rein si voltò meravigliata verso la contessa

-Andiamo di sopra?-

Trudy sembrava perplessa anche lei

-Non saprei altezza, non sono mai stata invitata a serate come questa-

Rein si trovò a domandarsi il perché di quella direzione e senza scrupoli lo chiese alla guardia

-Dove stiamo andando di preciso?-

L’uomo per un attimo si irrigidì poi si voltò leggermente verso di lei

-Al secondo piano altezza, nelle sale dedicate agli eventi privati di corte-

-Ci sono sale del genere?-

L’uomo annuì

-Si principessa. Non vengono usate spesso, di solito si usano le sale da cerimonia al piano terreno ma per queste occasioni la regina concede a Lady Vivian l’uso delle sale. Si tratta di una serie di salottini e sale da pranzo e una sala giochi, principessa-

Rein si voltò verso Trudy

-Non sapevo dell’esistenza di queste sale-

-Nemmeno io, altezza-

-Non abbiamo niente del genere al palazzo del Sole…-

Si trovò a mormorare Rein sovrappensiero

-Quando organizzavate delle serate simili a casa vostra organizzavate tutto nei vostri appartamenti?-

Chiese Trudy, curiosa. Rein si trovò a fare cenno di no con la testa

-No contessa, io non avevo un appartamento privato. Mia sorella ogni tanto organizzava qualche pomeriggio ma sempre nel giardino del palazzo. E mia madre… non ama molto questi ritrovi di nobili-

-Non avevate un appartamento privato?-

Chiese sconvolta Trudy. Rein si voltò verso di lei e senza rendersene conto, rallentò il passo e si mise di fianco alla donna

-Contessa, come avete detto bene l’altro giorno, io non ero l’erede al trono. Non godevo di molti privilegi ed era stato ritenuto che una semplice stanza fosse sufficiente per me-

-Ma siete una principessa!-

Disse scandalizzata Trudy. Rein sorrise tristemente

-Ve l’ho detto che sono tante le cose di me che non sapete-

Trudy non rispose, anche perché le donne erano arrivate alla loro destinazione. La guardia si fermò davanti ad una porta, da cui dietro proveniva un rumore indistinto di voci, e dove ad attenderla trovò un uomo, un maggiordomo a giudicare dalla sua livrea, l’uomo che era stato scelto per annunciare le ospiti che stavano per entrare in sala. Quando l’uomo la vide, fece un inchino e attese. Rein fece un sospiro e chiuse gli occhi. Cercò di ritrovare la sua calma facendo parecchi sospiri, poi quando si ritenne abbastanza sicura si mise addosso il sorriso che usava sempre nelle situazioni ufficiali e riaprì gli occhi. Fece un cenno all’uomo e lui eseguì senza esitare. Aprì la porta e all’interno le voci si spensero come per magia

-La principessa Istitutrice, sua altezza reale Rein del regno del sole e la contessa Trudy Gaumont-

 

 

-Oh andiamo principe, non fare quella faccia e non discutere. Devi bere quel bicchiere di vino, tutto di fila, senza esitare. Hai perso e ora devi pagare-

Un decisamente troppo contento Thomas stava indicando il bicchiere pieno di vino rosso che era posto proprio davanti a lui. Shade guardò il bicchiere, poi Thomas, poi spostò lo sguardo su Philip di Hoteval. Il conte, tuttavia, lo guardò scuotendo la testa

-Mi dispiace altezza, le regole sono regole. Avete perso, dovete bere-

Thomas annuì e avvicinò il bicchiere all’amico

-Visto caro, ora bevi! Forza-

Shade prese il bicchiere, controvoglia, e se lo portò alle labbra. Bevve tutto in un sorso e poi appoggiò il bicchiere sul tavolo

-Contento adesso?-

Thomas annuì

-Questo è solo l’inizio caro principe. Andiamo Philip, ridistribuisci le carte-

I tre uomini erano riuniti nell’appartamento privato di Thomas. Si trovavano nel piccolo salottino del capo delle guardie. Shade era seduto sul divano, Philip aveva occupato la poltrona e Thomas era comodamente seduto per terra sul tappeto, con le gambe distese sotto il tavolo e si stava decisamente divertendo. I tre ormai erano là dentro da un’ora a giocare ad uno stupido gioco di carte, e avevano deciso, anche se Shade non si capacitava di come avesse potuto accettare una cosa simile, che ogni qual volta uno di loro perdeva a carte, doveva bere un intero bicchiere di vino in un unico sorso. Il problema era che i round a carte erano molto veloci e i bicchieri di vino di penitenze iniziavano ad essere decisamente tanti. Quello che stava perdendo più di tutti era Thomas, ma sembrava che la cosa non lo stesse destabilizzando più di tanto. Era solo più allegro del normale, ma per il resto, sembrava apposto. Il conte Philip, invece, stava dando, ogni tanto, qualche piccolo segno di cedimento. Le carte, infatti che stava distribuendo, non finivano sempre precise davanti a lui, qualche volta il conte sbagliava leggermente la mira, ma per il resto, sembrava stare bene. In quanto a lui, era decisamente normale. Non sarebbero stati certamente quei quattro bicchieri di vino rosso a stomaco vuoto che aveva bevuto a fargli perdere il controllo su se stesso. O almeno era quello che si stava dicendo quando si accorse che il tavolo, improvvisamente, stava ruotando su se stesso

-Thomas, smetti di muovere il tavolo-

Disse al capitano

-Io non sto facendo proprio niente-

-Ma se il tavolo si sta muovendo, gira… e gira…-

Thomas iniziò a ridere

-Qualcuno si è ubriacato con solo quattro bicchieri. Principe non sei proprio tanto uomo direi. Tu cosa ne dici Philip?-

-Dico che hai perso. Bevi capitano-

Thomas guardò il tavolo e si accorse di essere stato effettivamente sconfitto. Invece di prendersela, si mise a ridere e prese la bottiglia di vino che era appoggiata di fianco a lui. La guardò e si accorse che era praticamente finita

-Mi sa che ne dobbiamo aprire un’altra. Torno subito-

Thomas si alzò da terra e per un attimo si ritrovò a barcollare, ma riuscì comunque a prendere una nuova bottiglia e a tornare al suo posto, pronto a pagare la sua penitenza.

-Spero che le donne si stiano divertendo tanto quanto noi. Alla salute signori-

Disse Thomas, prima di scolarsi in un sorso il bicchiere e di mostrarlo, vuoto, trionfante ai due. Shade lo guardò

-Spero che non stiano bevendo tanto quanto noi…-

Thomas lo guardò perplesso, ma poi si ritrovò a sorridere

-Stai scherzando? Se non bevono non si divertono! Io spero stiano bevendo tanto quanto noi!-

Thomas iniziò a ridere. Philip ricambiò la risata, poi però si fece serio

-Mia cugina è presente alla serata. Lei di sicuro non berrà-

-Io non ne sarei così sicuro…-

Disse Thomas puntandogli un dito contro

-E perché? È giudiziosa e brava, e pudica, e mi ha promesso di…-

-Ha diciott’anni, è ad una serata organizzata dalla dama di compagnia della regina, sicuramente starà bevendo-

Philip lo guardò poi si alzò in piedi dalla poltrona

-Devo andare a fermarla-

Philip fece un passo, ma inciampò nella gamba del tavolo e si trovò per terra, disteso di fianco a Thomas. Vedendolo il conte scoppiò a ridere

-Conte, direi che avete perso. Tocca a voi ora bere-

-Ma io dovrei…-

Shade scosse la testa e si sdraiò sul divano

 

 

 

Charlotte guardava il bicchiere di cristallo riempito di vino rosso che le era stato servito. Alzò lo sguardo e passò la tavolata con lo sguardo. Lady Vivian, la padrona della serata, era seduta a capotavola, alla sua destra, era seduta la principessa Rein. Davanti alla principessa, la marchesa Eldelberry. La contessa di Gaumont era seduta di fianco alla principessa, e guardava con aperta ostilità la marchesa. Di fianco alla marchesa sedeva la contessa Alembert, e via via erano state poste le dame in base al rango sociale. Charlotte, essendo una baronessa, era lontana dalla principessa di tre posti e davanti a lei era seduta la baronessa Ugival e la viscontessa Marimbon, che Charlotte aveva conosciuto alla colazione di qualche giorno fa.

