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Autore: Khailea    28/02/2021    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack 
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
“A tutti gli studenti che hanno superato la serie di esami scolastici avvenuti qualche settimane fa, in seguito al premio in denaro ricevuto per ristrutturare le vostre case siamo lieti di informarvi i lavori sono stati portati a termine con successo e che potrete godervi le vostre nuove case.”  
Questo era il messaggio che era stato inviato a tutti gli studenti, intero gruppo incluso, e che quindi potevano ora scoprire il nuovo arredamento di ciascuna delle loro case!
 
 
 
 
 
 
 
Casa di Ailea:
 
-Non vedo l’ora di vedere come hai arredato casa Ailea!- disse allegra Nadeshiko, mentre assieme a tutti gli altri avevano iniziato un tour completo di ciascuna delle case.
-Sono sciuro sarà bellissima, senza dubbio.- rispose Khal con un sorriso, mentre teneva per mano la padrona di casa.
-Ho grandi aspettative, vediamo come è venuta alla fine.- disse infine la ragazza, mentre finalmente apriva la porta d’ingresso.
La ragazza viveva al terzo di sei piani di un modesto appartamento dall’esterno comune, dipinto di giallo e dal tetto piano con delle scale anti-incendio di ferro verde sul lato sinistro.
L’ingresso consisteva semplicemente in un piccolo corridoio al cui lato sinistro era presente un attaccapanni in legno attaccato alla parete ed una piccola scarpiera, che difficilmente avrebbe contenuto le scarpe di tutti gli ospiti ma per il momento la ragazza non vide motivo di fargliele togliere, visto era una breve visita.
L’ingresso privo di porte era collegato direttamente alla stanza più grande di tutta la casa, dalle pareti bianche ed il pavimento in legno chiaro. Era divisa in due parti, direttamente sulla sinistra ci stava quella che certamente era la cucina, composta da un tavolo in legno al centro con quattro sedie, un grosso frigorifero bianco, un mobile con vari cassetti incluso sopra d’esso un lavandino e vari ripiani e scaffali, dentro cui probabilmente erano riposti bicchieri e stoviglie.
A destra dell’ingresso invece si trovava la parte adibita al salotto, con un grazioso divano azzurro dai bordi già grattati dai due gatti che vivevano con la ragazza, e con un pouf grigio accanto dove uno di questi stava dormendo serenamente. Davanti al divano era presente un grande mobile di legno con una televisione ed una console accanto, mentre una pianta dalle foglie verdi era appoggiata in un angolo.
Da quel lato erano presenti le uniche tre finestre della stanza, abbastanza grandi da far entrare la luce necessaria per evitare di dover accendere la lampada sul soffitto. Dietro al divano era anche presente un cassettone senza cassetti, dove erano stati lasciati alcuni vasi e fotografie, prevalentemente dei due gatti e degli amici della ragazza.
-Ma quando hai fatto queste foto?- chiese Jack incuriosito.
-Di nascosto. La gente viene meglio quando non se ne accorge.-
Mentre guardava tra le varie foto il ragazzo ne notò anche una dove lui e Daimonas erano assieme in mezzo al gruppo, guardandosi con dei larghi sorrisi.
-Ne hai una copia?- disse poi allegro, mentre il giro proseguiva verso un piccolo corridoio tra le due parti della stanza, avente una porta a destra, a sinistra ed in fondo, ma questa apriva solo su un piccolo sgabuzzino con alcuni scaffali, scatole ed attrezzi all’interno.
La porta a destra invece dava sul bagno, dal liscio pavimento in piastrelle color marrone chiaro e con una lunga vasca da bagno, provvista anche di doccia, sotto ad una finestra. C’era poi un lavandino con uno specchio rotondo sopra ed un armadietto accanto, al cui interno c’erano più che altro medicinali ed un kit medico.
-Come mai hai tutte queste medicine?- chiese Daimonas preoccupato.
-Sono per quando vengo ferita. Una volta la professoressa Sasaku ad esempio mi cucì la bocca, ma sono riuscita a togliermi il filo da sola. Con alcuni trattamenti non sono rimasti nemmeno i segni dei punti.- spiegò la ragazza avvicinandosi a lui mostrando le labbra.
-Che crudeltà…- commentò Hope comunque inquietata dal numero assurdo di medicine.
Con calma il gruppo si spostò quindi verso l’ultima stanza, la camera di Ailea. Questa era di grandezza media, dai muri dipinti di azzurro ed il pavimento chiaro.
Era presente un largo letto ad una piazza e mezza ancora disfatto, con una coperta rossa e verde e tre cuscini su un unico lato, ed accanto a questo c’era poi un cassettino di legno sul quale erano appoggiate almeno tre bottiglie d’acqua. Vicino all’unica finestra nella stanza era presente un alto armadio bianco ed una chitarra nera appoggiata al fianco di quest’ultimo, ed infine l’ultimo mobile della camera era una scrivania piena di fogli con una sedia nascosta sotto numerosi vestiti.
-Ahaha, non sono l’unica disordinata.- ridacchiò Nadeshiko mentre Ailea si grattava la testa imbarazzata.
-Già…magari avrei dovuto dare una sistematina prima.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa di Ayame:
 
Erano già stati nella grande residenza della famiglia di Ayame, ma non in vista ufficiale e sicuramente non con la calma che quel momento consentiva loro.
L’edificio si presentava come una grande villa dalle pareti bianche ed il tetto a tegole marroni, con numerosissime finestre che permettevano di vedere l’interno. Nonostante le apparenze però era ben sorvegliata, e non c’era un angolo non protetto dai numerosissimi maggiordomi che vi lavoravano.
-Vedrete, stavolta sarà molto più divertente.- civettò la ragazza, mentre raggiungevano il gigantesco cancello che permetteva di oltrepassare il muro che circondava il giardino.
Qui due dei suoi maggiordomi li stavano aspettando e li accolsero con un inchino mentre aprivano loro la via.
-Wow, quasi potrei abituarmi.- sorrise Cirno sentendosi come una regina.
Da quel punto per raggiungere il portone d’ingresso della casa bastava semplicemente seguire la strada che tagliava il giardino, ma Ayame condusse il gruppo prima alla serra esterna, in modo potessero vederla con calma.
Completamente di vetro ma allo stesso tempo estremamente resistente, al suo interno venivano fatte crescere piante di ogni tipo e con la cura più totale. Un grande uomo dalle spalle larghe e la testa pelata era chino sul terreno, impegnato a prendersene cura.
-E’ ancora vivo!?- urlò Vladimir dalla sorpresa, vedendolo. Lo avevano elettrificato e colpito con un candelabro, eppure era ancora completamente integro. L’uomo per tutta risposta li salutò con un cordiale sorriso ed un gesto della mano, che fece però rabbrividire tutti.
-Lui è il nostro giardiniere, fa un lavoro splendido nel far crescere le piante della serra.- disse Ayame elogiando il maggiordomo.
-Ed io che credevo fosse l’addetto alle demolizioni…- sussurrò Astral alla sorella, che ridacchiò divertita.
Vista la serra la padrona di casa li fece entrare dal secondo ingresso lì vicino, entrando in uno stretto corridoio con un lungo tappeto rosso sul pavimento in legno di quercia. Anche le pareti erano dello stesso materiale ma i bordi dal soffitto erano stati finemente intagliati per dare una maggiore profondità alla zona spoglia. Direttamente alla loro sinistra trovarono la porta di una delle biblioteche della casa, una stanza con ben sei sottili finestre che davano sul giardino, sotto una delle quali si trovava un mobiletto pieno di alcolici di alta qualità
-Niente male.- disse Khal osservandone i nomi.
-Grazie, mio padre tiene i migliori per sé però.- spiegò la ragazza mentre continuavano ad osservare i dettagli della stanza, tra i quali tre morbide poltrone rosse accanto ad un basso tavolino in legno. Per abbellire le scure pareti erano stati appesi dei quadri dalle cornici gialle, ed erano presenti dei piccoli candelabri dalle teste bianche. Nonostante fosse una biblioteca c’erano solamente tre librerie, ma la spiegazione arrivò presto da Ayame.
-Di solito la usa mio padre per dei piccoli incontri, la più grande è di sopra.-
Prima di arrivarci però dovevano prima finire quel piano, ed uscirono arrivando fino alla fine del corridoio dove sempre sulla sinistra era presente un piccolo salottino.
Questa stanza aveva ben tre finestre, ed una di queste era rivolta verso la biblioteca nella quale erano stati prima, rispetto a quella però era certamente più spoglia, con qualche mobiletto in legno antico ai lati ed un largo tappeto sul pavimento. Anche qui erano presenti due poltrone identiche a quelle di prima, e che puntavano verso un caminetto finto posto accanto alla porta.
-Questo ha uno schermo all’interno, è solo per far scena ma è divertente bere una tazza di cioccolata fissandolo.-
-A questo punto non potevate prenderne uno vero?- chiese Alexander sollevando un sopracciglio.
-Troppe pulizie. E poi questo è più da ricchi.-
Così dicendo si spostarono questa volta sulla porta alla destra del corridoio, entrando nella sala per i ricevimenti più importanti del padre. Sembrava quasi una sala da ballo, con alte colonne di marmo ed il pavimento lucido, mentre i muri bianchi erano abbelliti da morbide tende violacee. Sopra ad un palco in fondo alla stanza erano lasciati vari strumenti tra cui un pianoforte ed un violoncello.
-Caspita, mi sembra di essere nella favola di Cenerentola.- sospirò Johanna immaginando Mattia che la raggiungeva sul suo splendido cavallo bianco.
-Sì, magari un giorno organizziamo una festa in maschera qui. Sono super divertenti.- disse Ayame sorridendole, rendendo l’amica ancor più emozionata.
-Mi piacerebbe molto!-
Proseguirono quindi verso un’altra porta alla loro destra, entrando in un lungo ma sottile corridoio identico al primo in cui erano state e con una finestra infondo ad esso. Erano presenti quattro porte, la prima alla loro sinistra permetteva di entrare nella cella frigorifera, dove venivano conservati molti alimenti tra cui grandi pezzi di carne pregiata, dopo di questa c’era poi il magazzino, anch’esso pieno di prodotti di altissima qualità, ed infine la cucina, dove dei maggiordomi stavano già lavorando per il pranzo della giornata.
C’erano ogni tipo di utensile e mobile da cucina, tutti incredibilmente costosi e perfettamente lustrati.
-Sembra quasi di trovarsi in quell’episodio di Spongebob dove Squiddi si ritrova nel futuro, e tutto è ricoperto di alluminio.- disse Annabelle guardandosi attorno, sentendo vari profumi attorno a sé.
-Non è un po’ vecchio come episodio?- chiese Hope sorpresa lo conoscesse.
-L’ho trovato su youtube. Erano molto divertenti.- rispose la rossa mentre andavano verso l’ultima porta dall’altro lato del corridoio, ovvero quella della sala da pranzo.
Questa era occupata principalmente da un lunghissimo tavolo con numerose sedie ai lati, mentre le pareti erano spoglie lasciando che l’attenzione fosse rivolta esclusivamente alle quattro gigantesche finestre poste su un unico lato. Sul soffitto violaceo infine era sistemato un lampadario di cristallo, che aggiungeva un tocco di eleganza alla stanza.
Terminato il giro al pian terreno il gruppo si spostò al primo piano, passando per la grande scalinata che c’era all’ingresso. Si aprì davanti a loro un grande corridoio che univa tutte le cinque stanza presenti.
Ayame volle iniziare dalla prima a sinistra, ma si limitò ad aprire la porta senza far entrare nessuno.
-E’ l’ufficio di mio padre, quindi non si può entrare stavolta.-
Disse guardando Khal ed Alexander, ben sapendo l’ultima volta erano stati lì. La stanza era molto piccola rispetto alle altre e con una larga scrivania dall’altra parte. Alle pareti c’erano vari scaffali con libri e scartoffie e non c’era alcuna finestra che permettesse alla luce di entrare.
La seconda stanza accanto a questa fu decisamente più interessante, anche questa era un salotto ma aveva una meravigliosa televisione appesa alla parete, ed un largo divano che permetteva di sedere addirittura a sei persone. Alcuni comodini posti sotto due delle sei finestre avevano sopra di essi dei vasi pieni di rose, e regalavano un dolce aroma alla stanza, che come tutte le altre aveva le pareti in legno levigato.
-Qui sì che sarebbe bello vedere un film.- disse Grace sfiorando il morbido divano.
-Già, abbiamo un microonde in cucina quindi ne possiamo fare a vagonate.- rispose Ayame annuendo, ma la prossima stanza fu anche meglio di quella in cui erano.
-Wooooow!-
Tutti coloro che non c’erano stati spalancarono gli occhi vedendo al centro della stanza un elegante tavolo da biliardo dal legno nero, per non parlare di un’altra televisione gigantesca dall’altra parte della stanza, messa vicino a due divanetti, e ad un bancone da bar posto alla loro destra, con bottiglie di ogni sorta ed un jewbox vicino.
-Cavolooo! E’ bellissima questa stanza!- disse Milton spalancando gli occhi, ed Ayame fu fiera della sua reazione. L’unico a mantenersi pacato era Lighneers, perché ricordava bene, assieme a quelli che l’avevano liberato, che vicino a tutte quelle bottiglie c’era un passaggio segreto, oltre il quale si trovava un tetro stanzino grigio pieno di armadietti e scatole dai contenuti importanti; probabilmente veniva usata per tenere nascoste le scartoffie più segrete del padre di Ayame.
Sarebbero rimasti lì dentro più a lungo, ma il giro non era ancora finito e la prossima stanza era la vera biblioteca della casa, anche se non veniva usata così spesso. Ogni centimetro delle pareti era coperto da libri su libri, e vicino all’unica finestra della stanza era stata messa una gigantesca poltrona con accanto una sottile ed alta lampada, in modo da poter leggere anche la notte.
L’ultima stanza di quel piano fu il dormitorio dei maggiordomi, dentro il quale c’erano solamente dozzine di letti a castello ed un bagno infondo alla stanza.
-Non è un po’ poco per così tanta gente?- chiese Hope visti gli spazi ristretti.
-Ciascuno di loro ha una propria casa, raramente dormono qui più di dieci persone.- spiegò subito Ayame, mentre si dirigevano verso il secondo piano, quello completamente suo.
-Qui c’è l’unico bagno della casa, come vedete è bellissimo.- disse la ragazza aprendo la porta a sinistra delle scale. Il bagno era effettivamente splendido, completamente bianco, dalle piastrelle sul pavimento ai candidi muri, e con una gigantesca vasca da bagno al centro proprio accanto all’enorme finestra nella stanza.
-Mi piace molto guardare il giardino mentre mi lavo. E visto non c’è nessun vicino posso stare nuda senza problemi.- disse facendo l’occhiolino a Lighneers, come a dire che sarebbe molto felice di mostrarsi nuda a lui.
Tramite un piccolo corridoio il bagno era collegato alla camera da letto della ragazza, avente sul pavimento una morbida moquette color crema e dai muri viola. Nonostante ci fossero due armadi alcuni vestiti erano comunque mal piegati sul letto a baldacchino verde. C’era anche un piccolo mobiletto con uno specchio sistemato sopra, sotto il quale erano messi in ordine trucchi di ogni tipo.
-Carina vero? L’ho risistemata recentemente e devo dire che il lampadario in vetro nero è un tocco di classe.-
-Ma funziona?- chiese Seraph scettica.
-Certo, crea una debole luce perfetta per creare l’atmosfera giusta.-
Doveva immaginarsi avrebbe risposto in quel modo, ma non importava.
Rimaneva un’ultima stanza che Ayame voleva mostrare al gruppo, la sua preferita.
-Ammirate, il mio armadio!-
Era forse una delle stanze più grandi della casa, e come la ragazza aveva detto era stata usata come un gigantesco armadio. C’erano vestiti per ogni stagione ed occasione, con numerosissime scarpe sotto d’essi e tutti perfettamente tenuti.
Il soffitto bianco aveva alcune luci che permettevano di vedere con chiarezza ogni cosa, nonostante l’assenza di finestre, ed la moquette rosa la faceva sembrare una boutique.
In realtà non era l’ultima stanza rimasta, c’era anche quella dove la ragazza era solita portare i suoi ammiratori, ma ormai l’unica persona che desiderava vi entrasse era Lighneers.
Forse un giorno ci sarebbe stato tempo per vederla assieme.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa di Ryujin:
 
