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Autore: Elizabeth9    26/08/2009    6 recensioni
Quando il signor Bennet lasciò definitivamente la casa,sapeva con certezza che avrebbe posto fine a qualsiasi speranza delle sue figlie di avere una vita felice e di poter essere sposate. Elizabeth, una delle sorelle maggiori perciò decide di lasciare la propria famiglia e stabilirsi presso il temuto e facoltoso Signor Darcy che le avrebbe offerto un guadagno. Una nuova storia di uno dei classici più intramontabili di tutti i tempi, dove forse non sempre l'apparenza è vermante l'unica realtà. Regole e pregiudizi verranno superati ed infranti per dichiarare un amore, per molti impossibile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ecco qui il mio nuovo capitolo!!Spero che vi piaccia e come sempre che mi dite la vostra a riguardo! In questo capitolo arriva un personaggio importante ai fini della storia ma non vi  anticipo niente! Vi ringrazio ancora di cuore per il vostro sostegno! Siete sempre molto carini!Un saluto come sempre a Kapoch, Lellox, Phoenixlupin, Irish, e tutti voi che mi seguite con tanto affetto! Grazie mille e alla prossima!

I suoi abiti erano così regali e ben rifiniti. Non avevo mai visto tanto sfarzo in un’unica persona. Forse perché non me lo sarei mai potuto permettere, ma la ritenevo in apparenza fin troppo appariscente. Le piume del suo cappello risplendono alla luce del sole, i suoi capelli rossi risaltano i contorni del suo viso.

“Carissima Georgiana!” si avvicina a lei senza rivolgermi la ben che minima attenzione. “ Come siete cresciuta, è a dir poco impressionante! Non c’è che dire mio fratello aveva perfettamente ragione, siete diventata splendida, al pari della vostra ricchezza!” continua ad agitare quel ventaglio, come se volesse attirare in ulteriore modo l’attenzione su di lei.

“ Come siete magnanima Caroline” come sempre non poteva che essere cordiale con chi si trovava di fronte.

“ Non appena ho saputo da Charles della vostra presenza qui mi sono precipitata a darvi i miei omaggi. È un grande onore avere la vostra presenza in questa casa…ma ditemi, vostro fratello, il rispettabile Signor  Darcy, quando tornerà dal suo viaggio?”

“Oh  non vi sappia lungo l’aspettare, tornerà a momenti!”

Era difficile per me immaginare che il Signor Bingley, tanto generoso quanto amichevole potesse avere una sorella così artificiosa ed altezzosa, oserei dire in maniera ancora più accentuata del Signor Darcy.

“ Ho saputo, mia cara, che ultimamente avete avuto dei tempi duri”

“Oh non saprei…direi che non posso lamentarmi!”

“Siete sempre così accondiscendente, vero? Non ritenevo possibile che vostro fratello avesse accettato di inserire in casa una serva, di così basse origini, per di più l’avesse scelta per fare da istitutrice a voi! Sono rimasta sconcertata, a dire il vero! Perciò volevo conferma verificando di persona e a quanto pare, non posso che accondiscendere alle voci di sobborgo!” concentro la mia attenzione su colei che mi stava guardando quasi con disgusto, come se fossi non solo di troppo, ma inopportuna. Mi squadra dalla testa ai piedi, rimanendo inorridita dal lembo consumato del mio abito.

“Prima di essere insultata, vorrei avere il piacere o in questo caso il dispiacere di conoscere la persona che ho di fronte!”

“ Signorina Bennet, vero? Non sono io che debbo riverenza a voi, ma voi a me! a quanto vedo, non vi manca la sfacciataggine!Tuttavia vi farò l’onore di conoscermi quest’oggi. Mi presento sono Caroline, sorella di quell’ingenuo di Charles , che evidentemente non si aspettava di ospitare assieme ai suoi stimabili amici anche una serva. Se mi avesse messo al corrente glielo avrei impedito!” rimango esterrefatta da tali parole, anche se non era la prima volta che me le sentivo pronunciare, ormai da tempo. “ Non temete, Georgiana, di rimanere in qualche modo, oserei dire, contaminata dalla volgarità di questa donna, che non ha alcun beneficio per voi e tantomeno per questa casa?” Georgiana rimane quasi indifesa a tanta crudeltà nei miei confronti.