-È in questi casi che ci si rende veramente conto di quanto sia importante il titolo che si porta. Guardate la giovane marchesa come si pavoneggia davanti alla principessa-

Disse la baronessa Ugival, con una evidente nota di disprezzo nella voce. Charlotte si trovò ad annuire a sua volta

-L’ho conosciuta questa mattina, sia lei che il marito-

-Avete visto il marchese?-

Chiese la viscontessa, visibilmente incuriosita. Charlotte annuì e si ritrovò ad arrossire ripensando a quegli occhi azzurri. Le donne sedute davanti a lei ridacchiarono

-Allora è bello come dicono-

Disse la viscontessa. Charlotte, suo malgrado, si trovò ad annuire

-Si, lo è. Ed è molto… affascinante-

-Attenzione baronessa, è un uomo sposato-

Disse la viscontessa, che stava prendendo in giro la giovane. Charlotte si fece subito bianca in volto e si trovò a scuotere la testa

-Io non volevo dire… non farei mai una cosa del genere. Io…-

La viscontessa scoppiò a ridere e tranquillizzò la giovane

-Tranquilla baronessa, vi stavo solo prendendo in giro. Era evidente, guardandovi, che il marchese vi avesse fatto una certa impressione-

Charlotte abbassò lo sguardo, mortificata, ma poi si trovò a fissare la donna intensamente

-Posso confidarvi una cosa?-

La donna guardò la baronessa seduta al suo fianco, poi annuì alla giovane Charlotte

-Questa mattina passeggiavo per il giardino e sovrappensiero ho urtato il marchese. Lui non era arrabbiato, anzi, si è scusato lui per non essersi spostato ma… ha fatto un apprezzamento non proprio consono ad un uomo sposato-

-Cosa vi ha detto?-

Charlotte arrossì leggermente, poi con un filo di voce e ripeté le parole che l’uomo le aveva detto quella mattina

-Mi ha detto “Mi meraviglio che una creatura meravigliosa come voi mi sia rimasta nascosta fino ad oggi”-

Le due donne la guardarono un attimo perplesse, poi scoppiarono a ridere. Charlotte si fece ancora più rossa in volto e se avesse potuto sprofondare dentro la sedia su cui era seduta l’avrebbe fatto.

-Oh baronessa, come siete ingenua-

-Cosa vi dite di così divertente a quell’estremità del tavolo?-

La voce angelica della marchesa di Eldelberry colse le tre donne di sorpresa. Charlotte si voltò verso l’estremità del tavolo, e si trovò ad arrossire ancora di più. Non provò nemmeno a parlare, rimase in silenzio. Fu la viscontessa a parlare

-Niente di importante, marchesa. Ci stavamo solo prendendo un attimo gioco dell’inesperienza della giovane baronessa, o meglio dire, della sua inesperienza dovuta alla sua età-

La marchesa, incuriosita, si fece più attenta

-Volete mettere al corrente anche me e la principessa, se non è troppo per la giovane baronessa?-

Charlotte si sentì le gote in fiamme, ma si trovò a guardare Rein. La principessa la guardava turbata, quasi preoccupata per lei. E guardando quegli occhi blu, Charlotte si fece coraggio

-Solo di un piccolo incidente che mi è capitato questa mattina-

Fanny inchiodò Charlotte con lo sguardo.

-Incidente? Di che tipo, vi prego, sono curiosa e spero vorrete perdonare la mia impudenza-

-Fanny non vedi che la baronessa è evidentemente in imbarazzo? Non dovresti di certo insistere-

La voce di Trudy, dura e tagliente, fu accolta dalla marchesa con uno dei suoi sorrisi angelici

-Ma Trudy cara, dato le risate provocate, sono certa sia qualcosa di cui la baronessa alla fine non si possa sentire imbarazzata, dico bene?-

Charlotte spostò lo sguardo dalla marchesa a Trudy, non sapendo cosa fare. Ignorare una richiesta di una dama di rango superiore poteva esserle letale nella sua vita a corte, ma svelare il complimento che il marito le aveva fatto avrebbe potuto mettere lei poi in imbarazzo e comunque, mettere Charlotte in cattiva luce per avere diffuso certe chiacchere. Era presa nei suoi pensieri che non si rese conto che fu la viscontessa Marimbon a salvarla

-Questa mattina io e mio marito, il visconte di Marimbon abbiamo incontrato la baronessa. Dato che noi ci eravamo già conosciute alla colazione organizzata da sua maestà la regina qualche giorno fa, mi sono fermata a parlare con lei. Ad un tratto sono stata chiamata dalla mia cameriera personale e mi sono dovuta allontanare, lasciando la baronessa e mio marito insieme da soli. Ovviamente non vi è stato nulla di sconveniente, solo che mio marito si è lasciato andare ad un commento che, a quanto pare, ha sconvolto la baronessa più di quanto pensassi, ma questo non può che indicare l’animo nobile della baronessa-

-Quale commento? Divento sempre più curiosa-

Chiese la marchesa, interessata

-Che se avesse saputo che c’era una fanciulla bella come lei nel regno avrebbe certamente aspettato a sposare me e avrebbe chiesto la mano della baronessa. Ovviamente mio marito intendeva scherzare, ma la baronesse, poco avvezza alle sfumature delle chiacchere di corte, si è sentita così mortificata che si è rivolta a me preoccupata prima. Ecco perché sia io che la baronessa Ugival siamo scoppiare a ridere. Abbiamo riso della estrema purezza e ingenuità della baronessa, che non ha colto la sottile ironia di mio marito. Tutto qui marchesa-

Fanny si lasciò andare ad un finto risolino

-Baronessa di Amoundgnac, credo dovrete farci l’abitudine a commenti del genere se volete rimanere a corte-

Le altre dame al tavolo si lasciarono andare ad una risata di circostanza, mentre Charlotte, ancora rossa in viso, si ricomponeva. Charlotte guardò la marchesa e le sorrise

-Avete ragione, marchesa, temo che la protezione di mio cugino mi abbia tenuto alla larga da simili situazioni o circostanze. Ma vi assicuro, sono molto rapida nell’apprendere e non mi farò trovare ancora impreparata-

-Al contrario io direi che il conte di Hoteval ha fatto un ottimo lavoro nel crescervi e istruirvi, baronessa. Ho visto poche giovani dame così raffinate, educate e discrete come voi, baronessa, ne dovete andare fiera, soprattutto considerando che avete appena debuttato in società. Siete una perla rara, lasciate che ve lo dica in tutta franchezza-

Il commento di lady Vivian strappò un sorriso a Charlotte. La dama era rimasta in silenzio per tutto il tempo senza lasciarsi andare a nessun commento durante tutto il discorso delle donne, ma con quella frase aveva chiuso il discorso e nel farlo, l’aveva messa in una luce così favorevole che  Charlotte le fu immensamente grata

-Grazie, lady Vivian-

Disse sincera. La donna le fece un cenno con il capo, poi sollevo il calice di vino che aveva davanti a se

-Signore, proporrei un brindisi. Ai nuovi incontri e alle piacevoli serate-

Le dame alzarono i loro bicchieri e brindarono. Lady Vivian sorrise contenta poi si trovò a fare un cenno al cameriere in attesa

-Direi che è il momento adatto per iniziare. Prego, portate pure le pietanze-

L’uomo annuì e ad suo cenno dieci camerieri entrarono nella stanza portando ogni leccornia immaginabile. Charlotte granò gli occhi davanti a tutto quel cibo e si trovò a sorridere. I camerieri la servirono riempiendo il piatto e una volta che ogni dama fu servita, come per magia, sparirono veloci così come erano apparsi. Quando rimasero di nuovo sole lady Vivian alzò di nuovo il calice

