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Autore: Juls18    26/03/2021    3 recensioni
Il richiamo ad un'antica tradizione sconvolge il pianeta di Wonder. La regina del regno della Luna ha deciso, infatti, che a occuparsi dell'istruzione della sua giovane figlia Milky sarà una principessa reale, scelta appositamente per l'occasione, una "Principessa Istitutrice" appositamente scelta da un gruppo di sette saggi. Questa scelta porterà con se lo stravolgimento della vita di due principesse, di due regni, e di due famiglie reali. Chi otterrà il compito, poi, dovrà vivere per tre anni nel regno della Luna, a stretto contatto con la giovane principessa e anche con il principe Shade, erede al trono. Un posto ambito da molte principesse. Ma chi otterrà il compito, sarà preparato alle conseguenze che ciò comporterà? E soprattutto, alla fine dei tre anni, sarà solo la giovane principessa Milky ad avere imparato, o anche la sua istitutrice?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Milky, Nuovo Personaggio, Regina Maria, Rein, Shade
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 14

 

Quando Thomas si era svegliato quella mattina, si era accorto che il mondo doveva avercela con lui. Tutto era tremendamente fastidioso quella mattina, dal sole che illuminava la giornata al semplice rumore di una porta aperta. Si era meravigliato quando, svegliandosi, si era trovato sul divano e non sul suo letto, poi, vaghi frammenti della sera precedente e, soprattutto, delle bottiglie di vino bevute gli erano tornate alla memoria. E con suo profondo orrore, Thomas aveva capito di essere in un pieno dopo sbronza. E la cosa sarebbe pure potuta passare indolore, se non si fosse verificata la situazione peggiore che lui potesse immaginare: qualcuno aveva bussato alla sua porta, qualcuno era entrato in camera sua e, con suo profondo sgomento e terrore, non era qualcuno che poteva mandare via senza problemi.

-Trudy, per favore… possiamo parlare tra una settimana?-

Trudy, sorridendo fin troppo divertita da quella situazione, lo aveva guardato con lo sguardo più maligno si potesse e aveva scosso la testa

-E perdermi così la possibilità di poterti torturare per la tua stupidità? O no mio caro, ho tutta l’intenzione di starmene con te questa mattina e di parlare, parlare e parlare-

Thomas si portò le mani alle tempie e sospirò. Se lo meritava, lo sapeva, ma trovava il tutto troppo perfetto per Trudy e troppo svantaggioso per lui

-Posso almeno cercare di darmi una rinfrescata? Sento il terribile bisogno di buttarmi addosso dell’acqua gelata-

Trudy annuì e Thomas non perse l’occasione. Si avviò verso il suo bagno personale e lasciò la porta aperta. Il conte si avvicinò al catino pieno di acqua e ci si tuffò dentro. Lo shock dell’acqua fredda sul volto gli diede quella sferzata di cui sentiva terribilmente bisogno, accompagnata però subito dopo dalla tremenda sensazione di gelo e dolore. Si tirò fuori e, gocciolando, cercò a tentoni un asciugamano che gli fu prontamente allungato da Trudy

-Ti ho mai detto che un animale è più educato di te?-

-Solo un migliaio di volte-

Trudy ridacchiò e vedendo la totale incapacità di Thomas quella mattina di fare anche solo un lavoro banale come asciugarsi il volto gli strappò l’asciugamano dalle mani e gli si avvicinò

-Ma cosa fai?-

-Ti aiuto, dato che non sei in grado-

Trudy prese ad asciugarli il volto e poi passò ai suoi capelli. Gli strofinò la testa forse più del dovuto, poi si fermò e lo guardò negli occhi

-Ecco, ora almeno sei quasi presentabile…-

Thomas la guardò negli occhi e si trovò a sorriderle forse in modo fin troppo dolce

-Grazie-

Trudy per un attimo si sentì imbarazzata, poi gli tirò uno schiaffo

-Ehi!-

Urlò Thomas, portandosi la mano alla guancia, sconvolto. Trudy incrociò le braccia al petto

-Te lo meriti-

-No! Cosa ho fatto?-

-Cosa hai fatto? Ti sei ubriacato-

-Non è un crimine-

-Hai fatto ubriacare il principe-

-E tu come fai a saperlo?-

-E il conte di Hoteval-

-E tu come lo sai?-

-E ora mi hai lanciato il tuo sguardo da cucciolo scalda cuore per farti perdonare-

-Io non ho fatto… ok forse ci ho provato, ma come fai a sapere degli altri due? Anzi, come facevi a sapere che ieri sera noi tre abbiamo bevuto?-

Trudy alzò gli occhi al cielo e si riavviò verso il salottino e si sedette. Indicò a Thomas il divano davanti a lei e il conte, come un bambino sorpreso a fare qualcosa che non avrebbe dovuto fare, si avvicinò a testa bassa e si sedette.

-Vuoi sapere come faccio a sapere della tua immane stupidità e sconsideratezza?-

-Ehi…-

Trudy lo guardò poi si trovò suo malgrado, a sorridergli

-Perché non riesco a essere arrabbiata con te o almeno a provarci?-

-Il mio indiscutibile fascino, che ti posso dire-

Trudy gli lanciò il cuscino della poltrona che finì dritto sulla faccia di Thomas. Thomas scoppiò a ridere ma non ribatté.

-Veramente, come facevi a saperlo?-

-Diciamo che ieri sera ho visto gli effetti collaterali della vostra serata tra uomini-

Thomas la guardò perplesso

-In che senso?-

-Che tornando ai nostri appartamenti, ieri sera io la principessa e la baronessa di Amoundgnac abbiamo incontrato il principe Shade e il conte di Hoteval. E diciamo che non è stato propriamente l’incontro che mi aspettavo fosse-

Gli occhi di Thomas brillarono di gioia sentendo quelle parole. Shade si era fatto beccare ubriaco da Rein? Doveva sapere assolutamente quello che era successo

-E poi? Che è successo? Ti prego dimmi che Shade si è ricoperto di ridicolo, ti prego, ti prego…-

-Sei sicuro che tra te e il principe ci sia veramente un legame di amicizia?-

Thomas le sorrise

-Ovvio e da buono amico quale sono, devo sapere che si è ricoperto di ridicolo. Per poterglielo rinfacciare a vita. L’amicizia maschile funziona così-

Trudy lo guardò perplessa, ma si trovò a lasciarsi andare ad un sorriso, e Thomas capì che qualcosa era successo, perché anche gli occhi di Trudy avevano sorriso. Thomas si lanciò verso Trudy, le prese le mani tra le sue e si mise letteralmente ai suoi piedi

-Ti prego, mia bellissima e perfetta amica, luce della mia vita, fidata compagna e confidente…-

-Thomas!-

- …farò qualsiasi cosa se mi dirai quello che è successo. Ti prego, ti supplico, è importante che io sappia. Per favore, dimmi cosa è successo!-

-Farai veramente qualsiasi cosa?-

-Te ne concedo una. Potrai chiedermi qualsiasi cosa, una volta sola, ma qualsiasi. E io ubbidirò, senza chiederti spiegazioni o il perchè-

Trudy finse di pensarci, ma poi annuì

-Andata. Allora, noi tre stavamo tornando dalla cena di lady Vivian-

Thomas annuì attento, improvvisamente la sbornia gli era totalmente passata.

-Eravamo sulle scale che stavamo chiacchierando tornando dalla festa, quando abbiamo sentito delle voci provenire dalla scalinata inferiore. E puoi immaginare la nostra sorpresa quando abbiamo visto che si trattavano del principe e del conte. Parlavano di qualcosa di molto importante a giudicare dai toni-

-Oh, interessante. Di cosa parlavano?-

-Della principessa a quanto pare-

-Di Rein?-

Trudy annuì

-E cosa dicevano?-

-Onestamente non ho capito di cosa parlavano ma una volta sorpresi a parlare, il conte ce lo ha detto, anche perché l’unica cosa che avevano capito con certezza era stato il nome della principessa. Quindi Rein ha chiesto spiegazioni e il conte ha ubbidito-

Gli occhi di Thomas brillavano

-Dimmi tutto, voglio sapere fino all’ultima parola-

-A quanto pare stavano discutendo, da ubriachi, sul sorriso della principessa-

Tutto l’entusiasmo di Thomas sembrò sparire dalla sua persona

-Il suo sorriso? Veramente? Tutto qui?-

Trudy annuì

-Come si può da ubriachi parlare di un sorriso? Shade è noioso persino quando è fuori controllo. Sarà l’unico dotato di sbornia controllata… è un caso disperato-

Trudy lo fulminò con lo sguardo, poi si trovò a mormorare

-Onestamente non sembrava quello il discorso-

-Che vuoi dire?-

-Voglio dire che… sembrava stessero discutendo più che parlando di una cosa così-

Thomas si alzò e si sedette sul bracciolo della poltrona.

-Questo è interessante-

-Ma dubito che un uomo ubriaco ci possa avere detto una bugia. Fate già difficoltà quando siete sobri-

-Si in effetti… ehi, ci stai per caso offendendo?-

Trudy annuì

-Diciamo che il genere maschile non brilla per perspicacia il più delle volte-

-Farò finta di niente solo perché siamo amici-

-Fai come vuoi. Però a giudicare anche dalla reazione della baronessa, quello che il conte ha detto non era proprio da lui. Avresti dovuto vedere la scena, non mi sarei mai aspettata che quella tenera e innocente baronessa diventasse così autoritaria, soprattutto con il conte. Lo ha costretto quasi a scusarsi e a inchinarsi e lui ha eseguito senza dire una parola, come un bambino. Lo ha proprio bacchettato di fronte a noi-

Thomas sorrise alla scena, poi si voltò a guardare Trudy

-Ma chi è questa baronessa di cui parli? Amodrac…-

-Amoundgnac, la baronessa Charlotte di Amoundgnac. L’hai conosciuta-

Thomas scosse la testa

-No me lo ricorderei-

-Thomas, credo che il vino ti abbia consumato anche quel poco di cervello che avevi-

-Ti dico che non mi dice niente il nome-

-È la cugina del conte di Hoteval-

-La cugina?-

Trudy annuì

-Thomas, veramente, erano insieme al ballo e alla colazione dell’altra mattina-

Thomas ripercorse nella sua testa i due eventi, e vaghi frammenti della ragazza le tornarono in mente.

-Si ora che ci penso mi ricordo, anche se non è proprio una immagine nitida nella mia testa-

-Strano… sarebbe anche il tuo tipo di donna-

Thomas la guardò meravigliato

-Io non ho un tipo di donna-

-Si che ce l’hai-

-No invece-

-Therese di Villanois-

-Cosa c’entra?-

-È stata la tua prima cotta, te lo ricordi?-

-Non ho bisogno di te per saperlo, certo ma…-

-Castana, piccolina e tenera. Come Giusy di Bertanet e poi Lanette di Vinar o…-

-Va bene va bene, grazie per avere sottolineato quanto io ami le donne con i capelli castani. Ma non capisco cosa stai sottintendendo tu ora-

-Charlotte è carina, un cuccioletto di ragazza ma dopotutto ha appena debuttato e la capisco. Arrossisce per qualsiasi cosa, non è abituata ad essere al centro dell’attenzione e si vede, e ogni tanto si lascia andare alla sua esuberanza, incurante di dove si trova o con chi. E poi è come piace a te, castana occhi grandi e belli… veramente non te la ricordi?-

Thomas scosse la testa

-No, ma a quanto pare devo andare a conoscerla-

Trudy si portò una mano al volto, sconsolata. Adorava Thomas, veramente, gli voleva molto bene, ma certe volte era veramente un idiota. Come poteva non ricordarsi di Charlotte era un mistero per lei.

