Serie TV > Poldark
Segui la storia  |       
Autore: lady lina 77    01/03/2021    3 recensioni
Post S5... Prima di tuffarmi in una fanfiction lunga e drammatica, volevo scrivere qualcosa di leggero che desideravo mettere nero su bianco dalla fine della S5. E così eccovi questa breve fanfiction, pochi capitoli, dove racconterò il ritorno di Ross e Dwight dalla Francia e le vicende delle loro famiglie in crescita che purtroppo la serie BBC ci ha celato. E quindi eccovi Ross, Dwight, Demelza, Caroline, Jeremy, Clowance e i piccoli in arrivo, da Isabella-Rose a Sophie Enys.
Perché in fondo credo che fosse tutto quello che avremmo voluto dalla serie tv, no?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Penvenen, Demelza Carne, Dwight Enys, Ross Poldark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando la sagoma di Nampara, illuminata dal sole del pomeriggio, si stagliò davanti a lui, Ross si sentì finalmente a casa. Solo un altro passo, un abbraccio alla sua bambina bionda, un bacio a sua moglie e una carezza al suo cane e lui sarebbe stato in pace col mondo.
Spesso era stato lontano dalla sua terra e dalla sua casa negli ultimi anni, come fece suo padre un tempo, dopo che sua madre era morta. Ross non lo aveva mai capito del tutto e di certo spesso si era trovato in disaccordo con lui e il suo modo di vivere, ma da qualche anno a quella parte aveva preso a pensarla in maniera diversa, soprattutto ad ogni suo ritorno a casa. Quanto poteva essere stata duro per Joshua varcare quella porta e non trovare Grace ad attenderlo? Aveva amato intensamente sua madre, viveva per lei e perderla gli aveva fatto perdere se stesso e ora Ross, adulto, marito e padre a sua volta, non poteva e non voleva nemmeno provare ad immaginare cosa avrebbe provato se tornando, Demelza non fosse stata lì ad aspettarlo. Era la sua più grande paura e di certo lo era stata per suo padre che si era trovato a viverla giorno dopo giorno per lunghi anni e adesso, da adulto, poteva comprendere meglio quel genitore tanto assente e fuori dalle righe che non c'era mai e se c'era, sembrava perso in un mondo solo suo che era inaccessibile a tutti. Il dolore aiuta a crescere e a comprendere quello degli altri, aveva imparato in quegli anni... Si era sentito solo e sperso quando era tornato dalla guerra e Nampara era in rovina, suo padre morto ed Elizabeth era fidanzata con Francis ma quello sarebbe stato nulla rispetto al vuoto incolmabile che sarebbe stato perdere Demelza. E così ora guardava a suo padre con meno intransigenza, provando pena nei suoi eccessi di vivere degli ultimi anni perché in realtà tutto ciò che lui aveva cercato di fare era colmare un vuoto incolmabile e ora Ross lo aveva capito... Forse tardi, perché non aveva avuto tempo di dirglielo.
La prima voce che udì in lontananza fu quella di Prudie che urlava dietro a una gallina che sfuggiva alla sua presa, seguita dalla risata infantile di Clowance che doveva trovare tutto questo molto divertente.
Appena giunse al cancello, la domestica si bloccò. Rossa in viso, trafelata, spalancò gli occhi come se avesse appena visto un fantasma. "Giuda!".
Ross smontò da cavallo, tirando giù la sua sacca da viaggio. "Hai la stessa aria di quando Jud tornava dopo giorni di baldoria nelle taverne di Truro!" - scherzò.
"Ma non dovevate essere ancora...".
"In Francia? Sì, ma mi annoiavo e tu sai che odio annoiarmi. Ho semplicemente preso la prima nave che mi è capitata a tiro". Poi Ross si guardò attorno e da una balla di fieno sbucò la testolina bionda di sua figlia. Clowance saltò giù, piena di spighe fra i capelli, poi gli corse incontro saltandogli al collo. "Papààààà!!!".