-Signore, gustiamoci questo pranzo che sembra prelibato-

 

 

 

-Io ho fame-

Bofonchiò Thomas mentre si versava l’ennesimo bicchiere di vino. Shade era mollemente sdraiato sul divano, un bicchiere in mano, perso nei suoi pensieri. Philip era rimasto sdraiato sul tappeto e sembrava intento a contare le travi di legno che sostenevano il soffitto della stanza. Nessuno sembrò badare molto a ciò che il capitano delle guardie aveva detto, così Thomas lo ripeté a voce più alta

-Ragazzi io ho fame-

-Ti avevo sentito anche prima-

-Allora perché non mi hai risposto, razza di principe senza morale?-

-Cosa dovevo risponderti, scusa?-

-Che facevi arrivare qualcosa, per esempio-

-Ma io non ho fame-

-Ma io si…-

Shade guardò Thomas. Il capitano, che sembrava essere quello che reggeva meglio l’alcool dei tre, improvvisamente era crollato. Era come se tutto l’alcool che aveva in circolo si fosse attivato nello stesso momento, portando il capitano a sbronzarsi di colpo. E come la sbronza era arrivata a Thomas, sembrava essere completamente scomparsa a Shade. Il principe, sobrio e lucido, si mise seduto e si ritrovò a guardare l’amico

-Cosa dovrei fare secondo te?-

-Chiama qualcuno e fatti portare qualcosa da mangiare-

Shade sospirò, ma decise di non protestare. Si alzò, però e si avvicinò all’amico

-Forza, vieni-

Shade fece alzare Thomas e poi lo fece sdraiare sul divano.

-Ora stai buono qui mentre io vado a chiamare qualcuno-

Thomas annuì ma sembrava che non appena avesse toccato il cuscino del divano, il suo corpo fosse crollato e si addormentò quasi subito. Shade si limitò a scuotere la testa

-È ancora vivo?-

Chiese un po’ biascicando Philip. Shade annuì e si voltò verso di lui

-Volete una mano ad alzarvi?-

Philip fece cenno di no

-No grazie, altezza, credo che per ora sia meglio che io resti seduto ancora un po’ qui-

Shade si trovò a sorridere, poi si diresse verso la poltrona che era rimasta libera e si sedette

-Dobbiamo sembrarvi delle persone molto tristi, non è vero conte? Due uomini, soli, che si ubriacano senza nessun motivo-

Philip sorrise a Shade, ma scosse di nuovo la testa

-No anzi. Direi che una volta ogni tanto ubriacarsi fa bene alla salute-

Shade lo guardò meravigliato

-Ma come? Un uomo integerrimo come voi pensa questo? Mi stupite-

Philip si limitò a fissare sempre il soffitto

-Non sono così integerrimo come credete. Anzi, sono un uomo terribilmente fallace-

-Io non direi-

Philip scoppiò a ridere

-Invece è così. Mi avreste dovuto conoscere un anno fa. Mi avreste trovato decisamente più sbronzo che non sobrio-

Shade alzò un sopracciglio meravigliato. Vedendolo Philip si lasciò andare ad un sorriso triste

-Dopo che è morta mia moglie, la bottiglia era diventata l’unica mia consolazione. Ho passato due mesi chiuso nella mia stanza a ubriacarmi per dimenticare. Questo è deprimente altezza-

-Non direi. Eravate preso dal dolore, siete… giustificato-

Philip scosse la testa deciso. Si mise seduto sui gomiti e guardò Shade serio negli occhi

-Ero la negazione di un uomo, altezza. Mi sono dimenticato dei miei doveri, delle persone che erano rimaste e a cui doveva pensare. Mi sono lasciato andare alla sofferenza, volevo morire per raggiungerla…. Non vado fiero di quel me stesso. Avrei potuto affrontare il dolore in altro modo che non così-

Shade non disse niente, ma si limitò a guardarlo. Philip continuò

-Lucille era la persona più straordinaria che io abbia mai conosciuto. Allegra, spontanea, aveva la capacità di attirare l’attenzione di chiunque in una sala quando parlava. Il mio esatto opposto. Mi sono innamorato di lei dal primo momento che l’ho vista. Non avrei mai sperato che ricambiasse il mio amore, ma quando è successo… non ero mai stato così felice. Le ho chiesto di sposarmi prima ancora di rendermi conto di quello che stavo facendo, e sapete lei cosa mi ha detto?-

Shade scosse la testa

-“Ci hai messo fin troppo tempo a chiedermelo, Philip. Se non ti sbrigavi mi avresti obbligato ad essere io quella a chiederti di sposarmi”-

Philip si lasciò andare ad un risata. Shade sorrise

-Donna interessante-

-Veramente. Lei illuminava le mie giornate come nessun altro riusciva a fare. Potevo avere passato la giornata peggiore ma non appena la vedevo, tutta la stanchezza spariva. E quando mi disse di aspettare un figlio sarei esploso dalla felicità se avessi potuto-

-Avete un figlio?-

Chiese meravigliato Shade. Philip scosse la testa

-No, purtroppo. Li ho seppelliti entrambi, due bare bianche calate nel tetro grigiore della tomba di famiglia-

-Mi dispiace-

Disse Shade, profondamente scosso.

-Non dispiacetevi altezza, non era destino che passassi la vita con loro. La gravidanza l’aveva provata molto fisicamente e il parto è stato lungo e complicato. Troppo lungo e troppo complicato. Non sono sopravvissuti a quello, nessuno dei due-

Shade prese il suo bicchiere e quello del conte. Versò il vino dentro di essi e diede il bicchiere a Philip

-Alla vostra Lucille, a vostro figlio e al loro ricordo-

Philip lo guardò, leggermente commosso, poi avvicinò il bicchiere a quello del principe facendoli tintinnare e bevve.

-Sono contento che siate qui oggi, conte. Siete veramente un uomo ammirevole-

Philip sorrise grato di quelle parole

-Grazie altezza, ma dovrete rivolgere il vostro ringraziamento a mia cugina, Charlotte. È stata lei a tirarmi fuori dalla spirale della mia sofferenza e a riportarmi alla vita. Ed è stata lei a portarmi a palazzo per il ballo reale. Io non volevo venire-

-Come mai? Avreste disdegnato un invito reale?-

-Odio gli impegni di corte non per voi, ma per alcuni membri della corte altamente… discutibili-

Shade si trovò d’accordo

-Credetemi, se potessi, li eviterei anche io-

-Ma già lo fate-

-Solo a quelli dove non sono espressamente richiesto-

-Ma per la principessa avete fatto un’eccezione direi-

Shade si irrigidì. Guardò Philip che lo guardava a sua volta

-Cosa volete dire?-

-Niente, solo constatare un fatto-

-E quale sarebbe?-

-Che non solo avete partecipato ad un ballo reale, ma avete persino ballato. Persino io so che sono rarità per voi-

Shade sempre irrigidito, guardò Philip

-Sentite, conte, se non mi fossi presentato, avrei mancato di rispetto a Rein e se non avessimo ballato insieme, sarebbe stato anche peggio-

-Si questo lo capisco solo che…-

-Che cosa?-

Philip scosse la testa, pensieroso

-Non credo di potervelo dire-

-Ve lo potrei sempre ordinare, conte-

Philip sospirò poi si portò il bicchiere alla bocca e prese un bel sorso di vino

-Dovete stare attento, altezza. Perché il modo in cui guardate la principessa è decisamente discutibile-

-E che modo sarebbe?-

-Quello per cui molti regni sono caduti o molti nobili si sono rovinati con le loro stesse mani-

-Ditelo conte. Come sarebbe questo modo?-

-Con gli occhi dell’amore-

 

 

 

-Amore? Io non direi-

Rein si voltò verso Trudy, in cerca di aiuto. La contessa, tuttavia, si limitò ad osservare decisamente troppo interessata i chicchi di uva che le erano stati posti nel piatto. Rein si voltò verso lady Vivian

-Lady Vivian, con tutto il rispetto, ma parlare di amore mi sembra eccessivo. La mia è più una passione che non…-

-Principessa, permettetemi di contraddirvi e per farlo, userò un semplice metodo. Rispondete a queste domande: pensate ai vostri libri più volte al giorno?-

-Si certo, ma…-

-Cercate sempre un modo per implementare la vostra collezione?-

-Si, tuttavia…-

-Giudicate le persone in base alle letture che hanno fatto? O non fatto?-

-Può essere capitato ma non…-

-Soffrite quando vedete un vostro libro trattato con mani indelicate o peggio, distratte?-

-Certo, alcuni di essi sono molto rari e pregiati e…-

Lady Vivian sorrise

-Visto principessa, questo è amore. Passione, predilezione, non sono sufficienti a giustificare tali comportamenti. Nel vostro cuore batte l’amore, fine del discorso-

Rein fece per ribattere, ma preferì non farlo, sapendo che tanto lady Vivian avrebbe avuto il sopravvento.

