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Autore: Spensieratezza    24/02/2021    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sam non avesse mai perso l'anima?
Dean e Sam insieme ai loro amici, non faranno altro che attraversare salti quantici per tutta la storia e impareranno un sacco di cose su loro stessi e gli altri.
Scusate, nell'ultimo capitolo ho confuso i nomi, come al solito. Castiel non ha cambiato partner ovviamente. Sta sempre con la stessa persona, ho solo sbagliato a scrivere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lisa Breaden, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il salto quantico'
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Avviso: per chi ancora non lo sa, i capitoli precedenti non sono stati cancellati ma solo riuniti al capitolo "Febbre" perchè erano missing moment e non volevo creare confusione. Ora siamo tornati al presente





Dean non aveva ancora parlato con Adam, parlato veramente, fatto un discorso profondo, di tutto quello che avevano vissuto, ma ora ne sentiva il bisogno, perché Adam si era confidato sicuramente con Sam, visto che abitavano insieme, ma Dean non l'aveva ancora fatto, perché si era concentrato di più a cercare di rendere i loro primi momenti insieme da ritrovati fratelli, un qualcosa di spensierato senza intristirlo ricordandogli della prigionia, ma ora il pensiero che i suoi due fratelli condividevano qualcosa di segreto che a lui era precluso, lo faceva stare male, ma era un sentimento più potente della gelosia. Non sapeva come classificarlo, ma era anche carico di sensi di colpa. Temeva però di camminare nel filo spinato addentrandosi in questa conversazione. Non fu facile per lui parlare di quanto era successo all’inferno, Sam ci mise settimane prima di riuscire a sua volta a confidarsi con lui  e Dean temeva quindi che Adam potesse reagire in maniera ancora più emotiva, essendo più giovane, tuttavia questa cosa lo stava logorando, sentiva il bisogno di affrontarla con il più piccolo, perciò decise di creare per loro un ambiente, un luogo, che lo facesse sentire a suo agio.

Gli propose una gita al lago con tanto di costume e ombrelloni, in fin dei conti si avviavano all’estate.

Adam aveva prontamente detto di sì e Dean si sentì un po’ in colpa, sperava che Adam non la prendesse come una trappola quando avrebbe cominciato a parlargli di cose di cui lui forse non voleva parlare.

In quel momento il cucciolo della famiglia si era addormentato sul sedile posteriore, appoggiando la testa sul finestrino. Dean sorrise contemplandolo. Si addormentava proprio come lo faceva Sam.
“Mmm..siamo quasi arrivati a Neverland?” biascicò.
Dean rise.

“Credo che per quello avrei bisogno di una benzina STELLARE.
Adam si riscosse  e lo guardò confuso.
“Mi sono addormentato?”

“Oh, scusa.” Disse Dean imbarazzato. “Non credevo dormissi ancora, non volevo svegliarti, credevo stessi facendo una battuta. Era un bel sogno?”

“Io, te e Sam, volavamo con la tua macchina, cercando Neverland. Tu sembravi molto sicuro di dove fosse.” Disse Adam sbadigliando.
Questo colpì molto Dean.

Magari fossi così sicuro delle mie scelte e della destinazione che vorrei prendere. Vorrei anche io riuscire a volare accanto alle stelle e riconoscere dove vado grazie alle costellazioni. Vorrei essere come Peter, lo vorrei davvero, Adam.
“Scusami se ti ho svegliato.”
“Naaa. La realtà che ho davanti, è molto più bella.”
Dean lo guardò scioccato, probabilmente indeciso se fosse un complimento alla sua persona.

“Che c’è? Sono serio! Stiamo per andare al lago, hai idea da quanto non ci vado? Credo di non ricordarmi neanche più com’è fatta una distesa d’acqua!!”
Dean sorrise intenerito.

“Sono contento di aver azzeccato i tuoi gusti.” Poi Dean sembrò farsi pensieroso. “Nel sonno, ad un certo punto hai mormorato anche qualcosa su un veliero e dei supereroi.”
Adam si irrigidì. A Dean sembrò che diventasse stranamente rosso.

Spero che ora questa febbre non si estenda anche ad altri rami della famiglia.
“Ahh..sì.. qualcosa ricordo. Il veliero credo mi ricorda il galeone che stiamo montando a casa.”
“Scusa??”

“Sam mi ha comprato un modellino da costruire. È un galeone.”
“Però..hai capito il fratellino. A me non ha mai fatto regali del genere. Più che altro forse sa che non mi ci sarei mai dedicato a hobby così noiosi.”
Adam sbuffò.
“Guarda che è un hobby molto interessante. Sapere che un’opera ancora non finita è del tutto nelle tue mani..ti fa sentire un..ARTISTA.”

Dean sorrise. Il suo fratellino si sentiva un artista. Voleva fare una battuta ma non ci riuscì. Si sentiva orgoglioso.
“Quindi adesso fai il costruttore! Quando mi farai vedere questo capolavoro?”
“Quando ti deciderai a vedere la nostra casa!”
La risposta pronta di Adam lo spiazzò.

“Andiamo, Dean! I mari non bolliranno se tu e Sam starete insieme nella stessa casa..o stanza. Oramai dovreste essere guariti, no?”
“In teoria.” Disse Dean rigido, stringendo le mani sul volante.
Adam fissò le sue mani tese sul volante.
“Prometti che ci penserai?”
“Posso pensarci..” convenne Dean. “Se tu fai una cosa per me.”
“Una cosa per te? Cosa?” chiese Adam stupito.

