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Autore: SilvanaFreesound    01/03/2021    0 recensioni
Si tratta del sequel del mio primo racconto "My Angel" in cui i nostri beniamini Kei Tsukishima e Tadashi Yamaguchi si troverranno alle prese con le loro prime esperienze erotico/amorose. I due pallavolisti si inerfacceranno con alcuni personaggi trovandosi in situazioni a volte comiche, al limite del paradossale! Vi auguro buona lettura e buon divertimento !
Genere: Comico, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kei Tsukishima, Nuovo personaggio, Tadashi Yamaguchi
Note: Lime, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO CINQUE

 

Il mattino dopo, il giovane Tadashi passò puntualmente, come di consueto, sotto casa di Tsukishima ed insieme si incamminarono verso scuola.

Kei trovò l’amico stranamente ammutolito; da anni ormai, durante il tragitto, il biondo aveva l’abitudine di sfilare le sue immancabili cuffie, posizionandole alla base del collo, per ascoltare i discorsi entusiastici, a volte divaganti e sconclusionati del lentigginoso.

Spesso non prestava attenzione a ciò che diceva; si lasciava trascinare da quei fiumi di parole, trovando confortevole il suono argentino della sua voce.

Per la prima volta, a sua memoria, di fronte a tale mutismo, decise di rompere il ghiaccio:

“Allora, oggi, dopo gli allenamenti, ci vai da Shimada per perfezionare il tuo servizio flottante ? Facciamo strada insieme per un pezzo, al ritorno?”

Tsukishima non riuscì a cavare molto dalla bocca del suo best friend e decise di non chiedergli nulla di più, rispettando il suo silenzio.

Giunti nei pressi del cancello del liceo, Yamaguchi, con voce bassa e tremolante tentò di spiccicare qualche parola:

“Senti Tsu…Tsukki, io …dovrei...”

Ma il ragazzo non ebbe modo di percepire le sue titubanze, avendo avvistato in lontananza la sua bella, in sella alla moto, accompagnata dal fratello.

Glielo chiederò più tardi! Non può dirmi di no!” pensò il pinch server sospirando.

Durante la ricreazione, Lucy fu intrattenuta più del dovuto dalla prof. di inglese, la quale la tempestò di domande in merito alla corretta pronuncia di alcuni termini, desiderosa di apprendere il più possibile il suo perfetto accento madrelingua.

Liberatasi, si accorse che i due pallavolisti non erano più in classe.

 

“Basta, smettila di strattonarmi, cosa vuoi?” urlò Tsukishima all’amico che lo aveva afferrato disperatamente per un polso e condotto, di corsa, tra le scale dell’ultima rampa vicina al tetto.

Yamaguchi, col cuore in gola, fece appena in tempo a rifiatare:

“Tsu….Tsu….Tsukki, io ti devo parlare!”

“Che c’è, Yamaguchi? E’ da stamattina che sei così! Sputa il rospo!” rispose seccato il biondo.

Tadashi si ricompose il volto fingendosi allegro:

“Sai Tsukki, sabato il nonno di Kaori ha organizzato una battuta di pesca al fiume. C’è un boschetto ad una cinquantina di chilometri da qui. Domenica pomeriggio rincasiamo. Che fai, ci vieni?”

“Ehm...no!” rispose ermeticamente Tsukishima tentando di stroncare la discussione sul nascere.

“Come, no?” incalzò il lentigginoso infervorato “ Pensa... Tsukki! Sarà un’avventura fantastica, un’ intera giornata con il tuo migliore amico e tanta natura da esplorare!”

“Un’avventura fantastica, un’ intera giornata con la mia ragazza, questa è l’unica natura che vorrei esplorare!” sentenziò Tsukishima senza giri di parole.

“Ti prego, Tsukki, vieni con me, fammi compagnia …ho come l’impressione, ecco, di non essere particolarmente simpatico al fratello di Kaori!” Yamaguchi si mise a giocherellare, come sua abitudine, con le dita per scaricare l’evidente nervosismo.

“Si, perché io invece ? Ti rammento che, la sera del concerto, quel King Kong di tuo cognato…. c’è mancato poco che mi cambiasse i connotati! Ma poi, fammi capire, perché diavolo non hai rifiutato quest'invito così assurdo?”

Ormai dopo tutti questi anni di consolidata amicizia, Yamaguchi avrebbe dovuto far propria la raffinata arte di Tsukishima di non compiacere nessuno per nessun motivo al mondo, lui che era grande maestro nel non fare mai ciò che non si ha voglia di fare.

Tadashi si zittì per un attimo; non ebbe il coraggio di confessare al suo migliore amico le circostanze che lo indussero ad accettare senza remore la proposta della nonna di Kaori, distratto da ciò che accadde sotto quel tavolo della cucina.

“Non ci ho riflettuto! “ disse grattandosi ripetutamente le tempie.

“Prima combini i casini e poi mi tiri in ballo! Sei sempre il solito idiota!” ribattè Kei adirato.

“E dai non dirmi così, tu lo sai che mi devi un favore !” rispose il lentigginoso stizzito. E mentre diceva così, gli occhi gli diventarono lucidi e gonfi di lacrime mentre le gote sempre più infuocate.

Tsukishima fu parecchio scosso nell'udire le ultime parole accalorate dell’amico; ammise che in tutti questi anni Yamaguchi c’era sempre stato per lui, incessantemente a suo fianco, supportandolo in tante occasioni, non per ultima quella sera al concerto di Lucy, senza mai rinfacciargli nulla.

Pensò che doveva essere parecchio frustrato per spingersi a tanto.

 

   
 
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