-Continuo a pensare che amore non sia la parola giusta, ma come volete voi, lady Vivian. Mi piego alla vostra deduzione-

Vivian le sorrise

-Grazie principessa, ma fidatevi, ho ragione io-

Rein scosse la testa ma sorrise. La marchesa Fanny lasciò andare una risatina

-Siete stata totalmente sconfitta, altezza-

Rein le sorrise, un sorriso di circostanza, ma non rispose. Fanny, tuttavia, non si diede per vinta

-Ma oltre ai vostri libri, altezza, posso essere indiscreta e chiedere se, per caso, noi possiamo sperare in una futura unione vostra e del nostro principe?-

Rein sgranò gli occhi per la sorpresa e aprì la bocca, basita. Trudy, sconvolta la riprese

-Fanny, ti sembra una domanda da fare? Sarai anche una marchesa, ora, ma ci sono limiti a ciò che puoi chiedere-

Fanny sgranò gli occhi totalmente sconvolta. Abbassò lo sguardo e si fece triste

-Chiedo perdono. Non volevo essere maleducata o indiscreta solo… è ciò che mormora la corte, io pensavo fosse lecito sapere. Altezza, vi prego, perdonatemi-

Rein la guardò, per niente convinta da quelle parole. L’atteggiamento di sottomissione della marchesa era fin troppo finto, tuttavia, si rendeva conto, molto ben eseguito. Se non avesse avuto fin da subito un leggero sospetto sulla donna, avrebbe creduto nella sua sincerità, ma il modo in cui aveva chinato il capo e ora la guardava, di sottecchi, sbattendo le ciglia in modo innocente le faceva capire che era tutto troppo studiato e quindi, decisamente tutto troppo finto. Rein, però, decise di non essere troppo scortese.

-Non vi preoccupate, marchesa, la vostra ingenuità per questa volta vi salva-

Fanny accolse la velata critica molto stoicamente e fece finta di niente. Con la coda dell’occhio, invece, vide Trudy fare un sorrisetto compiaciuto.

-Una cosa però posso affermarla marchesa, e vi pregherei, se possibile, di diffonderla tra la corte se la possibilità vi si presentasse le mie parole-

Fanny alzò subito lo sguardo e si fece attenta

-Certo, altezza, ditemi tutto-

-Sono qui a palazzo con il solo scopo di educare la giovane principessa Milky. Nessun altro pensiero sfiora la mia mente se non quello dell’educazione della principessa, temo di non avere tempo per pensare all’amore o come simili, avendo un compito così impegnativo. Di certo non nutro questo sentimento verso il vostro principe. Gli sono molto grata per l’ospitalità, il calore e la disponibilità che mi ha mostrato, sia lui che l’intera famiglia reale ovviamente. Questi sono gli unici sentimenti che albergano nel mio cuore al momento-

Fanny si trovò ad abbassare il capo

-Sarà un onore, per me, riferire le vostre parole-

Rein si ritenne soddisfatta. Prima che la giovane potesse però tornare all’attacco, Rein si rivolse a Trudy, al suo fianco

-E voi contessa? Quali sono i vostri passatempi del cuore? Credo toccasse a voi rivelarceli, giusto lady Vivian?-

Lady Vivian annuì

-Si, era il turno della contessa. Ma che ne direste se ci spostassimo nel salottino adiacente, in modo da stare più comode e avere la possibilità di parlare con tutte le dame qui presenti?-

-Mi sembra un ottima idea-

Lady Vivian si alzò e come se fosse un segnale implicito, tutte le dame, si alzarono a loro volta. Quello era il segnale di fine cena e questo voleva dire che tutte si sarebbero spostate per continuare la serata e le conversazioni in un ambiente più riservato. Rein si avvicinò a Trudy e mise il suo braccio sotto quello della donna

-Andiamo contessa-

Trudy si avviò con la principessa. Le due donne poterono sentire lo sguardo di Fanny seguirle, ma la donna aveva capito di essere stata volutamente lasciata indietro. Quando Rein fu abbastanza lontana dalla marchesa, si rivolse all’orecchio di Trudy

-Ditemi che non sono la sola ad avere capito che stava recitando-

Trudy annuì

-Si principessa, la nuova marchesa è una attrice nata, ma credetemi, questo è niente. Non fidatevi di lei-

-Non ne avevo la minima intenzione-

Quando le donne arrivarono nel salottino, si sedettero su un divano. Rein si mise al centro, Trudy alla sua destra. Non appena Rein vide Charlotte entrare si rivolse alla giovane baronessa

-Baronessa di Amoundgnac, mi fareste il piacere di sedervi vicino a me? Abbiamo avuto decisamente troppo poco tempo per conversare questa sera-

Charlotte la guardò basita, ma si aprì in un largo sorriso e si avvicinò veloce

-Altezza, è un onore-

Charlotte si sedette di fianco a Rein, felicissima. Rein poi si rivolse alla baronessa Ugival e alla viscontessa Marimbon

-Signore, vi prego, accomodatevi-

Le due donne si inchinarono e presero posto nel divanetto di fronte alla principessa. Quando lady Vivian entrò nella sala, Rein vide che aveva sotto braccio la giovane marchesa. Lady Vivian si avviò verso alcune dame che avevano preso posto lontano dalla principessa e trascinò con se la marchesa, poco contenta della piega della serata. Rein si trovò a sorridere e a sospirare di sollievo. Tuttavia non le sfuggì un leggero cenno da parte di lady Vivian, che sembrava approvare le dame con cui si era seduta. Trudy al suo fianco, si trovò a bisbigliarle

-Lady Vivian è una dama incredibile, non trovate?-

Rein annuì

-Sono perfettamente d’accordo con voi-

-La marchesa non sembra però del nostro stesso parere-

Le donne scoppiarono a ridere, mentre Rein non perdeva di vista la marchesa

-Sapete una cosa contessa? Il fatto che la marchesa sia scontenta mi rende troppo contenta. Dite che questo faccia di me la persona terribile che credete io sia?-

Trudy scoppiò a ridere e a scuotere la testa

-Al contrario altezza, credo che questo vi renda decisamente migliore ai miei occhi-

Rein ridacchiò.