Come molti altri studenti Ryujin alloggiava ai dormitori della scuola, delle grandi strutture rettangolari ad un piano che concedevano ad ogni studente ne avesse bisogno una stanza. Ciascuno poteva modificarla come preferiva, e Ryujin non aveva certo fatto eccezione; pur essendo molto piccola la sua camera era incredibilmente accogliente.
Nell’angolo estremo a destra era stato messo un letto rotondo dalle coperte rotonde a strisce rosse ed arancioni, ed ai piedi di questo una lunga panca di legno dai cassetti giallognoli aveva sopra d’essa alcuni incensi, al momento spenti, assieme ad alcune grosse candele che lo abbellivano.
Al centro della piccola stanza, sopra un tappeto porpora, vari giganteschi cuscini erano sistemati attorno ad un mini giardino zen dal legno chiaro, con accanto alcune gemme rosate e bianche.
Ai lati della porta si trovavano poi due finestre, e sotto ciascuna dei mobili rotondi in vimini contenevano dei vasi di alte piante dalle foglie scure, alla sua sinistra invece, contro la parete, era stato sistemato un mobiletto con un solo fornello ed un piccolo frigorifero, in modo che il ragazzo potesse comodamente mangiare anche in casa senza dover ordinare da fuori.
Sopra questo punto nella parete c’erano almeno tre scaffali pieni di ogni sorta di thé.
Infine lungo la parete che separava la camera dal bagno Ryujin aveva messo due piccole librerie in legno con numerosi volumi rilegati, alcuni personali altri di scuola, ed infine vicino ad uno specchio era appesa una preziosa scimitarra, appartenente alla sua famiglia e simbolo del successore come capofamiglia.
Era un’oggetto molto importante per lui, quindi non intendeva utilizzarla ancora, visto poi era incredibilmente abile nelle arti marziali non ne aveva bisogno.
Il bagno era molto più piccolo rispetto alla camera, ma come ogni stanza del dormitorio aveva comunque una vasca da bagno con all’interno una doccia, un gabinetto, un bidet ed un lavandino perfettamente funzionante sopra il quale Ryujin aveva appeso uno specchio.
-Caspita, la tua camera è bellissima.- disse Yume respirando il dolce profumo che si sentiva dalle candele.
-Grazie, ho cercato di arredarla nel mio stile. Zell mi ha dato una mano a prendere i cuscini.- disse il ragazzo sorridendo felice le piacesse.
-Già, avevamo litigato con una signora per averli. Almeno mi sembra.- rispose il biondo provando a ricordare bene come erano andate le cose, era certo però che una sconosciuta fosse stata maleducata.
-Sembra di trovarsi in un altro paese.- disse poi Sammy guardando incuriosita il mini giardino Zen.
-Ma dove tieni tutti i vestiti?- chiese Nadeshiko non vedendo armadi o cumuli di maglie.
-Nella panca vicino al letto, sono tutti ben piegati ed ordinati.- spiegò lui aprendo un cassetto.
-Caspita, vorrei avere io il tuo ordine.- disse la ragazza colpita gli bastasse così poco spazio.
-L’hai arredata come un palazzo, complimenti sembra più grande di quel che è.- aggiunse Ailea guardandosi attorno, mentre Ryujin si sentiva leggermente in imbarazzo per tutti quei complimenti.
-E’ stato un lavoro da poco, sono sicuro che le vostre case saranno altrettanto belle, se non di più.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa di Zell:
 
Al contrario della maggior parte delle persone Zell non aveva solo la stanza al dormitorio, ma anche un monolocale in un vecchio appartamento in centro città. L’esterno non era dei migliori, e questo ne spiegava anche il modico prezzo, visto c’erano varie crepe nei muri e l’intero palazzo aveva un aspetto molto più vecchio rispetto a quelli vicini, ma poteva permetterlo facilmente ed aveva una scala anti-incendio, e queste erano le uniche cose contavano.
L’ultimo dettaglio centrava proprio con il motivo per il quale aveva preso quel monolocale, ovvero per assicurarsi di avere un buon punto di partenza nelle notti pattugliava le città.
-Allora…ridimmi un po’ perché hai due case nya?- chiese Lacie curiosa. Era la prima volta andava nell’appartamento di Zell, e non lo trovava tanto male.
Il ragazzo però non aveva intenzione di dir loro il vero motivo. Non ne aveva voglia e sinceramente trovava stancante dare troppe spiegazioni.
-Ogni tanto il dormitorio è troppo incasinato.-
-Tutto qui nya?-
-Già, niente di interessante. Mi sono fatto la mia palestra privata.- rispose il ragazzo lasciandoli entrare.
L’appartamento era piuttosto modesto, si apriva con una stanza dal pavimento marrone ed i muri bianchi, con un grande sacco da box sistemato direttamente a sinistra dell’entrata, accanto a dei guantoni appesi con dei chiodi alla parete.
A circa tra metri da questo c’era poi un mokujin, un manichino che utilizzava sia per allenarsi, ed era evidente da tutti i segni sul materiale, che per tenere la sua uniforme scolastica ed anche quella usava le notti, in modo da non destare sospetti.
Nell’angolo infondo alla stanza c’era poi una vera e propria palestra, con un grande specchio alla parete diviso in quattro quadrati, un armadietto a vetri dentro il quale era riposto un kit da pronto soccorso, una rastrelliera con bastoni da allenamento, bilancieri con dei dischi accanto, manubri ed una panca da allenamento.
-Wow, bella tutta questa roba, ed è pure ben tenuta.- disse Grace colpita notando in particolare il bilanciere.-
-Le ho prese su Zerozon.- rispose il ragazzo sorridendo.
-Su che?-
-E’ un nuovo sito, ma vende roba buona.-
-Sembri uno spacciatore.- disse Lighneers prendendolo in giro, spostandosi verso la cucina.
La porta era infondo alla stanza, sulla destra dell’ingresso vicino all’unica finestra del salotto, ed era piuttosto piccola rispetto al resto.
Aveva solamente un piccolo frigorifero, un tavolino con una sedia ed un piano di cottura con quattro fornelli, ma almeno le due finestre ai lati davano alla stanza un’apertura piacevole.
-Ci facciamo un panino?- propose Cirno avvicinandosi al frigo, trovandolo però vuoto. -Per essere uno con due case non sei messo bene.- disse lei canzonandolo.
Direttamente accanto alla cucina c’era poi il bagno, con una doccia accanto alla finestra, un gabinetto, un bidet ed un lavandino con un piccolo specchio rettangolare.
-Ow, non hai una vasca?- disse Yume con tono dispiaciuto.
-Mi piace fare la doccia, è veloce e rilassante.-
-Ma è così bello stare a mollo per ore. Va beh, non preoccuparti, in caso ti presterò la mia…- disse la ragazza facendo un occhiolino.
Il tour della casa era ormai finito, visto rimaneva solamente uno sgabuzzino.
-Qui tengo una brandina, in caso volessi dormire.- spiegò il ragazzo tirandola fuori quel tanto che bastava per mostrarla a tutti.
-Ti sei fatto veramente una palestra personale.- commentò Annabelle colpita.
-Quindi ora è il momento di vedere il dormitorio.- Johanna aveva ragione, bastò un solo autobus per arrivare alla scuola e così al dormitorio.
La camera aveva la stessa struttura di tutte le altre, però anche in questo caso Zell ci aveva già dato il suo tocco personale.
Era piuttosto minimale, dal pavimento in legno chiaro e dai muri bianchi, con un letto dalla coperta turchese sistemato nell’angolo che separava la camera dal bagno, ed accanto a questo un piccolo comodino sul quale era appoggiato un libro di vecchie leggente e folklore, gli unici che il ragazzo apprezzava leggere. Nell’angolo a destra era poi stato sistemato un grosso armadio dove il ragazzo teneva i suoi normali vestiti e delle uniformi di scorta, vicino ad uno specchio rettangolare davanti al quale poteva sistemarsi.
Abbastanza distante da questo per non essere un problema c’era poi appeso al soffitto un sacco da box, proprio come nell’appartamento, ma stavolta il resto degli attrezzi si limitavano ad un paio di manubri ed un tappetino nero normalmente usato per gli esercizi di riscaldamento. A sinistra della finestra c’era infine una larga scrivania, sopra il quale il ragazzo aveva ammucchiato in disordine i vari libri di scuola, e c’erano vari fogli di alcuni compiti di varie materie.
-Ma questi non ce li hanno chiesti un mese fa?-
-Chiese Jack prendendo uno dei fogli.-
-Difficile dirlo.- rispose il ragazzo ignorando i fogli.
Accanto alla scrivania c’era un ultimo mobiletto, molto piccolo e con un fornellino per cucinare ed un cassetto, dove il ragazzo teneva qualcosa da mangiare e dei piatti.
Il bagno infine era pressoché identico a quello dell’appartamento, ad eccezione del fatto aveva anche una vasca da bagno.
-Oooh ma allora c’è!- disse Yume tutta allegra.
-Già, ognuno ha la sua.- rispose il ragazzo chiudendo la porta.
-Direi che ti rispecchiano bene entrambe le case.- disse Ryujin riferendosi soprattutto agli attrezzi per gli esercizi.
-Sì, mi trovo a mio agio quando sono qui per i fatti miei.- disse Zell annuendo. -Beh, direi è il momento di vedere qualche altro posto.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa di Cirno:
 
