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Autore: Sanae77    02/03/2021    4 recensioni
Si fanno scelte nella vita che spesso coinvolgono gli altri.
Altre volte, senza esserne coscienti, sono le tue scelte a portare conseguenze.
Ma indipendentemente da ciò che scegliamo... il nostro destino è già scritto?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koshi Kanda, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Osservo la punta dei miei piedi mentre cammino verso la scuola con Yukari, qua al mio fianco, che non smette di parlare neppure per un secondo. Oggi non mi va di fare conversazione, sette giorni fa ho salutato Tsubasa alla fermata del bus. Dopo che gli ho dato gli scarpini mi ha detto di non essere triste.
La fa facile lui.
Solo dopo ventiquattro ore già mi mancava da morire. 

La chiacchierona della mia amica dice che non devo farne una tragedia; so che lei lo fa per tirarmi su il morale, ma è davvero difficile sapere che la persona che ti piace è così lontana e che per molto tempo non sarà possibile vedersi.

Calcio un sassetto con la punta delle scarpe mentre osservo le pieghe della gonna ondeggiare secondo l’andatura. Sbuffo l’ennesimo soffio d’aria dalle labbra così da ricevere in cambio una gomitata al fianco destro. Vedo Yukari sollevare gli occhi al cielo in un palese invito a piantarla con tutta questa malinconia e tristezza.

“Sai cosa facciamo dopo scuola?” mi chiede distogliendomi così dalle ‘interessantissime’ pieghe della gonna.
“Cosa?” domando a mia volta controvoglia.
“Andiamo a quel chiosco che ha aperto la scorsa settimana al parco? Mi ha detto Ryo che fanno dei gelati buonissimi.”
“Con tutto quello che si strafoga il concetto di buonissimi, per Ryo, è molto ampio…” controbatto ironicamente, anche se la voglia di farne è veramente sotto le suole, ma Ishizaki me la toglie dalle labbra. 
“E dai Sanae, non avrai mica intenzione di chiuderti in casa a lutto per Ozora eh? Cioè, starà via per anni. Fammi capire, hai intenzione di fare la vedova a quindici anni?”
“Cos’è un modo per cambiare discorso su Ryo?” la punzecchio e devo dire che questo scambio di battutine mi sta riportando un briciolo di sorriso in questa giornata che si preannunciava soltanto cupa.

Gli amici in questi casi sono davvero fondamentali.
Yukari allunga il passo piantandosi di fronte a me con le braccia incrociate al petto e le guance arrossate… ho palesemente centrato il bersaglio e un pizzico di soddisfazione mi attraversa la schiena.
Dopo tutte le volte che mi percula sul capitano adesso posso permettermi una piccola rivincita.

“Mi spieghi perché se ti metto il problema di fronte cambi sempre discorso? Allora, cosa hai intenzione di fare: sentiamo?”
Sollevo lo sguardo rendendomi conto che davvero sta cercando una risposta, la mia apatia di questi giorni deve davvero averla fatta preoccupare.
“Non ne ho idea, sto vivendo alla giornata.”
Allunga le mani posandomele sulle spalle, dopo la sento stringere guadagnando così la mia totale attenzione.
“Parliamoci chiaro, non ho la minima intenzione di lasciarti in casa a struggerti per quell’invasato che corre sempre e solo dietro al pallone.”
Sorrido per i modi schietti che sempre le sono appartenuti.
“Sì, mamma!” esclamo regalandole anche un accenno di sorriso.
Lei contraccambia lasciandomi libere le spalle e strofinando le mani con soddisfazione.
“Ebbene, allora andiamo al parco per un bel gelato nel pomeriggio.” Conferma tutta soddisfatta e con tono talmente deciso che rinuncio a contrastare l’idea.
“Dove andate a prendere il gelato?” una voce ci distoglie dalla conversazione; è Ryo, che affiancato da molti compagni ci sta raggiungendo. Con gli occhi vago come d’abitudine alla ricerca di lui; ma lui non c’è. Piombo un'altra volta nella tristezza che oramai ha preso residenza dentro al mio cuore. Continuo a sorridere per non ricevere un’altra paternale da Yukari. 

