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Autore: Milagar    28/02/2021    2 recensioni
"Pensavo di conoscere il mio nemico. E invece, non potevo immaginare fino a che punto potesse essere cruento il male"
Il flusso di pensieri che scorre nella mente di Bill Weasley la notte dell'aggressione da parte di Fenrir Greyback.
Un lento scivolare verso la consapevolezza che qualcosa sta inesorabilmente stravolgendo il corso della sua vita. Solo un pensiero di luce può attenuare gli ultimi battiti della paura.
Storia partecipante al "Gioco di scrittura" indetto su Facebook da BlueBell9.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill Weasley, Fenrir Greyback
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Questa storia partecipa al “Gioco di scrittura” indetto sulla pagina Facebook di BlueBell9.
Data una lista con 10 personaggi a nostra scelta, si è poi proceduto con l’abbinare a sorte i numeri assegnati ad ogni personaggio con i differenti generi da affrontare.
Una volta fatti gli abbinamenti, sono stati scelti prompt.
 
La mia lista è la seguente:
  1. Bill Weasley
  2. Susan Bones
  3. Fleur Delacour
  4. Anthony Goldstein
  5. Luna Lovegood
  6. Neville Paciock
  7. Dean Thomas
  8. Teddy Lupin
  9. Victoire Weasley
  10. Ron Weasley
Di seguito, invece, gli abbinamenti:
  1. First time: 9 e 1 (Victoire Weasley e Bill Weasley)
  2. Angst: 1 (Bill Weasley)
  3. Fiaba! AU: 4 e 3 (Anthony Goldstein e Fleur Delacour)
  4. Threesome: 8,7 e 1 (Teddy Lupin, Dean Thomas e Bill Weasley)
  5. Hurt/Comfort: 6 e 9 (Neville Paciock, Victoire Weasley)
  6. Crack: 6 (Neville Paciock)
  7. Horror: 5 (Luna Lovegood)
  8. KidFic: 2 e 8 (Susan Bones e Teddy Lupin)
  9. Dark: 3 e 5 (Fleur Delacour e Luna Lovegood)
  10. Romantico: 3 e 5 (Fleur Delacour e Luna Lovegood)
  11. Soulmate: 9 e 4 (Victoire Weasley e Anthony Goldstein)
  12. Death: 3 e 10 (Fleur Delacour e Ron Weasley)
  13. AU: 2 e 5 (Susan Bones e Luna Lovegood)
  14. Het: 4 (Anthony Goldstein)
  15. Slash/FemSlash: 2 (Susan Bones)
  16. Lemon: 9 e 7 (Victoire Weasley e Dean Thomas)
  17. Erotico: 6 e 2 (Neville Paciock e Susan Bones)
  18. Song-fic: 5 e 6 (Luna Lovegood e Neville Paciock)
  19. Commedia: 5, 9, 6 (Luna Lovegood, Victoire Weasley, Neville Paciock)
  20. Fluff: 10 e 4 (Ron Weasley e Anthony Goldstein)
 In questa storia affronto Angst: 1 – Bill Weasley col prompt n. 8 – Windsor (che trovate in apertura). 
 
***


 
 
 
 

"Ci sono tanti modi per perdersi: con le scelte che facciamo, per via di eventi che ci sconvolgono, persino nella nostra stessa mente. Cosa può farci da riferimento? A quale faro possiamo rivolgerci per guidarci dalle tenebre alla luce? Forse alle altre persone, alle vite che toccano la nostra in tanti modi. A differenza della stella polare, la luce che ci danno non scompare mai."
(Touch)
 
 
Non pensavo che Silente scegliesse anche me, per difendere Hogwarts, questa notte.
Non sono un Auror. Sono solo uno Spezzincantesimi che resiste per il proprio paese, per i propri ideali. Per difendere le persone che ama.
 
Era come se Silente lo avesse saputo che questa notte sarebbero entrati i Mangiamorte a Hogwarts.
 
Ma Silente sa sempre tutto. Forse sa anche a quale velocità sta battendo il mio cuore mentre vedo il gruppo di maghi incappucciati, mentre lampi luminosi sferzano il buio e urla rimbombano nel corridoio. È una vita che aspetto questo momento: combattere contro il male, farlo veramente. Eppure non mi sento pronto. Dov’è il tuo coraggio da Grifondoro, Bill? Sfodero la bacchetta e senza pensare alle conseguenze, attacco. Vedo Tonks che sta facendo lo stesso, ferma e determinata come solo un Auror sa fare e mi precipito dietro di lei.
 
La battaglia inizia: corro, lancio incantesimi. Io di solito gli incantesimi li Spezzo. Qui, invece, mi ritrovo in un turbine di energie che provengono da numerosissime parti.
 
Corro, mi difendo, attacco. Corro, mi difendo, attacco. Corro, mi difendo, attacco. Sento che l’impavida sicurezza che da sempre vive in me sta incontrando un terreno impervio ed inesplorato, peggio delle più pericolose tombe d’Egitto. Cerco di dare il meglio di me, ma non è facile.
 
Riesco a disarmare uno dei Magiamorte che sta dando battaglia nelle prime file: lì, pronti a combattere, vedo anche Ron e Ginny….
 
Vedo il Mangiamorte girarsi verso di me e rimango spiazzato: non sembra umano, non può esserlo. Digrigna i denti affilati e ingialliti, mentre osserva la sua bacchetta rotolare lontano da lui. Poi si volta verso di me: piega la testa da una parte, la bocca spezzata da un’indecifrabile smorfia. Mostra i canini, mentre – il tempo di un balzo - me lo trovo davanti.
 
