Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: MrEvilside    26/08/2009    6 recensioni
Per quanto stanco potesse essere e per quante pedine ancora avrebbe dovuto lasciarsi indietro immerse in una pozza di sangue, il suo stendardo vittorioso sarebbe stato esibito anche su quell’ultimo campo di battaglia.
Dopotutto, il suo nome era Ciel Phantomhive, l’erede della famiglia Phantomhive.
Il Re della Scacchiera.
[Ciel Centric]
Genere: Malinconico, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Il Re della Scacchiera

Accomodato su una poltrona di velluto, il conte studiava assorto la scacchiera, riflettendo sulla mossa successiva.
Infine piegò il busto in avanti e spostò uno dei cavalli a divorare senza pietà l’alfiere avversario; il gemello si ritirò fra i propri compagni lasciandosi dietro una scia di sangue in bianco e nero, quasi lo stesse sbeffeggiando della scelta che aveva compiuto.
[Grell Sutcliffe. Madame Red.]
Ciel aggrottò la fronte.
E tuttavia così doveva essere.
Non avrebbe potuto catturare uno dei due senza lasciarsi inevitabilmente sfuggire l’altro.
Ma la partita era soltanto cominciata e lui, il conte Ciel Phantomhive, non aveva mai perso.
D’improvviso, s’avvide del cavallo che minacciava la Regina ed interpose fra essi una torre, che cadde nella polvere nel nome della sua sovrana.
[Drozell Keinz. Elizabeth.]
Poi, di nuovo, un pedone si sacrificò nel tentativo di proteggere il suo Re.
Il ragazzino strinse le labbra in una smorfia, assistendo impotente alla lama dell’avversario che lo trapassava da parte a parte, un colpo destinato al sovrano dell’esercito dei Phantomhive, uno Scacco Matto evitato grazie al sacrificio d’una vittima di minor valore.
[Lau. Aberline.
Perché quello sguardo?
Eppure, per voi non ha mai avuto importanza il numero delle vittime, Conte.]
Si lasciò ricadere contro il soffice schienale e portò la mano al viso, scrutando fra le dita la scacchiera decimata.
Per la prima volta lui, il conte Phantomhive, stava perdendo.
Perché, ormai, era un Re stanco. Stanco di vedere le pedine uccise attorno a sé, stanco di dover rinunciare ad esse in nome del trionfo, stanco di vedere il trono dove sedeva poggiare sui loro cadaveri.
Ed ora, mentre esaminava insistentemente il terreno di gioco alla ricerca d’una mossa con la quale poter salvare la situazione – perché un Phantomhive come lui non poteva perdere: sarebbe stato oltraggioso –, sentiva ancor più insopportabili il peso della corona che aveva sul capo e quello della morte delle pedine che avevano creduto nella sua vittoria, nonostante avesse sempre ripetuto d’esser solo e di voler rimanerlo.
[Ma i bambini spesso mentono; e voi, in fondo, siete soltanto un bambino.]
Tuttavia, prima che potesse allungare la mano e serrarla su una nuova pedina, la partita venne d’improvviso sospesa.
-Perdonatemi, Bocchan: è quasi ora di cena. Non vorrei mai che la figura di perfetto maggiordomo che avete di me venga rovinata da un disdicevole ritardo. Permettetemi di andare, per favore-.
Ciel sollevò il viso, arricciando gli angoli della bocca in un’espressione corrucciata.
-Lo sai che non amo interrompere un gioco quando non è ancora stato terminato.- ribatté, scoccandogli un’occhiata torva nel vederlo alzarsi.
-Oh, non ho mai detto che l’avremmo interrotto. Ci limiteremo a rimandarlo. In questo modo avrete il tempo necessario per pensare alla mossa con la quale mi sconfiggerete-. Un sorriso enigmatico si dipinse sul volto di Sebastian e i suoi occhi vermigli rifulsero d’una luce pericolosa, demoniaca.
Il conte permase in silenzio per un breve istante, poi agitò la mano in un gesto infastidito. -Fa’ come ti pare. Ma non dimenticare questo tuo impegno.- ammonì severamente.
L’uomo gli rivolse un elegante inchino, sfiorando quasi il pavimento con il ginocchio piegato.
-Yes, my Lord-.
Lo sguardo del giovane Phantomhive dardeggiò per quel che parve un’eternità sulla porta, richiusasi con un tonfo leggero alle spalle del servitore, prima di ritornare alla scacchiera.
La sua attenzione si rivolse irrimediabilmente alle pedine che, dal cimitero, ricambiarono la sua occhiata con i loro vitrei occhi di semplici statuette. E, sebbene non fossero dotate di vita, si sentì trafitto da quelle iridi incolori, silenziosamente incolpato delle morti causate dalla sua brama di vittoria.
Un successo che, insieme alla corona, gli sarebbe stato brutalmente strappato dal Re e dalla Regina avversari, che lo scrutavano minacciosi dall’altro lato della scacchiera e celavano al di sotto dell’elmo beffardi sorrisi di derisione nei confronti del Re ritenuto invincibile, se non avesse avuto modo d’evitare lo Scacco Matto.
Si chinò ed accostò il viso al terreno di gioco, appoggiando gli avambracci sulle ginocchia e permettendo agli occhi di perdersi in quel labirinto bianco e nero nella speranza di trovare una soluzione che in quel momento gli sfuggiva.
Perché, per quanto stanco potesse essere e per quante pedine ancora avrebbe dovuto lasciarsi indietro immerse in una pozza di sangue, il suo stendardo vittorioso sarebbe stato esibito anche su quell’ultimo campo di battaglia.
Dopotutto, il suo nome era Ciel Phantomhive, l’erede della famiglia Phantomhive.
Il Re della Scacchiera.
[Schieru Phantomhive is Falling down,
Falling down, Falling down.
Schieru Phantomhive is Falling down,
My dear Lord.
La vostra anima si sta consumando: è debole, e stanca.
Siete davvero sicuro di poter fare Scacco Matto anche questa volta, Bocchan?]


Una FanFiction complicata, quella che vi ho presentato, sull'introspezione di Ciel e sulla sua vita - ossia l'intera prima serie di KuroShitsuji -, presentata in forma di partita a scacchi.
Tra parentesi ho inserito i pensieri di Sebastian, che osserva il suo Bocchan agire contro Ash e Angela Blanc - il Re e la Regina avversari -, osserva la sua anima cambiare e, forse, sospetta che non possa vincere, non questa volta.
Complicato perché ho ragionato molto sul pezzo degli scacchi da assegnare ad ogni personaggio; soddisfacente perché era molto che volevo scrivere una cosa del genere; incompiuto perché la partita non è ancora finita.
Sappiate però che la canzone cantata da Sebastian [non lo trovo OOC poiché ha cantato una cosa del genere anche a Drozell - Oro e argento saran rubati, saran rubati, ecc.] è una MIA opera, ispirata alle varie versioni della stessa canzoncina presenti nell'Anime.
Il resto - Personaggi, Luoghi, Situazioni - appartengono a Yana Toboso.
In ultimo, questa FanFiction non è stata scritta a scopo di lucro.
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Yay.

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