-Rifatevi gli occhi ragazzi, perché state per entrare nella stanza più bella del mondo!-
Con un tamburellio delle dita la ragazza aggiunse un po’ di teatralità nel momento in cui aprì la porta, rivelando la sua stanza al dormitorio della scuola.
Come molte altre aveva mantenuto un chiaro pavimento in legno, ma aveva dipinto in muri con una chiara tonalità d’azzurro, anche se era quasi impossibile notarla sotto tutti i poster che aveva attaccato ovunque.
-Ma questi…- cominciò Hope guardandoli.
-Non sono bellissimi? Sono tutti me!- disse Cirno spalancando le braccia con un sorriso larghissimo.
Ogni singolo poster raffigurava effettivamente la ragazza, in varie pose e con diversi sfondi, ma era sempre il soggetto principale.
-Particolare.- disse infine Johanna, cercando di non offenderla in nessun modo.
Il resto della stanza era abbastanza in linea con la ragazza. L’ampio letto sistemato nell’angolo a destra era sommerso da un’incredibile quantità di indumenti, tanto che quasi il gruppo ebbe dei dubbi sul fatto potessero essercene nell’armadio non molto lontano da lì.
A sinistra del letto però c’era qualcosa di molto più importante forse per i canoni della ragazza, ovvero un gigantesco frigorifero a due ante.
-Bellissimo vero? Ho speso un pochino per averlo, ma ne è valsa la pena.-
Aprendolo Cirno rivelò fosse pieno di merendine e gelati.
-Sono un po’ a corto, però presto farò la spesa.-
-Ci credo che è così piccola se mangia solo questo…- sussurrò Ayame a Nadeshiko, che evitò per un pelo di ridere.
A destra della porta c’era anche una scrivania, ma sopra di questo c’erano altri disegni raffiguranti la ragazza e soprattutto numerosi peluche identici a lei, ad eccezione di uno a forma di stalattite.
-Lui si chiama mister freezy.- disse la ragazza prendendolo per mostrarlo a tutti.
-E’ molto carino.- disse Sammy prendendolo in braccio, tenendolo per un po’.
Guardando con un po’ più di attenzione il gruppo poté notare che in vari angoli c’erano anche altri peluche, questi a forma di rana almeno.
-Dici una si metterà a cantare hello my baby?- disse Khal raccogliendone una e muovendola.
-Ti devono piacere proprio le rane, Cirno.- disse Seraph non apprezzando però il caos nella camera.
-Sì, sono molto divertenti. Venite a vedere!- rispose la stanza aprendo la porta del bagno.
Qui la temperatura era ancor più fredda del resto della camera, ed il motivo era ben chiaro; la vasca da bagno era stata riempita di ghiaccio, ed all’interno c’erano tantissime rane.
Vive stavolta.
-Ma…sono vive nya.- disse Lacie sconvolta.
-Perché hai delle rane vive?- chiese a sua volta Nadeshiko, confusa.
-L’ho già detto, sono divertenti.- rispose Cirno prendendone una in mano, e questa saltò subito addosso a Johanna.
-Hiii! Toglietela!- urlò la ragazza muovendosi rapidamente, ma la rana era già saltata su Ailea, che reagì allo stesso modo.
-No no no no no!-
-Ahahaha, visto?- disse Cirno cercando di riprenderla, ma questa volò direttamente sopra Vladimir, o almeno ci provò visto il ragazzo si scansò all’ultimo secondo.
-Eh no.- disse il ragazzo scuotendo il capo, ed a quel punto finalmente l’azzurra poté riprenderla.
-Ahaha, dovrei portarle fuori più spesso.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa di Yume:
 
-Spero la mia camera vi piaccia ragazzi, è molto speciale.- disse Yume ammiccando al gruppo quando fu il suo turno, anche se non era certa fosse il caso di far entrare anche Sammy.
La stanza della ragazza aveva un’atmosfera diversa rispetto a quella degli altri, a partire dalle pareti che erano state dipinte con una scura tonalità di viola, ed il pavimento sul quale aveva sistemato una morbidissima moquette bianca; non il massimo quando ti cadeva del vino, ma estremamente elegante.
Gran parte della camera era occupata da un gigantesco letto a baldacchino dalle coperte viola ed i cuscini neri, con le tende semi-trasparenti di un rosa pastello che brillavano grazie ad una spruzzata di glitter. Esattamente accanto al letto era stata appesa sul soffitto la gigantesca gabbia nera dove riposava la farfalla di Yume, circondata da foglie e fiori.
Nell’angolo a destra della porta invece, vicino all’armadio c’era la gabbietta del suo coniglio, che in quel momento stava dormendo profondamente dopo aver mangiato, e tutte le ragazze dovettero fare il possibile per non produrre alcun rumore a lui fastidioso.
Come loro avevano i propri angoli per riposare così era anche per il gatto, che aveva alla sinistra dell’ingresso un gigantesco tira-graffi a quattro piani, con tanto di una cuccia in cima ed uno scivolo.
Una lampada sistemata sul soffitto permetteva di creare una dolce luce soffusa, che creava la perfetta atmosfera per le serate più particolari.
Il fatto che Yume pensasse non fosse il caso di far entrare Sammy dipendeva da numerosi scaffali sui quali erano posati ogni sorta di giocattolo sessuale; lei non trovava giusto il piacere portasse vergogna, e per questo lo esaltava in ogni modo possibile.
Inoltre li puliva ogni volta che li usava, quindi erano assolutamente igienici, anche se alcune furono troppo imbarazzate per guardarli.
Ad una prima occhiata non l’avevano notato, ma la ragazza aveva installato sopra la porta una piccola televisione, che poteva guardare comodamente dal proprio letto.
-Non hai un cucinino Yume?- chiese Johanna guardandosi attorno.
-E’ sotto al letto. Di solito non serve perché molti ragazzi mi portano sempre a cena fuori, però in caso di bisogno ho un microonde ed un fornellino portatile.- disse rivelando un cassettone nascosto sotto al letto.
-Oh sembra molto comodo, puoi mangiare tutte le merendine che desideri.- disse Nadeshiko avvicinandosi, trovando per lo più prodotti preconfezionati.
-Già non è male, e mi mantengo comunque in forma con degli esercizi mattutini.- rispose l’amica rimettendo tutto al proprio posto.
-Veramente?- chiese Zell sorpreso lei facesse attività fisica.
-Ma certo. Un corpo splendido come il mio non arriva dal nulla, anche se ho avuto una buona spinta naturale.- rispose lei facendo l’occhiolino. -Prima di andare a scuola ogni tanto ad esempio mi piace farmi una bella corsetta, e faccio anche dello yoga.-
-E’ sicuramente un buon modo per tenersi allenate.- disse Hope sorridendo mentre andavano verso il bagno.
Questo nonostante fosse della stessa grandezza degli altri era allo stesso tempo molto diverso, principalmente perché la vasca era stata sostituita con una molto più grande, dalle piastrelle azzurre e l’interno rosa.
-Oh! Fa anche le bolle, e si accendono le luci!-
Yume prese subito un telecomando sistemato sopra al lavandino, pieno di trucchi costosi, e diede una dimostrazione ai suoi amici della bellissima vasca.
-Ne voglio anche io una così…- sussurrò Ailea colpita.
Sicuramente Yume era riuscita ad arredare perfettamente la sua camera in modo fosse comoda per lei.
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa di Lighneers e Annabelle:
 
-Bene…spero vi piaccia come abbiamo sistemato la stanza.-
Era la prima volta che Annabelle mostrava ad altri la camera del dormitorio che divideva con Lighneers, e si sentiva un po’ a disagio a causa degli sguardi rabbiosi che Ayame le lanciava.
Non c’era alcuna regola che vietava ad un ragazzo ed una ragazza di dividere una camera, ed alla fine Lighneers dovette ammettere Annabelle non era una coinquilina così irritante come aveva temuto.
La loro stanza era molto sobria, come primo dettaglio che tutti notarono, volontariamente o meno, fu la posizione dei letti, completamente distanti e messi l’uno al lato opposto della camera; quello di Lighneers era nell’angolo a sinistra della finestra proprio davanti al bagno, con solo un comodino ai piedi e la maggior parte dei suoi oggetti sotto il letto, mentre ad Annabelle aveva lasciato, forzatamente, quello nell’angolo a destra.
Lì la ragazza aveva avuto molto più spazio per mettere alcuni mobili, tra i quali un armadio, anche se era l’unica ad usarlo, un paio di pouf grigi sopra ad un tappeto verde ed un mobiletto di legno dove aveva radunato tutti i giochi di società che aveva.
-Lighneers, non pensavo ti piacesse monopoli.- disse Zell notando subito la scatola.
-Vuoi fare una partita? Direi ne avremmo per molto ma con soldi veri è più divertente.-
Alla fine quella era una nota che l’aveva sempre caratterizzato, e Daimonas lo ricordava bene visto all’inizio il ragazzo aveva provato a convincerlo a far soldi assieme con delle scommesse.
-Hai l’allegro chirugo?- chiese intanto Hope avvicinandosi al mobiletto.
-Sì, è uno dei giochi che mi diverte di più.- ammise Annabelle, pensando a quanto però Lighneers era bravo rispetto a lei a quel gioco.
-Anche a me piace molto. Scatto ogni volta tocco i bordi ahaha.- disse la castana pensando a quando era bambina.
-Nya anche a me piacciono i giochi di società! Come il gioco dell’oca nya.-
-Ma se ogni volta finisci per inventarti delle regole.- ribatté Astral alla sorella.
-Non è vero nya, sei tu che sei scarso.-
-Sì come no…-
A destra della finestra nell’ultimo angolo rimasto c’erano anche una pianta da interni un mobiletto con un fornellino ed una libreria, sulla quale assieme ad alcuni libri della ragazza erano stati riposti quelli di scuola.
-Non usi una scrivania per fare i compiti, Annabelle?- chiese Milton guardandola.
-Ho preso i pouf apposta, sono molto comodi.-
-Al punto che si addormenta quando studia.- disse Lighneers imbarazzandola.
Ayame odiò sapesse quel dettaglio di lei, e si morse il labbro inferiore irritata.
L’ultima parte della casa era il bagno, che non era stato modificato ed aveva il lavandino ben separato, con un lato per tutti gli oggetti di Annabelle e l’altro per lo spazzolino di Lighneers.
-Come ti trovi qui Annabelle?- chiese Ryujin sperando il ragazzo non le desse fastidio.
-Molto bene. Lighneers è un ottimo coinquilino, andiamo d’accordo, vero?- chiese la ragazza guardando l’altro, che si limitò a guardare da un’altra parte ed a sbuffare.
Non voleva ammettere che valeva lo stesso anche per lui.
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa di Johanna:
 