Ci manca solo lei.

I ragazzi ci circondano contagiandoci con la loro allegria e sfottò vari; tutti estremamente interessati a questo ipotetico gelato pomeridiano. Mi sento osservata mentre prendo sempre più coscienza e consapevolezza di avere amici fantastici, sicuramente lo stanno facendo per distarmi dalla partenza di Ozora.
Raggiungiamo l’edificio e sentiamo il suono della prima campanella che chiama a rapporto un po’ tutti. Tra qualche giorno la scuola sarà finita e non oso pensare a come potrò impegnare il tempo. Ovviamente il mio ruolo di manager non è minimamente messo in dubbio ma non essendoci Tsubasa la questione cambia. Cambia tantissimo.

 
Sono immersa nei miei pensieri quando svolto l’angolo un po’ troppo in fretta mentre tento di raggiungere la mia aula prima che suoni la campanella definitiva. M’imbatto in qualcosa che procedeva nella direzione opposta e tutti i libri che tenevo stretti al petto cadono a terra. Non alzo neppure lo sguardo per controllare contro chi ho sbattuto, è troppo tardi per mettersi a discutere.

“Scusa” sento dire da una voce maschile vicinissima. Noto che altre mani oltre le mie stanno raccogliendo i quaderni sparsi.
Sollevo lo sguardo e un ragazzo riccioluto mi sorride continuando a raccogliere gli oggetti sparpagliati tutto intorno.
“Scusa tu. Ho girato l’angolo troppo in fretta, è tardi.”
“Eh sì, sta per suonare la seconda e dobbiamo assolutamente muoverci. Ecco!” Mi porge tutto e superandomi imbocca il corridoio da dove provenivo.
“Grazie” gli urlo quasi dietro mentre mi volto per guardarlo meglio.
“Figurati - risponde voltandosi e camminando all’indietro come un gambero – non ti ho chiesto neppure il tuo nome…”
“Sanae!”
Si ferma e torna di corsa verso di me. “Io sono Koshi. Scusa ancora.” Risponde regalandomi un leggero inchino, poi si volta e torna a correre verso la meta. Resto un attimo spiazzata prima di voltarmi e andare dritta verso la mia aula, la campana sta suonando all’impazzata, o per lo meno questa è l’impressione che ho.

La lezione è noiosissima e io non faccio altro che scarabocchiare sul quaderno assurdi disegnini senza senso. Nishimoto è al mio fianco che sta messaggiando con qualcuno, se la becca il prof saranno guai; sollevo lo sguardo e vedo il professore intento a interrogare i nostri compagni che devono recuperare.
Mi sto annoiando.
La matita continua a seguire righe immaginarie senza alcuna meta. Incuriosita dal disegno che ne è venuto fuori sposto il foglio ruotandolo di novanta gradi. Una strana K prende forma, non sarà perfetta ma per lo meno assomiglia a qualcosa di definito.
K, come l’iniziale di quel ragazzo di stamattina. Cerco di ricordare come fosse il suo nome, ma proprio non mi sovviene. Arrossisco nell’istante in cui mi rendo conto di avergli detto il mio nome e non il cognome, come di consuetudine. Ero così… così distratta e confusa che non mi son ricordata di rispettare la nostra usanza.

Sbuffo appoggiandomi alla sedia e guardando fuori. Chissà Tsubasa a quest’ora che cosa starà facendo? Cerco di fare mente locale sulle ore di fuso orario che ci separano, ma sono talmente annoiata, e confusa dall’incontro di stamattina, che non riesco a fare due calcoli messi in croce. Non vedo l’ora che suoni la ricreazione per andare un po’ fuori. Fa caldo, si sente che presto arriverà l’estate e tutti non vediamo l’ora di uscire da questa ‘galera’.
Torno a guardare il mio piccolo disegno stilizzato di questa K un po’ strana mentre mi scappa un sorriso per l’incontro, o per meglio dire scontro, di stamattina.
Non l'avevo mai notato quel ragazzo.
Forse è più grande di me. Elaboro.
 
