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Autore: Fakir    27/02/2021    0 recensioni
SEGUITO DI "UOMINI... GIOCATTOLI DEGLI DEI?" La sconfitta di Hades ha condotto il mondo dell’oltretomba nel caos e dagli abissi più profondi degli Inferi, dove erano rinchiusi, sono fuggite oscure forze primordiali che, ritenendo gli dei responsabili del loro esilio si sono abbattute sul mondo creato dagli stessi dei e dato in dono agli uomini, per compiere la loro vendetta. Sette, tra loro, emergono come i più spietati e insidiosi. Si tratta dei Vitium: Akedia, Avaritia, Luxuria, Superbia, Ira, Gula e Invidia. Il caos negli Inferi e l’arrivo sulle terra dei Vitium ha causato la discesa dal Cielo delle Virtutes, che costituiscono un esercito celeste ben organizzato e compatto, rigorosamente diviso in gerarchie. A scendere in campo contro i Vitium saranno: Forteza, Prudentia, Temperantia, Castitas, Caritas, Humilitas e Benignitas. la Terra sta per diventare il campo di battaglia dell’eterna lotta tra forze del bene e forze del male, che dai tempi del mito sempre si sono contese il cuore dell’uomo e i Saints di Athena fanno ritorno al Santuario spinti dal richiamo della battaglia per la Giustizia alla quale sono votati anima e corpo
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Shun, Nuovo Personaggio, Ophiuchus Shaina, Pegasus Seiya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Stavo sparecchiando la tavola dopo che la nobile Athena aveva consumato il suo pasto serale, ora si era ritirata nelle sue stanze e dal ballatoio contemplava pensierosa il cielo stellato. Ero al suo servizio sin da quando, ancora bambina, le era stato rivelato il suo destino di custode della Terra e sono sempre stata particolarmente vicina al suo cuore, non solo come sua Saintia del Delfino ma anche come amica e per questo sapevo che l’incontro avvenuto qualche giorno addietro la turbava profondamente. La signorina Saori ha sempre dato tutto per la salvezza del genere umano compresi i suoi più intimi sentimenti ai quali non ha mai permesso di intralciare la sua missione, solo alla fine quando ormai l’umanità sembrava essere finalmente salva aveva congedato i pochi superstiti tra le fila del suo esercito, augurandosi sinceramente per loro che potessero continuare a vivere serenamente in un mondo dove, dopo tanto sangue e tante sofferenza, regnava finalmente la pace. E così fu, almeno per qualche anno, fino a quando le conseguenze dell’ultima guerra santa che portò alla caduta di Hades e del suo Regno degli Inferi, non furono evidenti in tutta la loro drammaticità e uno dei valorosi Saints (e probabilmente anche chissà quali altri) che avrebbe dovuto riposare eternamente in pace nei campi Elisi, tra gli eroi caduti in battaglia fu nuovamente riportato, da arcane forze, in questo mondo di tribolazioni. Ciò faceva soffrire molto la divina Athena che aveva rinunciato al suo legittimo posto sull’Olimpo per preparare un Regno di eterna beatitudine dove i suoi amati Saints potessero vivere il pace per l’eternità.

Guardando gli avanzi nei piatti ripensai a quanto accaduto alcuni giorni fa. Anche in quell’occasione, la signorina Saori ed io sedevamo all’ombra degli ulivi, mangiando datteri e miele, nel giardino interno alla villa di Athena, circondato da bianche mura sulle quali i gelsomini rampicanti iniziavano a fiorire. L’unico accesso a quel luogo sacro era dato da un portone di legno chiaro profilato d’oro. Le altre Saintie si erano appena accomiatate quando udimmo la voce di Shou esplodere in un allarmato «e voi chi siete? Come avete fatto ad entrare?»

Subito mi alzai ponendomi tra la signorina Saori e l’imminente pericolo, nemmeno io capivo come qualcuno avesse potuto eludere la sorveglianza ed entrare in uno dei luoghi più sicuri della Terra. È vero che il Santuario era ormai in rovina ma le difese erano ancora valide.

Sentii Shou urlare seguita da evidenti rumori di lotta, poi la porta si spalancò con un boato e la mia compagna ruzzolò all’interno come una foglia sospinta da un forte vento. Si alzò in ginocchio asciugandosi il sangue dalla bocca e ponendosi al mio fianco a difesa di Athena.

