Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
Segui la storia  |       
Autore: MaryFangirl    05/03/2021    6 recensioni
La canzone che aveva scelto per buttarla giù dal letto era It's my life di Bon Jovi, e con quella musica carica chiunque sarebbe resuscitato.
Certo, la prima frase della canzone non la aiutava molto.
This ain't a song for the broken-hearted...
Genere: Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: City Hunter
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
^ Flash Back ^

Si era appena concluso un incarico abbastanza complicato. Kaori aveva fatto da esca facendosi rapire al posto della loro cliente; il salvataggio era stato più difficile del previsto, il delinquente aveva eliminato le cimici presenti sui vestiti di Kaori e la giovane donna si era ritrovata a stare una settimana in una lugubre cella con a malapena qualche tozzo di pane e un po’ d’acqua per sopravvivere.
 
Quando finalmente era stata trovata era in condizioni critiche, il pazzo che avrebbe voluto tenere prigioniera per sempre la cliente perché se ne era ossessionato morbosamente non si era tirato indietro dall’assestare qualche colpo violento a Kaori, la quale aveva riportato diversi lividi e tagli. Nulla di troppo grave, ma sufficiente perché Ryo non ci pensasse due volte a freddare il criminale senza dargli il tempo di parlare.
 
Kaori era appena uscita dalla clinica del Doc per una visita di routine, per fortuna era stato confermato che era tutto a posto.
Quando tornarono a casa, Kaori allargò le braccia per buttarsi fra quelle di Ryo.
A prima vista, l’uomo le sembrò un po' stanco ma era troppo contenta di essere finalmente sola con lui e lo strinse appoggiando la guancia sul suo torace.


Ryo non ricambiò subito l'abbraccio. Solo dopo qualche secondo, si limitò a posare la mano fra i suoi capelli.
Kaori sollevò il viso dandogli un piccolo bacio sulle labbra. Ryo sospirò. A Kaori sembrò stremato, ma forse era solo la tensione accumulata negli ultimi giorni, in cui aveva temuto che sotto le ferite superficiali potesse celarsi qualche emorragia o altro.
Desiderosa di rassicurarlo, gli sorrise ancora.
"Che c'è?" gli chiese dolcemente, volendo che qualsiasi problema o dubbio avesse, glielo esponesse senza esitare.


Le mani di Ryo la afferrarono, senza forza ma saldamente, per le braccia e la allontanarono da sé. Credendo che volesse di nuovo attirarla per baciarla più intensamente, il cuore di Kaori prese a battere forte, ma ebbe un lieve tonfo quando lui le disse: "Devo dirti una cosa"
"D-dimmi" lo esortò, curiosa, fiduciosa, con gli occhi che si beavano del suo volto marcato e virile, fissandolo in ogni sua sfaccettatura, trovandolo splendido.


Ryo chiuse gli occhi per riaprirli subito dopo e Kaori attese, pensando che la sua espressione fosse...strana. Sì, era strana.
Credette di essersela immaginata, la voce di Ryo, che non sembrò nemmeno la sua quando disse: "Dobbiamo chiuderla qua"
Col cuore in gola, Kaori si sentì già venir meno, ma resistette perché era convinta di aver capito male. Era tipico, lei fraintendeva sempre.
Cioé, Ryo non poteva, con quelle parole, intendere proprio quello che era il suo peggiore incubo. Kaori sgranò gli occhi, confusa, ma tutto ciò che fu in grado di pronunciare fu un flebile e impalpabile: "Eh?" che lei stesso riuscì ad udire con difficoltà.


Ryo tolse le mani dalle sue spalle e la fissò severamente.
"Ho detto che dobbiamo chiuderla qua. Basta, Kaori, tra noi è finita" proseguì e Kaori, a quel punto, si sentì giustificata dal potersi angosciare. L'ossigeno parve raggiungere il suo cervello con enorme fatica e lentezza e una morsa le torturava lo stomaco.
"Mi...stai lasciando?" chiese, annichilita, senza riuscire a comprendere.