Nella successione di stanze del dormitorio la prossima che il gruppo volle vedere fu quella di Johanna, che aveva fatto del proprio meglio per aggiungere un tocco di particolarità alla camera.
Come prima cosa aveva ridipinto i muri di una nota più opaca di bianco, ed aveva sostituito le tavole sul pavimento con altre in legno di una tonalità più scura, questo aveva fatto sì che molti dettagli saltassero all’occhio più facilmente, a cominciare da letto che, posto dall’altro lato della stanza, aveva delle morbide lenzuola grigie e due cuscini dello stesso colore. La testa alta del mobile era in legno, come il resto della struttura, e la ragazza vi aveva aggiunto un filo di luci che la dotte le permetteva di leggere comodamente un libro, senza bisogno di una lampadina.
Sopra al letto aveva appeso una sottile grata di ferro, sulla quale erano agganciate varie fotografie, soprattutto di lei e mattia, assieme ad una borsa, qualche occhiale da sole e degli orologi.
Per lo più erano cose non usava mai, ma che avendo trovato durante le pulizia aveva preferito non buttare e riutilizzare in maniera più creativa.
Ai lati del letto c’erano degli appendiabiti che strabordavano di vestiti di ogni tipo. Un armadio forse avrebbe potuto nasconderli, ma non sarebbe stato tanto efficace da solo, ed in qualche modo le due non stonavano nell’armonia della camera, anzi la rendevano più particolare.
Ai piedi del letto c’era poi un grande tappeto color crema, ed a destra di questo alla parete era sistemato un grande mobile composto esclusivamente da sottili ferri neri che andavano a creare dei quadrati, ciascuno però con una base dove appoggiarvi gli oggetti; tra questi c’erano soprattutto fiori e ninnoli da arredamento.
Contrariamente a molti altri la ragazza aveva installato il cucinotto a destra del letto, lontano qualche metro dall’appendiabiti accanto a questo. Si trattava perlopiù di un alto frigorifero azzurro che posto esattamente nell’angolo non creava alcun intralcio, e un piccolo mobiletto con due fornelli sopra il quale la ragazza aveva installato delle mensole, in modo da poter tenere dei piatti ed una moca.
Sotto la finestra a destra della porta Johanna aveva poi sistemato la scrivania dove studiava e teneva le cose riguardanti della scuola, in modo da poter guardare fuori dalla finestra quanto preferiva, spostando le tende verde pastello che aveva messo.
Oltre alle finestre però Johanna aveva sistemato sul soffitto una lampada di carta bianca, abbastanza tenue da non esser fastidiosa pur illuminando l’intera stanza.
-E’ bellissimo qui Johanna.- disse Hope colpita guardandosi attorno.
-Grazie, volevo dare un tocco di casa.-
-Ci sei sicuramente riuscita.- rispose Grace sorridendole.
-Non riesco a capire come fate tutti a tenere pochissimi vestiti. Io ho letteralmente una camera intera solo per quelli.- commentò Ayame un po’ vantandosi, un po’ realmente sorpresa.
-Quanti di quei vestiti metti veramente?- chiese Ailea incrociando le braccia.
-Tutti! Mi cambio più volte al giorno anche, se riesco.- rispose subito l’altra, mentre il giro continuò.
Era rimasto soltanto il bagno, ma anche qui Johanna era stata in grado di arredarlo a proprio piacimento.
Aveva diviso i muri in due parti, quella inferiore era formata da delle piastrelle rosse, circa tre che non raggiungevano nemmeno un metro d’altezza, mentre quella superiore aveva mantenuto una tinta bianca. Anche lei aveva comunque lasciato la vasca da bagno con la doccia incorporata, ed accanto a questa un mobiletto conteneva tutti i prodotti che usava per rilassarsi, ma aveva messo un lavandino più ampio con uno specchio basso e largo.
-Vi piace?- chiese la ragazza terminando di mostrare la casa.
-E’ bellissima!- disse subito Sammy annuendo.
-Non è niente male. Sei stata brava.- rispose a sua volta Cirno.
Nonostante il poco spazio era riuscita ad utilizzarlo comunque in maniera perfetta.
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa di Sammy e Milton:
 
Sammy non vedeva l’ora di poter mostrare la loro camera al gruppo intero, e quando entrò quasi inciampò oltre la porta dall’emozione.
Le due avevano arredato la camera in maniera assolutamente adorabile, a partire dalle pareti di un rosa pastello ed il pavimento in legno bianco.
I letti delle due erano separate solo da mezzo metro di distanza, in modo che se Sammy avesse avuto un incubo Milton avrebbe potuto subito rasserenarla.
Il letto di quest’ultima era lungo e sottile, dalle coperte bianche ed il cuscino violaceo, con una testata in legno chiaro sopra la quale aveva messo un piccolo peluche a forma di gattino. Il letto di Sammy era un poco più largo del suo, con le coperte bianche aventi delle linee rosse ad abbellirle, dove un orsacchiotto di peluche aiutava la bambina a dormire, e la morbida testata a forma di cuore. Sopra il suo letto erano anche riuscite ad appendere delle farfalle di carta, che amava guardare la sera prima di addormentarsi.
Nello spazio tra le due avevano messo un comodino bianco, sopra al quale avevano messo una lampada rossa impilata sopra numerosi libri, ed accanto un pupazzo di Sammy a forma di delfino.
A destra dei letti avevano messo un’alta libreria ciascuna, e già erano piene per metà, ma quella di Sammy aveva anche molti peluche impilati ai quali ogni sera andava a dare la buonanotte. Anche se non la usavano spesso, soprattutto la bambina che finiva spesso per studiare su uno dei due pouf che avevano preso, uno rosa ed uno bianco, nell’angolo a destra della finestra era presente una scrivania con vari cassetti, usati soprattutto per tenere in ordine i libri di scuola.
Tutti i loro abiti erano sistemati con cura in un armadio a sinistra dei letti, lungo la parete che separava il letto della camera dal bagno, mentre nell’angolo a sinistra della porta come molti altri avevano aggiunto la loro personale cucina.
Assieme al frigorifero ed ai fornelli questa era composta principalmente da vari scaffali e cassetti appesi alle pareti dove tenevano sia le scorte da mangiare che i piatti e altre stoviglie.
-E’ adorabile, mi piace tantissimo.- disse subito Nadeshiko coccolando uno degli innumerevoli peluche di Sammy.
-Lui si chiama Rufus, è un lupo che gira il mondo.- spiegò la bambina avvicinandosi, pronta a mostrare la sua intera collezione.
Forse l’unico posto dove questi non c’erano era il bagno, modesto ma comodo.
Come Johanna anche loro l’avevano diviso in due parti, quella bassa rosa e quella alta bianca, e nel mobilio prevalentemente di questo colore era perfettamente adatta.
Avevano cambiato giusto la vasca in modo fosse larga abbastanza per entrambe, ed avevano messo due mobiletti in legno vicino al lavandino dove appoggiare le proprie cose.
Sembrava quasi di essere entrati in un negozio di caramelle, ed effettivamente si poteva sentirne l’odore nell’aria, visto tra le loro scorte ne avevano a bizzeffe.
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa di Daimonas e Jack:
 
-Oooh vedremo la casa dei due piccioncini! Non vedo l’ora di vedere cosa avete fatto al vostro nido d’amore!- urlò Nadeshiko non appena furono davanti alla porta, facendo diventare sia Daimonas che Jack rossi come due pomodori.
-Non è niente di che…- tentò di dire Daimonas grattandosi il braccio, ma tutti sembravano estremamente emozionati per qualche motivo.
Anzi, il motivo era Daimonas stesso. Non una persona, o quasi almeno se non si pensa a Khal, non gli voleva bene e non lo apprezzava enormemente. Avere a che fare con lui era come avere di fronte un cerbiatto, bisognava agire con calma senza spaventarlo ed ottenere la sua fiducia, ed essere lì per tutti era un momento importante.
La camera era stata riarredata seguendo i loro gusti, cominciando dalle pareti che furono ridipinte di un blu mare, mentre il pavimento era stato lasciato in legno.
Nessuno fu sorpreso nel vedere c’era solamente un letto, con due morbidi cuscini ed una coperta azzurrognola. Ciò che invece stupì fu l’incredibile quantità di librerie, almeno otto, stracolme di libri.
Erano praticamente tutti quelli che Daimonas possedeva, messi in perfetto ordine e puliti in modo non avessero polvere su di sé.
Jack era stato ben felice di aiutarlo ma doveva ammettere d’essere stato a sua volta sorpreso del numero di libri in possesso del ragazzo.
Nell’angolo a sinistra Jack aveva poi insistito per installare un piccolo cucinotto, in modo da poter sorprendere Daimonas la mattina con degli ottimi pancake e per fare altri gesti romantici inaspettati.
L’altro ne era stato ben felice, a patto il fuoco fosse distante dai libri.
Avevano sistemato al centro della stanza anche un morbido tappeto ed una poltroncina a destra della porta, in modo da potersi sedere comodamente durante lo studio o le letture.
C’era anche un sottile armadio a due ante, e sopra di esso Jack aveva attaccato alcune delle sue foto con Daimonas, non erano molte ma sicuramente un giorno sarebbe stato pieno.
Le finestre erano nascoste dietro delle tende blu scuro, e sulla porta Jack aveva messo una lavagnetta nera sopra la quale aveva intenzione di scrivere tutti i pregi di Daimonas, in modo non dimenticasse mai quanto fosse importante per lui.
-E’ veramente particolare qui, non mi aspettavo tanti libri.- ammise Johanna, che si sentì come se fosse in una libreria.
-Sono tutti libri che ho accumulato negli anni. Non ho voluto separarmene.- rispose Daimonas sfiorandone uno.
-Abbiamo impiegato tre giorni per metterli al loro posto. Però è stata una bella attività.- aggiunse Jack mettendo un braccio attorno alla vita dell’altro.
-Siete stati molto bravi, avete anche dipinto da soli?- chiese Johanna guardando le pareti.
-Sì, abbiamo fatto tutto noi.- rispose fieramente Jack
Avevano aggiunto addirittura un piccolo cestino di vimini con dentro delle rose finte per dare un tocco in più alla camera, ed aveva funzionato.
Per quanto riguardava il bagno invece avevano tolto la doccia e tenuto solo la grande vasca, in modo da poter avere quel minimo di spazio in più per le gambe e per potersi rilassare assieme.
A giudicare dai prodotti su un comodino lì vicino avevano già comprato dei sali profumati e degli oli da massaggi.
Yume notandolo li guardò subito con un sorriso malizioso, ed entrambi furono costretti a guardare dall’altra parte.
-Sono sicura starete molto bene qui dentro…-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa Nadeshiko:
 