-Quindi Philip è stato rimproverato dalla cugina. E dopo che è successo?-

-Come scusa?-

-Ieri sera, dopo cosa è successo-

-Ah sì, giusto. Dopo siamo rimasti noi tre, io la principessa e il principe. E ammetto che non avevo mai visto il principe così in imbarazzo-

-Ovvio, ogni volta che Shade non controlla una situazione e non sa cosa fare si imbarazza. È timido il ragazzo lo sai?-

-Timido?-

Thomas annuì.

-Oh sì, è un timidone. Non lo ammetterà mai, con nessuno, ma si imbarazza se non sa cosa fare e il fatto di essere un principe lo aiuta, perché le persone sono costrette ad andare da lui e non deve essere lui a dovere fare sempre la prima mossa. Se no sarebbe un incubo per lui-

Trudy lo guardò meravigliata.

-Di tutte le cose, che fosse timido non lo avrei mai detto…-

-Quindi che ha fatto? Ti prego, dimmi che si è coperto di ridicolo-

-Non direi così ma…-

-Ma?-

Trudy guardò Thomas che sembrava un bambino pronto a scartare un regalo il giorno di natale. Si sentiva l’impazienza di sapere dal tono della voce

-È caduto addosso alla principessa che si è trovata sdraiata per terra, con il principe sopra-

Thomas la guardò a bocca aperta, poi scoppiò a ridere, in modo incontrollato.

-Shade è caduto addosso a Rein? Ti prego dimmi che è successo veramente-

Trudy annuì

-Davanti ai miei occhi-

Thomas rideva così forte che perse l’equilibrio dal bracciolo e finì per terra. Trudy, preoccupata che si fosse fatto male, si avvicinò allarmata

-Stai bene?-

Ma Thomas continuò a ridere, imperterrito. Trudy scosse la testa, ma prima che potesse rendersene conto, le braccia di Thomas l’afferrarono e la trascinarono contro di lui.

-Thomas!-

Ma il conte rideva e la strinse in un abbraccio. Trudy non disse niente, e si lasciò andare contro il suo petto. Era bello stare così con Thomas, senza pretese, senza imbarazzo. Sapeva che Thomas la stava abbracciando per ringraziarla di averle dato un modo per ricattare Shade, probabilmente a vita, e che dietro a quel gesto non c’era niente di diverso se non amicizia, quindi si lasciò cullare da lui, senza allontanarsi o senza rimproverarlo. Quando piano piano la risata di Thomas si andò calmando, Trudy alzò la testa

-Contento?-

-Trudy io ti adoro. Credo che dovrei veramente prendere in considerazione l’idea di sposarti solo per questo sai?-

Trudy ridacchiò poi scosse la testa

-Saremmo tremendi come coppia e lo sai-

-Non essere così catastrofica. Forse una settimana riusciremmo a sopportarci-

-Io direi tre giorni, poi ti ucciderei-                                                                 

Thomas ridacchiò

-Siamo meglio come amici, concordo-

-No non come amici-

Thomas la guardò perplesso

-Siamo migliori amici e compagni d’avventura, ricordi?-

Thomas annuì

-E come potrei non farlo. Il tuo decimo compleanno, quando ci siamo arrampicati sul tetto di casa tua-

-E per poco non siamo morti quando qualcuno mi ha fatto perdere l’equilibrio-

-Io ti stavo solo spingendo in avanti-

-Abbiamo terrorizzato i nostri genitori quella volta-

-Non ci hanno fatto più uscire di casa per tre mesi-

-E abbiamo comunque trovato il modo per rompere sei vasi, due candelabri e il lampadario di tua madre…-

-È vero, ti ricordi che botto che ha fatto quando è caduto? Ci sono stati cristalli sparsi per la sala per anni-

-Io ricordo solo le urla di tua madre… come abbia fatto a non capire che eravamo stati noi rimane ancora un mistero per me-

-Merito delle nostre fughe rocambolesche-

-Già…-

I due si lasciarono andare ai ricordi della loro infanzia. Trudy appoggiò le braccia sul petto di Thomas e si stese sopra. Istintivamente Thomas le prese ad accarezzare i capelli. I due rimasero così fino a quando, improvvisamente, la porta della stanza si aprì e dentro comparve il conte di Hoteval

-Capitano scusate l’intrusione ma temo di… oh-

Trudy si alzò veloce dal petto di Thomas ma rimase ferma per terra. Thomas invece, rimase sdraiato

-Philip che bella sorpresa. Buongiorno! Come va il dopo sbronza?-

Trudy si trovò ad arrossire e a fulminare Thomas con lo sguardo. Vedendo lo sguardo omicida dell’amica la guardò perplessa

-Che c’è?-

-Sei senza speranze….-

Philip li guardò, profondamente imbarazzato

-Vi chiedo scusa, io non sapevo che voi due foste qui e… vi lascio alla vostra… intimità. Parleremo dopo capitano, buon proseguimento-

-Quale intimità, di cosa stai parlando?-

Chiese Thomas che alla fine aveva deciso fosse meglio alzarsi dal pavimento e stava aiutando Trudy ad alzarsi a sua volta. Mentre la contessa si spolverava il vestito per combattere l’imbarazzo, si trovò a dovere spiegare a Thomas quello che probabilmente stava pensando Philip, dopo averli visti in quel modo

-Credo che il conte pensi che tra me e te ci sia una relazione romantica dato il modo in cui ci ha trovati. Ed effettivamente, sarebbe strano che non pensasse differentemente-

Thomas fissò ad occhi spalancati Trudy e si voltò sconvolto verso Philip

-Relazione romantica? Tra chi, me e Trudy?-

Philip, leggermente in imbarazzo, annuì. Thomas, sempre con lo sguardo sconvolto sul volto, si trovò a scuotere la testa

-No no, ma che razza di diavoleria di pensiero è mai. Tra me e Trudy non c’è assolutamente niente di romantico-

Philip li guardava perplessi e poco convinto. Trudy si intromise

-Conte, veramente, tra noi non c’è quel tipo di relazione. Ci conosciamo da troppo tempo per potere avere una relazione del genere-

Thomas annuì. Si avvicinò a Trudy e le mise una mano su un fianco, stringendola contro

-Visto? Non c’è niente di niente tra noi. Ci vogliamo bene, certo, ma non in quel modo-

Philip li guardò perplesso, ma si trovò ad annuire. Trudy, imbarazzata, si staccò da Thomas.

-Certo che se mi abbracci così non miglioriamo la nostra situazione-

-E perché? Che c’è di male?-

Trudy avrebbe voluto strozzarlo in quel momento

-Non puoi abbracciare chiunque tu voglia, non si fa-

-Ma tu sei tu. È diverso, lo sai-

Trudy provò un misto di tenerezza e di odio profondi per il capitano. Alla fine si trovò a sospirare e si voltò verso Philip

-Vi prego, perdonatelo-

Philip la guardò ma le sorrise.

-Contessa, non vi preoccupate. Credo, nonostante tutto, di avere capito ciò che il capitano stava affermando-

-Sul serio?-

Thomas si illuminò e si avvicinò a Philip, mettendogli un braccio attorno alle spalle

-Visto? Non criticarmi sempre Trudy-

Trudy li fissò entrambi perplessa, poi si trovò a scuotere la testa. Thomas invece, si voltò verso Philip

-Philip cosa ti porta qui di buon mattino? Tra tutto quello che è successo, mi sono dimenticato di chiedertelo-

Philip lo guardò, poi con molta educazione, staccò il braccio di Thomas dalla sua spalla.

-Ero venuto a vedere come stavi questa mattina dopo la serata di ieri-

Thomas sorrise all’amico

-Come vedi sto benissimo-

-Già, ho notato-

-E il merito è tutto di Trudy-

-Della contessa?-

Philip si voltò verso Trudy la quale si era limitata a risedersi sulla poltrona e osservava i due.

-Si esatto, di Trudy. Mi ha raccontato cosa è successo ieri sera tra Shade e Rein-

-Cosa è successo tra le altezze reali?-

Thomas, con un sorriso abbagliante, invitò il conte a sedersi sul divano e nel frattempo si avviò alla porta

-Te lo dico appena ritorno. A proposito, hai fatto colazione? Non importa, se anche l’hai fatta rimangerai di nuovo. Tanto siamo uomini, abbiamo bisogno di cibo. Trudy non te lo chiedo nemmeno, tanto so che non sai resistere al cioccolato. Aspettatemi qui, arrivo subito-

Detto questo sparì dalla porta lasciando i due interdetti e allo stesso tempo, ormai abituati all’esuberanza di Thomas.

-Vi chiedo scusa-

Disse Trudy a Philip, mortificata

-Per cosa?-

-Per Thomas. Lui agisce e poi pensa, a volte, ma principalmente agisce e basta e dice tutto quello che gli passa per la testa-

Philip ridacchiò e si appoggiò allo schienale del divano

-Non vi preoccupate contessa. Anzi, è piacevole come cosa-

-Dite? Aspettate di vedere cosa può combinare e poi mi farete sapere. se vi ritroverete fuori alle due di notte a piedi e a dieci leghe da casa vostra, ne riparleremo-

Philip ridacchiò e anche Trudy. Dopo un leggero imbarazzo scese tra i due. Trudy si trovò ad osservare il conte, perplessa. Sentendosi lo sguardo addosso, Philip si voltò verso di lei

-Ho qualcosa che non va?-

Trudy fece segno di no con la testa

-Siete un uomo decisamente particolare, sapete?-

Philip sollevò un sopracciglio

-Ed è un male?-

-No affatto-

-Allora grazie, credo-

Trudy sorrise

-Di voi invece non so ancora cosa pensare-

Trudy lo guardò ma non disse niente, così Philip continuò a parlare

-Non riesco a capire bene alcuni aspetti di voi-

-Non mi conoscete, direi che è normale-

-Non è solo questo. Vi ho visto fare e comportarvi in modo così diverso che non riesco a capire se…-

Philip si fermò. Trudy stava per replicare, quando Thomas rientrò nella stanza, con un carrello pieno di cose da mangiare

-Hai svaligiato la cucina reale per caso?-

Chiese perplessa la donna, vedendo la quantità di cibo

-No, solo il carrello destinato a Shade-

-Thomas!-

Urlò sconvolta Trudy. L’uomo le regalò il suo solito sorriso

-Non ti preoccupare, non l’ho lasciato a morire di fame. Anzi, credo che la colazione che gli ho fatto mandare gli piacerà ancora di più-

-Thomas, cosa hai fatto?-

Thomas sorrise, ma non disse niente. Invece si rivolse ai due

-Chi vuole una buona tazza di caffè? E Philip preparati, perché ciò che sto per rivelarti ti farà morire dal ridere e avremo modo di ricattare quel borioso di Shade per l’eternità-

 

 

Rein quella mattina si sentiva di buon umore. La cena della sera prima era stata piacevole, era stato divertente fare delle semplici chiacchere e ridere e scherzare. Tuttavia, non poteva non pensare alla marchesa di Eldelberry. Quella donna non riusciva bene ad inquadrarla. All’apparenza sembrava l’emblema della gentilezza e della perfezione, ma osservandola Rein aveva notato che sotto il sorriso della marchesa si nascondeva altro e non poteva non dimenticare la reazione della contessa Trudy alla donna. Anche Trudy era un bel mistero per la turchina. Sapeva che le due non erano amiche, se lo erano ricordate fin troppe volte in quei pochi giorni, ma c’era qualcosa che la portava istintivamente a fidarsi del giudizio della contessa, anche se non sapeva bene il perché di questo. Tuttavia, aveva deciso quella mattina di non pensarci più di tanto e di godersi quella mattinata di sole primaverile. Mentre aspettava che si facesse l’ora di scendere per la colazione con la regina, e dato il bel tempo, Rein decise di uscire sul terrazzo della sua stanza. La luce del sole era piacevole e senza riflettere, Rein si sedette sulla balaustra del terrazzo e appoggiò la schiena contro una colonna del balcone. Le gambe erano rannicchiate contro il suo petto, e dopo essersi assicurata che la gonna del vestito la coprisse in modo decoroso, voleva evitare, infatti, di farsi vedere in modo sconveniente dall’intera corte, chiuse gli occhi e si lasciò coccolare da quel caldo sole mattutino. Rimase così fino a quando una voce non la colse di sorpresa

-Attenta a non cadere. L’ultima cosa di cui ho bisogno questa mattina è dovermi occupare di un palazzo in preda al panico-

Rein aprì gli occhi di scatto e vide proprio sotto il suo balcone, Shade.

