Anime & Manga > Diabolik Lovers
Segui la storia  |       
Autore: Nephertiti    02/03/2021    1 recensioni
*SEQUEL DI GIRL OF LIFE*
Molte cose sono cambiate dalla prima volta in cui Mitsuko ha messo piede in villa Sakamaki.
E adesso può affermare di essere parte della famiglia.
Ma con il suo diciottesimo compleanno alle porte, il destino sembra avere in serbo altri piani per lei.
***
Estratto da un capitolo:
“All’improvviso, a qualche chilometro di distanza, notai una figura in mezzo alla strada e, man mano che ci avvicinavamo, realizzai si trattasse di un uomo.
Mi resi conto che non accennava a muoversi, mentre il maggiordomo, al mio fianco, sembrava ignorare la sua presenza.
Urlai a George di frenare e questo, colto di sorpresa, affondò il piede nel freno: la limousine ruotò su sé stessa, facendomi sbattere contro il finestrino.
Un’auto dietro di noi ci tamponò.
Quando sollevai lo sguardo, ancora dolorante per il colpo, dell’uomo non v’era traccia.
Tuttavia, ciò che mi era rimasto impresso, prima che quella sagoma svanisse nel nulla, erano stati i suoi lunghi capelli bianchi.
***
Per poter leggere questa storia avrete bisogno di conoscere “Girl of Light” e “Girl of Life”, quindi correte a recuperare!
La fan fiction prende alcuni spunti dal videogioco, ma la trama sarà ben diversa.
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ruki Mukami, Shuu Sakamaki, Sorpresa, Subaru Sakamaki
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

Capitolo 17 - The Lady -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con un sonoro schiaffo, Edith svegliò la vampira dai lunghi capelli biondi.

Yuma si era occupato di legarla su una sedia, mentre Reiji le aveva fatto ingoiare un veleno che attenuasse le sue abilità, così da impedirle di smaterializzarsi.

La Dama aprì gli occhi e, quando realizzò di essere in trappola, cominciò a dimenarsi, ma le catene dovevano essere state progettate per intrappolare i vampiri, poiché non riuscì a spezzarle e tanto meno a divincolarsi da esse.

Tentò di teletrasportarsi, ma invano, e quindi si lasciò sfuggire un verso frustrato.

Si guardò intorno, era accerchiata da ben dieci vampiri, ma quattro di loro non erano purosangue, a giudicare dall’odore che emanavano.
In mezzo ad essi riconobbe il Sakamaki che aveva provato a fare fuori.
E, al suo fianco, la Predatrice che l’aveva aggredita senza un’apparente motivazione.
Adesso comprendeva perché lo avesse fatto.

“Ti ricordi di me, vero?”, domandò Shu, avvicinandosi.
La vampira bionda sorrise sprezzante, ma non parlò.

Edith artigliò la sua spalla con le unghia, spingendole dentro la carne e strappandole un gemito.
Il maggiore dei Sakamaki intuì perché lei e Reiji fossero così intimi.

A parte Kanato, che sembrava assorto dalla conversazione con il suo peluche; ed Azusa, impegnato a srotolare e fasciare nuovamente le sue cicatrici, tutti gli altri attendevano impazienti che la bionda rivelasse delle informazioni utili.

“Allora?”, la esortò Shu.
“Certo che mi ricordo, combatti come una femminuccia.”
Yuma soffocò una risata, guadagnandosi un’occhiataccia dal Sakamaki.

“Chi sei?”
“Credevo che la vostra amichetta, qui, mi conoscesse.”
“Qual è il tuo vero nome? E chi ti ha assoldata?”

La bionda rimase in silenzio, così Edith roteò gli occhi e mosse le dita dentro la sua spalla, facendola gridare dal dolore.
“Conosco mille altri modi per torturarti –, minacciò la mora. – Ti lascerò guarire e ricomincerò da capo.”
Ruki e Kou si scambiarono uno sguardo complice, sorpresi che quell’inaspettata alleata fosse sadica tanto quanto i Sakamaki, se non di più.
Sebbene loro non potessero definirsi propriamente dei santi.

“Ho tutto il giorno.”, asserì l’altra con un tono beffardo.
Edith sogghignò.
“Anche io.”, estrasse le unghia insanguinate, lacerando un lembo di pelle, poi le ficcò dall’altro lato.
La Dama trattenne un lamento, il sorriso di scherno sul suo volto era scomparso.

“E lei dovrebbe essere?”, domandò Ayato, mentre osservava Edith torturare l’altra vampira.
Reiji si schiarì la voce.
“Una Predatrice che conoscevo.”
“Una sua ex.”, precisò Shu.