La casa di Nadeshiko era situata fuori dalla città, nel bosco che la circondava, quindi il gruppo dovette superare diverse fermate dell’autobus per poterla raggiungere.
-Come fai ad arrivare in orario a scuola ogni giorno?- chiese Annabelle mentre guardava fuori dal finestrino del mezzo.
-Ho uno scooter elettrico. E’ divertentissimo usarlo, e velocissimo.- spiegò la ragazza tamburellando sul braccio del sedile. Aveva anche una bicicletta elettrica, ma lo scooter era più divertente da usare.
Quando finalmente arrivarono non dovettero inoltrarsi troppo nel bosco per notare il sentiero di pietra che conduceva a casa della ragazza.
Esternamente questa era costruita interamente in legno, un piccolo e comodo cottage immerso nella natura. Avvicinandosi verso la porta il gruppo poté facilmente notare che dall’altra parte della casa era presente una gigantesca piscina, tutta per Nadeshiko.
-Caspita, sembra di essere in vacanza.- disse Grace apprezzando la quiete del luogo.
-Già, dopo una giornata stressante tornare a casa mi ridà sempre energia.- rispose la ragazza aprendo la porta.
Il pian terreno era composto in larga parte dal salone principale, una stanza attrezzata di ogni comodità. Il pavimento era formato da tavole di legno chiaro e lungo i muri, nettamente più scuri, la ragazza aveva appeso numerosi dipinti astratti, mentre su quattro delle cinque finestre presenti aveva messo sui bordi dei piccoli peluche e piante finte.
Sopra ad un morbidissimo tappeto color porpora era sistemato un lungo divano nero, lungo i cui bordi in alcuni punti c’erano segni di graffi, e da questo si poteva godere appieno dell’enorme televisione sistemata nell’angolo della parete; era assolutamente un punto perfetto per guardare un bel film, ed il divano era abbastanza grande da contenere almeno la metà di loro.
Nadeshiko aveva anche preso dei pouf, molto popolari in quel periodo, mettendoli negli angoli della sala in modo non fossero d’intralcio. A destra dell’ingresso poco prima della scala che portava al piano superiore la ragazza aveva messo un mobiletto d’epoca, dove aveva messo una radio ultimo modello con tutte le sue canzoni preferite già in ordine.
-Wow nya, adoro il tuo salotto.- disse Lacie lanciandosi subito su uno dei pouf.
-Anche io, il pavimento è così liscio poi che ci si può pattinare, ma non è la parte migliore di questo piano…- rispose Nadeshiko portandoli verso la cucina, a sinistra delle scale.
La stanza era piccola, ma estremamente ordinata ed elegante.
Al centro era presente un tavolo in marmo fissato al pavimento, con un bellissimo vaso di fiori e delle piccole sedie da bar dai cuscini rossi attorno.
I fornelli erano completamente lucidi ed accanto a questo c’era addirittura un forno a microonde con già una busta di pop-corn dentro. La parete collegata con il salotto aveva poi una finestrella, abbastanza grande da passarci facilmente se si voleva ed aggiungeva un’aria di apertura maggiore all’interno piano. Alle due finestre erano poi appese stelle e cuori di vimini profumati. Il frigorifero era poi grande quanto quello di Cirno, di un grigio metallico ed a due ante, ma all’interno c’era una varietà di bibite, soprattutto coca-cola alla ciliegia, vari snack e qualche verdura. Accanto ad esso era presente una sottile porta che conduceva direttamente verso la piscina, e guardando meglio il gruppo poté vedere uno sdraio lasciato sotto il sole, con una ciambella ed un pallone gonfiabile accanto.
-Non hai paura volino via?- chiese Ailea indicandoli.
-Ogni tanto capita, poi recuperarli è come una caccia al tesoro.-
-Almeno vedi il lato positivo delle cose.- commentò Seraph mentre si spostarono lungo le scale, che condussero verso un corridoio che collegava quattro diverse camere.
-Ho anche un capanno degli attrezzi fuori, ma dubito sia interessante. Quella laggiù infondo è la camera per gli ospiti, serve per quanto facciamo delle feste.- disse Nadeshiko indicando la porta infondo a destra.
All’interno lo spazio era piuttosto normale, con un grosso letto matrimoniale sotto una delle tre finestre, un divano a sinistra della porta ed un tappeto rotondo vicino a due poltroncine verdi. Non c’erano armadi o altri mobili, ma evidentemente la camera era stata pensata esclusivamente per dormire o chiacchierare tutti assieme.
Direttamente vicino alle scale invece c’era la camera da letto di Nadeshiko, e non c’era dubbio per nessuno fosse proprio quella. Il suo letto a mezza piazza aveva delle morbide coperte bianche e dei cuscini azzurri, ed una lavagna di sughero attaccata sul muro a destra di questo era piena di biglietti di fiere e di concerti.
C’erano in totale tre finestre, al momento aperte e che facevano passare una piacevole arietta, ai cui bordi aveva attaccato delle piccole lucine che la notte creavano l’illuminazione perfetta lì in mezzo al bosco. I muri erano bianchi ed il pavimento in legno d’abete, con un adorabile tappeto a forma di gatto giallo ai piedi del letto.
Vicino ad un armadio dai bordi bianchi e le ante azzurre la ragazza aveva appoggiato un gigantesco peluche di un orsacchiotto dalla pancia marrone, ed altri peluche erano appoggiati su degli scaffali alle pareti.
Al muro sinistro si trovava poi una comoda scrivania con sopra un computer in ottime condizioni, che la ragazza usava sia per disegnare con la sua tavoletta grafica che per giocare, e per quest’ultima attività aveva addirittura delle cuffie di ottima qualità ed una poltrona da gamer.
-Non pensavo ti piacessero i videogiochi.- disse Alexander sorpreso.
-Ogni tanto faccio live su twitch. Ho un buon seguito sapete?-
-Si scoprono tante cose oggi.- rispose Jack colpito.
Nadeshiko prima di mostrar loro l’ultima stanza, ovvero quella di cui andava più fiera, li portò nel bagno, avente i muri in parte rosa pastello e turchese, con una vasca sotto una delle due finestre ed un gigantesco specchio sopra ad un lavandino, accanto al quale aveva messo un’elegante poltrona color ambra. Sul ripiano erano sistemati trucchi, pinzette, bigodini e tanto altro, e come in sala anche qui, su un mobiletto dall’altra parte della stanza, aveva messo uno stereo per ascoltare la musica.
-A che serve quel ripiano?- chiese Daimonas confuso vedendo degli scaffali vicino alla vasca.
-Per quando mi portò i miei frappé al cioccolato qui.-
L’ultima camera in cui li portò era nientemeno che la sala hobby, una stanza modesta dal pavimento bianco ed i muri in legno, ma incredibilmente piacevole.
Accanto all’unica finestra della camera era stato sistemato un cavalletto con una grande tela ancora bianca sopra, ed accanto su un piccolo mobiletto erano ancora appoggiati vari tubetti di colore ed una tavoletta con dei pennelli sopra.
Su una libreria Nadeshiko aveva messo alcune delle sue creazioni, tra cui molte rocce dipinte in maniera eccentrica e particolare, o dei vasi che aveva costruito e addirittura delle bambole.
In un angolo lontano dal cavalletto c’era invece una poltrona, con numerosi gomitoli di lana e dei ferri da maglia, anche se non sembrava avesse fatto molto in quel periodo.
-L’arte è il mio modo di esprimermi, quindi cerco di provare più cose possibili.- disse la ragazza mostrando le varie creazioni.
-Hai fatto veramente buon uso di questo spazio. Complimenti.- disse Vladimir felice per lei, ma a quanto pare Nadeshiko aveva mancato un dettaglio.
Non aveva scoperto infatti una delle stanze segrete costruite da lui in passato, e ne era sicuro perché il passaggio era ancora chiuso. Dentro c’erano cose di poco conto, quindi non aveva visto la necessità di prenderle.
-Che bello! Voglio provare anche io tante cose come te!- disse intanto Sammy colpita, vedendo la bravura dell’amica in alcuni dei disegni aveva messo alle pareti.
C’erano anche moltissimi album su una scrivania, nei quali lei si era allenata nell’anatomia e nell’uso dei colori.
Per tutti era forse la camera più bella della casa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa di Khal e Alexander:
 
Tutti sapevano che i fratelli Moore vivevano in un grattacielo esclusivamente loro, tuttavia vederlo dal vivo per molti fu impressionante.
Aveva almeno cento piani e l’esterno era composto da grandi specchi che riflettevano qualsiasi cosa lo circondasse.
L’ingresso non aveva nulla di una casa, più un ufficio dalla porta in vetro scorrevole, che apriva su un grande salone dal pavimento piastrellato azzurro e dal soffitto bianco.
Non c’erano mobili d’arredamento o simili, solo le porte del gigantesco ascensore del palazzo che si aprirono davanti a loro.
-Dovremo stringerci un po’, ma penso andrà bene comunque.- disse Khal lasciando che tutti entrassero. Nessuno era in grado di dire nulla al momento, sentendosi come se stessero andando ad un colloquio di lavoro.
-Abbiamo ben cento piani, senza contare il garage. Vederli tutti sarebbe tedioso ed inutile, quindi mi limiterò a descrivere approssimativamente man mano saliamo.- continuò il ragazzo, spingendo il pulsante direttamente fino al cinquantesimo piano.
-I primi dieci possono essere visti come semplici sale da aspetto modificate in base a diversi tipi di caratteri o vizi, come il fumare o l’alcol. Dall’undicesimo fino al trentaicinquesimo invece sono sale adibiti ad incontri, sia singoli che di gruppo. Sparsi da questo piano fino all’ottantesimo ci sono alcuni uffici, ma non serve a niente dire quali siano.- e soprattutto non voleva lo sapessero. L’ascensore nel frattempo continuava a muoversi costante. -Dal trentaseiesimo in su sono stanze di vario tipo, biblioteche, salegiochi, bar, bowling. Di tutto e di più.-
-Sembra veramente un ufficio…- disse Hope a bassa voce. Venire a trovare Alexander le avrebbe fatto molto piacere, ma doveva ammettere che fino ad ora non si trovava molto a suo agio, e dello stesso avviso purtroppo era anche Ailea.
-Bene, siamo arrivati al cinquantesimo piano. Qui dorme Alexander.-
Davanti ai ragazzi si aprì una stanza gigantesca, dal pavimento grigio ed i muri bianchi, ad eccezione della parete a sinistra dell’ascensore, formata interamente da delle ampie vetrate.
-Dall’esterno non si vede nulla.- precisò subito il ragazzo, facendo strada agli altri.
Direttamente a sinistra dell’ingresso c’era un piccolo angolo con un divano nero, un tappeto bianco ed un televisione posta tra dei mobili di legno, sui quali erano sistemati vari premi vinti in numerose competizioni. A destra invece era stato messo un cavalletto da disegno con varie tele bianche appoggiate alle pareti, ma nessun quadro era stato appeso da nessuna parte.
Infondo alla stanza c’era poi un grande letto matrimoniale dalle lenzuola ed i cuscini bianchi, fatto alla perfezione come se fosse di un ospedale. Una scrivania lì vicino era usata per svolgere i compiti di scuola, e non molto lontano da lì c’era il bagno, unico punto separato dal resto della stanza.
Anche qui i muri erano bianchi, ma le piastrelle azzurrognole, ed era presente una doccia ed un lavandino con un nuovo specchio rettangolare.
-Non c’è molto da vedere…sono abbastanza semplice.- disse il ragazzo imbarazzato. Avrebbe voluto impressionare Hope, ma ora si vergognava soltanto.
-E’ una stanza molto bella.- disse comunque la ragazza, pensandolo veramente. Manteneva il suo aspetto elegante, eppure era meglio rispetto al resto, meno vuota.
Finito il piano di Alexander il gruppo continuò la salita, fino ad arrivare al centesimo piano.
-Qui è dove dormo io.- disse Khal quando le porte si aprirono.
La stanza era nettamente diversa come struttura rispetto a quella del fratello, tanto per cominciare visto c’erano effettivamente dei muri a dividerla dalla camera da letto.
La prima parte poteva dirsi un semplice salotto, dove tutti i muri però non erano presenti, sostituiti dalle stesse vetrate di altri piani.
Khal aveva sistemato vicino ad una di queste un lungo bancone, dove teneva i suoi alcolici preferiti vicino ad un giradischi, in modo da poter suonare qualsiasi musica desiderasse. Vicino all’ascensore, sopra ad un tappeto nero, c’era poi una poltrona dello stesso colore, circondata da alte librerie piene di libri, che trattavano però argomenti complessi come la fisica o l’economia. A sinistra della stanza era presente il bagno, simile a quello del fratello ma con anche una lussuosa vasca da bagno quadrata.
-E’ l’ideale per rilassarsi, vuoi provare dopo?- sussurrò Khal all’orecchio di Ailea.
-Mi piacerebbe molto.- rispose lei cercando di non farsi sentire da tutti.
L’ultima parte del piano da mostrare era la camera dove il ragazzo dormiva. Qui le pareti erano tinte di nero ed era presente un grande letto in fondo alla stanza, mentre qualsiasi altro arredamento mancava.
-Inquietante.- si lasciò sfuggire Vladimir, nemmeno troppo di sfuggita.
-Il nero mi aiuta a prender sonno.-
-Ma…nemmeno una luce?- chiese Johanna notando quello era veramente l’unico mobile d’arredamento.
-Non ne ho bisogno. Mi trovo bene così.-
Non aveva bisogno di giustificare le proprie preferenze. Amava il buio, in grado di circondare ogni cosa e farla propria.
In realtà quella non era esattamente l’ultima stanza di quel piano…c’era una porta segreta nascosta dietro un meccanismo che conduceva alla sua stanza privata per le torture, ma al momento aveva ancora qualche rifiuto all’interno, quindi non era il caso di aprirla…
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa di Hope e Grace:
 
