Ecco
qui il mio nuovo capitolo!!Spero che vi piaccia e come sempre che mi dite la
vostra a riguardo! In questo capitolo arriva un personaggio importante ai fini
della storia ma non vi anticipo niente!
Vi ringrazio ancora di cuore per il vostro sostegno! Siete sempre molto
carini!Un saluto come sempre a Kapoch, Lellox, Phoenixlupin, Irish, e
tutti voi che mi seguite con tanto affetto! Grazie mille e alla prossima!
I suoi abiti erano
così regali e ben rifiniti. Non avevo mai visto tanto
sfarzo in un’unica persona. Forse perché non me lo sarei mai potuto permettere,
ma la ritenevo in apparenza fin troppo appariscente. Le piume del suo cappello
risplendono alla luce del sole, i suoi capelli rossi risaltano i contorni del
suo viso.
“Carissima Georgiana!” si avvicina a lei senza rivolgermi la ben che
minima attenzione. “ Come siete cresciuta, è a dir poco impressionante! Non c’è
che dire mio fratello aveva perfettamente ragione, siete diventata splendida,
al pari della vostra ricchezza!” continua ad agitare quel ventaglio, come se
volesse attirare in ulteriore modo l’attenzione su di lei.
“ Come siete magnanima Caroline” come sempre non poteva che essere
cordiale con chi si trovava di fronte.
“ Non appena ho saputo da Charles della vostra presenza qui mi sono
precipitata a darvi i miei omaggi. È un grande onore avere la vostra presenza in questa casa…ma ditemi, vostro fratello, il rispettabile
Signor Darcy,
quando tornerà dal suo viaggio?”
“Oh non vi sappia lungo
l’aspettare, tornerà a momenti!”
Era difficile per me immaginare che il Signor Bingley,
tanto generoso quanto amichevole potesse avere una sorella così artificiosa ed altezzosa, oserei dire in maniera
ancora più accentuata del Signor Darcy.
“ Ho saputo, mia cara, che ultimamente avete avuto dei tempi duri”
“Oh non saprei…direi che non posso
lamentarmi!”
“Siete sempre così
accondiscendente, vero? Non ritenevo possibile che vostro fratello avesse
accettato di inserire in casa una serva, di così basse origini, per di più l’avesse scelta per fare da istitutrice a
voi! Sono rimasta sconcertata, a dire il vero! Perciò volevo conferma verificando di persona e a quanto
pare, non posso che accondiscendere alle voci di sobborgo!” concentro la mia
attenzione su colei che mi stava guardando quasi con disgusto, come se fossi
non solo di troppo, ma inopportuna. Mi squadra dalla testa ai piedi, rimanendo
inorridita dal lembo consumato del mio abito.
“Prima di essere insultata, vorrei avere il piacere o in questo caso
il dispiacere di conoscere la persona che ho di fronte!”
“ Signorina Bennet, vero? Non sono io che
debbo riverenza a voi, ma voi a me! a quanto vedo, non vi manca la
sfacciataggine!Tuttavia vi farò l’onore di
conoscermi quest’oggi. Mi presento sono Caroline, sorella di quell’ingenuo di
Charles , che evidentemente non si aspettava di ospitare assieme ai suoi
stimabili amici anche una serva. Se mi avesse messo al corrente glielo avrei
impedito!” rimango esterrefatta da tali parole, anche se non era la prima volta
che me le sentivo pronunciare, ormai da tempo. “ Non temete, Georgiana, di
rimanere in qualche modo, oserei dire, contaminata dalla volgarità di questa
donna, che non ha alcun beneficio per voi e tantomeno per questa casa?”
Georgiana rimane quasi indifesa a tanta crudeltà nei miei confronti.