-Concordiamo quindi che entrambe non ci fidiamo della marchesa?-

-Concordiamo-

-È bello sapere che almeno su questo andiamo d’accordo-

 

 

 

 

-Non sono affatto d’accordo con te-

Philip ormai non si stupì affatto di quella risposta da parte di Thomas

-Che novità-

Thomas, risvegliatosi poco prima, aveva iniziato a litigare con il povero conte. L’argomento in discussione erano le caratteristiche perfette per una degna regina

-Deve essere prima di tutto amata dal popolo-

Philip scosse la testa

-Deve per prima cosa essere adatta al ruolo, poi amata dal popolo-

-No, no no. Prima bisogna entrare nel cuore della gente, se no anche se è brava se nessuna la ama a cosa serve?-

-Se vedi che la persona al comando è capace la rispetti e poi la ami. Se ami qualcuno che non è capace di fare niente e ti porta alla rovina che senso ha?-

-È importante essere amati-

-Capaci-

-Amati-

-Capaci-

-Potete per favore darci un taglio? State diventando terribilmente noiosi-

Shade, comodamente seduto sulla poltrona, si era stufato di sentire quell’inutile discorso. Thomas, ancora visibilmente alticcio, gli puntò un dito contro

-Oh scusa, grande principe, se con i nostri discorsi importanti ti stiamo annoiando. Ma per la cronaca, stiamo parlando delle caratteristiche della tua futura moglie, quindi direi che la cosa ti deve interessare-

-Futura moglie? Non sapevo di essere fidanzato-

Thomas lo guardò infastidito

-Prima poi capiterà, anzi, avresti già la persona adatta se solo non fossi un idiota-

-Thomas, ora basta. E non versarti ancora da bere, direi che per stasera hai già bevuto abbastanza-

Shade si alzò e tolse di mano la bottiglia a Thomas. Il capitano protestò leggermente, ma dato che fu incapace di mettersi in piedi per contrastare Shade, lo lasciò fare. Shade fece stendere di nuovo Thomas

-Dovresti dormire, e direi che anche noi ora dovremmo andare. Conte Philip direi che è ora di tornare nelle nostre stanze-

Philip si trovò ad annuire.

-No aspettate. La serata è ancora lunga!-

Shade scosse la testa

-È mezzanotte passata, abbiamo bevuto come minimo quattro ore, abbiamo giocato, abbiamo fatto le nostre chiacchiere da uomini come volevi, ci siamo rilassati ed ora è il momento di andare a dormire-

-Dormire si… non è male come idea…-

Thomas bofonchiava già nel dormiveglia. Shade gli sorrise, poi si voltò per la stanza, in cerca di una coperta per l’amico. Non trovandola, aprì la porta della stanza da letto del capitano e prese quella che era sul letto. Ritornò nella sala in tempo per sentire Thomas iniziare a russare. Gli mise addosso la coperta, poi si voltò verso il camino e si assicurò che il fuoco bruciasse ancora per un po’, in modo da non fare raffreddare subito la stanza. Poi si voltò verso il conte, che era sempre disteso sul tappeto.

-Credo di dovervi chiedere una mano per alzarmi altezza. Non mi fido molto delle mie gambe-

Shade gli tese una mano e aiutò l’uomo ad alzarsi. Philip dondolò un attimo in piedi, ma non appena ebbe trovato l’equilibrio fece un cenno al principe

-Pensate di riuscire ad arrivare alla vostra stanza con i vostri piedi? O devo chiamare qualcuno ad aiutarvi?-

Philip scosse il capo

-Ce la posso fare-

Shade annuì. Diede un’ultima occhiata a Thomas che dormiva però già tranquillo e si avviò alla porta. Il corridoio all’esterno era deserto, a parte le guardie poste a sorveglianza. Non appena lo videro passare, le guardie si misero sull’attenti. Philip, dietro di lui, lo seguiva tenendosi la testa con una mano

-Credo che la prossima volta che mi farò convincere dal capitano a passare una serata insieme gli chiuderò la cantina-

Shade sorrise poi si voltò verso di lui

-Impresa difficile, considerando che i vigneti di Thomas producono il vino migliore di tutto il regno-

Philip non ebbe da obbiettare

-In effetti non ho nulla da eccepire sulla qualità del vino. Solo sulla quantità di vino ingerita. Mia cugina mi ucciderà-

Shade ridacchiò. Anche sua madre probabilmente gli avrebbe fatto storie la mattina dopo, ma era meglio non dirlo al conte. I due si avviarono verso la scalinata

-Conte, in che ala del palazzo dormite?-

-Ala est al primo piano-

-Allora saliamo da qui-

-Ma altezza, voi allungherete la strada e…-

-Conte, siete un mio ministro ora e siete stato costretto a bere dal capitano delle mie guardie. Permettetemi almeno di essere sicuro di farvi arrivare alla vostra stanza senza problemi-

Philip non aveva la forza per ribattere, ma si limitò a seguire il suo principe. I due iniziarono la salita, quando ad un tratto un dettaglio dell’ultima conversazione gli tornò in mente

-A chi si riferiva il capitano quando vi ha detto che ci sarebbe la persona ideale qui per voi da sposare?-

Shade non si voltò, ma rispose secco

-Lasciate perdere le chiacchiere insensate di quell’uomo-

-Potrebbe essere che si riferisse alla principessa…-

-Lasciamo Rein fuori da questo discorso, per favore. Anzi, evitiamo proprio il discorso-

Philip si zittì. I due salirono la rampa in silenzio, quando ad un tratto, spinto più dall’alcool che non dalla saggezza, Philip proferì una frase che sconvolse Shade molto più di quanto pensasse

-Certo che donne belle, cortesi ed eleganti come la principessa Rein non si trovano spesso. Se fossi un uomo più coraggioso che accorto, avrei iniziato a corteggiarla dal primo momento che l’ho vista-

Shade si bloccò a metà del gradino e si voltò a guardare il conte. Philip lo fissò interdetto

-Altezza, cosa…-

-Provate dei sentimenti per la principessa?-

Philip arrossì

-Sentimenti è una parola molto grande ma… di certo, dal primo momento che l’ho vista non ho potuto non pensare a lei. E’ entrata nella mia testa senza che io potessi fare niente. Solo un’altra volta mi era successo, e ho finito per sposare quella donna-

Shade lo guardò sconvolto

-Avete intenzioni serie con lei?-

Philip scoppiò a ridere

-Lei è una principessa, io un semplice conte. Non mi prenderebbe nemmeno in considerazione, temo-

Philip si lasciò andare ad una risata di circostanza. Tuttavia lo sguardo di Shade era terribilmente serio e deciso. Si trovò a fare cenno negativo con il capo

-Vi sbagliate, Rein non bada a queste cose, anzi. Siete un uomo onesto e corretto, vi prendete cura della vostra famiglia e siete leale e fedele. Sono tutte caratteristiche che farebbero certamente colpo su di lei. Rein valuta le persone non i titoli-

Philip ebbe un attimo lo sguardo illuminato dalla speranza.

-Se dite così allora, potrei anche rendere molto serie le mie intenzioni. Non ho mai pensato realmente di avere possibilità, ma non posso negare che mi ha colpito molto più profondamente di quanto pensassi. Per non parlare della sua bellezza e del suo meraviglioso sorriso. Sono cose difficili da dimenticare, e dopo avere visto la principessa sorridere…-

-Ogni altro sorriso sembra pallido al confronto-

Philip annuì. Ottenebrato dall’alcool, Philip non si era reso conto che quella che riteneva una semplice conversazione tra uomini per il principe non lo era affatto. Shade, improvvisamente, si era reso conto che il conte Philip poteva essere veramente un valido candidato non solo per la mano della principessa, ma anche per il suo cuore. E Shade provò una fitta terribile di gelosia e sconfitta. Sconfitta perché si rese conto che non aveva mai pensato che ci potesse essere qualcuno veramente interessato a Rein o che potesse essere un suo avversario. Invece ora, il conte Philip si era materializzato e Shade si rese conto che non era affatto scontato che tra i due, Rein potesse scegliere lui. E Shade ebbe paura. Paura per un qualcosa che non era successo, ma che sarebbe potuto succedere. E semplicemente si rese conto, in quel momento, di provare seriamente qualcosa per lei, qualcosa che aveva in tutti i modi cercato di negare a se stesso, qualcosa che non era solo semplice amicizia. Era qualcosa ancora di piccolo, ma intenso. Era come una fiamma, una fiamma che non era ancora vivida, ma che aveva iniziato a bruciare. Shade fissò Philip intensamente

-Siete veramente intenzionato a corteggiare la principessa?-

Philip sgranò gli occhi stupito

-Veramente io…-

Shade si mise di fronte a lui, e Philip fece un passo indietro.