Come Ailea anche le due ragazze vivevano al quarto piano di un appartamento non molto distante dalla scuola. Esternamente questo aveva un accesa tonalità giallognola che lo faceva risaltare, ed aveva il pregio di avere molti bar nei dintorni dove le Hope e Grace erano solite fare colazione.
Aprendo la porta d’ingresso il gruppo entrò in una grande stanza dal lucido parquet color castagna e le pareti bianche. La parte destra riguardava la cucina, organizzata al meglio per ottimizzare lo spazio con al centro un cucinotto dalla superficie in marmo nero che non solo da un lato aveva un comodo lavandino per pulire i piatti, con sotto vari cassetti dove poter mettere le stoviglie, ma fungeva anche da tavolo dove mangiare, ed infatti aveva tre sedie nere dall’altro lato.
Lungo la parete tra vari mobili ed armadietti avevano messo anche un forno ed un microonde, entrambi estremamente utili e spesso utilizzati da entrambe, anche se Grace visto il lavoro tendeva più ad usufruire dell’ultimo.
I fornelli erano di ultimo modello, senza manopole e con dei pulsanti al lato per l’accensione, mentre accanto il sottile frigo grigio era puntellato di post-it, sui quali erano scritte frasi motivazionali o semplici annotazioni.
La parte migliore però era che aveva anche un distributore del ghiaccio, così Hope aveva comprato anche un frullatore per fare smoothie e frullati proteici.
Sopra al cucinotto avevano installato tre sottili lampade trasparenti, che permettevano una buona illuminazione anche del salotto, il quale aveva sul lato due finestre con delle lunghe tende bianche, dalle quali poter vedere il paesaggio urbano.
Grace ed Hope amavano guardare film assieme, quindi avevano sistemato sopra ad un tappetino bianco un divanetto blu comodo per almeno tre persone, ed ai lati avevano messo due mobiletti senza cassetti dove poter mettere bibite e spuntini per quando guardavano dei film dalla televisione dall’altra parte della stanza.
Alle spalle del divano invece avevano deciso di fare qualcosa di più particolare, attaccando alla parete delle larghe forme in legno rotonde, aventi dei vetri dietro i quali le due avevano messo della terra, dei sassi e qualche fiore di plastica; il risultato era stata la creazione di un piccolo giardino a muro che faceva un gran figurone.
-Wow, è molto bella come idea.- disse Alexander sorridendo alla propria ragazza, che lo guardò con un leggero rossore alle guance.
-Grazie, ne andiamo molto fiere.-
Tra la cucina ed il salotto si apriva un corridoio che conduceva alle altre stanze della casa, in fondo al quale avevano lasciato un piccolo sgabuzzino semi-vuoto.
A sinistra c’era la camera di Grace mentre a destra quella di Hope. Partendo dalla stanza di questa il pavimento era di un grigio chiaro e le pareti bianche, ma sopra al punto in cui era sistemato un letto dalle coperte bianche e grigie Hope aveva scritto la frase si una canzone, che diceva:
“Love is like a letter wrote
and life is like an envelope
Be careful who you give it to
They might not give it back to you”
 (Matt Corby)
Alexander si sentì un po’ a disagio vedendo quella scritta, ma non era stata fatta per un motivo particolare, solo perché la canzone piaceva alla ragazza e la trovava molto bella.
In ogni caso il resto della stanza era perfettamente in linea con lei. Sulla parete accanto alla scrivania bianca dove studiava Hope aveva appeso carte di ogni luogo del mondo avrebbe voluto visitare, scrivendovi sopra appunti e marchiando città. C’era poi anche un bellissimo calendario che in ogni giornata aveva una nuova frase da regalare, ed in cima ad un alta libreria dove la ragazza teneva oltre ai libri tutti i ninnoli di suo gradimento c’era la sua collezione di cd e dischi dei suoi gruppi preferiti, addirittura con la firma dei cantanti ed i membri del gruppo.
C’erano due finestre nella sua camera, e ciascuna era nascosta sotto delle tende semi-trasparenti viola e rosa, che aggiungevano un tocco particolare grazie ai brillantini che avevano sopra.
Un ultimo dettaglio perfetto per il carattere di Hope era un mappamondo sistemato sopra un mobiletto bianco, dove con delle spille aveva segnato i luoghi visitati e quelli ancora da visitare.
-Direi si capisce ti piace viaggiare.- disse Cirno ridacchiando.
-Già, non vedo l’ora di partire per il prossimo viaggio. Londra mi è piaciuta tantissimo.- rispose la ragazza ricordando quando grazie a Johanna era potuta andarci. -Chissà, magari andremo a Parigi, o a Tokyo.- continuò con aria sognante, mentre il gruppo andò nella camera di Grace.
Fu una sorpresa vedere come l’aveva arredata.
Aveva lasciato il pavimento con delle tavole di legno scuro, dipingendo i muri di un blu grigiastro, mentre il soffitto era bianco come la neve. Questo contrasto di colore era perfetto per l’idea che le era venuta in mente, ovvero appendere lungo un’intera parete una scia di luci che pure senza lampadario davano la giusta illuminazione alla stanza intera, anche con il piccolo aiuto in più delle finestre e della luce dei lampioni.
Il suo letto era gigantesco, con delle coperte blu i cuscini bianchi e la testata in legno dello stesso colore, dove assieme ad un panda era appoggiato in bilico un laptop.
Anche lei aveva scritto varie frasi sul muro sopra di lei, molte in grassetto ed in bianco in modo da farle risaltare, ed aveva sistemato su degli scaffali fotografie, premi vinti in delle gare o statuine che le piacevano.
Sopra ad un cassettone nero aveva poi appeso un gigantesco poster della sua band preferita, ed anche lei aveva dei biglietti autografati attaccati vicino a questo.
Al contrario di Hope non aveva una scrivania, solo un armadio a muro dalle ante bianche ed un angolo che usava per i suoi allenamenti, dove aveva messo dei tappetini da yoga e dei manubri.
Lo usava soprattutto la mattina prima della colazione, e le dava sempre la carica per iniziare bene la giornata.
-E’ molto più femminile di quanto pensassi.- commentò Zell, ricevendo un pugno sul braccio.
-Solo perché sono capace di rivoltarti come un calzino non significa non sia femminile.-
Beh, aveva ragione, c’era poco da dire.
L’ultima stanza della casa era il bagno, sistemato in modo avesse delle piastrelle marroni sul pavimento mentre i muri erano stati sostituiti con dei solidi blocchi in pietra, che davano un effetto estremamente particolare contrapposti all’unica parete di piastrelle bianche, dove era sistemato il gabinetto, il bidet ed il lavandino.
Dal lato opposto invece, contro le pietre, c’era la doccia, chiusa dentro una gabbia di vetro don un gigantesco quadro astratto fuori da essa. Sembrava quasi il bagno di un hotel di lusso ed entrambe adoravano come era venuto, soprattutto con l’aggiunta di piccoli ripiani in marmo dove avevano incastrato dei cactus finti.
-Come mai prendete tutti piante finte ora?- chiese Cirno sfiorandoli.
-Sono belli e non sono impegnativi.- rispose Grace esaustivamente.
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa di Astral e Lacie:
 
La casa dei due fratelli era un grande vanto per loro, perché dopo aver ottenuto la proprietà l’avevano costruita solo con le proprie forze, ma era stato piacevole poter sistemare alcuni dei mobili grazie ai soldi dati dalla scuola.
Esternamente si presentava come una normale casa dai muri bianchi ed il tetto spiovente marrone, circondata da uno steccato bianche che racchiudeva il loro piccolo giardino.
Sulla porta d’ingresso blu Lacie aveva aggiunto in alto al centro un simpatico pomello a forma di gatto che reggeva un anello, e che ogni mattina accarezzava come porta-fortuna.
L’ingresso si apriva come un’ampia stanza dal parquet marrone scuro e dai muri turchesi, con alle pareti alcune foto di Lacie e di Astral assieme, in particolare vicino alle scale che conducevano al piano superiore.
Vicino alla porta erano presenti due finestre ovali, entrambe con delle sottili tende bianche, e sotto di queste Astral aveva sistemato dei mobili in legno, sui quali aveva messo da un lato un basso vado dove riporre le chiavi, mentre dall’altro uno simile ma pieno di caramelle.
Lacie aveva apprezzato molto il gesto ma spesso le finiva prima che il ragazzo potesse rifornirlo.
A destra dell’entrata si poteva arrivare alla sala, collegata direttamente alla prima stanza dalla mancanza di una parete che faceva apparire l’ambiente molto più ampio ed aperto.
Il salotto era estremamente accogliente, con quattro finestre che davano sul giardino ed un grande divano pieno di graffi, nonostante fosse appena stato preso.
Sopra ad una panca Astral aveva sistemato la loro nuova televisione, rinforzandola in modo fosse collegata anche alla parete nella speranza stavolta Lacie non la facesse cadere. Tra la televisione ed il divano c’era poi un largo tappeto marrone sul quale la ragazza adorava sdraiarsi assieme al loro piccolo micino, Leo, che per l’appunto stava già dormendo beatamente.
Su un basso mobile di legno nella parete a sinistra Astral aveva provato a mettere qualche vaso, ma l’idea era subito andata in fumo quando la sorella aveva rischiato di romperli mentre giocava, quindi aveva optato per delle grosse e robuste candele, che aggiungevano comunque una buona nota all’ambiente, assieme all’alta e sottile lampada dalla testa grigia.
-Non ci sono molti mobili fragili, eh?- commento Vladimir guardandolo.
-Ho imparato ad evitarli.- rispose Astral portandoli verso la cucina.
Lacie aveva aggiunto una finestrella vicino alla porta per entrarvi, e la divertiva molto usarla per passare da una stanza all’altra.
Questa aveva il pavimento formato da delle chiare piastrelle ed i muri di un giallo spento, quasi bianco ma comunque molto bello ed elegante.
Al posto del tavolo avevano installato al centro un lungo ripiano rettangolare dai bordi levigati, con accanto alcune sedie dove potersi mettere. Anche se non poteva ribaltarlo a Lacie piaceva molto sdraiarvisi mentre Astral cucinava, ed al ragazzo non dispiaceva così tanto in fin dei conti.
Anche loro avevano dei fornelli estremamente tecnologici, con una funzionalità che serviva a spegnerli in caso venissero a contatto direttamente con la pelle o i tessuti; si era rivelato più utile del previsto questa aggiunta con l’arrivo di Leo.
Il frigorifero era alto quanto Astral, ed anche questo era ben fermo contro la parete in modo non si ribaltasse facilmente.
L’intera casa infondo era stata costruita proprio per questo, ma Lacie era anche capace di comportarsi perfettamente, uscendo dalle due finestre della cucina per andare a giocare in giardino nell’attesa fosse pronto.
-Bene, ora andiamo al piano di sopra, lì ci sono le nostre camere. Ma tenete le mani a posto.- disse Astral lanciando un’occhiataccia soprattutto ai ragazzi.
-Scommetto che a scuola alcuni pagherebbero anche per avere solo un calzino di Lacie.- disse Lighneers solo per il gusto di irritarlo
-Ti rompo le dita.- rispose l’altro minacciandolo, salendo le scale di legno. Qui un ampio corridoio collegava le tre stanze presenti, ovvero le due camere da letto ed il bagno.
Volendo ritardare l’arrivo alla stanza di Lacie Astral mostrò loro prima il bagno, una stanza piccola rispetto alle altre ma comunque confortevole, con una finestra nella parete opposta alla porta ed una lunga vasca bianca provvista di una doccia.
Qui avevano ridotto il numero di oggetti al minimo, lasciando giusto il lavandino con gli spazzolini da denti, mentre il resto era dentro i cassetti sotto d’esso. Il ragazzo aveva preferito lasciarla in questo modo perché quando doveva convincere la sorella a farsi un bagno la casa si trasformava in un vero campo di battaglia, anche se alla fine l’acqua calda le piaceva e ci rimaneva addirittura per ore.
La camera di Astral era invece la seconda più grande del piano, dal pavimento di legno chiaro ed i muri bianchi. Il letto era posto nell’angolo vicino alle due finestre della camera, mentre il resto dello spazio escludendo un armadio era utilizzato più che altro per i suoi allenamenti.
Davanti ad un gigantesco specchio il ragazzo aveva appeso un’asta sul soffitto per praticare dei sollevamenti, e non molto distante da lì aveva messo una scrivania dove lavorava alla lucidatura ed ai controlli delle proprie pistole.
Dopo la prima visita di Seraph alla stanza il letto aveva avuto bisogno di una sistemata, soprattutto la testata che si era quasi spaccata, ma grazie al cielo l’aveva fatto prima dell’arrivo degli altri.
Per divertirsi aveva anche messo dall’altro lato della stanza un bersaglio per delle freccette, sembrava una cosa sciocca ma lo aiutava a mantenersi allenato anche quando non poteva usare la pistola, e faceva ormai sempre centro.
-Ora sta alla mia camera nya!- urlò Lacie spingendo tutti fuori per arrivare dall’altra stanza.
I muri ed il pavimento era simili a quelli della camera del fratello, anche se questa era poco più grande.
L’ampio letto dalle coperte rosse ed arancioni per una volta era perfettamente rifatto, e sui cuscini Lacie aveva appoggiato alcuni dei peluche a forma di gatto che il fratello le aveva regalato.
Accanto a questo c’era poi un piccolo mobiletto sul quale aveva sistemato una lampada a forma di gatto, il cui corpo si illuminava la notte spingendo la coda.
I bordi della scrivania di legno erano pieni di graffi, ma i libri di scuola erano tutti sistemati sul ripiano, almeno per il momento.
Nell’angolo a destra delle due finestre Lacie aveva anche sistemato due giganteschi tira-graffi di vimini, uno per lei e l’altro per Leon.
Accanto all’armadio bianco dall’altra parte della stanza, sopra all’ampio tappeto giallo, Lacie aveva sistemato un pouf rosa, sul quale spesso finiva per addormentarsi mentre coccolava il piccolo Leo.
-E’ veramente bella, l’hai arredata molto bene.- disse Hope complimentandosi.
-Grazie nya. Mi sono impegnata tanto.-
Ormai quel piano l’avevano finito, ma ne rimaneva un altro in realtà della casa, anche se non aveva niente di speciale.
Si trattava della soffitta, raggiungibile tramite un'altra rampa di scale, ed era leggermente diversa rispetto alle normali soffitte delle altre case.
Qui Astral aveva ammucchiato i numerosi divani e poltrone che Lacie aveva rotto o rovinato nel tempo, ma invece che buttarli o lasciarli lì a prender polvere li aveva disposti in modo fossero gli uni vicini agli altri, rimuovendo i bracci sistemandoli in un unico gigantesco mobile.
Aveva poi aggiunto una televisione in un angolo distante dall’unica finestra della stanza, creando una specie di angolo cinema dove Lacie spesso la sera andava a vedere dei film e si addormentava; avevano anche il salotto al piano di sotto per questo, ma il divano formato gigante costruito dal fratello ed i fili di luci attaccati al soffitto, che creavano un’atmosfera di quiete, le piacevano molto di più.
In aggiunta Astral in un altro angolo aveva messo un vecchio tapis roulant, comprato per tenersi in allenamento ma mai usato, ed un manichino coperto di buchi usato in passato per allenarsi con la pistola, che ora era stato vestito capo a piedi da Lacie con gli abiti più stravaganti non usava più, mentre le gambe erano diventati i tira-graffi di scorta di Leo.
-Wooow! Ma che bella idea avete avuto!- disse Nadeshiko con gli occhi che le brillavano.
-Si Astry ha avuto una bella idea nya.- annuì la sorella, lasciando tutto il merito al ragazzo per una volta.
-Ne vado molto fiero, ed almeno qui vanno i mobili rotti che, con un po’ di lavoro, possono essere riutilizzati.- disse Astral riferendosi anche ad alcuni mobiletti di legno, ai quali aveva tagliato le gambe, rimuovendo anche i cassetti per poi appenderli lungo le pareti creando un bell’effetto.
-Quando ingegno ed adattamento si uniscono.- disse Seraph sorridendogli da sotto la maschera, anche a lei quella stanza piaceva molto e sperava avrebbero passato delle belle serate lì insieme.
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa di Seraph:
 
