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Autore: MaryFangirl    05/03/2021    3 recensioni
Un possibile legame tra City Hunter e Angel Heart...e se Kaori non fosse morta? L'amore può superare ogni barriera?
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Li Shan In, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter, Angel Heart
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Le sue notti erano brevi e inquiete; la mancanza di sonno e l'alcool a fiotti gli provocavano emicranie sempre più violente. I suoi amici pensavano di averlo recuperato nel momento in cui aveva incrociato il suo cammino con la ragazza dal cuore 'd'angelo', ma ciò era durato poco. Anche se sembrava a posto, lo sweeper aveva l'impressione di sprofondare col passare dei giorni in una depressione sempre più caotica.

Le apparizioni troppo frequenti del suo angelo gli assestavano un dolore al cuore che aumentava nel corso del tempo. Quell'assenza era diventata insopportabile per l'uomo dallo sguardo cupo e dall'impressionante carisma; non sembrava più così risoluto. Quel ritratto nella galleria d'arte non aveva fatto che accentuare le presenze spettrali e le voci fantomatiche del suo amore scomparso. Per porre fine al suo tormento, affogava il suo dolore nell'alcool brunastro che gli lasciava, al mattino presto, un sapore pungente in bocca e un'emicrania sproporzionata.

* * * * * * * * * *

Sebbene le settimane precedenti potessero essere classificate come brutti ricordi, quel mattino Kaori era impegnata nelle faccende domestiche. La presenza di Yoshiki le aveva schiarito la mente e placato la sua apprensione; era stato un amico fedele e una spalla solida su cui riversare i suoi dolori. Mentre canticchiava, l'aspirapolvere accarezzava vigorosamente i tappeti, i pavimenti e gli altri rivestimenti che incontrava. La casa doveva essere pronta.

Poche ore dopo, la casa scintillava dal pavimento al soffitto; mentre posava una mano ferma sul fianco e teneva il temibile macchinario, Kaori esplorò con occhio critico ogni angolo...nessuna polvere o lanugine ebbe la meglio. Il suo sguardo cadde sull'alberello trascurato dai rami di dimensioni irregolari posto proprio accanto al televisore.

Kaori mise via tutta la sua attrezzatura e prese con cura il piccolo arbusto; con una pressione dell'indice accese di sfuggita il televisore. Mentre potava minuziosamente la pianta, le parole del giornalista attirarono la sua attenzione.

“Un importante processo si svolgerà nel tribunale di Shinjuku, il processo al procuratore Kyama! Era stato arrestato più di due mesi fa per associazione a delinquere, appropriazione indebita di armi illecite e possesso di stupefacenti...”

 
Sorpresa, la mano armata di formici amputò inavvertitamente un ramo del bonsai; il piccolo membro cadde come al rallentatore sul tavolino. Il tempo sembrava essersi fermato per qualche secondo, ma il suo sguardo non lasciò mai lo schermo. I suoi occhi spalancati seguirono con maggiore attenzione il personaggio vestito di nero che lottava per farsi strada attraverso la marea umana e i flash crepitavano da tutte le direzioni per rubare una qualsiasi fotografia dell'imputato.

“Sebbene l'imputato sia inevitabilmente responsabile, conosceremo la pena dell'uomo per il suo tradimento. Riceverà una condanna esemplare? Seguiremo da vicino questo caso. Il verdetto sarà pronunciato questa sera intorno alle 21 e saremo in diretta per rivelarvi l'esito del processo”

“La sentenza è oggi? Mi ero completamente dimenticata...” balbettò, schiaffeggiandosi la fronte. Posò lentamente le forbici e afferrò il telecomando per aumentare il volume del televisore.

“Ryo, la condanna sarà oggi...chiunque ti abbia portato al coma, alla fine pagherà per i suoi crimini”

Per quel motivo quel giorno, con molto entusiasmo, il suo subconscio le ricordava il momento in cui quell'uomo avrebbe espiato le sue colpe.

* * * * * * * * * *

Di nuovo, lo sweeper si alzò con un dannato mal di testa; con la bocca pastosa e lo stomaco a fior di labbra, incespicò verso il bagno, vestito con gli abiti della sera prima. Massaggiandosi faticosamente le tempie, lasciò scivolare tra le dita la compressa effervescente che cominciò a creare una schiuma biancastra nel bicchiere. Grattandosi la testa, scese pesantemente le scale che sembravano più anguste del solito, poi si diresse in soggiorno dove appoggiò il bicchiere sul tavolino e si accasciò sul divano aspettando che la compressa evaporasse.