-Altezza…-

-Ve lo chiedo per l’ultima volta: avete intenzioni serie con la principessa o il vostro era solo un parlare da ubriaco?-

Philip deglutì un paio di volte, poi però si fece serio. Strinse i pugni e fronteggiò il principe

-Le mie sono sempre intenzioni serie una volta prese, altezza. Ammetto che la principessa mi ha profondamente colpito, quindi non escludo questa possibilità dopo che mi avete detto che potrei avere una possibilità. Ma ora, altezza, ditemi voi, in tutta franchezza: avete intenzione di corteggiare la principessa e di avere intenzioni serie con lei? Perché se voi aveste questo pensiero, non esiterei a rinunciare al mio intento, riconoscendo voi un candidato migliore di me-

Shade fissò Philip

-Io… veramente io… come potrei fare… Rein… lei… lei è…-

-Io sono cosa?-

I due uomini, colti alla sprovvista, si voltarono verso il pianerottolo della scalinata. Ferme sulla cima, c’erano tre donne e una guardia reale. E una delle tre donne era proprio la principessa della loro discussione. Shade impallidì

-Rein!-

 

 

Rein guardava perplessa la scena che si era presentata davanti ai suoi occhi. La serata era finita da una decina di minuti, ma Rein si era intrattenuta qualche minuto in più a parlare con lady Vivian. Alcune dame si erano congedate, ma altre avevano atteso l’uscita della principessa prima di concludere la serata. Rein aveva sorriso e ringraziato la padrona di casa, poi si era accorta che la sia Trudy che Charlotte l’avevano aspettata, così come la marchesa Fanny.

-Marchesa, ancora qui?-

La donna annuì

-Volevo porgervi il mio saluto personalmente, altezza. Dopo la cena non abbiamo avuto modo di parlare e non volevo sembrare maleducata andandomene via senza porgervi i miei omaggi-

Rein fece un sorriso di circostanza alla donna

-Marchesa, siete molto gentile, e vi assicuro che non avrei mai potuto pensare male di voi per una cosa simile. Ma vi ringrazio del pensiero-

Fanny sorrise soddisfatta

-Prima di darvi la buonanotte altezza, posso sperare nell’avere l’onore di avervi per un the uno di questi pomeriggi? Ne sarei molto onorata-

Rein fu presa in contropiede, ma non aveva un buon motivo per non accettare l’invito. Così si ritrovò costretta ad accettare anche se di malavoglia 

-Grazie per l’invito, marchesa. Sarà un onore-

Fanny sorrise, trionfante. Si inchinò profondamente

-Vi farò sapere l’orario e il giorno, altezza. Buonanotte-

-Marchesa, buonanotte-

Fanny sparì dalla vista, scortata da una cameriera che si era materializzata all’improvviso dal nulla. Una volta sparita dalla vista, Trudy le si avvicinò

-Non dovevate accettare-

-Non avevo motivo per non farlo-

Trudy non disse niente, ma bofonchiò qualcosa. Rein si voltò verso di lei,

-Per stasera ne ho avuto abbastanza. Vogliamo tornare alle nostre stanze?-

Trudy annuì e si voltò verso Charlotte

-Scendete con noi, baronessa?-

Charlotte annuì e le tre, scortate dalla stessa guardia reale che aveva portato Rein e Trudy a cena, presero a scendere la scalinata. Le tre donne proseguirono in silenzio, stanche. Quando giunsero al pianerottolo del loro piano, Rein si accorse che c’erano delle voci provenire da qualche gradino più in basso, e Rein si accorse di riconoscere quella voce

-Shade?-

Domandò più a se stessa che non a qualcuno in particolare. Rein si avvicinò alla balaustra e guardò giù e con sua grande sorpresa vide Shade e il conte di Hoteval fermi su un gradino, che parlavano. E ad un tratto, Rein sentì proferire il suo nome dalla bocca di Shade

- Io… veramente io… come potrei fare… Rein… lei… lei è…-

Rein non pensò nemmeno prima di agire, e si trovò a rispondere sentendo il suo nome

-Io sono cosa?-

Shade, sentendo la sua voce, alzò lo sguardo e Rein vide l’evidente stupore sul suo volto

-Rein?-

Disse semplicemente il principe, guardandola. Rein lo guardò perplessa

-Si proprio io. Posso sapere di cosa stavate parlando nel buoi di questa scalinata che evidentemente mi riguarda in prima persona?-

Rein giurò di vedere un po’ di rossore sulle gote del principe, ma dato il buio non ne fu sicura. Shade, in risposta, si affrettò a salire le scale e a raggiungerla. Rein si trovò a fissarlo, incuriosita, ma il principe era muto, non accennava affatto a parlare, così Rein ripeté la domanda

-Allora, di cosa parlavate tu e il conte?-

Philip aveva percorso gli ultimi gradini e si era avvicinato al principe. Non appena si accorse che sua cugina era presente assieme alla principessa, e lo stava guardando in modo scettico, si trovò ad arrossire. E parlò lui al posto del principe

-Principessa, perdonateci. Credetemi non stavamo affatto parlando male di voi-

Rein si trovò ad incrociare le braccia al petto e a guardare i due, perplessa

-Questo non mi aveva nemmeno sfiorata come idea. Ma ora sono decisamente curiosa. Di cosa potevate parlare di così importante da far sì che persino Shade si trovasse in evidente difficoltà? È dato che avete voi stesso sollevato il problema, stavate parlando male di me alle mie spalle?-

Questa volte Rein vide veramente le guance di Shade diventare rosse per l’imbarazzo, addirittura abbassò lo sguardo evitandola. Fu Philip, dunque, a parlare

-Parlavamo della vostra bellezza, altezza e di come il vostro sorriso, una volta visto, facesse impallidire quello di qualsiasi altra dama-

Rein sbiancò per la sorpresa e sgranò gli occhi. Fissò lo sguardo su Shade, imbarazzata. Charlotte, totalmente sbalordita dalle parole del cugino, urlò quasi dall’indignazione

-Philip di Hoteval!-

Philip guardò la cugina, imbarazzato

-Perdonatemi altezza, sono solo chiacchiere tra uomini, accompagnate, direi da troppo vino e…-

-Philip Arthur Nathaniel di Hoteval! Sei ubriaco non è vero?-

Charlotte, arrabbiata, fissò sul cugino uno sguardo assassino. Appoggiò le sue mani sui fianchi e fissò minacciosa Philip, il quale si trovò ad annuire, colto in flagrante

-Charlotte non è come…-

-Non osare parlare. Principessa, vi prego di perdonare quello scostumato di mio cugino e spero che sarete indulgente dato l’evidente stato di alterazione in cui si trova-

Charlotte si inchinò e obbligò il cugino a fare altrettanto. Rein fissò la donna e la invitò ad alzarsi

-Charlotte vi prego, non devo perdonare niente, sono solo… stupita e meravigliata e temo anche leggermente lusingata. Ma state tranquilla, non sono offesa e non trovo ci sia nulla da perdonare e…-

-Siete fin troppo gentile, altezza. Ora se permettete, noi ci congediamo. Philip farai meglio a ringraziare la principessa per l’indulgenza e spero vivamente che tu sia pentito e amareggiato. Altezza, buonanotte-

Charlotte prese il cugino per il braccio e lo trascinò dentro il corridoio diretti alla loro stanza. Rein non aveva mai visto la baronessa così arrabbiata e mortificata. Guardò Trudy che aveva assistito alla scena senza proferire parola

-La baronessa quando vuole tira fuori un bel caratterino-

Rein si trovò ad annuire alle parole di Trudy

-Decisamente-

Le due si guardarono e si fecero una piccola risata. Poi Rein si voltò verso Shade, che era ancora profondamente imbarazzato

-Quindi il mio sorriso fa impallidire quello delle altre al confronto?-

Rein si trovò a prendere un attimo in giro Shade. Era un’occasione più unica che rara vederlo così.