Fino a quel momento pochi di loro avevano potuto vedere la casa della ragazza, e per questo lei pretendeva il massimo rispetto per la sua dimora.
Molti furono sorpresi dallo scoprire viveva sulla cima di una collina, circondata da splendidi alberi tutti ben curati; non avendo tempo di farlo da sé aveva trovato una ditta che potesse farlo ad un modico prezzo, e così evitava ad esempio in autunno d’avere la collina piena di foglie morte, o che l’erba crescesse troppo.
Per arrivare alla casa bisognava prima salire una scalinata lunga cento gradini, simboleggianti le fatiche umane che la gente deve superare prima di raggiungere la pace. Anche qui la ragazza chiese ai suoi compagni di portare rispetto, e di salire uno ad uno ogni gradino senza saltarne.
Non servì comunque arrivare in cima per intravedere il tempio nel quale abitava.
Esternamente si poteva vedere la netta separazione tra un piano e l’altro, in quanto i muri bianchi attraversati da delle griglie di legno avevano ciascuno un tetto dalle mattonelle grigie, che assottigliavano leggermente l’edificio man mano che saliva.
All’ingresso era presente un portico che circondava l’intero pian terreno, sorretto da delle robuste colonne di legno, e per entrare bisognava aprire una porta scorrevole che al suo movimento faceva suonare dei campanelli appesi al muro.
Superata la porta si poteva entrare in un piccolo ingresso dai muri bianchi ed il pavimento in legno scuro, avente sulla parete a sinistra un’alta scarpiera dove ciascuno di loro dovette sistemare le proprie scarpe prima di procedere.
-Sembra di essere in Giappone.- sussurrò Hope a Grace, eccitata.
-Vero, c’è un atmosfera molto solenne.-
L’ingresso era separato a sua volta da un’altra porta scorrevole, questa però di carta con delle griglie di cedro. Scorrendola con molto garbo Seraph accolse quindi il gruppo in una delle stanza più grandi della casa, quella usata per gli allenamenti.
Il tappeto era un gigantesco tatami verde chiaro separato da dei contorni bianchi, che creavano una sorta di gigantesca scacchiera.
Per evitare che qualcosa potesse cadere addosso alle persone in caso fossero finite contro le pareti non erano stati messi mobili o scaffali, ad eccezione di un altarino con sopra dell’incenso, con ai lati due pergamene sulle quali era scritto onore su una e giustizia sull’altra.
-Wow, sembra un dojo.- disse Jack girando su se stesso per guardare tutta la stanza.
-Lo è, qui è dove pratico i miei allenamenti.- spiegò Seraph muovendosi verso una piccola porta dall’altro lato della stanza. Oltre questa era presente uno stretto corridoio avente sulla destra un’antica rampa di scale e sulla sinistra il magazzino degli attrezzi per gli allenamenti.
Questo era lungo ma sottile, con numerosi manichini e strutture che variavano in base al tipo di allenamento; una di queste era semplicemente un grosso tronco con delle lame incastrate all’interno, ed era forse quello più minaccioso di tutti.
-Come funziona questo?- chiese Khal interessato, indicandolo.
-Tramite dei ganci lo appendo al soffitto, e devo colpire i punti vuoti evitando di ferirmi.- spiegò la ragazza con semplicità.
-Non rischi di farti male?- chiese Hope preoccupata.
-Certo, come ogni allenamento c’è sempre la possibilità. Devo essere tuttavia in grado di superare situazioni molto più avverse, qualche graffio è il minimo possa capitare.-
-Una volta sono stata qui per allenarci insieme. Ha messo un tronco simile ma senza lame, mi ha sbalzato sul muro come se fossi una mosca.- raccontò Ailea ridendo imbarazzata al ricordo, mentre salirono al primo piano, dove il gruppo trovò subito un ampio corridoio con accanto a quella che avevano appena salito un’altra rampa di scale, e dall’altra parte della stanza un balcone dalla porta scorrevole lasciata aperta.
Anche se non erano molto in alto la vista era incantevole, grazie all’altezza data dalla collina sulla quale erano. Le fronde degli alberi avvolgevano il terreno senza essere invadenti, lasciando intravedere piccoli angoli di luce e mostrando in lontananza gli edifici della città, distante quanto bastava da essere apprezzabile.
C’erano solo due porte lungo la parete a sinistra, una per la camera da letto della ragazza e l’altra per la stanza della lucidatura armi. Siccome erano collegate Seraph preferì togliersi subito il dente, entrando nella propria camera.
-Non toccate niente.- ammonì il gruppo aprendo la porta.
La camera della ragazza già ad una prima occhiata era estremamente esotica ed elegante. Il bianco opaco dei muri era accentuato dalla luce che penetrava dalle tre finestre nella camera, donandogli una tonalità particolare che l’abbelliva ancora di più.
Il basso letto ad una piazza e mezza senza testata, dalle coperte blu e con due sottilissimi cuscini bianchi, era sistemato in mezzo alle due finestre nella parete a sinistra, con due sottili lampade di vimini ai lati dentro le cui fessure in alcuni punti sbucavano delle piante finte.
Sotto alla finestra singola invece lontano da lì aveva sistemato una lunga panca con dei vasi trasparenti, dentro i quali aveva messo dei piccoli sassi grigi.
Nell’angolo tra le due porte invece la ragazza aveva fatto mettere un armadio a muro dalle ante bianche con accanto un separé di carta dietro il quale era solita cambiarsi.
Alle pareti aveva preferito non mettere nulla di particolare, ma destra della porta c’era un basso tavolino in legno accanto al quale la ragazza si inginocchiava sia per svolgere i compiti di scuola che per allenarsi nella scrittura giapponese.
Passando dalla porta che collegava la camera a quella accanto la ragazza lasciò entrare con calma il gruppo nella stanza per la lucidatura delle armi. Qui era presente un’unica finestra sotto la quale Seraph aveva messo un tavolo dove solitamente lavorava, con accanto una piccola fontana con acqua di sorgente, usata per pulire la spada della ragazza.
A giudicare dalle armi alle pareti non era l’unica che possedeva, aveva addirittura delle stelle ninja e dei nunchaku, ma viste le loro condizioni non le usava spesso.
Su alcuni scaffali per dare colore alla stanza la ragazza aveva messo dei bonsai, che accudiva con zelo ogni giorno.
Terminato il giro del primo piano la ragazza portò il gruppo verso il secondo, anch’esso con solo due stanze ed il corridoio, leggermente più piccolo rispetto all’altro e con tre finestre per ogni parete invece che un balcone.
La prima stanza che mostrò loro era il bagno, che lasciò a bocca aperta tutte le ragazze. Il pavimento era formato da piastrelle bianche ed i muri erano di una tenue tonalità color crema.
Erano presenti tre finestre ed una gigantesca vasca da bagno rettangolare, avente delle piccole piastrelle ai lati ed i bordi lisci, toccava tutte e tre, mentre lungo la parete a sinistra della porta era installata una doccia con una bacinella accanto, ed a destra su degli scaffali erano ripiegati degli asciugamani.
-Sembra di essere in una spa!- disse Johanna meravigliata.
-E’ molto comoda, e nemmeno così difficile da pulire.- rispose Seraph senza voler entrare nei dettagli della sua routine, simile a quella delle spa però visto prima si faceva una doccia fredda per pulirsi adeguatamente poi entrava nell’acqua calda della vasca.
Accanto al bagno c’era poi la cucina, dalle finestre simmetriche rispetto all’altra stanza ma dal pavimento in legno chiaro ed i muri bianchi.
Il lungo piano di cottura provvisto di una moltitudine di cassetti si trovava nella parete a sinistra dell’entrata, ed accanto a questo era presente un frigorifero ed un forno sistemato nella parete a circa un metro d’altezza.
La parete a destra invece, separata a metà dalla finestra, era piena di scaffali con ogni genere di spezia e condimento possibile, con nei punti più alti dei piatti e dei bicchieri antichi usati solo nei momenti più importanti, ed un set completo di coltelli che la ragazza usava quando preparava il sushi.
L’ampio tavolo al centro della stanza aveva però solo due sedie; visto era da tempo viveva da sola e non aveva spesso ospiti non si era presa il disturbo di prenderne altre, e fino ad ora non era stato un grande problema per lei.
-Cucini sempre da sola nya? Non ti prendi mai qualcosa da asporto nya?- chiese Lacie curiosa osservando in particolare i coltelli.
-No, preferisco farmi dei piatti ben bilanciati da me.-
Effettivamente non c’era nemmeno un pacchetto di patatine, solo prodotti adeguati alla sua dieta.
-Perfino io ogni tanto prendo un hamburger in giro.- disse Zell colpito, ma infondo loro avevano due tipi di allenamenti molto diversi.
Il tour della casa sarebbe potuto proseguire, ma l’ultimo piano era estremamente personale per la ragazza, e preferì evitarlo.
Questa non era stata nemmeno ristrutturata molto, ad eccezione del pavimento sul quale era stato messo un tatami blu scuro.
Tutte e quattro le finestre erano chiuse, lasciando che fossero solo delle candele poste su dei sottili candelabri in ferro ad illuminare la stanza, anche se venivano accesi solo quando Seraph vi entrava.
Su quel piano vi era un’unica porta, oltre la quale si trovava la stanza del suo maestro, luogo dove lei per rispetto non era mai entrata dopo la sua morte.
Davanti alla porta la ragazza aveva sistemato un altarino in onore dell’uomo, costituito da un piccolo ripiano sul quale lei aveva messo al centro una foto del maestro, con ai lati delle candele e davanti ad essa un filo di incenso.
Ogni giorno, quando era a casa, vi si recava per rendere i suoi omaggi e ricordarlo, raccontando le sue giornate come se fosse ancora lì con lei.
Anche se aveva accettato da tempo la sua scomparsa non aveva intenzione di dimenticarlo, e come lui nemmeno l’affetto ed il rispetto provava nei suoi confronti.
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa di Vladimir:
 
