Anime & Manga > Fate Series > Fate/Stay Night
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Autore: DonutGladiator    01/03/2021    0 recensioni
Raccolta di flashfic sull'universo di Fate
1. Ilya e Shirou alle prese con i videogame
2. La routine di Sakura Matou
3. Gilgamesh non beve solo vino
4. Rin chiede aiuto per imparare a cucinare
5. Soichiro e il suo piacevole sbaglio
6. Un regalo di compleanno per Rin
7. Il traguardo di Kirei dopo la sua prima guerra
8. Taiga e la sua famiglia
9. Shirou e il suo più grande desiderio
10. Il riposo per Lancelot
11. Il sogno di Kariya
Genere: Commedia, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Emiya Shirou, Gilgamesh, Illyasviel Von Einzbern, Toshaka Rin
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al COWT11
M3: Qualcosa di leggero


All'inizio non ricordava niente.
Crollare dal nulla e sfondare il salotto di quella piccola maghetta era stato un assurdo scherzo del destino. Non ricordava il suo passato, ma sapeva benissimo che avrebbe voluto vincere la guerra e recuperare il Graal. Sapeva di avere un desiderio.
Un desiderio utopico, ma pur sempre un desiderio.
Aveva iniziato a ricordare pian piano i ricordi della sua vita passata, del suo io passato e di come era deragliata la sua vita dopo la prima guerra del Graal a cui aveva partecipato.
Certo, ritrovare il vecchio se stesso di fronte a lui non era una cosa che pensava potesse essere possibile, ma il vecchio Shirou Emiya, quel ragazzino con sogni e ideali impossibili era capitato nuovamente al suo cospetto, come a ricordargli che cosa aveva perso e a fargli rimpiangere il punto in cui era arrivato.
Lo infastidiva vedere il vecchio se stesso che ancora credeva in quello che faceva, sicuro di riuscire a vincere tutte le sfide che il fato gli avrebbe messo davanti, illuso nel poter ancora salvare tutti quanti.
Nella sua storia non era mai arrivato così vicino al Graal, lui aveva visto Archer morire in fretta nel campo di battaglia, invece, quella volta, dopo che Rin e il vecchio se stesso avevano stretto un'alleanza, qualcosa era cambiato nella sua storia.
Li aveva visti avvicinarsi sempre di più e una parte di lui aveva provato fastidio nel vedere quello strano sviluppo dall'esterno, non potendolo vivere lui stesso una storia che stava capitando a qualcun'altro.
Si era sentito forte in varie occasioni, riuscendo a sconfiggere nemici potenti e onorevoli, approfondendo anche lui ancora di più il legame con il mago che l'aveva evocato, fidandosi incondizionatamente di Rin.
Aveva avuto un sogno da chiedere al Graal. Un qualcosa di utopistico e che sapeva non sarebbe mai potuto diventare realtà, ma in cuor suo ci aveva comunque sperato.
In quel momento, mentre combatteva contro Gilgamesh cercando di vincere lo scontro, aiutato dal vecchio se stesso, capì che l'unica cosa da fare era un'altra. Il Graal era il problema della loro società, finché ci sarebbe stato, sarebbero continuate le guerre per impadronirsene.
Pertanto, quale desiderio migliore poteva esserci se non desiderare che scomparisse?
Mentre caricava con tutta la sua potenza magica l'ultima freccia che avrebbe scoccato nella sua vita di Servant, l'illusione lo avvolse completamente, ponendolo di fronte al Graal, che gli sussurrava i più reconditi desideri del suo animo, cercando di corromperlo e salvarsi dalla disfatta.
Archer prese tra le mani la coppa dorata.
Era un oggetto stranamente leggero per il materiale di cui sembrava essere fatto, piccolo, entrava nel palmo della sua mano e freddo, di un gelo che sembrava più essere sovrannaturale che dato dalla condizioni atmosferiche.
Si rigirò il Graal tra le mani, mentre i suoi sussurri gli arrivavano in testa, seducenti più che mai.
Sarebbe bastato solo esprimere il desiderio che il vecchio se stesso avrebbe voluto chiedere in passato. Un corpo per quello che era stato il suo servant e il restare accanto a lei per sempre.
Ma ormai il vecchio se stesso non c'era più.
Quel nuovo Shirou non avrebbe chiesto nulla di simile per quanto tenesse anche lui a Saber.
L'oggetto, ormai diventato tra le sue mani come una piuma, venne abbandonato nuovamente sull'altare, le voci sussurranti smisero di parlare e sbattendo le palpebre, l'illusione venne interrotta.
Si ritrovò con la freccia incoccata, mentre trasferiva i rimasugli della sua forza vitale per un ultimo, micidiale attacco.
Gettò un ultimo sguardo alla sua master, poi scoccò.
   
 
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