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Autore: Severa Crouch    01/03/2021    3 recensioni
[Questa storia partecipa al contest Sing A(ngst) song di KiddoB sul forum di EFP]
Dalla storia:
Albus corre, scansa studenti e ignora le voci dei Prefetti che gli dicono di rallentare. Corre e sente l’aria mancargli. Corre come se ne andasse della sua stessa vita. Corre perché altrimenti rischia di impazzire o, peggio ancora, di rovinare tutto.
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Senza fiato
 Albus Severus Potter / Scorpius Malfoy


Albus corre, scansa studenti e ignora le voci dei Prefetti che gli dicono di rallentare. Corre e sente l’aria mancargli. Corre come se ne andasse della sua stessa vita. Corre perché altrimenti rischia di impazzire o, peggio ancora, di rovinare tutto.

È successo anche quella mattina, nelle ultime settimane ogni risveglio avviene in quelle condizioni.

L’aria dell’inverno scozzese gli arriva in faccia non appena esce nel cortile e la neve per terra gli suggerisce di fermarsi per non scivolare. Albus si ferma. Si ferma e respira. Si appoggia sulle ginocchia che continuano a tremare. Il corpo è scosso da spasmi per lo sforzo fatto, lui che non è abituato a correre, e perché è ancora turbato.

Deve smetterla o rovinerà tutto. Non sa spiegarsi come sia successo, o in che momento i sogni con il suo migliore amico abbiano assunto tinte romantiche. Non lo sa spiegare e per questo è turbato.

“Albus!”

La voce di James lo riporta alla realtà e gli ricorda perché deve finirla di pensare a certe cose e di fare certi sogni su Scorpius. Deve piantarla di svegliarsi al mattino in uno stato a dir poco imbarazzante. Deve smetterla di indugiare con lo sguardo sul petto di Scorpius quando esce dalla doccia. Lui ama Rose, per Salazar, si dice, come se quel pensiero bastasse a impedire al suo cuore di perdere un battito ogni volta che Scorpius lo sfiora.

Suo fratello lo raggiunge, gli passa una mano sulla spalla e con il tono sicuro di sé che ha anche papà, il tono da eroi del mondo magico, gli domanda: “Tutto bene, Albus? Ti ho visto scappare. Ti danno ancora noia nei sotterranei?”

Albus scuote la testa, continua a boccheggiare, gli manca l’aria e non ha nemmeno una scusa da rifilare a James. Non può dirgli che fugge da Scorpius perché ha scoperto di avere una cotta per il suo migliore amico.

“Tutto a posto, James…” prova a prendere tempo, ma non sa che dire. Qualche angolo della sua mente da Serpeverde gli suggerisce che, se non sa mentire, può semplicemente omettere un frammento di verità. “Scusami, non stavo bene, mi sentivo mancare l’aria.”

James annuisce, ma non sembra convinto: “È successo qualcosa? Vuoi andare in infermeria?”

L’astuzia di Salazar lascia il posto alla stanchezza e alla frustrazione. Vigliacca, pensa Albus, riferendosi alla sua supposta astuzia che gli ha suggerito una strada e poi è svanita. Forse lui non è mai stato astuto, continua a pensare, altrimenti non avrebbe combinato tutto quel casino con la figlia di Voldemort. La sua espressione cambia e non riesce ad essere né freddo né calcolatore ché sono giorni che non dorme decentemente, che ogni volta che chiude gli occhi sente, di nuovo, le stesse sensazioni che ha provato l’ultima volta in cui Scorpius l’ha abbracciato. Non riesce a gestire tutto quello, è troppo per i modi da futuro Auror di James, così Albus perde la pazienza e gli dice: “No, James, sto meglio. Non ti preoccupare. Mi manca l’aria, perché mi state tutti addosso?”

Il fratello indietreggia, confuso: “Scusa!” esclama per poi domandare: “Tutti? Chi sono tutti, Albus? Siamo solo io e te!”

“Tu, Lily, Rose, Scorpius! Smettetela di chiedermi se va tutto bene!” sbotta, la cartella gli cade per terra in mezzo alla neve.

“Hai mai pensato che se te lo chiediamo è perché siamo preoccupati per te? Sei strano, Albus,” gli confessa. La mano di suo fratello gli raccoglie la cartella da terra, gliela porge e si posa docilmente sulla sua spalla, lo guarda negli occhi con un gesto paternalistico che gli ricorda troppo suo padre. Oh, se papà sapesse, pensa. È stato così difficile fargli accettare l’amicizia con Scorpius, continua a tormentarsi al pensiero di perdere quel briciolo di rapporto che ha costruito nell’ultimo anno con suo padre. Scuote la testa, sbatte le palpebre e scaccia quei pensieri. James rimane perplesso ad osservarlo e poi con un sorriso sbilenco lo provoca: “Ma non sarai mica innamorato, Albus?”