-Rein ti prego…-

Rein ridacchiò

-Vederti così imbarazzato ti perdona di ogni cosa. Certo, non ti credevo un uomo che amasse passare le serata ad ubriacarsi con gli amici, questo lo ammetto non rientra affatto nell’immaginario che ho di te-

-È stato Thomas io non volevo-

Vedendo l’espressione terribilmente seria e mortificata di Shade, sia Rein che Trudy scoppiarono a ridere. E Shade si fece ancora più rosso in volto. Una volta che si calmata, Rein si avvicinò a Shade

-Perdonami, ma non potevo resistere-

Shade la guardò

-Ti perdono solo perché ho bevuto-

Rein ridacchiò ma annuì

-Va bene principe, allora direi che la cosa migliore da fare per tutti è quella di andare a dormire. E direi che hai più bisogno tu della guardia che non noi, vero contessa?-

Trudy annuì

-Si principessa, direi che possiamo arrivare sane e salve ai nostri appartamenti-

-No, non posso permettermi di lasciarvi andare da sole e…-

Shade si era avvicinato a Rein, ma sia il buio che l’alcool bevuto fecero sì che il principe inciampò sui suoi stessi piedi e in men che non si dica si ritrovò ad afferrare la cosa a lui più vicina, ossia Rein che istintivamente aveva allungato le braccia per afferrarlo. Tuttavia pure la turchina, anche se aveva afferrato Shade, dato il movimento improvviso, aveva perso l’equilibrio a sua volta e così si ritrovò per terra, con il principe tra le sue braccia. Trudy lanciò un urlo per lo spavento di vedere due principi cadere per terra in modo così imprevisto, mentre la guardia, già abbastanza sconvolta per avere assistito a quell’incontro e avere visto il suo principe leggermente alterato dall’alcool a quello spettacolo, restò pietrificato, incapace di fare qualcosa. Shade, umiliato e profondamente imbarazzato, si sollevò da Rein sulle braccia e così facendo poté incrociare lo sguardo della turchina. Rein non appena lo vide, scoppiò a ridere. Trudy si avvicinò ai due

-Altezza, sarebbe meglio se vi sollevaste dalla principessa-

Shade la guardò, poi, sempre rosso in volto, si alzò e si rimise in piedi. Rein invece, continuava a ridere, divertita. Trudy le offrì la mano e Rein la accettò volentieri. Tuttavia la turchina si mise solo seduta, ancora scossa dalle risate

-Accidenti Shade, oggi proprio non è la tua giornata-

Shade evitò il suo sguardo e Rein ridacchiò ancora di più

-Oh andiamo, non essere imbarazzato-

-Rein, ti prego-

Mormorò Shade, umiliato e ferito. Rein si fece aiutare ad alzarsi e una volta rimessa in piedi si avvicinò al principe. Gli mise una mano sul braccio e lo fece voltare.

-Non è successo niente, sto bene, visto?-

Per dimostrazione, Rein fece una piroetta, e la gonna del suo vestito si aprì mostrando in tutta la sua bellezza la principessa. Shade la fissò meravigliato e ancora imbarazzato

-Visto, sana salva e tutta integra. Certo, ammetto che non sei una piuma, ma non ho niente di rotto. E ti ricordo che stai parlando con una principessa che ha fatto decisamente molte più figuracce di te ma che nonostante tutto ha ancora la faccia tosta di presentarsi ad una corte. E all’epoca non potevo certo dare la colpa delle mie performance poco regali all’alcool-

-Eri una bambina però, io non avrei dovuto nemmeno ridurmi così e..-

-Contessa, siamo perfettamente d’accordo che quello che è successo è solo colpa del buio, vero?-

Rein si voltò verso Trudy, la quale la stava guardando perplessa

-Il buio?-

Chiese poco convinta. Rein annuì e indicò la tenue luce che proveniva dalle fiaccole accese poste ad illuminare le scale

-Si, il buio. Se ci fosse stata più luce il principe non avrebbe inciampato nel mio vestito provocando la scena che si è presentata, e sono certa che questa cosa rimarrà tra di noi, vero?-

Trudy si trovò ad annuire capendo cosa stesse dicendo la turchina. Rein si voltò verso la guardia e l’uomo prontamente annuì

-Certo principessa, non una parola-

Rein gli sorrise poi si voltò verso Shade

-Visto, è stato solo un incidente senza conseguenze-

Shade la guardò e si trovò a scuotere la testa, sconvolto

-Sei incredibile, lo sai?-

Rein gli sorrise

-No non sono incredibile, sono solo una donna il che fa di me un essere superiore-

Shade ridacchiò

-Si, questo oggi te lo posso concedere-

-Solo oggi?-

Shade le sorrise.

-Si, solo per oggi. Anche perché credo di averti dato abbastanza materiale per potermi ricattare tutta una vita-

-Non sono così priva di scrupoli… diciamo che sono sei mesi di prese in giro senza problemi-

Shade scosse la testa, poi si avvicinò alla guardia

-Direi che è il caso di andare, prima che peggiori ancora di più la mia posizione-

-La vedo difficile, ma direi che è la cosa migliore per tutti-

Shade non replicò, si limitò a fare un inchino sia a Rein che a Trudy

-Principessa, contessa, buonanotte-

-Buonanotte altezza-

-Buonanotte Shade-

Shade fissò ancora un attimo lo sguardo su Rein, poi si voltò e si avviò verso i suoi appartamenti, la guardia subito dietro di lui. Quando le due donne fecero per avviarsi anche loro, la voce di Shade le raggiunse di nuovo

-Rein?-

Rein si voltò sentendosi chiamare. Shade era fermo e la guardava. Il suo volto era quasi totalmente in ombra, ma Rein si trovò ad arrossire sentendo quello sguardo su di se. La turchina non disse niente

-Quasi mi dimenticavo. Sei bellissima stasera-

Rein si trovò ad arrossire, ma non abbassò lo sguardo. Si trovò a sorridere

-Grazie-

Shade non disse o fece niente altro, si limitò a voltarsi e riprendere la sua strada.

Rein si voltò e aprì la porta del corridoio che conduceva agli appartamenti privati della nobiltà. Fece cenno a Trudy di passare e lei la seguì poco dopo. Il corridoio era deserto, e istintivamente le due donne si trovarono a bisbigliare

-Direi che abbiamo assistito a qualcosa di veramente incredibile, contessa-

Trudy si trovò ad annuire

-Il principe ubriaco era proprio uno spettacolo che non pensavo avrei mai visto-

Rein ridacchiò divertita

-Ci credi che mi è caduto addosso?-

Trudy scosse la testa, ridendo involontariamente anche a lei ricordando la scena

-Credo che domani andrò a fare una bella ramanzina a Thomas. Quando beve lo conosco, è capace di fare fuori sei bottiglie di vino senza colpo ferire-

-Sei bottiglie?-

Chiese allibita Rein. Trudy annuì convinta

-Oh si. La nostra prima sbronza… me la ricorderò a vita. Avevamo quindici anni, Thomas aveva rubato la chiave della cantina a suo padre e siamo andati a prendere quante più bottiglie potevamo. I conti d’Orvail sono noti per il buon vino e lo ammetto, ci siamo proprio divertiti quel pomeriggio e molti altri ancora-

Trudy ridacchiò pensando ai ricordi della sua adolescenza

-Conosci Thomas da molto tempo?-

Trudy annuì

-Fin da piccoli. Le nostre famiglie vivono vicine e le nostri madri sono sempre state buona amiche. Eravamo i soli bambini della zona, quindi ci siamo trovati a passare del tempo insieme per forza di cose. È come un fratello per me, gli voglio troppo bene, anche se il più delle volte lo vorrei uccidere. Mi è veramente molto mancato quando ha deciso di entrare nella guardia reale-

-Quanti anni aveva?-

-Sedici anni. Un giorno è venuto da me serio in volto. Mi ha detto cosa aveva fatto, si era arruolato e sarebbe entrato nella guardia reale per servire la famiglia reale. Facendo questo rinunciava al suo diritto di successione alla famiglia, essendo il primogenito era logico pensare che si sarebbe occupato della tenuta e delle attività di famiglia. Ma non è mai andato molto d’accordo con suo padre e quando ha potuto è andato via da casa e io ho sentito veramente molto la sua mancanza. Ma ammetto che ha fatto una carriera impressionante e il fatto che sia così amico del principe la dice lunga sul suo carattere-

Rein si fermò a guardare Trudy

-Thomas è stato il primo a trattarmi come se avessi sempre fatto parte di questo posto, il primo a trattarmi come amica-

-Tipico di Thomas, totalmente incurante delle regole dell’etichetta, ma è impossibile prendersela con lui quando fa così. È forse troppo buono per questo mondo-

-Io non credo invece. Anzi, sono le persone come Thomas che ti fanno apprezzare le piccole cose. È quel raggio di sole di cui ogni persona ha bisogno-

Trudy annuì convinta

-Si, sono d’accordo con voi altezza-

Rein la guardò negli occhi, poi si trovò a sospirare

-Rein-

La contessa sgranò gli occhi.