-Shade?-

Il principe le fece un inchino. I due rimasero a fissarsi per qualche istante.

-Fai una passeggiata o sei in giro in modo ufficiale?-

Shade la guardò perplesso

-Ufficiale?-

Rein alzò gli occhi al cielo

-Meno male che dicono tu sia un uomo intelligente-

-Ehi-

Rein rise

-Intendevo dire se devi fare una visita ufficiale da principe della Luna o è una passeggiata per svago-

-Svago. Avevo bisogno di camminare un po’ questa mattina-

Rein sorrise

-Colpa della serata di ieri?-

Shade scosse la testa e la turchina vide un velo di rossore passare sul volto di Shade. Vedendolo così Rein ridacchiò, poi tornò a parlare con Shade

-Ti va un po’ di compagnia?-

-Solo se è la tua-

Rein si trovò a sorridere.

-Aspettami lì-

Shade incrociò le braccia al petto, e la guardò in modo sornione

-Osi tu dare ordini a me in casa mia?-

-Non è un ordine il mio… solo una raccomandazione-

Shade rise e scosse la testa. Rein si affrettò a scendere dal balcone e rientrò veloce in camera. Si affrettò ad uscire dal suo appartamento e fece la strada il più veloce possibile. Appena uscita dal palazzo, si mise quasi a correre per raggiungere Shade, tanto che quando il principe fu in vista, si trovò ad ansimare per lo sforzo. Shade la guardò preoccupato

-Non c’era bisogno di correre…-

Rein scosse la testa

-Non mi piace fare aspettare le persone-

-Io sarei le persone ora?-

Rein lo guardò male

-Hai capito cosa intendevo-

Shade ridacchiò poi offrì il suo braccio alla turchina

-Allora principessa, le va di passeggiare con me?-

-Considerando che sono stata io a chiedertelo, direi proprio di si-

Rein prese il braccio di Shade e i due si avviarono. Il giardino quella mattina era incredibilmente bello, complice anche il bel sole primaverile che scaldava la giornata. Senza volerlo, i due si trovarono a passeggiare in silenzio, godendosi quella tranquillità.

-Sei mai stata al giardino delle rose?-

Rein si voltò verso Shade, riportata alla realtà dei suoi pensieri dalla voce di Shade

-Come scusa?-

-Il giardino delle rose che si trova qui-

Rein scosse la testa

-Ti va di andarci? Non dista molto da dove siamo adesso-

Rein annuì e Shade si affrettò a prendere il sentiero giusto.

-Certo, non è la stagione adatta per vedere delle rose-

Disse Shade riflettendo un poco. Vedendo lo sguardo serio del principe, Rein ridacchiò. Sentendola ridere, Shade si voltò verso la turchina

-Cosa ho detto di così divertente?-

-Non starai per caso cercando di fare colpo su di me, vero?-

Shade si bloccò e la guardò sconvolto, poi si trovò ad arrossire in modo evidente

-Che cosa? Come puoi pensare… cosa?-

Rein vedendolo non si trattenne e scoppiò di nuovo a ridergli in faccia. Shade la guardò, imbarazzato. Rein si trovò a scusarsi per il suo comportamento

-Perdonami ti prego…-

-Stai ridendo decisamente troppo di me in questi giorni-

Rein lo guardò divertita ma poi s ritrovò ad inchinarsi a lui.

-Chiedo umilmente perdono, vostra altezza, non era mia intenzione burlarmi di voi… almeno non troppo-

Shade si avvicinò a Rein e le prese la mano. Rein lo fissò perplesso, ma da perfetto principe, Shade le fece il baciamano e dopo la guardò negli occhi, molto serio

-Non potrei definirmi un vero principe, se non vi perdonassi. Tuttavia, credo che mi spetti una piccola rivincita nei vostri confronti, altezza-

-Che sfacciato-

Shade le sorrise

-Me lo dovete-

Rein si trovò a fare un finto sospiro, ma alla fine sorrise anche lei

-Direi che ve lo posso concedere, altezza. Ma solo questa volta-

-Vi ringrazio per la vostra magnanimità-

I due si guardarono ancora un po’ negli occhi, poi entrambi scoppiarono a ridere. Stavano ancora ridendo, quando in lontananza risuonò il rintocco di un orologio. Voltandosi meravigliati verso quel suono, i due si fecero seri

-Direi che è suonata l’ora della colazione-

Rein annuì e si voltò a guardare Shade

-Credo mi dovrai fare vedere il giardino un’altra volta-

Shade annuì

-La prossima volta-

Rein guardandolo, si sentì improvvisamente imbarazzata, e distolse veloce lo sguardo. Un leggero rossore le imporporò le guance e la principessa sperò con tutta se stessa che Shade non se ne fosse accorto. Se il principe lo fece o meno non disse niente a Rein, anzi, si limitò solo ad offrire ancora il braccio alla turchina e riprese camminare in direzione del castello. Il silenzio, questa volta, rispetto a quello piacevole di prima, era pieno di imbarazzo. La turchina tenne lo sguardo basso, evitando qualsiasi forma di contatto con Shade.

-Tutto bene?-

Chiese lui ad un tratto. Rein annuì con la testa, incapace di guardarlo. Non sapeva nemmeno lei perché si sentisse così imbarazzata. Dopotutto non era successo niente di eclatante o sconvolgente, stavano solo parlando, e all’improvviso, quella promessa l’aveva imbarazzata. Forse era stato lo sguardo di Shade, così intenso e penetrante a farle battere il cuore più velocemente. Improvvisamente, la voce di Trudy le risuonò in testa “state attenta e cercate di capire cosa vi sta dicendo il vostro cuore. Prima che sia troppo tardi, per voi e per il principe”. Cosa doveva capire dal suo cuore? Ad un tratto si trovò a scuotere forte la testa, come a volere cancellare i brutti pensieri dal cervello. Quando finì si sentì lo sguardo di Shade addosso e si voltò verso di lui. Il principe la guardava perplesso, ma non aveva detto niente. Rein sorrise imbarazzata

-Cacciavo via pensieri strani dalla mia mente-

-Cosa?-

-Tu non lo fai mai?-

Shade la guardò ma non disse niente.

-Non ti capita mai di pensare a cose strane che arrivano nel tuo cervello non si sa per quale motivo o ragione?-

-Si ma…-

-Ecco, quando arrivano io faccio così. Scuoto la testa per farli uscire-

-E funziona?-

Rein ci pensò un attimo poi si trovò ad arrossire

-No…-

Shade la guardò poi le sorrise, divertito

-Sentiamo allora, tu conosci un modo più efficace?-

Shade la guardò e annuì

-Quale?-

-Punisco Thomas-

Rein lo guardò a bocca aperta, sconvolta

-Principe Shade! Ti sembra un comportamento regale questo?-

-Regale non lo so, appagante decisamente-

Rein lo guardò sconvolta per quella rivelazione e Shade vedendola, scoppiò a ridere e trascinò anche la turchina nella sua risata. Ormai i due erano arrivati al castello e sempre ridendo varcarono le porte che conducevano all’interno. Senza preoccuparsi di chi li poteva vedere, i due, continuando a ridere e scherzare, arrivarono alla sala della colazione dove Moon Maria e Milky li stavano già aspettando. Vedendoli così allegri, la regina sorrise ai due

-Siamo in ritardo ragazzi-

-Scusa mamma-

-Chiedo scusa-

Disse Rein. Moon Maria non commentò, si affrettò a fare cenno ad un cameriere di iniziare a portare in tavola l’occorrente per iniziare a mangiare. Una volte che i due si furono accomodati, Shade guardò in giro per la sala, perplesso

-Thomas? Non è qui?-

-Ho saputo che ha preferito fare colazione nel suo alloggio stamattina-

Shade non commentò. Rein lo guardò e i due si scambiarono un’occhiata un po’ complice, come di chi poteva immaginare cosa stesse passando quella mattina il conte nel suo dopo sbronza. Vedendo lo sguardo tra i due, la regina improvvisamente si fece attenta

-Allora… cosa è successo ieri sera? Ho saputo che qualcuno ha fatto festa-

I due si guardarono, ma prima che Rein potesse rispondere, Shade la batté in velocità

-È vero Rein. Come è andata la serata di ieri sera? È stata piacevole? Le feste di lady Vivian sono leggendarie ormai, qui a corte-

Rein lo guardò sconvolta. La turchina aveva capito che Shade non voleva fare sapere a sua madre che tipo di serata avevano passato lui Thomas e Philip la sera prima. Ma, questa volta, non gliela avrebbe lasciata passare liscia

-Oh, è stata molto piacevole. Tanto cibo e chiacchere tra donne. Ma anche tu Shade ieri sera ti sei divertito, non è vero? Quando ci siamo incrociati sulle scale, sembravi molto… allegro-

Shade si maledisse mentalmente, fulminò leggermente Rein con lo sguardo, che lo guardava divertita e si trovò a fissare sua madre che lo guardava, curiosa e con uno sguardo strano. E all’improvviso, Shade si rese conto che sua madre doveva sapere cosa era successo, perché il sorriso di sua madre era tutto tranne che rassicurante. E il principe pensò subito di sapere chi la poteva avere avvisata

-Mamma, cosa ti ha detto Thomas?-

Moon Maria scoppiò a ridere

-A quanto pare Shade dovrò farti preparare una stanza al piano terra quando deciderai di fare un’altra serata così con Thomas-

Rein vide lo sguardo del principe sbiancare e poi farsi rosso. Moon Maria scoppiò a ridere e si voltò a guardare Rein che trattenne a fatica un sorriso. L’unica che non stava capendo niente era la povera Milky che, ignara di tutto quello che era successo tra le scale la notte prima tra Rein e Shade, non capiva di cosa stesse parlando sua madre, o suo fratello o Rein.

-Si può sapere di cosa state parlando? È maleducazione escludere una persona dalla conversazione, sapete?-

Rein guardò la giovane principessa intenerita. Ma fu Shade a rispondere per tutti

-Non è niente di importante. Ti basti sapere che questa volta Thomas lo uccido veramente-

Dalla sala della colazione tutto quello che si sentì fu la risata incondizionata della regina seguita da quella di Rein.

 

 

 

Thomas stava guardando implorante Shade

-Andiamo Shade-

Il principe finse di non sentirlo e continuò nel suo lavoro.