Improvvisamente tutti avevano gli occhi puntati su Reiji, che avrebbe preferito sprofondare, piuttosto che subire quelle occhiate curiose.
Dannazione a te, Shu, pensò.
Un grido li distrasse, Edith stava facendo a brandelli la schiena della vampira.
Ruki sospirò: non condivideva la tortura per puro piacere, non da quando l’aveva subita sulla sua stessa pelle, quand’era un bambino, e le sue cicatrici ancora bruciavano al solo pensiero.
E poi non avevano tempo da perdere

Si avvicinò alle due Predatrici, chiedendo ad Edith di fermarsi per un istante.

“Ascolta –, cominciò a dire Ruki. – La ragazza che hai rapito è una persona importante per noi.”
Kou lo fissò con un sopracciglio inarcato, stupito dal fatto che suo fratello lo avesse detto ad alta voce.
“E faremo di tutto per ritrovarla. Ti tortureremo per ore e, se non parlerai, ti uccideremo.”
A Kanato sfuggì una risata.

“Perché la troveremo con o senza il tuo aiuto.”
La Dama curvò gli angoli delle labbra, di nuovo quel sorriso derisorio.

Lui è troppo forte per voi.”
“Non temiamo Karl Heinz.”, la interruppe Yuma.
La Dama incontrò gli occhi dorati del Mukami.
“Non ho dubbi, bel fusto, ma non si tratta di Karl Heinz.”

Ruki, Reiji e Shu lo sospettavano, in fondo, tuttavia gli altri rimasero a bocca aperta: quindi qualcun altro era interessato a Mitsuko.

Shu poggiò le mani sui braccioli della sedia, inchiodando la vampira sul posto.
“Allora chi?”
“Non parlo dei miei clienti, specialmente di uno come lui. Potrete anche uccidermi, ma ho un’etica.”
Il sangue colava copiosamente dalle sue spalle, macchiando il suo corpetto nero, ma manteneva uno sguardo fiero, pieno di orgoglio.

“Ehi, tu –, Shu indicò Kou. – Vieni a fare quella cosa con l’occhio magico.”
Il Mukami si avvicinò, tenendo le braccia incrociate dietro la testa ed esaminando la vampira sulla sedia.

“Non funziona così.”
“Con me lo hai fatto.”

A Kou scappò un mezzo sorriso.
“Era fin troppo evidente che nascondessi qualcosa. Posso dire che lei, fin’ora, ha sempre detto la verità.”

“Ascoltate, lui non ha intenzione di ucciderla.” , s’intromise la bionda.
Shu guardò il Mukami.
“Sta dicendo la verità.”

Il maggiore dei Sakamaki tornò dai suoi fratelli e i Mukami si unirono a loro.
“Quindi che si fa?”, volle sapere Yuma.
“Credo che dovremmo avvisare il padre di Mitsuko. –, dichiarò Ruki. – Potrebbe darci una mano per capire chi l’ha rapita.”

Reiji concordò con lui: Takeshi Yoshida avrebbe fatto di tutto pur di salvare la figlia, era certo che non avrebbe coinvolto la Chiesa nella faccenda, per evitare di creare altro scompiglio. Ci si poteva fidare.

“Dovreste andare tu e Subaru.”, affermò il vampiro con gli occhiali.
Subaru, sentendosi chiamare in causa, lanciò un’occhiata tagliente al fratello: se avesse potuto ferirlo con un semplice sguardo l’avrebbe fatto.

“Posso andare da solo.”
Reiji osservò il fratellastro con un sopracciglio inarcato.
“Preferisco che qualcuno tenga a bada il tuo carattere irascibile.”
“Io non sono irascibile!”, sbottò l’albino, mordendosi la lingua subito dopo.

“Io sono d’accordo. –, esclamò Ruki, stranamente. – Il mio unico obiettivo è ritrovare Mitsuko.”

Subaru avrebbe voluto tirargli un pugno ben assestato sul viso: il Mukami faceva di tutto per screditarlo, come se solo a lui importasse l’incolumità di Mitsuko.
“E sia, andiamo.”, esalò a denti stretti.
I due lasciarono la villa.

Kanato doveva essersi smaterializzato, probabilmente non nutriva alcun interesse nel ritrovare la ragazza.
“Che facciamo con questa qui?”, chiese quindi Yuma.
“Credo che per il momento sia meglio trattenerla da noi, potrebbe scappare e mettere in guardia chi l’ha assoldata.”, spiegò Reiji.
Il vampiro dagli occhi ambrati si offrì per tenerla d’occhio.