Shan In, con la discrezione di un branco di elefanti, si precipitò giù per le scale mentre Ryo si teneva la testa tra le mani, cercando di coprirsi le orecchie. Davanti a quello strano spettacolo, A-Shan lo fissò interrogativamente.

“Papà, stai bene?”

“Non parlare così forte, ti prego...” gemette lui stringendosi le dita intorno alla testa.

I lineamenti tirati e le borse sotto gli occhi lunghe metri riflettevano quell'ennesima brutta nottata.

“Tutto bene? Sono preoccupata per te” disse lei, sedendosi piano sul divano, con aria rattristata.

“Non preoccuparti per me...” disse accarezzandole i capelli lentamente con un sorriso confortante.

Lei lo fissò, la sua cera poco incoraggiante manifestava una bella sbornia.

“Ok, allora io vado al Cat's Eye”

Shan In lo guardò un'ultima volta prima di sbattere violentemente la porta e accelerare il passo sulle scale.

“La porta! Dannazione!”

Le sue parole rabbiose gli rimbalzarono in testa con un'eco incessante, poi prese il bicchiere e ne bevve il contenuto, sdraiandosi nuovamente sul divano. Il suo viso sconsolato si rattristò e uno strano bagliore apparve nei suoi occhi scuri.

“Perché mi torturi così? Perché mi hai lasciato così all'improvviso?” soffiò nascondendo gli occhi dalla luce che diventava sempre più abbagliante con il passare del tempo.

La suoneria del telefono accentuò il suo malessere ed evidenziò la sua emicrania, sollevò la cornetta come meglio poteva e abbaiò al suo interlocutore.

“Chi è?” si infuriò.

“Che accoglienza!”

“Saeko?”

“Chi vuoi che sia? Non ti sei dimenticato del nostro appuntamento di questo pomeriggio?”

“No, non ti preoccupare” bofonchiò sdraiandosi ancora.

“Hai una voce strana, Ryo”

“Va tutto bene, una brutta sbornia”

“Ancora!” esclamò lei.

“Smettila di urlare così, ho già un terribile mal di testa” borbottò lui.
 
“Puoi incolpare solo te stesso, mio caro! Penso che tu stia bevendo troppo ultimamente...”

“Non ho voglia di ricevere consigli!” sbottò lui con voce incredibilmente fredda. “Se ho voglia di passare le mie giornate a ubriacarmi, non devo risponderne a te, mi sembra!”

“Come vuoi! Ma non so se sia ancora una buona idea affidarti il nuovo incarico...”

“Sono un professionista, porterò a termine la missione”

* * * * * * * * * *

Kaori si diresse rapidamente al commissariato e scese le scale fino all'ufficio del tenente Nogami. Bussò energicamente la porta e una voce languida le rispose; alla vista della giovane donna che ansimava, Saeko la fissò.

“Andrai al processo contro il procuratore Kyama?” chiese Kaori bruscamente.

“Prima di tutto, buongiorno! E sì! Ero in carica per questa missione, quindi la mia testimonianza è cruciale” disse l'altra, riponendo con cura un fascicolo di cartone nell'armadietto di metallo.

“Portami con te!” chiese Kaori con voce supplichevole.

“Non so se sia una buona idea...”

“È a causa di questo tipo che Ryo è in coma! Voglio essere presente quando la sentenza sarà emessa e vederlo marcire per il resto dei suoi giorni in prigione!” gridò con voce priva di sentimenti.

La poliziotta si bloccò all'intonazione astiosa della giovane donna, uno strano bagliore fluttuava nei suoi occhi nocciola. Non faceva che chiedere giustizia per il suo amore ferito, ma se non fosse stata soddisfatta, cos'avrebbe fatto per rimediare all'ingiustizia...

* * * * * * * * * *

Ryo si era ripreso ma, sebbene la sua professionalità fosse impeccabile, i suoi lineamenti tesi suggerivano una grande stanchezza e un morale a terra. Quando vide la poliziotta attraverso la vetrina del caffè che indugiava a leggere un menù, si raddrizzò e la sua espressione determinata e seria riprese il sopravvento. Si sedette di fronte alla donna e scrutò cupamente lo sguardo della sua interlocutrice.

“Di che incarico volevi parlarmi, poliziotta del mio cuore?” disse baciandole la mano mentre mostrava un sorriso devastante.

