Anime & Manga > Haikyu!!
Segui la storia  |       
Autore: Slytherin_Divergent    01/03/2021    1 recensioni
In un mondo dove la popolazione ha tatuato sul proprio corpo il nome della propria anima gemella, quando si compie una certa età sul corpo di chi può rimanere incinta compare una macchia bianca.
Kenjirou tiene nascosta la sua da anni a causa del terrore dei genitori e quando scopre di aspettare due gemelli allontana Eita e tutti i suoi cari. Per tre anni lui e la sua anima gemella non si vedono e quando riprendono i contatti sembra andare tutto per il meglio, almeno fino a quando Kenjirou non trova il suo migliore amico svenuto in bagno e scopre che qualcuno ha rapito i suoi figli e vuole ucciderlo.
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Eita Semi, Kenjiro Shirabu, Nuovo personaggio, Taichi Kawanishi
Note: Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Mpreg, Spoiler!, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Kenjirou uscì sbattendo la porta di casa. Si allontanò lungo il giardino infilandosi in fretta e furia la giacca e tirando un profondo respiro per calmarsi. Si andò a sedere sotto un albero e si accasciò con la schiena contro al tronco, chiudendo gli occhi e godendosi il silenzio e la pace del giardino. Poco dopo udì la porta di casa che veniva chiusa e quando sollevò lo sguardo Eita si stava avvicinando a lui con una sciarpa in mano. S'inginocchiò al suo fianco e gliela avvolse delicatamente attorno al collo, mormorando: «Dovresti stare attento quando esci o rischi di ammalarti.»

«Sarebbe l'ultimo dei miei problemi.» rispose il castano con un sospiro. Semi sorrise e lo strinse a sé, lasciando che il castano posasse la testa sulla sua spalla.

«Se ti ammali poi si ammaleranno anche i bambini e mi ammalerò anche io, allora chi andrà a fare la spesa?» Kenjirou alzò le spalle.

«C'è Taichi.»

«Dovresti smetterla di schiavizzarlo.»

«È il mio migliore amico. È suo dovere aiutarmi.»

«Non penso funzioni esattamente così.»

Rimasero in silenzio per qualche secondo. Aveva smesso di nevicare, ma qualche fiocco cadeva ogni tanto sulle loro teste a causa del vento che scuoteva le fronde dell'albero e faceva si che la neve accumulata sui rami cadesse giù. Poi, all'improvviso, Kenjirou domandò: «Pensi che dovrei tornare a casa?»

Eita non rispose subito. Alzò le spalle con un sospiro e lo strinse ancora di più a sé. «Non lo so. Dipende da come ti senti. Sinceramente non so cosa farei se fossi nella tua situazione. Probabilmente avrei dato di matto tanto tempo fa.»

«Vorrei poter dire che avrei preferito fare quella litigata quando ancora ero al liceo, ma una parte di me è felice che si avvenuta ora.» mormorò il castano. Eita strinse le labbra.

«Preferisci che sia sincero o che ti tiri su di morale?» Shirabu gli lanciò un'occhiata.

«Sii sincero.»

Eita annuì, puntando lo sguardo davanti a sé. «Non sono sicuro del fatto che ci sarebbe stato qualcuno con cui giocare a palle di neve se avessi fatto quella litigata quando ancora eri al liceo.»

Kenjirou annuì. «Hai ragione. Nemmeno io. Probabilmente...» chiuse gli occhi per evitare che si riempissero di lacrime. «Probabilmente non avrei nemmeno saputo i loro nomi.»

«Non ci voglio nemmeno pensare.» Semi gli prese il viso tra le mani e appoggiò la fronte contro la sua. «Loro sono qui e questo conta. Non m'importa se ai tuoi genitori questo non piace. Non m'importa se alla fine saremo solo noi quattro e nessun altro.»

Il castano posò le mani sulle sue, mormorando. «Quando prima hai detto che mi ami ancora e che non te ne saresti andato... Parlavi sul serio?»

«Certo che sì. Non me ne andrò per nessun motivo.» Eita gli accarezzò la guancia con il pollice. «Perché lo pensi?»

«Perché io l'ho fatto...» sussurrò il castano e lottò contro la sua voce sul punto di spezzarsi. Eita scosse la testa.

«Non me ne andrò. Te l'ho detto: aspetterò fino a quando non ti sentirai pronto.» Kenjirou aprì gli occhi e strinse con forza le mani di Eita ancora sulle sue guance, poi annuì, mormorando.

«Okay.»

Semi annuì a sua volta. «Okay.»

Il biondo gli baciò delicatamente la fronte e tornò ad appoggiare il naso contro al suo, poi, all'improvviso, Kenjirou mormorò: «Sai... In realtà penso di essere pronto.»

Il biondo lo guardò. «Ne sei sicuro?»

Il più piccolo annuì. «Sì, sono sicuro.»

Poi si sporse in avanti e lo baciò. Semi rafforzò la presa sulle sue guance e chiuse gli occhi, godendosi il sapore delle labbra dell'altro sulle proprie. Per un attimo il mondo attorno a loro scomparve e non c'erano in mezzo bambini, né assassini, né stipendi, né genitori apprensivi. Erano loro e loro soltanto.

Si allontanarono e Kenjirou affondò il viso nell'incavo del collo del biondo con un piccolo sorriso. Eita affondò il naso tra le sue ciocche castane, poi gli prese una mano e mormorò: «Torniamo dentro o ci ammaleremo. Se vorrai andar via puoi dirmelo e ce ne andiamo. I miei genitori capiranno.»

Kenjirou annuì. «Okay.»