Shu incaricò Ayato di avvisare Yuki: la scomparsa dell’amica l’avrebbe allarmata, avrebbe potuto sospettare che le fosse capitato qualcosa, anche a causa loro.
In fondo conosceva la loro vera identità.
E avrebbe potuto fare qualcosa di stupido, come contattare la polizia.

“Io mi occuperò della brunetta. –, si propose Kou, – e troverò una scusa credibile, non temete.”

Yuma osservò il fratello, scuotendo il capo, sia lui che Ruki condividevano lo stesso problema: avevano perso la testa per un’umana, e questo non avrebbe portato a nulla di buono.
Ma erano suoi fratelli, e tutto ciò che desiderava era la loro felicità, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce.

Anche Ayato e Kou lasciarono la villa.

Restavano Reiji, Shu ed Edith.
Il primo decise che avrebbe preparato un altro veleno, per tenere la Dama sedata ed impedirle di scappare.

“Io andrò a cercare Mitsuko, da qualche parte dovremo iniziare.”, annunciò Shu.

Suo fratello fece un cenno col capo verso Yuma, e Shu intuì il messaggio implicito: avrebbe potuto approfittare della calma generale per parlare con il Mukami, ma non era il momento adatto, la sua priorità era trovare Mitsuko.

“D’accordo.”, si limitò a rispondere Reiji, avviandosi nel suo studio.
Notò con la coda dell’occhio che Edith lo stava seguendo, ma non disse nulla, ne’ tentò di fermarla.

“Posso venire anch’io a cercare Mitsuko?”
Quasi si erano dimenticati di Azusa, seduto su un divano, che doveva aver ascoltato in silenzio la conversazione.
“È meglio se resti qui.”, ribatté Yuma.
“Ma voglio aiutare…”, protestò con voce flebile il fratello.
“Può venire.”, intervenne Shu.

Yuma dimezzò la distanza che li separava e parlò a bassa voce, sperando che Azusa non li sentisse.
“Non sa mica combattere, idiota!”
Shu trattenne un sorriso, era proprio così che ricordava Edgar: sgarbato, rude, ma dall’animo gentile.
“Lo so bene, lo proteggerò, se necessario. Ma se resta qui, senza far nulla, si sentirà inutile.”

Yuma si stupì, ascoltando quella frase, non credeva che un Sakamaki si sarebbe offerto per difendere un Mukami.

“Dovrei fidarmi? La tipa lì, dice che combatti come una femminuccia.”
La Dama ridacchiò.

Shu lo fissò truce: “Mi ha colto alla sprovvista.”
“Lo credo bene.”, commentò, ripensando a come dormiva profondamente nel loro salotto.

Il maggiore dei Sakamaki piegò il capo, come a guardarlo da un’altra angolazione, come se cercasse dei dettagli sul suo viso.
Cosa che, effettivamente, Shu stava facendo, tentava di vedere, in quei lineamenti maturi, dei tratti che ricordassero il suo amico d’infanzia.

“E tu, te la caverai da solo?”
Yuma rise sprezzante.
“Certo che sì, non mi farò cogliere alla sprovvista.”
“Ottimo –, concluse Shu, lievemente piccato per la frecciatina. – Andiamo ragazzino.”
Azusa balzò in piedi, colto da un rinnovato entusiasmo, e i due uscirono dalla villa.

***

“Sembra che siamo rimasti io e te, bel fusto.”
Yuma sollevò lo sguardo, posandolo sulla figura a qualche metro di distanza.
La vampira dai capelli biondi lo osservava con un mezzo sorriso.
“Esatto, quindi vedi di comportarti bene.”

Gli tornò in mente il dialogo che aveva avuto con Shu: c’era qualcosa che lo tormentava, una strana sensazione nel petto, quando ripensava al Sakamaki biondo, e non solo perché aveva permesso ad Azusa di andare con lui.
Era come se gli sfuggisse un particolare, tanto piccolo quanto importante.

“E così tu e i tuoi fratelli siete gli ibridi assoldati da Karl Heinz.”
La Dama richiamò l’attenzione dell’altro.
“Ibridi?”
“Non siete dei veri vampiri, sento la puzza delle tue origini umane.”
Yuma strinse la mano in un pugno, scattando in piedi.
“Vedi di non farmi incazzare –, la minacciò. – Almeno io non mi faccio dare ordini da altri.”
La Dama aggrottò le sopracciglia.
“Oh no, sei solo un burattino di Karl Heinz.”