“Ti va di parlare della GABBIA?”

Dean lanciò un’occhiata al fratello e notò che Adam lo guardava con un’espressione inorridita e sembrava tremare dalla testa ai piedi. Forse avrebbe dovuto sentirsi una carogna. Ci si sentiva.
Poi Adam crollò sullo schienale del sedile.

“Ok, avrei dovuto immaginarmelo. La gita al lago..è stata tutta un’idea solo per farmi parlare vero?”
Dean si sentì una cacchina rinsecchita.
“Vedi, Adam..”

“Non c’era bisogno di fare tanta strada per questo! Potevi chiedermelo semplicemente.”
“Quando ho detto che volevo passare del tempo insieme, era la verità. Indipendentemente da questo.” disse Dean e si accorse che era la verità.
Adam lo guardò scetticamente, poi sbuffò.
“Cominciamo dalle cose facili. Cosa vuoi sapere?”

“Cosa hai provato quando sei caduto laggiù? Hai..sofferto?
Adam lo guardò curioso.
“è questo che ti importa?”

Ancora una volta Dean si sentì una merda. Quanto poco amore avevano dato a loro fratello per stupirlo di una cosa così elementare?
“Sì, Adam, mi importa.” Disse a denti stretti.
“Sam si è comportato in maniera impeccabile con me. è stato un vero principe, ha fatto il fratello maggiore, mi è stato vicino..”

“Adam, non voglio sapere se Sam si è comportato bene, non ti sto parlando come un maestro che vuole assicurarsi che l’alunno ha eseguito bene il compito. Voglio solo assicurarmi di come stessi.” Si voltò a fissarlo. “E basta parlare di Sam, lo adoro, ma non devi pensare che se ti faccia una domanda è solo perché voglio indirettamente sapere delle cose di LUI.”

Adam sembrò commuoversi, poi parlò.
“Cercherò di ricordarlo.”
“Riprendiamo da capo, ok?” disse Dean.

“Quando siamo caduti nel fosso, mi è sembrato di MORIRE. Ho detto: ecco,sto per morire e chissà se andrò al paradiso o all’inferno, ma non posso andare in paradiso, non mi accetteranno mai, perché io ho accettato di vendere il mio corpo per causare l’apocalisse! Avevo il terrore di cosa mi sarebbe successo quando avrei raggiunto il terreno, pensavo mi sarei schiantato e invece è stato come addormentarsi.”

Dean annuì incoraggiandolo a continuare.
“Feci un sogno, in questo vedevo nostro padre.”
“Cosa?? ti ha..parlato?”

“No, non era un fantasma, ma più come un..un ricordo, ma modificato. Sognavo che mi veniva a trovare e passavamo una giornata insieme, poi mi riportava a casa, ma io ero arrabbiato con lui, perché..stava tornando da voi.”
Dean lo guardò con espressione sconsolata e piena di sensi di colpa.

“Quando lui è andato via, comparve Sam. Disse di essere mio fratello, disse che non sapevate di me, altrimenti avrebbe fatto tutto il possibile per conoscermi. Lui e te.”
“Ed è vero.”

“Poi il sogno è diventato molto sdolcinato. Ci siamo abbracciati, mi ha detto che ha desiderato sempre avere un fratello minore, poi mi sono svegliato..ma mi sono accorto che sentivo ancora Sam addosso a me. E realizzai che era entrato nel mio sogno, non mi spiegò come avesse fatto, credo non lo sapesse neanche lui, forse la gabbia era in qualche modo permeata di magia, la nostra mente ha risposto ad essa involontariamente e le nostre menti si sono collegate.. comunque ammise di essere entrato nel mio sogno, mi disse che in fondo era meglio di Zaccaria.”
Dean rise.
“Bella battuta.”

“Sam si è scusato con me per avermi trascinato sotto con lui, ma io gli dissi che era solo colpa di Michael, poi abbiamo esplorato la gabbia. Sembrava non finire mai, era come..un mausoleo. Un mausoleo che non finiva mai, tetro, buio,  abbiamo capito che era quella la gabbia, poi vedevamo di tanto in tanto dei lampi bianchi, erano Lucifer e Michael che combattevano. Era impressionante vederli, ma almeno erano distratti per pensare a noi.”
“Vi hanno lasciati stare?”

“Sì, e comunque noi non eravamo proprio..lasciati stare. Nel senso, eravamo tempestati dagli incubi. Sembrava che la gabbia tirava fuori tutte le nostre paure più antiche, la mia era quella di essere abbandonato e essere solo al mondo, per esempio! Quando non aveva una crisi isterica Sam, ce l’avevo io, ma il bello è che ogni volta c’eravamo l’uno per l’altro, per rassicurarci e consolarci.”
“Ne sono orgoglioso.”

“A volte però era difficile essere forti.” Disse Adam malinconico. “Una volta trovai Sam che pregava davanti all’altare del mausoleo, vidi che stava crollando, tentai di dirgli di smetterla, ma Sam pensava che saremmo stati dannati, perché avevamo disobbedito agli angeli, pensava che saremmo rimasti lì per l’eternità. Gli diedi uno schiaffone, gli dissi che ero io il minore, sarebbe dovuto essere lui a sostenere ME!”
“Adam, mi dispiace tanto.”

“A me no! Quella scenata ebbe il potere di tirarlo su, quindi io non mi pento di quello schiaffo.”
“Probabilmente io avrei fatto lo stesso.” disse Dean sorridendo.
 