La abbracciò. Era ancora più bella, paffuta, con le guance rosse di chi scoppia di salute e gli occhi trasparenti e chiari come quelli di sua madre. Ah, forse aveva un debole per lei e il suo giudizio non era obbiettivo, ma avrebbe potuto giurare che era la bambina più bella del mondo. "Clowance" - sussurrò, baciandole la fronte e rimettendola a terra. Era cresciuta anche lei di qualche centrimetro e con quell'abitino azzurro primaverile che indossava e che doveva averle cucito sua madre, era una principessina in miniatura. "Hai fatto la brava?".
"Sì! E tu sei tornato presto!" - gli fece notare la piccola. "Mi hai portato un regalo?".
Ross le indicò la sacca. "Sbircia lì dentro, ti ho portato una bambola francese coi capelli biondi come i tuoi".
Emozionata e contenta, la bimba non se lo fece ripetere e si gettò sul sacco. Ross sorrise guardandola, poi si guardò attorno, osservando una assenza assordante. "Demelza dov'è?" - chiese a Prudie.
La domestica gli indicò la casa. "In camera, sta riposando".
"Oh". D'accordo, poteva anche ritenersi commosso che sua moglie per una volta avesse ascoltato i suoi consigli rimandendo tranquilla e calma in quei mesi di gravidanza, però... Però non era commosso affatto perché Demelza raramente lo ascoltava, non amava poltrire e quindi questo lo metteva in allarme. Accidenti a lei, in un verso o nell'altro, incinta, quella donna era sempre fonte di preoccupazioni per lui! "Sta male?".
"Ha solo un pò di mal di schiena" - rispose Clowance al posto di Prudie, tirando fuori la bambola dal sacco, eccitata. Abbracciò il padre, contenta, affondò il visino contro il suo ventre e Ross le accarezzò i capelli. "Mal di schiena?" - chiese a Prudie.
La donna alzò le spalle. "Cose normali da donna incinta, sta benissimo ma oggi ha voluto riposare. Andate in camera, sarà felice di vedervi".
Ross gli posò gentilmente una mano sulla spalla. "Vado subito. Sbircia pure tu nella sacca, ti ho portato uno scialle di lana".
"E per mamma?" - chiese Clowance.
Ross si inginocchiò, prendendo dalla sacca due pacchetti. "E' una sorpresa".
"E per Jeremy?".
Ross sorrise, pensando a suo figlio in dolce compagnia. "C'è dentro un set da pesca e una nuova canna. E ora, vado a salutare la mamma".
"Vengo anche io!!!" - sentenziò Clowance, prima che Prudie la bloccasse. "Tu resti quì, monella, ad aiutare Prudie".
La bimba si imbronciò. "Ma...".
Ross le accarezzò la testolina. "Tesoro, ci vedremo più tardi ma ora mi lasci per un pò da solo a salutare la mamma?".
"Va bene" - mormorò Clowance, decisamente poco entusiasta.
Ross lasciò allora l'aia, entrando in casa e salendo le scale, attento a non fare rumore.
Quando entrò nella stanza, un tranquillo silenzio lo avvolse, un silenzio che sapeva di casa, di pace, di famiglia... Era la sua stanza e avvertiva il profumo dei fiori che riposavano nei vasi e che tanto amava sua moglie, ogni cosa era in ordine, sul comodino c'erano alcuni libri, alla toeletta era appoggiato uno scialle e sul letto, comodamente addormentata, di lato, col braccio sotto la testa, c'era lei...
Bellissima come la ricordava, coi lunghi capelli rossi sparsi sul cuscino, l'espressione serena, le guance rosee e la mano che teneva libera appoggiata delicamente sul pancione. Sentì stringersi la gola nel vederla, rendendosi conto di quanto le era mancata e di come gli fosse costato partire, lasciandola sola su quella scogliera, coi fuochi che si accendevano in segno di sfida ai francesi. Lei, finalmente lei, la sua compagna, la sua migliore amica, sua moglie, la sua amante, la madre dei suoi figli... Santo cielo, quel pancione che quando era partito ancora non c'era era il segno evidente che era stato via troppo e che ora non voleva perdersi più niente di lei e di quel nuovo figlio in arrivo. Demelza era stata forte e aveva sopportato la gravidanza da sola, come purtroppo, anche se per motivi diversi, aveva fatto anche in passato. Ed era orgoglioso di lei e meno di se stesso che ancora una volta era rimasto distante quando avrebbe dovuto rimanere lì, accanto a sua moglie, soprattutto dopo le vicende concitate che avevano preceduto la sua partenza. Tess, i francesi, gli intrighi, i segreti, il dolore sul volto di Demelza quando aveva dovuto mentirle per proteggerla, i Despard, tutto era ancora piutosto bruciante nei ricordi di Ross.