Perché? Che aveva fatto? Dove aveva sbagliato? In cosa lo aveva offeso?
Non capiva, era...era stato tutto perfetto. Da qualche mese ormai era tutto perfetto, stavano vivendo la loro storia come lei aveva sempre desiderato e sembrava che anche lui fosse stato felice. Qual era il problema?
Imponendosi di mantenere la dignità, Kaori respirò a fondo e disse, nonostante la voce arrivò poi con immenso sforzo: "Perché?"


Lo vide scrollare le spalle con espressione indifferente e avvertì chiaramente uno spillo nel cuore.
No, anzi, era come se Ryo la stesse massacrando con un pezzo di ferro incandescente, divertendosi nell'appoggiarlo un po' ovunque sul suo corpo sofferente, straziato.


"Perché sì"
"Come sarebbe? Perché?" ripeté convinta di poter esplodere in una crisi isterica da un momento all'altro.
"Perché non sono innamorato di te. Sono stati momenti piacevoli, appaganti, ma nulla di più. È  meglio troncare tutto. Basta, Kaori, non ti voglio sempre addosso, non voglio più avere una relazione con una sola donna, non fa per me. Non mi va di sentirmi legato così tanto. E poi te l'ho detto, non ti amo"


Con una difficoltà che nemmeno lei era in grado di concepire, Kaori soffocò il dolore velenoso che iniziava a serpeggiare dentro di sé. Ignorò il cuore che pareva essere schiacciato sotto una pressa, di quelle che nelle discariche riducono in frammenti insignificanti automobili un tempo magnifiche e lucenti, controllò la voglia che aveva di vomitare l'anima proprio lì davanti a lui e riuscì ancora a parlare: "Molte volte hai detto il contrario"


Ryo fece spallucce, di nuovo.
"Mi spiace. In certi frangenti si è talmente presi che possono sfuggire frasi dettate dalla foga del momento...ma la verità è che non ti amo e che la questione termina qui. Punto." sentenziò, demolendola totalmente.


Kaori si sentì come un fiammifero spento e spezzato brutalmente, senza più speranza di accendersi di nuovo.
Le girava la testa, aveva la nausea e provò il desiderio di morire, in quel preciso istante.
Già si sentiva morta, ma proprio perché non lo era realmente, le fiamme di quel sordo dolore la bruciavano senza purtroppo ucciderla realmente, e per questo facevano più male.


Si allontanò, con piccoli passi all'indietro, fissandolo senza smettere di chiedersi chi fosse l'uomo davanti a sé e cosa ne avesse fatto di quello che più volte l’aveva amata con dolcezza e passione. Qual era il vero Ryo? Quello che le aveva sussurrato, non una ma numerose volte, che la amava, o quel blocco di ghiaccio che ora la congelava senza pietà?
La sua testa era un vortice, un tornado di domande e ansie a cui non trovò risposte.
Come tornare, ora, ad essere semplici partner di lavoro?


A sopportare di vedere colui che le aveva rubato il cuore e che adesso lo stava spappolando lasciandolo sul suolo per poi passarci sopra coi piedi?
Era impossibile, non ci sarebbe riuscita. Forse, anzi sicuramente era tutt’altro che professionale da parte sua, ma non ce l’avrebbe mai fatta. In quel momento Ryo aveva decretato la fine del duo City Hunter.


Uscì dalla stanza, sperando, con le lacrime che già erano giunte ad offuscarle la vista, che Ryo aprisse la porta e iniziasse a ridere dicendo che era solo uno scherzo di cattivo gusto, ma non accadde.
Era mortalmente reale.
Si mise una mano sulla bocca, singhiozzando, e corse verso il cimitero mentre fuori pioveva sempre più forte, crollando davanti alla tomba del suo amato fratello per piangere disperatamente e quasi rischiando di svenire in tutti quei singulti che non potevano trovare consolazione.
 
^ Fine flash back ^
 
-----------------------------------------------------------

Mick si tolse la camicia con rabbia, gettandola nel cesto dei panni da lavare, ed ugualmente fece coi pantaloni e i boxer.
Entrò nella doccia con un lamento dovuto all'acqua fredda che gli scrosciò addosso, ma nonostante poi questa divenisse calda e piacevole, non riuscì a rilassarlo del tutto.
Aveva la mente invasa dalle immagini del viso triste, abbattuto, cupo e privo di qualsiasi luce di Kaori.
Era insopportabile vederla in quello stato, una visione troppo stridente e fastidiosa.