Adam gli raccontò anche di quando intuì che Lucifer e Michael fossero amanti, di come tutto sommato il loro amore sembrasse commovente, di come i loro volti fossero angelici. Dean rimase zitto e allibito per tutto il tempo, non riusciva a commentare.

Gli disse di come aveva cercato di proteggere Sam, non volendogli dire di Lucifer e Michael perché temeva che parlare del legame fraterno di Michael e Lucifer, potesse ricordargli Dean.
“Io e Sam non siamo come loro.” protestò subito Dean paonazzo.
“Certo che no. “ disse subito Adam. “Ma sono fratelli, come lo siete voi. Intendevo il legame fraterno, non amoroso.” si costrinse a specificare Adam.

"Neanche! Io non penserei mai un solo istante di uccidere Sam!"
"Ehm..ok, scusa, vado avanti."

Riprese a raccontare e gli raccontò di Lucifer e delle finestrelle e dei cuccioli dei dinosauri, di come l’arcangelo fosse spaventato dalla legge fisica che stabiliva che gli organismi viventi sarebbero cambiati e diventati qualcosa di diverso, perdendo di fatto la loro innocenza e candore, diventando qualcosa di incredibilmente diverso.

“Lucifer non lo disse, ma io quel giorno ho capito che la cosa che più lo spaventava era la perdita dell’innocenza, non solo delle creature che lui guardava. Ma anche la sua. Quando guardava i dinosauri, guardava sé stesso in loro. Si identificava in loro. Temeva di diventare anche lui un giorno, brutto, cattivo, gigantesco..repellente.”

Dean si fermò a figurarsi l’immagine devastante di una sagoma buia repellente con venature verdi, simile a un dinosauro. Lucifer.

“Un tempo non capivo il suo modo di fare, non lo accettavo. Quando poi sono arrivati gli umani..mi resi conto subito che erano diversi dagli animali. Gli animali, i dinosauri, gli..pterodattili, erano inquietanti, ma privi di raziocinio, almeno apparentemente. Gli umani all’inizio erano degli orrendi mammiferi su due gambe, poi mio padre ha voluto dare loro la parola, l’intelligenza, la FORZA. I PENSIERI. E questi ultimi, erano la cosa che mi faceva più paura di tutti. Il fatto che fossero così volubili..confusi, nebulosi, così capaci di cambiare velocemente…e così NUMEROSI. ”

Adam stette zitto.

“Ma soprattutto, cambiavano velocemente. Cambiavano forma, cambiavano postura, atteggiamento, tutto. Erano in perenne evoluzione, un attrito e una tensione che tuttavia non riuscivano ad accettare, in sè stessi e nell'ambiente circostante. Mi spaventava questa velocità nel cambiare e allo stesso tempo questa insofferenza al cambiamento, che tendeva a trasformarsi in odio. Se odi qualcosa prima o poi cercherai di distruggerla


“Anche Lucifer fece lo stesso. Nella speranza di fermare l’inarrestabile, non ha fatto altro che diventare esattamente come quelli che secondo lui erano mostri da fermare.”
“Esatto. È la formula della vita. Alla fine diventi come i mostri a cui dai la caccia.” Disse il ragazzo.
“Quel giorno credetti di vedere le sue ali, brillare, lo stesso baluginio che Sam vide quando venne portato su da Crowley.”

Quella storia a Dean non era nuova. Castiel e Gabriel gliel’avevano raccontata brevemente, anche se non ci aveva capito granchè. Aveva capito solo che Adam aveva tirato in ballo un certo passato antico, dei cuccioli di dinosauro ed erano riusciti incredibilmente a ritirare fuori la bontà antica di Lucifer, ma non capiva come. Ora i pezzi si stavano riallacciando, le finestrelle erano state accennate ma non ci aveva capito granchè.
 
Credevi di averle perdute, ma le tue ali sono sempre state li, Lucifer, non se ne sono mai andate via, sono solo rimaste sepolte dentro di te, in attesa che un atto di compassione le facesse riuscire fuori.” disse Michael.

Lucifer fece uno scatto e mise le mani al collo di Michael cercando di soffocarlo.

“Puoi ucciderlo, Lucifer, ma non puoi distruggere il tuo essere ANGELO, le tue ali stanno rinascendo, non te ne sei reso conto??” gridò Sam.

“No…”
 “E tutto questo è dipeso da un singolo atto di pietà!” Infierì Sam.

Il corpo di Lucifer tremò, quasi di luce azzurrina, mentre dietro le sue scapole qualcosa tremava, un baluginio bianco che illuminava la sua schiena.

“Hai sempre cercato il perdono da Dio, ma eri tu il primo  a non riuscire a perdonarti e di fatto ti sei reso IMPERDONABILE.” Disse Michael.

“N-no…nooo!” i suoi occhi divennero ancora più azzurri e chiari, mentre gridava. Un colore che parlava di lacrime e mari eterni senza tempo.“NO! NOSTRO PADRE MI HA PUNITO. MI HA CONFINATO QUAGGIÚ!” La sua voce era struggente. Straziante, era quella di un cucciolo diventato troppo grande. Era la voce di una stella del mattino. Nonostante il dramma del momento, Sam si sentì quasi un privilegiato a ascoltare una voce che avesse milioni e milioni di anni, una voce che tutti una volta avevano ammirato.