Finalmente la campanella è suonata e la ricreazione possiamo godercela al fresco del magnifico albero del cortile scolastico. I petali sono tutti caduti a terra lasciando il posto alle nuove verdi foglie scintillanti; mentre il manto erboso si è tinto di rosa regalando un magnifico tappeto immaginario sotto la nostra panchina preferita. Yukari tira fuori il suo pasto allungandomi il mio per assicurarsi che non resti illibato. Sospiro afferrando il cibo mentre vedo in lontananza i ragazzi raggiungerci. Kumi arriva dallo stabile opposto ai ragazzi, aveva musica all’ora precedente.

È già passato un anno dalla confessione di  Kumi a Tsubasa e credo davvero che le sia passata la madornale cotta che si era presa. Ultimamente sto notando una certa confidenza con Yuzo, anche se giustificata dal corso supplementare di pittura che stanno frequentando. Infatti, appena seduti sui petali, si stanno scambiando consigli sugli ultimi disegni che il professore ha assegnato loro.

Yukari e Ryo stanno allestendo l’odierno teatrino di finte litigate, oramai è palese che si piacciono, dovrebbero solo ammetterlo. Sorrido mentre a ore dodici vedo in avvicinamento in quartetto Shutetsu… da quando Genzo è partito sempre più spesso sono stati dei nostri, fino a creare una bella squadra anche al di fuori del campo da calcio. E non vedo l’ora che siano qua visto che Mamoru ha una dote innata nel perculare Ryo. Insomma, in Izawa ho scoperto un degno alleato; e devo ammettere che quando parte con le sue battutine sono sempre al suo fianco divertendomi un sacco. Sì, Mamoru è davvero in grado di strapparmi dei sorrisi anche in questi giorni così grigi.
Appena ci raggiungono si sistemano sparpagliandosi tra di noi, impensabile fino a pochi mesi fa. Mamoru mi fa l’occhietto dopo che con la testa mi ha indicato l’irascibile coppietta inconsapevole. Sorrido tappandomi con le dita le labbra, non voglio farmi sgamare da Yukari che confabulo alle sue spalle con Izawa. Siamo diventati un’associazione a delinquere.

“Beh, che avete da litigare anche oggi? Cos’è? Ryo ti ha già finito tutta la colazione?” chiede il mio improvvisato socio.
“Izawa aspettavo te per chiederti la colazione.” Si difende Ishizaki immaginando già dove vuole andare a parare.
“Non sono così sprovveduto, il mio pasto l’ho già consumato prima di venire qua, ho già Taki che punta sempre il mio cibo.”
“Che ingrato, io penso alla tua linea e tu infanghi così il mio nome?” vedo l’accusato alzarsi a inscenare una posa dei migliori drammaturghi più famosi. Mani al petto e viso contratto dalla sofferenza: che attore!
Recite ovviamente che la maggior parte di noi odia, ma che è costretta a fare per avere bonus scolastici. 
Ridacchio ancora con la mano che mi copre le labbra, sono davvero buffi quando scherzano tra loro, sono così presa da questo scambio di battute che resto un attimo interdetta quando sento il mio nome pronunciato a voce alta e molto vicino.
“Sanae!” 
È il ragazzo di stamattina che passando vicino a noi, con i suoi amici, mi fa un cenno di saluto. Contraccambio sollevando la mano con la quale mi stavo tappando la bocca. Lui mi supera e come una deficiente sento le guance scaldarsi. Mi volto velocemente fingendo di cercare qualcosa, qualsiasi cosa dentro lo zaino della scuola.
“Lo conosci?” la voce incuriosita di Yukari mi infastidisce immediatamente senza neppure lasciarmi il tempo di…

Di cosa esattamente? Non ho nulla da nascondere.

Nego con la testa restando vaga mentre tento di arraffare un misterioso qualcosa dentro allo zaino, impegnata ancora a ravanare tra gli oggetti.
“E allora perché sei arrossita?” chiede con cadenza fintamente innocente Izawa. 