“Badate a come parlate!Non siete voi a dover giudicare, né a fare
domande tanto inopportune!” una voce di spalle mi coglie di sorpresa. Sapevo di
conoscerla, non potevo sbagliare. Sul primo momento non mi volto, mi limito a
percepire sempre di più la sua presenza dietro di me, poi con un gesto
repentino incrocio per l’ennesima volta il suo viso. Mi soffermo per qualche
istante a fissarlo attonita. Darcy scaglia un’occhiata a Caroline per poi abbassare lo
sguardo su me. Non c’erano parole tra noi, solo un inquietante, insolito
silenzio.
“Quale onore, avere tra noi il Signor Darcy!
Sono lieta di vedervi! Non avrete intenzione di mal accogliermi solo per
prendere le parti di chi non se lo merita?”
“ No, infatti. Ma ritengo che rimanere al vostro posto sarebbe più
appropriato!” il volto di Georgiana si inebria di luce nel vedere il ritorno di
colui che ama di più al mondo.
“Che vi succede Darcy? Dunque è vero ciò
che si sente dire? Vi state veramente…”
“Tacete, per favore, non sono affari che vi
riguardano, né ora né mai!” rimango colpita dalle parole di Caroline. Che cosa
avrà voluto accennare con quel suo modo tanto irritante .
“ No vi prego, continuate! Ditemi! Se è una cosa che mi riguarda,
ritengo opportuno che ne venga messa a parte!” il Signor Darcy
gela di colpo davanti a me. Noto una qual certa apprensione nel suo volto.
“Oh certo che vi riguarda. Molte cose vi riguardano, per mia sfortuna,
ma evidentemente ancora non ne siete al corrente, vero?” regala un sorrisetto
amaro, nascosto a mala pena dal suo ventaglio rosso. “ Darcy,Darcy, non imparerete mai vero?Non sarete mai un uomo
diverso da quello che siete!”
“TACETE,per l’amor del cielo!Lo esigo!” il suo tono era terribilmente
serio e preoccupato. Non osava più guardarmi in faccia.
“ Se è così allora, non c’è
ragione che resti. Sarei solo di intralcio, ma badate che se siete qui è anche
perché io l’ho desiderato, d'altronde questa casa mi appartiene in ugual
maniera che a Bingley!” il suo volto permaloso, si
contrae in una smorfia di delusione. “Quanto a voi, Signorina Elizabeth, il
vostro soggiorno qui non durerà a lungo, ve lo assicuro!” si avvicina a me, bisbigliandomi tali parole,
poco più che percettibili all’udito, ma ben impresse nel mia mente.” …troverò il modo di disfarmi di voi, non
voglio ignobili nella mia casa!” mi lancia uno sguardo di sfida, più che
convinto delle sue disonorevoli intenzioni. La saluto con freddezza, per poi
rivolgermi al Signor Darcy, che cerca immediatamente
di sfuggirmi.
“ Aspettate! Devo parlarvi!”
“Non ho nulla da dirvi! Non c’è niente di cui io possa mettervi al
corrente in questo momento! Se siete intenzionata a porgermi le vostre scuse,
sappiate che per questa volta non le pretendo… ” stava per ruotare definitivamente il suo
volto, evitandomi ancora una volta.
“ Che cosa intendeva pochi istanti fa Caroline?”
“ Ciò non vi
riguarda!”
“E’ qui che vi sbagliate! Per quanto mi odiate, per quanto mi
rifuggite, io pretendo che voi mi rendiate partecipe di tutto ciò che costituisce la mia vita!”
“Non so a cosa vi stiate riferendo…”
“ Continuate a negare, Signor Darcy! Ma
sappiate che la vostra deplorevole commedia terminerà a breve, e ben presto, io
scoprirò ciò che è giusto che
io sappia…”
“ Non oserete intromettervi nelle mie decisioni!” finalmente si era
degnato di guardarmi. Questa volta però, i suoi occhi risultavano più tetri al mio orgoglio che cercava di
difendersi nel miglior modo.
“ Decisioni che riguardano me!” i nostri toni di voce sono sempre più
alti. I nostri volti sempre più vicini, troppo. Non potevo non essere a disagio, eppure non
riuscivo ad indietreggiare da lui.