“Sembra che tu stia meglio!” fece lei con aria indifferente.

“Sono un professionista e i professionisti non falliscono mai nella missione che viene loro affidata”

La poliziotta gli presentò i piani di un magazzino posto sotto sorveglianza della polizia; ospitava un pericoloso criminale ricercato per molteplici misfatti, ma le perquisizioni si erano sempre concluse con un fiasco totale. Ryo prese il fascicolo di cartone ed esaminò i piani nel dettaglio, ma la sua attenzione volò via, con in sottofondo le raccomandazioni della donna.

* * * * * * * * * *

Ormai era passata un'ora da quando i vari testimoni avevano cominciato ad apparire al banco ed era il turno di Saeko di intervenire. Kaori fissò l'elegante giovane donna che si stava dirigendo verso la barra per testimoniare, indugiando mentre passava sull'imputato che la stava spogliando con gli occhi, sorridendo calorosamente. I due avvocati mitragliarono la tenente di domande, per rafforzare le loro diverse tesi, e lei rispose con voce secca e tagliente all'avvocato della difesa mentre fissava l'accusato che si passava una mano ferma tra i capelli folti come se non fosse affatto preoccupato dalle accuse contro di lui e si apprestasse a tenere un discorso per ingannare gli astanti.

Alle domande poste, la donna riusciva sempre ad aggiungere una replica verbale che sferrava un altro colpo al suo nemico, ma fu ripresa dal giudice che invitò a mantenere l'ordine.

Kaori ascoltò attentamente le varie parole pronunciate dalle parti, stringendo le mani sul recinto di legno che teneva a bada la folla. Il sorriso le illuminò il volto quando sentì le risposte feroci della tenente, ma la voce solenne del giudice che batteva con il martelletto sul suo tavolo interrompeva la tirata della sua amica. I suoi occhi furono inevitabilmente attratti da una figura imponente che sedeva tranquillamente mentre il suo avvocato in piedi al suo fianco perorava la sua causa con determinazione. La sua aria gentile divenne aspra e sprezzante; i suoi caldi e confortanti occhi nocciola diventarono freddi e pieni di odio quando incontrarono quelli del colpevole che osò sorridere fiducioso a quel candore angelico.

Come poteva sorriderle mentre il suo amore privo di sensi giaceva ancora in un letto d'ospedale? Come poteva sembrare così sicuro di sé quando aveva sotto il suo comando la peggior creatura che la Terra potesse avere in seno? Il Lupo Bianco...

* * * * * * * * * *

Ryo uscì dal suo letargo sentendo la voce persistente della tenente che insisteva sulla crudeltà del suo avversario; con un gesto negligente, Ryo si alzò, infilandosi il fascicolo sotto il braccio.

“Ci penserò io...”

Non le diede tempo di rispondere che era già evaporato; solo il suono del campanello della porta d'ingresso fu testimone del suo passaggio.

Lungo la strada quel giorno particolarmente tranquilla, Ryo vagò immerso nei suoi pensieri.

Quel nuovo incarico gli lasciava una strana sensazione, come una paura compulsiva che si insinuava in lui. Non ricordava il nome del suo nemico, come attivando un blocco dentro di sé; City Hunter non aveva mai temuto nessuno e non avrebbe vacillato davanti a un avversario il giorno dopo.

* * * * * * * * * *

La mascella serrata, Kaori ascoltava le bugie dell'avvocato d'ufficio che spiegava il motivo per cui il suo cliente era stato coinvolto in quel caso.

-Come può essere così persuaso che i giurati crederanno alle sue stupidaggini?- si chiese.

Una rabbia silenziosa si impadronì della giovane donna che malediceva quell'uomo e il suo avvocato, alleati per aggirare la legge.

La seduta fu interrotta per la deliberazione dei giurati, i due 'nemici' discutevano pacificamente nei corridoi del palazzo; era sul punto di avvicinarsi a loro per dire come la pensava quando una mano si posò sulla sua spalla.

“Mantieni la calma, Kaori!”

Si voltò verso il piantagrane che l'aveva fermata, ma in fece di sbottargli in faccia, un ampio sorriso si allargò sul suo volto e le lacrime le riempirono gli occhi.

“Mick!” disse, gettandosi tra le sue braccia.

Dapprima stupito da quello sfogo di affetto, lui iniziò a farle scorrere le mani lungo la schiena.