“Nostro padre ha sempre stabilito che la peggiore gabbia delle sue creature fosse quella che essi stessi infliggono loro. Fino a che tu avessi creduto di essere imperdonabile, saresti stato PRIGIONIERO, non è mai esistita nessuna gabbia, LUCIFERO, tranne quella che tu stesso ti sei costruito!”

“NOOOOOOOOOOOOOO. NON è VEROOOOOOOOOOOOOOOOO!”

 
 
Dean e Adam rimasero in silenzio per lunghi minuti.
“Solo perché tu e Sam lo avete perdonato, non vuol dire che debba perdonarlo anche io.”
“Non te lo abbiamo chiesto.”
“Bene.” Pausa. “Anche se devo ammettere che la storia che mi hai raccontato, mi ha scosso. “
Pausa.
“Credevo..cavolo, avevo il TERRORE di cosa potesse farti, una volta che fosse arrabbiato per il fatto che Sam fosse riuscito a scappare.”
“Invece non ha infierito. Perché avrebbe dovuto dal momento che gli ha permesso lui di andare via.

“Già..e lo capisco soltanto ora. Non ha combattuto con Cas e Gabriel. Anche se mi piace pensare che i nostri amici piumati avrebbero vinto contro di loro.”
Adam ridacchiò.
“Mi piacerebbe vederlo un combattimento wrestling tra i due arcangeli e Crowley e Castiel.”
Dean rise.

“Io invece spero di non vedere più quei pezzi di merda per tutta la vita.”
Adam sorrise.
“Stai parlando di due angeli gloriosi, Dean.”
“Me ne fotto! Non perdono chi tocca la mia famiglia, chi fa loro del male!!” Già è abbastanza grave che siano tornati in Paradiso!! Ma perdonare??"
Adam sorrise, ci fu una pausa, poi Dean si leccò il labbro.
“Forse un giorno..riuscirò a perdonare.” Disse Dean malinconico.

“Sai..” disse Adam. “Non ho risposto alla tua domanda.”
“Come??”
“Tu mi hai chiesto se ho sofferto e io ti ho fatto un riepilogo di tutto quello che abbiamo fatto, ma ti ho detto poco di come mi sentivo. La verità, è che se anche ho sofferto, per via degli incubi e dell’isolamento, non ero solo. Mi sono sentito amato. Con tutto quello che questo vuol dire. Un amore puro, fraterno, che non avevo mai provato e che ho solo potuto assaggiare prima che mi venisse portato via perché non potevo più governare il mio corpo. Passare quell’esperienza con Sam, mi ha arricchito. Ha fortificato il nostro rapporto e ci ha unito molto, ma non ha fatto solo questo, ci ha arricchiti umanamente, vivendo la Gabbia, abbiamo vissuto il divino. Credevamo di passare un inferno anche peggiore, ma è stato sì doloroso, struggente, ma anche intenso. Sam soffriva per te, per gli incubi, e io idem, ma togliendo questo, ci siamo resi conto che il nostro cuore è ancora in grado di perdonare.. e noi sottoterra li abbiamo perdonati.”
Dean era senza parole.

“Vedere il mondo che cambia, attraverso le finestrelle, ti cambia la coscienza, fratello. Noi pensiamo che il NOSTRO MONDO è l’unico. Viviamo nella nostra epoca, sappiamo che ce ne sono state altre, ma le viviamo in maniera distaccata, come se non fossero mai esistite veramente.  L’egocentrismo  l’edonismo ci invade e annichilisce. Non concepiamo altra vita all’infuori di noi, basti pensare a come trattiamo gli stranieri con le loro culture e la loro lingua diversa. Vedere com’era il mondo secoli fa, ti cambia la coscienza. Vedi com’era un pezzo di roccia prima di diventare una montagna, la nascita di un deserto o del primo fiore prima che diventino un campo di tulipani e la tua percezione delle cose cambia, si trasforma, anzi si allarga. Perché gli sforzi che fai tutti i giorni, l'anima che ci metti per costringerti a perdonare..ti accorgi che tutto quello che pensavi troppo grande per te, è in realtà MINUSCOLO rispetto al MIRACOLO della vita stessa, hai mai assistito alla nascita di una stella? La nascita della VITA è una cosa talmente grande che quando capisci il meccanismo ti accorgi che in fin dei conti PERDONARE è una cosa davvero piccola in confronto a questo. Tu vedi un campo di margherite e pensi che quelle margherite siano state sempre lì, dall’alba dei tempi, è l’errore che fa l’essere umano, ma non è così. Quelle margherite una volta non c’erano, è cominciato tutto dal primo fiore, allo stesso tempo di come i massi e le pietre non sono state sempre lì nell’acqua.”

“è vero..” disse Dean. “Come un sasso che butti in una superficie d’acqua tranquilla. Le onde si increspano, si agitano, ma poi i cerchi d’acqua si quietano e l’acqua torna immobile, ma il sasso..è sempre lì.” Si volse verso Adam. “puoi darmi dello stupido, ma sto pensando all’acqua come a Lucifero e al masso come l’oscurità che gli si è formata nell’anima.”
Adam sorrise, compiaciuto della similitudine.

“L’acqua sembra contaminata per via di quel sasso, impossibile da modificare, ma il sasso puoi sempre toglierlo..se sai dove cercare. L’acqua inquinata puoi purificarla, se ne hai davvero voglia..il cambiamento definitivo è come una coperta, quello che eri viene seppellito soltanto.”
“Mi ha fatto bene parlare con te, Adam credevo di farlo per te, ma ora capisco che forse ne avevo più bisogno io.”