“E seppure così fosse, ciò non dovrebbe comunque riguardarvi poiché non siete
l’unica a tenere al bene della vostra vita!” queste ultime parole mi lasciano
interdetta. Rimango attonita, spiazzata. Non riesco a ribattere, ad avere la
forza per pronunciare una qualche risposta. Del Signor Darcy
rimane solo il profumo del suo abito davanti a me. A passo spedito si allontana
dalla sala e mi lascia inerme al cospetto di Georgiana, impietrita quanto me.
Le lancio una breve occhiata e con un sorriso teso e tremolante mi congedo per
ritirarmi nella mia stanza. Il mio cuore comincia stranamente a pompare sangue
tanto ghiacciato da ferirsi. Non potevo che essere confusa dalla sua reazione,
non riuscivo a trovare una spiegazione, sempre che ve ne fosse una.
La mattina seguente, nonostante per la prima volta lo desiderassi, non
incontro in nessun angolo della casa il Signor Darcy.
Era da tempo che non mi soffermavo ad ammirare la bellezza e la raffinatezza di
questa casa. Tante decorazioni, tanto sfarzo non avrebbero mai ricoperto la
nostra umile dimora. Il silenzio regnava ancora sovrano tra i lussuosi corridoi
con pareti affrescate. Quei colori sembravano riemergere ancora freschi, vitali
ad ogni sferzata di luce mattutina. Mi dirigo come mia consuetudine nella sala
dove io e la Signorina Georgiana teniamo lezione. Con molta probabilità
non sarebbe di già lì, tuttavia volevo affrettarmi a raggiungere una qualsiasi
altra stanza, sperando di trovarvi chi cercavo.
Entro. Era la prima volta che la stanza aveva i tendaggi chiusi. Un
alone di inquietudine mi pervade. Quell’ombra, quella atmosfera nuova ed
insolita mi rabbrividisce. Ogni cosa sembrava avere un aspetto diverso, poco
più che palpabile. Mi avvicino alla prima finestra che scorgo alla vista. Avrei
voluto scansare quelle lussuose tende in tempo, ma la mia mano viene
improvvisamente bloccata. Sobbalzo indietro pensando erroneamente di essere
sola.
“ Perdonatemi se vi ho spaventata!” quei lievi raggi di luce che
riuscivano a penetrare, illuminavano a mala pena il contorno dei suoi
lineamenti.
“ S-Signor Darcy, voi mi avete colta di sprovvista…pensavo di essere sola a quest’ora del mattino”
la mia voce non era del tutto sicura, si poteva percepire ancora qualche
traccia di insicurezza. Noto ancora la sua mano sulla mia. E’ così fredda quest’oggi, ma al tempo stesso liscia e
toccabile. “ Non ho dimenticato le vostre parole…so
che voi, mi state nascondendo fin troppo, sin dal mio arrivo, ma non so quanto
questo si possa spingere oltre.” Continuo a fissare la sua mano. Non l’aveva
mai così tanto stretta alla mia, e questo mi rendeva per la
prima volta fragile.
“ Non continuate a fare domande, non potete! Chiedereste troppo a me stesso…” lo sento avvicinarsi, sebbene la sua immagine non
fosse ancora ben nitida di fronte a me. Retrocedo intimorita.
“ Per quanto sembri assurdo io non vi ho mai chiesto nulla…e non comprendo ancora il perché vi stiate offrendo
di aiutare una persona che sembrate rinnegare!”