“Se avessi saputo che mi aspettava un'accoglienza del genere, sarei tornato prima!” esclamò, stringendola più forte, sentendo i suoi seni generosi schiacciarsi contro il suo petto, ottenendo come risposta un sorriso lascivo che gli allungò gli angoli delle labbra.

La furia di Kaori fu immediata e lasciò piombare un martello esageratamente pesante sulla testa dell'americano.

“Ti mancava il mio martello!” ruggì severamente.

Una giovane madre accorse con una bambina in braccia.

“Cos'hai combinato di nuovo, Mick Angel?!”

Gli occhi arrabbiati si sciolsero quando videro la sua amica che si fiondò tra le sue braccia.

“Oh Kazue! Come sono felice di rivedervi tutta! Quanto è cresciuta Pai Lan!”

La bimba bionda, con un cappellino di tela a fiori, rise mentre batteva le mani quando vide suo padre che lottava per districarsi dall'imponente martello.

“Allora, piccola canaglia! Si ride apertamente del proprio povero padre!” disse lui aggrottando la fronte, non facendo che raddoppiare le risatine cinguettanti della bambina.

Prese la sua bambina tra le braccia e la fece volteggiare, sorridendole affettuosamente; Kaori sorrise a quel toccante ritratto tra padre e figlia, quando poco tempo prima lui era stato pronto a lasciarle affinché la sua famiglia fosse in pace. Poiché le rappresaglie si erano soffocate da sole, la famigliola aveva potuto rientrare a casa ed essere quindi presente per il verdetto.

-Ryo, anche tu proteggeresti la tua famiglia se il pericolo arrivasse alla nostra porta?- si disse tristemente, senza distogliere lo sguardo dal paparino e la gioiosa bimba.

* * * * * * * * * *

Shan In era cambiata molto dal primo giorno in cui si erano incontrati, si era aperta ai sentimenti degli altri e finalmente aveva capito il significato della famiglia e dell'amore. Il suo legame con Shin Hon era più stretto senza essere troppo intimo, la sua timidezza maldestra le impediva ulteriori riavvicinamenti. Sorrise a quell'evocazione e ricordò la giovane donna ribelle che aveva avuto come partner per poi diventare la sua anima gemella. Anche se Kaori viveva in Shan In, doveva essere un padre protettivo e amorevole; avrebbe fatto di tutto per proteggerla da qualsiasi pericolo e perciò le aveva taciuto quella nuova missione.

“Se mi succedesse qualcosa, A-Shan non sarebbe sola!” soffiò tristemente.

Il suo sguardo scrutò i vari piani e sfogliò la documentazione un'ultima volta con attenzione.

“Se sei così formidabile e il nostro duello mi sarà fatale, avrò la consolazione di ritrovare la donna che amo” disse sorridendo, chiudendo il fascicolo di cartone, faticando per alzarsi e raggiungere il punto d'incontro dell'assalto.

Quale sarebbe stato il risultato di quel temibile duello?

Parcheggiò la sua Mini lontano dalla scena d'attacco e si insinuò furtivamente tra i boschetti che circondavano lo stabilimento; all'improvviso si bloccò e le sue sopracciglia si aggrottarono mentre iniziava a fissare attentamente il miserabile edificio che conteneva il gruppo di criminali. Fu colto da una strana sensazione quando i suoi occhi scrutarono la facciata dell'edificio fatiscente; non era niente di speciale, un immobile a due piani con colori chiari e antiquati, piccole piastrelle qua e là...i magazzini sembravano tutti uguali dall'esterno; alzando le spalle, continuò a progredire mentre individuava le varie risorse della polizia che circondavano il luogo.

 
Le prime bombe lacrimogene sfondarono le piccole vetrate del pianterreno, seguite da un'orda di poliziotti che si precipitarono nei locali. Pochi secondi dopo, Ryo uscì dal suo nascondiglio e scrutò l'orribile facciata.

-Che tomba patetica per un numero uno! Se questo sarà il mio ultimo combattimento, finirà in bellezza, così potrò finalmente ritrovare la mia Kaori...-

Poi si gettò nel fumo biancastro per iniziare la sua ascesa.

* * * * * * * * * *

Un'ora dopo, il cancelliere fece rientrare le persone dell'assemblea e il procuratore, altero, guardò i presenti con disprezzo e disgusto. Il giudice entrò e fece la classica domanda.

“Signore e signori della giuria, avete emesso il vostro verdetto?”