“Badate a come parlate!Non siete voi a dover giudicare, né a fare domande tanto inopportune!” una voce di spalle mi coglie di sorpresa. Sapevo di conoscerla, non potevo sbagliare. Sul primo momento non mi volto, mi limito a percepire sempre di più la sua presenza dietro di me, poi con un gesto repentino incrocio per l’ennesima volta il suo viso. Mi soffermo per qualche istante a fissarlo attonita.  Darcy scaglia un’occhiata a Caroline per poi abbassare lo sguardo su me. Non c’erano parole tra noi, solo un inquietante, insolito silenzio.

“Quale onore, avere tra noi il Signor Darcy! Sono lieta di vedervi! Non avrete intenzione di mal accogliermi solo per prendere le parti di chi non se lo merita?”

“ No, infatti. Ma ritengo che rimanere al vostro posto sarebbe più appropriato!” il volto di Georgiana si inebria di luce nel vedere il ritorno di colui che ama di più al mondo.

“Che vi succede Darcy? Dunque è vero ciò che si sente dire? Vi state veramente…

Tacete, per favore, non sono affari che vi riguardano, né ora né mai!” rimango colpita dalle parole di Caroline. Che cosa avrà voluto accennare con quel suo modo tanto irritante .

“ No vi prego, continuate! Ditemi! Se è una cosa che mi riguarda, ritengo opportuno che ne venga messa a parte!” il Signor Darcy gela di colpo davanti a me. Noto una qual certa apprensione nel suo volto.

“Oh certo che vi riguarda. Molte cose vi riguardano, per mia sfortuna, ma evidentemente ancora non ne siete al corrente, vero?” regala un sorrisetto amaro, nascosto a mala pena dal suo ventaglio rosso. “ Darcy,Darcy, non imparerete mai vero?Non sarete mai un uomo diverso da quello che siete!”

“TACETE,per l’amor del cielo!Lo esigo!” il suo tono era terribilmente serio e preoccupato. Non osava più guardarmi in faccia.

“ Se è così allora, non c’è ragione che resti. Sarei solo di intralcio, ma badate che se siete qui è anche perché io l’ho desiderato, d'altronde questa casa mi appartiene in ugual maniera che a Bingley!” il suo volto permaloso, si contrae in una smorfia di delusione. “Quanto a voi, Signorina Elizabeth, il vostro soggiorno qui non durerà a lungo, ve lo assicuro!”  si avvicina a me, bisbigliandomi tali parole, poco più che percettibili all’udito, ma ben impresse nel mia mente.” …troverò il modo di disfarmi di voi, non voglio ignobili nella mia casa!” mi lancia uno sguardo di sfida, più che convinto delle sue disonorevoli intenzioni. La saluto con freddezza, per poi rivolgermi al Signor Darcy, che cerca immediatamente di sfuggirmi.

“ Aspettate! Devo parlarvi!”

“Non ho nulla da dirvi! Non c’è niente di cui io possa mettervi al corrente in questo momento! Se siete intenzionata a porgermi le vostre scuse, sappiate che per questa volta non le pretendo…  ” stava per ruotare definitivamente il suo volto, evitandomi ancora una volta.

“ Che cosa intendeva pochi istanti fa Caroline?”

“ Ciò non vi riguarda!”

“E’ qui che vi sbagliate! Per quanto mi odiate, per quanto mi rifuggite, io pretendo che voi mi rendiate partecipe di tutto ciò che costituisce la mia vita!”

“Non so a cosa vi stiate riferendo…

“ Continuate a negare, Signor Darcy! Ma sappiate che la vostra deplorevole commedia terminerà a breve, e ben presto, io scoprirò ciò che è giusto che io sappia…

“ Non oserete intromettervi nelle mie decisioni!” finalmente si era degnato di guardarmi. Questa volta però, i suoi occhi risultavano più tetri al mio orgoglio che cercava di difendersi nel miglior modo.