«Fa attenzione Mii» disse senza guardarmi.

«Non so chi sono queste, ma hanno sbaragliato perfino la nobile Marin!»

«Questo spiega come sono giunte fin qui» risposi cupa approntando la guardia.

Dal portone spalancato entrarono tre donne, circondate da una mistica aura, che suscitarono in noi deferenza con il solo loro incedere sicuro e altero. Compresi che si trattava di creature con le quali mai avevamo avuto a che fare, più antiche persino degli dei.

Al centro si ergeva una fanciulla con indosso un ampio peplo dalle cangianti sfumature scarlatte, fissato sulle spalle da preziose fibule d’oro con un rubino che le adornava. Aveva dolci occhi scuri come i lunghi capelli bruni che portava raccolti in una semplice acconciatura impreziosita da un cerchietto dorato. I piedi d’alabastro erano nudi e parevano poggiare su una cornucopia traboccante di frutti, come su di un piedistallo. Tra le mani chiuse a coppa davanti a sé teneva una fiamma che ricordava la forma di un cuore.

Alla sua destra un’altra figura femminile in candide vesti, indossava un ampio mantello anch’esso bianco fermato da una fibula d’argento e teneva il cappuccio abbassato sul volto a celarle lo sguardo. Evidentemente portava i capelli sciolti perché alcune ciocche color miele le scendevano lungo le spalle. Con la mano destra reggeva un pastorale di legno con sulla sommità una croce.

Alla sinistra, una giovane vestita di un morbido abito verde lungo fino a terra. Portava i capelli color del grano raccolti sotto un ampio velo anch’esso verde e gli occhi dallo sguardo intenso, erano di un azzurro celestiale. Teneva la mano destra sul petto mentre la sinistra era poggiata su un’ancora posta al suo fianco.

Sentii la mano delicata di Saori sfiorami il braccio mentre si rivolgeva a me e Shou.

«Non preoccuparti Mii, va tutto bene, credo di sapere chi sono queste fanciulle».

«M...mha…», balbetto Shou contrariata.

«E non rappresentano per noi alcun pericolo», proseguì Athena sorridendo.

«Solo mi chiedo il motivo che le ha spinte a scendere dal Cielo sulla Terra, e sono molto curiosa di conoscerlo», disse poi, facendo segno alle nuove arrivate di accomodarsi a tavola con lei.

«Prima lascia che ci presentiamo alle tue Saintias, affinché fughino ogni timore dal loro cuore», rispose di rimando la ragazza vestita di rosso.

«Io sono Caritas», disse «e loro sono le mie sorelle, Fides» proseguì indicando la fanciulla vestita di bianco «ed Espera» concluse indicando quella vestita di verde.

«Insieme formiamo le Virtutes Theologikos» recitarono insieme.

«Sono davvero impressionata!»

Sbottò Shou con arroganza mentre si alzava con fare minaccioso verso le tre.

«Adesso basta Shou!» sentenziò Athena, «è chiaro che c’è stato un equivoco, come dicevo poco fa, queste fanciulle non rappresentano alcuna minaccia per noi ed ora sono mie ospiti».

«Ma sono entrate qui con la forza!» rispose Shou di riamando.

«Ci dispiace Athena» disse Espera, «ma i tuoi difensori ti sono molto leali e devoti, abbiamo dovuto agire così a causa dell’urgenza che ci preme, dobbiamo colloquiare con te al più presto».

«Ma non temere, ragazza», aggiunse Fides rivolta a Shou, «i tuoi compagni stanno tutti bene, se vuoi puoi verificare tu stessa».

La Saintia di Equuleus guardò Athena in cerca della sua approvazione e quando Saori annuì col capo la mia compagna uscì di corsa dal giardino, io invece rimasi al fianco della nostra dea.

La signorina Saori e le nostre tre ospiti si accomodarono attorno al tavolino, ormai si era fatta notte e le stelle brillavano nel cielo, in lontananza si sentiva il verso di una civetta. Portai degli altri datteri, miele e vino passito, ma nessuna di loro aveva intenzione di conversare in modo frivolo. Saori parlò per prima: «Qual’è dunque questa faccenda urgente che ha portato tre Signore della luce come voi a calcare il suolo della terra degli uomini?» chiese diretta con una evidente nota di preoccupazione nella voce.