-Per quanto intendi andare avanti così?-

Shade non distolse lo sguardo dai suoi fogli. Thomas sospirò ancora, questa volta volutamente facendosi sentire, ma ancora niente

-Andiamo… cosa posso avere fatto di così male da meritarmi questo? Tanto lo avrebbe saputo lo stesso e…-

-Hai scritto una lettera a mia madre dicendo che sono caduto addosso a Rein, mentre ero ubriaco-

Thomas ridacchiò ancora al pensiero ma vedendo lo sguardo torvo del principe si ricompose subito

-Dai, ammetti che è divertente-

-Non è affatto divertente. È stato imbarazzante-

-E io non c’ero a godermi la scena-

Thomas schivò a malapena il portapenne di ottone che Shade gli aveva lanciato. Il povero oggetto andò a sbattere contro la parete e rimase poi abbandonato per terra

-Molto maturo come atteggiamento, principe-

-Da che pulpito-

-Ehi, come capitano delle guardie reali è mio compito informare la regina di ciò che accade nel suo castello-

-Ora citi i tuoi compiti? Seriamente? Pensi di cavartela così?-

-L’importante nella vita è provarci-

Shade per una frazione di secondo si lasciò andare ad un sorriso e la cosa non sfuggì al capitano

-Ah, hai sorriso, vuol dire che sai che ho ragione. Hai perso-

-Da quando in qua questa è una gara? E cosa vuol dire che hai ragione? Tu non hai mai ragione, ricordatelo bene, capitano-

-Oh, caro il mio principe, io ho sempre ragione solo che tu, da mente inferiore quale sei, non lo vedi-

-Mente inferiore? Io? Devo averti colpito seriamente al cervello durante l’allenamento di ieri. Certo, se tu avessi mai avuto un cervello-

Thomas scoccò un’occhiataccia a Shade ma non rispose. Anche lui sapeva fino a che punto poteva tirare la corda con Shade e aveva capito che quello era il limite. Così rimase in silenzio e il principe tornò al suo lavoro. Passarono così, in silenzio, una mezz’ora, prima che Shade si voltasse verso di lui

-Ma come hai fatto a saperlo?-

-Trudy-

-La contessa? Te lo ha detto lei?-

Thomas annuì

-Prima che tu la faccia cacciare da palazzo per oltraggio alla famiglia reale, sappi che non era venuta per quello. Da brava amica era passata a trovarmi per prendermi in giro e per vedere se stavo bene. Ma dato che ci conosciamo piuttosto bene, so quando mi nasconde qualcosa e so convincerla a dirmi cosa nasconde, almeno il più delle volte. Non voleva dirmi cosa era successo, l’ho costretta-

Shade non disse niente, ma si limitò a sospirare

-Ho veramente perso l’equilibrio ieri sera-

-Non ho mai pensato che tu l’abbia fatto apposta-

Disse Thomas perplesso. Poi il capitano fissò allibito Shade

-Aspetta, vuoi dirmi che lo avresti fatto intenzionalmente se no?-

-Sei scemo?-

Disse Shade, anche se un lieve rossore gli imporporò le guance. Thomas lo guardò allibito, poi si trovò a prendere una sedia della scrivania e la posizionò di fianco a quella di Shade.

-Aspetta aspetta aspetta. Dobbiamo parlare di questa cosa-

-Non c’è nessuna cosa di cui parlare e rimetti subito quella sedia dove era-

-No, assolutamente no. Ora amico io e te parliamo seriamente, da uomo a uomo. Cosa è successo, realmente, ieri sera? Perché ho come la sensazione di avere perso un passaggio-

Shade alzò gli occhi al cielo, ma poi si trovò a parlare. Thomas lo esasperava, era un idiota e un burlone, ma era anche, e soprattutto, un bravo amico e l’unico a cui avrebbe veramente potuto raccontare cosa fosse successo, senza segreti

-Prima di incontrare Rein, io e Philip stavamo parlando-

-Si, sul sorriso di Rein giusto? È quello che mi ha detto Trudy-

Shade scosse la testa

-Non è proprio andata così. Diciamo che forse Philip mi ha detto che potrebbe essere intenzionato seriamente a corteggiare Rein-

Thomas lo guardò allibito

-Ha detto cosa?-

-Hai sentito bene. Le piace e potrei avere detto che Rein non è il tipo di donna che guarda allo status o al titolo di una persona ma più al suo valore come uomo-

Thomas scosse la testa, allibito

-Andiamo Shade, ieri sera abbiamo bevuto decisamente troppo e lo sai che quando non si è in se si dicono cose che non si pensano-

-O si dice veramente ciò che si pensa-

Thomas rimase un attimo in silenzio, poi suo malgrado, si trovò ad annuire

-Hai ragiona ma, andiamo. Philip avere reali intenzioni con Rein? Non si conoscono nemmeno-

-Ma ora si conosceranno, dato che Philip si trasferirà qui in modo permanente, per mano mia-

-Vero, ma non vuol dire niente, andiamo, sono sicuro che era solo una chiacchiera da ubriaco, non conta realmente-

-Non è questo il punto Thomas. Potrebbero essere solo chiacchere da ubriachi è vero ma…-

-Ma cosa?-

-E se succedesse davvero? Se arrivasse qualcuno e…-

Shade non finì la frase, così la finì per lui Thomas

-Iniziasse a corteggiare seriamente Rein e lei ricambiasse?-

Shade non fece niente, non un muscolo del suo corpo si mosse. Tuttavia i suoi occhi parlarono chiaro e tondo all’amico. Shade era spaventato

-Provi qualcosa per lei-

Non era una domanda o una provocazione. Thomas aveva fatto una semplice affermazione e Shade questa volta si trovò ad annuire

-Credo di si-

Thomas lo guardò sconvolto. Shade aveva veramente ammesso di avere un qualche tipo di sentimento per la turchina?

-Stamattina ho fatto una cosa stupida Thomas. Sono andato da lei-

-Hai fatto cosa?-

-Mi sono svegliato presto, avevo la testa pesante e ho deciso di fare una passeggiata. E io sono andato verso il suo appartamento, senza rendermene conto, prima di capire cosa stavo facendo lei era là, davanti a me. Era seduta sulla balaustra del terrazzo, ad occhi chiusi, inondata dalla luce del sole. Sembrava una apparizione Thomas, era… bellissima-

Shade si prese la testa tra le mani.

-Cosa devo fare Thomas?-

Il capitano mise una mano sulla spalla di Shade

-Devi capire questo sentimento cosa sia. Sia per te che per lei. Devi capire se è solo una infatuazione, se la pensi così tanto solo perché sei preoccupato per lei come amico o se è qualcosa di più-

-È passata solo una settimana da quando è qui e io…-

-Non c’è niente di male Shade-

-È una mia amica-

-Non è mica successo niente di male alla fine. Non è che le sei saltato addosso o altro, non hai mica attentato alla sua virtù-

-Thomas ieri sera io… avrei voluto…-

Shade si alzò dalla sedia e si andò a posizionare di fronte alla finestra. Thomas non lo seguì, rimase seduto sulla sedia, ma si voltò a guardarlo

-Avresti voluto cosa?-

-Baciarla-

Thomas si trovò a scuotere la testa. Shade si era proprio infilato in una bella situazione

-Ma non lo hai fatto, giusto?-

-Non avrei mai potuto farlo e poi c’era Trudy, la guardia e…-

-Vuoi dirmi che se foste stati da soli lo avresti fatto?-

Shade si voltò a guardare Thomas

-Non lo so! Forse, non saprei. E ora non so cosa fare. Che cosa dovrei fare?-

Thomas scosse di nuovo la testa

-Sono l’ultimo a cui dovresti chiedere consigli in fatto di amore, e lo sai. Non ci capisco niente, come te-

-Molto di aiuto-

-Sono onesto. Senti, Rein è una donna fantastica, simpatica, gentile e bella. Su questo non si discute. Quindi non ci sarebbe niente di male se tu provassi a conquistarla-

-Cosa dovrei fare?-

Chiese quasi sconvolto Shade

-Non dirmi che il tuo piano geniale è quello di lasciare le cose come stanno senza fare niente, giusto?-

Shade scosse la testa

-No, ma sarebbe la soluzione migliore. Dovrei lasciare passare tutto e fare finta di niente-

-Vive sotto il tuo stesso tetto, Shade-

-Potrei evitare le occasioni di incontrarla e…-

-Vive e mangia sotto il tuo stesso tetto, Shade-

-Lo so Thomas, sto solo cercando una soluzione e…-

-Hai paura-

Shade fissò Thomas, senza dire niente.

-Rein non è lei-

Disse Thomas, serio

-Lo so-

-È questo solo quello che ti frena?-

-No-

-E cosa allora?-

-Il fatto che è mia ospite, che è qui per pensare all’istruzione di mia sorella, che ci conosciamo da quando siamo bambini e il fatto che probabilmente ogni persona si metterebbe contro questa cosa e…-

-Chi lo farebbe? Tua madre che adora Rein? Tua sorella? Il regno? Andiamo queste sono solo scuse e lo sai-

-C’è molto più in ballo di quello che pensi, Thomas-

-No invece, anzi, sarebbe una cosa estremamente vantaggiosa. Pensaci, unire due regni, un matrimonio tra reali, chi oserebbe opporsi?-

Shade scosse la testa. Era veramente abbattuto e in conflitto.

-Senti al momento c’è solo una cosa a cui pensare, seriamente-

-E quale sarebbe?-

Chiese Shade perplesso e affranto

-Se tu piaci a lei. Mi sembra la cosa più importante al momento-

Shade lo guardò esterrefatto. Thomas guardandolo si mise a ridere

-Andiamo, devi avere pensato a questa possibilità-

-No, perché io non farò niente. La eviterò il più possibile e una volta che tutta la situazione si sarà calmata un po’, con mente fredda e razionale, vedrai che mi renderò conto che la mia è solo…-

-Stupidità reale ecco cosa, con il rischio che qualcuno, nel frattempo, abbia già fatto una mossa e te la porti via da sotto il naso, a casa tua-

Shade non rispose. Sapeva che da un lato Thomas aveva ragione, ma non voleva ammetterlo

-Tu la fai troppo semplice-

-Perché è semplice, Shade. A te piace lei, a lei piaci tu, il gioco è fatto-

-Io non le piaccio-

-Glielo hai chiesto, per caso?-

-Ovvio che no!-

-Allora non lo puoi sapere-

-Ti dico che è così-

-Quanto sei testardo-

-E tu non vuoi proprio capire-

-Va bene, hai ragione tu come sempre, cocciuto di un principe, ma se veramente poi la perderai, non venire a piangere da me dopo-

I due rimasero in silenzio ed evitarono di guardarsi. Entrambi sapevano che sia l’uno che l’altro aveva ragione, Thomas capiva la titubanza di Shade di mettere a rischio praticamente tutto il rapporto con Rein per un sentimento che non sapeva nemmeno lui cosa fosse, dall’altra Shade capiva il consiglio di Thomas nel provarci e non perdere una occasione. Alla fine Shade sospirò e si voltò verso Thomas

-Ci proverò, ma lo farò a modo mio, con i miei tempi e i miei modi-

Thomas lo guardò perplesso ma si trovò ad annuire

-Direi che si può fare. E io prometto che non creerò danni. O almeno ci proverò-

Shade sorrise a Thomas e lo ringraziò con il capo.

-Ti sei proprio cacciato in un bella situazione, principe-

-Peggiore della volta scorsa-

Thomas annuì

-Già, chi lo avrebbe mai detto-

Shade sorrise, mai il sorriso non raggiunse mai gli occhi. Era vero, aveva paura, molta paura. Paura di fare qualcosa di cui poi si sarebbe potuto pentire, paura di rimanere deluso, paura di essere ferito, di nuovo, forse più profondamente della volta scorsa.

-Sai, mi è sempre piaciuta Rein in un certo senso-

-Cosa?-

Shade annuì.

-La prima volta che l’ho vista, si era cacciata nei guai, come sempre. Aveva dieci anni più o meno e aveva già un bel caratterino. Non si fidava di me, ma non potevo darle torto, ma era anche leggermente antipatica se devo essere sincero. Sembrava una piccola so tutto io che preferiva farsi male piuttosto che accettare il mio aiuto. Eppure, non so per quale motivo, mi trovavo sempre a proteggerla, riusciva sempre ad attrarmi. Se era in pericolo o poteva esserlo, io correvo in suo aiuto, senza pensarci-

-Non mi dirai che hai una cotta per lei da quando sei un bambino, vero?-

-Ovvio che no. Ti sto solo dicendo che c’è sempre stato qualcosa in lei che mi ha sempre colpito, ecco tutto-

Thomas lo guardò e si trovò a scuotere la testa

-Cioè hai una cotta per lei da sempre. Un po’ patetico se mi posso permettere-

Shade diede un pugno a Thomas sul braccio prima ancora che il capitano se ne potesse accorgere.