Yuma si avvicinò a lei con fare intimidatorio, le afferrò la gola con una mano.
“Quale parte di non farmi incazzare, non ti è chiara?”

“Che c’è, la verità è difficile da accettare?”
Il vampiro le rivolse un’occhiataccia, ma la lasciò andare.

“Non hai idea di cosa noi… di quello che ci è capitato. – , sussurrò per un istante. – Karl Heinz ci ha salvati. Avevamo un debito con lui.”

La vampira ascoltò con attenzione: aveva in mente un piano per guadagnare tempo e liberarsi delle catene che le bloccavano mani e piedi, ma lo spilungone l’aveva incuriosita.

“E l’avete saldato?”

Yuma scosse il capo, afflitto, ripensando che no, non avevano potuto ripagare quel debito.
Ma Karl Heinz aveva tentato di uccidere Mitsuko, non gli dovevano più nulla, lui stesso li aveva congedati.

“Eppure collaborate con i suoi figli per ritrovare quell’umana, senza sapere perché sia tanto speciale.”

Yuma capì che quella bionda sapeva molto più di ciò che aveva rivelato: che fosse a conoscenza dei poteri di Mitsuko?
Ma sapeva anche che non avrebbe parlato, sarebbe stato inutile torturarla nuovamente per altre informazioni.
Di certo era professionale nel suo lavoro.

“Non so perché hai rapito Mitsuko, ma sapevo già quanto fosse speciale.”, ammise Yuma.
Fortunatamente nessun’altro era presente, altrimenti non lo avrebbe mai confessato.

“Perché dispensa sangue gratuitamente?”
La Dama si sorprese del suo stesso tono di voce, così irritato.
Si trovò a pensare che nessuno aveva mai parlato di lei in quel modo.

“Perché riesce sempre a vedere il buono, nelle persone.”

La frase di Yuma aleggiò nella stanza, dov’era calato un silenzio quasi religioso.

“Evidentemente non sa quanto può essere crudele questo mondo.”
Il vampiro dagli occhi ambrati dissentì con un cenno del capo.
“Lo sa fin troppo bene.”

Ripensò alle bugie con cui era stata cresciuta, a quello che doveva aver passato dopo essere diventata una Sposa Sacrificale, a quando lui e suoi fratelli l’avevano rapita e morsa ancora e ancora.
Per la prima volta realizzò quanto fosse dura la vita di Mitsuko.

La Dama, d’altro canto, si sorprese nel constatare quanto quel vampiro fosse veramente affezionato a quell’insulsa umana. 
Come tutti gli altri, in fondo.

Lei era a conoscenza dei suoi poteri e quello era l’unico dettaglio che la rendeva “speciale” ai suoi occhi, per il resto la considerava una creatura debole come i suoi simili.
Non era particolarmente attraente, ne’ troppo sveglia: aveva tentato di battersi con lei senza usare le sue capacità sovrannaturali.
L’aveva vista piangere nella serra ed insultare il Re dei vampiri, quindi non riusciva neppure a controllare le sue emozioni.

Tuttavia era stata torturata a causa sua, e tutti si erano mobilitati per trovarla.
Si sentì una stupida, perché invidiava quell’umana.
Lei, una delle Predatrici più forti, che invidiava una ragazzina così fragile.

Aveva temporeggiato abbastanza: era riuscita a liberare le caviglie e il mezzo-vampiro sembrava assorto nei suoi pensieri.
Approfittò della situazione per scattare in piedi, così colpì Yuma con la sedia su cui era legata e lui, colto di sorpresa, finì sul pavimento.

Con la sedia ridotta in pezzi, la Dama riuscì a liberare anche i polsi e si chinò sul vampiro dolorante, che tentava di rimettersi in piedi: si posizionò a cavalcioni su di lui, impedendogli qualsiasi movimento.

“Grazie per la chiacchierata, bel fusto.”, fece scorrere una mano sui suoi jeans e Yuma provò a divincolarsi, ma invano.
Raggiunse l’interno coscia con le dita e lui si chiese che intenzioni avesse, finché la bionda infilò una mano nella sua tasca.
“Interessante.”, gli sorrise e, dopo un fugace bacio sulle labbra, corse fuori dalla villa.

Yuma impiegò qualche secondo per riprendersi, provando vergogna per la sua reazione da “adolescente in preda agli ormoni”, quando lei lo aveva toccato e baciato.

Poi realizzò cos’era realmente accaduto e grugnì furioso: quella stronza gli aveva rubato le zollette di zucchero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

THE LADY

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Diabolik Lovers / Vai alla pagina dell'autore: Nephertiti