“Sempre felice di rendermi utile.” Disse Adam.
 
 
 
 
*

Erano arrivati al lago, ma ancora non scendevano la scalinata in pietra. Dean aveva voluto chiedere ad Adam, qualcosa di diverso riguardo alla gabbia. In effetti si sentiva in colpa perché si rendeva conto di non aver mai chiesto ad Adam della sua vita PRIMA che lo conoscessero, prima degli angeli, prima dell’apocalisse, prima che quel bastardo di mostro che aveva preso le sue sembianze, uccidesse lui e la madre. Ma soprattutto voleva sapere la sua vita PRIMA DI JOHN. Voleva farlo mentre miravano sulla strada la superficie del lago.

“Frena, aspetta..parlami prima di TE, prima ancora che conoscessi nostro padre.” Lo aveva fermato Dean, visto che stava per partire a raffica a parlare di John.

Adam lo aveva guardato basito e riconoscente che Dean, come Sam, era interessato a lui come persona e quindi gli ripetè le stesse cose che gli aveva chiesto Sam da quando vivevano insieme.

Dipingevo.” Fu la risposta stupefacente. “Perlopiù piante e fiori. Mi sono reso conto fin da bambino, che non mi stancavo mai di vedere la natura FIORIRE, c’era qualcosa di stupefacente in questa natura apparentemente immobile, che però VIVEVA, invecchiava e MORIVA, esattamente come NOI. Ma noi siamo rumorosi, come molte specie viventi e soprattutto aggressivi. Possiamo fare del MALE se vogliamo. I fiori, le piante NO. Esse vivono e non nuocciono a nessuno, anzi ti procurano l’ossigeno che ti serve a vivere. Rimasi un giorno molto affascinato e colpito dal cartone animato di Pocahontas, quando vidi quella quercia antichissima, parlare all’indiana, dolce e saggia, mi sono detto: se tutti gli alberi potessero parlare, noi ci affideremmo a loro, forse allora ci sarebbe meno odio nel mondo. Forse per nulla. Mi sembrava una follia, ma la cosa mi faceva sorridere, una volta lessi una citazione: trova quel che fa sorridere il tuo cuore ed ecco allora che cominciai a disegnare qualche abbozzo: una mano umana che stringeva una mano di un albero. Ed era tutto lì, la bellezza e il senso della vita. Non c’era bisogno di gioielli, né di soldi o di chissà che, non c’era bisogno neanche di chissà quali colori. Era solo…quello.”





Dean rimase rapito da quello che Adam gli stava raccontando.
“Vorrei vederli..”

“Dovrei avere ancora qualche schizzo, un giorno ti farò vedere.”
“Dunque..hai il pollice verde eh?” gli chiese Dean intenerito.

“Esattamente, cominciai a studiare tutta l’etimologia dei fiori, la loro natura, la loro origine, capi che anche le piante hanno un’anima, loro non dicono niente, ma se parli a loro, loro ti capiscono e qualcuno dice che sanno anche quello che PENSI.”
“Inquietante. Non Vorrò mai un fiore in casa.”
Poi pensò a Sam. Beh, se Sam voleva comprargliene uno, chi era lui per rifiutare?

“Quando usciamo da noi stessi, abbiamo il cuore aperto per occuparci di altri esseri viventi, per farlo con amore e delicatezza, spesso quando trattiamo male gli altri è perché stiamo soffrendo noi. Per questo non sono mai riuscito a odiare nostro padre perché c’era poco.”
Dean lo osservò attentamente.

“Un giorno semplicemente mia mamma mi disse che mio..nostro padre voleva conoscermi. Non ho fatto storie né lagne, non ho chiesto perché, parte di me sapeva che un giorno sarebbe successo, non è stato mai come un fulmine a ciel sereno. Volevo da subito che non si sentisse tenuto a frequentarmi, non volevo impressionarlo perché a me non piace che cerchino di farlo con me, non volevo capire se fosse come me o sforzarmi di essere come lui. Un giorno mentre eravamo a vedere una partita di calcio, gli parlai della mia passione per la flora, rimase un po' sorpreso ma non smise di guardarmi negli occhi e io non li abbassai mai.  Credo che se ti vergogni di quello che sei, la persona che hai davanti lo percepisce e si comporta di conseguenza. Io ero più come un: io sono questo, ti va bene? Non ti va bene? Non importa, ti racconto solo quello che sono, in ogni atomo, senza filtri. E sai cosa, lui lo accettò, anche se era un generale, anche se tutto di lui non lasciava trasparire che amasse cose come la poesia o la musica. Ad un certo punto mi fa: chissà la mia Mary, cosa avrebbe detto se gli avessi regalato un mazzo di orchidee da tenere sul comodino, l’avrebbero profumata e amata, avrei voluto farla sentire più amata.”
Dean aveva i brividi.

“Sei stato grandissimo, Adam.” Non sapeva che dire, tutto quello che gli poteva venire in mente, sembrava inutile o banale.
“Ogni tanto mi parlava di voi, sai?”
“Davvero?”
Adam annuì.

“Diceva che Sam lo faceva disperare, ma aveva un animo tenero, Dean aveva un animo buono ma era un po' più forte ed era per questo che tu dovevi essere forte quanto e per lui. Diceva che un giorno ci avrebbe fatti conoscere, ma quel giorno non avvenne mai.”
“Mi dispiace.”