-Ehi, mi fai male, lo sai?-

Disse Thomas, massaggiandosi il braccio dolorante.

-Te lo sei meritato-

-No invece, questa è violenza gratuita-

Shade roterò gli occhi in segno di impazienza, ma non replicò. Alla fine Thomas si trovò a sospirare e a guardare sconsolato il suo principe, nonché amico

-Va bene te lo prometto, non farò più commenti sarcastici o altro su tutta questa situazione. Almeno, cercherò di contenermi e di fare il buon amico, in tua presenza-

-Sul serio?-

Thomas annuì

-Lo giuro, ci proverò. E qualsiasi cosa succeda, sappi che potrai contare sul mio appoggio-

Shade guardò Thomas e annuì

-Grazie-

I due si guardarono un po’ in silenzio e un leggero imbarazzo calò su di loro.

-Possiamo smettere di guardarci in modo così discutibile e andare avanti come se niente fosse?-

Shade annuì

-Una buona idea uscita dal tuo cervello, finalmente. Comunque si-

Thomas si alzò dalla sedia e fece per tornare al suo posto ma fu fermato dalla voce di Shade

-Thomas, la sedia-

-Cosa la sedia?-

-Rimettila a posto-

-Non sono mica un tuo cameriere-

-Ma l’hai spostata tu-

-Per darti una mano, amico-

-Thomas, rimetti a posto la sedia-

Thomas sbuffò ma fece come gli era stato detto.

-Soddisfatto?-

Shade annuì e tornò al suo lavoro, tuttavia un piccolo sorriso comparve sul volto del principe, e la cosa non sfuggi a Thomas

-Perché hai sorriso?-

-Niente di importante, constatavo solo che alla fine esegui sempre i miei ordini. È bello essere in cima alla catena di comando-

Thomas lo guardò allibito.

-Vorrei ricordarti, caro il mio principe, che in cima alla catena di comando c’è la regina, non tu-

-Ma io sono subito dopo-

-Si, ma ricordati che gli incidenti possono sempre capitare e dopotutto se tu non ci fossi ci sarebbe sempre tua sorella-

Shade lo guardò meravigliato

-Mi hai appena minacciato?-

Thomas assunse l’espressione più sorpresa che riuscì a fare

-Chi io? No mai-

-Thomas-

Thomas sorrise

-Si, sì, lo so, prima o poi mi ucciderai, lo abbiamo capito. Ora torna al tuo lavoro, principe e smettila di tormentarmi-

Shade scosse la testa, ma tornò al suo lavoro. Thomas, riprendendo il suo posto dietro di lui, si trovò a sorridere al suo amico. Shade era certamente un gran rompiscatole, borioso e presuntuoso di un principe, ma era il suo migliore amico. E Thomas sapeva che qualsiasi cosa fosse successa, lui lo avrebbe aiutato al massimo delle sue forze. E senza volerlo, il capitano si trovò a fare una preghiera alla luna e a sperare che il suo amico si rendesse conto effettivamente di quello che provava e che Rein potesse ricambiare il suo sentimento. E che il tutto si rivelasse una storia a lieto fine, perché se c’era qualcuno che si meritava un lieto fine, quelli erano, senza ombra di dubbio, Shade e Rein.

 

 

 

Milky guardava impaziente l’orologio. Mancavano cinque minuti al suono della fine di quella tortura che era la lezione di matematica, e dopo quei cinque minuti ci sarebbe stata la sua libertà e la possibilità di andare a pranzare. La rosa guardò dalla parte di Rein, ma la turchina era intenta a leggere un libro e a prendere degli appunti in un foglio lì di fianco. Probabilmente la turchina stava pensando alla loro prossima lezione e Milky si trovò a sospirare, delusa. Adorava stare con Rein, aveva un buon feeling con la principessa, però proprio lo studio non faceva per lei. Infatti, nonostante i suoi sforzi, la rosa non capiva come studiare matematica o storia o qualsiasi altra materia la potesse aiutare a diventare una principessa migliore. Milky sospirò e senza volerlo, catturò l’attenzione di Rein

-C’è qualche cosa che non va? L’esercizio è troppo difficile?-

Milky scosse la testa

-No, anzi, ho finito-

-Bene allora. Passami il foglio che lo correggo-

Milky allungò il foglio e Rein prese a controllare. Rein alzò lo sguardo meravigliato su Milky e la rosa era già pronta

-Lo sai che non sono capace in matematica-

Rein invece si trovò a sorridere

-Ti sbagli. È tutto giusto, neanche un errore-

-Che cosa?-

Rein annuì. Milky si alzò dalla sedia e si avvicinò a Rein sconvolta

-Non ho fatto neanche un errore?-

-Neanche uno-

La rosa lanciò un grido di gioia e si buttò tra le braccia di Rein

-Ho sconfitto la matematica Rein-

La turchina ridacchiò

-Sconfitto non è la parola che userei io ma, diciamo che hai imparato qualcosa-

-Devo andare a dirlo a mia mamma-

Milky si avviò verso la porta della biblioteca privata di Rein, la stanza dove facevano lezione, decisa a correre da sua madre per darle la bella notizia

-Milky aspetta-

Tentò invano la turchina, cercando di fermarla, ma la rosa era decisa a correre da sua madre e non badò alla voce di Rein. Milky iniziò a correre, incurante di etichetta e regole e si avviò veloce per la stanza di Rein e poi per il corridoio. Non badò a chi poteva incrociare nel suo passaggio, aveva un solo obbiettivo: arrivare da sua madre il prima possibile. All’improvviso, però, dalla sua sinistra, comparve una donna che si trovava proprio sulla sua traiettoria. Fu un secondo e prima che qualcuna delle due potesse fare qualcosa, Milky si trovò addosso alla donna e le due, a causa dell’impatto, finirono per terra, sommerse dalle stoffe dei loro abiti

-Milky-

La voce preoccupata di Rein arrivò loro. La rosa, perplessa, si trovò a sollevarsi e a fissare chi aveva travolto

-Mi dispiace-

Un paio di occhia divertite la guardarono.

-Milky stai bene, ti sei fatta male?-

Rein arrivò vicino e si mise in ginocchio per essere alla stessa altezza di Milky e vedere se stava bene

-Sto bene-

Disse la rosa che nel frattempo si era spostata da sopra la donna che aveva investito e si era seduta per terra, triste. La rosa sapeva di avere fatto qualcosa di tremendo. Era una principessa e stava correndo per i corridoi del palazzo, cosa che sua mamma le aveva ordinato mille volte di non fare, e aveva pure travolto una persona. Si sentiva mortificata.

-Mi dispiace-

Disse ancora, veramente dispiaciuta. Rein la prese per le spalle e la obbligò a guardarla negli occhi

-Se ti devi scusare, almeno fallo guardando la persona negli occhi-

Milky sospirò, poi si voltò verso la povera malcapitata. Tuttavia si trovò a fissare ancora gli stessi occhi divertiti.

-Io, mi dispiace, non volevo è che non vi ho proprio vista e… mi dispiace di avervi travolta-

La donna le sorrise

-Non vi preoccupate, altezza. Grazie per le vostre scuse e vi prometto che la prossima volta cercherò di evitarvi-

Milky sentì le sue guance imporporarsi per l’imbarazzo. Poi però tornò a fissare la donna e si accorse che un bel sorriso era spuntato sul suo volto e che non c’era nessuna derisione nei suoi confronti. La donna si voltò verso Rein e le fece un inchino

-Buongiorno principessa-

-Buongiorno baronessa-

-Voi due vi conoscete?-

Chiese Milky. Rein annuì

-Si, direi proprio di si, giusto baronessa-

La donna annuì

-Milky, lei è la baronessa Charlotte di Amoundgnac-

Charlotte si inchinò a Milky. La rosa si alzò in piedi e si trovò anche lei ad inchinarsi

-Onorata di fare la vostra conoscenza, principessa-

Milky guardò la donna. Istintivamente Charlotte le piacque. La baronessa aveva un sorriso coinvolgente e Milky si trovò a sorridere a sua volta

-Mi dispiace veramente tanto per quello che è successo, baronessa. Non l’ho fatto apposta-

-Non potrei mai pensare una cosa simile, altezza. E poi, dopotutto, sono io quella che è spuntata all’improvviso dal corridoio. Diciamo che è una colpa a metà, va bene principessa?-

Milky annuì contenta. Si, aveva avuto ragione, Charlotte le piaceva.

-Tuttavia spero che questo ti serva da lezione. Non si corre per il castello-

Milky guardò Rein che la stava guardando proprio come sua madre la guardava quando combinava qualcosa che non doveva. Milky si trovò ad abbassare di nuovo lo sguardo, colpevole

-Si, non lo farò più-

-Bene-

Milky continuò ad osservare il pavimento ancora per qualche secondo, prima di alzare lo sguardo. Tuttavia Rein non la stava fissando anzi stava guardando Charlotte.

-Baronessa cosa vi porta qui in questo momento?-

Charlotte si illuminò

-Oh è vero, forse voi ancora non lo avete saputo. Mi fermo a palazzo, altezza, per un tempo indefinito-

-Indefinito?-

Chiese meravigliata Rein. Charlotte annuì

-Si, lo so, sembra ancora impossibile persino a me. Ma è proprio così, mi fermo. Cioè dovrò assentarmi per qualche tempo dal palazzo per organizzare alcune cose a casa ma, poi sarò qui, a corte. E non solo, alloggerò a palazzo, ci pensate? È un sogno che si avvera e sono così contenta di poterlo fare-

-È una bellissima notizia. Tuttavia come fate a fermarvi? Cioè avete avuto un ruolo a corte o…-

Charlotte scosse la testa

-No, non io altezza, ma mio cugino. È stato nominato ministro del tesoro dal principe-

-Shade ha fatto cosa?-

Chiese perplessa Milky, interrompendo le due e inserendosi nel discorso. Non le piaceva quando qualcuno la tagliava fuori, con le chiacchiere da adulti. Charlotte si voltò verso di lei

-A quanto pare il vecchio ministro ha deciso di ritirarsi e vostro fratello ha deciso di affidare il ruolo a mio cugino, il conte Philip di Hoteval. Tuttavia, come condizione mio cugino ha chiesto al principe se potevo fermarmi pure io a palazzo e vostro fratello ha acconsentito. Quindi mi trasferirò qui-

Charlotte era veramente radiosa e contenta.

-È una bellissima notizia, baronessa. Sono veramente contenta che voi vi fermiate qui a palazzo-

Charlotte si inchinò a Rein

-Grazie principessa. Sapere di avere la possibilità di continuare a frequentarvi mi rende molto felice. Ovviamente se lo desiderate, cioè, quello che intendevo è che, so di essere solo una baronessa e di avere appena fatto il mio debutto in società, solo che ecco, io speravo... Insomma quello che volevo dire è che, se vorrete, sarà un onore per me passare del tempo con voi, se lo vorrete e desidererete ovviamente. Naturalmente se così non fosse starò lontana da voi, non mi imporrei mai e…-

Rein si trovò a ridacchiare alle parole della baronessa

-Baronessa, sarà un onore passare del tempo insieme. Non vedo l’ora-

Milky vide Charlotte illuminarsi alle parole di Rein e si trovò a pensare che anche a lei, un giorno, sarebbe piaciuto fare quell’effetto alle persone. Milky guardò Rein e si trovò a pensare che Rein era veramente una perfetta principessa e lei voleva diventare esattamente come lei. Ad un tratto, dal fondo del corridoio, Milky vide spuntare Dreamy, la cameriera personale di Rein.