Innocentemente un tubo! Penso. 

Il tono già la dice lunga, è peggio dello squalo in agguato al di fuori della barriera corallina. 

Quand’è che siamo passati da alleati contro Ryo a nemici?

Cerco di riemergere dalla fintissima ricerca dell’oggetto misterioso per dare una risposta vaga prima che si facciano strane elucubrazioni mentali.
Ma quando sposto lo sguardo dagli occhi carbone e maliziosi di Izawa a tutto il resto del gruppo vedo che oramai è già troppo tardi.

Viso non arrossire ti prego. 

Dico a me stessa mentre alzandomi di scatto e con una scusa banale torno a prendere qualsiasi cosa in classe: maledetta vergogna! 
E pensare che in passato non sapevo cosa fosse… se penso alla bandiera sventolata sugli spalti per il capitano.
Ed ecco che il suo pensiero mi riporta con i piedi per terra e del precedente rossore non sento più nulla mentre avverto insinuarsi tra la pelle una sorta di senso di colpa… per cosa poi? Lui non si è sentito in colpa quando è partito. Lui e il suo adorato il pallone. Pallone che viene ovviamente prima di tutto, anche di me. Devo restare lucida, non mi ha mai promesso niente. Anzi, mi ha detto di fare la mia vita.

“Izawa sei sempre il solito malizioso, confondi un po’ di calura per chissà che cosa. Vado a prendere una bibita fresca.”

Mentre scuoto la gonna da qualche filetto d’erba mi incammino verso lo stabile per andare a recuperare questa fantomatica bibita fresca.
Il gruppetto sghignazza mentre sbuffo allontanandomi anche se distintamente sento Yukari che praticamente mi grida dietro: “Non è male in attesa di Ozora!”
Mi volto sconvolta con la bocca spalancata per lo stupore, odio la mia migliore amica quando mi mette in imbarazzo di fronte a tutti, la odio!
Il gruppetto ride a crepapelle mentre mostro una linguaccia epocale a quella traditrice seriale.
Salgo le scalette del plesso ripetendomi mentalmente quanto sia idiota la Nishimoto.
Arrivo al distributore automatico e dopo aver inserito i soldi seleziono la bibita, ma dopo che il macchinario ha emesso uno strano rumore, girando solo per metà di quanto invece avrebbe dovuto fare, la lattina resta incastrata.

Sospiro. Non è proprio giornata.

Improvvisamente un frastuono scuote il marchingegno mentre la bibita cade nel cassetto di distribuzione. Mi volto in direzione del rumore e il ragazzo di stamattina è vicino a me, sposto lo sguardo dal viso al suo pugno che ha impattato contro la lamiera laterale del mangiasoldi.
“Certe volte fare boxe aiuta.” Ed è così che si giustifica dopo essersi chinato a prendere la bibita ed avermela data.
“Gr- grazie” riesco a formulare, non mi aspettavo né di incontrarlo di nuovo, né che con un pugno risolvesse il problema del distributore.
“Dovevo farmi perdonare per stamattina, no?” risponde allontanandosi e tornando dai suoi due amici che, noto solo adesso, lo stavano aspettando all’angolo.
“Non importava: davvero…” mi affretto a dire prima che sparisca di nuovo.
“È stato un piacere.” Aggiunge prima di affiancare gli altri ragazzi e girare l’angolo.
Resto come un ebete con la lattina in mano cercando di ricordare il nome di questo ragazzo che improvvisamente ho notato nella mia scuola. Sicuramente c’era anche lo scorso anno solo che non ci avevo fatto caso… presa com’ero da Ozora.
Mi rendo conto che il mio piccolo mondo finora ha girato soltanto intorno a lui. Lui che per tanto tempo starà via e che mi farà perdere i migliori anni della mia vita. 
Sono davvero disposta ad annullarmi per lui? 
O forse mi merito un’adolescenza come tutti gli altri?
Mentre tra mille pensieri torno dai miei amici/nemici mi torna in mentre la K stilizzata involontariamente sul foglio stamattina e di conseguenza anche il suo nome: Koshi.