Ma ora era lì e sarebbe stato il più premuroso dai mariti. Lei lo meritava e lui aveva bisogno di starle vicino per annullare la distanza di mesi fra loro.
Garrick, che dormiva fedelmente sul letto, al fianco della sua padrona come a volerla proteggere, si svegliò. Scodinzolando contento gli si avvicinò saltando giù dal letto e dopo aver ricevuto una carezza, gli si accodò tornando vicino a Demelza.
Dormiva profondamente, tanto da non accorgersi di nulla. Ma stava bene, la conosceva e sapeva leggere dal suo viso ogni traccia di malessere, se fosse stato presente. Ma non c'era, dormiva serena e come gli aveva raccomandato, riposava...
Restò a guardarla senza muoversi per lunghi istanti, ma poi non ce la fece più e le accarezzò dolcemente i capelli e lei, vestita della sola sottoveste, sotto una leggera copertina color crema, si mosse lievemente e poi aprì gli occhi.
E lo fissò come aveva fatto Prudie poco prima, come se fosse stato un fantasma! La cosa lo fece scoppiare a ridere. "Santo cielo, devo essere diventato davvero brutto in questi mesi, visto il modo in cui mi guardate tutti!".
Demelza, a bocca aperta, si mise a sedere di scatto. Ogni traccia di sonno era sparita dal sul viso ed ora era semplicemente confusa. Lui non avrebbe dovuto essere lì ancora per almeno dieci giorni... "Ross?... Ross, Ross!!!". Lo abbracciò talmente forte che lui sentì il fiato mancargli. Le braccia esili di sua moglie gli cinsero le spalle, il suo viso affondò contro il suo collo e lui la strinse a se, accarezzandogli la schiena. "Demelza..." - sussurrò semplicemente, fra i suoi capelli, gustandosi finalmente la sensazione di averla fra le braccia.
La sentì tremare e la abbracciò ancora più forte. "Sono quì, sono quì amore mio...". La baciò, prima sulla fronte e poi, dopo averle preso il viso fra le mani, sulle labbra. Un bacio dolce, gentile ma anche pieno di passione. Le era mancata così tanto... Per un attimo, solo un attimo ripensò alla freddezza fra loro al suo primo ritorno da Londra dopo sette mesi di lontananza, ma ormai quei tempi erano passati, le ombre si erano dissipate ed entrambi erano cresciuti come coppia e persone, avevano imparato a capirsi, ascoltarsi, parlarsi e soprattutto perdonarsi.
E quindi si gustò solo quel bacio, a lungo desiderato ed agognato.
Quando si lasciarono, Demelza scoppiò finalmente a ridere, il turbamento passato ed ora solo felice. "Ma non dovevi essere ancora in Francia? Che ci fai quì? Sei scappato? Hai combinato qualche guaio? Sei ricercato?".
Ross si sentì tutto sommato orgoglioso del fatto che lo ritenesse tanto temerario. "In realtà, nulla di tutto questo! Ho semplicemente preso una nave qualche giorno prima del previsto. Non avevo promesso di tornare a casa prima della mietitura?".
"E tutto intero..." - sussurrò Demelza, col sorriso sulle labbra.
"Tutto intero!".
"Lo sei?".
"Sì, decisamente! Vuoi controllare?".
Demelza rise ancora. "Mi fiderò!".
"E quindi ho mantenuto la mia promessa... E tu, a quanto vedo, la tua".
Demelza si accigliò. "Quale?".
