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Autore: NPC_Stories    04/03/2021    1 recensioni
Una raccolta di flashfic e oneshot che attraverso una parodia quasi sempre comica di alcuni cliché letterari racconteranno frammenti di vita dei miei personaggi ricorrenti, o anche piccoli missing moments di altre storie.
Aggiornamento a random quando mi sento ispirata.
Genere: Fantasy, Parodia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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1087 DR: Write What You Know


Città di Silverymoon, Collegio della Signora

"Qariel, Alicia." Il professore chiamò con voce stentorea.
La ragazza si alzò, con gambe un po' tremanti.
"Signorina Qariel, qual è il modo corretto di appellare un drago antico in lingua Ruathlek?"
Alicia Qariel deglutì e si arricciò nervosamente una ciocca di capelli fulvi intorno a un dito.
"È… Senovje slibjan" affermò, con voce poco convinta.
"Nek!" Il professore si prese la briga di negare in lingua Ruathlek. "Quella è una traduzione letterale. Ho chiesto come si appella un antico dragone. Come vi rivolgereste a lui, signorina Qariel?"
"Uh…"
Il professore le lasciò quasi un minuto per pensarci, alla fine pose fine al suo esame con un cenno infastidito della mano.
"Male, male, signorina. L'etichetta è una conoscenza basilare, perfino nelle lingue della magia. Signor Spring?"
Robert Spring si alzò in piedi, con una certa flemma.
"Si, professore?"
"Potete rispondere alla domanda al posto della signorina Qariel?"
Il giovanotto non dovette pensarci nemmeno un attimo.
"Se avessi l'onore di parlare con un antico dragone, signore, mi rivolgerei a lui chiamandolo Onorato Antico Maestro, quindi Gerbémas senovje meristrias, dal momento che i maghi dell'isola di Nimbral, gli unici madrelingua Ruathlek, tengono in altissima considerazione i draghi e li considerano una delle razze creatrici della magia. Tuttavia, se non avessi avuto il permesso di rivolgermi a lui, lo chiamerei Re dei Cieli, Danku Kareli, e starei a capo chino in attesa del permesso di parlare."
Il professore annuì, segretamente seccato dalla risposta perfetta.
"Signor Spring, in quale lingua e in quale carattere è scritto il Saggio di arte estetico-esoterica del professor Zaun?"
"Domanda interessante, signore. È scritto in Illuskan, con alcuni passaggi illustrati in Antico Illuskan laddove la lingua era più adeguata a esprimere alcuni concetti. L'alfabeto usato è il più comune, il Thorass, ma la calligrafia particolare del professor Zaun lascia intendere la sua predilizione per la lingua elfica. Tuttavia alcuni esempi di arte antica ritratti nel libro mostrano diverse lingue umane scritte in alfabeto Iokharic, usato dai draghi."
Sulla guancia del professore un muscolo si mosse prima che lui potesse riprendere il controllo.
"Qual è la teoria di Xauman sull'arte calligrafica in magia?"
"Che per evitare sbavature dovremmo scrivere dall'alto verso il basso come si usa presso alcuni popoli di Kara-Tur" rispose prontamente.
"Cosa è scritto nella nota 5-bis del capitolo sesto di Architettura Netherese e il suoi doppi sensi magici del professor Zaun?"
La classe ammutolì.
Robert Spring ricambiò lo sguardo di sfida del docente.
"Nota 5-bis. Per quanto riguarda il già citato Compendio di Arte Arcana di Milo Arnensis, il buon professore aveva completamente malinterpretato il significato degli archi a sesto acuto in architettura netherese, cfr. Gazzetta Archeologica n. 25, articolo Architettura delle Enclavi e gravità soggettiva, opinioni a confronto, prof. Arnensis e Zaun. Naturalmente nel suo libro Narrazioni Netheresi il professor Arnensis ribatte che sia io ad essere in errore, ma è quello che succede quando sei un idiota saccente che ha avuto la cattedra a forza di collezionare verghe magiche."
Il professore accolse la perfetta citazione con espressione, suo malgrado, impressionata.
"E invece la nota 12 al capitolo primo del medesimo libro?"
"Con tutto il dovuto rispetto, signore, il primo capitolo ha solo undici note."
"Molto preparato." Ammise a denti stretti. "Non posso fare a meno di promuovervi."
Passò quindi a scatenare la sua malvagità su altri studenti, eppure, con sua grande sorpresa, una metà di loro riuscì a dare risposte soddisfacenti perfino alle sue domande da carogna sulle note in fondo ai libri.

Alla fine della sessione d'esame, Robert si ritrovò circondato da un accrocchio di colleghi universitari.
"Grazie per la dritta, amico" esordì uno di loro, battendogli una mano sulla spalla.
Il secchione si scrollò la mano di dosso con un gesto impacciato, perché non amava il contatto fisico.
"Non ringraziate me. Dovremmo tutti essere grati al professor Marty Zaun, che ha dissimulato un avviso nell'Introduzione del suo libro."
Ed era vero. La prima lettera di ogni riga, nel capitolo introduttivo di Saggio di arte estetico-esoterica, nascondeva il messaggio: Il professor Verk Vaneyl di Arte Magica è uno stronzetto con problemi di autostima che interroga spesso sulle note a piè di pagina.
Come facesse a saperlo, era un mistero, visto che il professor Vaneyl aveva ottenuto la cattedra anni dopo la morte del professor Zaun. Il curioso dilemma era perfino citato su Whoopsy, una rivista universitaria non ufficiale che studiava teorie del complotto e altri fatti curiosi. Whoopsy aveva una rubrica speciale sui presunti viaggi nel tempo.
Teorie bislacche a parte, l'idea più diffusa e più plausibile era che Zaun fosse stato un eccezionale divinatore.

Robert Spring sorrideva di quella convinzione. In un certo senso era vero, ma era più vera la teoria sui viaggi nel tempo.
Dopotutto, chi meglio di un mago che era stato studente dell'odioso Vaneyl avrebbe potuto scrivere quel messaggio? Zaun, come molti eccellenti professori, scriveva solo di cose che conosceva bene. E Robert Spring, come si faceva chiamare in quegli anni, avrebbe potuto confermarlo in prima persona.



********************
Note:
Il trope di questo capitolo è Write What You Know, ossia scrivi ciò di cui conosci, cosa che Robert Spring, alias Marty Zaun, ha fatto.

La lingua citata, il Ruathlek, è parlata sull'isola di Nimbral ed è ispirata alle lingue baltiche del nostro mondo. Io per le parole scritte in questo capitolo mi sono ispirata alla lingua lituana, cambiando alcune lettere.

Un altro dettaglio citato, che corrisponde al vero, è che i netheresi costruissero le loro città con architetture bizzarre che sfruttavano ogni superficie possibile cambiando magicamente i centri di gravità. Tuttavia, non ci sono riferimenti espliciti agli archi a sesto acuto.
   
 
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