Il pranzo si svolse in una relativa tranquillità. A differenza dei genitori, i fratelli minori del castano erano stati entusiasti dei nipoti e avevano passato tutto il tempo a chiacchierare con loro sui regali di Natale, poi erano usciti per giocare a palle di neve. Kenjirou non aveva rivolto nemmeno un'occhiata ai suoi genitori da quando era rientrato in casa e aveva cercato di concentrare la sua attenzione sulla signora Semi che lo aveva continuato a riempire di domande e attenzioni dal momento in cui si erano seduti a tavola – come aveva conosciuto suo figlio, quale facoltà universitaria frequentava, da quanto si erano ritrovati – e Shirabu aveva cercato di rispondere a tutte con una certa calma che mesi prima non avrebbe avuto nel discutere di questi argomenti.

Stava chiacchierando con la sorella di Eita quando sua madre gli si avvicinò. Kenjirou le lanciò un'occhiata veloce, ma quando si voltò per tornare a parlare di pallavolo con la bionda lei si allontanò mormorando un sottile: «Vi lascio discutere.». Kenjirou si domandò come mai tutti pensassero che lui avesse ancora voglia di parlare con i suoi genitori, ma si limitò a guardare sua madre che si sedeva nella poltrona di fronte.

«Ciao.» mormorò lei. Lui le rispose con un piccolo cenno del capo, come ad esortarla a continuare e a rivelare il perché si trovasse lì. La signora Shirabu rimase in silenzio per qualche secondo, poi si schiarì la gola e mormorò: «Mi dispiace per prima. Non avrei... Non avremmo dovuto attaccarti così.»

«Lo so.» la frase uscì dalle labbra del figlio in maniera più dura di quanto volesse, ma non aggiunse nulla per sistemare la situazione.

«Ho riflettuto su quello che ci hai detto, durante il pranzo. La tua anima gemella ha avuto ragione a dire che non sei più sotto la nostra responsabilità. Ormai quello che è fatto è fatto e non possiamo tornare indietro per evitarlo. Su questo non ho intenzione di discutere ancora.»

«Allora perché sei qui?» Kenjirou si appoggiò allo schienale del divano. «Non mi servi tu per sapere che se ve lo avessi detto non avrei conosciuto nemmeno il nome dei miei figli. So benissimo che li avreste fatti dare in adozione senza nemmeno chiedermi se fossi d'accordo.»

«No! No.» lo interruppe lei. Il castano alzò un sopracciglio.

«"No", che cosa? Non li avreste fatti adottare?» lei scosse la testa ancora una volta.

«No, nel senso che non sono qui per parlare di questo. Non voglio sapere cos'avremmo fatto se ce lo avessi detto. Sei felice ed è questo che conta per me.»

«Allora cosa vuoi?»

«Ho parlato con tuo padre. Io... Noi... Non volgiamo essere esclusi dalla tua vita. Pensi che ci sia un modo per fidarti ancora di noi?» Kenjirou corrugò le sopracciglia.

«Se vuoi che non vi escluda più allora perché qui ci sei solo tu?» sua madre fece un cenno con la testa verso le scale.

«Tuo padre sta parlando con Eita.» il castano scattò in piedi e mosse un passo in avanti prima che sua madre lo afferrasse per il lembo della manica. Lui si voltò a guardarla. «Per favore, non scappare più.»

Kenjirou strattonò la manica e si diresse velocemente verso le scale, seguito dalla madre. Il signor Shirabu ed Eita erano in piedi dietro la scalinata. Il biondo teneva le braccia incrociate al petto e aveva un'espressione corrucciata mentre ascoltava l'uomo di fronte a lui parlare. Kenjirou si avvicinò e si fermò al fianco di Eita, che gli circondò le spalle con un braccio e gli baciò la fronte.

«Che succede?» domandò.

«Tuo padre si stava scusando per prima.» Semi lanciò un'occhiata all'uomo. Suo padre si voltò verso Kenjirou.

«Tua madre-»

«Mi ha detto cosa volete, sì.» lo interruppe il figlio, appoggiando la testa contro la spalla del biondo. «Vorrei pensarci per un po'.»

«Io-... Certo.» suo padre annuì comprensivo. «Mi dispiace per prima.»

Shirabu annuì, mormorando. «Lo so.»

Afferrò la mano di Eita e lo guardò. «Possiamo andare a casa, ora?»

Il biondo annuì. «Certo. Prendo le giacche.»

Salutarono i genitori del più grande, promettendo loro che si sarebbero tenuti in contatto e promettendo a quelli del castano che quando si sarebbe sentito pronto li avrebbe contattati e un quarto d'ora dopo erano in macchina. Non appena allacciarono loro le cinture, Yukine e Fuyuki si addormentarono. Eita mise in moto l'auto e nessuno dei due parlò fino a quando non si trovarono a metà del tragitto, l'orologio digitale della vettura che segnava quasi le sei e mezza di sera.

«Quando prima hai detto ai tuoi genitori che volevi pensare alla loro proposta...» Kenjirou si voltò verso il biondo. «Intendevi dire che non ti senti ancora pronto a riaverli intorno perché hai paura che nonostante tutto ti giudichino?»

Il castano rispose con un verso di scherno e puntò lo sguardo fuori dal finestrino. «Certo che no.»

Eita rimase in silenzio per parecchi secondi, domandandosi cosa intendesse dire il castano, ma Kenjirou continuò, forse intuendo i suoi dubbi: «Non ho intenzione di metterli in pericolo. Quando questa faccenda dell'assassino si sarà risolta allora li contatterò.»

Semi sgranò gli occhi. Se n'era completamente scordato. «Sai che potrebbero passare un sacco di mesi prima che riescano a trovarlo, vero?»

Kenjirou annuì. «Sì, lo so, ma sono disposto ad aspettare anche un anno. Finché saranno al sicuro andrà bene.»

Il viaggio proseguì in silenzio.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: Slytherin_Divergent