Mick prese a insaponarsi senza delicatezza, provando il desiderio di andare da Ryo e prenderlo a pugni, e poi da Kaori per scuoterla ordinandole di reagire.
E poi si arrabbiò con se stesso.


-Ma che cazzo te ne frega di quei due?! Sono affari loro, tu non fai lo psicologo, fatti gli affari tuoi. Che i tuoi amici siano depressi o euforici, non è roba che ti riguardi...-
Peccato che una vocina dentro di sé gli mormorasse con una punta di malizia, che lui non aveva mai considerato Kaori come una semplice amica.
Si passò la spugna sulle braccia, sfregando forte. Digrignò i denti.
Ammettilo Mick, si disse. Ora puoi tornare su questa vicenda.
Kaori gli era sempre piaciuta. Sempre. Fin da subito, aveva pensato che quella ragazza gli fosse proprio congeniale. Che gli piacesse, e non solo fisicamente.
Era bella, dall'aria raffinata e ingenua, in generale 'distante' rispetto a tutte le altre donne che aveva incontrato, un po' come se giungesse da un'altra realtà, e a volte aveva creduto davvero che fosse così.

Aveva tentato di sedurla per strapparla dalle braccia di Ryo, ma lei non aveva ceduto. Era rimasto terribilmente affascinato per questo. Poi era successo il disastro con Kaibara, lui era quasi morto e ci aveva messo tre mesi e mezzo a tornare a una condizione semi-normale. Quando era uscito dalla clinica del Doc, aveva scoperto che Ryo e Kaori erano diventati una coppia ufficiale. Aveva messo a tacere la delusione sapendo che non c’era mai stata competizione per lui, aveva detto lui stesso a Ryo che era ora che rendesse Kaori felice, ed era stato davvero lieto di vedere Kaori luminosa e al settimo cielo, quindi aveva accettato il ruolo di amico senza farne un dramma.


Ma ogni volta che lei si trovava nella stessa stanza, la sua presenza riusciva sempre a rischiarare la sua giornata, non doveva fare nulla di particolare per farlo stare bene. Entrare al Cat’s Eye o anche casualmente al supermercato e vedere Kaori lo faceva sentire sereno.
Poco importava se Kaori nei suoi confronti non avesse mai dimostrato più che una semplice amicizia fatta di qualche battuta e molti sorrisi -oddio, il sorriso di Kaori-, a Mick piaceva.


-Siamo sinceri- continuò a dialogare con se stesso. -Ti sei fatto da parte costringendoti a togliertela dalla testa solo perché lei già pendeva dalle labbra di Ryo. Solo perché era evidente anche a un cieco che Kaori non avesse occhi e cuore che per lui. Ma adesso...-
Adesso. Già, adesso?


Ryo aveva piantato Kaori, due settimane prima. E Kaori non aveva dato segno di essersi minimamente ripresa.
Mick ripensò al suo volto depresso e gli montò la rabbia, ancora.
-Dannazione-
Pensò alle volte, non innumerevoli ma nemmeno così rare, in cui aveva fantasticato su Kaori, sfogando poi quel desiderio insoddisfatto da solo o su una qualsiasi delle sue amanti occasionali.
Merda!
 
Stava tornando a fissarsi con Kaori. Aveva rinunciato a lei, aveva relegato tutto in un angolo lucchettato della sua mente. Ma ora sembrava che il sigillo fosse stato spezzato.
Non era corretto approfittare di una Kaori moralmente debole, affatto.


Però non stava più con Ryo. Ryo l’aveva respinta. Ryo non aveva più alcun diritto con lei.
Mick, pur con tracce di qualcosa che poteva sembrare senso di colpa, avvertì, senza poterlo negare a se stesso, una traccia di soddisfazione e moderata malizia.
Kaori aveva bisogno di essere consolata, di tornare a sorridere.
E lui amava le sfide impegnative, specie quelle che richiedevano il massimo da se stesso.
 
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart / Vai alla pagina dell'autore: MaryFangirl