 
Usciamo dall’aula e con Yukari c’incamminiamo verso il parco, il sole è ancora alto gli altri sono usciti poco prima di noi e hanno detto che ci avrebbero aspettato al nuovo chiosco del gelato.
Yukari ha già mille progetti per domani e per i mesi estivi. Le ho già perdonato la pessima battuta di stamattina e me ne sto già pentendo visto che ora è partita con un terzo grado degno di un ispettore professionista.

“Senti un po’, ma chi sarebbe quel bel fusto che stamattina ti ha salutata?”
“Te l’ho già spiegato: mi sono solo scontrata con lui nel corridoio e mi ha aiutata a raccogliere i libri.”
“Oh, che galantuomo…” sghignazza perculandomi e battendo ripetutamente il gomito contro il mio fianco come a dire… non crederai mica di cavartela così, eh?
“Davvero non lo conosco…”
“Neppure il nome? Non ci credo, lui ti ha chiamata per nome, ne sono certa.”
“Sì – faccio la vaga, ma so già che finirà malissimo – mi pare mi abbia detto Koshi.”
“Ah, lo sapevo che ci avevi parlato quindi: sputa il rospo!”
Sollevo gli occhi al cielo sbuffando mentre rallento anche l’andatura. “Non farti troppi film Yukari, è semplice: scontro. Libri a terra. Scuse. Scambio di nomi. Stop.” Ometto volutamente della bibita altrimenti non ne uscirò mai viva.
“Fico, le migliori storie iniziano da incontri casuali. Senza considerare che siete passati subito ai nomi…”
“Oddio, e dove avresti appreso questa perla? Per i nomi è stato un caso, me lo ha chiesto nel caos della campanella e mi è venuto di dirgli il mio nome… stop, non crearci un castello.”
“Da nessuna parte, te lo dico io che sono la tua migliore amica non ti fidi? Sai che faccio? Mi trasformo in spia e entro domani riuscirò a scoprire tutto di lui, chissà magari farà qualche sport…” confabula incastrando la bazza tra l’indice e pollice con fare pensieroso.
“E cosa te lo fa pensare?”
La mia amica allunga il passo posizionandosi esattamente sulla mia traiettoria: “Come cosa me lo fa pensare? Non hai visto il fisico da paura che ha?”
Sorrido alla sfacciataggine della mia amica che adoro tratti; quando non mi mette in imbarazzo a me, ovviamente. “Che faccia tosta Yukari e poi dici a me…”
“Gli occhi, cara Nakazawa, sono fatti per guardare… insomma guarda là – dice voltandosi e indicando il gruppetto dei nostri amici vicino al chiosco – Prendiamo Mamoru per esempio…”
“In che senso scusa?” indago incuriosita.
La pazza mi afferra le spalle e le stringe eccitata mentre gli occhi le brillano e mi confessa bisbigliando: “Ha messo su un culo da paura!”
Scoppio a ridere prima di allontanarla malamente dandole bonariamente della pervertita.
“Macché pervertita, realista… più si allenano e meglio sono, insomma è migliorato anche Ryo e ho detto tutto.”
“Che Ishizaki sia il tuo punto debole oramai lo sanno anche le pietre.”
“Come per te Ozora del resto… ma ora c’è… come si chiama? – fa finta di pensarci mentre con sguardo furbo e malizioso mi sussurra all’orecchio – Koshi giusto?”
E corre via mentre la inseguo assaporando questo clima di scherno e confidenze.
 
Quando arriviamo al chiosco gli altri hanno già preso il tavolo più grande quindi ci sediamo mentre la proprietaria ci porta il listino. Scelgo un bel gelato seguita a ruota dagli altri. Sorrido mentre sento Yuzo rimproverare Ryo per la coppa scelta, pare sia la più grande. Mamoru si alza per aiutare la proprietaria nella consegna dei gelati, involontariamente mi cade un occhio sul suo lato B e devo riconoscere che la mia amica non ha tutti i torti dopotutto. Ma devo essermi soffermata un po’ troppo perché vedo Yukari farmi gesti assurdi con la testa ed elargire occhiatacce maliziose.