La domanda lo investe con la stessa violenza della raffica di vento gelido che arriva dal Lago Nero. Albus si irrigidisce e scuote la testa, tenta un patetico: “Non dire sciocchezze, James,” ma la voce gli trema mentre lo dice e non è sicuro che il calore che sente alle guance sia una reazione al freddo.

James allarga il sorriso, si fa complice, gli da persino una gomitata, in uno di quei gesti camerateschi da spogliatoio di Quidditch da cui Albus è sempre stato escluso. A differenza di James, lui odia il Quidditch.

“Chi è la fortunata?” domanda ammiccando, “La conosco? È carina?”

“Piantala, James, non c’è nessuna fortunata. Ammesso che una possa essere fortunata a stare con me.”

“Non essere il solito melodrammatico, Albus!” si spazientisce James. Il sorriso però si allarga e lo sguardo del fratello si rilassa. No, non è Voldemort, è una banale questione d’amore deve pensare suo fratello. Smette di preoccuparsi e alza le mani, arrendevole. “D’accordo, Romeo,” scherza, “ti lascio ai tuoi drammi d’amore.” Indietreggia, infila le mani in tasca e con un sorriso furbetto va via.
Albus tira un sospiro di sollievo, pensa che forse la scusa dei drammi d’amore può tornare utile, ma alle sue spalle sente la voce di Scorpius domandare: “Quali drammi d’amore?”

Il senso di colpa lo pervade. Vorrebbe mentire, fuggire come ha fatto quella mattina, ma le forze sembrano scomparire. Non riesce ad allontanare Scorpius. Si volta e nota lo smarrimento negli occhi del suo migliore amico. Prova a dissimulare: “Ho detto la prima cosa che mi è venuta in mente per togliermi James dai piedi, sai com’è fatto…”

Scorpius annuisce. Sorride malinconico e aggiunge: “E so come sei fatto tu.” Sospira e ricostruisce la conversazione che deve aver ascoltato senza che Albus se ne accorgesse: “Non hai detto niente, è stato James a desumerlo e credo che abbia ragione. Cosa ti succede, Albus? Ne vuoi parlare?”

La confessione potrebbe essere liberatoria, pensa, ma poi scuote la testa e dice: “No, andiamo o faremo tardi per la colazione.” Scorpius gli sorride, appoggia un braccio sulle sue spalle e si incamminano in direzione della Sala Grande. Albus sente lo stomaco fare un sobbalzo e le guance colorarsi di rosso.

Scorpius guarda davanti a sé, perso nelle sue riflessioni e gli dice: “Se c’è qualcuno che può capire com’è avere una cotta e non essere corrisposti, beh, quello sono proprio io! Sai quante ne passo con tua cugina e se volessi sfogarti, io ti ascolterei volentieri, anche per ricambiare il favore di tutto il tempo in cui mi hai ascoltato.”

Lungo il percorso incontrano Rose, abbracciata a quell’idiota belloccio di Karl Jenkins. Lui la stringe a sé con il suo fisico da Battitore, i suoi occhi azzurri e lei gli sistema il ciuffo biondo che non ha nemmeno pettinato. È ironico quanto ci si fissi sui capelli quando si vive costantemente con una zazzera scura e disordinata in testa, si trova a pensare Albus.

Scorpius si volta a guardare Rose, è solo un istante che ad Albus fa male e si trova a pensare che è proprio quello il motivo per cui non può confidarsi con il suo migliore amico. Scorpius si volta verso di lui, ha ancora il braccio intorno alle sue spalle, le stringe leggermente e si avvicina, Albus rischia di perdere il controllo nel sentire Scorpius sempre più vicino. Sospira e si dice di non fare sciocchezze.

Scorpius gli sorride e gli confessa: “Sai, credo che la cotta per tua cugina mi stia passando. Insomma, mi pare evidente che le piacciano i biondi, ma è altrettanto evidente che non sono io il suo tipo.”

Albus solleva le sopracciglia in un moto di sorpresa. “Wow!” boccheggia “questa, sì, che è una confessione importante!” Scorpius ride accanto a lui.

Al tavolo dei Serpeverde siedono vicino, mangiano e chiacchierano in un mondo tutto loro, fatto di commenti sui professori, compiti da finire, fastidiose interruzioni dei loro compagni di casa. Yann discute animatamente con Craig di qualcosa di Quidditch, ma è più simile a un ronzio fastidioso, mentre Scorpius spiega allegro l’idea che ha avuto in sogno per risolvere i compiti di Aritmanzia. Albus sorride e pensa che anche lui vorrebbe tornare a sognare le soluzioni ai problemi di Pozioni, su come equilibrare i composti o trovare l’antidoto perfetto a un veleno. Invece, i suoi sogni sono popolati dagli occhi grigi di Scorpius che diventano chiari quando è entusiasta, come in quel momento, e le sue labbra sorridono e parla veloce, forse troppo.