"Stai riposando!" - le fece notare Ross, divertito - "Non lo avrei mai ritenuto possibile". Si sedette accanto a lei e poi la osservò con sguardo clinico. "Fatti vedere!".
Demelza si sfiorò il ventre, dolcemente, prima di prendere una mano di suo marito per appoggiarsela dove cresceva il loro bambino. "Credo di assomigliare a Prudie ormai".
Ross rise, prima di spingerla scherzosamente sul letto per poi raggiungerla e baciarla ancora. "Ah, non pensarci, Prudie non mi fa venire in mente certi pensieri" - le sussurrò con malizia nell'orecchio.
Si baciarono, a lungo, mentre le mani di Ross non lasciavano il ventre dove cresceva suo figlio. Era stato lontano così tanto che forse per quel bambino, la sua voce doveva apparire decisamente sconosciuta. Si rannicchiò contro sua moglie, la strinse a se gustandone il profumo e la vicinanza e si sentì a casa. "Nostro figlio penserà che un estraneo sia entrato in casa" - sussurrò, con una nota di rammarico nella voce.
"Che vuoi dire, Ross?".
"Non conosce la mia voce e non sa nulla di me".
Demelza sorrise dolcemente. "Non è vero, sa tutto. Gli ho parlato io di te".
Le accarezzò il viso, lei era la cosa migliore che la vita gli avesse donato ed era felice di essere stato tanto intelligente da sposarla e di aver donato ai suoi figli una madre del genere. "Stai bene?" - disse solo.
"Sì. E tu? E' andato tutto bene?".
Ross annuì, poi si accomodò nel letto accanto a lei, stringendola a se ed accarezzandola sulla schiena. "Sì, sai, credo di essere diventato saggio e attento. Non ho corso particolari rischi, mi sono mosso con prudenza e alla fine più che una romantica e coraggiosa spia, mi sentivo un borghese di mezza età in viaggio di piacere".
Demelza sembrò divertita dalla cosa. "Nemmeno un graffio?".
"Nemmeno uno! E nessuno che abbia desiderato uccidermi, ci crederesti?".
"Faccio un pò fatica ad essere onesta, soprattutto visti i rischi che hai corso quì prima di partire, coi francesi! Poco più di cinque mesi fa ti sei battuto a duello con quel generale nel nostro fienile".
Ross si rabbuiò alcuni istanti, ricordando anche il carico di dolore su sua moglie di quei giorni e deciso a non commettere mai più quell'errore. "Come dicevo, sono diventato saggio da allora. Quì invece è andato tutto bene? Tess ha creato problemi? Jacka? George Warleggan?".
Demelza sospirò. "Tess credo che abbia lasciato il villaggio, non si è più vista. Jacka è... Jacka, borbotta, sbraita nelle locande ma si è calmato. George Warleggan non si è più visto e da quando ci ha annunciato la partenza per Londra, è sparito da Trenwith".
Ross annuì. "Ottimo! Allora ti sei annoiata?".
Demelza si stiracchiò. "Oh, non molto. Avevo la casa a cui badare, i bambini, ho fatto la zia di Loveday e io e Caroline abbiamo organizzato molte cene nel nostro salotto, coi miei fratelli e le loro mogli. Hai visto i bambini?".
Ross annuì. "Sì, ho lasciato Clowance nell'aia con Prudie mentre Jeremy...". Si bloccò, poi si mise seduto sul letto, deciso a chiedere spiegazioni. "Da quando il nostro piccolo bambino ha una fidanzata o qualcosa di simile?".
Demelza scoppiò a ridere. "Hai conosciuto Mary?".
"Li ho visti in spiaggia mentre tornavo! Santo cielo, mi sono sentito vecchio".
"In effetti sei un quasi-suocero" - gli fece notare lei, scherzosamente.
"Non lo dire!".
Demelza si sedette. "In realtà credo che sia più un'amica del cuore, sono ancora due bambini. Si trovano bene insieme ma penso che per una vera fidanzata ci sarà da aspettare qualche anno. Anche se Dwight dice che dovremmo iniziare a fare uno di quei discorsi sull'amore, con lui... E visto che sei quì, credo che sarà compito tuo!".