-Altezza siete qui-

Dreamy si incamminò veloce verso il trio.

-Dreamy? È successo qualcosa?-

-La regina vi sta aspettando. Dato che sia voi che la principessa Milky siete in ritardo per il pranzo, mi ha mandando a cercarvi-

Rein sbiancò a quelle parole e si voltò a guardare Milky

-Il pranzo! Milky dobbiamo andare. Baronessa, scusateci, ma dobbiamo proprio andare-

Charlotte si trovò ad inchinarsi. Rein afferrò per la mano Milky e prese a correre, trascinandosi dietro la piccola. Milky la guardò esterrefatta

-Mi hai appena detto di non correre e ora lo fai tu?-

-Nuova lezione, ogni tanto si può. Soprattutto quando sei in ritardo e una regina ti aspetta-

Milky la guardò perplessa, poi però si trovò a ridere. Rein era veramente la principessa perfetta, almeno per lei.

-Rein, ti voglio bene-

 

 

 

Era difficile affermare quale fosse il momento più tranquillo della giornata nella vita di un palazzo reale. Dalla mattina alla sera, infatti, c’era sempre qualcosa da fare, qualche persona da incontrare o qualche evento a cui partecipare. Tuttavia, non sempre si aveva delle ore occupate con qualcosa da fare, e spesso quel momento erano le ore dopo il pranzo. Sembrava come se il palazzo cadesse in una specie di letargo e che nessuno facesse niente. Rein adorava quel momento di placido letargo, in cui si abbandonava sul letto e si lasciava andare ad una piacevole siesta. Certo non poteva permettersi del tutto di non pensare a niente, ma per qualche minuto era piacevole solo sentire la morbidezza del materasso sotto di lei e la piacevole sensazione di galleggiare nel morbido. Si era appena abbandonata a quella piacevole sensazione, quando qualcuno bussò alla porta.

-Dreamy, fa che sia una questione di vita o di morte-

La cameriera entrò piano nella stanza

-Vi chiedo scusa, principessa, ma il conte di Hoteval è qui e desidera vedervi-

-Il conte di Hoteval?-

Chiese perplessa Rein. La cameriera annuì e la turchina si trovò subito in piedi, intenta a lisciarsi il vestito da delle pieghe invisibili.

-Sono in ordine?-

Chiese preoccupata a Dreamy. La cameriera annuì con la testa e solo a quel punto lei uscì dalla stanza. Philip era in piedi nel mezzo del salotto di Rein che si guardava attorno. Non appena la vide, l’uomo si inchinò

-Conte, cosa vi porta qui nella mia stanza a quest’ora?-

Philip per un attimo fu attraversato da un velo di rossore, ma subito tornò alla normalità

-Questioni burocratiche, temo, principessa-

Rein sgranò gli occhi preoccupata

-Questioni burocratiche? E dovete parlarne con me? Ne siete sicuro?-

Philip annuì convinto. Rein lo guardò perplesso

-Allora forse conviene sedersi. Preferite il divano o…-

-Il tavolo andrà benissimo, dato che vi dovrò chiedere di firmare dei documenti-

-Documenti?-

Solo allora Rein si rese conto che Philip aveva con se una cartella, probabilmente contenete i documenti a cui aveva accennato il conte. Rein gli indicò il tavolo e il conte si sedette. Lei fece altrettanto, tuttavia la situazione era terribilmente surreale. Forse si era addormentata e stava sognando tutto quanto. Poteva essere, in effetti. Tuttavia, l’aria ufficiale di Philip la riportò alla realtà

-Conte, io però non capisco che cosa stiamo facendo e…-

-Forse non ne siete a conoscenza, principessa, ma sono stato nominato ministro delle finanze e del tesoro del regno-

-Si, l’ho saputo da vostra cugina questa mattina. Congratulazioni a proposito-

Philip la ringraziò facendo un piccolo cenno con il capo

-Bene, dato che lo sapete, posso passare subito alla questione. So che al momento non avete una rendita assegnata, è corretto giusto?-

Rein si trovò ad arrossire leggermente.

-Si, è esatto-

Vedendo il suo imbarazzo, Philip si bloccò un attimo

-Perdonatemi principessa, so che non è un argomento piacevole, tuttavia, sono qui proprio per risolvere questo problema-

Rein lo fissò meravigliata

-Come?-

-Sono qui per parlarvi della vostra rendita e per disporla il prima possibile-

-Ma Shade aveva detto che dal prossimo mese avrei avuto modo, non prima e…-

Philip le sorrise

-Non saprei altezza, so solo che dopo avere accettato il posto, il principe mi ha dato un compito e io lo sto eseguendo. Mi è stato chiesto come primo lavoro di trovarvi una rendita mensile dal tesoro e sono lieto di dirle che sono riuscito nell’intento in modo anche egregio, mi permetto di dire-

Rein si trovò a sorridere involontariamente

-Volete dire che già da questo mese potrò disporre di una cifra tutta mia?-

Philip annuì.

-Esatto. Certo, ci sono alcune questioni burocratiche prima di cui dobbiamo parlare ma la sostanza è proprio quella-

Philip tirò fuori una serie di fogli e li porse alla principessa

-Ecco altezza, la somma stabilita è questa. So che non sarà quella a cui siete stata abituata, ma almeno per alcuni mesi vi chiedo di accontentarvi. Purtroppo ci sono spese a cui dobbiamo fare fronte, ma in breve tempo prevedo di potere aumentare la rendita fino a questa cifra che ho segnato qui, almeno fino alla fine dell’anno. Dall’anno prossimo invece, prevedo senza problemi di passare a quest’altra cifra mensile-

Rein guardò il foglio e la cifra finale scioccata.

-Siete sicuro che la cifra sia esatta?-

Philip annuì

-Si, lo so, non è molto ma…-

-È tantissimo invece! Mi basta, anzi, è anche troppo-

Philip granò gli occhi perplesso.

-Troppo? Ne siete sicura? Dopotutto siete una principessa e immagino le spese e il resto e…-

Rein scosse la testa

-No no no, è perfetta. Mi va bene così-

Philip si trovò ad annuire, poco convinto, ma assecondando la turchina

-Perfetto allora, direi che questo è il quanto. Vi chiedo, a questo punto, solo una firma per il tesoro-

-A cosa vi dovrebbe servire la mia firma?-

-Per quando firmerete le cambiali o manderete qualcuno a chiedere la cifra che desiderate, altezza. È una nostra garanzia-

-Non ho mai sentito fare una cosa del genere-

-E questo spiega perché molti regni si trovano spesso con più uscite che entrate-

Rein lo guardò perplessa

-Volete dire che qualcuno a volte se ne approfitta?-

Philip annuì

-Molto più di quello che si pensa. Sono molte le persone che hanno diritto ad accedere alle casse dello stato. E sono molti coloro che possono approfittarne, perciò ho suggerito al principe di effettuare questa piccola operazione. Un archivio di firme da potere comparare quando qualcosa sembra… sospetto-

Rein lo fissò ammirata

-È una soluzione geniale-

Philip fece un cenno con il capo

-Grazie principessa, ma è solo semplice buonsenso-

-Direi che dato che nessuno prima di voi ci aveva pensato, è un ottima soluzione e un’ottima dimostrazione di ingegno-

Philip la fissò meravigliato. Si trovò ad arrossire e abbassò lo sguardo

-Vi ringrazio altezza. Siete fin troppo gentile con me-

Rein gli sorrise, poi senza esitare, firmò il foglio che Philip gli aveva dato

-Devo fare altro?-

Il conte scosse la testa

-Direi che è tutto, principessa-

Philip riordinò le sue cose e poi si alzò dalla sedia. Rein fece altrettanto.

-Allora conte, vi fermate a palazzo con vostra cugina ho saputo-

Philip annuì

-Esatto principessa. Non avrei potuto fare il lavoro lontano dal palazzo e non potevo permettermi di lasciare mia cugina sola. Quindi ci trasferiamo qui-

-Charlotte era molto contenta della prospettiva, voi lo sembrate meno-

Philip la guardò negli occhi e si lasciò andare ad un piccolo sospiro

-Non amo molto la vita di società, lo ammetto, ma era una offerta che non potevo rifiutare. È una occasione, sia per me che per mia cugina, dovevo coglierla-

Rein si trovò ad annuire

-Mi trovate d’accordo. E poi, non ci conosciamo ancora bene, lo ammetto, ma sono felice di sapervi qui e di avere modo di approfondire questa conoscenza. Mi fa veramente piacere-

Philip si sorprese talmente tanto per le parole di Rein, che si trovò ad arrossire e ad abbassare lo sguardo

-Principessa, vi ringrazio per la considerazione che avete di me-

Rein gli sorrise

-Ovviamente so perfettamente che sarete molto impegnato da ora in poi, quindi non temete, non diventerò una disturbatrice assidua del vostro lavoro-

-Voi principessa non disturberete mai e per voi il tempo lo troverò sempre-

Philip disse la frase con così tanta convinzione, che Rein, sostenendo il suo sguardo, si sentì improvvisamente imbarazzata e incapace di parlare. Distolse lo sguardo da Philip e iniziò a passeggiare avanti e indietro. Il conte la guardò perplessa, ma non commentò. Forse si era reso conto di avere detto più del dovuto, ma essendo un uomo onesto, aveva semplicemente espresso il suo reale pensiero. Ad un tratto Rein si fermò e lo tornò a fissare

-Ovviamente ho intenzione di estendere i miei inviti anche a vostra cugina, a meno che non sia un problema-

-Alcuno, altezza, anzi credo che Charlotte ne sarà terribilmente entusiasta-

-Perfetto allora. Con le mie chiacchiere credo di avervi anche fin troppo trattenuto dai vostri doveri. Immagino abbiate molto da fare come ministro-

Philip annuì

-In effetti si. Dovere prendere possesso di un ufficio che fino a ieri amministrava letteralmente un’altra persona non è propriamente semplice come lavoro. E sarebbe meglio che tornassi ai miei doveri-

-Certo, capisco, e grazie anzi di esservi occupato di me per prima cosa nonostante tutto-

-Dovere altezza, ma trattandosi di voi, è stato un onore e un piacere-

Rein si trovò ad arrossire ancora alle parole di Philip. L’uomo si inchinò e proprio in quel momento, qualcuno bussò alla porta. Rein guardò perplessa sia Philip che la porta, poi si voltò in cerca della sua cameriera, che prontamente si avvicinò alla porta e andò ad aprire

-Rein perdonami se ti disturbo ma dovrei parlarti di una faccenda e… Philip! Che ci fai qui?-

Ad entrare era stato Thomas, che non appena si era accorto che Rein non era sola in stanza si era bloccato e fissava ora l’uno ora l’altro perplesso

-Disturbo qualcosa?-

Rein scosse la testa, decisa

-Affatto, anzi il conte stava giusto per andare via-

Philip annuì

-Spero di non essere io la causa del tuo abbandono-

Disse Thomas osservando il conte, perplesso. Ma Philip scosse la testa deciso

-No, devo tornare al mio lavoro. Sono passato dalla principessa per una questione relativa al mio ufficio-

Disse Philip indicando la cartellina che teneva in mano. Thomas lo fissò, poi sembrò ricordarsi improvvisamente di cosa stesse parlando Philip

-Giusto, si tratta della rendita della principessa-

-A quanto pare il fatto che fossi senza soldi è di dominio pubblico-

Disse Rein, cercando di sollevare l’aria di tensione, che non si capacitava, era scesa nella stanza. Tuttavia i due uomini la ignorarono. Philip si trovò ad annuire alle parole di Thomas  

-Esatto. Il principe mi aveva chiesto di occuparmene per prima cosa e così ho fatto-

Thomas lo guardò sorridendo

-Eccellente, Shade ne sarà contento. Sappiamo entrambi quanto tenga alla principessa dopotutto-

Rein fissò Thomas perplesso. Nonostante il capitano stesse sorridendo come sempre, il suo tono di voce sembrava leggermente più duro del solito. Da dove si trovava non poteva vedere l’espressione di Philip, dato che guardava Thomas, ma Rein vide le spalle del conte contrarsi e irrigidirsi. Philip annuì semplicemente a Thomas, poi si voltò verso di lei ancora una volta

-Principessa, vi auguro un buon pomeriggio. Se mi volete scusare, torno ai miei doveri-

Philip si inchinò ancora, poi si voltò e si diresse verso la porta. Una volta che fu uscito, Thomas si voltò verso Rein

-Era passato solo per parlarti della tua rendita?-

Rein annuì

-Certo. Per cosa doveva venire a parlarmi, scusa?-

Thomas scosse la testa con noncuranza

-Era solo per dire. Shade gli ha dato il compito ieri di sistemare la questione, sono meravigliato che abbia già provveduto così in fretta ecco tutto-

-È stato molto efficiente, è vero. Pensa si è persino scusato perché secondo lui era troppo misera come rendita e mi aveva chiesto di aspettare qualche mese prima di ricevere una somma più adatta-

Rein sorrise e scosse la testa. Vide che Thomas la guardava in modo strano, ma non disse niente.