“Sì, vostro onore!” esclamò uno dei giurati, consegnando la risposta scritta al cancelliere che la porse al giudice, il quale la lesse tra sé.

Kaori fissò con enfasi e si strinse le mani in una muta richiesta di giustizia punitiva. Il piccolo pezzo di carta tornò in mano al giurato che iniziò a leggere a voce alta e inequivocabile:

“Per l'accusa di associazione a delinquere, l'imputato è ritenuto colpevole; per appropriazione indebita di armi illegali...colpevole; per produzione e vendita di stupefacenti...colpevole”

L'uomo cedette mentre le parole appesantivano la sua sentenza; con le spalle curve e totalmente accasciato sulla sedia, aspettava il colpo finale del giudice istruttore. Il suo avvocato aveva fatto un'ottima arringa, ma come fare uscire dalla trappola un uomo che aveva già un piede dietro le sbarre...

La voce potente del presidente intervenne, martellando vigorosamente sulla scrivania per far tacere in aula.

“Silenzio, silenzio o farò evacuare l'aula”

Portò lo sguardo di disapprovazione sull'uomo colpevole dall'espressione distrutta.

“Signor Kyama! Un uomo di legge deve rispettarla e non deviarla a sua discrezione; lei è condannato a vent'anni di reclusione”

Kaori, folle di gioia, saltò tra le braccia di Saeko e baciò a turno i suoi amici; con passo rapido, lasciò l'aula per portare la notizia allo sweeper, che avrebbe apprezzato il verdetto.

Al Cat's Eye, Miki sussultò di gioia alla notizia e baciò a lungo suo marito prima di salire nella sua stanza per abbracciare il figlio. Il gigante, color cremisi, riprese a pulire le sue stoviglie e sorrise.

“Ryo! Puoi tornare tra la tua gente...”

Euforica, Kaori entrò nella stanza d'ospedale tre quarti d'ora dopo, ma con suo grande dispiacere nulla era cambiato. Ancora in coma, il torso del paziente si gonfiava e si afflosciava, in una respirazione regolare; la sua fasciatura sulla testa faceva praticamente parte di lui ormai.

“Ryo, perché non ti svegli? È stato condannato a vent'anni di prigione...torna da me! Ti scongiuro...”

Le lacrime appannarono gradualmente i suoi occhi alla mancanza di reazione del suo partner; si accoccolò contro di lui e lasciò esplodere il suo dolore.

* * * * * * * * * *

Ogni passo che Ryo faceva su per le scale gli sembrava troppo familiare perché fosse una coincidenza. Era perché aveva considerato nella sua testa tutti i possibili scenari, che ora li vedeva realizzarsi davanti a sé, a provocare quella bizzarra sensazione?

La salita non fu priva di difficoltà, alcuni cecchini cercarono di sparargli ad ogni occasione, ma senza considerare la sua velocità e la sua infallibile freddezza.

All'improvviso un sordo impatto echeggiò sul suo petto e fermò la sua ascesa. Con ansia, il suo sguardo si posò nel punto del contatto: niente...ma cosa lo aveva colpito così violentemente...

* * * * * * * * * *

Kaori, esasperata, colpiva energicamente il petto dello sweeper che non sembrava riprendere conoscenza.

“Perché non vuoi svegliarti?” si infuriò, piangendo calde lacrime. “Ti amo e voglio sentirti di nuovo accanto a me, tutto questo dura da troppo tempo. Non abbiamo avuto il tempo di amarci come tutte le coppie normali e anch'io voglio assaporare la felicità con te...”

La notte avvolse il sole rosso che illuminava febbrilmente la città, la quale si addormentò mentre le luci riempivano il cielo; stancamente, Kaori appoggiò la testa sul letto dell'uomo.

“Torna! È stata tutta colpa del Lupo Bianco...se non fossi rimasta ferita, tutto sarebbe andato diversamente...” disse con voce cupa che si concluse in un sospiro regolare, segno che si stava assopendo.

* * * * * * * * * *

Quando Ryo raggiunse il tetto, l'elicottero pronto a decollare sollevò un mucchio di cartacce nel rumore sordo delle eliche; si bloccò davanti a quella scena fin troppo familiare per averla solo immaginata. Quando vide il suo nemico muoversi verso il velivolo, si riprese subito:

“Il Lupo Bianco?!” soffiò, sbalordito.