«Il fatto che i Vitium, un tempo rinchiusi nel luogo più inaccessibile del Regno degli Inferi, siano fuggiti e abbiano finito per dilagare sulla Terra con lo scopo di propagare il loro veleno tra gli esseri umani e condurre l’umanità alla follia», rispose Caritas.

«Co...cosa!?» balbettò Saori con un filo di voce, «ma come è stato possibile?»

A prendere la parola fu Fides.

«Athena, con la sconfitta di Hades al termine della guerra santa condotta da te e dai tuoi Saints, il Regno degli Inferi è rimasto senza un signore piombando nel caos e come tu sai, il caos porta disordine e nel disordine proliferano le nefandezze. Ciò ha permesso che si allentassero le catene che da tempi immemori tenevano rinchiusi i più pericolosi emissari delle Tenebre, imprigionati nel luogo più remoto dell’Inferno, nella notte dei tempi, dai nostri superiori. E si fatte creature hanno tanto logorato le catene nei punti più deboli da riuscire a spezzarle e poter così dilagare ovunque. Prima hanno invaso il Regno degli Inferi che, seppur nelle tenebre, aveva un suo ordine e una sua gerarchia amministrati dal Sommo Hades, per poi marciare sulla Terra, orde scellerate di creature infernali sguinzagliate nel mondo degli uomini»

A questa rivelazione vidi Saori impallidire.

«E non è tutto» proseguì il racconto Espera, «è ormai certo che uno dei tuo fratelli divini, Eros per la precisione, non riuscendo a placare il tormento causatogli dall’ardente amore dei tuoi Saints prigionieri nella statua dove li aveva rinchiusi Apollo, abbia scagliato tre delle sue frecce spezzando così il sortilegio che teneva le loro anime sigillate nella pietra. Tale azione ha però sovvertito l’ordine costituito e, causando una reazione a catena ha permesso anche ad altre forze, ben più oscure, di compiere una simile empietà»

«I tre Saints risvegliati impunemente da Eros sono tornati a calcare queste terre ma poiché il potere del do dell’Amore è stato offuscato da forze tenebrose», proseguì «i tuoi cavalieri sono privi dei loro ricordi ed in parte ancora soggetti alle leggi degli Inferi. Sono, a tutti gli effetti, simili ad un abominio»

«Ma questo tu lo sai già», prese la parola Caritas «non è forse vero Athena?»

Mi chiesi se per caso non alludesse al fatto che il nobile Saga dei Gemelli, redivivo ma privo di ricordi, si trova qui al Santuario, celato nello Star Hill. Guardai Saori ma il suo volto rimase impassibile.

«Cosa volete?» chiese asciutta.

«Vogliamo proporti un’alleanza, dea della Guerra», rispose Caritas, intrecciando le dita e posando i gomiti sul tavolo mentre si sporgeva verso Saori.

«La tua lealtà e quella del tuo esercito, in cambio del ritorno anche degli altri tuoi Gold Saints le cui anime abbiamo salvato dalle grinfie delle orde infernali. Gold Saints che ovviamente saranno al nostro servizio, pronti a combattere per noi».

«Ciò che chiedete è impossibile», rispose concitata Athena «le sacre armature d’oro sono state distrutte nell’ultima guerra santa e quelle ancora intatte sono perse nel Regno degli Inferi, se anche riporterete in vita i Gold Saints non potranno mai più combattere!»

«A questo possiamo porre rimedio» rispose pacatamente Fides mentre allungava la mano come ad incoraggiare qualcuno ad avvicinarsi. Non si era sollevata il cappuccio nemmeno quando si erano sedute per colloquiare con Athena ed avevano posato i loro oggetti. Ora l’ancora, la cornucopia e il pastorale erano appoggiati alla parete dove il muro di cinta faceva un angolo creando un piccolo privè circondato dagli arbusti, ora completamente immerso nell’oscurità della notte.

Come sollecitata dalle parole di Fides, dalle ombre uscì una figura incappucciata, abbigliata di nero, avvolta come in un cupo sudario, mosse alcuni passi verso la dea Athena e poi si chinò con deferenza la suo cospetto e abbassò il cappuccio rivelando una lunghissima, quanto scarmigliata chioma biondo pallido venata di riflessi verde lime.

Saori sgranò gli occhi quando incontrò quelli color rubino del giovane chino ai suoi piedi.

«Non è possibile… ma tu sei…»

   
 
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