“ Decisioni che riguardano me!” i nostri toni di voce sono sempre più alti. I nostri volti sempre più vicini, troppo.  Non potevo non essere a disagio, eppure non riuscivo ad indietreggiare da lui.

“E seppure così fosse, ciò non dovrebbe comunque riguardarvi poiché non siete l’unica a tenere al bene della vostra vita!” queste ultime parole mi lasciano interdetta. Rimango attonita, spiazzata. Non riesco a ribattere, ad avere la forza per pronunciare una qualche risposta. Del Signor Darcy rimane solo il profumo del suo abito davanti a me. A passo spedito si allontana dalla sala e mi lascia inerme al cospetto di Georgiana, impietrita quanto me. Le lancio una breve occhiata e con un sorriso teso e tremolante mi congedo per ritirarmi nella mia stanza. Il mio cuore comincia stranamente a pompare sangue tanto ghiacciato da ferirsi. Non potevo che essere confusa dalla sua reazione, non riuscivo a trovare una spiegazione, sempre che ve ne fosse una.

La mattina seguente, nonostante per la prima volta lo desiderassi, non incontro in nessun angolo della casa il Signor Darcy. Era da tempo che non mi soffermavo ad ammirare la bellezza e la raffinatezza di questa casa. Tante decorazioni, tanto sfarzo non avrebbero mai ricoperto la nostra umile dimora. Il silenzio regnava ancora sovrano tra i lussuosi corridoi con pareti affrescate. Quei colori sembravano riemergere ancora freschi, vitali ad ogni sferzata di luce mattutina. Mi dirigo come mia consuetudine nella sala dove io e la Signorina Georgiana teniamo lezione. Con molta probabilità non sarebbe di già lì, tuttavia volevo affrettarmi a raggiungere una qualsiasi altra stanza, sperando di trovarvi chi cercavo.

Entro. Era la prima volta che la stanza aveva i tendaggi chiusi. Un alone di inquietudine mi pervade. Quell’ombra, quella atmosfera nuova ed insolita mi rabbrividisce. Ogni cosa sembrava avere un aspetto diverso, poco più che palpabile. Mi avvicino alla prima finestra che scorgo alla vista. Avrei voluto scansare quelle lussuose tende in tempo, ma la mia mano viene improvvisamente bloccata. Sobbalzo indietro pensando erroneamente di essere sola.

“ Perdonatemi se vi ho spaventata!” quei lievi raggi di luce che riuscivano a penetrare, illuminavano a mala pena il contorno dei suoi lineamenti.

“ S-Signor Darcy, voi mi avete colta di sprovvista…pensavo di essere sola a quest’ora del mattino” la mia voce non era del tutto sicura, si poteva percepire ancora qualche traccia di insicurezza. Noto ancora la sua mano sulla mia. E’ così fredda quest’oggi, ma al tempo stesso liscia e toccabile. “ Non ho dimenticato le vostre parole…so che voi, mi state nascondendo fin troppo, sin dal mio arrivo, ma non so quanto questo si possa spingere oltre.” Continuo a fissare la sua mano. Non l’aveva mai così tanto stretta alla mia, e questo mi rendeva per la prima volta fragile.

“ Non continuate a fare domande, non potete! Chiedereste troppo a me stesso…” lo sento avvicinarsi, sebbene la sua immagine non fosse ancora ben nitida di fronte a me. Retrocedo intimorita.