Pensavo di conoscere il mio nemico. E invece, non potevo immaginare fino a che punto potesse essere cruento il male.
 
Vengo scaraventato a terra dalla sua massa corporea massiccia, tanto più robusto di me e di una potenza così poco umana. Il mio sguardo è ingombrato dalla sua barba, grigiastra e appiccicata, simile a pelo ferino. Il suo viso sovrasta il mio: vengo travolto da un odore sgradevole – polvere, sudore. In quel momento ho la consapevolezza di trovarmi davanti a Fenrir Greyback.
 
Cerco di divincolarmi, di scappare da quella morsa terribile e nauseabonda che mi opprime. Le mie gambe scalciano, ma invano. Cerco di farmi forza coi gomiti, di strisciare lontano, ma vengo braccato dalla forza bestiale del lupo mannaro. Sento le sue unghie lunghe e spesse affondare nelle mie braccia.
 
“Dove scappi, Rosso? Ti sei divertito a sufficienza, ora tocca a me”.
 
Il suo alito acre mi disturba e mi soffoca. Perché non riesco a liberarmi dalla presa? Cerco la mia bacchetta: ma è rotolata lontano, quando sono stato atterrato. Non faccio in tempo a realizzare che sono disarmato e impotente, quando la mia vista viene oscurata dall’ammasso di ciuffi grigi della barba di Greyback e sento la pelle del mio viso lacerarsi.
 
Non riesco nemmeno ad urlare. Il mio respiro è mozzato dal dolore.
 
Sento i denti e le unghie del mostro affondare nella mia pelle. Una volta, due volte, tre volte.
 
Il grido che riesco ad emettere è attutito dal peso di Greyback su di me. Rimango inascoltato, sordo, nel fragore di una battaglia che non so a cosa stia portando se non a dolore aggiunto a dolore.
 
Cerco di liberarmi dalla presa ma la lotta è impari: è una forza che non riesco a dominare.
Sento rivoli di sangue scivolarmi addosso, lungo le tempie, nelle orecchie, fino ad impastare i capelli.
 
Una bifora fa penetrare in quell’inferno un raggio di luna: non è piena… E allora perché, perché proprio questa notte? Perché proprio io?
 
Quando ho perso ogni forza per resistere – gli occhi riescono a stare a malapena aperti, le forze fisiche stanno venendo meno – dopo un tempo che sembra interminabile, sento che il mio diaframma torna a rialzarsi. L’odore acre di sudore, polvere e ora anche sangue – il mio sangue – è penetrato dentro le mie narici e non se ne vuole andare.
 
Le orecchie mi fischiano – non sento più nulla – se non il pulsare assordante della mia pelle. Il mio mondo si è tinto di rosso. Sangue ovunque: me lo sento sul naso, sugli occhi, tra i capelli…
 
Cosa mi è successo, cosa sto diventando, ora? Dove sta scivolando la mia anima? Dove sta finendo quella vita che mi aderiva addosso con forza, fino a qualche ora prima? Un rantolo mi corrode la gola: forse che non sono più un uomo?
 
Non lasciarmi, Bill”.
“Questa volta resto”[1].
 
Il mio pensiero corre a Fleur. La compagna che ho scelto. La mia risorsa di vita, la luce delle mie giornate.
 
Le avevo promesso che ci sarei stato sempre. E invece, sento le forze e il senso venire meno.
 
Rivedo il suo sorriso, i suoi occhi azzurri pieni di vita, di entusiasmo. I suoi capelli sferzati dall’aria del mare di casa nostra. Il suo corpo, così perfetto, così in sintonia col mio. Ripenso alle volte che ci siamo amati. Alle promesse che ci siamo fatti. Sento di non riuscire a mantenerle.
 
La sto lasciando, contro la mia volontà, per l’imprevedibilità degli eventi di una guerra che lei stessa ha scelto di combattere, accettando di amarmi. Io, che, di qui ad un mese vorrei solo prometterle amore eterno. Invece, sento le mie gambe informicolirsi, la debolezza assalirmi.
 
Eppure il mio cuore martella ancora nel petto: il pensiero di lei mi dà forza.
 
Sto lottando contro un male più forte di me: la mia faccia pulsa, il sangue mi cola sulle labbra, sul collo, fin sotto la camicia.
Mi gira la testa e mi pulsa. Invece voglio pensare a te, Fleur. A te, che sei tutto il bene che ho conosciuto e che ho.
 
Fatico a percepire le luci: solo pochi bagliori. Ma non voglio smettere di lottare, voglio vivere per Fleur. E nonostante il dolore che mi lacera corpo e anima, chiudo gli occhi pensando a lei, che è la luce che mi porto dentro.
 
 
 
 
 
 
 
 
[1] Piccola citazione dal cap. 4 di “Ne me quitte pas”.

Cari lettori, 
grazie per essere arrivati fin qui, alla fine di una storia che è stata scritta con grande sofferenza, ma che al contempo è venuta fuori in maniera del tutto spontanea appena ho letto l'abbinamento "Angst" con Bill Weasley. 
Non è un momento facile e non so nemmeno se sono stata all'altezza di ciò che mi ero prefissata. 
Vi ringrazio e vi abbraccio
Milagar

 
  
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