Ross spalancò gli occhi. Ok, aveva senso, era un discorso fra uomini e non poteva lasciare tutto sulle spalle di Demelza, ma questo comunque faceva paura. Non era troppo presto? Ne sarebbe stato capace? O avrebbe farfugliato frasi senza senso facendo credere a Jeremy di avere un idiota come padre? Era facile essere una spia o un minatore o un politico, ma parlare a un figlio delle 'faccende della vita'? Santo cielo, era solo ieri che era un neonato ed ora era un ragazzino che guardava le ragazze! "Che dovrei dirgli?".
"Saprai trovare le parole".
"Dammi un consiglio".
"Sei un uomo, ci sarai passato prima di lui da questa fase".
"Non a undici anni".
"Jeremy è allora più precoce di te".
Ross sprofondò di nuovo fra i cuscini, pregando che suo figlio non diventasse come suo padre. "Non voglio essere un suocero".
"E io una suocera! Non così presto!".
Lui sorrise. "Sei ancora una bambina".
"Una bambina che aspetta un bambino, interessante...".
Ross si stiracchiò, prima di alzarsi dal letto e recuperare i due pacchetti che aveva portato di sopra. Era decisamente ora di cambiare argomento, almeno per ora. "Ho portato un dono per ognuno e questi sono per voi".
"Oh Ross". Demelza lo abbracciò di nuovo, commossa. "Non dovevi, a me basta che tu sia quì".
Le accarezzò il viso. "Sapevi che sarei tornato per tempo, l'ho promesso e non avrei mancato per nulla al mondo alla parola data".
Lo sguardo di Demelza si addolcì. "Due pacchetti?".
Le accarezzò ancora il pancione. "Per te e lui... o lei".
Demelza prese un profondo respiro, si emozionava ancora come una bambina quando Ross le faceva dei regali. Non succedeva spesso ma quando accadeva, erano gesti fatti col cuore e legati a momenti importanti che non aveva mai dimenticato. Si sentì felice che fosse lì, finalmente a casa, finalmente con loro. "Mi sei mancato così tanto..." - sussurrò, mentre apriva i pacchetti.
Ross le prese la mano, intrecciando le dita con le sue. "Anche tu, più di tutti".
I pacchetti furono aperti e Demelza, emozionata, rimase a bocca aperta. Uno conteneva una meravigliosa e morbida copertina di lana bianca, perfetta per tenere al caldo nella culla il loro piccolo, l'altro un bellissimo bracciale d'oro, abbellito da una fila di piccoli smeraldi rossi incastonati in esso. "Ross..." - mormorò, senza fiato.
La baciò ancora sulle labbra, felice di perdersi in esse. "Sono stato via a lungo, troppo, lasciando sulle spalle ancora tutto a te. Ma ti ho promesso devozione per il resto della mia vita e di cercare di essere un buon marito e questo regalo è il minimo che potessi darti per quello che fai e continui a fare per me e tutti noi".
Demelza si strinse a lui, commossa, nascondendo il viso nella sua camicia per evitare che vedesse i suoi occhi lucidi. "Grazie..." - disse solo. "E io, io non ho nulla da darti".
Ross scosse la testa. "Cresci i miei figli, me ne stai per dare un'altro e ci sei. E sei mia. Non potrei chiedere altro, non voglio altro. Anzi...".
"Cosa?".
Ross rise, stavolta meno serio di quanto non fosse stato fino a poco prima. "Vorrei fare un bagno, vorrei che mia moglie mi strofinasse la schiena e poi vorrei cenare con i miei figli. E dopo cena, usare questa stanza da letto in modo meno colloquiale di adesso!".
Anche Demelza rise. "Giuda Ross, sono quasi all'ottavo mese di gravidanza!".
"Beh, manca un mese e passa al parto, direi che è perfetto" - commentò lui, prima di baciarla ancora e ancora, perdendosi in lei.
Era a casa, finalmente era tornato dove aveva sognato di essere per cinque lunghi mesi. E sarebbe stata una notte interessante e decisamente lunga...
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Poldark / Vai alla pagina dell'autore: lady lina 77