“Non c’è proprio niente da sorridere, Albus!”

Scorpius lo riporta con i piedi per terra. “Non dirmi che stavi pensando alla tua bella mentre parlavo del tema di Trasfigurazione?”

Spalanca gli occhi e gli domanda sottovoce: “Non sarai mica innamorato della professoressa Robins, vero?”

Albus scoppia a ridere nel sentire la preoccupazione di Scorpius e scuote la testa. “No, scusami, mi ero distratto. Stavo pensando che sabato voglio fare un giro da Mielandia,” tenta di cambiare argomento. Scorpius ama i dolci, è grazie ai dolci che si sono conosciuti sul treno, dopo tutto, e iniziano a progettare cosa comprare, se rimpinguare o variare le loro scorte.

La giornata torna lentamente sui soliti binari caoticamente ordinati: lezioni, compiti, ansia, scherzi, ansia, chiacchiere, ansia, fino a trovarsi nel corridoio deserto del sotterraneo in direzione della sala comune di Serpeverde.

Scorpius continua a parlare, da quella mattina non ha smesso un istante, e Albus sa che è il suo modo per non farlo pensare, per prendersi cura di lui e tirargli su il morale, così sopporta ogni sorriso, ogni stretta che Scorpius gli da senza sapere che quella notte probabilmente tornerà a popolare i suoi sogni. Si trova incapace di allontanarlo. Sa che la lontananza da Scorpius è una sofferenza più grande della sua vicinanza.

Prima di svoltare l’angolo per la sala comune, Scorpius si ferma e lo abbraccia. Di nuovo, pensa Albus. “Grazie per esserci sempre, Albus,” gli confessa.

Albus si irrigidisce, arrossisce e sente una morsa serrargli il respiro. Il cuore batte così forte che teme che l’altro possa sentirlo. Sono troppo vicini, troppo. L’amico lo stringe a sé ancora di più, i loro corpi aderiscono e Albus non fa in tempo a scansarsi che Scorpius si accorge di quanto gli accade nei pantaloni e spalanca gli occhi sorpreso.

Ecco. Perfetto, Albus, hai rovinato tutto, gli sussurra la mente.

Adesso dovrà allontanarsi, e spiegare. Dovrà dire al suo migliore amico che se lo stringe in quel modo lui sente le farfalle nello stomaco, che i suoi sorrisi alimentano i suoi sogni, ed è per questo che la mattina si alza sempre per ultimo, o per primo, ché ha bisogno di una doccia fredda per poter iniziare la giornata e darsi una calmata.

È quando prova ad allontanarsi dall’abbraccio di Scorpius, che non ha smesso di stringerlo a sé, la mente di Albus non può fare a meno di notarlo. Il suo corpo nota l’erezione dell’amico contro la sua gamba. Spalanca gli occhi, incredulo.

“Mi spiace, Albus…” mormora imbarazzato. Scorpius è così bello con le guance che si tingono di rosa mentre si morde il labbro inferiore mortificato, come se ci fosse qualcosa di cui chiedere scusa. A chi, poi? Alla fortuna? Alla sorte che li ha fatti incontrare?

Albus lo studia, indeciso sul da farsi, poi scuote la testa e manda al diavolo ogni proposito di autocontrollo. Si lancia sul suo amico e scopre che le labbra di Scorpius si schiudono per accogliere la sua bocca e ricambiano il bacio, fameliche. Cerca confusamente di fargli capire che sì, è innamorato, ma non c’è nessuna ragazza perché c’è sempre stato lui, solo lui, e se ora Rose è sparita dai suoi pensieri, e se anche Scorpius ha un’erezione mentre lo abbraccia, beh, non bisogna essere illuminati da Corinna Corvonero per fare due più due.

Scorpius lo stringe a sé, ancora più forte, si aggrappa alle sue spalle. Albus sente un brivido scendergli lungo la schiena quando le dita del suo migliore amico finiscono tra la sua massa disordinata di capelli scuri, arrivano ad accarezzargli la nuca per poi scendere lungo il collo fino a insinuarsi sotto il colletto dell’uniforme.

Sussulta, Albus, stringe i fianchi di Scorpius, superando il mantello e afferrando la cintura che tiene i pantaloni dell’uniforme. Vuole sentire quel corpo aderire contro il suo, mentre le loro labbra continuano a baciarsi.

Si staccano a fatica, l’uno dall’altro, riprendono fiato mentre sorridono, entrambi sollevati.

“Temevo che saresti fuggito se l’avessi scoperto,” gli confessa Scorpius. Sul volto ha impressa la sua stessa incredulità. Albus sente il respiro mancargli tanta è la bellezza, la sorpresa e il cuore che batte di gioia per quella scoperta. Non tutto è perduto, gli sussurra la speranza.