“A me no. E lo sai perché? Perché ho capito che a tutto c’è un perché. Se non ci siamo incontrati prima c’è una ragione. I tempi non erano maturi. Morire, rinascere e poi perdervi di nuovo? Qualcosa dentro di me non era pronto a unirci, avevamo prima delle lezioni da imparare, forse per ritrovarci e non perderci più.”
Ci fu qualche minuto di silenzio.
“Quando quel mostro prese le tue sembianze, non te l’ho mai detto, ma..ho desiderato una vita insieme. Noi tre.”

“Ahh mi fa piacere che vi siete affezionati al mostro che mi ha divorato.” Disse Adam e poi rise.

“Mi dispiace, ci ha ingannati per bene. Il punto è che vedevo Sam con te, che ti insegnava a sparare e…ho proiettato delle fantasie su noi tre. Sentivo di essere protettivo, una protezione che avevo anche con Sam e che…mi spaventava. Litigai anche con Sam, perché..non volevo che ti insegnasse a combattere. Mi rinfacciò di comportarmi come John! Gli chiesi se era geloso di te, che avevi avuto una vita normale, mi chiese la stessa cosa.”
Adam lo guardò sbalordito.

“Diamine. Che bambinate. Ringrazio Dio di non aver vissuto questo.”
Dean rise.
“Non l’avresti comunque fatto. Non ci siamo fatti sentire, non ci facciamo MAI sentire quando ci comportiamo da idioti.”
“Su questo ho dei dubbi.”
“il fatto è che per un momento..un singolo momento, desiderai che tu non ci fossi.”
Adam lo fissò, sapeva di averlo ferito, ma Adam era stato sincero con lui, sentiva di dovergli la stessa cosa.

“Me ne vergogno profondamente ma in quel momento desiderai non ci fossi, perché avresti portato un disequilibrio nella nostra vita, avrei dovuto preoccuparmi per tre, non più solo per due, avevo paura di ribaltare tutta la routine che ci eravamo costruiti, avevo paura di essere non all'altezza, avevo paura perchè più persone hai da proteggere e maggiore è il rischio che ne perderai qualcuna per strada, perché più persone ami e maggiore è il rischio che le perderai. Poi scoprimmo che eri morto e desiderai non aver mai fatto questi pensieri.”
Adam gli accarezzò il braccio.

“Dean, ti prego, mi fai stare male così. Non pensare più al passato. Pensa a me, quando sono tornato, vi ho abbandonati per seguire Zaccaria. Abbiamo fatto tutti delle cose di cui ci vergogniamo, anche io.”
“Ma quando ti siamo venuti a prendere.. avrei potuto prendere anche te, non solo Sam, a quest’ora..”

“A quest’ora avremmo avuto forse un altro ragazzo sulla coscienza! O pensi che Michael si sarebbe arreso a non avere un tramite??? L’ho detto anche a Sam, quelle non sono creature che si arrendono! Se doveva prendere un altro innocente, allora preferisco che sono stato io! Nessun altro deve pagare per me, Dean, e so che la pensi come me anche tu, perché sei mio fratello!!”
Dean lo fissò allibito.
“Se la metti in questo modo..”

“Tutti noi avremmo voluto che le cose fossero andate in un altro modo per procurarci meno sofferenza possibile ma forse è proprio la strada lastricata di sofferenza che porta con sé, le cose più belle, cavolo! Sam e io siamo riusciti a redimere il DIAVOLO.”
“Su questo ho un po' di dubbi..aspettiamo a parlare.”

“Però pensa se non fossimo caduti in quella buca, Dean.  Non sapremmo quello che sappiamo ORA, forse non solo a tutto c’è una ragione, forse l’universo stesso ci USA come pedine per redimere altre persone..per aiutare altre…CREATURE.”
Dean lo fissò pieno di sbalordimento.
“Quindi tu credi che..in un certo senso noi tutti siamo stati USATI affinchè potessimo aiutare il diavolo a redimersi? Suona inquietante.”

“Le persone si incontrano e si scontrano per ogni ragione. Pensiamo spesso che le persone capitano nella nostra vita per una mera casualità e invece non lo è quasi mai, ma c’è sempre una ragione.”
“Quindi..” Dean fece una pausa. “Credi ci sia una ragione perfino per il fatto che una persona possa PROVARE e sentire determinate cose? Come un..SENTIMENTO?”
Adam lo fissò e Dean per lunghi istanti si sentì traforato da quello sguardo. Bruciava su di sé come il sole che scotta.

“Io credo che..” Adam tentennò. “C’è sempre una RAGIONE per cui proviamo un qualche sentimento verso una persona, ma che non sia mai SBAGLIATO.
Dean stava già per protestare, forse pensando che Adam non avesse capito o inteso, ma Adam lo bloccò.

“Lasciami finire. Per sbagliato intendo che c’è una RAGIONE per cui provi quello che provi, può essere odio, antipatia, indifferenza o amore! Sbagliato in questo senso. Spesso gli esseri umani pensano non posso provare questo, è sbagliato, REPRIMONO quello che sentono, invece di interrogarsi sul perché lo provano, invece di cercare la RISPOSTA. Pensano subito che sia illusione invece di capire che se è vero che le persone si incontrano per una ragione, c’è una ragione anche per il fatto che provano un qualche cosa per qualcuno. Magari molti degli amori che provano non andranno mai in porto, tanti sono amore a senso unico, ma c’è differenza tra non poter vivere qualche cosa concretamente, e il pensare che sia sbagliata alla RADICE. Se l’Universo pensava che fosse sbagliata, non te l’avrebbe fatta mai vivere no?”
“Ok..parlare mezz’ora con te, è qualche cosa che saprebbe ribaltare perfino la mente di Einstein.” Disse Dean toccandosi la testa,
Adam sorrise.