-Come?-

-È il mio nome-

-Questo lo so principessa solo…-

-Contessa, so che non vi fidate e tutto ma… qualcosa mi dice che passeremo ancora molto tempo insieme in questi giorni, dato che sembra che una forza invisibile ci spinga l’una verso l’altra-

Trudy si trovò suo malgrado costretta ad annuire

-So che non siamo amiche e forse non lo saremo mai, ma se dobbiamo passare del tempo da sole, per favore, chiamami Rein e dammi del tu, per favore, siamo coetanee-

Trudy la fissò. La turchina era pronta ad una risposta solita sprezzante della donna, invece si trovò a vedere la contessa accennare ad un mezzo sorriso.

-Allora vale anche per me. Trudy va bene-

-E Trudy sia allora-

-D’accordo, Rein-

Rein si trovò a sorridere alla donna. Poi si voltò verso la porta del suo appartamento, lasciandosi andare ad uno sbadiglio

-Bene Trudy, direi che è arrivata l’ora adatta per andare a dormire. Domani mattina mi aspetta la principessa Milky, direi che ho bisogno di dormire-

Trudy annuì

-Buonanotte Trudy-

-Buonanotte Rein-

Rein si affrettò ad entrare nella sua stanza e non appena la porta si fu chiusa dietro di lei, si lasciò andare ad un sospiro liberatorio. Era sopravvissuta a quella serata, era arrivata ad una specie di tregua con Trudy e sembrava che le cose stessero piano piano andando verso la direzione giusta. Eppure, un brivido di freddo la attraversò all’improvviso. Rein si fermò in mezzo alla stanza, preoccupata. Per qualche strano motivo quel brivido che le aveva fatto accapponare la pelle le aveva fatto pensare che qualcosa di pericoloso fosse in agguato. Mentre si trovava nella sua camera da letto, si avvicinò alle vetrate e vide fuori la luna.

-Ti prego, fa che sia solo una brutta sensazione e nulla più-

 

 

 

Shade guardava la luna dalla finestra della sua stanza da letto. Da quando era arrivato si era seduto lì, sul davanzale, e si era perso nei suoi pensieri. Il ricordo della sua caduta su Rein lo stava perseguitando. Era tormentato dal ricordo del profumo della turchina, dolce e avvolgente, dalla sensazione di avere avuto il suo corpo sotto di lui, dalle braccia di Rein che lo aveva avvolto e dal suono della sua risata. Quando l’aveva guardata sorridente si era trattenuto a stento. L’avrebbe voluta baciare in quel momento, davanti a tutti i presenti. Non sapeva cosa l’aveva trattenuto, forse la sua coscienza, ma per un secondo aveva veramente rischiato di farlo.

-Devi cercare di darti una regolata Shade-

Si disse da solo, ad alta voce. Improvvisamente, un brivido di freddo lo colse all’improvviso. Shade si guardò spesato attorno alla stanza, improvvisamente preoccupato. Era una sensazione, una strana sensazione di pericolo. Eppure la stanza era vuota e il silenzio era assoluto. La sensazione non svanì subito, gli durò per qualche istante. Quando finalmente la sensazione si placò, Shade si trovò a fissare la luna

-Proteggici ti prego-

Senza saperlo, due principi, due altezze reali, avevano avuto quasi nello stesso momento, lo stesso avvertimento. Qualcosa si stava avvicinando, un qualcosa pronto a colpirli, o loro direttamente, o chi gli stava attorno. Ed entrambi, si erano rivolti alla Luna in cerca di protezione. Eppure, nemmeno la Luna avrebbe potuto impedire alla ruota del destino di continuare il suo corso, tutto ciò che poteva fare era avvertire i suoi protetti di un qualcosa che stava per arrivare e che li avrebbe travolti come un’onda che era già pronta ad abbattersi su di loro. Quali sarebbero stati gli strascichi di questa onda, ancora né la Luna né il destino lo sapeva, di certo, alcuni equilibri sarebbero cambiati, alcuni legami sarebbero potuti scomparire e altri, inaspettatamente, sarebbero potuti diventare indistruttibili. Ma solo seguendo il corso degli eventi i diretti interessati lo avrebbero scoperto. Intanto, la luna brillava nel cielo notturno, irradiando la sua protezione, sul palazzo addormentato e sui suoi abitanti.

 

 

 

 

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Ciao a tutti

Eccomi qua con l’appuntamento di febbraio, e ammetto che sono molto contenta per essere riuscita a portarvi il capitolo come mi ero ripromessa. So che un capitolo al mese probabilmente è una cosa ridicola per molti di voi, ma considerando la mia vita personale e lavorativa, vi assicuro che questo al momento è il massimo che posso fare, quindi vi prego, cercate di capirmi e di sopportarmi.

Allora, capitolo interessante, almeno per me e spero anche per voi. Io non ve lo dico più, amo Thomas e quasi quasi scriverei una storia solo con lui protagonista, e mi piace il fatto che sia la voce del cuore di Shade. Il principe è ancora troppo controllato dal suo cervello, il perché poi ve lo dirò non vi preoccupate, e Thomas invece è il cuore di Shade, lui sa cosa sta passando e da bravo amico glielo dice in faccia perché sa che o lo fa lui o non lo fa nessuno. So che la conversazione dei due nello studio non vi passerà inosservata, c’è molto di non detto ma credo che si capisca il giusto, e vi prometto che a tempo debito tutto sarà chiarito, per ora vi posso dire solo quello che ho già fatto dire ai due, ma sono aperte consultazioni e teorie, se vi va fatemele sapere.

Rein e Trudy sono le altre protagoniste del capitolo ovviamente e sono come due pezzi di uno stesso oggetto. Funzionano bene da sole, ma insieme sono una combo micidiale, e non sono amiche, perché non lo sono, almeno non al momento, ma non possono negare di avere un’affinità e di essere una l’aiuto dell’altra. Ovviamente Fanny è al momento, l’incognita non tanto incognita, se non vi piace, mi dispiace, se vi piace, meglio così, la vedremo spesso da ora in poi, sia lei che il bel marito. E la nostra Charlotte temo si sia presa una cotta per quei begli occhi azzurri. Ma dovete immaginarvelo proprio bello, quasi quanto Shade se non qualcosa di più. Nella mia testa è il bello moro dallo sguardo penetrante, perdonatemi ma i mori con gli occhi azzurri sono il mio debole personale, quindi lui è bello punto. Ovviamente che ruolo avrà, lo scoprirete, ma se avete teorie come prima, fatemi sapere, magari mi date un’idea per un qualcosa a cui io non avevo minimamente pensato, quindi fatevi sotto.

Infine, ma non meno importante anzi, grazie per essere ancora qui a leggere la storia. Se vi va, lasciatemi una recensione per farmi sapere cosa ne pensate, come vi sempre, critiche opinioni è sempre tutto bene accetto. Grazie anche solo chi legge e grazie a tutti per dedicarmi ancora un po’ di tempo, ma soprattutto per dedicarlo a questa storia. Grazie veramente di cuore. Io vi auguro un buon tutto e ci vediamo al mese prossimo. Un bacione, la vostra, come sempre,

Juls

  
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