“Non ne ho la forza,” confida Albus, arrendendosi alla sua incapacità di stare lontano da Scorpius. La distanza tra loro diviene un peso insostenibile, una tortura che svuota di senso le sue giornate. “So che è sbagliato,” continua, perché la mente non può fare a meno di suggerirgli scenari catastrofici come esito di quei sentimenti.

“…ma lo trovi anche giusto.” È sempre stato incredibile come Scorpius fosse il solo a saper leggere dentro Albus al punto da continuare le sue frasi. Come ha potuto pensare di fuggire e allontanarsi da lui? Albus si stringe nelle spalle, la voce gli trema perché teme di aver fatto soffrire inutilmente Scorpius, di averlo fatto preoccupare. Le domande di James gli tornano in mente, quel “siamo tutti preoccupati per te” lo tormenta.

“Scusami se sono stato insopportabile in questi giorni, ma tutto questo mi ha confuso e il mio cervello continua a pensare a James, ai nostri genitori, a Rose, a cosa direbbero tutti, ma poi ti vedo…”

“…e tutto il mondo scompare. Lo so, Albus, è lo stesso per me e mi spiace aver parlato continuamente di Rose, ma parlavo di lei per dirti come mi sentivo per te.” Scorpius ha le guance rosse mentre confessa ad Albus quel piano sconclusionato. Le mani gli stringono i lembi del mantello e sembra quasi che abbia paura che Albus possa fuggire di nuovo. Albus, invece, sorride incredulo e domanda: “Come avrei potuto capirlo?”

“Non lo so, è stupido, vero?”

Albus sorride, sollevato da quella scoperta, ma non fa in tempo a rispondere a Scorpius che un getto di acqua gelata li inzuppa completamente. Risate sguaiate e un urlo: “Potterino è innamorato di Malfoy! Aspettate che lo sappia tutta la scuola!”

“No!” urla Albus. Solleva lo sguardo in aria, Pix, il Poltergeist della scuola rotola in aria tenendosi la pancia per le risate.

“Provate a fermarmi!” li sfida il Poltergeist.

“Sono cose private,” si giustifica Scorpius con le guance in fiamme.

Pix scoppia a ridere e Albus comprende che a lui interessa solo fare un dispetto. Pensa di giocare d’astuzia. Sul serio, sei tornata adesso, Astuzia, si domanda incredula la mente di Albus. “Non importa, Pix, fai quello che vuoi. Attento che sta arrivando il Barone Sanguinario, però!”

Prende per mano Scorpius e corrono in direzione della sala comune, mano nella mano, urlano insieme “Vipera!” Entrano con il fiatone, ridono e hanno la consapevolezza di essere insieme, come sempre, ma in modo diverso. Albus non sa cosa accadrà, se gli esiti catastrofici che la sua mente prefigura si avvereranno. Sa solo che non potrà stare lontano da Scorpius e, adesso, nemmeno lo vuole.

A I'm not strong enough to stay away
What can I do
I would die without you
In your presence my heart knows no shame
I'm not to blame
Cause you bring my heart to it's knees
 




 
 
[Questa storia partecipa al contest Sing A(ngst) song di KiddoB sul forum di EFP.]

Utente: Severa Crouch
Titolo: Senza fiato
Canzone: Apocalyptica ft. Brent Smith, Not strong enough; (obbligatorio) link della canzone: https://youtu.be/AlZuqUTgcss
Location: Hogwarts; (obbligatorio)
Coppia: Draco/Harry. (facoltativo)
Elemento di difficoltà: Pix (facoltativo)

È la prima volta che scrivo di Albus e Scorpius come coppia. Come alcuni miei lettori sapranno, loro sono una coppia che ho iniziato a shippare a teatro, mentre guardavo a Harry Potter and the Cursed Child e mi dispiace veramente che lo script non renda nemmeno la metà della meraviglia che gli attori e gli effetti speciali hanno realizzato sul palcoscenico e che pertanto lo spettacolo sia criticatissimo. Ad ogni modo, io mi sono rifatta alle caratterizzazioni di Albus e Scorpius presenti in TCC perché – a giudizio della Rowling – sono da considerare canoniche (anche se non ci piace dobbiamo tenerne conto, secondo me). Quindi non c’è nessun Re delle Serpi, ma sono due piccoli cupcake disadattati e pieni di complessi. Ora, non so se James Sirius voglia effettivamente seguire le orme del padre come Auror, ma visto che su di lui non c’è nulla di canonico, mi sono presa questa libertà per caratterizzare meglio il rapporto tra i due fratelli.
Spero che l’angoscia di Albus si senta abbastanza per tutta la storia.
   
 
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