“In effetti avrei voluto fare il filosofo. Smettiamo di parlare e andiamo al lago finalmente, che ne dici?”
 
 
 
 
*

Erano andati al lago ma una volta lì, Dean non riusciva lo stesso  a rilassarsi.
La chiacchierata con Adam lo aveva colpito molto e si sentiva bruciare dai sensi di colpa.

Ora che stava provando cosa significava essere un fratello maggiore, Adam poteva fare qualsiasi discorso filosofico che volesse su cose sbagliate o no, ma lui si sentiva in..COLPA.
Non all’altezza di essere il fratello maggiore che Adam avrebbe meritato che fosse.
Perché per Sam provava tutt’altro.
Se non provasse determinate cose, avrebbe potuto dare molto di più, a lui, a entrambi.
Senza sensi di colpa.

Adam aveva detto che nessun sentimento era sbagliato, ma lui si era fatto l’idea che il suo fratello maggiore fosse PERFETTO, che avesse una morale.
Ma lui non era come Adam pensava che fosse.
Adam era speciale. Meritava tantissimo e meritava una famiglia NORMALE, non meritava di soffrire e probabilmente crescere con dei complessi.

Il pensiero di quello che sarebbe potuto essere, di quello che forse John si aspettava che fosse, lo faceva sentire in colpa. Ora che aveva assaggiato come era con Adam, il pensiero di come avrebbe potuto essere con Sam e che non era, lo faceva sentire in colpa.
 
 
Adam si stava facendo il bagno e poteva sentire fisicamente, i pensieri di Dean su di lui e su sé stesso e facevano male, eccome se facevano male.
Nonostante lui si fosse sgolato come un matto, il suo fratellone era una testa dura. Non voleva capire! Amava ma si sentiva in colpa perché amava. Forse è tipico di chi è abituato tutta una vita a soffrire, la felicità degli altri diventa una sua felicità e visto che è dovuta al sacrificio, pensi che il sacrificio sia giusto portarlo da tutta la vita. Non pensi di meritare la felicità e basta, ma solo il sacrificio.

Non sei abituato a essere felice e basta e quando ti danno la felicità, la rifiuti.
Adam pensava a quanti amori che avrebbero potuto nascere e non sono nati, perché la gente non aveva riconosciuto la felicità quando gli era passata vicino.
“Dean..vieni con me! Non ho voglia di nuotare da solo!”
Dean mugolò sconsolato.
“Se me lo dici così..non posso rifiutare.”

Quando si addentrò nell'acqua con lui, disse “Sam sarebbe già al largo con quest’acqua.”
Pensa sempre a lui. pensò Adam con un sorriso.
 


Durante il viaggio di ritorno, Adam lanciò la seconda bordata:
“Lo sai che nella specie animale, l’omosessualità è una cosa normale?”
Dean quasi sbandò con il volante.
“Woaaah attento alla strada.”

“Scusa..ma te ne esci fuori con certi discorsi. Non è che vuoi dirci qualcosa?” ammiccò.
“Io no!” disse Adam con un sorrisetto. “Ma anche fosse, che ci sarebbe di male?” fischiettò.
“Niente, assolutamente niente!!” disse Dean sudando. “Sono orgoglioso di te, di solito la tua generazione è omofoba..io e Sam..non siamo così. Sono felice che hai preso il meglio dei nostri geni.”

Adam non aveva intenzione di mollare l'osso.
“Gli animali se ne infischiano delle classificazioni..si accoppiano anche tra specie diverse e non si fanno problemi su questo.”
Dean lo guardò come se fosse impazzito.
“Non credo di essere pronto a un discorso per legalizzare l’accoppiamento tra un uomo e una pecora.”
Nonostante avesse cercato di distrarlo, Adam notò in Dean una fiammella .La fiammella di chi cerca di depistare.

“Non ti preoccupare. Non sono così ESTREMISTA. Preferisco rimanere sulla stessa specie. Lo sai che i gatti si accoppiano tra di loro, anche se sono parte della stessa cucciolata? Poi ci sono i pesci che..”
“Cazzo, Adam smettila di parlare di incesti felini e non!!”
Adam azzardò un’occhiata, temendo di aver passato una linea invisibile, Dean sembrava incazzato ma era una maschera. Era più terrorizzato.

“Scusa..mi chiedevo solo come mai certe cose reputate sbagliate, vengono fatte normalmente da altre specie, allora non bisognerebbe parlare di azioni sbagliate, quanto forse di pensieri sbagliati, no?”
“Non è un argomento di cui voglio parlare.”
Calò il silenzio per cinque minuti, Adam aveva adagiato la testa sul finestrino sconsolato e fu lì, quando pensava di aver sbagliato tutto e che fosse stata una cosa fallimentare, che parlò ancora:

“Sento tutta la musica, Dean..anche attraverso le porte chiuse.”
Silenzio, ma Adam sentiva su di sé, il peso dei suoi occhi.
Quanto potevano bruciare degli occhi?

“Anche le sue parole..perchè quando è musica VERA, raggiunge le orecchie..non esistono porte chiuse.”
Avrebbe colto Dean, il rimando alla sua serenata?
E detto questo si addormentò.
Se Dean rimase sconvolto, non lo diede a vedere.
 