-A proposito, cosa porta il capitano delle guardie del palazzo della Luna nella mia stanza a quest’ora del pomeriggio?-

Thomas la guardò e si trovò ad annuire e a unire le mani, facendo rumore

-Giusto, anche io sono qui in veste ufficiale e anche io vengo per un compito assegnatomi da Shade-

-Non sapevo di gravare così tanto nei pensieri di Shade. Cosa sarebbe questo compito?-

-Sbaglio o una certa principessa desidera rientrare in possesso della sua collezione di libri?-

Il volto di Rein si illuminò di gioia sentendo quelle parole

-Certo, si, giusto i miei libri-

Thomas ridacchiò vedendo la sua reazione

-Allora principessa, dato che prevedo di andare al palazzo del sole oggi anche solo per una missione esplorativa, devo chiedere qualcos’altro per voi o bastano i libri?-

Rein si fece un attimo scura in volto, poi però si trovò ad annuire

-Si, una cosa ci sarebbe. Ma vorrei che restasse tra me e te, se possibile-

Thomas la guardò perplesso, poi però, Rein lo vide mettersi su un ginocchio con il capo abbassato

-Giuro sul mio nome, principessa, che qualsiasi sia la missione che mi affidate nel riserbo, nel riserbo la manterrò-

-Thomas…-

Quello di Thomas era un giuramento cavalleresco in piena regola e lei ne fu terribilmente grata e contenta.

-Grazie Thomas-

Il capitano le sorrise

-Di cosa si tratta però questo favore?-

-Consegnare una lettera-

-Una lettera?-

Rein annuì

-Certo, lo posso fare senza problemi. A chi la dovrei consegnare?-

Rein lo guardò fisso negli occhi

-A mia madre-

 

 

 

Moon Maria osservava preoccupata Thomas. Il capitano era passato da lei non appena aveva salutato la principessa Rein e il motivo di quella visita era che, dato il carattere ufficiale della missione che doveva svolgere Thomas, il capitano aveva bisogno dell’autorizzazione della regina per procedere. Infatti, per potere andare a ritirare gli effetti personali della principessa, Thomas doveva andare in veste di capitano delle guardie del palazzo della Luna e per farlo aveva bisogno di un lasciapassare reale firmato proprio dalla regina. Moon Maria aveva già firmato il foglio che Thomas le aveva dato, senza troppi problemi o esitazioni. Dopotutto la richiesta di Rein era legittima, se desiderava avere i suoi libri non sarebbe certo stata certo lei ad impedirglielo. Tuttavia, Thomas non era andato subito via, anzi era rimasto fermo davanti a lei e Moon Maria aveva visto la preoccupazione negli occhi del capitano

-Thomas, c’è qualcosa che non va?-

Thomas annuì, ma continuò a non parlare.

-È difficile che io possa aiutarti se non me ne parli-

Il capitano fece un respiro e poi alzò gli occhi e li fissò in quelli della regina

-Si tratta di un dilemma personale e al tempo stesso ufficiale-

-Ho bisogno di avere ancora più informazioni, sono desolata-

-Vi è mai capitato di fare una promessa, maestà?-

-Si-

-E le avete mai infrante, maestà?-

La regina lo guardò perplessa

-No, mai-

-E se infrangere la promessa potesse essere nell’interesse stesso della persona a cui è stata fatta la promessa?-

-Un bel dilemma, ma credo che la cosa migliore sia comunque rispettare il voto preso-

Thomas annuì

-Sapevo mi avreste risposto così. Tuttavia se sapessi qualcosa che potrebbe aiutare un’altra persona a prendersi cura di quella persona? Se io celassi questo segreto e rischiassi di mettere in crisi tutto? Se nascondendo questa informazione io non preparassi un mio amico ad un probabile scenario di dolore? Sarei un pessimo amico, giusto?-

-No, non direi. Perché comunque avresti rispettato la promessa fatta-

-Ma e se…-

Moon Maria si avvicinò a Thomas e lo prese per le spalle

-Thomas, non sempre fare la cosa giusta è fare la scelta più facile, anzi, quasi mai. Se Rein ti ha chiesto questo favore, anzi, ti ha fatto fare una promessa, vuol dire che per lei la cosa è veramente importante e vuole che resti personale, cioè non vuole fare preoccupare Shade o me. Soprattutto, conosco un po’ Rein da immaginare che non ti abbia chiesto di mantenere un segreto terribile, forse è solo una cosa molto personale per lei e quando Shade lo saprà, se lo saprà perché Rein glielo dirà, bada bene Rein non tu, allora mio figlio lo capirà, perché non è uno stupido. Quindi stai tranquillo e compi la tua missione come ti è stato chiesto-

Thomas la guardò a bocca aperta

-Come avete fatto a capire tutto?-

Moon Maria sorrise

-Thomas, non sono mica la regina per puro caso. E poi era abbastanza facile intuire il tuo dilemma da cosa provenisse-

Thomas la fissò senza sapere cosa rispondere. Moon Maria lo lasciò andare e lo guardò, in modo materno

-Thomas, abbi fiducia in Rein così come l’hai in Shade-

-Io mi fido della principessa solo…-

-Nessun solo, Thomas. La credi capace di fare qualcosa di sconsiderato?-

Thomas scosse il capo

-Credi che ti metterebbe consapevolmente in una situazione ambigua, di proposito?-

Thomas scosse di nuovo il capo

-Non preoccuparti allora. Andrà tutto bene. Ti fidi della tua regina non è vero?-

Thomas si inginocchiò

-Sapete della mia fedeltà e della mia fiducia per voi, per la famiglia reale e per il regno-

-E io non l’ho mai messa in dubbio. Capitano, andate e fate il vostro lavoro senza indugio. Non deludete la principessa-

-Non lo farò maestà-

Thomas si inchinò ancora e alla fine si congedò. Guardandolo andare via, Moon Maria si ritrovò a pensare quanto dovesse essere difficile per Thomas trovarsi in mezzo a quella situazione. Certo, lui non sembrava mai preoccupato più del dovuto, aveva sempre il sorriso sul volto e la battuta pronta, ma lei sapeva quanto volesse bene a suo figlio e quanto la loro amicizia fosse vera e a quanto Thomas tenesse a lui. Non doveva essere affatto facile per Thomas essere diviso tra il dovere e l’amicizia e lei provò un’immensa tenerezza nel pensare che Thomas era disposto ad infrangere una promessa pur di mettere in guardia Shade. Suo figlio era veramente fortunato ad averlo al fianco, perché non era così facile trovare persone così nella vita.

-Speriamo solo che anche questa storia finisca bene-

 

 

 

Un leggero trambusto aveva squassato la tranquilla vita del palazzo del Sole. L’improvvisa comparsa di un emissario dalla corte della Luna aveva colto tutti alla sprovvista e Fine si era vista costretta a correre nella sala del trono, chiamata con urgenza dai suoi genitori. Una volta che fu arrivata, ad aspettarla c’era lo spettacolo più insolito che avesse mai visto. La sala era pieni di cortigiani e nobili, accorsi tutti non appena la notizia si era sparsa nel palazzo e al centro della sala spiccavano dieci soldati nell’uniforme del regno della Luna, blu scuro con polsini e rifiniture in oro e con il simbolo della luna ricamato sul petto. I soldati non erano armati ma la loro posizione e lo sguardo serio li rendeva intimidatori, ma quello che spiccava più di tutti era l’uomo al centro, un passo davanti a loro. Era giovane, doveva avere tra i venti e i venticinque anni, castano, alto, di bell’aspetto. Lo sguardo era fermo e immobile, impassibile quasi. Era vestito anche lui con l’uniforme delle guardie, con la differenza che sopra l’uniforme era appuntato un lungo mantello giallo e alla vita pendeva una spada. Non appena Fine fu entrata, l’uomo la guardò, ma subito dopo spostò lo sguardo sui suoi genitori. Toulouse e Elsa sedevano sul trono, immobili.

-Fine, eccoti qui-

Disse suo padre vedendola

-Scusate, sono venuta appena ho ricevuto il messaggio-

Suo padre sembrò non badarci

-Capitano, come potete vedere ora siamo tutti qui riuniti. Potete se volete dirci ora il motivo della vostra visita inaspettata?-

Fine fissò l’uomo al centro della sala

-Grazie altezza. Per prima cosa lasciate che mi presenti. Sono il capitano Thomas d’Orvail, generale delle guardie reali del regno della Luna, capitano della guardia personale della famiglia reale-

Fine fissò l’uomo sbalordita e un mormorio di sorpresa attraversò la sala. Quello era il famoso Thomas, il migliore amico di Shade. Guardandolo bene, la rossa lo riconobbe. Era l’uomo che aveva visto al palazzo dei sette saggi, di fianco a Shade e che aveva coordinato tutto quello che era successo dopo il trambusto con sua sorella.

-Capitano d’Orvail, cosa possiamo fare per voi?-

-Sono qui in merito ad una questione ufficiale, maestà. Se mi permettete, avrei una lettera firmata dalla regina, sua altezza Moon Maria, per voi-

Re Toulouse fece un cenno con la mano ad un servitore si avvicinò a Thomas e prese la lettera che il capitano teneva in mano. Un lungo silenzio si protrasse mentre suo padre leggeva ciò che il messaggio conteneva. Una volta finito, alzò sbalordito lo sguardo su Thomas

-È uno scherzo per caso?-

Thomas fece un cenno negativo con il capo

-Temo di no, maestà-

Re Toulouse lasciò andare una risatina nervosa

-Vi rendete conto di quanto sia ridicolo tutto questo?-

-Io eseguo solo gli ordini, maestà. E ho tutta l’intenzione di farlo-

Il re si alzò di scatto dal trono e fissò Thomas

-State per caso minacciando una altezza reale, capitano?-

-Non mi permetterei mai, maestà. Stavo solo esprimendo la natura della mia missioni-

Prima che re Toulouse potesse dire qualcosa, Elsa si alzò anche lei dal trono e prese dalle mani del marito la lettera. La lesse velocemente, poi sussurrò qualcosa al re. L’uomo la guardò poi annuì e tornò a sedersi sul suo trono. Fu lei a continuare a parlare

-Capitano, vogliate perdonarci, ma spero capirete il nostro sbalordimento davanti a questa richiesta. Dopotutto, immaginavamo che Rein richiedesse i suoi oggetti personali, non ci aspettavamo che per prima cosa richiedesse la sua collezione di libri-

Un leggero mormorio di stupore passò fra i nobili presenti e anche Fine se ne meravigliò. Certo, lei ben sapeva dell’amore di Rein per i suoi libri, ma nonostante questo, anche lei riteneva la richiesta insolita.