“ Allora sarò io a chiedere qualcosa
a voi in quanto vostro padrone...” non capivo il senso delle sue parole, ma potevo
per la prima volta scorgere nei suoi occhi qualche cosa di diverso. “…vi chiedo di avere fiducia in me, e di non odiarmi,
seppure ve lo siate ripromessa!” rapita dalle sue parole, non mi accorgo che
ormai un solo raggio di sole divideva i nostri volti. Non mi ero mai sentita
tanto attratta dai suoi occhi, e al contempo intimidita da rimanerne
abbagliata. Il suo profumo era troppo vicino, il suo respiro troppo diverso dal
solito. Sentivo che la mia mente si sarebbe lasciata abbandonare almeno per
questa volta. Darcy distacca la sua mano, per poi
avvicinarla ai contorni del mio viso. Tremava. A sbalzi percepivo il contatto
della sua pelle con la mia. Ero timorosa di quello che sarebbe potuto
succedere, per quanto assurdo ed
imprevedibile. C’era solo silenzio a dividere le nostre bocche. Nell’oscurità
di quella stanza mi sembrava esserci più luce di quanto pensassi. Continuo a
guardarlo e a soffermarmi sui contorni indistinti del suo viso. Non appena
sento le sue labbra poco più che sfiorarmi,allontano il mio viso e fuggo via,
in preda alla confusione.
“Perdonatemi…non avrei dovuto” stringe la
sua mano ritraendola, come a voler imprigionare tutti i suoi pensieri. “Non
accadrà mai più…”
Darcy rimane a disagio quanto me e prende
coscienza di quello che stava per fare. Sento il mio cuore battere, senza una
motivazione vera e propria. Battere, battere smisuratamente,ma per chi? Per
l’uomo che odia!Mi appresto ad aprire la porta, ma qualcuno gira il pomello
dorato prima di me. Al pensiero che Caroline o Georgiana potesse trovarci qui,
soli, in tali circostanze mi terrorizzava. Non avrei potuto dare alcuna
spiegazione, e tutto questo sarebbe oltre modo disdicevole. Persino Darcy freme dall’angolo della finestra. Avevo ancora
impresso il sapore lieve delle sue labbra, sarebbe stato
troppo difficile dimenticarlo e mentire, per occultare l’imbarazzo. Impietrita
ed ansimante attendo che quella porta si aprisse, malgrado il mio immenso
timore. Vedo ancora quei occhi. La loro immagine mi assale. Il ricordo del tocco della sua mano scandisce i secondi che passano, prima che
possa vedere al di là di quella porta.
“Signorina Elizabeth!” essere sorpresa era poco. Pensavo di non capire
bene chi avessi davanti a me, tanta era l’agitazione di pochi istanti prima. Mi
vedo comparire Georgiana inaspettatament.Dietro di
lei Caroline ignara dell’accaduto. Era chiaro lo stupore delle loro
espressioni.
“Una persona vi attende all’entrata della casa, volevo solo dirvelo,
vi stavo cercando da tempo, ma evidentemente …” riesce a mala pena a scandire
con naturalezza tali parole. Tenta di non rendere visibile il suo
sconcertamento, ma era più che evidente. Non avevo idea di chi fosse ad
attendermi, sapevo solo che in questo momento sarebbe stato meglio per tutti
evitare qualsiasi spiacevole confronto in merito all’accaduto.
“Vado subito. Grazie Signorina Georgiana ,n-non dovevate scomodarvi
tanto!Con il vostro permesso, andrei non vorrei fare attendere” Caroline e
Georgiana rimangono una a fianco dell’altra, ancora taciturne, mentre io tento
di passare inosservata alle loro spalle.
“Signorina Bennet!” mi fermo giusto in tempo
prima di andarmene . “Ricordate le mie parole!E voi Darcy,
quando finirete di giocare?Non state facendo sul serio,vero? Non si confà a
voi!” Darcy non proferisce parola. Passa tra me e
Caroline senza rivolgere il minimo sguardo ad entrambe per poi andarsene. Essere
sola con i miei dubbi e con le mie paure è più timoroso di quanto pensassi. La
vostra lontananza Signor Darcy comincia a farmi
paura, ma non posso ancora dimenticare il vostro orgoglio, che più di una volta
non ha esitato a ferirmi.