*

Una strana stanchezza era calata su Adam, quasi a volerlo aiutare.
I migliori piani arrivano quando diventa naturalezza.
“Dai, Adam..non farmi disperare. Siamo arrivati  a casa.”
“Dean!! Che c’è?”
La voce di Sam. Merda.
“Si è addormentato!”

Pochi secondi dopo, Sam scende gli scalini della villetta e Adam si chiede che merda sia avere dei fratelli maggiori così iperprotettivi.
“Dai a me, lo prendo io, anche se..ha raggiunto la maggiore età da un pezzo!”
Sam che cazzo vuoi fare? Perché devi rovinare così i miei ingegnosissimi piani?

“Cosa?? No! Non se ne parla, se il giovane qui presente vuole giocare al bell’addormentato, l’unico abbastanza bello per fare il principe azzurro, sono io!”
Dean, ma che cazzo dici? Scusalo, Sam, non sa quel che dice.

“Credo tu sia un po' troppo vanesio.” Disse Sam.
Bravo, Sam, così si parla.
Fu piuttosto arrendevole Sam, ragionò Adam, quando un secondo dopo, avvertì le braccia di Dean che con amorevolezza, lo portavano su, salendo gli scalini.
Con Sam non sarebbe così delicato. Non lo toccherebbe così piano, se gli mettesse le mani addosso.
 
“Come mai è crollato in questo modo??” gli chiese Sam, mentre gli apriva la porta di casa.

Mi sta portando come una sposa. Spero Sam non sia geloso. E che si risparmi dal baciarmi
“Gli ho attaccato la febbre! Temevo potesse succedere! E tu che dicevi che non era contagioso.”
Dean, ma che cazzo dici??

“COOOOSA?”
“Scherzavo! Ci sei cascato.”
Brutto coglione.

“Sei un idiota!”
Ecco, appunto.
“Quindi dorme solo?”
“Sì ed è anche abbastanza pesante, quindi se vuoi indicarmi le stanze..”

Questo vuole un calcio sugli stinchi..e io che mi prodigo a farli mettere insieme. Scusami Sam. E adesso..perchè non si muove? Perché si è fermato?
Adam non si accorse che Dean e Sam si erano fatti l’occhiolino. Un secondo dopo Dean lo aveva buttato a peso morto sul divano.
“AHHHHH.” Sobbalzò.

“Ma guarda, non eri crollato come un sasso?” chiese Dean.
“Dean!!! Ma sei scemo a buttarlo in quel modo?”
Adam si scosse la testa stralunato e si mise carponi.
“Dai, Sam, ci stava prendendo in giro, hai ricambiato il mio sguardo quando ti ho mimato che era sveglio e poi ti ho fatto l’occhiolino.”
“Non avevo capito che volevi cercare di ucciderlo!!”

“Oh quanti drammi, era solo uno scherzo.”
“Adam! Perchè fingevi di dormire?
Non risposi, lo guardai infuriato e diedi una gomitata a Dean proprio lì. Chissà, magari gli si risvegliava qualcosa.
“AHIOOO. Pezzo di..brutto marmocchio.”

“Ma dai, sei ancora sensibile là sotto? Pensavo di no!”
Insomma, si ricorda come funziona, vero? Perché da come agisce da adolescente sembra di no!
“Adesso ti faccio vedere io..”
“Non è a me che devi farmelo vedere!”

“Ti chiuderò quella boccaccia insolente.” Disse Dean, bloccandolo sul divano con il suo corpo e cominciando a fargli il solletico.
“Ahia. No, no, il solletico no, tutto ma non quello. Aiutooo Sam, ma sei scemo a stare lì così? Non vedi che mi sta molestando! Aiutooo.”
La risata allegra e spensierata di Sam riempì l’aria.

Dean si volse verso di lui e Adam seppe di aver vinto.
“Io..adesso dovrei andare.”
“No!” disse subito Sam. “Stai con noi a cena. Puoi giocare con Adam alla playstation..sarà stufo di avere me come solo compagno di giochi.”
“Veramente io..non saprei..non sono sicuro se..”

“Vado a preparare la cena!” disse Sam, poi si fermò. “Ma dopo non pensate di estromettermi, voglio giocare anche io e sono sicuro che vincerò anche contro voi due.”
Giocare? Ma Sam..sei così stupido come sembri?
Dean si voltò verso di lui sospettoso.
“Hai premeditato tutto vero?”

“Non so di cosa stai parlando, ma dovresti essere meno..complottista! Nella vita aiuta sai?" fischiettò Adam.






















Allora voglio chiedervi scusa innanzitutto per il capitolo lunghissimo xd vi prometto che il blocco sui tre fratelli sta per finire, al massimo ancora uno o due capitoli, poi si sbloccherà anche la situazione tra Dean e Sam in un modo o nell'altro eheheh. La cosa degli animali che ha accennato Adam è vera! Non badano tanto all'incesto! Io ho saputo delle cose ma non ho approfondito perché alcune cose erano inquietanti xd mi dispiace per la prolissità del capitolo Ma io ci tenevo veramente tanto a fare avere a Dean e Adam dei dialoghi veramente profondi e penso di essermi lasciata un po' prendere la mano loool però sono abbastanza contenta del risultato xd io volevo proprio che Dean si sentisse arricchito dai dialoghi con Adam, che lui riuscisse a ritagliarsi un ruolo importante tra i tre
   
 
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