-Capisco il vostro stupore, maestà, ma quando la principessa ha espresso il desiderio di avere i suoi libri, il principe Shade mi ha subito incaricato di questo compito, con la massima urgenza-

Fine lo fissò sbalordita. Aveva capito bene? Dietro tutto quello c’era Shade? Fine fissò sua madre ma la regina la ignorò e continuò a fissare solo Thomas

-Capitano, spero capirete quanto questo compito sia difficile, al momento. Dovete capire che mia figlia non aveva una vera e propria collezione privata e temo che alcuni libri siano già stati portati nella biblioteca reale e…-

-La principessa Rein ci aveva avvertito di tale possibilità e, infatti, non sarei qui se la decisione fosse dipesa da lei, ma come ho già detto, il principe ci tiene particolarmente a far sì che la principessa torni in possesso dei suoi amati libri. La sua felicità gli sta molto a cuore-

Fine sentendo quelle parole impallidì e fece un piccolo passo indietro. Shade teneva alla felicità di Rein? Dopo solo una settimana che si trovava là? Cosa stava accadendo tra i due? Una cieca gelosia si impadronì di lei e si ritrovò a stringere i pugni. Sua madre la guardò un secondo, ma continuò facendo finta di non avere notato lo sua espressione

-Dato che si tratta di una richiesta formale da parte anche della regina, e visti i nostri buoni rapporti, capitano avete l’autorità di prendere ciò per cui siete stato mandato-

-Grazie vostra maestà-

Disse Thomas, inchinandosi. Fine si avvicinò a sua madre

-Mamma non puoi farglielo fare e…-

Elsa la prese per il braccio

-Fine cara, spero mi sostituirai per il resto del pomeriggio. Aiuterò personalmente il capitano nel suo compito. Non hai obiezioni, vero tesoro?-

Elsa si voltò verso il marito, il quale fece un cenno distratto con il capo.

-È deciso allora. Fine siediti pure sul mio trono-

Prima che lei potesse ribattere, sua madre la fece sedere

-Capitano, se mi volete seguire, vi farò strada io personalmente-

Thomas si inchinò ancora. La regina Elsa si avviò a passo lento verso di lui e poi prese la via per la stanza di Rein. Thomas, dopo un breve inchino sia al re che a Fine, fece un cenno ai suoi e insieme si mossero tutti dietro la regina. Fine li osservò andare via dalla stanza. Non appena furono spariti, si voltò verso sua padre

-Papà questa è una cosa assurda. Non capisco perché mamma abbia fatto così! Dobbiamo impedirle di portare via quei libri-

-Purtroppo Fine, rifiutare una richiesta ufficiale di un regno alleato sarebbe molto più dannoso che non esaudire il capriccio di un principe o di tua sorella. Se il principe vuole che tua sorella abbia i suoi libri li avrà. E poi sono per di più favolette, non è una grave perdita per la nostra biblioteca reale-

-Papà non è questo il punto. Non hai sentito cosa ha detto quell’uomo? Shade tiene alla felicità di Rein-

Re Toulouse la guardò

-Meglio per noi-

-Cosa intendi? Come può essere meglio per noi?-

Il re prese la mano di Fine e le diede qualche colpetto sul dorso

-Tesoro, lascia che te lo dica. Se tua sorella decidesse in futuro di stabilirsi in modo permanente nel regno della Luna, ci guadagneremmo tutti, io, il regno e anche tu-

Fine lo guardò a bocca aperta

-Rein in modo permanente nel regno della Luna?-

-Certo, se sposasse Shade e diventasse regina, sarei un padre molto fortunato. Tutte e due le figlie regine e i nostri regni uniti più che mai in una duratura e stabile alleanza. Sarebbe un gran bel colpo. Speriamo che tua sorella continui a farsi voler bene così tanto dal giovane principe. Ci faccio molto affidamento-

Fine guardò a bocca aperta suo padre. Rein e Shade insieme? Non aveva mai pensato a questa possibilità. Cioè, pensava che forse Rein potesse avere dei sentimenti per Shade e quindi avesse fatto tutta quella sceneggiata per potergli stare accanto, ma che Shade avesse dei sentimenti per lei, questo mai. Cioè, forse si stava preoccupando per lei come una sorella. Certo, doveva essere proprio quello il caso, perché non poteva esserci qualcosa di diverso tra loro due. O almeno era quello che lei sperava ardentemente nel suo cuore.

 

 

 

Thomas fissava l’immane parete coperta di libri che aveva di fronte. Si voltò verso la regina

-Sono tutti… sono tutti della principessa?-

Elsa annuì

-Si, o almeno più della metà di sicuro. Qualcuno potrebbe essere della biblioteca reale però-

Thomas si trovò ad annuire poi si voltò di nuovo verso la parete. Davanti a lui c’erano di sicuro più di trecento libri che erano tutti da portare a casa. Thomas sospirò poi si voltò verso i suoi uomini

-Nicholanos?-

L’uomo avanzò verso di lui

-Si capitano?-

-Iniziamo, perché voglio tornare a casa il prima possibile. Iniziamo dall’alto, e procediamo con ordine. Controllate tutti i libri, quelli della biblioteca reale li dobbiamo lasciare qui, quindi mi raccomando. Se avete dei dubbi, chiedete. Non voglio essere accusato di furto, intesi?-

-Si signore. Organizzo il lavoro e iniziamo-

Thomas annuì poi si voltò verso la regina

-Grazie altezza, faremmo il prima possibile. Voglio tornare al castello il prima possibile-

Elsa annuì. Però rimase ferma immobile.

-Capitano?-

-Si altezza?-

-Come sta Rein?-

Thomas la guardò e si trovò davanti ad una donna stanca. Thomas vide proprio che la preoccupazione la stava consumando, assieme, molto probabilmente, al rimorso. Thomas provò istintivamente un moto di tenerezza nei confronti della regina, che forse non aveva capito affatto la figlia e che però ora se ne stava pentendo. Thomas le si avvicinò e si trovò a bisbigliare

-Altezza, possiamo parlare in privato?-

Elsa annuì e lo condusse in un angolo della stanza lontana dal resto degli uomini. Thomas solo a quel punto estrasse da una tasca una lettera. La lettera che Rein gli aveva affidato.

-Questa ve la manda la principessa. Mi ha personalmente incaricato di consegnarvela-

Thomas vide gli occhi della regina scintillare di gioia e preoccupazione allo stesso tempo. Prese la lettera quasi impaziente e se la portò al cuore.

-Grazie-

Thomas si trovò ad annuire. Poi si voltò verso i suoi uomini e si slacciò il mantello, che lo stava torturando da quando era stato costretto a metterselo. Si avvicinò ad una guardia

-Ehi tu, viene qui-

La guardai si avvicinò

-Agli ordini capitano-

-Bene tu sei?-

-Dwight, capitano, guardia scelta-

-Bene, Dwight. Ora vieni con me e fai tutto quello che ti dico, intesi?-

Dwight annuì

-Bene è ora di inscatolare un po’ di coltura con una sana dose di forza bruta-

 

 

 

Elsa era seduta nella stanza di sua figlia Rein mentre dieci guardie reali della Luna la stavano privando di tutti i suoi libri, ma lei non ci stava facendo alcun caso. L’unica cosa a cui pensava era quella busta. Con mano tremante la aprì e da essa estrasse due fogli scritti con la calligrafia chiara, precisa e rotonda di sua figlia. Senza indugio, vi ci si immerse dentro

“Cara mamma,

credo che questa lettera serva più a me che non a voi. Serve a me per mettere ordine alla confusione dei pensieri che mi stanno torturando e consumando da molto tempo. Ho vissuto l’ultima settimana come fosse un sogno, eppure oggi, improvvisamente, mi trovo riportata in modo brusco alla realtà. Tuttavia, non è un brutto risveglio, perché forse, per la prima volta, dopo anni, posso finalmente dire cosa provo davvero. E se c’è una persona che merita di sapere cosa provo, quella sei tu mamma perché so, nel profondo del mio cuore, che mi capirete. Forse non approverete, ma so che finalmente, sarò capita…”

 

 

 

 

*****************************************************

 

Ciao a tutti!

Eccosi, terzo apputamento dell’anno e terzo mese di fila dove sono puntuale e precisa con la pubblicazione!! Scusate, mi faccio i complimenti da sola, ma credetemi per me è un traguardo enorme, quindi sopportatemi.

Prima di tutto, prima di ringraziare, spiegare e partire con i miei immensi giri di parole, c’è solo una cosa da dire:

GRAZIE

Lo scrivo in grande, in evidenza, perché è il modo migliore che ritengo sia per dirvi quando affetto ci sia nel mio cuore per voi. Non so se vale anche per gli altri autori, ma io di solito noto un leggero calo nelle letture dei capitoli rispetto al primo, credo sia anche una cosa naturale, non posso pensare che chiunque capiti nella mia storia ne sia convinto o che continui a leggerla solo perché l’ha iniziata, soprattutto considerando la lunga pausa nelle mie pubblicazioni, lo capisco. Invece, con mio enorme stupore, voi lettori siete aumentati! Credevo di avere una diminuzione rispetto allo scorso capitolo, invece mi trovo con più letture di quello che pensavo, anche se sono riletture del capitolo, grazie lo stesso! Quindi grazie, grazie perché ci siete, grazie perché mi sostenete, grazie perché ci siete, insomma, se ancora non si fosse capito, Grazie.

Ora, torniamo a noi. Ho adorato scrivere questo capitolo, non solo perché la presenza di Thomas è maggiore, scusate sapete che lo amo ormai quindi non ve ne stupite, ma adoro come con Thomas io riesca a fare vedere i vari aspetti dei caratteri delle altre persone. Lui è quell’amico con cui non ci si può nascondere, non per sempre. È capace di tirare fuori le cose non per sapere i tuoi segreti, ma perché ti porta proprio ad aprirti con lui. Ed è quello che fa Trudy, Philip ma soprattutto Shade. perché ci siamo gente, Shade lo ha ammesso: prova qualcosa per Rein!!! So che tutti voi, compresa me, lo sapevamo già, ma ammetterlo ad alta voce è un passo importante per lui e anche per la storia, fidatevi di me, anche perché non potete fare differentemente. Al momento Rein non è ancora in quello stato mentale, ovviamente non è indifferente al bel principe, chi non lo sarebbe, ma ora ha cose più urgenti che le occupano il cervello. E non sempre cuore e cervello riescono a comunicare contemporaneamente, a volte ci vuole tempo. Quindi vedremo cosa succederà e se sarà proprio il bel principe a condurre Rein lungo questo percorso.

Charlotte è un altro personaggio che vorrei darle il modo di brillare. Ora è comparsa ancora poco, non ha interagito molto all’interno della storia, ma fidatevi, ha un carattere tutto da scoprire e regalerà gioie, ve lo assicuro. Philip dall’altro lato, cosa farà? Soprattutto, farà veramente qualcosa con Rein? Chi lo sa, di certo è a palazzo quindi sicuramente si vedrà con la principessa. Ogni scenario è aperto gente, anzi, se avete idee condividetele, magari sono migliori delle mie.

E io, anche per questa volta, vi saluto. Come sempre, grazie infinitamente a chi legge, chi lascia un commento e una recensione, come sempre vi invito, se ne avete voglia ovviamente, a farmi sapere cosa ne pensate. Apprezzo sempre sapere la vostra opinione, anche ovviamente, se non siete d’accordo con le mie scelte.

Io vi saluto, vi mando un bacio grandissimo, e come sempre, ci vediamo al mese prossimo. La vostra

Juls

  
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