-Ok gente, voglio il centopercento di sincerità qui. Vedrete qualcosa di non troppo esagerato ma sicuramente mio. Spero vi piaccia.- disse Vladimir mentre il gruppo si trovava nell’ascensore dell’appartamento nel quale viveva.
Viveva non era esattamente il termine più appropriato, visto possedeva l’intero edificio, ma quello era il piano dove alloggiava abitualmente, perciò aveva preferito concentrarsi solo su quello.
L’ascensore si apriva direttamente sul salone della casa, avente il pavimento in legno ed i muri grigio chiaro, che indubbiamente conferivano un tono di modernità all’ambiente.
Non c’erano mobili estremamente esagerati o appariscenti, nella parete a sinistra, nell’angolo vicino alla porta a vetri insonorizzata che dava sul balcone, Vladimir aveva fatto installare una piccola e sottile televisione, sotto la quale nella parete era presente un sottile ma estremamente lungo acquario a muro.
-Ma non ci sono pesci nya.- commentò Lacie vedendo coralli, piante ed altri abbellimenti, ma non i pesci.
-Fidati, vista la mia memoria nel prendermi cura delle cose è meglio così.- disse il ragazzo scuotendo il capo.
Davanti alla televisione, sopra ad un tappeto nero, era messo in risalto dal colore dei muri un divanetto bianco con davanti un basso tavolino con un vaso vuoto al centro, di solito usato per metterci dentro pop-corn.
Alle spalle di questo invece, sotto ad una panca in legno chiaro, Vladimir aveva messo un grande quadro astratto diviso in quattro tele, era costato molto meno di quanto sembrasse, ma accanto alla lampada bianca lì vicino dava un bel tocco.
Sulla panca c’era poi uno dei suoi pezzi preferiti dell’arredamento, un vecchio giradischi con accanto dei contenitori appostiti per i vinili possedeva, molti di musica barocca ma anche brani classici, rinascimentali e gotici. Tra tutti gli album però spiccava all’occhio quello delle RAS, Raise a Suilen, di cui era particolarmente geloso.
La cucina era a destra della stanza, oltre una sottile porta di legno ed intravedibile tramite una finestrella rettangolare. Oltre a questa c’erano altre due finestre prive di tende, in mezzo alle quali Vladimir aveva messo un lungo mobile rettangolare dalla base bianca e la cima in marmo nero, provvisto sia di quattro fornelli e di un lavandino, vicino al quale il ragazzo aveva messo una macchina da caffè, una delle bevande che più beveva ultimamente.
Il frigorifero grigio a tre ante era invece nella parete a vicino alla finestrella accanto al salone, e nella parete erano installati ben due forni di ultimo modello.
L’oggetto più importante era però posto su un mobiletto a sinistra della porta, ovvero il forno a microonde. Nonostante la cucina fosse perfettamente attrezzata infatti il ragazzo solitamente mangiava cibi precotti che non richiedessero più di qualche minuto per esser pronti
Il gruppo tornò quindi nel salone passando lungo il corridoio che collegava ogni singola stanza della casa.
A destra del corridoio le prime due porte permettevano di entrare nei due bagni della casa. Il primo, quello che il ragazzo usava di più, era estremamente pragmatico, lungo e sottile dal pavimento grigio ed i muri aventi una tonalità nettamente più chiara dello stesso colore. Era provvisto di una doccia chiusa dentro dei vetri, messa dall’altra parte della stanza accanto alla finestra, con un attaccapanni accanto dove era sistemato un accappatoio blu.
Lungo la parete a destra della porta aveva poi messo un lavandino con più ripiani accanto ad esso, e con uno specchio con una luce sopra d’esso.
Il secondo bagno era decisamente più ampio, ed era quello aveva intenzione di lasciare agli ospiti in caso ne avesse avuto qualcuno. Anche qui il pavimento era grigio ma i muri erano bianchi, ed oltre alla doccia c’era anche una comoda vasca da bagno nella quale rilassarsi, entrambe vicino alla finestra, sotto la quale aveva messo un mobiletto dove teneva dei sali da bagno.
Il lavandino era nella stessa posizione dell’altra stanza, ma era nettamente più lungo in modo più persone potessero usarlo, e gli accappatoi sistemati su un mobiletto dalla parete a sinistra dell’ingresso erano ben piegati e pronti all’uso.
Direttamente accanto ai bagni c’era poi la penultima stanza da quel lato della casa, quella forse più importante per il ragazzo.
-Allora, siete pronti a rifarvi gli occhi?- chiese eccitato tenendo la mano sulla maniglia, aizzando la curiosità di Cirno.
Anche Nadeshiko era molto curiosa di cosa ci fosse dall’altra parte, visto per un periodo avevano vissuto insieme lì prima di trasferirsi nello chalet nel bosco, e tecnicamente quella era la sua vecchia camera, ma preferì non chiedere per rispetto nei confronti del ragazzo.
-Cosa tieni nascosto? Congegni della morte? Armi satellitari? La formua dell’eterna giovinezza? La pietra filosofale?- continuò a chiedere Cirno, ma il ragazzo scosse la testa.
-Qualcosa di mooolto meglio…-
L’interesse aumentò in tutti i presenti, che rimasero senza parola quando entrarono.
Come tutte le altre stanze anche questa era molto ordinata, dai muri bianchi ed il pavimento in legno chiaro, ma non c’erano pratiche, congegni o tutto ciò che si erano immaginati, bensì dei neso, ovvero degli adorabili e morbidi peluche.
Questi riempivano ogni angolo possibile, tutte le scrivanie messe ai lati della camera, il grande letto matrimoniale dalle coperte bianche, perfino i ripiani degli scaffali sistemati in vari punti.
Oltre a questi c’erano poi poster giganteschi e delle figure ad altezza naturale delle protagoniste del suo gioco Love Live.
-Io non…pensavo ti piacessero così tanto i peluche.- disse Grace sorpresa.
-E’ la mia camera del relax per le giornate più stressanti. Se avrò degli ospiti dormirò qui e lascerò a loro la mia camera.-
-Li hai presi con i soldi degli esami?- chiese Milton incuriosita, visto il loro numero spropositato.
-In realtà questa stanza ce l’ho da….mmmmh….direeei una settimana dopo che io e Nade ci siamo lasciati. I soldi per l’esame non ricordo cosa ci ho fatto, forse li ho persi.- ammise il ragazzo ridacchiando. -In ogni caso se me ne sono dimenticato significa non erano importanti.-
Una simile cifra non era da poco per delle persone normali, ma vista la persona con cui parlavano nessuno fu particolarmente sorpreso dalle sue parole.
Uscendo dalla camera il gruppo tornò all’inizio del corridoio, visto alla sinistra di esso era presente lo studio del ragazzo, anche se non era esattamente ciò che si poteva aspettare.
Lo chiamava studio, ma dentro sembrava di essere in una di quelle stanze super accessoriate degli youtuber famosi.
Non c’erano finestre, e per questo motivo la camera se venivano spente le luci ai lati della porta era completamente avvolta dall’oscurità, cosa per cui il pavimento in legno scuro e le pareti di mattoni non aiutavano. Lungo queste però per abbellimento il ragazzo aveva installato delle luci a led azzurre e viola, che facevano la loro figura quando venivano accese.
Al centro della stanza c’era una gigantesca poltrona pieghevole attorno alla quale Vladimir aveva installato un apparecchio in grado di reggere tre schermi giganti di un computer, e davanti ad essa sostenuta dalle braccia c’era una tastiera che, se accesa, si illuminava del colore il ragazzo preferiva in quel momento.
Accanto alla poltrona era presente un mobiletto sul quale teneva una bottiglia d’acqua, per evitare di disidratarsi dopo varie ore di gioco.
Lungo le pareti c’erano poi delle larghe librerie nere divise in più quadrati, dentro le quali il ragazzo teneva ogni genere di console, più per collezione che per utilizzo anche se poteva facilmente collegarli agli schermi della poltrona, e dei modellini di ogni gioco che lo appassionava.
-Voglio vivere qui.- disse istintivamente Ailea, facendo così ingelosire Khal, che decise avrebbe sistemato un intero piano in quel modo.
-Ahah, sei la benvenuta. Ci faccio le nottate qui.- rispose Vladimir ridendo, mentre il gruppo si spostò nella camera da letto, che manteneva i toni delle precedenti stanze.
Il chiaro parquet era in perfetta armonia con le pareti bianche, il cui colore era interrotto solo da un piccolo spiazzo di grigio, davanti al quale Vladimir aveva sistemato il letto a due piazze dalle coperte grigie e con un unico morbido cuscino bianco. A sinistra di questo c’era un piccolo cassettino sopra il quale il ragazzo teneva una lampada da notte ed alcuni libri usava per tentare, inutilmente di addormentarsi presto.
A sinistra dell’unica finestra presente c’era una lunga ed ampia panca di legno dentro la quale teneva tutti i suoi vestiti, meno di quanti si potesse pensare ma comunque ben tenuti e ripiegati, e sopra questa aveva installato uno specchio altrettanto lungo che usava per controllare fosse tutto in ordine nel suo abbigliamento.
A destra della porta c’era poi un piccolo divanetto rotondo, senza braccia e senza testata, usato più per abbellire la camera che per sedersi, ed accanto a questo c’era una scrivania bianca con sopra i vari libri e quaderni di scuola.
Tornando nel corridoio rimanevano ormai solo due stanze, ed il ragazzo scelse di cominciare da quella a sinistra.
Si trattava di un secondo salotto, aventi i muri scuri in legno ed una moquette color porpora, sistemato anche a mo’ di bar, con a destra della porta un angolo nel quale aveva messo un elegante bancone in legno, con dietro scaffali pieni dei suoi alcolici preferiti, ed alcune sedie rotonde dai cuscinetti rossi.
Al centro invece c’erano cinque grosse poltrone messe le une vicine alle altre, con in mezzo un tavolino sul quale appoggiare le proprie cose, e tutte puntavano verso la televisione rettangolare appesa nell’angolo in basso a sinistra.
Dal lato opposto per vivacizzare il tutto era stato messo anche un jukebox dalle luci appariscenti, anche se al momento era spento e silenzioso.
-Una bella tana.- commentò Astral sfiorando le morbide poltrone.
-Già, è molto comodo e rilassante questo posto, ma adesso venite c’è l’area relax.-
L’area relax, aventi i muri bianchi ed il pavimento di piastrelle marroni, era la stanza opposta rispetto a quel salotto, circa della stessa grandezza ma nettamente diversa, a cominciare da una gigantesca jacuzzi installata nel pavimento, illuminata dall’interno da delle luci viola ed aventi ai lati dei grossi cuscini sui quali sdraiarsi.
Non molto distante da questa appesa alla parete c’era poi una poltrona rotonda in vimini, riempita di cuscinetti in modo da poter essere incredibilmente comoda, e nella parete opposta a questa era stata installata come una gigantesca lava-lamp rettangolare nel muro, che premendo un pulsante cambiava colore ed emanava in qualche modo un profumo rilassante.
Delle casse ai lati della stanza, prive di finestre, potevano suonare la musica che più si preferiva a qualsiasi volume.
-Che lusso!- commentò Annabelle, spalancando gli occhi quando Vladimir attivò la jacuzzi, che cominciò addirittura a produrre delle bollicine.
-Già, non c’è niente di meglio dopo una giornata stressante che rilassarsi un po’.-
Era indubbiamente splendida, ma come ogni luogo in cui Vladimir aveva vissuto aveva i propri segreti. In un punto della stanza infatti c’era un passaggio segreto, che conduceva in un minuscolo stanzino dentro il quale erano presenti tutti i dati e le raccolte più importanti sui lavori del ragazzo. Era sempre meglio averli a portata di mano, e lì non destavano alcun sospetto.




   
 
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