Che idiota, ci farà sgamare così!

“Beh, che avete da confabulare voi due?” domanda Ryo osservando la mia amica al suo fianco.
“Niente, mentre venivamo qua ci chiedevamo se quel ragazzo che ha salutato Sanae non facesse qualche sport.”
“Yukari!” la rimprovero sgranando le pupille. Ha una faccia tosta peggio di Ishizaki, sono una coppia perfetta: sfacciati uguale.
“Ah, ma allora è vero che c’è dell’interesse…” ovviamente Mamoru appena arrivato al tavolo e con le proverbiali orecchie sempre sull’attenti non perde occasione per mettermi alle strette.
“Ma chi? Il ragazzo ricciolo?” Chiede Teppei allungando una mano verso la coppa che Izawa gli sta porgendo.
“Sì, lo conosci?” la mia amica come intravede una minima possibilità di pettegolezzo ovviamente ci si butta a capofitto.
“Hajime - domanda rivolgendosi alla sua metà in campo- se non erro è l’Ozora della boxe vero?”
“Sì – risponde l’amico afferrando anche lui il gelato – è tra i più quotati della nostra scuola.”
“E sapete come fa di cognome?” la Nishimoto è inarrestabile, e so già che non si fermerà di fronte a niente finché non avrà ottenuto tutte le informazioni che la soddisfano.
“Mi pare si chiami Koshi Kanda, sempre se stiamo parlando del ragazzo giusto.”
E sono così idiota che mi lascio scappare: “Che fa boxe me lo ha detto oggi al distributore di bibite.”
La mia amica scatta in piedi e con indice accusatorio me lo punta contro.
“Allora non era vero che ti ci eri scontrata solo la mattina: confessa!”

Panico!

Se non dissimulo interesse sono spacciata, quindi con tono piatto e privo di ogni intonazione rispondo nel modo più disinteressato possibile.
“Oh, quanto la fai lunga era rimasta la bibita incastrata nel distributore e lui mi ha solo aiutata…”
Con fare teatrale si porta le mani al petto pronta a recitare chissà che.

La uccido. So che sto per ucciderla. Sono diventata veggente; prevedo il futuro. Perché so che morirà a breve. 

“Oh, che magnifico cavaliere, stamattina la aiuta a raccogliere i libri caduti; dopo la soccorre con la bibita incastrata. Solo tu Ryo pensi solo a mangiare.” Lo rimprovera dopo avergli mollato uno scappellotto a mo’ di monito per la poca cura che ha nei suoi confronti.
“Ehi” grugnisce lui non staccandosi però dal cibo.
Quando c’è il binomio Ryo e pietanze niente lo può distrarre.
Decido di intervenire in maniera drastica prima che la questione prenda una bruttissima piega.
“Nishimoto – e sa che quando la chiamo per cognome sono dolori, infatti si raddrizza sulla schiena in totale ascolto – se non erro domani dobbiamo ripassare inglese insieme per il compito.”
“Cos’è una minaccia?”
“Sì, se continui con questa storia di quel Kanda di sicuro.”
“Uff…” sbuffa lei tornado finalmente seduta.
“Dopotutto quando i gatti non ci sono i topi ballano.” Ryo, pur non staccandosi dal cibo, prende le difese del capitano, ovviamente.
“Ah, piantala di fare il guastafeste, chissà quante brasiliane avrà già ai suoi piedi a quest’ora.” Yukari prende subito le mie difese, io davvero non avrei saputo controbattere.
A cosa poi? Ozora non mi ha detto mai niente.
“Io non ci vedo nulla di male se esci con un ragazzo, dopotutto non sei mica fidanzata.” Izawa dondola il cucchiaio con il gelato mentre mi rivolge un sorriso rassicurante.
Annuisco.

Già, dopotutto, non sono mica fidanzata!
 
   
 
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