“ Per quanto sembri assurdo io non vi ho mai chiesto nulla…e non comprendo ancora il perché vi stiate offrendo di aiutare una persona che sembrate rinnegare!”
“ Allora sar
ò io a chiedere qualcosa a voi in quanto vostro padrone...” non capivo il senso delle sue parole, ma potevo per la prima volta scorgere nei suoi occhi qualche cosa di diverso. “…vi chiedo di avere fiducia in me, e di non odiarmi, seppure ve lo siate ripromessa!” rapita dalle sue parole, non mi accorgo che ormai un solo raggio di sole divideva i nostri volti. Non mi ero mai sentita tanto attratta dai suoi occhi, e al contempo intimidita da rimanerne abbagliata. Il suo profumo era troppo vicino, il suo respiro troppo diverso dal solito. Sentivo che la mia mente si sarebbe lasciata abbandonare almeno per questa volta. Darcy distacca la sua mano, per poi avvicinarla ai contorni del mio viso. Tremava. A sbalzi percepivo il contatto della sua pelle con la mia. Ero timorosa di quello che sarebbe potuto succedere, per quanto  assurdo ed imprevedibile. C’era solo silenzio a dividere le nostre bocche. Nell’oscurità di quella stanza mi sembrava esserci più luce di quanto pensassi. Continuo a guardarlo e a soffermarmi sui contorni indistinti del suo viso. Non appena sento le sue labbra poco più che sfiorarmi,allontano il mio viso e fuggo via, in preda alla confusione.

Perdonatemi…non avrei dovuto” stringe la sua mano ritraendola, come a voler imprigionare tutti i suoi pensieri. “Non accadrà mai più…  Darcy rimane a disagio quanto me e prende coscienza di quello che stava per fare. Sento il mio cuore battere, senza una motivazione vera e propria. Battere, battere smisuratamente,ma per chi? Per l’uomo che odia!Mi appresto ad aprire la porta, ma qualcuno gira il pomello dorato prima di me. Al pensiero che Caroline o Georgiana potesse trovarci qui, soli, in tali circostanze mi terrorizzava. Non avrei potuto dare alcuna spiegazione, e tutto questo sarebbe oltre modo disdicevole. Persino Darcy freme dall’angolo della finestra. Avevo ancora impresso il sapore lieve delle sue labbra, sarebbe stato troppo difficile dimenticarlo e mentire, per occultare l’imbarazzo. Impietrita ed ansimante attendo che quella porta si aprisse, malgrado il mio immenso timore. Vedo ancora quei occhi. La loro immagine mi assale. Il ricordo del  tocco della sua mano  scandisce i secondi che passano, prima che possa vedere al di là di quella porta.

“Signorina Elizabeth!” essere sorpresa era poco. Pensavo di non capire bene chi avessi davanti a me, tanta era l’agitazione di pochi istanti prima. Mi vedo comparire Georgiana inaspettatament.Dietro di lei Caroline ignara dell’accaduto. Era chiaro lo stupore delle loro espressioni.

“Una persona vi attende all’entrata della casa, volevo solo dirvelo, vi stavo cercando da tempo, ma evidentemente …” riesce a mala pena a scandire con naturalezza tali parole. Tenta di non rendere visibile il suo sconcertamento, ma era più che evidente. Non avevo idea di chi fosse ad attendermi, sapevo solo che in questo momento sarebbe stato meglio per tutti evitare qualsiasi spiacevole confronto in merito all’accaduto.

“Vado subito. Grazie Signorina Georgiana ,n-non dovevate scomodarvi tanto!Con il vostro permesso, andrei non vorrei fare attendere” Caroline e Georgiana rimangono una a fianco dell’altra, ancora taciturne, mentre io tento di passare inosservata alle loro spalle.

“Signorina Bennet!” mi fermo giusto in tempo prima di andarmene . “Ricordate le mie parole!E voi Darcy, quando finirete di giocare?Non state facendo sul serio,vero? Non si confà a voi!” Darcy non proferisce parola. Passa tra me e Caroline senza rivolgere il minimo sguardo ad entrambe per poi andarsene. Essere sola con i miei dubbi e con le mie paure è più timoroso di quanto pensassi. La vostra lontananza Signor Darcy comincia a farmi paura, ma non posso ancora dimenticare il vostro orgoglio, che più di una volta non ha esitato a ferirmi.

 

  
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