Come poteva pronunciare il suo nome mentre era impegnato in quel blocco mentale su di sé e come poteva quell'uomo farlo infuriare ora che era di fronte a lui? Non esisteva che lo lasciasse andare; una rabbia devastante si impossessò dello sweeper che fissò il criminale. Improvvisamente fu colto da un pensiero:

“Se sono stato separato da Kaori è colpa tua, feccia!” fulminò, estraendo la pistola e puntandola contro il delinquente.

Senza cercare alcuna logica nel suo ragionamento, Ryo intendeva fargli pagare il dolore che gli aveva fatto sopportare per tutto quel tempo. Il delinquente, avendo percepito la sua presenza, lo vide voltarsi e iniziò a ridacchiare, poi gli rivolse alcune parole impercettibili mentre sparava nella sua direzione, nascondendosi dietro un bocchettone per la ventilazione. Ryo, con un balzo, si nascose dietro una presa di areazione; non gli avrebbe permesso di uscire vivo da quel pericoloso duello. La lotta sembrava tra forze uguali, eppure uno di loro era animato da un risentimento che, nel tempo, aveva decuplicato la sua forza e la sua furia. I proiettili si scagliavano sul tetto; l'avversario era davvero tenace, ma la sua volontà aumentò ulteriormente per la fase finale del duello. Non avendo più molti proiettili ed essendo a pochi metri dal suo nemico, Ryo provò il tutto per tutto e saltò fuori dal suo nascondiglio.

Il Lupo Bianco, trovando l'opportunità così inaspettata, uscì a sua volta e si diresse rapidamente verso Ryo. Quest'ultimo gli sparò un unico proiettile al petto ma il Lupo Bianco, guidato dalla follia, corse verso di lui urlando:

“Muori, City Hunter!”

Le sue parole...le sue parole echeggiarono nella sua memoria...
 
Completamente destabilizzato, Ryo rimase paralizzato; il criminale voleva trascinare la persona responsabile della sua sconfitta in una caduta fatale dall'edificio...

Il pesante silenzio fu rotto da una detonazione assordante; un proiettile uscì dal nulla, colpendo il criminale in mezzo alla fronte e fermando la sua corsa. Il peso morto del suo corpo si accasciò pesantemente sul tetto con un tonfo.

Qualcun altro rispetto allo sweeper aveva sparato; si voltò e la figura con in mano una pistola fumante era di fronte a lui. Strinse gli occhi, abbagliato da una strana luce accecante; si portò il braccio davanti agli occhi e vide il suo salvatore farsi avanti.

La figura percettibile ora si bloccò; il cuore di Ryo sembrò fermarsi.

Rimase pietrificato di fronte all'apparizione; la sua amata era lì davanti a lui e gli sorrideva.

“KA-KAORI!” articolò con difficoltà.

Era Kaori e non una visione derivante dalla presenza di Shan In; una Kaori in carne ed ossa. Come poteva essere possibile?

Lei aveva sparato per non subire più il suo attuale incubo; aveva attraversato il limbo del tempo per salvare il suo amore. Non poteva più essere quell'anima errante che incrociava il cammino di Ryo senza poter fare ciò che voleva, e tutto ciò che desiderava era poterlo finalmente ritrovare.

Kaori avanzò lentamente, lasciando cadere l'arma fumante che teneva fermamente; gli tese una mano calorosa.

“Sono venuta a cercarti: torna da me!”

La voce della giovane donna era diventata un singhiozzo e le lacrime le scorrevano dagli occhi.
 
Totalmente immobilizzato, Ryo fu assalito da una folla di immagini e sentimenti; la forza di quelle emozioni lo fece cadere in ginocchio, un immenso dolore gli bombardò la testa. Si prese il capo tra le mani e una moltitudine di ricordi aggredì la sua memoria. Ricordava di aver attraversato tutto ciò ma con un altro finale, quello della sua caduta dall'edificio con il suo nemico.

I suoi ricordi erano diversi, Kaori non era morta ma accanto a lui. Perle salate si formarono nei suoi occhi e fissò di nuovo la donna tanto amata. Lo shock fu così forte che crollò mentre il 'fantasma' correva verso di lui e lo abbracciava.

* * *

Con un sussulto, Ryo si svegliò in una stanza d'ospedale; scrutò con aria interrogativa l'ambiente così ordinario e posò una mano intorpidita sulla benda che gli circondava la testa. Ryo avvertì una presenza così familiare al suo fianco; non osò guardare la figura che mormorava:

“Ritorna!”
  
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